Se vuoi attrarre la persona, la relazione e – soprattutto – la qualità di vita e la vita giuste per te, devi rimanere focalizzato/a su di te, sui tuoi bisogni, sui tuoi obiettivi.
Ti devi occupare di te stesso/a, della tua crescita e della tua felicità.
Lo spiego bene anche nella mia guida gratuita “Come attrarre la persona giusta per te in 11 passi” che puoi scaricare adesso.
Nella vita di tutti i giorni e nel mio lavoro a stretto contatto con le persone, noto spessissimo che un modo molto efficace, in negativo, per non ottenere ciò che si vuole è portare di continuo l’attenzione verso gli altri, verso l’esterno.
Intanto chiarisco: gli altri e la comprensione degli altri sono fondamentali per una vita di relazione felice e un’esistenza serena ed equilibrata. Ma è necessario che tu parta dal tuo equilibrio personale concreto e reale. Diversamente è impossibile che tu instauri rapporti sani, duraturi e soddisfacenti con chiunque e a qualunque livello.
Torniamo all’argomento centrale dell’articolo, che è importante e mi preme affrontare come si deve.
Ricevo moltissime email ogni giorno da persone diverse che hanno uno stile comune nell’affrontare i temi attinenti le emozioni, i sentimenti e i rapporti uomo-donna.
Intanto le email di cui ti voglio parlare si dividono in due macro-argomenti: il primo è quello che riguarda i modi per “conquistare” una persona che interessa; il secondo riguarda storie finite, molto spesso da un tempo piuttosto lungo.
Il primo dei macro-argomenti (“come faccio a conquistare quella persona che mi interessa?”) di solito viene affrontato da chi mi scrive attraverso il racconto particolareggiato degli incontri o degli scambi avuti con la persona desiderata. In più mi viene data una descrizione minuziosa e dettagliatissima di quella persona: (presunto) profilo psicologico; abitudini; attività professionale e/o di studio; situazione famigliare e legami di amicizia (le amiche e gli amici vengono sempre descritti nei minimi particolari, fisici, psicologici e caratteriali), storie passate, modi di pensare, hobby, attività, passioni, “frasi storiche”, piatti preferiti (giuro!) etc. etc.
Un identikit preciso, che spesso richiede pagine e pagine di testo (io leggo sempre tutto molto attentamente e con cura).
Chi scrive e mi chiede un parere, di sé non mi dice praticamente nulla: qualcuno mi dice l’età, qualcun altro la sua attività, qualcun altro ancora la città in cui vive. Mai tutte e tre le cose insieme e mai qualcosa in più di questo. Non mi racconta – in modo esplicito – niente dei suoi sentimenti, delle sue emozioni, dei suoi desideri.
Il secondo dei macro-argomenti è la richiesta di un parere, di un’illuminazione, di una “chiave d’interpretazione risolutrice” su storie conclusesi già da un anno/due: le email esordiscono con una frase classica “Sono un ragazzo di Genova…”, “Ho letto la tua guida e ho pensato di scriverti…” e poi continuano (anche qui con pagine e pagine) con un riassunto dettagliatissimo della storia, dall’inizio alla fine. Il fatto è che la protagonista o il protagonista non è mai chi mi scrive e mi chiede un parere, ma solo ed esclusivamente il partner, la controparte. Anche qui mi viene raccontato tutto di lei o di lui, fin nei particolari più minimi. Io di chi scrive non so nulla, perché nulla mi racconta di sé (in modo esplicito).
Quando le email trattano la questione “come faccio a conquistarla/o?” di solito le domande fatidiche che mi vengono poste sono del tipo: “secondo te, lui/lei che cosa pensa di me e di quello che ho fatto?”, “pensi che ci sia rimasta/o male per come le/gli ho risposto?”, “credi che accetterà un appuntamento?”.
Quando invece trattano la questione “voglio chiarire una storia finita” di solito la domanda è “ora a me quello che interessa è capire perché lui/lei ha reagito in quel modo e/o ha assunto quel particolare atteggiamento.”
Spessissimo ricevo richieste del tipo: “Ilaria, mi spieghi che cosa spinge una ragazza di vent’anni a lasciare il suo ragazzo per andare a studiare all’estero?” o “Perché un uomo affascinante e simpatico, decide di chiudersi in se stesso per un periodo della sua vita e di non frequentare compagnie femminili?”.
La cosa interessante è che chi mi pone queste domande non è la ragazza di vent’anni e nemmeno il ragazzo che lei ha lasciato, ma è un suo amico che la corteggia e al quale lei non è interessata; oppure, nel secondo caso, chi scrive non è l’uomo affascinante e simpatico e nemmeno una sua ammiratrice che vorrebbe conoscerlo meglio, ma un collega e/o amico che non si dà pace del fatto che il tipo in questione sia ricercato dalle donne e non le ricambi…
Questi sono alcuni esempi di un certo tipo di richieste che ricevo e che mi fanno riflettere.
Ti senti un po’ confuso/a?
In effetti c’è di che fare confusione.
Infatti, quando ricevo richieste di questo genere, di solito il mio obiettivo è fare chiarezza, asciugare, tornare al nocciolo della questione.
Togliere il superfluo. Andare alla radice.
E dò una risposta che viene recepita come “forte” e spesso lascia spiazzato/a chi la riceve.
Di solito scrivo: “Mi hai raccontato tutto di lei (o di lui). Ma tu non sei lei (o lui). Quindi, spiegami: tu che cosa provi, davvero? Che cosa vuoi davvero? Che cosa desideri realizzare per te?”
So che questa è una domanda la cui risposta può dare inizio a una “rivoluzione” personale e a un profondo cambiamento, per chi è davvero disposto/a a mettersi in gioco per migliorare la propria vita e attrarre la persona e la relazione giusta.
Non a tutti piace sentirsela fare, per molte ragioni.
Non tutti decidono di ascoltarla e di rispondere.
Tu che ne pensi di quel che ti ho raccontato?
Cordialmente
Ilaria
P.S. Non è finita qui: continuerò il discorso iniziato in questo articolo la settimana prossima. Tu lasciami il tuo commento con la tua opinione…
Maria Cristina 2 anni fa (26 Dicembre 2022 23:43)