Il pericolo delle storie “troppo” importanti

Se vuoi attrarre la persona e la relazione giuste per te nella tua vita, non devi dare troppa importanza all’amore, alla relazione e al tuo partner o alla tua partner.

Non devi dare troppa importanza all’amore. Non devi dare troppa importanza alla relazione. Non devi dare troppa importanza al tuo partner o alla tua partner.

(Ho scritto due frasi uguali, mica mi sono sbagliata, l’ho fatto apposta).

Non devi dare troppa importanza alla ricerca della persona giusta per te.

Questa è una cosa essenziale,  f-o-n-d-a-m-e-n-t-a-le.

Ne parlo anche nella mia guida gratuita “Come attrarre la persona giusta per te in 11 passi” che, se non l’hai ancora fatto, ti conviene scaricare subito.

Devo ripeterlo?

Ok, lo ripeto e lo ribadisco.

Te lo dico con altre parole: non devi amare troppo; non devi contare sull’altro/sull’altra, non devi cercare appoggio, non devi cercare conforto ai tuoi dispiaceri di una vita e alle tue ferite del passato.

NON DEVI DARE VALORE ALL’ALTRO, ALL’AMORE E ALLA RELAZIONE PIU’ DI QUANTO NE DAI A TE STESSO O A TE STESSA.

Non devi dimenticarti di te, della tua vita, della tua felicità, dei tuoi valori, del tuo piacere, della tua serenità interiore. Dei tuoi divertimenti. Del tuo godimento sessuale. Della tua realizzazione personale. Delle tue passioni. Delle persone alle quali tieni e che ami. Delle barzellette che ti fanno ridere. Degli abiti che ti piacciono. Dei libri che ami. Della musica che adori. Della natura. Del mondo. Degli spaghetti e della pizza. Del tuo lavoro e dei tuoi hobby.

Non lo devi fare se hai accanto a te una persona che ti ama e che ami. Non lo devi fare se sei nella relazione dei tuoi sogni.

Non lo devi fare se sei ancora single. Se sei solo/a. Sei stato lasciato/a. Se sei divorziato/a o separato/a.

Non lo devi fare se sei in una storia sentimentale, in una relazione, in una convivenza o in un matrimonio nel quale stai malissimo, ma davvero male, e del quale non riesci proprio a liberarti.

Ecco, adesso lo dico papale papale, perché è troppo importante.

Avevo in programma e in serbo per te un articolo su un tema diverso, ma, dopo la pubblicazione dell’articolo della settimana scorsa, dedicato all’importanza delle storie poco importanti e dopo che ho considerato le reazioni che ha suscitato tra voi lettori, ho pensato bene di affrontare lo stesso discorso (difficilissimo che in due articoli consecutivi sviluppi lo stesso argomento), da un’angolatura completamente opposta.

Nell’articolo della settimana scorsa parlavo delle storie “lievi” e “leggere” che possono far divertire, far incontrare spensieratemente con il mistero affascinante dell’altro e che permettono di crescere.

E, molti, giustamente, hanno considerato che le storie poco importanti non sono per loro.

Qualcuno ha fatto riferimento a valori fondamentali dell’esistenza nei quali crede, qualcun altro alla ricerca dell’ideale, del vero amore e dell’Amore con la “A”  maiuscola.

Tutte considerazioni belle, vere, importanti.

Esiste il vero amore? Sì, esiste. Vi sono persone che lo vivono e l’hanno vissuto. Per davvero e sinceramente.

Esiste il partner ideale? Sì, esiste. Vi sono persone che ce l’hanno il partner ideale. Per davvero.

Esiste l’Amore con la “A” maiuscola? Sì, esiste. Eccome.

Tutte queste cose esistono e sono reali. Sono frutto di desiderio, impegno, costruzione quotidiana. Maturazione personale.

Desideri il rapporto della tua vita e vuoi scoprire il modo giusto per far innamorare un uomo e costruire con lui una relazione sana, serena e che duri nel tempo? Ecco il precorso che ti guida passo passo nella realizzazione di una vita di coppia sana e appagante, dal primo incontro fino alla convivenza

E dell’interpretazione che ciascuno dà degli accadimenti della vita. Della propria vita.

Che significa questo?

Significa che il partner ideale, il vero amore e l’”Amore con la “A” maiuscola” possono entrare nella tua vita proprio nel momento in cui tu li rendi qualcosa di concretamente esistente nel tuo percorso quotidiano.

E come fai a rendere qualcosa “concretamente esistente” nel tuo percorso di vita?

Smettendo di sognare, smettendo di attaccarti a un ideale, smettendo di rimanere fedele a una parola (in questo caso la parola “amore”).

E incominciando a dare reale e concreta importanza a te stesso e a te stessa, a quello che sei, a quello che ti piace, a quello che vuoi diventare e a quello che ti piacerà in futuro.

Credo che a questo punto sia necessario un chiarimento da parte mia, una sorta di “confessione” personale.

Sai perché ho scritto questo articolo “imprevisto” e l’ho scritto di getto e tanto “con la pancia e con il cuore”?

Perché, dal mio osservatorio particolare, in base alla mia esperienza personale di donna, e considerando il tutto anche e soprattutto dalla prospettiva dei tanti contatti che ho con le persone che cercano il mio aiuto professionale, ho fatto un po’ il punto della situazione.

Ho pensato alle tante donne e ai tanti uomini che si impediscono di vivere una relazione piena (e rifiutano di dare il proprio amore a qualcuno che lo meriterebbe e che non aspetta altro) perché seguono l’illusione della perfezione. O l’ideale dell’amore assoluto. E magari questa illusione e questo ideale, per loro, è solo uno scudo.

E ho pensato alle tante donne e ai tanti uomini che, dopo una separazione o un divorzio, o dopo la fine di una lunga e importante relazione, si sentono totalmente falliti come persone. Si sentono uomini e donne a metà. Si sentono – se è il caso – genitori inadeguati e falliti. Spesso si sentono anche figli degeneri (hai idea di quante persone in età matura, hanno imbarazzo, vergogna e timore a dire in famiglia che la loro “storia d’amore importante” è finita?).

Ho pensato alle tante donne e ai tanti uomini che continuano a restare in una “relazione importante”, in un matrimonio o in una convivenza, che non solo non dà loro più niente, ma continua a togliere, in termini di allegria, serenità, vitalità e anche … dignità.

E sai perché queste persone non decidono di abbandonare delle storie dolorose?

Perché rispettano di più l’idea del grande amore di quanto rispettino se stesse. Molto spesso questo loro modo di pensare è così radicato nella loro mente e, addirittura, sotto la loro pelle, che non ne sono consapevoli.

Soffrono e si sentono fallite e non si rendono conto che, semplicemente, possono andarsene.

E mettere se stesse e la propria vita al primo posto.

Insomma, che cosa concludo, una volta di più?

Della tua vita fai quello che vuoi, esaudisci i tuoi desideri, punta a realizzare i tuoi sogni.

Ma ricordati che prima di tutto vieni tu. Anche prima delle tue idee, delle tue convinzioni e dei tuoi ideali ;) .

Mando un forte abbraccio a chi legge, che si trovi d’accordo o totalmente in disaccordo.

Lasciami i tuoi commenti, le tue opinioni e le tue perplessità.

Cordialmente

Ilaria

Lascia un Commento!

121 Commenti

  1. Avatar di tamy

    tamy 14 anni fa (10 Maggio 2011 19:44)

    Ti dico questo per riflettere bene su questa persona perchè se non togli quell'alone dipoesia che gli hai dato anche se tronki con lui inconsciamente finirai per cercarlo in altri e ti ritroverai sempre con lo stesso tipo di persona a vivere le stesse situazioni..della serie gli attori cambiano ma il film è sempre lo stesso..Un abbraccio
    Rispondi a tamy Commenta l’articolo

  2. Avatar di Eleonora

    Eleonora 14 anni fa (10 Maggio 2011 21:24)

    Ti ringrazio,cara... Non son riuscita a decifrare i tuoi puntini di sospensione iniziali!;))))) Non so che dirti:non si scopre mentre lui vuole sapere come la penso su tante cose della vita x adeguarsi a me... Ha tante fragilita' che ho scoperto da sola... Apparentemente duro e tutto d'un pezzo,invece terribilmente dolce ed affettuoso. Io,una tigre:quante volte mi son esposta in passato quando qualche snob di cliente gli mancava di rispetto!! Si meravigliava ogni volta,quando io invece ammiravo l'UOMO che era diventato! Al di la' di tutto,continuo a volergli BENE MA ME LO TENGO X ME... il resto,hai gia' detto tu e condivido in buona parte.
    Rispondi a Eleonora Commenta l’articolo

  3. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (10 Maggio 2011 21:25)

    ...e io insisto che per togliere quell'alone di poesia e idealizzazione, concedersi di viverla è la cosa migliore... perché allora si capisce con chi si ha a che fare. Per me è stato così. E anche per Tamy mi pare! Non vivere è, in generale, sempre un peccato. Vivere fa capire tanto. Soprattutto se il problema è l'idealizzazione, si dovrebbe provare a incontrare la realtà. Altrimenti, Ele, come pensi di uscirne? Come ti disinnamori di lui? Gli amori platonici sono i più duri a morire... Non solo non ti concedi un uomo libero, ma nemmeno vivi qualcosa con uno impegnato... o, almeno, la si potrebbe vedere così... se è vera la teoria che chi si innamora solo di uomini impegnati in realtà ha paura di soffrire e vivere delle storie. A me pare di essere uscita da quel vortice. Stavolta ci ho provato con uno libero, che poteva davvero essere... Se non fosse che in realtà credo sia troppo immaturo per una vera relazione. Però la mia scelta di non avere una storia seria con lui stavolta non la leggo come una mia fuga dall'amore (come vorrebbe farmi credere lui) quanto come una fuga, giusta, da un amore immaturo. Insomma, io la considero una crescita. Questa storia poco importante mi ha fatto vedere altri aspetti di me e mi ha fatto capire meglio cosa voglio. Tuttavia un nodo resta, sempre quello. Ma sto realizzando che se mi ci accanisco col pensiero, considerandomi difettosa, sono infelice. Vorrei non pensarci più... pensare che si scioglierà da sé, col tempo... e intanto io potrei cominciare a vivere più serena, senza pensare sempre a questo problema, senza l'ansia di trovare qualcuno... un'ansia che mi accompagna da sempre. Vorrei liberarmi di questo obiettivo. Ma non considerandolo poco importante, solo accantonandolo per dedicarmi ad altro. Forse per un po' non verrò su queste pagine. Ci sentiamo, ragazze, ciao a tutte. :-)
    Rispondi a Bice Commenta l’articolo

  4. Avatar di Eleonora

    Eleonora 14 anni fa (10 Maggio 2011 21:33)

    Prima ascoltavo Mina: Quando l'amore ti tocca... Rappresenta bene il felino che e' in me: Ve la dedico!;)))
    Rispondi a Eleonora Commenta l’articolo

  5. Avatar di marco

    marco 14 anni fa (10 Maggio 2011 22:00)

    Articolo che colpisce per la sua schiettezza. Non ho molto da aggiungere oggi perchè hai saputo ben evidenziare gli errori che anni fa commisi con Gloria. Ma se è vero che un uomo migliora in modo costante e continuativo, ora ho imparato a non ripeterli e i rapporti di amicizia e amore che condivido con le ragazze che frequento sono emotivamente soddisfacenti, anche se non posso parlare dello stesso sentimento che ancora mi lega a Gloria.
    Rispondi a marco Commenta l’articolo

  6. Avatar di ELEONORA

    ELEONORA 14 anni fa (10 Maggio 2011 22:01)

    finchè non trovo una persona che mi"emozioni"ancor + intensamente,farà SEMPRE parte dei miei ricordi... è DA sempre stato così. considerando il fatto che al 90%,gli uomini non mi interessano perchè BANALI,PIATTI,SENZA PERSONALITà... CHECCEPOZZOFA'???? ANTONY HOPKINS ,ad es.,quando descrive cosa intende per AMORE,in un celebre film,... l'avrei SPOSATO IMMEDIATAMENTE!! MATURO abbastanza,rughe al posto giusto,carismatico e profondo... ahhhhhhhh,che meravigliaaaaaa!!!...per non parlare,poi,di come osserva la sua giovane amica... mhmmmmmmm,FASCINOSO! :)))))) W GLI UOMINI MATURI. I MIGLIORI.
    Rispondi a ELEONORA Commenta l’articolo

  7. Avatar di ELEONORA

    ELEONORA 14 anni fa (10 Maggio 2011 22:17)

    semplice,CARA BICE:cambiando aria e continuando a frequentare+gente possibile. io son molto esigente. ti sembrerà assurdo,ma son+forte di qualche mese fa...sto razionalizzando,vedendo i pro e i contro di questa storia. perchè VIVERLA? CI GUADAGNEREBBE SOLO LUI... MENTRE IO VOGLIO MOLTO DI+. GLI FARà BENE CAPIRE che a volte occorre rinunciare alle proprie passioni quando si è già in coppia...paradossalmente,io resto FEDELE AL MIO AMORE(IDEALE O NO,non ha alcuna importanza);lui,no. NON CI RIESCE... ERGO:SIAMO OPPOSTI. FINE.
    Rispondi a ELEONORA Commenta l’articolo

  8. Avatar di Fra

    Fra 14 anni fa (10 Maggio 2011 23:12)

    Bice, sono giuste le tue osservazioni sugli uomini. Avevo iniziato a scrivere anche perché secondo me succede questo ma mi era venuto un pistolotto storico-culturale che ho preferito risparmiarvi. ;-) Diciamo che il benessere materiale unito alla mancanza di strumenti educativi adeguati al cambiamento dello stile di vita avvenuto nel secondo Dopoguerra ha prodotto generazioni di persone che fanno fatica a comportarsi da adulte - e ci metto anche il sottoscritto. È un problema che coinvolge anche le donne, ma per gli uomini è probabilmente più grave. Condivido in pieno anche il tuo punto di vista su quelli che io definisco "martiri", prodotti ahimè anche da una certa cultura cattolica. Proprio quest'estate parlando con mia madre, la quale si è rovinata la salute per correre dietro a chi millantava un rapporto di amicizia con lei al solo scopo di spillarle favori, è saltato fuori che lei, a suo parere, si fa sopraffare e sfruttare dagli altri perché AMA e quindi è incapace di dire di no. E l'ha detto con un compiacimento che a tutto mi ha fatto pensare tranne che alla virtù. Peraltro, a voler essere pignoli, il comando evangelico parla di amare il prossimo COME e non più di se stessi. ;-)
    Rispondi a Fra Commenta l’articolo

  9. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (10 Maggio 2011 23:22)

    @ Eleonora Essere duro e tutto d'un pezzo non significa essere forte. In genere significa essere deboli. Essere affettuoso e dolce non significa essere deboli. Anche questo in genere. La vita è fatta di momenti. C'è il momento nel quale essere affettuoso ed il momento nel quale essere duro. E' questione di sapere essere l'uno e l'altro. Poi alcuni saranno più duri, altri più affettuosi. Ma chi è tutto d'un pezzo, è, appunto, un pezzo, non è un tutto. (cacchio, che discorso).
    Rispondi a Riccardo Commenta l’articolo

  10. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (10 Maggio 2011 23:22)

    @ Bice Capire col cervello non aiuta a cambiare. La comprensione avviene spesso ad un livello del quale intellettualmente non ci accorgiamo. A capire ed a risolvere i nostri problemi, non è il nostro cervello, è il nostro subconscio. Sforzarsi di capire col cervello, secondo me, può solo aiutarci a mantenere lo status quo. Ad esempio, attualmente io sto notando in me piccoli cambiamenti che mi permettono persino di capire meglio gli altri e notare quanto, tra le gente, sia diffusa più la paura (del giudizio, della risposta negativa, della propria inadeguatezza, etc.) che non la sicurezza e la fiducia, sia in sè stessi che negli altri. . Mi fermo qui perchè sto diventando troppo serio. Rischio un collasso nervoso.
    Rispondi a Riccardo Commenta l’articolo

  11. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (10 Maggio 2011 23:47)

    @Margherita, ti assicuro che questi uomini dipendono TROPPO. C'era quello che non aveva mai un'opinione e ripeteva tutto quello che dicevo io. Poi c'era quello che se non ero disponibile a vederlo quando ne aveva voglia lui mi tormentava tutta sera (e poi si incavolava). C'è stato quello che si è sentito OFFESO (parole sue), perché non ho voluto seguirlo nei suoi viaggi di lavoro settimanali spiegando che avevo la mia vita (mica sono una valigia). C'era quello che mi mandava 100 sms al giorno (non è un numero tanto per dire) e c'è quello che si aspetta che io gli faccia da mamma cucinando, lavando, prenotando il ristorante, coccolandolo, ascoltandolo e dedicandogli ogni minuto libero... questo era ciò che desiderava e si immaginava da una compagna. D'altra parte ha 45 anni e vive con la madre. Non credo si tratti di dipendere per amore. In tutti questi casi si tratta di un esagerato bisogno di attenzioni e stampelle, di una presenza sempre disponibile, accudente e rassicurante, che rinuncia al proprio tempo per lui, il bamboccio di turno. Come già ha spiegato Ilaria qualche settimana fa, un conto è avere bisogno e un conto è essere bisognosi. Poi c'è anche un altro tema, che è quello della reciprocità. Questi sono spesso succhiasangue che chiedono e non danno, perché ti vivono come genitore, egoisticamente, mai come partner. Io fuggo, a gambe levate, e me ne vanto! E sbando, sì sì, ma ho capito, grazie a Ilaria, che non importa, soprattutto se nel complesso il percorso è dritto. E il mio lo è, verso il centro di me stessa e contemporaneamente alla ricerca di relazioni via via più giuste per me. E in fondo servono pure le sbandate, per capire i confini. Comunque sia, ho bisogno di una pausa, non ho voglia di pensare troppo. Tornerò di certo, torno sempre... Ilaria è la mia guida, ha fatto tanto per me, io mi fido di lei, è mia amica ;-)
    Rispondi a Bice Commenta l’articolo

  12. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (11 Maggio 2011 10:43)

    @ Fra... già, i martiri si giustificano sempre con questa storia dell'amore. E la società li giustifica, ovvero non sono mai almeno co-responsabili del danno che deriva loro (e pure agli altri) da certi atteggiamenti mentali. Sul fatto della immaturità, io vedo anche molte ragioni psicologiche, oltre che storico culturali. Ovvero genitori che fanno pesare la loro ansia sui figli. Nel caso di quest'ultimo, ad esempio, la madre non dorme quando lui dorme da me, ovvero fuori casa (e glielo dice, ma è peroccupata per lui o per sé stessa?), lui non dorme quando resta da me (preccupato per la madre? non me lo dice). Lo scorso anno ha accettato un nuovo incarico, per mettersi alla prova. La notte non ci dormiva. Lei lo ha sgridato, dicendogli che certe cose non fanno per lui. Per fortuna sta tenendo dura... ma... Ecco come una madre tiene bambino un figlio di 45 anni che alla sua età non ha mai avuto una relazione duratura, non sa lavarsi una camicia, non si decide a uscire di casa! La ragione/scusa? Sua madre, vedova da qualche anno, ha bisogno di lui. Ma il vero dipendente chi è? Probabilmente entrambi, che vivono in simbiosi. Ed entrambi egoisti: lui che le ha vietato di accompagnarsi ad un uomo che la corteggiava (non sopporterei di vedere mia madre con accanto uno che non sia mio padre), lei che non lo incoraggia a uscire e anzi gli fa presente che quando lui dorme fuori ha paura di stare male. Il senso di colpa come arma di ricatto all'ordine del giorno... e lo chiamano amore! Praticamente è come se lui fosse sposato con sua madre in un rapporto di simbiosi... di reciproca dipendenza più che reciproco sostegno, senza che nessuno dei due conceda all'altro la possibilità di essere libero di crescere e farsi/rifasi una vita sua... sbaglio? Due martiri volontari che si sentono tanto bravi perché LORO amano. Io, invece, che dico queste cose e che gli ho detto che almeno la metà dei suoi problemi di autostima si risolverebbero uscendo di casa e tagliando il cordone ombelicale, sono - secondo lui - una che non sa amare, insofferente ai legami famigliari e non normale, egoista. Lui sarebbe buono, perché mette gli altri davanti a sé stesso (invece no, cavolo, ci mette solo i suoi bisogni di bambino mai cresciuto) e io sono cattiva perché lo invito a crescere e ad amare in libertà. Scusate lo sfogo, ne avevo proprio bisogno!!! @ Riccardo: hai assolutamente ragione, io fatico a capire col cuore certe cose di me stessa. E ancora di più fatico a sentirmi diversa nel cuore. Altrimenti certe cose mi verrebbero spontanee e non meccaniche. Però sto migliorando, sono molto più in contatto con i miei sentimenti e le mie emozioni di un tempo. E lo devo anche a Ilaria che mi ha aiutato a rileggere alcune cose del mio passato e del mio presente capendole in modo più profondo. Poi, nel tempo, ho anche sempre meno paura di mostrarmi debole... un coraggio che considero una forza. Ma è dura cambiare meccanismi mentali automatici in atto da tanto tempo e il proprio modo di vedere la realtà. Tu hai scritto qualcosa di fondamentale, ovvero hai capito qualcosa di fondamentale che può cambiare - molto - il tuo rapporto con gli altri. Anche io mi sento mosso da tenerezza di fronte a persone arroganti e in realtà deboli. Tuttavia quando la arroganza/debolezza altrui viene a nuocermi con pretese varie, cappi al collo e palle al piede... sbotto. Mi sento ferita, invasa, trascinata dagli altrui bisogni... e mi arrabbio. Davvero non riesco, almeno in un primo momento, a non arrabbiarmi. Non ancora, almeno.
    Rispondi a Bice Commenta l’articolo

  13. Avatar di aurora

    aurora 14 anni fa (11 Maggio 2011 10:47)

    @ Ilaria quello che scrivi lo condivido, sul piano razionale. Poi io sono una di quelle che vive una storia senza capo ne' coda..non riesco a chiudere, non riesco a cambiare. Penso di godermela così com'è, poi soffro perchè non è come la vorrei... che fare?
    Rispondi a aurora Commenta l’articolo

  14. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (11 Maggio 2011 12:36)

    @ Fra Esatto. Il Vangelo (e molte culture "primitive") dice: "Ama il prossimo tuo come te stesso". Non di più, ma neanche di meno. Meditate.
    Rispondi a Riccardo Commenta l’articolo

  15. Avatar di ELEONORA

    ELEONORA 14 anni fa (11 Maggio 2011 13:44)

    ottimo,BICE:BRAVA!
    Rispondi a ELEONORA Commenta l’articolo

  16. Avatar di Fra

    Fra 14 anni fa (11 Maggio 2011 14:27)

    Bice, la tua descrizione mi rincuora: allora non sono poi messo così male! ;-)
    Rispondi a Fra Commenta l’articolo

  17. Avatar di Vanesia

    Vanesia 14 anni fa (11 Maggio 2011 14:30)

    @Margherita: anche io non sono molto propensa alla condivisione, perchè sono passati tanti anni da quando ho vissuto una vera quotidianità; non ho un bellissimo ricordo della condivisione...perchè, per l'esperienza che ho avuto, credo che avere una storia con un uomo a volte è faticoso perchè si parla dell'unione di 2 persone con abitufìdini e caratteri diversi. Ma Margherita, io la condivisione l'ho vissuta faticosamente perchè mi sono fatta sopraffare, ero il soggetto apparentemente piu' "debole" nella coppia, quindi ho commesso l'errore di non far uscire la vera me...poi sono scoppiata letteralmente, ho posto fine a quella storia e da allora ho difficoltà ad impegnarmi seriamente con qualcuno...non ho ancora incontrato un uomo con cui vivere qualcosa di impegnativo con leggerezza...(notare la contrapposizione).
    Rispondi a Vanesia Commenta l’articolo

  18. Avatar di Vanesia

    Vanesia 14 anni fa (11 Maggio 2011 14:31)

    Sai...quella voglia di lasciarsi andare in una relazione rispettandosi reciprocamente, senza alcuna prepotenza o pretesa di cambiare il carattere dell'altro, di controllare i tempi e le vicende della relazione...e non ti nascondo che questa leggerezza io non l'ho ancora acquisita perchè ho paura di perdere il controllo della situazione, il controllo di me...ma adesso noto dei miei atteggiamenti di cui prima non me ne rendevo conto, e già questo secondo me è positivo.Allora ti dico, che si...in questo momento della mia vita VOGLIO UNA CONDIVISIONE, di conquiste...non per vantarmene, ma posso averne quante ne voglio...ma ora ho intenzione di avere un legame vero, solo che per il lavoro che sto facendo su me stessa, coesistono dentro di me 2 attegiamenti: gli strascichi della vecchia Vanesia che fatica a tirare fuori la sua vera personalità, che ha paura a dire di no, che teme di rovinare tutto e allo stesso tempo non è rilassata nella relazione e quindi ossrerva e giudica atteggiamenti senza accogliere l'importanza che c'è nelle diversità.
    Rispondi a Vanesia Commenta l’articolo

  19. Avatar di Vanesia

    Vanesia 14 anni fa (11 Maggio 2011 14:32)

    E dall'altra parte, c'è la nuova Vanesia che inizia davvero a pensare a sè, e a comportarsi in funzione di cio' che le procura davvero piacere e gratificazionesenza troppo pippe mentali (scusate l'espressione, ma rende meglio l'idea) Sta vincendo il secondo atteggiamento, anche se i tempi sono molto lunghi....ma non puoi immaginare quante volte ho detto "no" anche ad un uomo che mi piaceva tanto, solo perchè ha prevalso dentro di me la voglia di stare bene. @Bice: mi dispiace se stai passando un periodo un po' down. Ho letto con attenzione le sensazioni che ti ha procurato la tua ultima relazione, e ho captato i tuoi disagi. Spero che farai chiarezza in questo periodo che hai deciso di prenderti un po' per te...però ricordati quello che ha scritto Ilaria in questo post: a volte dentro di noi abbiamo l'illusione della perfezione. Ci sarà sempre qualcosa che potrebbe infastidirci o urtarci nel nostro partner...il punto è capire quanto vale la pena accettare questo piccolo compromesso e sopratutto capire se "lavorando insieme" le cose possono essere messe a posto. ti abbraccio.
    Rispondi a Vanesia Commenta l’articolo

  20. Avatar di gaspare

    gaspare 14 anni fa (11 Maggio 2011 16:25)

    Quello che dici mi sembra giusto, però non so se una persona "portata" all'amore con la A maiuscola, riesca a distaccarsi da questo concetto.Io non ci sono riuscito e sono rimasto con un pugno di mosche in mano, mentre per certi versi ammiro (giuro che non lo dirò più in vita mia..ah ah) la mia ex che ha avuto la forza di capire che la nostra storia era finita dopo 8 anni e il coraggio di andare via, anche se a sua volta afferma, dopo un mese, che le cose non sono facili neanche per lei e che il periodo che sta attraversando non è dei migliori (bò le donne..), comunque ha avuto la forza di interrompere un'esperienza bella anche per lei, sia sotto l'aspetto sentimentale che sotto l'aspetto della crescita personale, perchè i suoi sentimenti erano cambiati.Comunque come sempre dico dalle esperienze negative della vita bisogna trarre sempre degli aspetti positivi e credo che mi impegnerò per il futuro a non dare tutto me stesso e a non mettere la coppia prima della mia felicità personale, perchè ho capito che dopo ti brucia troppo.ci riuscirò....?? Un saluto a te ilaria e agli amici del blog. Gaspare
    Rispondi a gaspare Commenta l’articolo