Questo devi assolutamente saperlo (solo se vuoi cambiare la tua vita)

Rilassati, fai un bel respiro. Prenditi un momento di tranquillità tutto per te e concentrati su questo pensiero: come ti senti quando hai fatto qualcosa che ti piace?

Come ti senti quando hai realizzato qualcosa che desideravi e che ti interessava davvero?

Mi riferisco a qualcosa che accade spesso, anche se forse tu non gli dài l’importanza che merita.

Per esempio: come ti senti dopo aver sperimentato una nuova ricetta alla quale tenevi e ti rendi conto che il piatto che hai cucinato è venuto proprio bene, magari al di là delle tue aspettative?

Che cosa provi quando hai finito un lavoro al quali tenevi tanto?

Quando per esempio hai sistemato le piante di casa come volevi tu?

O quando hai riorganizzato gli spazi in cui vivi nel modo che più ti piace?

O quando sei andato o andata a farti quella bella gita, quel bel trekking, quella bella biciclettata?

O quando ti sei dedicato/a al tuo hobby preferito e hai realizzato quel lavoretto proprio come era tua intenzione?

Io credo che sia utile tenere a mente una cosa davvero importante: noi – noi esseri umani intendo – ci comportiamo nelle piccole cose esattamente come ci comportiamo nelle grandi.

Nelle nostre grandi imprese assumiamo lo stesso atteggiamento che abbiamo nelle piccole cose della nostra vita.

Ci hai mai pensato?

Ora c’è un aspetto davvero importante da considerare se intendi davvero cambiare la tua vita per il meglio, togliere di mezzo quello che non ti piace e metterci quello che ti piace.

Se intendi davvero fare piazza pulita della solitudine e delle relazioni insoddisfacenti e attrarre la persona e la relazione giuste per te.

Questa aspetto importante da considerare è: che cosa tu vuoi per te dalla tua vita.

“Che cosa vuoi per te dalla tua vita?” è un tema centrale nella mia guida gratuita “Come attrarre la persona giusta per te in 11 passi”.

Ed è un tema centrale che propongo ai miei clienti privati di coaching attraverso il percorso di cambiamento personalizzato che  offro loro. Ed è per loro una posizione “rivoluzionaria” che li porta a una vera e propria trasformazione verso quello che loro sono autenticamente. Una “rivoluzione” che diventa spontanea e naturale e che li porta a ottenere ciò che desiderano in modo spontaneo e naturale.

C’è un comportamento comune delle persone con le quali ho a che fare  – soprattutto per lavoro,  ma non solo – che mi colpisce sempre. Un comportamento che hanno ad esempio coloro che vogliono diventare miei clienti, coloro che mi scrivono mail private, i lettori che commentano sul blog.

Tutti credono di avere ben presente qual è il loro problema o quali sono i loro problemi. Tutti parlano in termini di problemi.

Tutti sono convinti che la soluzione per loro sia la soluzione di un problema.

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Ricevo mail che, nell’oggetto hanno frasi come: “Problema”, “Consiglio per un problema” “Aiuto” (e l’aiuto richiesto è per risolvere un “problema”).

Il contenuto delle mail è del tipo: “Ilaria, sono una ragazza giovane e solare, sono anche bella – almeno tutti mi dicono così -. Il fatto è che non riesco a trovare un ragazzo che mi piace davvero. Non che non abbia amici interessanti o non frequenti belle compagnie. Il mio problema è che quando avevo 18 anni ho avuto una brutta delusione amorosa e ora non riesco più a fidarmi. Credimi, sono convinta che senza questo ostacolo di mezzo la mia vita e i miei rapporti con i ragazzi sarebbero davvero molto diversi.”

Oppure:  “Ciao Ilaria, è da tempo che leggo il tuo blog e ti devo ringraziare. Gli spunti che offri sono spesso eccezionali e mi sono spesso molto utili, soprattutto in questo momento di grande cambiamento nella mia vita. Dopo anni di sofferenze indicibili – credimi, non so nemmeno io come abbia fatto a sopportare tutto quello che ho sopportato – mi sono decisa a lasciare mio marito. E di questo sono assolutamente contenta. Sono anche riuscita – lottando con le unghie e con i denti – a trovare un accordo che mi permetta di stare tranquilla economicamente e anche rispetto al rapporto con i nostri figli – che sono la cosa a cui tengo di più – sembra essersi sistemato tutto per il meglio. Il fatto è che proprio non riesco a essere tranquilla con me stessa: vivo in un piccolo paese e i miei genitori mi fanno pesare la separazione e ne soffrono. E per me questo è un problema talmente grande dal togliermi ogni serenità.”

Eppoi, come ben sai, ci sono tanti altri “problemi” dei quali si parla ampiamente anche qui sul blog, nei numerosi commenti e nelle discussioni che si aprono:  “i miei genitori non sono d’accordo sul fatto che lasci casa e questo è un problema che influisce sulla mia vita”, “non guadagno abbastanza”, “lui mi ha ingannata”, “lei mi ha ingannato” etc. etc.

Non voglio dimenticare – e non sia mai! – anche un’altra serie di “problemi” del tipo: “sono troppo giovane”, “sono troppo vecchio/a”, “lui è troppo giovane/troppo vecchio”, “lei è troppo giovane/vecchia”, “le mie amiche sono felicemente sposate”, “le mie infelicemente”, “troppo giovani”, “troppo mamme”…

Lo sai che io ci ironizzo un po’ su questo “atteggiamento mentale”  verso le questioni, perché, spesso, trovare l’aspetto più buffo ed esagerato dei comportamenti delle persone aiuta a riportare i “problemi” alla loro giusta dimensione, che non è mai grande come sembra, spesso è molto più piccola.

E infatti nel percorso di coaching che i miei clienti fanno con me di ironia e di senso dell’umorismo ne trovano molto…

Oltre all’ironia devi sapere che un certo approccio “problematico” ai “problemi” mi tocca da vicino, perché lo conosco molto bene per averlo “frequentato” assiduamente in passato.

So bene che cosa significa vedere molti ostacoli davanti a sé. So bene qual è la sensazione che si prova quando sembra che la propria vita sia “bloccata” da una situazione critica che non si “sblocca”. So bene come ci si senta “prigionieri” di determinate situazioni.

E, con il tempo e attraverso il mio percorso di crescita e di cambiamento, ho anche imparato a sbloccarmi, a trovare l’uscita dal labirinto, dai pensieri “bloccanti” e da una vita “bloccata”.

E’ per questo che applico quello che è stato utile per me nel lavoro con i miei clienti, mettendolo a loro disposizione in un modo che sia utile per quelle che sono le loro particolari necessità personali.

Sai da dove io faccio iniziare ai miei clienti quel rivoluzionario percorso di cambiamento che li porta inevitabilmente (e in modo spontaneo e naturale) a ottenere quello che vogliono?

Lo faccio iniziare dalla domanda: “Che cosa vuoi per te? Che cosa vuoi ottenere con il mio aiuto?”

Ora, fai un altro bel respiro e se anche tu vuoi incominciare il percorso che ti porta a ottenere quello che vuoi in modo spontaneo e naturale, rispondi alla domanda:

“Che cosa vuoi per te? Che cosa vuoi ottenere con il mio aiuto?”

Lasciami domande, richieste e commenti qui sotto.

Cordialmente

Ilaria

 

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220 Commenti

  1. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 13 anni fa (4 Ottobre 2011 12:01)

    @ Aliyah: non ti lasci assolutamente andare? E se non ti lasci andare, dove vuoi andare? :) Scusa la precisazione, dai dati che dài, lui di anni meno di te ne ha 11, non 12 e se dobbiamo fare i contabili dobbiamo essere precisi :). Mi sembra di capire da quello che scrivi che il fatto che ha undici anni meno di te per te sia un problema. In che modo?
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  2. Avatar di Riccardo Levi

    Riccardo Levi 13 anni fa (4 Ottobre 2011 12:03)

    @ Aliyah "veramente è proprio il saper considerare chi si ha di fronte come una persona degna di attenzioni e di premure!". Strano, io sono così (a parte il fatto di non fare sceneggiate alla napoletana, essendo io poco estroverso) e non ha mai funzionato. Gli altri si comportavano come ho detto io (considerando l'altra persona come un oggetto) e sono stati sempre visti come uomini perfetti. Per il resto, vedi la mia risposta ad Eleonora.
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  3. Avatar di Bice

    Bice 13 anni fa (4 Ottobre 2011 12:12)

    @ Ric... che palle! Non bisogna insistere semplicemente, ma mostrare vero interessamento... dare all'altra persona quello che si aspetta e di cui ha bisogno per essere rassicurata sulle intenzioni e sul fatto di piacere. Se poi una ti dice di no, è perché non le piaci. E basta. Che tu insista o meno, non le piaci!!! Dirà di sì a uomini che le piacciono (condizione indispensabile) e che si sono dimostrati sufficientemente interessati, che l'hanno trattata come lei ritiene adeguato. Questo nella media. Ti pare così insensato? A una donna piace vedere l'uomo che ha il coraggio di rischiare un rifiuto e ti invita a uscire. Un atto di coraggio per la sua bella! WOW, è così romantico!!! :-) Mi spiego? Non sono solo gesti plateali, inutili, formali... Ho incontrato uomini molto affascinanti in questo senso, persone che ci sanno davvero fare con le donne, di quelle che ti fanno sentire miss universo... che pensano prima al ristorante, ti vengono a prendere e ti portano nel posto intimo dove poter parlare (non al cinema o ad un concerto la prima volta! ammenoché non ci sia tempo per parlare prima e dopo). Quelli che si informano sui tuoi gusti in fatto di cibo, che tengono il volume della radio basso, che non ti interrompono mentre parli e non parlano solo di sé stessi, che si ricordano quello che dici e ti chiedono di quella cosa che gli hai detto. Uomini che scelgono il vino e chiamano il cameriere al posto tuo. Galanti. E poi pagano il conto, almeno la prima volta... Ecco, a me e alla gran parte delle mie amiche piace così, l'uomo. Ecco l'uomo che ci sa fare. Non è detto che poi si mantenga così, ma certo si presenta bene. A volte può essere una fregatura, ma molte altre è un uomo interessato, intelligente e sensibile! Oh, che piacere uscire con certe persone... anche se dopo non funziona. Ma trattano una donna come una persona. E' questo che conquista, che piace! Invece sono uscita anche con uomini che vagavano 1 ora in cerca di un ristorante, che sceglievano il primo che capitava, che mangiavano 3 volte me e poi mi chiedevano la metà dei soldi... uomini con la radio a tutto volume o sempre al telefono... uomini che parlavano solo di sé stessi o di tutte le loro sfighe amorose... uomini che al primo appuntamento ti dicono che ti vogliono sposare (neanche mi conosci, ti vuoi solo accasare?) o che ti parlano della loro madre... (eh, mi sto togliendo qualche sassolino dalle scarpe)... ecco, questi non ci sanno fare. (donne del blog, vi ritrovate?). Ed è al tempo stesso vero anche che se poi una donna è insicura e in cerca di conferme e attenzioni, dirà invece di sì molto più facilmente e a molti più uomini... anche quando le piaceranno così così. Privilegando il piacere di avere un corteggiatore. Ma ci sono anche quelle che tengono gli uomini nel limbo perché non vogliono perdere il corteggiatore, ma neanche vogliono una cosa seria. E ci sono quelle che ti tengono nel limbo perché non sanno come dirti di no...
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  4. Avatar di Bice

    Bice 13 anni fa (4 Ottobre 2011 12:12)

    Insomma, i meccanismi sono vari e ciascuno di noi è diverso dagli altri. Ma si possono individuare tendenze comportamentali, che dipendono dalla cultura, dal tipo piscologico, dalla natura di ciascuno di noi. E ognuno ha i suoi confini mentali sul cosa è lecito o meno, stalking o meno, violenza o meno, corteggiamento o insistenza... dipendono dall'ambiente in cui vivi, dalla cultura, dalla sensibilità... Poi esistono leggi che regolamentano quello che in realtà è sfumato e diverso per ciascuno di noi. In linea di massimo dovrebbero ispirarsi al comune sentire, alla maggioranza, al rispetto reciproco... siamo in un paese democratico... bla bla bla... Il mondo è vario e tutto è relativo, in movimento, esistono le sfumature. Bisogna farsene una ragione, fare esperienza e allargare gli orizzonti. E' altrettanto vero che per mettere un po' d'ordine e permettere di comunicare in questa babele, esiste quale regola di corteggiamento. Io non rifiuto mai, a nessuno, due chiacchiere e un caffè/aperitivo... che per me sono un atto di cortesia e un incontrare le persone al di là di qualunque interesse sessuale o sentimentale (ma ci sono uomini per cui quella mia accettazione diventa una promessa, forse perché ci sperano tanto). Qualcuno, dopo quello, passa all'invito a cena o simile. Se mi piace dico di sì, se non mi piace dico di no. E non gli servirebbe a nulla insistere. Non credo affatto che chi insiste la vinca. Ma certo se un uomo mi invita a prendere un caffè e poi si aspetta un passo da parte mia... ammenoché non mi piaccia davvero tanto da perderci la testa dopo un solo caffè... sta fresco! Al massimo posso farmi sentire, ma poi tocca a lui l'invito. Perché? Perché funziona (ancora, in linea di massima) così... è il rito del corteggiamento che tutti conosciamo e a cui ci adattiamo, un minimo di "regole" non scritte che ti orienta nel capire le intenzioni altrui. L'invito a cena, poi, non è una promessa di matrimonio... sia chiaro. Ma insomma, ci sono dei passi, tradizionalmente suddivisi tra i due sessi, che si compiono. E funziona per milioni di persone. Si può anche decidere di non stare a queste regole, tenendo conto però che facilmente si verrà fraintesi o si lascerà nell'altro in un dubbio troppo grande e bloccante. Questo però è il "non saperci fare". E' una scelta, che si "paga" con uno scotto. Se non sai comunicare secondo le regole della comunicazione farai fatica ad essere capito! Non ti vanno giù? Accetta lo scotto e smetti di lagnarti. Mi sa però che per molti altri tutto funziona a meraviglia così com'è... Poi nei secoli è vero che le cose un poco cambiano... comincia uno, poi due, poi tre... Puoi decidere di essere l'innovatore e immolarti alla causa, ma... sentiamo: come dovrebbe avvenire secondo te questa fase di corteggiamento?
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  5. Avatar di Riccardo Levi

    Riccardo Levi 13 anni fa (4 Ottobre 2011 12:28)

    @ Aliyah "veramente è proprio il saper considerare chi si ha di fronte come una persona degna di attenzioni e di premure! " 1) ? 2) ?!? 3) ?????
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  6. Avatar di Rosita

    Rosita 13 anni fa (4 Ottobre 2011 12:33)

    Ilaria, il ragazzo che mi ha deluso ha dieci anni meno di me, io 39 lui 29 anni, per me non è stato un problema, invece per le persone che mi circondano, è stata una follia, come ho potuto pensare di avere una storia con uno piccolo di me? Quindì se sto soffrendo in questo momento secondo la mia famiglia, i miei amici è colpa mia, perchè l'ho voluto io....trascurando la differenza di età....Quindì sono da condannare....per cui in questo momento devo far finta che tutto va bene, perchè altrimenti giù con il loro moralismi, mi sto sfogando con te in questo momento.... Aliyah forse è condizionata dai pregiudizi che provengono dall'esterno, una persona può avere anche 50 anni ed essere immatura e persone che hanno 27 essere mature, quindì l'età non conta.....
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  7. Avatar di Riccardo Levi

    Riccardo Levi 13 anni fa (4 Ottobre 2011 12:52)

    @ Rosita Puoi rimediare. Personalmente posso vantarmi di non aver mai deluso nessuna. Difatti non me ne hanno mai dato la possibilità. :))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))
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  8. Avatar di Riccardo Levi

    Riccardo Levi 13 anni fa (4 Ottobre 2011 12:58)

    @ Bice Ripeto, per me insistere è sinonimo di maleducazione. Io mi faccio conoscere prima di chiedere, non dopo. Difatti non sono mai andato a rompere i co...oni a persone che incorciavo per strada o visti per una volta da qualche parte. Io disturbavo solo persone che vedevo spesso.
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  9. Avatar di Bice

    Bice 13 anni fa (4 Ottobre 2011 12:59)

    Una mia cara amica ha avuto una storia importante e duratura con un ragazzo più giovane. Ora sta per sposarsi con quello che ritiene essere l'uomo della sua vita. E anche lui ha 7 anni meno di lei (lei quasi 40, lui poco più di 30). Conosco anche coppie sposate da molto tempo con differenze d'età in questo senso. Se non è un problema per la coppia, che non lo sente come problema, non vedo gli altri cosa ne possano dire e come possano influenzare...
    Rispondi a Bice Commenta l’articolo

  10. Avatar di Erick

    Erick 13 anni fa (4 Ottobre 2011 13:09)

    @ Riccardo: mi sembri molto sfiduciato verso il genere femminile. Io non lo sono meno di te, ma non è giusto dare sempre la colpa a loro (o tantomeno a noi stessi). D'accordo, sappiamo che moltissime amano le cose complicate (quelle troppo semplici sono considerate banali e noiose o scontate) e così spesso fanno autogol complicandosi la vita da sole, ma se ne hanno la consapevolezza c'è poco da piangerci sopra. Secondo me molte volte il problema è che conosciamo persone che non sono in sintonia con noi. Nessuno è giusto o sbagliato, è questione di chimica e di affinità. Evidentemente a te e a me sono capitate tante situazioni sfavorevoli, ma non per questo siamo sbagliati noi. Riguardo a leggere altre documentazioni, certo, molto volentieri che diamine !
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  11. Avatar di Erick

    Erick 13 anni fa (4 Ottobre 2011 13:09)

    @Bice: incredibile la comunanza con molte cose che hai scritto ! Evidentemente ci sono accadute delle situazioni molto simili e ci abbiamo lavorato duramente perche bisogna reagire. Io, più passa il tempo (e di anni ne ho 46 suonati) e più mi rendo conto che posso contare solo ed esclusivamente su me stesso. Forse questo mi dà la forza. Non sempre è facile, ma quando le cose non vanno come vorresti (e sai che magari non ne hai colpa nella totalità), devi "irrobustirti". L'importante è non essere prevenuti e accogliere quando c'è da accorgliere, viceversa se non ne vale la pena. Ecco, magari quando uno riesce a valutare attentamente questi aspetti, già è molto avanti.
    Rispondi a Erick Commenta l’articolo

  12. Avatar di Riccardo Levi

    Riccardo Levi 13 anni fa (4 Ottobre 2011 14:01)

    @ Bice Dimenticavo: ristorante? cameriere? vino? Mi sembrerebbe di aver a che fare con una escort. No grazie. Preferisco una poveraccia come me. Pizzeria, birra, chiacchiere in santa pace, qualche battuta. Come vedi, roba da miserabili.
    Rispondi a Riccardo Levi Commenta l’articolo

  13. Avatar di Annamaria

    Annamaria 13 anni fa (4 Ottobre 2011 14:24)

    Bice .Nella descrizione del tuo percorso di cambiamento scrivi..."Fino al giorno in cui mi sono svegliata diversa e ho saputo (non capito, saputo) che strada prendere. La mia strada...." cosa intendi per Saputo e non Capito ??? ho notato che lo hai evidenziato come se ci fosse notevole diffirenza
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  14. Avatar di Aliyah

    Aliyah 13 anni fa (4 Ottobre 2011 14:40)

    Ilaria, ahahahahah mi hai fatto morire!!! Undici e non dodici!! Manco i conti so fare! :D Comunque, sì, gli undici anni sono un problema, un *danger* luminoso che si mette tra me e lui. Premetto che non è una storia nè avviata nè, appunto, da avviare, ma una forte simpatia e attrazione. Però penso che il suo essere venticinquenne sia bellissimo ora, adesso, che anche io sono "giovane" o sembro tale. Però l'idea di una persona così distante da me in materia di esperienze di vita (anche se è matura sotto vari aspetti e mentalità) mi frena da morire. io a volte penso "ma sì, viviamocela!", senza pensare che possa scattare chissà che, ma anche solo per viverla, appunto. Ma poi so che il coinvolgimento per me sarebbe straziante.
    Rispondi a Aliyah Commenta l’articolo

  15. Avatar di Bice

    Bice 13 anni fa (4 Ottobre 2011 15:00)

    @ Ric: stai scherzando vero? Cioè... fai il finto tonto, no? @ Annamaria: beh, è che il "capire" presuppone un ragionamento razionale. Invece il mio è stato più un "sentire", però neanche "sentire" va bene del tutto, perché in realtà così sembra una cosa irrazionale, frutto solo del cuore.... Invece "sapere" comprende l'esperienza. E mi sa di convinzione, di saggezza, di punto d'arrivo importante, di illuminazione spirituale. Quante arie che mi do :-D
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  16. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 13 anni fa (4 Ottobre 2011 15:02)

    @ Aliyah: penso che vi sia da distinguere tra quelle che sono le tue pre-occupazioni, cioè il timore preventivo che un (eventuale) coinvolgimento sarebbe straziante e il fatto che questo ragazzo è più giovane. Un altro discorso ancora è poi quello che tu pensi significhi "essere distante da me in materia di esperienze di vita".... Ma ciascuno di noi non è per forza "distante" o meglio diverso per esperienze di vita e sensibilità da tutti gli altri? E la relazione non è proprio l'avvicinarsi di queste distanze? Insomma, è l'età la questione "oggettiva" o ce ne sono altre di soggettive che prendono per scusa l'età? :)
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo

  17. Avatar di Gio

    Gio 13 anni fa (4 Ottobre 2011 15:38)

    Vorrei l'amore, quello con la A maiuscola...non attaccamento, non bisogno, non dipendenza, semplicemente un sentimento puro, forte, spontaneo, vivo e da vivere. Esiste questa cosa qui o è un'utopia?
    Rispondi a Gio Commenta l’articolo

  18. Avatar di Bice

    Bice 13 anni fa (4 Ottobre 2011 16:10)

    @ Gio: io credo che esista la possibilità di amare senza condizionamenti e senza che sia solo bisogno, attaccamento, dipendenza. Anche se in una certa percentuale nell'amore ci sono bisogno, attaccamento, dipendenza. E' questione di misura ed equilibrio secondo me. Ed è qualcosa che si raggiunge con gli anni. Ci sono coppie che fanno questo percorso insieme, cioè aiutandosi l'un l'altro a farlo singolarmente (sto pensando ai miei genitori), altre che si lasciano, fanno questo percorso individualmente e poi vivono, singolarmente, amori più maturi. Altri che non ci arrivano mai e fanno confusione per tutta la vita. Per arrivarci credo che invece di cercare l'amore si debba cercare la propria indipendenza. Fatto quello, l'amore pure arriva da sé, nel senso che si innesca una sorta elezione naturale, mentre contemporaneamente attiri persone col tuo livello di indipendenza, sicurezza e libertà. Perciò la mia opinione è: non volere/cercare l'amore, ma la tua indipendenza spirituale. Da tutto, comprese certe parti di te. Cerca la tua sicurezza, il tuo centro, la tua felicità. Per stare davvero in coppia bisogna saper stare da soli. A quel punto cadono anche le paure, i limiti che da soli ci poniamo. E il bisogno di amore non è più qualcosa che precede, che innesca la ricerca, ma se mai qualcosa che subentra dopo. E poi... per l'amore che vuoi tu, prima di tutto bisogna amare così...
    Rispondi a Bice Commenta l’articolo

  19. Avatar di Gio

    Gio 13 anni fa (4 Ottobre 2011 17:09)

    Bice hai centrato il fulcro della questione, nelle ultime righe soprattutto..indipendenza da certe parti di me, si perchè sono proprio quelle a volte che mi condizionano nei comportamenti. Credo di appartenere, per ora, alla terza delle "categorie" di cui parli, faccio confusione, sempre. In realtà credo di temere un pò relazioni stabili proprio perchè come dici tu non ho raggiunto la piena consapevolezza e ho dei preconcetti verso le storie durature...nella mia testa vuol dire noia e quindi mi trovo sempre a vivere storie senza futuro, con persone che mi galvanizzano ma che poi ovviamente sono molto lontane dall'essere la persona giusta per me. Mi sento di essere cresciuta molto interiormente ma questa crescita faccio fatica a farla entrare nella vita pratica, sono sempre in conflitto con me stessa perchè pur coltivando una grande interiorità questa "cozza" con la mia sete di emozioni e di cose che di spirituale hanno poco, ma forse dovrei solo imparare ad accettare il fatto di essere un essere umano, con le sue contraddizioni e le sue sfaccettature. E forse potrebbe essere anche un pregio invece che un difetto... grazie :-)
    Rispondi a Gio Commenta l’articolo

  20. Avatar di Riccardo Levi

    Riccardo Levi 13 anni fa (4 Ottobre 2011 17:43)

    Mi stavo chiedendo: quante realtà esistono, nella realtà di questo mondo?
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