Tu pretendi sempre il meglio per te?

Se vuoi attrarre la persona e la relazione giuste per te devi avere una attenzione maniacale per la qualità della tua vita. Devi dare il meglio. Ma lo devi fare per te e nei tuoi confronti. E senza sforzo né fatica.

Dell’importanza della cura di te, delle tue emozioni, della tua vita ne parlo ampiamente anche nella mia guida gratuita “Come attrarre la persona giusta per te in 11 passi”, che hanno già scaricato e letto in migliaia di persone. Scaricala anche tu adesso.

Oggi, voglio affrontare il tema da un punto di vista insolito e quindi preparati a cambiare visione, prospettiva e posizione personale.

Siamo alla fine di un anno e all’inizio di un altro. Ogni conclusione e ogni nuovo inizio per l’essere umano, hanno un profondo valore simbolico. E la fine di un anno è particolarmente carica di questo significato.

Tanto più che molti di noi – uomini contemporanei – siamo legati a una mentalità “aziendale” e “professionale” per la quale alla fine dell’anno si fanno i bilanci e, in vista  dell’inizio, si stendono gli obiettivi.

Per cui molti, influenzati dai mass media e da una cultura che sta diventando “dominante” portano questo modello di tipo “aziendale” e “produttivo” anche nella loro vita privata (e sentimentale).

Tutti parlano di obiettivi, di come fare per raggiungerli; c’è chi invita a stendere la lista degli obiettivi per i prossimi dodici mesi. E a definirli per filo e per segno.

Chi non è così “scientifico” nel proprio approccio non li chiama obiettivi, ma in modo un po’ più spiccio “buoni propositi” (confesso che il termine “buoni propositi” mi suscita sensazioni un po’ fastidiose: sembra che contenga in sé già l’idea del fallimento e dell’inedeguatezza; ha il sapore di collegio o di scuola religiosa, dove i “buoni propositi” stanno a fianco dei “fioretti”…).

E, insieme agli obiettivi e ai buoni propositi, si dà anche un’occhiata all’oroscopo. Chissà mai che da lì vengano delle buone idee per la direzione da dare alla propria vita…

Nell’ambiente della crescita e dello sviluppo personale, a fine anno, è un atteggiamento diffusissimo quasi “obbligatorio”, da parte di coach e formatori, quello di occuparsi degli obiettivi dei clienti e di spingere le persone a riflettere e a impegnarsi sui risultati da ottenere nel nuovo anno.

Ci sono dei coach, in America, che si offrono addirittura di fare da “segretari” ai propri clienti: spiegano come si stendono dei “buoni obiettivi” per l’anno a venire, invitano le persone a compilare la lista e poi a inviarla a loro. Il coach in questione la conserverà per un anno intero. A fine anno la restituirà al cliente e lo spingerà a verificare se davvero ha raggiunto ciò che si era prefisso…

Mica male, eh?  Non viene specificata la punizione riservata al cliente che alla fine dell’anno avrà mancato qualcuno degli obiettivi. Sarà solo morale o anche materiale/corporale? :)

Sul sito di un coach americano ho addirittura  visto il modulo per scrivere i 101 (101 !!!) obiettivi che si desiderano raggiungere per il nuovo anno.

La domanda che mi sorge spontanea in casi come questi è: “dovendo io vivere su questa terra ancora per almeno 90 anni, a botte di 101 obiettivi all’anno, che cosa mai mi dovrò inventare già tra cinque/sei anni? Mi rimarrà del tempo libero per godermi l’esistenza?” :D

Non dico che parlare di obiettivi non sia utile, anzi.

Anch’io mi occupo di coaching e di formazione personale e so bene quanto è importante definire in modo ottimale i propri obiettivi e, soprattutto, un piano di azioni per raggiungerli.

Gli obiettivi (se identificati e definiti davvero nel modo più adatto alla persona) rappresentano una meta importante dell’esistenza, tracciano una via, segnano la rotta da seguire e indicano la direzione verso la quale muoversi e le modalità giuste per agire.

Permettono di non disperdersi e di non perdersi.

Per questo anch’io, con i miei clienti personali, dedico tempo ed energie agli obiettivi.

In questo momento voglio andare oltre e portare la tua attenzione su qualcosa di più profondo e utile per te.

Sono infatti convinta che c’è qualcosa di ben più importante del bisogno di stendere i tuoi obiettivi al meglio, per filo e per segno.

Desideri il rapporto della tua vita e vuoi scoprire il modo giusto per far innamorare un uomo e costruire con lui una relazione sana, serena e che duri nel tempo? Ecco il precorso che ti guida passo passo nella realizzazione di una vita di coppia sana e appagante, dal primo incontro fino alla convivenza

Ed è usare quella medesima energia, intelligenza e consapevolezza per realizzare momento per momento e a partire da subito la vita perfetta per te.

E’ per questo che ho intitolato questo post: “Tu pretendi sempre il meglio per te?”

Ora mi spiego.

Sono certa che sono moltissimi in momenti della tua vita in cui tu dài il meglio: ti impegni sul lavoro, ti dài da fare se devi incontrare un cliente, ti prepari per bene per la riunione importante; lo stesso nei rapporti con la tua famiglia o i tuoi amici: vuoi che i tuoi genitori ti apprezzino e che i tuoi amici ti giudichino simpatico/a e affidabile. E allora, anche in questi casi, ti impegni. Se inviti qualcuno a cena, cucini al meglio…

Vai in palestra e lavori, fatichi e sudi.

Non ne parliamo se si tratta di uscire con un partner potenziale: ti metti giù da gara e immagini ogni possibile scenario con l’idea di fare bella figura. Fai di tutto per compiacerlo/a e accontentarlo/a e per fare colpo.

Se ti poni degli obiettivi,  fai dei “buoni propositi” o prendi degli impegni fai di tutto per raggiungerli o per onorarli.

Insomma ti impegni e ti dài da fare. Ti dài da fare e ti impegni.

Per essere in forma, per perdere peso, per diventare più attraente. Per essere più competente e preparato/a. Per fatturare di più. Per capire gli altri. Per essere gentile e simpatico/a.

Insomma, uno stress senza fine che, tra l’altro, è la ragione per la quale si commettono errori, si è insoddisfatti di se stessi e si mancano i mitici obiettivi…

Dunque: ti sbatti tanto per una serie di ragioni e di motivazioni esterne. E per la tua vita quotidiana, il tuo piacere, le tue emozioni più intime e importanti che cosa fai?

In questo campo lo pretendi il meglio per te? Ti accontenti? O, peggio, ti prendi solo gli scarti?

E se per il nuovo anno tu ti ponessi come solo e unico obiettivo e buon proposito quello di compiere azioni concrete per rendere reale il tuo stare bene in ogni istante?

Sono convinta che se la tua priorità assoluta diventasse proprio quella di realizzare nel concreto il meglio per te nella tua vita istante per istante, avresti subito e facilmente risultati eccellenti in ogni ambito, dal lavoro alla famiglia.

E soprattutto non avresti problemi ad essere genuinamente attraente, in particolare per la persona giusta per te.

Per questo nuovo anno decidi di prenderti il meglio per te.

Lasciami i tuoi commenti con la tua opinione.

Con i miei migliori auguri per un anno al meglio!

Cordialmente

Ilaria

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87 Commenti

  1. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (7 Gennaio 2011 0:15)

    @ Amina. Concordo su alcune cose che scrivi. Non concordo su altre e sono la gran parte. Non concordo perché a volte sembri vivere in un mondo ideale, nel quale tutti facciamo la cosa giusta per tutti, siamo razionali, coerenti, leali o... o non valiamo niente. O siamo da scansare. Molto di ciò che scrivi è frutto di cose che hai sentito dire, raccontare dalle amiche, parole. I fatti sono un'altra cosa. Le interpretazioni possibili poi... tante. Ognuno fa quel che riesce a fare, ed è imperfetto in un mondo imperfetto. Avere ideali troppo alti può portare a raccontarsela... spesso e volentieri. Poi i nodi vengono al pettine, spesso e volentieri. Quando valutiamo una vita possiamo dare un giudizio positivo di certe scelte su cui altri lo darebbero negativo. Come il restare insieme per i figli, di cui ci è capitato di parlare. Ma capisco il tuo punto di vista, che è quello di una compagna ufficiale. Che vuoi che ti dica? Le cose che dici le ho sentite dire mille volte... poi ho visto le persone cambiare idea e stravolgere le loro vite e i loro principi. Perché si cambia, si cresce e la vita non è fatta di luoghi comuni. Vedi, il fatto che si resti in un matrimonio non sempre è sinonimo di amore. Né l'amante è sinonimo di riserva. A volte sarà così, a volte no. Forse per capire appieno cosa succede nella mente di chi tradisce bisogna avere tradito. Allora si ha una comprensione diversa della cose. Tutti noi, prima di tradire la prima volta, non abbiamo mai tradito. Anche io dicevo MAI. E dicevo pure SEMPRE. E invece... . Quello che ti contesto e che mi punge sul vivo, ogni volta che leggo ciò che scrivi, è il tuo assolutismo, la tua rigidità, la tua cieca fede in certi principi. La vita non è fatta così, neanche se ce lo raccontiamo e ce lo raccontiamo e ce lo raccontiamo. E prima o poi, se abbiamo il coraggio di vivere, ci scontriamo con la vita. E con gli altri, che non sono perfetti come - ma lo scopriamo poi - non lo siamo noi. Io penso che il tuo atteggiamento mentale, nel quale rivedo qualcosa di me stessa, sia... pericoloso. Per quel che mi riguarda, oggi faccio meglio di ieri. E questo mi basta.
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  2. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (7 Gennaio 2011 1:26)

    Come scrissi tempo fa, la persona che preferisce rimanere da sola è quella che non ha nessuna difficoltà a trovare le persone giuste. Ne trova quante e quando vuole. Chi invece ha questa difficoltà, vedi il sottoscritto, preferirebbe trovare una compagnia. Ciò premesso, è evidente che la mia esperienza sia molto scarsa, quindi mi tiro fuori da questo dibattito del quale non capisco nulla e contributi profondi e utili potrebbero essere apportati solo da un altro tipo di uomo, quello generalmente più diffuso. DIstinti saluti.
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  3. Avatar di nico

    nico 14 anni fa (7 Gennaio 2011 12:12)

    amina, ancora una volta ti ringrazio per le tue parole, le apprezzo e le condivido in toto e la loro valenza è esaustiva. aggiungerei solo una cosa, forse, giusto per portare una mia esperienza personale: strano però che difficilmente un uomo lasci una moglie, anche se non si depila con regolarità. strano anche che quelle stesse mogli o fidanzate SEMPRE trascurate e non sempre al top (il quotidiano prende, soprattutto quando non è condiviso alla pari) diventino spessissimo oggetto di desiderio di altri uomini sposati e non, anche molto più giovani e con accanto donne superlativamente impegnate ad apparire sempre geishe. di quelle donne-mogli, che sembrano quasi una categoria a parte, quegli uomini (e quei giovani uomini) apprezzano la concretezza, la sensualità non ostentata ma reale e che emana profumo di vero e autentico. non sono amate e desiderate solo le donne giovani belle e sempre disponibili. il capello fuori posto, l'abbigliamento non curatissimo, l'aria volutamente casereccia e via discorrendo hanno un bellissimo fascino che io, per esempio, ho sempre coltivato e con grandi successi e di proposito, ostentandolo con una naturalezza che ha sempre fatto stragi. ma la più grande delle passioni clandestine che ho suscitato ha avuto inizio dal vedermi impastarmi il pane in cucina. solo che io sono fedele e questo flirtare mi toglie il senso di me stessa e della mia vera natura non per chissà quali imposizioni, ma perchè lo sento. perchè sono nata sincera e mi annoio a mentire e a tenere in piedi storie e storielle di 'feeling', messaggi e telefonate con gente che non sa essere coraggiosa e sincera neanche con se stessa. e continua a barcamenarsi tra la donna che continua a tenere accanto (dicendo SEMPRE all'altra che la moglie non lo capisce, ecc...) e le altre diecimila che vanno in giro con tutti i canali ricettivi aperti, non necessariamente in minigonna, certo. ancora un briciolo della mia vita personale, stamattina mi sento in vena di confidenze: io sono stata per 20 anni una beauty consultant di importantissime e conosciutissime case cosmetiche. inoltre sono visagista e ho sempre lavorato con grande successo: la bellezza è il mio mestiere insomma, quindi so esattamente come valorizzare qualsiasi donna e me stessa in primis, ovvio. ebbene, regola fondamentale del presentarsi e agire in pubblico è la moderazione e la discrezione in abbigliamento, trucco e modi di rapportarsi con gli uomini. questo per dare al cliente (uomo o donna), una sensazione di raffinata neutralità che fa sì che ti ascolti, e non che sia attratto dalla scollatura o dalla disponibilità al flirt che si legge in faccia a tantissime donne, anche tramite il linguaggio non verbale. che però ne fanno una sorta di plusvalore rispetto alle cretine che invece portano avanti con serietà e impegno e coraggio una relazione dove magari il loro uomo si dimentica pure il colore dei loro occhi...niente, solo uno sfogo a ruota libera, non vuole dire niente di particolare, ma solo portare una voce fuori dal coro. ah, e comunque le donne non lasciano o tradiscono il loro uomo perchè comincia a mettere pancia o ha gli occhiali da presbite o si addormenta come un pachiderma...mi chiedo il perchè, amina, vuoi dirmi qualche parola illuminante?
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  4. Avatar di FrancescaChiara

    FrancescaChiara 14 anni fa (7 Gennaio 2011 13:47)

    @ Bice: ci sonooooooooooooo! e grazie mille dell'abbraccio silenzioso, non esagero dicendoti che l'ho proprio goduto fino in fondo. Ora sono rigenerata, ho le idee chiare di nuovo e sono molto tranquilla. Oserei quasi dire che sono felice....cavalco l'onda finche' dura. Dunque dunque...ho letto molto velocemente tutti i commenti e ho qualche rudimento di pensiero che ti butto li'. A differenza di Amina che ha centrato tutto i suoi commenti in risposta ai tuoi sul perfezionismo che ha origine nell'educazione famigliare ricevuta, io sono di parare diverso. Ovvero, io credo che il tuo cercare di stare lontana dall'amore (bada bene: non dall'innamoramento) sia poco legato alla tua idea di perfezionismo rigido e boicottatore, quanto alla paura dell'abbandono. A questo terrore di rivivere l'esperienza di essere totalmente IN un sentimento e poi ritrovarti senza. La paura grossa e', secondo me, perdere il controllo: quella tua capacita' di tenere tutto in mano, di "controllare". Se ami Bice...non sei piu' davvero indipendente: non in questo bellissimo modo in cui hai imparato ad essere tu (che mi ricorda molto il mio, in un certo senso). Sei consapevole che amare ti butterebbe in un marasma. Perche' l'innamoramento e' un'emozione da cavalcare come un'onda: effimera, a tempo determinato. Non fa paura. L'amore e' ben diverso, e' un passo lungo come la vita. E' andare in montagna arrampicando senza assiurazione: e' un'esperienza che senti nella pancia e sai che puoi sfracellarti, ma....continui a salire. La vetta, credo, si possa raggiungere: arrivare fin lassu' e' un'esperienza unica. La contraddizione e' che amare significa essere in due e se questo a te va benissimo nei momenti che senti tu, nelle cose che condividete...secondo me non ti va bene per quella parte irrazionale che non e' in te ma che risiede nell'altra persona. In fin dei conti amare, per quanto si rimanga sempre noi stessi e si continui a coltivare noi stessi, significa mettersi nelle mani di un'altra persona. Questo e' il passo piu' difficile. E guarda che non c'entra una minchia fritta (posso scrivere parolacce Ilaria???) la fiducia nell'altra persona!!!! serve, ma non e' fondamentale. Il problema e' la fiducia in te stessa, nella tua forza sempre abituata ad essere concentrata su te stessa, che pero' non si esaurisce se ami. Il timone rimane in mano a te, ma se la tempesta e' violenta sai che non ti serve a niente averlo in mano...puoi affondare in un attimo. Ecco, e' qui che scatta la fiducia in te: devi sentire che hai la capacita' di riemergere, di non morire se sei abbandonata. Se riesci a sentire questo con chiarezza....l'amore potrebbe diventare una nuova dimensione da esplorare per te. Senza regole, senza patti, senza contratti: come lo senti, come viene, come ti lega all'altra persona. Non so...ti "sento" cosi'. . Sulla figura dell'amante devo dire che mi trovo d'accordo con te. . @ Amina: l'uomo che mette su una storia parallela, come dici tu, non e' detto che pecchi di superficialita'. Ovvero: io sono d'accordo con te, penso cioe' che ognuno debba risolversi i propri problemi senza "distribuirsi" troppo in giro; soprattutto, in una relazione, penso anche io che ci si dia ad UNA persona. Ma al contrario di te, no credo che siamo tutti uguali. Non giudico l'uomo che ha una o piu' amanti necessariamente come uno che sfugge ai suoi problemi. Forse nella maggioranza dei casi e' cosi'. Ma penso anche che la monogamia non sia da tutti. Credo che ci siano uomini che non hanno mogli vipere da cui vigliaccamente scappare rifugiandosi dall'amante di turno. Penso invece che ci siano uomini che abbiano una compagna stabile = la loro migliore amica, la madre dei loro figli; e poi abbiano tutta una serie di intese (a livelli diversi anche) con altre donne. La differenza e' che pochi ammettono di essere cosi' a cielo aperto; quelli che non lo fanno, pero', credo che abbiano mogli/compagne che sanno e capiscono. Gli uomini invece da cui rifuggo sempre sono quelli che hanno la vita perfetta con la moglie perfetta e sono li' tutti presi da questa facciata perfetta, sono traditori insospettabili: ecco, questi non mi piacciono. li trovo alquanto infantili, stupidi, incapaci di accettarsi come sono e invece si perdono per la vita a cercare di far quadrare il cerchio, stupidamente sapendo che non ce la faranno mai e stupidamente sfoggiando impegno nel farlo.
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  5. Avatar di FrancescaChiara

    FrancescaChiara 14 anni fa (7 Gennaio 2011 15:48)

    @ Nico: quanto mi piaci quando scrivi! e' sempre bello leggerti e ci ritrovo sempre qualcosa da "portarmi a casa". La scena clue de "Il postino suona sempre due volte" non a caso si consuma su un tavolo infarinato! Citazione a parte, sono d'accordo con te e con quello che dici. Anche sulla bellezza e di come abbia tante faccie, le piu' belle non essendo le piu' visibili, le piu' immediate. Un uomo recentemente mi ha ricordato come la mia sensualita' traspaia dal modo in cui, per esempio, tengo in mano una tazzina del caffe'! il rossetto? non se lo ricordava. Ma poteva mimare nei dettagli il modo in cui bevo il caffe'....con un certo coinvolgimento. Queste sono soddisfazioni!!! :-) Peccato che dell'uomo in questione non me ne freghi assolutamente nulla!
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  6. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (7 Gennaio 2011 16:02)

    @ FrancescaChiara: credo che tu abbia colto nel segno, come sempre d'altra parte. E sono felice di risentirti. :-) @ tutte le altre. Senza dilungarmi troppo nei particolari: io vi ho riportato le riflessioni e le lamentele degli uomini. A voi farne quel che volete. Quando ci ragionate su, riflettete però su un dettaglio non tanto piccolo: un uomo che resta con la compagna ufficiale non sempre resta per amore. Anzi, se la tradisce, probabilmente resta per ben altri motivi. E' vero che gli uomini non mollano, infatti di solito si fanno mollare (è così diverso, alla fine?). Infine: se queste amanti sono solo delle riserve, delle poco di buono, delle credulone... perché, amiche mie, quando - magari dopo 20 anni di illusioni - scoprite di essere state tradite mandate tutto all'aria? Se sono tradimenti così insignificanti e leggeri... perché ve la prendete tanto? Alle volte sopportate di tutto: sopportate un marito sempre al lavoro, che non fa il padre, che non vi ascolta, che non vi guarda nemmeno più in faccia ma... all'adulterio no, a quello non si regge. Soprattutto se palese, se si diventa lo zimbello. Altrimenti si fa anche finta che tutto vada bene. Conviene a tutti e spesso pure all'amante, che mica sempre è una poveretta che aspetta il suo turno. In ogni caso ribadisco: l'equazione matrimonio = amore è una favola. Lo è per una coppia su tre ogni anno. Ma vi auguro di non essere tra quelle. Solo, cercate di aggrapparvi ad altre sicurezze che non siano quelle dei soliti luoghi comuni...
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  7. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (7 Gennaio 2011 21:50)

    @FrancescaChiara. Oggi ho fatto un salto in biblioteca. Cercando nello scaffale ho visto un libro di Fromm e ti ho pensato... e la guida di Ilaria... l'hai letta? Io, sull'onda anche di quello che mi hai scritto oggi e disobbedendo a Ilaria che mi sollecita a pensare meno, ho preso un paio di libri: uno si chiama Paura d'amare, l'altro Amori imperfetti... andiamo bene, eh? @tutte. Volevo chiedere scusa se a volte mi scaldo molto e risulto forse anche offensiva. E' che di fronte a certi vostri commenti, in particolare di Amina, mi sento come di fronte a mia madre... una persona che giudica e che esige la perfezione. Così succede che mi sento ferita e reagisco anche con rabbia. Resta che penso davvero che si dovrebbe essere più elastici sulle imperfezioni umane e avere una mente aperta a cogliere le varie facce dell'esistenza. Ognuno di noi ha anche un concetto diverso di cosa sia l'amore. Io per esempio non lo associo per forza ai classici impegni, che a volte anzi mi sembrano forzature dettate da altre motivazioni... per cui poi andare a dire "questo è amore" o "questo non è amore" finisce per essere molto azzardato... FrancescaChiara fa uan distinzione tra innamoramento e amore, ad esempio, che mi trova d'accordo solo fino ad un certo punto. Per me Amore è quando non idealizzi l'altro, ma lo accetti e lo ami per ciò che è. L'impegno, la progettualità... sono cose che io fatico a vedere parte dell'amore. Cioè, per me è amore anche se non ci sono o non sono i classici impegni. Forse, parrà strano, ho una concezione dell'amore molto... romantica?
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  8. Avatar di Amina

    Amina 14 anni fa (7 Gennaio 2011 22:39)

    FrancescaChiara ha messo l'accento su un aspetto fondamentale, per quanto molto noto: l'amore è quello che resta dopo l'innamoramento, così come la cultura è quello che resta (e si costruisce) dopo gli studi. Sono stupita di come continuiate a vedere nelle mie parole dei giudizi e degli assolutismi: non ho l'abitudine di giudicare nessuno e sono ben felice che siamo tutti diversi gli uni dagli altri. Quello di cui parlo non è altro che la mia vita: quello che sento, penso e di conseguenza agisco. Delle persone che conosco più da vicino osservo sopratutto un aspetto con interesse: se sono felici o se non sono felici. Di quelle che sono felici cerco di scoprire come fanno ad esserlo, di quelle che non sono felici cerco di capire il perchè. L'idea che mi sono fatta in generale sul vissuto della coppia, in base alle mie esperienze, è che quelle donne che non rottamano il partner per un modello più aggiornato lo fanno perchè continuano a trovarlo appetibile in una visione d'insieme delle sue irripetibili qualità e difetti nella quale ogni elemento ha un'opportuna collocazione, e non si focalizzano sui singoli dettagli che frammentano un'immagine. Continuano ad amare in lui ogni singolo istante dei giorni più belli costruiti assieme, e la conoscenza reciproca che ha raggiunto livelli di profondità impagabili. Aspettarsi poi che negli anni le cose cambiano e mantenersi pronte a cambiare assieme a loro è un tratto di saggezza. Le donne che lasciano il marito dopo anni di convivenza, ho visto che sono spinte principalmente da due motivazioni: o la relazione è nata e cresciuta zoppicante, è stata tenuta in vita per motivi di vario genere ma ad un bel momento è arrivata al capolinea; oppure, come in tutti gli altri aspetti, è fondamentale che una coppia sia compatibile anche sul profilo della sessualità: infatti si sente parlare soltanto di menopausa precoce, o di premenopausa, ma io ho visto come una donna particolarmente esigente non vive molto bene la fase discendente della parabola che alcuni uomini percorrono nel corso degli anni (non mi parlate del Viagra, mi riferisco al desiderio). Dell'appeal che descrive Nico sento parlare spesso da parte degli uomini, che trovano seducente una donna quando si mostra col viso che ha al mattino al risveglio; sull'altro fronte ci sono le donne che sfoggiano la loro immagine come uno status symbol, con tanto di mise griffata che rende la loro figura androgina, taglio di capelli e trucco dai colori improbabili, iniezioni di collagene, unghie ricostruite, lampada abbronzante e tatuaggio sulla caviglia, convinte di essersi date tanta pena per potersi rendere attraenti come non mai, e non hanno ancora scoperto il fascino e la forza di mostrarsi per quello che si è, al naturale, sia nel corpo che nell'anima. Oggi è rimasta l'unica trasgressione possibile: solo ciò che non può essere tolto è tuo per davvero.
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  9. Avatar di Amina

    Amina 14 anni fa (7 Gennaio 2011 23:56)

    Riguardo il fatto di diventare uno zimbello, questa categoria di discorsi rientra nella categoria delle convinzioni e convenzioni sociali di cui tutti noi siamo schiavi. Se partiamo da una coppia che si forma, nella quale uno o entrambi i partners hanno già una relazione in corso (a questo proposito io non credo affatto che le cose capitino per imprevisto: secondo me ci capita proprio ciò che, consapevolmente o meno, stiamo cercando): di solito entrambi non fanno pubblicità alla cosa, o perchè non hanno l'abitudine di pubblicizzare e cercare conferme riguardo alla propria sfera privata, o per evitare i giudizi sulla propria condotta da parte delle persone del proprio ambiente, in cui magari c'è la consuetudine di prendere in giro i "cornuti" o le "donne pubbliche" e peggio, cioè sul luogo di lavoro dare giudizi di valore sui "cornuti" e fare avances, anche da parte dei superiori, a quelle donne che si è scoperto essere "facili". E' un condizionamento culturale, se riflettiamo sul numero di esseri umani di varie culture, in cui per varie ragioni storiche il numero delle donne supera di molto quello degli uomini, che pratica la poligamia. La monogamia non è un istinto naturale dell'uomo, non rispecchia l'esigenza di favorire l'evoluzione biologica della specie aumentando le probabilità di scambiarsi i corredi cromosomici più vitali, è una convenzione; nelle culture poligamiche la gelosia non scompare, ma è rivolta agli individui esterni al gruppo familiare. Dunque trovo che la coppia monogamica vada a soddisfare principalmente il bisogno psicologico di "possesso" del partner. E' capitato anche a me di sentire l'esplosione di collera di una moglie, che aveva scoperto di stare per essere spodestata da una giovanissima e procace extracomunitaria accanto alla quale il marito era tornato ad inseguire il suo sogno di virile felicità: "Se gli piace così tanto vada a farsele lavare da lei, le camicie! Stavolta lo riduco con le toppe al sedere!" Cosa resta dell'amore, in un ragionamento del genere? Negli ambienti mentalmente più evoluti si accettano le esperienze che accrescono la felicità del partner; sono ambienti in cui nessuno giudica nè le scelte nè gli orientamenti sessuali altrui (non uso il termine tollerare perchè implica il concetto di intollerabilità).
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  10. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (8 Gennaio 2011 0:46)

    @ Amina. Quando parli dell'amore mi fai "paura". La tua visione la sento talmente fredda, meccanica, razionale, rigida... non mi pare nemmeno che tu stia parlando d'amore. Invece quando leggo FrancescaChiara, che dice che mi sente, io sento quello che dice... è come se lei desse voce e immagini a quel che ho dentro. Lei descrive le cose che sento meglio di quello che farei io... da lei io mi sento compresa. Ha indubbie doti, FrancescaChiara, scrivendo. E'... calda ed emozionante, ti tocca il cuore. Quando parli dell'amore, Amina, parli di sacrificio, di funzionare come un'azienda... parli di cose fredde e tristi. Mi dai questa sensazione, ti immagino sempre col viso serio e severo. Invece FrancescaChiara mi sorride, io me la immagino bionda e con gli occhi luminosi e la pelle mielata. Oppure mora e dolce. Ma la immagino sempre che mi sorride. La sento mamma e tu invece Amina sei come una madre, un genitore. E' un'altra cosa, non so come spiegarmi meglio. I tuoi valori non danno scampo. Mi spiace, ti rispondo secondo ciò che sento. Anche quando certe nostre visioni combaciano, ti sento comunque così. L'amore è irrazionale, non è una cosa matematica e calcolata. Non è perfetto, è... umano! Invece a volte ne parli come di qualcosa di divino. Ma per me il divino non esiste. Così delle volte ti leggo e neanche ti capisco, non capisco di cosa parli e come certi discorsi possano c'entrare con l'amore. Capisci? Mi sembrano tutto il contrario dell'amore, mi sembrano discorsi presi a prestito da altri mondi: la biologia, l'economia, la religione... Tutto meno che l'amore. Mi spiace, io mi sforzo, penso che da donna accompagnata dovresti potermi dire tanto sull'amore e invece non riesco a prendere niente. Un'altra cosa: ti ho detto che mi ricordi mia madre. Però la mia madre di quando ero bambina, non quella di oggi. Con quella di oggi parlo e ci capiamo... Scusa, Amina...
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  11. Avatar di Amina

    Amina 14 anni fa (8 Gennaio 2011 3:44)

    Nell'uomo, in ognuno di noi, ci sono tutti i mondi a cui accenni: quello fisico/biologico, quello emotivo, quello mentale, quello psicologico, quello del sistema operativo delle convinzioni che ci hanno condizionato da parte di tutti coloro con cui abbiamo avuto contatti, e che crediamo siano farina del nostro sacco..L'amore è un mondo che non può sussistere slegato dagli altri. Quando ero bambina era mia madre a capire me, io non capivo del tutto lei, proprio perchè era un'adulta e io una bambina: chiaramente oggi la situazione si è riequilibrata. Insegui pure la tua idea dell'amore come ognuno di noi fa, Bice: a me non dispiace. Se senti la necessità di essere molto indulgente con te stessa fallo, io non sono qui per insegnarti nulla, nè per teorizzare sui valori. In base alla mia personale esperienza, l'amore romantico fine a se stesso è un prodotto dell'immaginazione. L'amore di coppia prende vita tra due esseri umani con tutti i loro mondi unificati: cuore, corpo e mente. D'altra parte qualsiasi cosa tu voglia costruire, da una casa a un portatovaglioli, dovrai sempre applicare delle regole per riuscirci, e attivare la facoltà di ragionamento.
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  12. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (8 Gennaio 2011 4:15)

    Beh, l'amore romantico è fatto di corpo, mente e cuore. Non per forza di un costruire. O meglio, ci sono progetti di vita e ci sono progetti di vita. Dipende anche da ciò che entrambi si vuole. Vedi, il mio problema è sempre stato quello di pensare troppo. E non vivere. Avere paura e non vivere. Stavolta voglio vivere. Ho bisogno di vivere l'amore e forse anche di sbagliare ancora... ma ho proprio bisogno di farlo. Anche se probabilmente è un amore imperfetto, perché così sono io e così è lui. Non vorrei essere molto indulgente, vorrei proprio non giudicarmi affatto, accettarmi e viverla e basta. Finalmente, come quando ero più giovane. Anche se probabilmente non durerà. Perché ciò non gli toglie valore, ai miei occhi. Può darsi che sia un amore molto fondato sul soddisfacimento di bisogni irrisolti e immaturi... può darsi che sia un amore immaturo che non vuole impegni. Può darsi che sia parziale perché sia io che lui (sia io che lui) non siamo pronti per qualcosa di più. Vorrei solo far capire che io non sono la povera amante cretina che si illude né lui è l'odioso carnefice... ciascuno vive e ama come può, ora. Forse in futuro saremo migliori. Ma per diventarlo, se possibile, non credo la soluzione possa essere non vivere l'amore o imporsi razionalmente di essere migliore. All'inizio quando Ilaria mi chiedeva dove mi avesse portato il mio tanto ragionare mi arrabbiavo. Ma poi ci ho pensato: in amore non mi ha portato da nessuna parte. Ho capito delle cose, ma le ho capite dopo averle vissute, sentite e anche sofferte. Perciò io vorrei vivere anche questo nuovo amore, per quello che è e come riesco. E' ciò che so darmi oggi... parrà assurdo, ma è meglio di quel che mi davo ieri. Il mio ex è un uomo che non riconosce gli altri come persone, ma solo come oggetti, specchi. Questo nuovo, per quanto immaturo, è meglio. Mi sa che nel frattempo sono cresciuta anche. Coi precedenti è stato anche peggio e sai perché? Perché io non amavo affatto, non li accettavo. Invece ho saputo anche amare il mio ex, riconoscerlo per ciò che era... certo poi ho dovuto tirarmene fuori o sarei morta dentro... però mi ha insegnato molto. Io credo che vivere esperienze sia positivo e poi anche interrogarsi, confrontarsi e leggere quindi libri, scrivere su questo blog. La cosa negativa è rinunciare a sperimentare, pensare che col potere della ragione si faranno tutte le scelte giuste e basta. Forse persone sane e non immature come me possono farlo... ma siccome invece questo atteggiamento mi ricorda le mie presunzioni di quando non avevo fatto tante esperienze... beh, fatico a crederlo. L'amore... se non è fine a sé stesso, se non è fine all'amore... forse non si chiama più amore.
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  13. Avatar di Amina

    Amina 14 anni fa (8 Gennaio 2011 13:32)

    Chiamiamo in tanti modi le emozioni che ci nascono dentro, e certo non nascono dalla mente; secondo me va fatto lo sforzo di fare chiarezza in se stessi. Si può costruire ogni singolo giorno secondo le proprie aspirazioni: personalmente trovo più efficace partire da ciò che sono e da ciò che voglio ottenere, meno generico che partire da ciò che non sono e ciò che non voglio.
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  14. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (8 Gennaio 2011 22:18)

    @ Ilaria. Bene, ho letto quel libro nel quale speravo di trovare una soluzione alla mia paura d'amare. Nel libro trovo storie diverse, con protagoniste le varie tipologie di "bloccati". Personalità dipendenti, bisognose, immature, narcisistiche. Ho trovato l'uomo che frequento ora, anche se nella storia riportata è esemplificato da una donna. Una donna che vive storie parallele (e non tradimenti occasionali) dopo avere sposato un uomo da cui dipende e che vive come padre. L'amante rappresenta invece la passione, il desiderio. L'uomo che frequento si definisce un adolescente e definisce l'amore monogamico come dipendenza e possesso. Da cui lui fugge attraverso innamoramenti duraturi. Nei quali cerca l'aspetto romantico dell'amore. Credo che così possa sopravvivere ma non certo risolvere il problema. Che per me sta in una premessa sbagliata, ovvero quel vivere l'amore coniugale come dipendenza e possesso. Ovvio che ad un certo punto, quando il bambino diventa almeno adolescente, cerca di staccarsene! Ma la verità è che l'amore non dovrebbe essere quello e la moglie non dovrebbe essere una seconda madre. Invece molto mi fa pensare che sia così, compresa l'attitudine di lei ad una maternità morbosa. In questo quadro io sono forse un adolescente come lui. Ho trovato anche il mio ex, nel libro, il narcisista. Chi non trovo è me stessa. Eppure penso di essere abbastanza consapevole da riconoscermi. In passato credo di avere avuto tratti narcisistici, al punto di avere avuto relazioni in cui non amavo affatto, non volevo bene, non riconoscevo l'altro come persona. E soffrivo molto meno di ora che invece stringo relazioni con uomini che non mi amano o che mi amano in modo parziale. Un miglioramento? Ma c'è sempre qualcosa che non va. Io ho paura dell'amore e probabilmente riesco ad innamorarmi solo quando incontro qualcuno che mi permette di non mettermi in gioco al 100%. Quindi non è che mi cerco consciamente uomini impegnati, ma solo di quelli riesco ad innamorarmi. Ma perché diavolo ho tutta questa paura di amare? Traumi del passato? Possibile che siano così forti? Ho sempre cercato di superarli con la forza della ragione, ma mi è ben chiaro che non ci riesco. Quando scattano le emozioni negative, infatti, c'è ben poco che la ragione possa fare! La paura non mi fa ragionare, la paura mi fa confondere sogno e realtà, passato e presente. Come si vince la paura? Affrontandola. E io mi butto, vivo comunque queste relazioni. Che però sono relazioni immature e lo so bene. D'altra parte altri uomini che incontro, liberi, non mi piacciono proprio. Non me ne innamoro... Appena un uomo si interessa attivamente a me, io perdo interesse. E' stato già tanto restare con questo, così preso da me. Credo proprio di avercela fatta solo perché sapevo che comunque più in là di tanto non sarebbe andato. Dunque come affronto la paura di amare al 100% se non mi innamoro nemmeno di persone con cui vivere un amore a tempo pieno? Ci dev'essere un'altra via. Accettarmi, dicevi. Mi pare di farlo sempre di più. Vengo a farlo su queste pagine, difendeno il mio diritto ad essere imperfetta (altrochè superindulgenza come l'ha definita Amina), il mio diritto a fare certe scelte fregandome se, come pronosticato, mi faranno soffrire. La parte razionale di me sa bene, per esperienza, quanto qui si giochino luoghi comuni e soprattutto le paure e gli spauracchi di ognuna... lo capisco bene. Ma la parte emotiva avrebbe bisogno di comprensione, anzi magari di un bel "brava", fai del tuo meglio che va bene! Me lo dirò da sola... Ora sto pensando che per pensare meno e vivere di più, forse dovrei anche venire meno qui sopra... forse è ora di vivere. Forse so bene cosa fare e non c'è alcun altro consiglio da darmi, per ora. Forse farò così.
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    Ilaria Cardani 14 anni fa (9 Gennaio 2011 2:13)

    @ Bice: il bel "brava" sì che te lo devi dire da sola. Chi altro dovrebbe dirtelo? Forse l'opinione altrui conta, per te, più di quanto conti la tua? Io penso che se mille persone in coro ti dicessero il bel "brava" la tua parte emotiva non ci crederebbe lo stesso, e quelle mille voci sarebbero inutili, finché quel "brava" non sentirai di dirtelo e di meritartelo dal profondo del tuo cuore. E quando questo succederà, non ti interesserà affatto che una o un milione di persone ti dicano "brava". Secondo te venire su queste pagine a difendere il tuo diritto di essere imperfetta (!!?? è un diritto, forse, quello di essere umani? E' che, per giunta, va difeso?) e di fare scelte che ti faranno soffrire (!!) è un modo per accettarti? A me sembra un modo con il quale, ancora una volta, cerchi l'approvazione altrui e anche l'affetto e l'amore. E in questo modo continui a non accettarti. Anzi. Il fatto è che ho l'impressione che anche per quel che riguarda l'affetto e l'amore ti accade lo stesso che per il "brava": non credi all'amore o, come dici tu, ne hai paura, in quanto non senti amore per te. Non ti innamori di uomini che si interessano attivamente (sinceramente) a te perché probabilmente non ti senti attratta e disprezzi chi apprezza qualcuno che tu non riesci ad apprezzare. Fai un po' come diceva Groucho Marx: "non mi iscriverei mai a un club che mi accettasse come socio". Non è una questione di "metterti in gioco" è una questione di credere profondamente di meritare amore. Hai ragione, pensa meno e vivi di più. Di libri ne hai letti davvero tanti e di cose ne sai molte. E siccome sei intelligente le sai anche bene. Credo però che al 95% le cose che sai non ti riguardino. Ho l'impressione che ti serva la cosa più importante: vivere il senso profondo del tuo valore intrinseco, a prescindere dai risultati raggiunti, dalle sfide vinte, dalle dimostrazioni di capacità che hai dato al mondo. Smetti di pensare e comincia ad amarti. Spegni davvero il cervello e lascia spazio al tuo cuore. Fallo relativamente a te stessa, non a un partner. Probabilmente questo ti farà soffrire all'inizio (infatti credo che sia questo che ti spaventa tanto), perché ti creerà vertigine (non l'hai mai fatto prima), ma ti permetterà di scoprire risorse enormi dentro di te - delle quali al momento nemmeno sospetti l'esistenza - e di arricchire la tua vita (e quella di chi ti sta vicino) in un modo che ora non sei nemmeno in grado di immaginare. Molla la presa una buona volta. Smettila di stringere i denti. Lasciati andare. Cedi.
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  16. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (9 Gennaio 2011 11:20)

    @ Ilaria. Grazie per le tue parole. Di non accettarmi mi rendo conto. Sto provando a farlo ma probabilmente, come dici tu, non nel modo appropriato. Di conseguenza non ci riesco. Ovvio che la mia opinione è più importante di quella degli altri. Tuttavia capirai che non sempre è facile "fregarsene", soprattutto se non si è così sicuri di sé e si sono fatti tanti sbagli. Io una volta non chiedevo consiglio a nessuno. Cominciare a chiederlo è stata una conquista... o forse un bisogno. Confrontarsi con gli altri e poi fregarsene totalmente, se non sono incoraggianti, non facile. Che il 95% delle cose che ho letto e che so non mi riguardino... in effetti è un dubbio che mi è venuto. Come ti dicevo, infatti non mi trovo, non mi riconosco in certi profili tormentati. Non ho vissuto così grandi tragedie nell'infanzia né dopo. Alla fine non ho sbagliato clamorosamente le scelte importanti della mia vita. Probabilmente mi sono sempre sentita impreparata. Ma di certo anche non vivere e non affrontare le situazioni è sbagliato. Perlomeno non ho fatto troppo male a nessuno, non ho illuso nessun uomo, non ho fatto figli a cui lasciare in eredità i miei problemi. Come troppo spesso vedo fare in giro. E vabbeh che nessuno è perfetto però... sono stata più contenta così. Accettarmi, amarmi... A me non sembra di pensare di non meritare amore. Anche se di sicuro preferirei essere diversa. Ma mi sembra di volermi bene comunque. Perciò faccio davvero fatica a capire come potrei volermene di più. Dalle situazioni amorose che si sono rivelate dolorose mi sono sempre tirata fuori. Vedo amiche che invece ci sprecano la vita e di loro penso che non si amino, che pensano di non meritarsi di più. E infatti lo dicono: non sento altro che discorsi del tipo "faccio schifo, sono vecchia, se lo mollo non trovo nessuno". Amiche quasi quarantenni, tutte infelici nei loro matrimoni o nelle relazioni post divorzio, tutte depresse e arrabbiate con la vita, tutte a piangersi addosso. Io non sono così. Certo le mie relazioni nel tempo non mi hanno soddisfatto, ma non ho subito quel che hanno subito loro. Loro piuttosto sono i casi che ritrovo nei miei libri, dalla crocerossina alla donna dipendente alla donna-madre. Io non sono quel "modello". Io piuttosto mi sono chiusa alle emozioni per soffrire meno, sicuramente diventando anche troppo razionale. Però negli ultimi tempi, da circa un anno e mezzo, le cose sono cambiate. Ho smesso di fare tanto la dura, ho riconosciuto certi miei bisogni che prima dicevo di non avere. Per me sono grossi passi avanti. Dici che non dovrei pensare ai risultati raggiunti. Anzi che non dovrei pensare affatto. Capisco di dover dare più spazio al cuore... ma guarda che il mio cuore non mi porta certo a rifiutare certe storie. Tutto il contrario. Se seguo solo il cuore, non mi faccio neanche un problema o una domanda. Le vivo e basta. Perché di natura io sono così e credo alle sensazioni che un uomo mi dà, al di là di quello che le mie amiche vanno ripetendomi (mi viene da pensare che facevo meglio una volta a non raccontarmi). Le sensazioni non hanno mai sbagliato e spesso ho intrapreso strade giuste nonostante non lo sembrassero affatto. Se l'errore c'è stato non è stato in quello che avrebbero paventato le mie amiche o mia madre. Ma continuo a parlare di giusto e sbagliato. E a pensare. Proverò a non farlo. Ma non ho affatto capito come posso riuscire a non pensare. Ho sempre pensato molto. Il pensiero per me ha sempre avuto un valore più alto di tutto il resto. Così mi è stato insegnato in famiglia, così ho imparato a scuola, così ho sempre vissuto. E così, alla fine, continuo a credere. Credo che al massimo posso provare a pensare un po' meno, riempiendo le ore di tempo libero con attività varie invece che di letture o scrivendo sul mio diario o qui sopra. Ma sul "cominciare ad amarmi" brancolo decisamente nel buio. Ho cura di me stessa, mi sono creata una vita che mi soddisfa, frequento solo persone con cui sto bene, faccio solo le cose che mi piacciono. Per me questo è amarmi. Cos'altro dovrei fare? Lasciare quest'uomo che è già impegnato? Al momento, se non mi faccio dominare dalle paure relative al futuro, non mi fa soffrire. Anzi mi dà tante cose belle. Rinunciarci non mi sembra un modo di amarmi. Non ci rinuncerò, farò tutto il contrario proprio. Grazie di avere risposto al mio appello. Ora tolgo questo blog dai preferiti e cerco di venirci meno e vivere di più. Saluto te e tutte le altre e gli altri, ma in particolare FrancescaChiara. Ciao
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      Ilaria Cardani 14 anni fa (9 Gennaio 2011 12:34)

      @ Bice: c'è "pensare" e "pensare". C'è un modo per usare la tua intelligenza a tuo vantaggio e uno a tuo svantaggio. Da parte mia, mai detto di fare qualcosa di specifico tipo lasciare quest'uomo. Non è la storia con quest'uomo il nocciolo della questione. Semmai solo un piccolo segnale. Ma nulla più. Detto ciò, prenditi il tuo tempo, anche per quanto riguarda l'imparare ad amare te stessa. Hai ragione, adesso vivi. Hai messo tanti semi - fin troppi - stai certa che se ti dài il tempo e non ci "pensi" ;) daranno i loro frutti. Quanto al blog, ovviamente fai quello che vuoi ma... non toglierlo dai preferiti! ;) :D
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  17. Avatar di Eleonora

    Eleonora 14 anni fa (9 Gennaio 2011 11:22)

    ammazza(!),ragazzi,quanto già scritto... condivido fortemente tutte le tue considerazioni,cara ILARIA...non ho altro da aggiungere...è perfetto così com'è...! :D mi impegno ma senza alcuno sforzo,ogni mio piccolo gesto è fatto con PASSIONE. sotto tutti i punti di vista! p.s. non ho letto ancora gli altri commenti perchè devo LAVORARE ;) pure oggi che è domenica e son felicissssssssssssssssssssssssimaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!! a dopo,ciaooooooo!!! ;)
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  18. Avatar di Eleonora

    Eleonora 14 anni fa (9 Gennaio 2011 15:39)

    ah,ECCO(!),RICCARDO caro... ahahahahhhhh :D
    Rispondi a Eleonora Commenta l’articolo

  19. Avatar di Eleonora

    Eleonora 14 anni fa (9 Gennaio 2011 16:01)

    RICCARDO parla di responsabilità... BICE di amore in sè... ma Bice è ACQUARIO,non c'è nulla di "sbagliato"nel suo ragionamento...lei sta bene così,ama il nuovo sempre e comunque,sperimenta su di sè nuove storie...finchè non troverà qualcuno che magari le faccia credere di esser impegnato per farla POI capitolare:sarebbe bellissimo,no??? ;)
    Rispondi a Eleonora Commenta l’articolo

  20. Avatar di Eleonora

    Eleonora 14 anni fa (9 Gennaio 2011 23:11)

    mi diverte quel"distinti saluti"... ;) torna fra NOI,PLEASE...!!
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