(Sì, lo so che lo sai, ma credo che ricordarcelo ogni tanto, non faccia per nulla male, dato che molte persone nutrono moltissime aspettative su chi sta loro intorno e sul partner – reale, potenziale o fantasticato che sia – ).
Se vuoi attrarre la persona e la relazione giuste per te nella tua vita, devi abituarti a contare su te stesso/a e a non contare sugli altri.
Devi imparare a con-vivere con gli altri e non ad aspettarti che gli altri ti mettano nelle condizioni di sopravvivere, di vivere o che rendano la tua vita un’esperienza meravigliosa.
Di quanto siano importanti l’autonomia e l’indipendenza personale parlo molto ampiamente nel blog e nei percorsi per te.
Sopravvivere, vivere e – molto più importante – rendere la tua vita meravigliosa, è un compito che spetta solo ed esclusivamente a te.
E saper scegliere la persona giusta e costruire la relazione giusta per te rientra nell’ambito del “rendere la tua vita meravigliosa” (sempre che ti interessi avere una relazione sentimentale, ovvio).
Ti garantisco che, anche se non ne sei pienamente consapevole e anche se non vuoi crederci, tu hai tutte le capacità per rendere la tua vita meravigliosa.
Ma, guarda un po’, oggi non è proprio solo di te che ti voglio parlare, ma ti voglio parlare di te in relazione agli altri e soprattutto ti voglio parlare degli altri, cioè di tutte le persone che ti stanno intorno e in particolare di chi ti sta molto vicino (il “prossimo”, per usare un termine del Vangelo).
Gli “altri” sono persone, sono esseri umani: uomini o donne, giovani o adulti, bambini o nonni, “istruiti” o “meno istruiti”, ciascuno di loro ha la sua propria personalità, le sue convinzioni speciali, i suoi valori irrinunciabili.
Esattamente come ce li hai tu.
Ciascuno di loro ha una situazione specifica e personale di salute e di equilibrio psicofico (la fisiologia e la biologia influenzano in modo determinante gli atteggiamenti e i modi di pensare, gli “umori” e gli stati d’animo).
Esattamente come ce li hai tu.
Ciascuno di loro ha i suoi desideri, i suoi bisogni, la sua voglia di vivere una vita meravigliosa.
Esattamente come ce li hai tu.
Ciascuno di loro ha le propria difficoltà, i propri imbarazzi, le proprie incertezze.
Probabilmente come ce li hai anche tu.
Ciascuno di loro fa il meglio che è in grado di fare con le risorse che ha a disposizione in ogni singolo momento e occasione.
Come molto probabilmente fai tu.
Sei d’accordo, vero?
Ora, dove voglio arrivare dicendoti tutto ciò?
Mi spiego meglio.
Nella nostra cultura, intrisa di convinzioni di origine religiosa e moralistica, viene spesso posta – seppure in maniera non sempre esplicita e manifesta – un’attenzione particolare a quello che definirei un “vago” principio regolatore basato sull’altruismo.
Cioè, viene passato come importante e positivo un atteggiamento di attenzione verso gli altri: sei buono/a e bravo/a se pensi prima agli altri e al loro benessere e non a te stesso/a.
Questo fa sì che in un modo o nell’altro molte persone, senza accorgersene pienamente, assumano verso gli altri un atteggiamento improntato al giudizio: se il pensare comune definisce buono e giusto l’altruismo, ci si sente giustificati a giudicare negativamente coloro che non rispettano quello che viene ritenuto un atteggiamento altruistico.
Da qui, poi, si compie un altro passo: ci si aspetta che gli altri siano altruisti, se no non sono “amorevoli” e “degni di amore”.
Detto in soldoni: si scatena un meccanismo potente per il quale ci si aspetta che le persone, per manifestare il loro amore sincero e il loro valore “morale”, debbano adoperarsi per far star bene gli altri.
Nelle relazioni, e nelle relazioni di coppia in particolare, queste aspettative – come spesso accade per le faccende d’amore – diventano gigantesche.
Cioè: per molte persone è normale porre enormi aspettative sugli altri, secondo il ragionamento per il quale “il tuo amore mi deve salvare la vita, farmi sentire bene, permettermi di essere felice, se no non è amore”.
Insomma: il senso dell’amore diventa “ricevere”. E se ho diritto di ricevere, ho diritto di aspettarmi da te il meglio per me.
Ma se ciascuno di noi ha dei limiti, che logica c’è nell’aspettarsi che un’altra persona, oltre che di sé e della propria felicità, si occupi anche della nostra?
Pensare che gli altri risolvano i nostri problemi e realizzino la nostra felicità, è davvero molto lontano dall’amore.
L’amore è stare con, con-dividere con gli altri, trovare uni-one con loro.
Ma non è caricare loro delle responsabilità che spettano a noi.
Gli altri sono impegnati nel loro proprio percorso di vita e sono equipaggiati per quello.
Ciascuno è impegnato nel proprio percorso di vita ed è equipaggiato per quello.
Tu sei impegnato/a nel tuo percorso di vita e sei equipaggiato/a per quello.
Non svalutare te stesso/a rinunciando a mettere in campo le tue risorse per la tua felicità.
Non dare a un altro o a un’altra il carico della tua vita: non gli/le spetta.
Scegli di con–vivere, con-dividere, col-laborare con gli altri.
In definitiva: scegli di amare per davvero.
Cordialmente
Ilaria
Gio 13 anni fa (5 Agosto 2011 15:27)
cavoli come mi piace leggervi, ormai è una dipendenza x me! ;-) come faccio 2 settimane senza di voiiiiiiiii??????? baci a tutti e buone vacanze!Elisa 13 anni fa (8 Agosto 2011 10:56)
Bice 13 anni fa (8 Agosto 2011 17:03)
ilariacardani 13 anni fa (8 Agosto 2011 20:09)
Bice 13 anni fa (8 Agosto 2011 20:17)
Riccardo 13 anni fa (9 Agosto 2011 9:17)
helena 11 anni fa (18 Ottobre 2013 13:19)
Fabio 10 anni fa (30 Gennaio 2015 13:49)
Bice 13 anni fa (31 Luglio 2011 23:07)
Amare per davvero... è ciò che voglio.Goldie 11 anni fa (18 Ottobre 2013 16:19)
Sì