Tu pretendi sempre il meglio per te?

Se vuoi attrarre la persona e la relazione giuste per te devi avere una attenzione maniacale per la qualità della tua vita. Devi dare il meglio. Ma lo devi fare per te e nei tuoi confronti. E senza sforzo né fatica.

Dell’importanza della cura di te, delle tue emozioni, della tua vita ne parlo ampiamente anche nella mia guida gratuita “Come attrarre la persona giusta per te in 11 passi”, che hanno già scaricato e letto in migliaia di persone. Scaricala anche tu adesso.

Oggi, voglio affrontare il tema da un punto di vista insolito e quindi preparati a cambiare visione, prospettiva e posizione personale.

Siamo alla fine di un anno e all’inizio di un altro. Ogni conclusione e ogni nuovo inizio per l’essere umano, hanno un profondo valore simbolico. E la fine di un anno è particolarmente carica di questo significato.

Tanto più che molti di noi – uomini contemporanei – siamo legati a una mentalità “aziendale” e “professionale” per la quale alla fine dell’anno si fanno i bilanci e, in vista  dell’inizio, si stendono gli obiettivi.

Per cui molti, influenzati dai mass media e da una cultura che sta diventando “dominante” portano questo modello di tipo “aziendale” e “produttivo” anche nella loro vita privata (e sentimentale).

Tutti parlano di obiettivi, di come fare per raggiungerli; c’è chi invita a stendere la lista degli obiettivi per i prossimi dodici mesi. E a definirli per filo e per segno.

Chi non è così “scientifico” nel proprio approccio non li chiama obiettivi, ma in modo un po’ più spiccio “buoni propositi” (confesso che il termine “buoni propositi” mi suscita sensazioni un po’ fastidiose: sembra che contenga in sé già l’idea del fallimento e dell’inedeguatezza; ha il sapore di collegio o di scuola religiosa, dove i “buoni propositi” stanno a fianco dei “fioretti”…).

E, insieme agli obiettivi e ai buoni propositi, si dà anche un’occhiata all’oroscopo. Chissà mai che da lì vengano delle buone idee per la direzione da dare alla propria vita…

Nell’ambiente della crescita e dello sviluppo personale, a fine anno, è un atteggiamento diffusissimo quasi “obbligatorio”, da parte di coach e formatori, quello di occuparsi degli obiettivi dei clienti e di spingere le persone a riflettere e a impegnarsi sui risultati da ottenere nel nuovo anno.

Ci sono dei coach, in America, che si offrono addirittura di fare da “segretari” ai propri clienti: spiegano come si stendono dei “buoni obiettivi” per l’anno a venire, invitano le persone a compilare la lista e poi a inviarla a loro. Il coach in questione la conserverà per un anno intero. A fine anno la restituirà al cliente e lo spingerà a verificare se davvero ha raggiunto ciò che si era prefisso…

Mica male, eh?  Non viene specificata la punizione riservata al cliente che alla fine dell’anno avrà mancato qualcuno degli obiettivi. Sarà solo morale o anche materiale/corporale? :)

Sul sito di un coach americano ho addirittura  visto il modulo per scrivere i 101 (101 !!!) obiettivi che si desiderano raggiungere per il nuovo anno.

La domanda che mi sorge spontanea in casi come questi è: “dovendo io vivere su questa terra ancora per almeno 90 anni, a botte di 101 obiettivi all’anno, che cosa mai mi dovrò inventare già tra cinque/sei anni? Mi rimarrà del tempo libero per godermi l’esistenza?” :D

Non dico che parlare di obiettivi non sia utile, anzi.

Anch’io mi occupo di coaching e di formazione personale e so bene quanto è importante definire in modo ottimale i propri obiettivi e, soprattutto, un piano di azioni per raggiungerli.

Gli obiettivi (se identificati e definiti davvero nel modo più adatto alla persona) rappresentano una meta importante dell’esistenza, tracciano una via, segnano la rotta da seguire e indicano la direzione verso la quale muoversi e le modalità giuste per agire.

Permettono di non disperdersi e di non perdersi.

Per questo anch’io, con i miei clienti personali, dedico tempo ed energie agli obiettivi.

In questo momento voglio andare oltre e portare la tua attenzione su qualcosa di più profondo e utile per te.

Sono infatti convinta che c’è qualcosa di ben più importante del bisogno di stendere i tuoi obiettivi al meglio, per filo e per segno.

Desideri il rapporto della tua vita e vuoi scoprire il modo giusto per far innamorare un uomo e costruire con lui una relazione sana, serena e che duri nel tempo? Ecco il precorso che ti guida passo passo nella realizzazione di una vita di coppia sana e appagante, dal primo incontro fino alla convivenza

Ed è usare quella medesima energia, intelligenza e consapevolezza per realizzare momento per momento e a partire da subito la vita perfetta per te.

E’ per questo che ho intitolato questo post: “Tu pretendi sempre il meglio per te?”

Ora mi spiego.

Sono certa che sono moltissimi in momenti della tua vita in cui tu dài il meglio: ti impegni sul lavoro, ti dài da fare se devi incontrare un cliente, ti prepari per bene per la riunione importante; lo stesso nei rapporti con la tua famiglia o i tuoi amici: vuoi che i tuoi genitori ti apprezzino e che i tuoi amici ti giudichino simpatico/a e affidabile. E allora, anche in questi casi, ti impegni. Se inviti qualcuno a cena, cucini al meglio…

Vai in palestra e lavori, fatichi e sudi.

Non ne parliamo se si tratta di uscire con un partner potenziale: ti metti giù da gara e immagini ogni possibile scenario con l’idea di fare bella figura. Fai di tutto per compiacerlo/a e accontentarlo/a e per fare colpo.

Se ti poni degli obiettivi,  fai dei “buoni propositi” o prendi degli impegni fai di tutto per raggiungerli o per onorarli.

Insomma ti impegni e ti dài da fare. Ti dài da fare e ti impegni.

Per essere in forma, per perdere peso, per diventare più attraente. Per essere più competente e preparato/a. Per fatturare di più. Per capire gli altri. Per essere gentile e simpatico/a.

Insomma, uno stress senza fine che, tra l’altro, è la ragione per la quale si commettono errori, si è insoddisfatti di se stessi e si mancano i mitici obiettivi…

Dunque: ti sbatti tanto per una serie di ragioni e di motivazioni esterne. E per la tua vita quotidiana, il tuo piacere, le tue emozioni più intime e importanti che cosa fai?

In questo campo lo pretendi il meglio per te? Ti accontenti? O, peggio, ti prendi solo gli scarti?

E se per il nuovo anno tu ti ponessi come solo e unico obiettivo e buon proposito quello di compiere azioni concrete per rendere reale il tuo stare bene in ogni istante?

Sono convinta che se la tua priorità assoluta diventasse proprio quella di realizzare nel concreto il meglio per te nella tua vita istante per istante, avresti subito e facilmente risultati eccellenti in ogni ambito, dal lavoro alla famiglia.

E soprattutto non avresti problemi ad essere genuinamente attraente, in particolare per la persona giusta per te.

Per questo nuovo anno decidi di prenderti il meglio per te.

Lasciami i tuoi commenti con la tua opinione.

Con i miei migliori auguri per un anno al meglio!

Cordialmente

Ilaria

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87 Commenti

  1. Avatar di Ilaria Cardani

    Ilaria Cardani 14 anni fa (3 Gennaio 2011 21:21)

    @ Roberta: il quotidiano è quello di cui parli tu, ma con un'attenzione speciale alla tua personale individualità e interiorità. Esempi concreti? Prestare una cura particolare alle piccole cose che ti fanno star bene davvero: fare la doccia nei tempi e nei modi che preferisci, frequentare gli amici che gradisci davvero e nei modi che gradisci davvero etc. etc. Dire no o si' quando li senti davvero. Costruire la tua felicità a partire dai piccoli pezzi per realizzare il quadro piu' grande. Non fantasticare ma concretizzare davvero il proprio benessere. Ne riparleremo. @ Tutti: in questi giorni sono in viaggio, leggo sempre con attenzione quel che scrivete e sto lavorando a nuovi progetti per il blog. Grazie per gli auguri che rinnovo e ricambio di tutto cuore.
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  2. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (3 Gennaio 2011 22:26)

    Un viaggio, beata te cara Ilaria... goditi, goditi il tuo viaggio!!! Parlando di quotidiano... beh, sicuramente io faccio molto quel che mi pare e piace ogni giorno. Sono sempre stata un po' così, molto sensibile alle mie esigenze e ai miei tempi e modi e poco inclini a farmi condizionare la vita dagli altri. Non è tanto questione di avere uno spirito ribelle, come qualcuno a volte mi dice, è che io... non riesco a lasciarmi vivere facendo le cose perché "si deve fare così" o "si è sempre fatto così"... a volte il prezzo da pagare, per scelte "individualistiche", è la solitudine. Ma io, per la libertà, sono disposta a pagarlo, anzi non faccio nemmeno fatica. E' per via di questo carattere che io vivo da sola e lavoro in autonomia. Non sono mai stata così felice in vita mia da quando mi sono liberata di tutti i problemi che mi dà una convivenza o un lavoro subordinato con orari fissi!!! Ormai, per fortuna, sono anni che ho trovato la mia dimensione. Ovviamente, avendo a che fare con altre persone o anche solo, a volte, coi mezzi pubblici, capita di doversi adattare. Lo faccio, quando ne vale la pena! Ho sofferto molto da bambina di dover mangiare cose che non mi piacevano, avere degli orari e un sacco di regole, ma soprattutto, come già detto, di dover corrispondere ad aspettative altrui. Da qui, credo, la mia personalità anarchica, eretica e anticonformista... Naturalmente avrei anche potuto reagire subendo... ma forse la combinazione tra la mia natura già poco incline a subire e l'educazione ricevuta hanno prodotto ciò che sono oggi. E ciò che sono oggi a volte qualche problema lo crea. Perché io metto sempre in discussione tutto e fatico molto coi compromessi. A volte probabilmente troppo. E ridivento rigida. Anche con me stessa, come sai. Poi, il disastro dell'amore... Io non riesco proprio a fare l'equazione famiglia = amore o matrimonio = amore o convivenza = amore. Sebbene nella mia famiglia non ci siano mai stati grossi problemi, resta che per me è sinonimo di costrizione. Faccio davvero fatica a liberarmi di questa sensazione. Eppure, dall'altro lato, devo dire che nella mia famiglia nessuno ha mai avuto fedi religiose o politiche, non sono stati imposti rigidi modelli di pensiero, c'è sempre stata apertura mentale e io ho sempre potuto parlare e discutere coi miei genitori e l'ho sempre fatto moltissimo, soprattutto con mio padre, anche contestando. In questo mi sono sempre sentita libera. C'erano solo un sacco di orari e aspettative di perfezione a livello scolastico e persino estetico. Insomma, tutto questo per dire che nel quotidiano io faccio sicuramente le mie scelte e la mia vita e mi regalo molto tempo per me e per stare bene. Resta che però cerco solo uomini impegnati, di fatto. E se anche ci ragiono e una parte di me dice che non ha senso, un'altra parte di me ci trova i suoi bei vantaggi. Forse perché non credo che in realtà possa esistere una vera relazione d'amore che ti lascia libero. E' il mio ideale. Lo pensa anche il mio attuale uomo impegnato. Eppure nemmeno lui ha il coraggio di viverla. Allora?
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  3. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (4 Gennaio 2011 3:59)

    @ Ilaria. Tu pensi che la mia fatica a vivere appieno una relazione dipenda da una mia insicurezza? Pensi che io non mi sia mai liberata di alcune esperienze dolorose di abbandono? Tutto è cominciato dopo la prima grande delusione a 20 anni, quando il ragazzo che credevo avrei "sposato" mi lasciò. Ma ricordo altri vissuti... ho due sensazioni precise di abbandono che risalgono alla mia infanzia. Una volta che restai dai nonni mentre i miei genitori tornavano a casa... avevo scelto io di restare, ma non avevo capito che loro non sarebbero rimasti con me. Ricordo come ora l'auto che si allontana... ero molto piccola, 3/4 anni credo. La seconda volta invece facevo quelle che allora si chiamavano elementari. C'era anche mio fratello, dunque facevo almeno la seconda. Si scordarono di venirci a prendere. Cercai di tornare a casa da sola, portandomi dietro mio fratello. Da quella volta e per anni, ogni volta che uscivo da scuola, ho avuto paura che non ci fosse nessuno a prenderci. Sono episodi che ricordo benissimo (e che fanno ancora male) ai quali però non ho dato significato finché non mi è capitato di rivivere situazioni simili vivendo un dolore che in effetti mi pare spropositato. Se qualcuno - un uomo - annulla un appuntamento, per quanto plausibile possa essere il motivo, io sto veramente male. Forse ho letto troppi libri di psicologia e forse dovrei solo smettere di pensarci... ma, Ilaria, mettiamo pure che io non riesca mai a capire da dove viene questa mia paura dei legami... come ne vengo fuori??? Non ci sto saltando fuori per niente. E rischio di rovinare tutto, persino con quest'uomo che non si può comunque impegnare con me, ma col quale un legame si è creato. Vivo con paranoie assurde sebbene sia presente, attento, rassicurante e - oddio - a volte persino paterno. E mi rendo conto bene che se all'inizio era catturato dalla mia imprevedibilità alla lunga rischio di risultare davvero insopportabile con la mia diffidenza... perché la sente come un'ingiustizia e ha ragione. Mi risponde sempre, mi cerca, mi fa sentire che mi è vicino, che mi pensa, che è pronto a sostenermi, che c'è... e io... Aiuto!!! :-(
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  4. Avatar di Amina

    Amina 14 anni fa (4 Gennaio 2011 16:03)

    Bice, leggendo di queste tue esperienze la sensazione che ho avuto è stata che la famiglia perfezionista ti ha condizionato a fondo (come è successo a tutti noi, dato che il bisogno di amore da bambini è vitale, nel senso della sopravvivenza fisica) portandoti inconsciamente a fare l'equazione: se mi comporto come voi chiedete sono amata, al contrario no, e desideri comportarti diversamente dai soliti schemi della gente per vedere se sei amata per quella che sei. Non sono una psicologa, è solo un'intuizione.
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  5. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (4 Gennaio 2011 18:51)

    @ Amina. Non tanto se mi comporto "come", quanto se sono perfetta, se eccello: la più brava a scuola, la più bella... Io non ce l'ho mai fatta, non sono mai stata la migliore, arrivavo sempre seconda. Questo per la perfezione. L'anticonformismo è un'altra cosa. Dipende anche dalla mia formazione scolastica, che ha compreso studi di filosofia, sociologia... Per me pensare con la propria testa è l'unico modo di vivere. Io non sopporto gli schemi, le regole, le religioni, i partiti politici... Non sopporto i luoghi comuni e certe mentalità chiuse. Non è una sfida, è vivere con consapevolezza, facendo delle scelte motivate da ciò che davvero si vuole e si sente, da ciò che ha senso per me, non per la massa. Significa chiedersi sempre perché e avere il coraggio di scegliere. Sempre, sempre e comunque. Il più possibile. Anche nei confronti di me stessa. Per me è sempre tutto in discussione, tutto in movimento. Ma alla fine - te lo direbbe qualunque sociologo - sono solo figlia del mio tempo. Non c'è in gioco solo l'amore. C'è in gioco la libertà, l'autodeterminazione. Con tutti i rischi che ciò comporta. Non sono la sola e non credo che chi è come me, in questo aspetto, venga per forza da una storia familiare come la mia. Forse, più di altri, razionalizzo. . Comunque: i miei genitori mi amano, eccome. Hanno fatto del loro meglio e se penso da dove vengono, da quali storie, non posso che inchinarmi al miracolo che hanno fatto. Ne sono ben consapevole, ne abbiamo parlato spesso. Purtroppo io non mi sono ancora liberata di tante cose che oggi, lo sento, mi impediscono di esprimermi in tutto il mio potenziale. Me ne accorgo bene di quali catene mi frenano. E so anche chi ha la chiave. Ce l'ho io. E forse la tengo pure in mano. Anzi, son qua che me la rigiro tra le mani, proprio...
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  6. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (4 Gennaio 2011 22:39)

    @ Amina Tu hai questa intuizione di Bice? Io no, ne ho un'altra. Fai conto: qual'è la differenza tra una moglie ed un'amante? La moglie lava, stira, litiga, sopporta la partita in TV, etc. etc. etc. L'amante no. Ergo, credo che le vada bene così. SIa chiaro, non è una critica, un'offesa, è solo una considerazione di carattere pratico.
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  7. Avatar di Amina

    Amina 14 anni fa (5 Gennaio 2011 3:25)

    Riccardo, ci sono diverse chiavi di lettura dei ruoli. In ogni comitiva di amici penso ci siano più di una donna single e attraente, che si veste in modo da mostrare ciò che ha di più armonioso: più di una volta ho sentito commentare da parte di qualcuno dei presenti che avrebbero pensato a quelle minigonne più tardi, mentre stavano a casa con la moglie. E tutti vissero felici e contenti...
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  8. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (5 Gennaio 2011 3:27)

    @ Riccardo. Le cose che scrivi le ho lette spesso qua e là... non ho mai capito se sono consolazioni delle amanti o sfoghi delle mogli. In ogni caso io, che ho una lunga carriera da amante, non le ho mai pensate. Neanche quando avevo bisogno di consolarmi del mio status. Per cominciare, io non sarei una moglie che lavastiralitigasopportalatv... Perché non credo che questo sia il destino obbligato di una moglie (che non è né una donna di servizio né una balia). Vediamo... quando ho il cesto pieno sbatto in lavatrice la mia roba, poi stendo (non ho l'asciugatrice), ma non stiro praticamente nulla... basta stendere bene, comprare le cose giuste. La tv non la guardo mai. Con un marito in casa cosa cambierebbe? Sarei forse in dovere di lavarestirare per lui? E perché mai? Cioè non ne capisco proprio il motivo. Anche gli uomini sono capaci di farlo. O di pagare qualcuno per farlo. Se si vuole guardare la tv, che si guardi la tv. Io farò quel che piace a me. Ognuno è libero di avere i suoi interessi, i suoi spazi e i suoi tempi. Litigare... si litiga comunque, anche da amanti. Certo la convivenza crea più potenziali occasioni di litigio. Si tratta anche di sapersi gestire. In ogni caso, vedi, se avessi una relazione con un uomo libero, non per questo e per forza me lo sposerei. Anzi, per la verità, non sono nemmeno per la convivenza. Non vedo cosa il vivere sotto lo stesso tetto abbia a che fare con l'amore. Non ci arrivo proprio. Amore per me è intimità, amicizia, dialogo, sostegno, cura, affetto, sesso ed, eventualmente, anche progetti comuni. Che non sono per forza quelli di una convivenza o di far figli. Il progetto comune che vorrei: impegnarsi per farla durare e farla durare bene, 'sta relazione. Perché credo che nel tempo le cose migliorino. Perché vorrei andare in profondità in un rapporto, ma proprio giù in fondo, alla radice dell'essere, a realizzarsi e realizzare l'altro nel suo più intimo potenziale. Per me è bellissimo conoscere e scoprire le persone, creare quel legame intimo, profondo, forte... e tutto questo col classico matrimonio non ha nulla a che vedere. Oppure sì, può anche essere, ma non per forza, non ad ogni costo, non perdendo di vista il resto. E se l'amore crescesse meglio in case separate? Se in questo modo fosse più facile tenere vivi la passione il dialogo? La famiglia... ma chi l'ha inventata? Il matrimonio? Non tutte le società sono organizzate così, nel tempo e nel mondo, non con lo stesso tipo e concetto di famiglia... e comunque... che tipo di istituzione è? Economica, sociale, di controllo, religiosa? Ma l'amore, scusate, che c'azzecca??? Io guardo la sostanza. E ci può essere più sostanza a far l'amante. O no. Ma non è quello il discrimine. . Comunque sia, in effetti Riccardo tu non parli d'amore e fai solo una considerazione di ordine pratico. Però non è quella che faccio io. Non è lì che si gioca la mia scelta. . La verità è che se lui fosse libero e disponibile ad una relazione full time, io... scapperei a gambe levate. Almeno ora come ora. Invece così sono più tranquilla che non si mette in gioco troppo, potenzialmente. Anche se in realtà mi rendo conto che questa è solo illusione, una roba che mi racconto io perché... perché vedi la differenza dove sta? Sta nel fatto che non facciamo le vacanze insieme e che non prendiamo troppe abitudini? Una volta per me queste cose erano importanti, perché facevo di un uomo il centro del mio mondo. Ma ora che sono più indipendente, da un punto di vista pratico, in realtà non rischio meno che in una qualunque storia. Perché il mio coinvolgimento con quest'uomo è totale. Ahimé... è per quello che ho una fifa blu. Prima me li sceglievo meglio: la storia con quello che era solo sesso (raggiunte vette altissime), poi con quello solo platonico (feeling mentale bellissimo) e ora? Ora ho entrambe le cose. Altroché part-time. Questo c'è, è presente, mi dà tutto quello che può ed è più di quello che chiunque altro mi abbia mai dato in vita mia. Mi dice "chiedi" e io... io ho paura. Oh sì, resterà con la moglie, ha detto. Dice anche che con lei va tutto bene. Certo, come no, benissimo. Poi un giorno la bomba esplode, come sempre. E quel giorno non so se voglio esserci. Il giorno che lui dovesse dirmi "adesso siamo io e te". Lì, se nel frattempo non sarò cresciuta, sarà un gran bel casino. E anche se non sarà cresciuto lui. Perché è vero che gli uomini non mollano le mogli. Si fanno mollare, infatti di solito. Si fanno scoprire e succede sempre tutto da un giorno all'altro per loro. E non sono mai pronti. E quando succede si attaccano a quel che hanno. E il rischio è di ripetere il copione. . Come il mio ex, vedi. Che ora è libero e mi vuole, al 100% stavolta. E io non ci penso proprio, nemmeno se per anni ho sognato questo momento. Perché nel frattempo io ho capito delle cose e lui no, lui è rimasto tale e quale ed è pronto a recitare la solita parte, nella solita storia. E mi tradirebbe come le ha sempre tradite tutte. Allora meglio il nuovo. Anche se è impegnato. Ci vedo più potenziale. Almeno questo è un po' più consapevole. E poi mi dà mooooolto di più. E voglio riuscire a restare senza scappare. E vivere quelle cose che mi fanno tanta paura. Anche se non è quello giusto... perché invece... invece lo è. Giusto per questo momento, giusto per me ora. Mica ci siamo incontrati per caso. E se non si cresce insieme almeno avrò capito altro di me. E intanto sarò stata anche felice. . Dunque io resto perché quest'uomo impegnato è giusto per me e mi fa felice, ma il lavastira non c'entra nulla. C'entra l'amore, per quello che dell'amore io sono capace di vivere oggi. :-)
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  9. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (5 Gennaio 2011 13:00)

    @ Bice "La verità è che se lui fosse libero e disponibile ad una relazione full time, io… scapperei a gambe levate.". X = Y
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  10. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (5 Gennaio 2011 14:13)

    @ Amina... vedi, però, anche tu rischi di cadere in qualche luogo comune. L'uomo che "si fa" l'amante non la sceglie per forza per sesso. Infatti io ho avuto anche, da amante sempre, una storia platonica, completamente platonica, durata ben 1 anno e fatta di tantissime mail e incontri settimanali (pranzi, caffè e passeggiate) volti a parlare, condividere e sfogarsi, con un po' di tenerezza. Quest'uomo si è definito innamorato di me. Lei lo ha considerato un vero tradimento, pur senza sesso (lui riteneva di no, perché sesso non c'era stato). Dunque? Nelle altre storie c'era anche il sesso, ma non solo quello. L'uomo sta a casa con la moglie e da là ti cerca, ti manda messaggi e mail, ma non certo solo a sfondo sessuale. Che l'amante sia lo sfogo sessuale è un bel luogo comune - forse inventato dalle donne e alimentato dalla propensione maschile per il sesso - per sminuire la gravità del tradimento agli occhi femminili. Ci si racconta che LEI lo ha provocato con le sue minigonne (non la metto da 10 anni), che LUI ha perso la testa e ha gli ormoni in subbuglio, che LUI corre dietro alle ragazzine, che gli uomini sono tutti animali, le donne tutte tr... E via così. E ci si nasconde l'unica verità: cioè che qualcosa nella relazione ufficiale non va, che le responsabilità sono di entrambi e che il tradimento è sempre un sintomo e mai una causa. E se anche il tradimento dipende da una incapacità maschile di stare in una storia (come credo sia in questo mio ultimo caso), si tende a dare la colpa all'amante e a non riconoscere che, comunque, per anni non si è voluta vedere la realtà dell'altro, capire una sua difficoltà che ha messo in crisi la coppia... e così via. Penso che se chi sta in coppia guardasse dentro e non fuori per capire cosa non va e si prendesse le sue responsabilità... tante coppie si salverebbero. Ma non lo fanno, né i traditori né i traditi. . Questo per chiarire cosa è un'amante (altra cosa sono le scappatelle occasionali) per un uomo. E' la donna che tappa le falle di una relazione, che dà quello che la moglie non dà più o non ha mai dato. E' la donna che non si trasforma in mamma dimenticando di essere femmina, che non passa il tempo ad appensantirti cercando di cambiarti, che non si lamenta in continuazione, che non si scorda di depilarsi le gambe, che ha voglia di momenti romantici, che ti desidera, che è felice di vederti, che ti ascolta e non parla solo dei suoi problemi, che non ti dice continuamente di diventare grande... Penso che uno scambio di esperienze tra amanti e mogli sarebbe utile. Mogli, lo sapete di cosa si lamentano i vostri uomini e perché vi tradiscono? Lo sapete quanto spesso l'uomo torna a casa e non trova una donna, quella che aveva sposato, ma trova una donna-mamma che lo tratta come un bambino, che non fa che lamentarsi, che insegue assurdi ideali di perfezione familiare, che è sempre seria, rigida e pure incazz, che passa il tempo a sgridarlo, che pensa solo ai figli??? Ora mi si dirà che per un'amante che non vive la quotidianità di un uomo e di una famiglia è facile restare così vitali. Può essere, ma forse va anche a carattere, forse si possono fare scelte diverse invece che uniformarsi a modelli che da sempre evidenziano problemi. . Infine, Amina. E' vero: gli uomini guardano le belle donne (tutti, anche quelli che non sembrano farlo) ma non per questo sempre tradiscono. Che c'è di male? E' la natura, inutile raccontarsi che un uomo non risponda a stimoli sessuali. Passare all'azione, alla scappatella occasionale, poi è questione di quel che trova a casa e di che valori ed esigenze ha lui. Solo, questo tuo discorso inserito nell'ambito di un più ampio discorso sul tradimento, su mogli e amanti... non ha senso! E, per inciso, nessuno dei miei uomini impegnati mi ha conosciuto e frequentato in minigonna o altro simile abbigliamento. L'attrazione, quella vera e profonda, è ben altro. Io gli uomini li ascolto.
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  11. Avatar di Vanesia

    Vanesia 14 anni fa (5 Gennaio 2011 20:34)

    Ciao a tutti! cara Ilaria (e cari Voi tutti..) è assolutamente vero quello che scrivi: nel fissarci degli obiettivi....finiamo per perderli di vista. Ne ho una marea di obiettivi da raggiungere, e credimi...da qualche giorno a questa parte sono arrabbiata perchè la mia voce interiore mi ricorda che "fai un lavoro che non ti piace!!!!". Ebbene si, il mio lavoro non mi piace...e non so se non mi piace l'ambiente, il mio responsabile...o quello che faccio...ma mi sto convincendo che molto probabilmente non mi piace quello che faccio. Ieri ne ho parlato con il mio responsabile, il quale mi ha paternalmente consigliato di crearmi una vita sentimentale perchè se avessi un fidanzato magari sposterei su di lui i miei sensi di vuoto, e che inoltre oggi a NESSUNO piace il proprio lavoro...anche lui che poverino guadagna 2.300€ al mese....non apprezza quello che fa. Io sinceramente, credo che ci possa essere la possibilità di fare il lavoro che ci gratifica, e io NON MI SENTO GRATIFICATA!!! ho fatto tanti colloqui, e le proposte piu' allettanti mi chiedevano di abbandonare subito il mio posto di lavoro senza dare il preavviso...ma io non ho il coraggio di fare una cosa del genere perchè in fondo l'azienda in cui lavoro si è sempre comportata onestamente con me. io non so se cercare un lavoro con le stesse mansioni...o se cambiare completamente scenario.... e insomma, in questi giorni mi sento un po' giu'. vi prego....datemi un consiglio!!!!!
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  12. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (5 Gennaio 2011 22:29)

    @ Vanesia. Fare un lavoro che ci piace è possibile, io lo faccio. E conosco molti che lo fanno. Magari ci sono pro e contro anche se ci piace, qualche compromesso e momenti difficili, ma alla fine il bilancio è super-positivo. Non va sottovalutato nemmeno il discorso colleghi-capo-relazioni sul lavoro. Un capo che ti dice che nemmeno a lui piace il suo lavoro è un pessimo capo. Pensa di motivarti così? E' questo il gioco di squadra? Cosa ti trasmette? Poveretto, peggio per lui. Tu puoi fare meglio. Quando seleziono il personale per il progetto di cui sono responsabile, valuto non solo la predispozione per quel lavoro ma anche la passione, l'interesse per quel lavoro (e non per i soldi). Perché altrimenti non si dura, non si va da nessuna parte. Cerco poi di trasmettere passione ed entusiasmo, incoraggio, sono positiva. Passiamo dei momenti duri, ma abbiamo le nostre soddisfazioni. E una persona motivata e felice di quello che fa... rende pure di più. E si lavora tutti meglio. Il fidanzato cosa c'entra? Perché ci si dovrebbe accontentare di essere soddisfatti in un solo ambito della propria vita e tirare a campare sul resto? In conclusione, per come la vedo io, hai mille buoni motivi per mollare quel lavoro. E quel capo. Hai altre occasioni? Vai... Se rinunci al preavviso, un'azienda ha i mezzi per fartela "pagare", in senso letterale. Informati. E informati anche se dall'altra parte ti ripagano. Del resto sai tu quanto sei prontamente sostituibile o meno... Figuriamoci poi se non trovi un'occasione anche senza questa storia del preavviso. Quanto al tipo di lavoro, questo lo puoi sapere solo tu. E forse l'unica è provare, senza paura dei cambiamenti.
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  13. Avatar di Vanesia

    Vanesia 14 anni fa (5 Gennaio 2011 23:39)

    @ Bice: solo leggendo le tue parole, è salita l'adrenalina a piu' non posso...grazie Bice:-) il preavviso è giusto darlo....anzi, ti diro' che 3 settimane non basterebbero a trovare un'altra persona e a formarla perchè in ufficio siamo solo in 2: io e il mio responsabile. ho cercato di soffocare per tanto tempo questa mia insofferenza, pensando che in fondo oggi un contratto a tempo indeterminato (che io ho) è difficile trovare. E ho anche pensato che la colpa fosse mia perchè non mi concentro abbastanza, perchè non mi impegno, perchè non ci metto la passione....ma dopo che ho esaurito tutte le giustificazioni possibili e immaginabili, mi ritrovo punto e a capo: non sto bene in quell'azienda, e la mia paura piu' grande è che sono io ad avere un carattere insofferente, che da un'altra parte comunque non mi troverei bene....sono molto brava a darmi addosso purtroppo. ti ringrazio ancora per la tua "spronata", leggero' ogni giorno quello che hai scritto.
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  14. Avatar di Amina

    Amina 14 anni fa (6 Gennaio 2011 2:58)

    Bice, non capisco perchè ti senti punta sul vivo da quello che ho condiviso con Riccardo: la seduzione tra uomo e donna non si esaurisce nella sfera sessuale, in una dozzina di coppie che conosco la relazione stabile si ricarica anche attraverso gli stimoli di vario genere (feeling mentale - apprezzamento estetico - conversazione brillante, senso dello humour - amicizia profonda, sentirsi valorizzati, stimati per le proprie qualità e competenze) che arrivano all'uomo tramite altre donne. Loro non si sente minimamente traditori per questo, anzi (testuali parole: prendo l'aperitivo fuori, vado a cenare a casa!). Io non ho mai giudicato nessuno di loro: all'epoca delle mie nonne in quasi ogni coppia l'uomo aveva l'amante, la moglie lo trovava una routine di vita normale. L'unica esperienza che mi ha coinvolto emotivamente è stata accogliere gli sfoghi di un paio di amiche che hanno iniziato nel ruolo, che a loro stava benissimo, di donna di riserva, e nel tempo non gli è più bastato, ma non sono riuscite a cambiare la situazione. A me piace convivere con le persone che amo: anche se sono in vacanza con un'amica, al momento della partenza mi prende un magone che non finisce più.
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  15. Avatar di Amina

    Amina 14 anni fa (6 Gennaio 2011 3:58)

    Riguardo all'esito della tua relazione precedente, si tratta per me di storie già viste, già ascoltate: capitano di frequente. Vivere da single o in coppia non è una discriminante, dato che ho ancora un aspetto che gli occhi di chi guarda esultano, spesso succede anche a me di essere oggetto dell'attenzione maschile (magari accompagnata dalla solita battuta: guarda che sono impegnata - Embè? Non sono mica geloso!). Seguendo i tuoi ragionamenti, sarebbe bello coltivare più di un rapporto: non è difficile incontrare un uomo solo per il sesso, un altro romantico con cui conversare di letteratura, un altro ancora per i progetti di lavoro, magari uno con cui fare shopping, un altro perchè fa battute ed è divertente, con cui andrei a trascorrere il week end nei periodi in cui urge staccare la spina, e anche un sesto dinamico con cui andare a ballare o a giocare a tennis. Solo che mi sono data una regola, quella di non intromettermi nella vita altrui già organizzata in maniera consolidata, non fosse altro che per non essere strumentalizzata. Infatti un uomo che mette in piedi una storia parallela a quella principale ha sentito le prime avvisaglie di malessere dentro di sè e le ha messe a tacere, si crea tutta una serie di alibi (fa stare meglio me e non sto facendo male a nessuno, lei non se ne accorgerà, non le sto togliendo nulla, a questa donna che ho conosciuto che mi piace da impazzire ho parlato chiaramente e a lei sta bene così, la pensa come me, carpe diem). Poi un bel giorno si sveglia e fa le valigie, perchè attraverso questo nuovo rapporto è riuscito a vedere con chiarezza in sè stesso. Secondo me questa consapevolezza andrebbe cercata senza usare delle donne come cavia, ma in un percorso strutturato accanto a dei professionisti, come Ilaria. Se dovessi prendere in considerazione la compagnia di un nuovo uomo, anche come amante, sarebbe uno che si è già individuato, ed è single. Questo ragionamento mi porta, in base al principio "fai ad altri quello che vorresti che facessero a te", a non lasciare che mi capiti una storia parallela; mi guarderei in giro solo se si concludesse quella attuale.
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  16. Avatar di Amina

    Amina 14 anni fa (6 Gennaio 2011 4:09)

    Li ascolto anch'io gli uomini; qualunque uomo è un cosmo che esploro con sincero interesse, come pure sono realmente interessata ad ascoltare chiunque mi trovo di fronte, e a ciascuno di noi piace essere ascoltato con attenzione. Tranne uno restano solo amici, però. Il discorso che gli uomini cercano comprensione altrove perchè rincasando trovano una vipera che li sgrida di continuo lo trovo, oltre che falso, avvilente: come potrei continuare a stimare chi mi racconta di adattarsi da anni a una convivenza del genere? Non solo non mi susciterebbe nessun desiderio di consolarlo, proverei subito la necessità di scansarlo, come si fa con un mollusco.
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  17. Avatar di Amina

    Amina 14 anni fa (6 Gennaio 2011 4:29)

    Concludo con una consapevolezza raggiunta: tutto ciò che ad un certo punto mette in crisi una coppia non sono le difficoltà da parte del partner, sono le difficoltà che dobbiamo cercare, discernere e analizzare dentro di noi! Chi segue questa procedura impara a volersi bene e risolve i suoi problemi: se la coppia non aveva più ragione d'essere il legame viene sciolto definitivamente, se invece ha ancora un valore si rigenera. Almeno io ho visto questo, osservando il corso degli eventi: quello che vediamo in noi lo esprimiamo con le nostre azioni e ci torna indietro come effetto; se siamo confusi creiamo situazioni indefinite e iniziamo a trovarci in esperienze complicate, se abbiamo chiarezza creiamo situazioni prive di ambiguità e ci capitano esperienze agevoli. Poi le chiavi di lettura sono migliaia.
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  18. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (6 Gennaio 2011 4:57)

    @ Vanesia. Prego. Io penso che le ore che passiamo al lavoro siano troppe per poter sopportare di non stare bene. Capisco il discorso del tempo indeterminato... io 5 anni fa ho lasciato il certo per l'incerto. Da allora vivo di contratti a tempo determinato e collaborazioni occasionali, consulenze... Ci vivo bene e non sono mai rimasta senza nulla da fare. Soprattutto sono molto più felice di prima. E non avevo nessuna esperienza del nuovo lavoro quando sono partita... dunque... Fossi in te coglierei l'occasione appena possibile, dando il preavviso a questo punto. Il responsabile, sai, fa i suoi interessi. Se il dubbio è quello di non trovarsi bene da un'altra parte l'unico modo per toglierselo è provare. Può darsi che tu scopra, come è successo a me, che è il lavoro da dipendente che non fa per te. L'importante è arrivare a capire cosa ci fa stare bene davvero. E per farlo spesso si deve provare. Secondo me se in questo lavoro non riesci a mettere passione e impegno non fa per te e basta. Non è una colpa né un problema di inadeguatezza tua... capita. Capita anche con le scelte scolastiche. E allora si cambia. Perché farsi sfuggire l'occasione di essere molto più felici di così? Potrei raccontarmi decine di storie simili alla tua. E sono tutte a lieto fine. Secondo me il fatto che tu senta questo malessere è positivo. Vuol dire che sei viva e che ti ascolti... c'è anche chi somatizza quando ignora i segnali. Invece per te potrebbe essere l'anno della svolta! In bocca al lupone, tienici aggiornate! @ FrancescaChiara: ci sei, cara? Io ti tengo sempre qui tra le braccia, non mi sono scordata di te. :-)
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  19. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (6 Gennaio 2011 4:58)

    @ Vanesia. Scusami, è tardi: volevo scrivere "potrei raccontarTI".
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  20. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (6 Gennaio 2011 5:00)

    @ Riccardo: eh eh. Se vuoi dirmi che sono incoerente... lo so! Che non tornano i conti, idem. Butto solo lì sensazioni e pensieri. La verità è che stavolta mi sto proprio innamorando :-)
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