Perché dopo una separazione ti senti una cacca?

Separazione: che cosa aspettartiArgomento tosto quello di oggi, la separazione. Forse non ci crederai, ma la nostra vita è piena di esperienze di separazione. Separazione dalla mamma il primo giorno di scuola o di scuola materna, separazione dai compagni alla fine delle elementari, delle medie o delle superiori, separazione dagli amici quando si concludono alcuni cicli di vita e ne iniziano altri. E anche separazioni da luoghi e da oggetti. Ovviamente qui e adesso parliamo della separazione che pone fine a una storia d’amore, non importa che sia lunga o breve, o che sia un matrimonio oppure no.

"L’amore che poté morire non era amore.Berthold Auerbach
"

La separazione che avviene dopo un matrimonio o dopo una lunga convivenza (che magari ha visto anche la nascita di figli) è l’esempio più significativo di separazione, il più “grande” e il più “forte” e include in sé tutte le caratteristiche di un distacco, alla loro massima potenza. Quando si tratta di relazioni meno “impegnative” (che per esempio non hanno comportato la convivenza dei due partner) la separazione può essere vissuta con intensità più o meno forte ed è caratterizzata comunque da tutti i fenomeni che ci sono in una separazione successiva a un matrimonio o a una convivenza di tipo matrimoniale.

“Scusa Ilaria, perché mi fai tutta questa lunga premessa?” tu chiederai. E io ti rispondo che ti faccio questa lunga premessa perché è importante che tu legga tutto l’articolo, anche se non sei stata sposata o non hai avuto lunghe convivenze. Parlerò infatti di temi molto utili per te, per la tua storia d’amore attuale e futura.

Separazione: una storia vera

Due giorni fa ho avuto un’importante conversazione con una lettrice, che qui chiamerò Manuela. Quando io parlo con le mie clienti di coaching o con le mie lettrici ricevo spesso delle illuminazioni. Per questo io sono estremamente grata a chi mi segue, a chi legge, a chi mi scrive: è dallo scambio tra noi che nascono le soluzioni più efficaci.

Manuela era piuttosto giù e mi ha detto che si sentiva una “cacca”. Io quella parola – “cacca” – a dir la verità non l’avevo mai sentita prima ;) e siccome lei me l’ha fatta scoprire, le ho chiesto il permesso di utilizzarla. Lei me lo ha dato e io ora la uso. Spero che questa parola non ti dia fastidio. Non so se tu sai che cosa vuol dire “cacca”. Ma probabilmente riesci a capirmi. Non so nemmeno se sai che cosa significa “sentirsi una cacca”, ma sono sicura che anche in questo caso riesci a capirmi.

Manuela è una giovane donna – giovanissima! – di 38 anni che ha già dei figli e si sta separando dal marito. Manuela si è sposata molto giovane (tra i 20 e i 25 anni) e i suoi bimbi sono grandicelli. Attenzione 1: quando ci siamo parlate Manuela si sentiva una cacca a causa della separazione. Attenzione 2: l’iniziativa della separazione l’ha presa lei. Interessante vero? Ma se hai vissuto una separazione dopo una storia importante, sai bene che questa apparente contraddizione ha molto senso.

Lei ha dato il primo impulso alla separazione perché dopo molti anni si è accorta che il marito proprio non era in grado di andare incontro ai suoi bisogni. A Manuela era venuto anche il sospetto che il marito avesse un’altra donna. In effetti al momento il marito ha un’altra donna, dalla quale aspetta un bimbo. Le procedure della separazione vanno avanti etc etc.

Sottolineo un dato importante: Manuela è una donna di straordinaria umanità – mi ha toccato il cuore, per molte ragioni -, ha una grande intelligenza e una grande vitalità (lei adesso queste cose non le riesce molto a percepire, ma saltano all’occhio). Ha anche delle capacità pratiche, un buon lavoro, è una mamma amorevole. Una donna alla quale non manca niente per vivere una vita grandiosa e felice. E anche per sedurre un uomo. Questo noi lo sappiamo – io e te che ci stiamo riflettendo in questo momento -, perché le capacità e le possibilità negli altri riusciamo a vederle. Manuela non riesce ancora a esserne consapevole. Quando ci riuscirà – e ci riuscirà! – si salvi chi può.

Separazione e autopercezione di escremento

A dirla tutta, la storia di Manuela è molto simile a quella di centinaia, probabilmente migliaia di donne. Ci si sposa in età giovanile, senza grandi esperienze e con sogni immensi e bellissimi progetti. Si dà tutte se stesse al marito e poi ai figli, se arrivano. A un certo punto ci si accorge che manca qualcosa. In questo caso ci si accorge, dopo un po’ di tempo, che l’uomo che si ha al proprio fianco non è quello giusto. Ma questa scoperta avviene dopo molte sofferenze, dopo tante frustrazioni che si sono prolungate nel tempo. Tant’è che la decisione di separarsi nasce dall’esasperazione, dalla disperazione, dall’esaurimento. Anche se è la decisione migliore possibile. Anzi, è la madre di tutte le decisioni, quella che permette a tutte le nuove opportunità di presentarsi, e che permette anche di costruire il proprio futuro e di creare la propria vita, vera, autentica.

E allora, perché dopo una separazione molte donne si sentono una cacca? Perché tu ti senti una cacca?

Ti senti una cacca perché hai subito un processo di trasformazione in negativo che ha una potenza quasi incommensurabile. Se ci pensi bene dipende dal susseguirsi di fasi diverse, che corrispondono a stati emotivi – potentissimi – diversi tra loro. Sono stati emotivi così potenti che hai la sensazione che abbiano modificato il tuo vero essere. Ma non è vero, anche se ti sembra! Il tuo vero essere è li pronto a ripartire appena ti ricarichi.

Le 7 fasi emotive che hai sperimentato finora

1)      C’è la fase dell’innamoramento, del riconoscimento di un compagno come il “proprio compagno” e dell’investimento emotivo in un sogno/progetto che è la vita insieme ed è anche e soprattutto la propria vita. Questo è importantissimo e molto forte: in questa fase le energie, i pensieri, le fantasie e l’”immaginazione” sul futuro che ti attende giocano un ruolo fondamentale.

2)      C’è la fase della messa in opera del progetto e del coinvolgimento totale e totalizzante: ok, si parte, iniziano i lavori. Ci si sposa, si va a convivere. Vai con l’investimento di fisico e mentale a fare, realizzare, risolvere eventuali difficoltà. Il tutto prende grandi energie non solo emotive, ma anche pratiche: organizza, cucina, pulisci, trova punti d’incontro con il partner, costruisci una vita insieme. Una bella sfida.

Breve ed essenziale, la guida che ti spiega i passi base e fondamentali per costruire o ricostruire la tua autostima e mantenerla. Per stare bene con te stessa e con l’uomo giusto.

3)      C’è la fase delle difficoltà, del bagno di realtà e della perseveranza: ok il progetto è partito, ha richiesto un sacco di investimento e di energia. Ma non è proprio come te l’aspettavi. Non importa, tu fai spallucce e te ne freghi, vai avanti a testa bassa, convinta che il tuo sogno e il tuo progetto contino più di tutti e di tutto. Perseveri, sicura che la tua dedizione, il tuo impegno e il tuo sacrificio ti portino dove vuoi andare. Anche se non sai più di chi è davvero il progetto al quale stai lavorando.

4)      L’avvilimento: è un fenomeno estremamente bastardo, perché si insinua in ogni angolo della tua relazione e della tua vita in modo lento e insesorabile: le cose non girano proprio e tu non vuoi accettarlo. Nel contempo cominci a trascurare te stessa e la tua vita. Non curi più il tuo aspetto e la tua persona e nemmeno la tua anima, rinunci a te per fare spazio agli altri (compagno, figli,), magari ingrassi o dimagrisci eccessivamente (la tua tristezza e la tua delusione la devi pur mettere da qualche parte). Cominci a non dormire etc etc.

5)      La mancanza di amore. A quel punto, quando già sei a un buon grado di cottura, la distanza tra te e il tuo compagno si fa gigantesca. Lui non è l’uomo giusto (e questo fatto non è  colpa di nessuno, né tua, né sua) e quindi non riesce a supportarti, a sostenerti, a darsi da fare. Anzi, magari si rivela un po’ stronzo e per giustificare e dare logica a quel che sta succedendo, lui dà la colpa a te. Ti fa sentire inadeguata, non all’altezza, magari poco attraente e poco affascinante. Ti lascia spesso sola. Si dedica a se stesso e non a te. Ti fa mancare amore. E questo ti fa stare malissimo.

6)      Il riscatto del buon senso, della vitalità e della speranza: arriva proprio quando sei disperata, per paradosso. In fondo al tuo cuore sai e ti dici: “Accidenti, ma così non posso mica andare avanti! Posso, voglio e mi merito di meglio.” Siccome sei una donna intelligente, prendi l’iniziativa per la separazione.

La mazzata finale e la sorgente di possibilità

Attenzione, a questo punto, fermiamoci a riflettere: è ovvio che alla fase 6) le tue energie emotive e anche fisiche sono esaurite, addirittura sotto lo zero termico, ne hai poche, pochissime. Il fatto è che la fase 6) è la più delicata, quella che richiede più forza e più energia, proprio nel momento in cui, invece, tu, di forza e di energia ne hai meno (hai presente tutto quello che hai fatto finora, te ne rendi conto?). E’ in questa fase che devi decidere, spingere, prendere in mano la situazione. E’ in questa fase che devi prendere in mano la tua vita. E magari andare dall’avvocato, parlare con il giudice, lo psicologo etc. O spiegare la faccenda ai tuoi, ai suoi, agli amici e ai colleghi. Ufff… Ed è in questa momento che si passa alla fase sette…

7)      La mazzata finale: la separazione vera e propria. Per quanto tu l’abbia voluta o comunque sappia che è la cosa giusta da fare per te, il momento in cui ti separi davanti al giudice o in cui lui se ne va di casa o decidete di non vedervi più (in tutte le varianti possibili e immaginabili) ha un significato simbolico profondo, che non può che essere percepito emotivamente come un colpo di grazia alla tua energia e alla tua autostima.

In sintesi: il sentirsi una cacca dopo una separazione, è la fase finale di un lungo processo, magari durato anni, in cui tu hai vissuto intense emozioni, hai impiegato energie e messo a dispozione risorse in un progetto che poi non si è compiuto come tu avresti voluto.

E ora dopo tutto questo gran parlare di sentirsi una cacca, dove andiamo? Ci fermiamo a riflettere sul fatto che questa separazione, questa fine è, di fatto, un grandioso nuovo inizio. Qualcosa che, qualsiasi sia il tuo punto di partenza, ti permette, finalmente di realizzare te stessa. Più forte e più bella di prima.

Anche se avrei voluto continuare, oggi mi fermo qui: il messaggio importante di questo mio articolo è che tu comprenda le profonde ragioni per cui ti senti uno straccio dopo la fine di una storia. Non sono scuse o giustificazioni. E’ un dato di fatto. La presa di coscienza di essere legittimamente e logicamente in un momento di grande debolezza deve essere un elemento che ti aiuta a valorizzare te stessa, il tuo presente e anche il tuo passato. Ed è essenziale per costruire il futuro che vuoi. In un prossimo articolo continuiamo.

Fammi sapere se il tema ti interessa e se vuoi che approfondiamo. Raccontami la tua esperienza.

Lasciami il tuo commento, è importante.

Lascia un Commento!

447 Commenti

  1. Avatar di Francesca

    Francesca 5 anni fa (16 Settembre 2019 15:04)

    È tutto vero!!!!!!!!!!!!!😢😢😢grazie💗
    Rispondi a Francesca Commenta l’articolo

  2. Avatar di Francesca

    Francesca 7 anni fa (9 Marzo 2018 21:51)

    Cara Ilaria, anch'io mi sento una cacca. Ho preso a fine ottobre la decisione di separarmi dopo 22 anni di matrimonio. Ci stò male e mi sento in colpa perché so che lui ne soffre. Lui non avrebbe voluto, ma io dal matrimonio mi aspettavo più condivisione, più empatia e complicità, particolari che lui non conosce forse anche perché cresciuto in una famiglia molto austera. Però i sensi di colpa mi attanagliano e, a momenti, mi fanno pensare anche ad un riavvicinamento.......ma se poi l'infelicità mi riacchiappa??????
    Rispondi a Francesca Commenta l’articolo

  3. Avatar di Paolo

    Paolo 5 anni fa (24 Aprile 2020 16:41)

    Ciao Ilaria, sono separato fisicamente da mia moglie da quattro anni dopo che le ho rivelato il mio tradimento con un uomo. E lei non accetta questa separazione e io mi sento sempre in colpa. Questo mio sentirmi in colpa mi blocca con il mio compagno che vorrebbe che io mi separassi. Sono perso!
    Rispondi a Paolo Commenta l’articolo

  4. Avatar di Mabel

    Mabel 7 anni fa (7 Giugno 2017 12:37)

    Ciao Ilaria, questo tuo articolo mi ha dato davvero da riflettere. Qualche giorno fa sono andata via di casa e ora sto passando la fase "mi sento una cacca" anche io, nonostante sia stata una mia scelta. Convivevo da 5 anni (ne ho 32) e stavo con lui da 7. Ma da un anno, ho iniziato a soffrire tantissimo questa mia situazione, ho passato tutte le fasi che hai descritto, compresa quella dell'avvilimento. Ma tutto ciò non tanto perchè lui fosse una cattiva persona, anzi. Lui non mi ha fatto nulla di male, il problema era, piuttosto, ciò che lui non faceva! Mi spiego meglio: era assente, distante, in casa ognuno stava nella sua stanza, i suoi orari di lavoro sono impossibili, aggravati da alcune sue brutte abitudini che aumentavano ancora di più il suo non esserci. Sembravamo una coppia d'oro per tutti: amici, parenti, colleghi. Tutti ci reputavano la "coppia più bella del mondo" perchè, semplicemente, non litigavamo mai. Ci siamo trascinati questa storia per inerzia, arrivando ad essere estranei nella stessa casa. Non si usciva, non si parlava, facevamo l'amore, sì, ma quasi più per bisogno fisico che per reale desiderio. E alle mie domande d'aiuto, mi sentivo dire che "non aveva voglia di litigare" oppure che "il mio disagio non era colpa sua, ma dovevo andare da un terapeuta" . Insomma, ad un certo punto mi sono resa conto che non mi piaceva la persona che ero diventata, che mi stavo annullando completamente, sacrificando la mia voglia di uscire, divertirmi, vivere, per stare dietro ad un lui passivo, inerme, apatico. Eppure, nonostante sia convinta che sia stata la cosa migliore da fare, mi sento come se mi fossi dovuta amputare un arto per stare meglio. E già solo il parlarne al passato, mi fa soffrire ancora di più.
    Rispondi a Mabel Commenta l’articolo

    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
    <div class="apbct-real-user-author-name">Ilaria Cardani</div>
    <div class="apbct-real-user-badge" onmouseover="apbctRealUserBadgeViewPopup('apbct_trp_comment_id_296768');">
        <img src="/wp-content/plugins/cleantalk-spam-protect/css/images/real_user.svg" class="apbct-real-user-popup-img" style="align-self: center;">
        <div class="apbct-real-user-popup" id="apbct_trp_comment_id_296768">
            <div class="apbct-real-user-title">
                <p class="apbct-real-user-popup-header">The Real Person!</p>
                <div class="apbct-real-user-popup-content_row">
                    <img src="/wp-content/plugins/cleantalk-spam-protect/css/images/real_user.svg" class="apbct-real-user-popup-img">
                    <span class="apbct-real-user-popup-text">Author <b>Ilaria Cardani</b> acts as a real person and verified as not a bot.</span>
                </div>
                <div class="apbct-real-user-popup-content_row">
                    <img src="/wp-content/plugins/cleantalk-spam-protect/css/images/shield.svg" class="apbct-real-user-popup-img">
                    <span class="apbct-real-user-popup-text">Passed all tests against spam bots. Anti-Spam by CleanTalk.</span>
                </div>
            </div>
        </div>
    </div>
</div>

      Ilaria Cardani 7 anni fa (7 Giugno 2017 14:25)

      Ciao Mabel, ti rendi conto che questa era una storia in cui lui ti abusava e ti faceva violenza psicologica, vero?
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (7 Giugno 2017 15:18)

      Quanta sofferenza silenziosa, invisibile
      Rispondi a Anna Commenta l’articolo

    • Avatar di Frill

      Frill 5 anni fa (4 Maggio 2020 8:22)

      Mi trovo anche io ad avere terminato la mia relazione, fra i vari motivi, anche per questo. Il suo non voler portare a termine le discussioni che aprivo, lui era stanco la sera e voleva dormire, il giorno al lavoro, e discutere e confrontarsi era impossibile, restavo sola col mio sgomento in un'altra stanza a piangere ed immaginare l'amore che avrei voluto. In un'altra stanza, si, perché non dormivamo insieme, se mi muovevo, lo toccavo o starnutivo o dovevo andare in bagno la notte si destava dal sonno e restava arrabbiato tutto il giorno... E per farlo stare tranquillo, e non sentirmi in colpa per non lasciarlo dormire, mi trasferii in un'altra stanza. Quanto dolore invisibile, anche di noi dicevano che eravamo una coppia perfetta.... Ma il nostro non litigare era il mio ingoiare, in tanti aspetti. Probabilmente persone con un carattere più risoluto avrebbero litigato apertamente, urlato e fatto trapelare il disagio. Era anche un uomo avaro di soldi, purtroppo. Ed era una non generosità che si rifletteva sul carattere, i soldi erano solo un modo di esternare questo suo difetto. Eppure lo amavo, a maniera sua mi amava, abbiamo vissuto tante cose insieme, e mi sento una cacca per aver deciso di separarmi, perché la responsabilità di avere sfasciato formalmente la famiglia è mia....
      Rispondi a Frill Commenta l’articolo

  5. Avatar di Salvatore

    Salvatore 7 anni fa (9 Marzo 2018 7:40)

    Salve! Non l'abbia a male, ma m'intristisco un po' per il fatto che la lettura di una separazione, come descritta qui sopra ed anche altrove, corrisponde perfettamente a quel modo spesso convenzionale e quasi preconfezionato, descritto un po' dappertutto, da psicologi, avvocati divorzisti e professionisti di ogni genere! La solita solfa per venire fuori bene da una separazione e accedere ad una nuova vita, felici! Tutto ciò a me separato ormai da 15 anni, ma ancora, assurdamente e patologicamente, direbbero in tanti, innamorato di mia moglie, risulta un po' banale nella sue regole ineluttabili e infallibili! Per me nulla nella vita e' omologabile, o unito sempre da punti di contatto unici e validi per tutti! Ad ognuno di noi può accadere tutto e il contrario di tutto e secondo me, cuore, mente e spirito possono reagire in 7 miliardi di modi diversi! Non unici e uguali per tutti! La mia condizione di separato consolidato e ancora innamorato, sembrerebbe non sostenere quanto sostengo. Mi omologa come uno patologicamente fuori dal buon senso e dall'accettare le cose della vita, cosi come vengono. Ma in realta, secondo me, non e' proorio cosi! Io penso che siamo tutti diversi. E tutto cio costituisce la piu grande paura dell'uomo, che vorrebbe tutto ricollegabile ad un unico modo di sentire la vita è di reagirvi! E'più comodo, controllabile e gestibile. Si vince la paura dell'!imprevedibile! Mi riferisco alla vita in generale. Non sono mai esistite e non esisteranno mai due persone uguali! Ed è una cosa bellissima Ma l'uomo per mania, paura o convenienza, deve sempre uniformare, catalogare in un modo già previsto nellel irigine del pensiero unico! Io nonostante abbia vissuto tutte le cose sopra descritte, sono ancora innamorato di mia moglie e se lo fosse anche lei, ci tornerei insieme in tre secondi. Io non credo nei preconfezionamenti delle reazioni umane, ne che le minestre riscaldate non funzionano. O che non bisogna mai tornare indietro, non funzionerà! Per me l'amore vero non finisce mai! E non si trasforma ( altro luogo comune). Se è amore vero vince immancabilmente e vive e torna come fosse una nuova storia. Nonostante i declini in sette fasi, sopradescritti. Ma oggi nel mondo amori veri c'è ne saranno due o tre in tutto nel mondo. E sono fuori da ogni preconfezionamento. Questo è quello in cui credo! Io credo che i veri grandi amori!"fanno dei giri immensi e poi ritornano"! Non succederà probabilmente a me! Ma forse noi crediamo in tutt'altro. Lo chiamiamo amore, ma in realtà non lo è! E questo non amore corrisponde a quello delle sette fasi! Non sarà il mio caso! Non sono sicuramente fra quei tre o quattro grandi amori di cui sopra, ma ho sempre pensato che nella vita tutto e' possibile. Che non è tutto uguale per tutti. E che la vita può sempre sorprenderci oltre ogni catalogazione umana! Grazie e saluti.
    Rispondi a Salvatore Commenta l’articolo

    • Avatar di Frill

      Frill 5 anni fa (4 Maggio 2020 8:46)

      Ciao Salvatore, leggendo il tuo messaggio mi sono commossa. Forse quello che chiamiamo amore amore non è, hai ragione. Forse l'Amore è incredibilmente raro, come tu hai descritto. Probabilmente quello per i figli è l'amore più puro sperimentabile. Purtroppo a volte le strade si separano, non è giusto sopportare oltre il dovuto... Spero che potrai trovare, o ritrovare l'Amore, con la A maiuscola. Non è necessario essere tutti omologati, forse i passi descritti qui sono solo i più consueti. Io ci sono attraversata in tutto ad esempio. Ma ognuno di noi è un piccolo prezioso universo. Un abbraccio, ed in bocca al lupo...
      Rispondi a Frill Commenta l’articolo

    • Avatar di Vic

      Vic 5 anni fa (4 Maggio 2020 11:27)

      Ciao Frill, sai, secondo me quello di Salvatore era diventato idealizzazione, più che amore. E forse lo era sempre stato, chissà. Non è pensabile che dopo 15 anni torneresti con tua moglie/marito in tre secondi. Dopo tutto questo tempo lei sarà cambiata, tu sarai cambiato. Rivedendola, potresti non riconoscerla più. La vita vi avrà fatti cambiare. A meno che uno non si incaponisca e viva in un limbo forzato di rimpianti e illusioni. Ma la vita è qui e ora. Vivere nel passato è pericoloso. A un certo punto si deve decidere di andare avanti. Per forza.
      Rispondi a Vic Commenta l’articolo

  6. Avatar di Elisabetta

    Elisabetta 4 anni fa (2 Novembre 2020 16:06)

    Ilaria in un momento come questo cosa posso fare per valorizzarmi? Ora mi sento brutta e incapace
    Rispondi a Elisabetta Commenta l’articolo

  7. Avatar di A

    A 5 anni fa (4 Ottobre 2019 13:08)

    Torno purtroppo sempre qui. Oggi non voglio essere piena di rabbia, ma comunque penso. Penso alla mia vicenda e mi chiedo (e sono profondamente rattristata): possibile che avessi reso mio marito così infelice? Possibile che sia stata così inetta da costringerlo a sopportarmi e sopportare tutti i miei difetti senza mai vedere che stavo sbagliando io? Perché io sapevo di essere difficile, piena da spigoli. Mi addolora pensare di non essere stata capace di far felice mio marito, ed è il motivo per cui mi sento male. Certo sapere che lui ha già un'altra famiglia (moglie e figlio) non mi aiuta, anzi contribuisce a rafforzarsi nell'impressione che sia quella sbagliata, a me non riesce di costruire nulla, a lui sì. Allora lui era nel giusto. Nel dirmi quanto ero sbagliata io. Certo si impara, ma non è facile rimediare, ora. Il tempo mi sembra passato, mi sembra che il mio sia passato. Che ho perso la mia occasione di essere felice, l'unico che poteva resistere vicino a me. 'na botta di autostima insomma, oggi. Eppure prevale il dispiacere di non aver fatto abbastanza, o "correttamente". E il pensiero che "loro" mi guardino da lontano come un caso senza speranza, di cui non curarsi nemmeno troppo, perché non ho più valore. Quando leggo di storie in cui lui sparisce, o che lui dimostra di considerare meno di zero l'altra, in queste rotture in cui "l'amore è semplicemente finito", mi viene il magone. Nessuno dovrebbe viverla una cosa del genere, non la auguro a nessuno. Sapendo come è stato devastante per me, dopo quasi 20 anni, un matrimonio, io adottata diciamo dalla sua famiglia. Forse non in quanto me stessa, ma solo finché ero buona per lui. A questo punto mai amata o apprezzata da loro. Possibile che io sia questo mostro? Oramai è questa la mia etichetta? Non sono capace di fare spallucce e andare avanti. Mi sento male almpensiero di aver respinto quello che la vita mi offriva. Eppure non passo le giornate a letto. Non so, brancolo ancora nel buio. Io parlavo di quello che mi rendeva non pienamente felice. Lui ha chiuso la mia porta e aperto l'altro portone. Insomma, mi piacerebbe che qualcuno mi educasse ad essere matura, e metterci una pietra sopra, e magari insegnarmi a perdonarmi.
    Rispondi a A Commenta l’articolo

    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
    <div class="apbct-real-user-author-name">Ilaria Cardani</div>
    <div class="apbct-real-user-badge" onmouseover="apbctRealUserBadgeViewPopup('apbct_trp_comment_id_361595');">
        <img src="/wp-content/plugins/cleantalk-spam-protect/css/images/real_user.svg" class="apbct-real-user-popup-img" style="align-self: center;">
        <div class="apbct-real-user-popup" id="apbct_trp_comment_id_361595">
            <div class="apbct-real-user-title">
                <p class="apbct-real-user-popup-header">The Real Person!</p>
                <div class="apbct-real-user-popup-content_row">
                    <img src="/wp-content/plugins/cleantalk-spam-protect/css/images/real_user.svg" class="apbct-real-user-popup-img">
                    <span class="apbct-real-user-popup-text">Author <b>Ilaria Cardani</b> acts as a real person and verified as not a bot.</span>
                </div>
                <div class="apbct-real-user-popup-content_row">
                    <img src="/wp-content/plugins/cleantalk-spam-protect/css/images/shield.svg" class="apbct-real-user-popup-img">
                    <span class="apbct-real-user-popup-text">Passed all tests against spam bots. Anti-Spam by CleanTalk.</span>
                </div>
            </div>
        </div>
    </div>
</div>

      Ilaria Cardani 5 anni fa (4 Ottobre 2019 16:36)

      Ho letto questo commento con attenzione, come tutti, forse vista la particolarità del commento, con un pochino di più di attenzione rispetto al solito. Vedo che sono già comparsi dei "+". Ora, se questo commento vi ha colpito, avete voglia di dirmi perché e che cosa vi ha colpito? Grazie :)
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Ella

      Ella 5 anni fa (4 Ottobre 2019 19:33)

      Eccomi, ho messo uno dei segni più. Il commento potrei averlo scritto io, per il clima emotivo che descrive. Lui era una persona più che problematica, ma anche assolutamente fuori dal comune. Conosciuto nel momento in cui stavo cercando di uscire da una lunghissima relazione di abuso con un altro uomo, dopo vent’anni in cui non avevo più conosciuto nessuno come lui con cui condividere la mia passione principale, ormai spenta. All’improvviso – dopo aver finto di apprezzarmi fino a quando gli servivo – mi ha allontanato a calci, dicendo che ero insopportabile e spargendo danni in giro come un diserbante. Anch’io non passo le giornate a letto, anzi cerco di uscire e di relazionarmi con gli altri per dimostrare – a loro e a me – che non sono una persona sbagliata. Ma dentro una voce mi ripete “sei un mostro, è tutta colpa tua”. Io avevo un fortissimo senso di disagio ogni volta che lo avevo accanto e non riusciva a venir fuori quasi nulla della persona che sono. Però oggi, quando ho saputo che lui adesso sta andando avanti senza di me (e ci sono già persone che si stanno schierando con lui, allontanandomi), non posso fare a meno di pensare che il problema ero solo io. Che ho rovinato tutto fin dall'inizio. E no, anch’io non mi perdono, non ci riesco: mi è stato insegnato fin da bambina che è sempre tutta colpa mia. E so che adesso cercherò ancora qualcun altro che me lo ripeta. Penso davvero che nessuno meriti una cosa del genere. Tranne me.
      Rispondi a Ella Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (4 Ottobre 2019 18:16)

      Cara A., non ricordo se hai raccontato la tua vicenda nel dettaglio e come sono andate le cose, ma qui leggo solo uno sfogo in cui tu te la prendi solo con te stessa per essere stata “scaricata” da marito e relativa famiglia. Immagino che a te non venga neanche il dubbio che il divorzio non dovrebbe essere la fine dei rapporti familiari, e che nessuno dovrebbe buttare in discarica la propria famiglia solo perché ne ha una nuova. Perché se ti venisse questo dubbio, sarebbe facile concludere che forse hai sposato una brutta persona con una brutta famiglia, e che non si può fare altro che andare avanti senza pensarci su, e men che meno in questi termini. Se non vedono la differenza fra divorzio e ripudio, i limitati se non malevoli sono loro. Poi per carità, il divorzio è legale, così come tutti hanno diritto a risposarsi, ma c’è modo e modo. Per quanto riguarda il fatto che non trovi un altro compagno tu, ti informo che in generale gli uomini divorziati hanno molta più facilità a trovare rispetto alle donne divorziate, specialmente se ci sono figli (dati ISTAT). Quindi non è indicativo di una tua mancanza, è solo che va così a causa di una mentalità arretrata e anche del fatto che chi ha figli in casa 24/7 ha oggettivamente meno tempo ed energie. Inoltre, se ti senti inadeguata e sbagliata e se continui a pensare a che cosa hai sbagliato, non credo che sarai veramente aperta ad incontrare qualcuno. Non posso che dirti quello che dicevano tutti a me: lasciati tutto alle spalle, il prima possibile. Se è necessario, rivolgiti ad un avvocato (esiste anche il gratuito patrocinio). Un conto è imparare dai propri errori, un altro è fustigarsi senza un punto. Un abbraccio
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Lela

      Lela 5 anni fa (5 Ottobre 2019 9:23)

      Ciao A per rispondere alla domanda di Ilaria, quanta negatività, quanta rassegnazione, quanta orribile AUTO-percezione traspare da ciò che hai scritto. Sembra davvero che tu abbia costruito dentro di te l'immagine precisa di questo mostro orrendo, incapace di amare e di farsi amare, di rendere felice chicchessia (posto che non è responsabilità nostra rendere felici gli altri) o di costruire qualcosa e che tu ormai ci creda fermamente! "E il pensiero che "loro" mi guardino da lontano come un caso senza speranza, di cui non curarsi nemmeno troppo, perché non ho più valore." Come fai a dire che loro, o chiunque altro, pensi certe cose? Ti rendi conto che in realtà sei proprio tu a pensarle? Che questo è solo il frutto di quell'immagine che tu ti sei costruita? Nemmeno il fatto che lui si sia già rifatto una famiglia ti dice nulla, tu non hai spiegato qui i dettagli della tua storia, ma, per quello che ne sai, potrebbe benissimo stare replicando le stesse dinamiche! Anche se naturalmente non è questo che deve confortarti, che siano anche felici insieme, tu devi pensare a te! Dal fatto che il tuo ex si sia già rifatto una famiglia, si deduce che siano già passati anni, e non importa se tu "esci", perché da quello che scrivi, tu ti porti quel mostro sempre con te, ed è LUI che ti impedisce di costruire qualsiasi cosa. E' tempo di cominciare a volersi bene e perdonarsi, come dici tu, anche se bisogna capire bene cosa sia il perdono. Il perdono è un atto di volontà sai, non è qualcosa che arriva dal cuore ma dalla testa. E' farsi carico (dove farsi carico significa accettarle, non prendersene la responsabilità) delle azioni di qualcun altro rinunciando a vendicarsi o a far soffrire e...lasciar andare. La mancanza di perdono è come bere del veleno da una coppa sperando che uccida l'altra persona...sappiamo benissimo che non è così, gli altri, l'oggetto dell'odio, rancore, ecc., di solito continuano a vivere indisturbati la loro vita! :). Quindi sì A, basta crocifiggerti! Perché non provi a guardare alle cose del passato con più obbiettività e lucidità e cerchi di identificare davvero fino a dove arrivano le tue responsabilità, perché sicuramente ce ne saranno, e ridimensionarle, magari facendoti aiutare da qualcuno che abbia un punto di vista più distaccato, anche un coach...(Ilaria ti sto facendo pubblicità ;)) Da lì poi parti a ricostruirti, a migliorarti, esattamente come stiamo facendo tutti noi in questo blog, ma con amore e comprensione, e mandi definitivamente a quel paese quel mostro tiranno che non ha nessun diritto di stare nella tua testa! Un abbraccio forte!
      Rispondi a Lela Commenta l’articolo

    • Avatar di Ste

      Ste 5 anni fa (5 Ottobre 2019 11:36)

      Io non ho messo nessun segno, ma commento lo stesso per dare un cenno breve ad A. Credo molte (io per prima un tempo) si possano identificare con quanto ha scritto; il copione d'altronde, salvo variazioni su tema, è sempre lo stesso in queste storie. Il punto però non è la storia in sé, lui, la famiglia di lui, il comportamento che ha avuto, la separazione, la nuova vita, ecc. ecc. Il punto è che tutto è letto da una prospettiva a mio avviso poco sana, ossia auto- ed etero-lesionista e statica, che non offre possibilità di uscita. Credo bene che ci si trovi impantanate in sensazioni tanto negative per anni. Successo anche a me. Ma appunto la prospettiva di base è sbagliata. A., racconti delegando sempre agli altri, al fuori la decisione di come stai e la definizione di chi sei. Questo è secondo me la radice del problema. Se non cambi e non sposti radicalmente lo schema di autopercezione e di lettura del mondo non ne esci - e lo so io per prima che è difficile. Ti addolora sapere che non hai reso felice tuo marito (eh che razzo, già il rapporto causa-effetto in questa frase non sta né in cielo né in terra...) - ma scusa, tu eri felice con lui? Perché questa è la domanda giusta. Sapere che lui si è rifatto una vita, non ti aiuta - ma scusa, ma in che modo la sua vita deve influire sulla tua? ma chi se ne frega di lui, TU come puoi essere felice ADESSO? Al loro sguardo - tu immagini - non hai valore? A parte che il loro sguardo non è tua competenza né tanto meno interesse, ma che te ne frega? Di nuovo: in che modo la vita del tuo ex dovrebbe incidere sulla TUA ORA? Perché gli deleghi responsabilità che non hanno? Perchè gli riconosci un potere di decisione e giudizio su di te che non esiste? Per farla breve, A. carissima, sposta il centro DENTRO di te. Perché è comunque dentro di te il centro ed agisce anche se non lo vuoi - tipo tu proietti sugli altri quello che tu stessa pensi di te. Solo che finché non ti rendi conto di questa proiezione (e de-responsabilizzazione) non puoi uscirne perché ti convinci che non dipende da te. Invece hai le chiavi per ribaltare tutto, dentro di te, nel tuo sguardo verso te stessa. Tu ti vuoi bene? Sai renderti felice? Sai apprezzarti? Sai essere grata per quello che hai, poco o tanto che sia (e, lo so che è una banalità, ma va ripetuta: già avere la salute è un tesoro grande, quando non ce l'hai i problemi sono ben più seri)? Se in passato la storia con il tuo ex non ha funzionato e non eravate felici, va bene, lascia andare: non è questione di colpe, non cercare chi è responsabile di cosa. Pensa ad ORA, tu come puoi essere felice? Come puoi volerti bene qui e ora? Queste due domande sono quelle da cui partire, il resto è pattume. Poniti queste due domande e poi agisci, prova, sperimenta, nel piccolo e nel quotidiano, senti cosa ti fa bene e perseguilo, con affetto e comprensione infinita per te stessa e per le tue crepe, le tue debolezze e i tuoi spigoli, perché anche quelli sono da amare. Mettiti al centro della tua vita e del tuo universo e da lì apriti con amore a te stessa: quella è la porta per aprirsi con amore agli altri. Scusate la lungaggine, e alla fine la tangente rispetto alla domanda di Ilaria. Un abbraccio ad A. e a tutte le altre!
      Rispondi a Ste Commenta l’articolo

    • Avatar di Ally

      Ally 5 anni fa (5 Ottobre 2019 23:01)

      Lela, Annav e Ste grazie per i vostri commenti. Veramente. Capisco col cuore A. perché ho provato e a volte provo ancora tutto quello che lei scrive... (ero una donna che faceva pietà per il mio ex, famiglia e addirittura per una sua collega che mi bacchettó per non averlo reso felice.. Pensate il livello di questa gente). Ma dopo le emozioni, il cuore chiede un aiuto all amor proprio, alla testa, alla razionalità che ti fa ricordare ciò che veramente é successo e che ti rispolvera il tuo valore. A, ricordati cosa sei tu, cosa vuoi tu, quanto vali tu e mettiti all opera per il tuo cammino. Sono sicura che hai tantissimo da dare (inizia da un sorriso) a chi incontri. E sono convinta che la provvidenza ti metterà sul percorso chi vorrà conoscerti e riconoscere i tuoi meriti e vorrà fare con te un bel pezzo di strada :D! Lo dico anche per me che sto con lo zainetto pronto :D :D Ci stanno le lacrime, ci sta il momento down...ora però in piedi, respiro e via! Un abbraccio col cuore
      Rispondi a Ally Commenta l’articolo

    • Avatar di A

      A 4 anni fa (24 Novembre 2020 1:53)

      Beh, dopo la mia separazione dire che mi sentivo una cacca è poco, pochissimo. Diciamo che mi sentivo di troppo su questa Terra. Mi rivedo e mi faccio molta pena, nessuno dovrebbe soffrire così. Il rischio concreto è quello di impazzire. Non è successo. Dopo oltre un anno dal mio precedente post: non mi sento più neanche lontanamente una cacca. So con certezza che, sebbene sia convinta tuttora che l'ex marito sia stato l'amore della mia vita e non riesca ad oggi a immaginarne un altro, con lui non tornerei mai. Brrrr! Per come ero ingabbiata, infelice e, diciamo, incompleta nel matrimonio e per come l'ho visto con occhi nuovi durante e dopo la separazione. Il suo ricostruirsi una vita e una famiglia è stato fatto con effetti speciali, con modalità e scelte che erano i nostri sogni condivisi. Quindi per me una serie infinita di bocconi amari e velenosi da ingoiare; talmente tanti e talmente indigesti che uno poteva veramente diventare matto. Adesso lo show è finito, hanno esaurito i miei sogni, e io ho perso la curiosità avida di sapere quello che fanno, ovvero di soffrire e farmi del male. Ho qualche pensiero cattivo, sono umana, ma me lo tengo per me, e di questo pure mi perdono, come perdono tanta gente. Ho scoperto, scettica e incredula, che è vero: si può stare bene anche (non solo) da soli, si può bastare a se stessi, ci possono essere amici e amiche che ci vogliono bene e ci riempiono il cuore, le giornate possono essere ricche di gusto e il tempo per godere di tutto non è mai abbastanza. Altro che noia. Restituisco il bene che ricevo al mio prossimo, se tanti hanno fatto qualcosa per me, anche io potendo devo fare un po' di bene a chi capita sulla mia via. E sì, bisogna volersi bene. Si inizia col non disprezzarsi. Si parte dalla bambina che non faceva mai niente di buono, mai abbastanza, sempre colpa sua. Si perdonano l'ignoranza e questa tragica educazione. Ci si indurisce un po', si scaricano i sensi di colpa e si va avanti. Forse è questo il sano egoismo. E avere molta pazienza, molta compassione. E non lasciarsi schacciare, non dare a nessuno il modo di farlo, non permetterlo. Piango ancora a dire la verità, come dicevo mi faccio ancora molta pena e vorrei proprio essere compatita (sigh!). Ma non succederà, ognuno va avanti per la sua strada. Ho riletto anche quest'articolo, con occhi e mente diversi. Peccato che chi si trova nel bisogno abbia gli occhi velati da tutto il marasma che sta vivendo e non abbia gli strumenti per aiutarsi!
      Rispondi a A Commenta l’articolo

  8. Avatar di camilla

    camilla 10 anni fa (14 Luglio 2014 16:19)

    Dopo un mese da quest' episodio una mattina mi ha chimato dicendomi che voleva riprovare a recuperare il rapporto con la compagna perchè era giusto per lui . A me, dopo nove mesi di speranze, è rimasto un vuoto immenso, un ex compagno che mi continua a pressare perchè ha trovato un lavoro temporaneo nella mia città, lui non è originario della mia stessa residenza, e un vuoto immenso in cui mi sento quasi soffocare. Insomma dura rialzarsi quando hai 43 anni e tutti i tuoi sogni sono andati in frantumi dal lavoro ( la mia azienda sta morendo lentamente) , ai figli (l'età non è dalla mia parte), alla vita affettiva ( difficilmente io e il mio compagno supereremo quanto accaduto)...mentre il tuo " amante" ha mantenuto la sua apparentemente splendida vita di coppia con compagna, figli e uno splendido lavoro che gli ho procurato io..............ma mi scrive mail lavorative dicendomi che mi stima tantissimo. Scusate sono un pò amareggiata e in seria difficoltà a vedere un futuro in tutto questo.
    Rispondi a camilla Commenta l’articolo

    • Avatar di Veronica

      Veronica 4 anni fa (12 Gennaio 2021 23:45)

      Fenomenale!!! Tutte le fasi precise precise e sono tra la sesta e la settima! Relazione di 10 anni con figlio concepito praticamente subito. Mio zerbinaggio incommensurabile fino a quando non ho toccato il fondo e ho dato il colpo di reni (mi piace visualizzarmi come un salmone che risale il fiume ... Sai che per la sopravvivenza devi fare uno sforzo che va oltre ogni tua aspettativa, una roba proprio animala!!!) Quindi prendo mio figlio e torno nella mia città, tre anni di tira e molla in cui lui mi promette che presto si trasferirà così finalmente possiamo ricominciare a costruire la famiglia... Nzomma altri tre anni di semizebinaggio che mi hanno permesso almeno di ricostruirmi come donna e soprattutto lavorativamente. Ad un certo punto, all'ennesima volta che "si sì tra due mesi mi trasferisco con voi" e poi il nulla, ho sentito il mio cuore congelato, caduta improvvisa del prosciutto dagli occhi! Senso di libertà, leggerezza, pienezza e orgoglio di me stessa. Poi ... Tracollo, prima avvocato poi lui propone la mediazione e dopo tre incontri vuole interrompere, allora di nuovo avvocato, gestione del figlio che non si augura nemmeno al peggior nemico (nei weekend con il padre il pupo mio è costretto a fare i bisogni in un secchio perché non c'è il bagno nella stalletta dove vive lui) ... Bugie, cattiverie attive e retroattive, rabbia, violenza verbale ecc ecc. È venuto fuori tutto quello che non avevo voluto vedere per 10 anni ma nonostante sia consciamente e lucidamente convinta di aver fatto la cosa giusta sia per me che per mio figlio, il dolore è lacerante, prendere coscienza è lacerante. Certo, mi dico che questo dolore un giorno mi sarà utile, ma nel mentre sempre dolore è e non ci si può fare nulla! Mi sento una cacca ma dal letame nascono i fior 🌸💚 e il covid però non è d'aiuto 😜
      Rispondi a Veronica Commenta l’articolo

    • Avatar di Fabio

      Fabio 4 anni fa (13 Gennaio 2021 14:03)

      Cara Veronica, non incolparti oltremisura di ciò che è stato, ok pensavi fosse una cosa e invece si è rivelata un'altra, l'importante è essersene accorti, non aver perpetuato l'errore, e tu hai fatto la scelta giusta, l'unica scelta che ti permette di rialzarti. Ora probabilmente sei distrutta, angosciata, il tuo futuro lo vedi nero, ma non temere tutto passa, anche il covid, usa questo tempo per migliorarti, per riflettere e non pensare al passato, non esiste più.Un abbraccio Fabio
      Rispondi a Fabio Commenta l’articolo

  9. Avatar di Silvy

    Silvy 8 anni fa (8 Febbraio 2017 18:58)

    Non so come spiegare la mia storia e relativa sofferenza. Dall'inizio credo . Ho sposato mio marito 20 anni fa dopo 6 anni di fidanzamento, anni in cui abbiamo avviato un'attività insieme . Ci siamo molto amati ed ora che l'ho lasciato credo di amarlo ancora e nello stesso tempo credo di amare follemente l'uomo di cui mi sono innamorata un anno fa . Non so se ho lasciato mio marito per l'altro o se aspettavo solo che qualcosa o qualcuno mi desse la forza . In realtà pensavo da anni di lasciarlo , lo amavo ma ho dedicato tutta la mia vita alle sue scelte , le mie opinioni venivano sempre scartate perché a detta sua io ero sempre negativa e se mi avesse seguito non avremmo mai concluso niente. In parte è vero io sono una persona con molte paure , ma, nonostante questo,lho seguito aiutato e ho migliorato di molto il nostro lavoro con buoni risultati a livello economico . Risultati che lui ha pensato bene di sperperare per costruirsi una casa enorme per la quale ovviamente io non ero d'accordo , . Noi non abbiamo figli ,non sono arrivati . Sono adesso all' ultima fase , fra due giorni firmiamo il divorzio, consensuamente , senza scenate mai , solo dubbi reciproci sulla decisione , dubbi messi immediatamente da parte come fosse una decisione di lavoro. Mi aspettavo mi chiedesse ti tornare invece mi chiede solo di non lasciare il lavoro perché senza me non sa come fare (io lo so avrebbe dovuto tenere il denaro che avevamo risparmiato e vivere la nostra vecchiaia felici ) e di nonfreguentare l'uomo che frequento esclusivamente perché era un suo amico . Ora mi trovo a lavorare per lui e con lui tutti i giorni ( da ora in nero ), in un ufficio di mia proprietà e sotto casa mia , impossibilitata a fare venire ad abitare con me il mio nuovo compagno che ovviamente ha perso la pazienza . E io, in tutto questo? Io ho paura di aver fatto un errore enorme ad averlo lasciato allora mi allontano dall'altro e poi rimpiango di averlo fatto . Un tira e molla ed un idecisione che mi sta distruggendo e che comunque non riesco a risolvere . Scusatemi se ho scritto male ma non sono abituata a confidarmi.
    Rispondi a Silvy Commenta l’articolo

    • Avatar di Gea

      Gea 8 anni fa (8 Febbraio 2017 20:30)

      Cara Silvy, il tuo ex marito (e lo dico per esperienza: 7 anni di convivenza) é un manipolatore della peggior specie. Da quello che racconti é evidente che ti ha tenuta in pugno per 26 anni e che intende continuare a farlo, decidendo della tua vita sentimentale e professionale, e della tua futura vecchiaia (lavoro in nero = zero pensione, lo sai?). Hai fatto un grande passo lasciandolo: non fermarti, TAGLIA COMPLETAMENTE con questo vampiro! Coraggio! Un abbraccio
      Rispondi a Gea Commenta l’articolo

    • Avatar di Sylvi

      Sylvi 8 anni fa (10 Febbraio 2017 15:03)

      Grazie Gea per il sostegno, oggi mettiamo l'ultima firma e sulla carta siamo liberi ma il dolore che provo ed i sensi di colpa sono al limite della sopportazione, credo che lui mi ama ancora , andrò lo stesso sorridentee a testa alta spero solo che troverò la pace prima o poi. Ti abbraccio
      Rispondi a Sylvi Commenta l’articolo

    • Avatar di Bimba

      Bimba 3 anni fa (5 Luglio 2021 15:58)

      Spero che tu ti sia ripresa dopo tanti anni. Ad oggi mi ritrovo proprio come te, in procinto di lasciare la mia casa è mio marito, consapevole che sto facendo la cosa giusta, ma con la morte nel cuore e il timore di non farcela. Sono sposata da 4 anni e sto con mio marito da quando avevo 18 anni. Ad oggi ne abbiamo entrambi 35. Non abbiamo figli anche se glielo chiesi a lungo e lui preferì aspettare. Non mi spaventa tanto lo stare da sola, quanto proprio il distacco da lui che è stato tutto il mio mondo. Ho preso questa decisione perché mio marito purtroppo ha un carattere abbastanza anaffettivo, ha molti pregi che sono ciò per cui l’ho amato e forse lo amo tutt’ora. Ma purtroppo a seguito di reazioni violente avute a seguito di alcune liti, io mi rendo conto che non voglio più lui affianco a me nel mio percorso di vita. Non mi ha fatto del male fisico, ma più che altro psicologico. Il periodo covid mi ha portato molti problemi lavorativi lavorando nel settore turistico, e ho avuto anche problemi familiari per cui non ho avuto il suo supporto. Facendoglielo notare con spiccata delusione, ha reagito con rabbia arrivando a danneggiare i miei effetti personali: orologio rotto, alcuni vestiti fatti a brandelli e rimessi nell’armadio. Mi sono resa conto che questo non posso accettarlo. Amo la persona che è ma non il suo modo di gestire il nostro matrimonio è la sua mancanza totale di dialogo sereno. Ho proposto una terapia di coppia a cui si è rifiutato di partecipare, e quindi l’ho fatta da sola. Allontanandomi ulteriormente da lui. Sto quindi per cambiare del tutto la mia vita è le mie abitudini, ora la vedo come una morte ma a lungo spero sia una rinascita, e spero di incontrare una persona che mi sappia stare vicino non solo a modo suo. Ho profondi sensi di colpa è una parte di me vorrebbe soccombere restare dove sta e fare il proprio dovere di moglie nonostante tutto. Ma non ci riesco più dopo questo. Forse sbaglio…. Non lo so
      Rispondi a Bimba Commenta l’articolo

    • Avatar di Anna

      Anna 8 anni fa (8 Febbraio 2017 20:47)

      Ma come avete separato il patrimonio? Senza figli non dovrebbe essere difficile vendere la casa e dividere l'importo. E poi perché in nero? E perché non hai quote dell'attività? Sei sicura di non voler consultare un altro avvocato per avere quello che ti spetta-direi a occhio la metà di tutto?
      Rispondi a Anna Commenta l’articolo

    • Avatar di Michela2

      Michela2 8 anni fa (8 Febbraio 2017 22:33)

      Sì è quello che ho pensato anch'io. Se l'attività è di entrambi dividerete le quote. Se la casa è di entrambi la venderete e dividerete i soldi oppure la compra lui ma da la metà a te oppure la compri tu...Non ho capito a chi è stata assegnata. Chi ci vivrà? Se il fondo è di tua proprietà fatti pagare l'affitto...Io penso che tu debba vivere la tua nuova vita con il tuo nuovo compagno...
      Rispondi a Michela2 Commenta l’articolo

    • Avatar di Sylvi

      Sylvi 8 anni fa (10 Febbraio 2017 15:21)

      La casa in questione è sua , l'ha messa a suo nome dall'inizio con la scusa che io avevo già delle proprietà, e ci siamo sposati in separazione dei beni e di questo ringrazio mio padre che non c'è più ma evidentemente vedeva lontano
      Rispondi a Sylvi Commenta l’articolo

  10. Avatar di Stella

    Stella 3 anni fa (9 Novembre 2021 10:51)

    Ho trovato questo articolo per caso e vorrei condividere la mia esperienza. Mi sento molto Manuela, quasi da poter sovrascrivere la sua vita alla mia. Credevo nel mio matrimonio e ho investito tutta me stessa, ho lasciato lavoro e carriera e mi sono anche trascurata un bel po' (inteso come hobby, passioni e desideri) . In nome dei figli e di un amore che volevo durasse "finchè morte non ci separi". Le cose non sono andate esattamente cosi, le distanze tra me e il mio ex marito si sono fatte via via sempre più ampie al punto tale da non sapere più chi avevo in casa e chi ero io. L'ho tradito anni fa. Cercavo amore senza prima averlo trovato in me stessa. L'altra persona era un narcisista patologico e la sofferenza, quando ho chiuso la storia, è stata immensa. Dopo un lungo periodo di terapia, ho capito che è stato anche il punto di partenza per rimettere me al centro, capire chi sono e cosa volessi. Mi sono rimessa a studiare (e a oltre 40 anni non è stata una passeggiata), ho trovato un buon lavoro e ho capito che avevo dentro un'energia e una determinazione che mi avrebbero portata ovunque. Qualche mese dopo, di comune accordo, io e mio marito abbiamo deciso di separarci. Dopo un periodo di relativa euforia anche io ho cominciato a sentirmi una cacca. La batosta è arrivata quando lui mi ha comunicato di aver trovato una nuova compagna, quando non era nemmeno ancora arrivato l'atto di separazione (o forse l'aveva già da prima ma poco importa, ormai il matrimonio era bello che finito da tanto tempo). Ho provato rabbia, forte rabbia che mi causa ancora qualche problema allo stomaco, tristezza e senso di abbandono. Sono passati pochi mesi da quando lui è uscito di casa e mi sono concessa il lusso di vivere il mio lutto. Ho pianto, l'ho maledetto, mi sono autocommiserata. Poi ho realizzato che era quello che volevamo, darci l'opportunità di rifarci una vita. Sono ancora nella fase del lutto, piango se ne ho bisogno ma sono felice per lui. Non capivo tutta la mia stanchezza, ho sempre amato viaggiare e stare in mezzo alla gente ma sento la necessità, nei we in cui i miei ragazzi sono con il papà, di alzarmi tardi, restare un po' isolata, godermi il silenzio e la mia solitudine. Mi piace la lentezza della domenica e desidero circondarmi di pochi amici che mi vogliono bene in maniera pulita. Faccio lunghe camminate nella natura, ascolto musica e leggo. Mi sono iscritta in piscina e ho preso appuntamento da una nutrizionista per regolare la mia alimentazione (quando sono sola tendo a non mangiare). C'è una leggera bellezza in tutta questa malinconia. Solo ora, leggendo questo articolo, capisco il perchè. Ho bisogno di ricaricare le pile. Essere madre single richiede molte energie, senza quelle che ho devoluto in passato. Sono fiduciosa verso il mio futuro anche se ci sono giornate che sono tutt'altro che semplici. Vorrei solo aggiungere che guardare indietro ci lascia ancorati ad un passato che è andato (nel bene e nel male), che conta solo quello sentiamo e viviamo adesso. Sono entrata a due mani nel mio dolore e si, fa male, ma è un po' come il dolore del parto, finalizzato a qualcosa di bello. Non lo anestetizzo riempiendo ogni buco vuoto, lo lascio fluire. Non ho fretta di rimettermi in gioco sentimentalmente, credo che quando siamo pronti le cose accadano, senza bisogno di forzature. Per ora mi godo questo mio stato, faccio quello che mi fa stare bene con la consapevolezza che il futuro è una pagina bianca che posso scrivere da sola e farci entrare quello che voglio. Buona vita a tutti!
    Rispondi a Stella Commenta l’articolo

  11. Avatar di valentina.maidiremai

    valentina.maidiremai 8 anni fa (9 Marzo 2017 13:27)

    buon giorno, il bello del blog è che spazia in tutte le fasi della vita che può attraversare una donna e quindi in qualsiasi di queste ci si trovi, si può trovare qualche aiuto leggendo quì e là... finalmente separata effettivamente dopo anni di separazione "in casa", superato, attraversato e ri attraversato tutte le fasi, adesso mi trovo di nuovo in difficoltà. Questi ultimi anni accompagnata da un uomo che tu, Ilaria, definiresti "stampella", una relazione sicuramente tossica e lo sapevo con una persona da cui ero dipendente, emozionalmente, sessualmente... mi era necessaria, o almeno mi sembrava. tutt'ora gli voglio ancora bene e lui mi ha lasciato, è tornato dalla propria moglie per ricominciare un rapporto più onesto con lei. Da manuale, vero? Ci sto male, molto, mi manca e siamo nella fase "rimanere amici" anche se non so ancora se e per quanto riusciremo. Mi consolo moltissimo leggendo che tutte le mie paturnie, disperazione, paure, hanno una spiegazione logica e che si può ricominciare da capo, ritrovando sè stesse, ma ho paura e mi sento ancora molto molto fragile
    Rispondi a valentina.maidiremai Commenta l’articolo

    • Avatar di max

      max 8 anni fa (9 Marzo 2017 14:48)

      per il tuo bene, e per la vita che hai davanti, a mio avviso dovresti solo chiudere con lui, che è il passato....tossico.
      Rispondi a max Commenta l’articolo

    • Avatar di Gea

      Gea 8 anni fa (9 Marzo 2017 15:04)

      Esatto, Max! Girare pagina definitivamente é la sola cosa da fare.
      Rispondi a Gea Commenta l’articolo

    • Avatar di Carlotta.c

      Carlotta.c 7 anni fa (14 Febbraio 2018 17:46)

      Non so se questo post è ancora aperto. Mi sono imbattuta in questo articolo e nella tua risposta ho rivisto esattamente la mia storia. Separata finalmente dopo anni di indifferenza e con una storia che un altro uomo ha voluto chiudere, con tanta difficoltà da parte di entrambi (solo amici??!?) per ritornare dalla moglie che non riesce a lasciare. Lo vedo tutti i giorni e mi è difficile essergli indifferente, come hai vissuto quei momenti? Come sei riuscita a gestire il "nuovo" rapporto??? Spero di avere aiuto. Io non ce la faccio più ! Scusate lo sfogo
      Rispondi a Carlotta.c Commenta l’articolo

    • Avatar di Carlotta.c

      Carlotta.c 7 anni fa (14 Febbraio 2018 17:51)

      Praticamente stessa storia..... non riesco a rimanergli amica dopo tutto quello che abbiamo vissuto. Se puoi dammi qualche consiglio su come hai gestito la situazione.
      Rispondi a Carlotta.c Commenta l’articolo

    • Avatar di Carlotta

      Carlotta 7 anni fa (15 Febbraio 2018 7:42)

      Ciao Carlotta.c, perché devi rimanere amica di un uomo che ti ha rifiutato e che ti fa soffrire? Il consiglio è di non averci proprio più a che fare.....
      Rispondi a Carlotta Commenta l’articolo

    • Avatar di Carlotta c.

      Carlotta c. 7 anni fa (21 Febbraio 2018 17:54)

      Ciao, si tu hai ragione, però non è facile la storia è stata importante ancorché nata come "tradimento" da parte di entrambi e, poi lavoriamo assieme quindi è difficile staccarmi da lui!
      Rispondi a Carlotta c. Commenta l’articolo

    • Avatar di Carlotta

      Carlotta 7 anni fa (21 Febbraio 2018 18:21)

      Le cose facili nella vita sono ben poche..Se non riesci a “staccarti” da lui, cercherei di cambiare lavoro.
      Rispondi a Carlotta Commenta l’articolo

  12. Avatar di gae

    gae 7 anni fa (6 Luglio 2017 8:13)

    In realta' l'atto della separazione, per una donna, obbedisce ad un istinto primordiale. Dapprima la femmina, scegliendo il maschio, ne ha dipendenza e, pur di assicurare la discendenza in modo conveniente, ne diviene devota. A prole adulta, quel maschio diviene superfluo e sostituibile. Ovviamente la raffinatezza della psiche umana tende a coprire la vera causa di separazione di matrice ancestrale con motivazioni tanto civili quanto virtuali, con la prova evidente data dalla statistica, pendente assolutamente dalla parte femminile riguardo ai casi di volontà di interruzione del legame affettivo.
    Rispondi a gae Commenta l’articolo

    • Avatar di max

      max 7 anni fa (6 Luglio 2017 15:06)

      Ammappa...qua siamo alla filo-antropologia più estrema...io invece pensavo che in qualche modo centrassero le scie chimiche o i cerchi nel grano!...seriamente, una visione così "elevata" non se po' sentì...sarà che preferisco la fredda cronaca dei fatti..
      Rispondi a max Commenta l’articolo