Ex: ma che cosa significa perdonare?

Se vuoi davvero attrarre la persona giusta per te e realizzare con lei la relazione di una vita, libera da catene, condizionamenti e recriminazioni, è importante che tu apprenda la preziosa arte del perdono e che ne apprezzi a fondo l’enorme valore.

Dell’importanza del perdono parlo ampiamente anche nei miei percorsi e durante i coaching individuali.

Fatto sta che giorni fa, dopo aver pubblicato l’ultimo articolo, quello dedicato alla rabbia, ho ricevuto la mail di una lettrice, Alba:

“Grazie Ilaria per i tuoi articoli.
Mi sono di conforto e d’aiuto in questo momento doloroso della mia vita.
Il mio fidanzato con cui sono stata 3 anni e che mi aveva chiesto di sposarlo mi ha lasciata e sono venuta a sapere che c’è già un’altra.
Sono piena di rabbia perché mi ha presa in giro per 3 anni, ha fatto leva sul mio desiderio di famiglia e nel momento stesso in cui ho chiesto di concretizzare mi ha mollata.
Lo so che dovrei perdonare, ma come si fa? io lo vorrei. Ma cosa significa perdonare?”.

Credo che la situazione di Alba sia molto comune: quella di aver  ricevuto una cocente delusione da una persona molto importante e la cosapevolezza che è necessario (utile) perdonare e nello stesso tempo avere decisamente delle difficoltà a farlo.

Allora, premessa importante: quando ci si trova nella condizione di sentirsi offesi, ingannati, delusi, umiliati da qualcuno, non è automatico e banale riuscire a perdonare.

Perdonare non credo proprio sia una reazione che ha i tempi dell’immediatezza: tu mi “danneggi” e io ti perdono.

Diciamo pure che il perdono è un processo, un percorso, un cammino di maturazione che richiede del tempo.

Certo, se richiede tempi biblici, beh, questo non giova affatto al benessere personale e psicofisico di chi non riesce a perdonare.

Altra nota importante: sia ben chiaro, io non sto affatto parlando del perdono così come viene descritto, tramandato, mitizzato dalla religione e cioè prevalentemente come un atto di pietà e di amore altruistico estremo verso un’altra persona.

Quello è un perdono che, secondo me, sembra un po’ un sacrificio personale e spesso viene ritenuto come una sorta di dovere, di principio di estrema “buona educazione”.

Infatti, vorrei invitare Alba e tutti coloro che si trovano in una situazione come la sua a non pensare di perdonare per “dovere” e per “obbligo”: questo comporterebbe uno sforzo e una violenza su di sé che non portano nessun tipo di vantaggio in termini di serenità personale.

Non “alleggeriscono”, ma “appesantiscono”.

Invece, e qui vengo a spiegarti come io intendo il perdono:

Desideri il rapporto della tua vita e vuoi scoprire il modo giusto per far innamorare un uomo e costruire con lui una relazione sana, serena e che duri nel tempo? Ecco il precorso che ti guida passo passo nella realizzazione di una vita di coppia sana e appagante, dal primo incontro fino alla convivenza

1)    Il perdono è un alleggerimento del proprio bagaglio di “spiacevolezze” della vita. Un’operazione attraverso la quale scarti il brutto e tieni il bello.

Perdonare significa, in sostanza, toglierti il peso dei fatti e delle persone che hanno contribuito a che la tua vita, in certi momenti e in certe occasioni, non fosse proprio ciò che desideravi fosse.

Perdonare significa “chiudere”, “tagliare”,  con il vecchio e con quel che non è più utile, bello e buono del passato per fare nuovo spazio e aprire al nuovo, al futuro, a ciò che vuoi per te.

2)    Perdonare significa assumersi la responsabilità della propria vita e della propria felicità e decidere che si può essere felici, contando sulle proprie forze, a prescindere da quel che è successo, da quel che hanno deciso gli altri, da quali sono gli accadimenti della vita e le azioni del prossimo. In questo modo trasmetti a te stesso o a te stessa anche il messaggio: “Io sono forte. Io posso.”

3)    Perdonare pienamente significa che hai raggiunto un grado di consapevolezza di te tale per cui riconosci la tua parte in quello che è accaduto e metti in atto tutte le risorse grazie alle quali nella tua vita eviterai di trovarti in situazioni negative come quelle passate.

Questo lo ritengo un punto importante che molti dimenticano.

Perdonare vuol dire soprattutto promettere a te stesso e a te stessa che non ripeterai gli schemi di comportamento che, in passato, ti hanno messo nelle condizioni di subire un torto da qualcuno.

Ritieni di essere stato/a illuso/a? Ritieni di essere stato/a ingannato o ingannata? Riconosci nei tuoi comportamenti e nei tuoi atteggiamenti quello che ha permesso agli altri di illuderti e di ingannarti e muoviti in direzioni alternative e positive per il futuro.

Questo è un vero atto d’amore verso di te. Ed è l’amore verso di te il vero senso del perdono.

Lasciami un commento con le tue opinioni, le tue storie, il tuo significato personale di perdono.

Cordialmente

Ilaria

Come fare innamorare un uomo e tenerselo (Anteprima)
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264 Commenti

  1. Avatar di Alien

    Alien 7 anni fa (17 Ottobre 2017 2:17)

    Grazie avevo bisogno di questo dopo che la mia ex mi ha lasciato per 2 anni dopo aver trovato il ragazzo diciamo giusto per lei...e tutta via.. Adesso il suo matrimonio è fallito e tornata a parlare con me e le dispiaceva tantissimo perché mi ha lasciato e io sn pieno di rabbia verso di lei. Non so come ma non lo amo più dentro di me sento vuoto verso di lei..perche io non avevo un lavoro e non avevo nnt ora ho un lavoro sn diventato un pizzaiolo c'ho messo tutta la mia forza per imparare ho sofferto tanto..
    Rispondi a Alien Commenta l’articolo

    • Avatar di max

      max 7 anni fa (17 Ottobre 2017 13:36)

      Ecco Alien, la tua ex è il passato, chiudi tutti i contatti, dille Addio, e voltati verso le novità che la vita ti offre, e vedrai che arriva quella giusta anche per te (che non è la tua ex)...la rabbia dopo 2 anni è solo inutile, ti tiene ancorato alla sofferenza, e non fa bene.
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    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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      Ilaria Cardani 7 anni fa (17 Ottobre 2017 23:14)

      Bravo Alien per quello che hai raggiunto per te. Ora occupati della tua vita e dimentica questa donna che non ti merita.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

  2. Avatar di Veronica

    Veronica 7 anni fa (24 Ottobre 2017 1:41)

    Io spero che il perdono verso gli altri esiste e che un giorno arriverà anche per me...perché nonostante sono stata lasciata e oggi ho la consapevolezza che lo meritavo so anche con certezza che le persone magari non tutte ma almeno per me è stato così possono cambiare possono diventare persone migliori...per me una persona che ha fatto del male può cambiare e se cambia completamente e capisce tutti i suoi sbagli ed è disposta a non commetterli più facendo un grosso grossissimo esame su se stessa magari in futuro una possibilità se la merita...io sono 4 mesi che sono sola dopo che sono stata lasciata dopo 4 anni di fidanzamento ho lavorato senza sosta su me stessa e lo sto contimuando a fare sapendo che lui può cm non può tornare lo faccio soprattutto per me... soffrendo e continuando a soffrire ogni giorno colpevolizzandomi ogni giorno del male fatto a chi mi amava e ho deluso,ma ha oggi mi sento una persona migliore con un grande peso sulla coscenza che potevo dare amore quanto ne ho ricevuto ma purtroppo non sono stata capace di farlo e ho commesso un grave errore perché tradire è la cosa più brutta che si possa fare tanto più se si fa per delle attenzioni mancate da parte del partener...mi pento e tanto ma purtroppo stavo passando un brutto periodo mi sentivo ed effettivamente ero e sono grassa non pensavo di piacergli piú non mi sentivo piu bellissima hai suoi occhi mi sentivo inutile e non riuscivo a tirargli su il morale xk nonostante non me lo faceva pesare e notare vedevo che stava male il suo lavoro andava male e io cercavo di aiutarlo ma lui mi aveva alzato un muro dove non mi permetteva di stargli vicino e questo mi frustrava mi faceva stare malissimo e lui non voleva che le cose le affrontassimo insieme...eppure ora che lo perso fondamentalmente avevo tutto e per un periodo del cazzo dove eravamo lontani ho commesso un gesto che se si potesse tornare indietro non farei mai e poi mai...sto malissimo e non riesco ad uscirne fuori
    Rispondi a Veronica Commenta l’articolo

  3. Avatar di Monichina

    Monichina 9 anni fa (23 Aprile 2016 17:07)

    La mia esperienza è questa: stavo con un "uomo" con diverse problematiche psicologiche e psichiatriche, alcolizzato, con scatti d'ira, semi impotente, cintura nera di segamentalismi vari, lamentoso cronico, polemico, diciamo un bel personaggio, e poi non ho detto tutto. Io che in quel periodo mi sentivo una martire della sofferenza e pensavo che aiutandolo, capendolo, sopportando le sue paturnie voleva dire amare, in una serata di confidenze dove lui mi ha aperto il cuore parlandomi del perché dei suoi problemi, mi sono sentita anche io di dire le mie fragilità, mi sono aperta a lui insomma. Dopo poco tempo lui mi ha detto che non gli andava di continuare perché aveva bisogno di una donna equilibrata che non avesse sofferto da piccola e di una persona con possibilità finanziarie diverse dalle mie, premetto che anche lui è un operaio con forti problemi. A prescindere dalla delusione che ho avuto e la rabbia verso me stessa per aver tenuto duro in una situazione che invece sarebbe stato sano scappare dopo un giorno e anche meno, ora non so'davvero a cosa serva aprirsi, far conoscere anche i nostri lati più deboli, che giustificano a volte certi nostri comportamenti. Di sicuro ho imparato che non voglio più perdere nemmeno più un nano secondo della mia vita con personaggi del genere, al primo segnale scappare e anche in fretta, mi sono fatta usare come una psicologa e pure aGGratisss. Dopo tutto questo squallido zibaldone, chiedo se per te Ilaria o per chi mi vorrà rispondere, sia o meno idoneo parlare di sé, dei nostri problemi, dei nostri genitori, infanzia ecc, quando pensiamo di poterci fidare. Volevo ringraziare oltre a Ilaria che la amo, anche @Gea ed @helen che leggendo i loro interventi mi salvano la vita. Un bacio
    Rispondi a Monichina Commenta l’articolo

    • Avatar di Emanuele

      Emanuele 5 anni fa (31 Agosto 2019 20:18)

      Un giorno potrò essere perdonato.i o lo fatto. Per andare avanti con serenità. Non è sano portare rancore ci si avvelena la vita.
      Rispondi a Emanuele Commenta l’articolo

  4. Avatar di Rexely

    Rexely 5 anni fa (18 Settembre 2019 18:45)

    Io non riesco nemmeno a salutare una persona (amica/o, ex, etc) che mi ha mancato di rispetto e/o mi ha offesa e neanche dopo tanto tempo. Non è né per orgoglio ma è una mia reazione naturale. Non mi viene.
    Rispondi a Rexely Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (19 Settembre 2019 11:09)

      Si tratta di carattere e del voler prendere definitivamente le distanze. Di fatto fai capire all'altra/o che i rapporti sono definitivamente saltati e che quindi se ne vada per la sua strada, "senza se e senza ma". Non lo trovo sbagliato se la mancanza è di una entità talmente importante da non poter passarci sopra. Di certo non mi riferisco alla classica litigata fatta per motivi futili ma di situazioni belle pesanti.
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di Margot

      Margot 5 anni fa (19 Settembre 2019 14:06)

      Concordo con il vostro parere, nemmeno io saluto.
      Rispondi a Margot Commenta l’articolo

  5. Avatar di Alan

    Alan 5 anni fa (18 Settembre 2019 12:38)

    Non sono totalmente d'accordo con quanto affermato in questo articolo e mi spiego meglio: il "perdono" a mio avviso va anche meritato dalla persona che ti ha lasciato specie se lo ha fatto pure mancandoti di rispetto (dal tradimento, alla superficialità nella scelta, all'averlo fatto tramite sms, ecc.). Non lo trovo un gesto da "regalo di natale verso me stesso" e se la persona in questione non fa nulla per tentare una riconciliazione, va solamente non considerata, specie se per nostra sfortuna la si deve ancora frequentare per forza di cose. Io ho avuto una esperienza breve con una collega di lavoro e dopo essere stato lasciato con l'eleganza di un messaggio elettronico ed il successivo rifiuto a discuterne a 4 occhi, ho tolto completamente pure il saluto alla persona in questione. Non l'ho fatto perché ancora arrabbiato con lei (prima cosa che ti devi far passare è proprio la rabbia che non fa altro che logorare te stesso, questo significa entrare in un'ottica di indifferenza) ma semplicemente perché dove mi si manca di rispetto, poi ripago con la stessa moneta e quindi non rispetto più nemmeno io, a partire da quel minimo di considerazione che una persona dovrebbe meritare ma che io non gli riconosco più. Che almeno se la persona in questione deve stare a contatto con il lasciato, senta l'atmosfera pesante in sua presenza, a ricordargli che c'è sempre un minimo da pagare ad avere certi comportamenti. La massima freddezza e la relativa indifferenza rimangono le armi migliori verso queste situazioni, non lasciandosi intenerire dal trascorrere del tempo, fattore in cui l'altro/a spera per sentirsi un domani tranquilla/o. Una volta che ti mancano di rispetto nel lasciarti e non tornano indietro per chiarire, tu non ritornare sulla tua posizione e lasciali per sempre nel dimenticatoio, creandoti le relative alternative per aiutare ancor più il distacco. Non è rabbia ma considerazione azzerata. Il perdono deve servire solo a far passare la rabbia dentro te stesso, non ad altro.
    Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (18 Settembre 2019 13:08)

      Se tu fossi nell’indifferenza, non penseresti “Che almeno se la persona in questione deve stare a contatto con il lasciato, senta l'atmosfera pesante in sua presenza, a ricordargli che c'è sempre un minimo da pagare ad avere certi comportamenti”. Ricordare a qualcuno qualcosa a scopo pedagogico (?), a me sembra già un occuparsene eccessivamente. Dare una lezione a qualcuno serve solo a curare in modo maldestro l’orgoglio ferito, perdendoci tempo ed energie. Per il resto, sono d’accordo con te. Infatti, nei casi in cui il perdono/riconciliazione non è richiesto o cercato anche dall’altra persona, io parlerei piuttosto di “lasciar andare”.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (18 Settembre 2019 13:56)

      Grazie della tua risposta. Beh, a non salutare e rivolgere la parola non mi pare ci sia sto gran spreco di tempo ed energie eh? Vedi, sono dell'idea che alla fine della giostra almeno un minimo di carattere all'altra persona lo dimostri, per una questione di propria dignità personale, solo per questo. Quindi secondo te quando ti trovi a contatto con la persona che ti ha mancato di rispetto, dovresti salutare come niente fosse e/o rispondere al suo saluto? Ti faccio una domanda: Tu nutri rispetto verso la persona che si è comportata in questo modo? Non credo, quindi perché rispettarla? Per educazione? Sarebbe ipocrita e incoerente, a mio avviso. Metti pure che la mia lettura sia sbagliata, nel senso che l'altra persona rimane completamente indifferente e rilassata, cosa cambierebbe? Nulla. Nell'indifferenza totale io ci vedo il chiaro segnale del "tu per me non vali nulla" e può essere che sbaglio, ciascuno la vede a modo proprio, sia chiaro.
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (18 Settembre 2019 18:28)

      Le energie le sprechi a vedere la cosa in questi termini, secondo me, e cioè andando al lavoro, o dove è, avendo in testa se e perché salutare o non salutare lei, per mostrare a lei questo o quello. Poi certo fai quello che ti senti di fare, ma “lasciare andare” significa letteralmente lasciare andare questi pensieri, occuparti di altro, salutare - o meno - distrattamente come fosse una conoscente qualunque, perché in testa hai semplicemente e spontaneamente altro. L’indifferenza totale è questa, e tu non l’hai raggiunta. E scommetterei che si nota pure.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (18 Settembre 2019 22:41)

      Ma io non mi pongo alcuna domanda quando sono sul lavoro, quella è la linea che adotto. L'avevo posta a te. Prova a vedere ripetutamente il tuo ex sul lavoro e poi mi dirai se riesci a raggiungere "l'indifferenza totale" trattandolo come gli altri. Per me no, e di fronte certe mancanze di rispetto conta più il restare coerente, non far finta di nulla trattando la persona come se niente fosse. Se i rapporti sono definitivamente compromessi, perché lo devi nascondere? Per me essere indifferente non significa dimenticare ma mandare a stendere definitivamente la persona e passare oltre. Visioni diverse.
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (19 Settembre 2019 8:21)

      Io non ho mai avuto relazioni con colleghi di lavoro e neanche con compagni di scuola e università appunto per non vederli tutto il giorno né durante, né dopo :) Ad ogni modo, parlo di come ti senti, non di come ti comporti. A un certo punto, non te ne importerà più niente, al massimo ti sarà antipatica e basta. Poi ci sono anche dei modi per farsela passare, ma mi pare che tu ci tenga ad essere arrabbiato ... cosa che peraltro capisco benissimo perché è capitata anche a me.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (19 Settembre 2019 11:04)

      Guarda, hai ragione, personalmente ho sempre cercato di evitare anche io relazioni sul luogo di lavoro e mi era sempre riuscito fino a questo episodio, che poi parlare di relazione per la brevissima durata che ha avuto mi fa sorridere. La questione è che quando hai a che fare con una persona che ha più di 30 anni, confidi che ci sia la maturità nel sapere cosa si sta facendo, per scoprire però poi che questa si comporta come una che va ancora alle medie. A prescindere che tu stia insieme 1 anno, 6 mesi o 5 giorni con una persona, ci sono dei comportamenti che a mio avviso non sono giustificabili, dettati da una leggerezza e immaturità che a certe età sono inconcepibili, ancor più se fra persone che si devono frequentare per forza. Guarda che hai già colto nel segno: a me sta già semplicemente antipatica e non è che "ci tengo ad essere arrabbiato", ma semplicemente che la cosa "non sarà dimenticata" nel senso che non concederò più alcuna possibilità nemmeno di una semplice amicizia/conoscenza (che la persona in questione "diceva" sperare potesse esserci.....beata ingenuità). Quì, il perdono può esserci verso me stesso (per l'idiota che sono stato ad andarmi a perdere con una simile persona) ma non verso l'altra persona. I modi di farsela passare ma io direi piùttosto di "gestire" questo tipo di situazioni sono 2: 1) cambi reparto per fare in modo di non vederla e sentirla più al telefono (a volte succede) ma non vale la pena giungere a tanto. 2) Riallacciare i rapporti per "quieto vivere" ma come ti ho spiegato non mi interessa proprio, anzi preferisco lasciarla nell'oblio a cui l'ho confinata, dove non può arrecarmi alcun danno. Se ci sei passata anche tu e per storie ben più importanti, capisci che umanamente rimane una situazione il cui finale non può essere praticamente mai lieto con un semplice "ok ti perdono".
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (19 Settembre 2019 16:41)

      Guarda, se due si piacciono e vanno d’accordo, non si lasciano oppure non si lasciano “male”. Ovvio che il lieto fine in questi casi non ci sarà ...
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

  6. Avatar di Rexely

    Rexely 5 anni fa (20 Settembre 2019 9:39)

    Ognuno ha la sua idea ma a me sinceramente salutare con il sorriso e a denti stretti (cioè fingendo) solo perché così mi hanno educato mi sembra una grande ipocrisia. La mia educazione la dimostro a chi mi dimostra (o mi ha dimostrato) la sua, mica ai cani e ai porci.
    Rispondi a Rexely Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (20 Settembre 2019 10:26)

      Io la dimostro a me stessa
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (21 Settembre 2019 12:46)

      AnnaV Pure io, infatti allo specchio vedo me stesso mica la persona da perdonare, per fortuna. Ma ripeto che comprendo la tua visione di "quieto vivere" verso te stessa e verso il prossimo. Semplicemente sei più disponibile a lasciare una eventuale porta aperta un domani.
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (21 Settembre 2019 15:43)

      Si chiama pace, non quieto vivere. In quanto alla porta aperta, piuttosto mi do fuoco ... 😂
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (20 Settembre 2019 10:31)

      Se uno è tanto maleducato da non salutare, è ovvio che non capisce me e pensa che sono stupida o ipocrita. Cerchiamo di non giocare il gioco che decide qualcun altro, se possibile, e - diceva mio nonno - di andare a dormire senza avere fatto niente di male nel corso della giornata.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (20 Settembre 2019 11:33)

      AnnaV Perché tu sei stata educata così, come anche io ma di fatto le buone maniere e l'educazione le uso con chi le merita, non a prescindere. Cosa me ne importa di quel che dice una persona di cui non provo alciuna stima? Nulla, semplicemente nulla. Togliere il saluto è un gesto forte che fa capire la totale indisponibilità a concedere qualsiasi forma di perdono, messaggio che io voglio giunga forte e chiaro all'altra persona, senza alcuno spiraglio. Altrimenti è come lasciare una porta aperta nel considerare quella persona, che poi potrebbe leggerla come una possibilità di essere perdonata e riallacciare i ponti un domani e siccome troverei stomachevole doverci parlare nuovamente, evito sul nascere. Io non concedo tanta grazia a certi "elementi" ma capisco la tua visione dettata dal mantenere una certa immagine.
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (20 Settembre 2019 16:23)

      Ripeto: immagine di me stessa, allo specchio. Si chiama autostima. E poi consapevolezza che non sono l’unica abitante dello spazio chiamato “mia vita”. Agisco in base ai miei valori e all’educazione ricevuta, che, per inciso, mai mi farebbero comportare in maniera poco chiara o ingannevole, e cioè come si sono comportati loro. Tant’è che ho ottimi rapporti di amicizia coi miei ex, a volte anche con le loro ex, coi figli ecc. A volte ci sono voluti anni, ma sinceramente non ho mai covato rancore e non mi pesa affatto salutare. Mi viene proprio spontaneo. Ex marito abusante escluso, è ovvio. In questo caso, mi sforzo di salutare, cosicché non si sa mai, al matrimonio dei figli evitiamo di metterli in imbarazzo per colpa mia. Sempre per citare mio nonno: la vita è lunga.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (21 Settembre 2019 12:35)

      AnnaV Appunto, per "autostima" io non mi abbasso a considerare ancora una persona che nei miei confronti ha dimostrato totale menefreghismo e 0 scrupoli. Di ingannevole non c'è nulla nel mio comportamento, anzi dimostro con trasparenza che quella persona non ha più alcuna stima da parte mia. La mia "autostima" mi fa sentire automaticamente superiore a gente del genere, quindi il mio prezioso saluto e ancor meglio il mio "perdono" proprio non esistono oppure li posso riservare a persone che dimostrano l'intelligenza "almeno" di venirsi a chiarire, non che una volta fatta se la filano. Tu colleghi l'educazione all'intelligenza e sono due cose che non hanno necessariamente legame tra loro. Come già detto, buono ed educato solo con chi lo merita, non con tutti. Il perdono e il saluto vanno comunque meritati, non sono un "diritto acquisito". C'è chi apprezza come sono e chi no, son punti di vista.
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

  7. Avatar di Rexely

    Rexely 5 anni fa (19 Settembre 2019 21:23)

    Premettendo che, come dice AnnaV se due si piacciono e vanno d'accordo non si lasciano affatto. O per lo meno si lasciano stringendosi la mano perché magari hanno capito di non essere fatti l'uno per l'altro. In questo caso sì, io saluterei. Nessuno ha colpa. Succede. Ma se qualcuno ti ha mancato di rispetto e/o ti ha offeso, che senso ha salutare? Questo saluto ha una funzione?
    Rispondi a Rexely Commenta l’articolo

    • Avatar di Gea

      Gea 5 anni fa (19 Settembre 2019 22:42)

      Per me il saluto e il contatto con l'ex (nei limiti dello stretto necessario) devono esserci solo se ci sono figli piccoli in comune e purche' le mancanze di rispetto, per quanto gravi, non rientrino nel penale (ex violento, minaccioso, stalker, etc.); se non ci sono figli piccoli il saluto non si da'. Al piu', in un'ipotesi di matrimonio futuro della prole, ci si tura il naso e si saluta in quell'occasione... e poi di nuovo vaffambrodo.
      Rispondi a Gea Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (20 Settembre 2019 0:33)

      Non serve un perché. Togliere il saluto alla gente secondo me non sta né in cielo né in terra. Io sono stata educata così. Si saluta punto e basta. Col muso, col sorriso, a denti stretti, distrattamente, velocemente, ma non mi va che si possa dire di me “L’ho incontrata e non mi ha salutato”.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (20 Settembre 2019 10:24)

      AnnaV Perché tu sei stata educata così, come anche io ma di fatto le buone maniere e l'educazione le uso con chi le merita, non a prescindere. Cosa me ne importa di quel che dice una persona di cui non provo alciuna stima? Nulla, semplicemente nulla. Togliere il saluto è un gesto forte che fa capire la totale indisponibilità a concedere qualsiasi forma di perdono, messaggio che io voglio giunga forte e chiaro all'altra persona, senza alcuno spiraglio. Altrimenti è come lasciare una porta aperta nel considerare quella persona, che poi potrebbe leggerla come una possibilità di essere perdonata e riallacciare i ponti un domani e siccome troverei stomachevole doverci parlare nuovamente, evito sul nascere. Io non concedo tanta grazia a certi "elementi" ma capisco la tua visione dettata dal mantenere una certa immagine.
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di Rexely

      Rexely 5 anni fa (20 Settembre 2019 17:52)

      Il togliere il saluto io non lo considero un atto brutale. Sì certo, non esiste più per me, non fa più parte del mio cerchio ma esisterà sicuramente per il resto dell'umanità. Non è che il mio mancato saluto lo fa morire. Rimanendo nel tema dell'ipocrisia, a me personalmente dà molto ma molto fastidio essere salutata da una persona che il giorno prima mi ha trattata a pesci in faccia. In questi casi, il saluto non lo ricambio, ma non per vendetta o rancore o altro, semplicemente perché odio la falsità delle persone. E poi voglio dire che salutare gli turistici e gli sconosciuti non è una ipocrisia, e un atto di gentilezza, non è che ti hanno fatto del male.
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    • Avatar di Rexely

      Rexely 5 anni fa (20 Settembre 2019 18:00)

      Certo Alan, l'altra persona potrebbe leggerla come una porta aperta e dove magari può entrare e uscire quando e come le pare! Ma ti pare? Il non salutare in questi casi e tenere le distanze è rispetto per se stessi e per la propria dignità.
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    • Avatar di Emilia

      Emilia 5 anni fa (20 Settembre 2019 21:51)

      Condivido Rexely. Se non si ha voglia di salutare perché quella persona ci ha fatto del male o non si è comportata bene con noi, non vedo il motivo di dover salutare. Per me non salutare in questi casi non vuol dire essere maleducati. È prendere le distanze e non dipendere dal saluto di qualcuno.
      Rispondi a Emilia Commenta l’articolo

    • Avatar di Margot

      Margot 5 anni fa (20 Settembre 2019 4:57)

      Ciao Gea! Concordo appieno con te. In più, come sostiene Alan nei precedenti commenti, non riuscirei mai e poi mai a salutare un mio ex che mi ha fatto del male. Con tutti i miei ex non c’è più il saluto e lo faccio non solo perché è finita male tra noi o loro si sono comportati male, ma a maggior ragione perché non sono persone che seppur continuando a stare nella mia vita, non li vedo come amici che possano fare per me.
      Rispondi a Margot Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (20 Settembre 2019 1:32)

      Lasciarsi può succedere e naturalmente nel caso di una storia di brevissima durata lascia il segno che lascia, ovvero ben poco, infatti mica è stato tanto quello il problema, ma in qualsiasi caso è anche il "come" avviene a far la differenza: se dopo pochi giorni, una persona cambia improvvisamente idea (senza nessun litigio prima) e ti manda un improvviso messaggio dal sapore dubbio, dicendo che "sei fantastico", che "ti vuole bene" ma che "non è il momento giusto", insomma tutte le boiate (perché tali mi son sembrate) che ci si inventa in sti casi per indorare la pillola e dulcis in fundo ti invita a perdonarla rimanendo possibilmente amici, come la leggi? Aggiungici la "ciliegina marcia sulla torta avariata" che successivamente ha pure rifiutato l'invito a vederci di persona per ripetermi gli stessi concetti a 4 occhi.....beh, con tutto il rispetto ma per la regola "a pensar male si commette peccato ma spesso ci si azzecca", capisci che il modo in cui vieni praticamente "scaricato" come un sacco di patate da un camion, cozza alla grande con qualsiasi forma di rispetto e relative belle parole. E su questo dico che il perdono verso persone e situazioni di questo tipo proprio non lo puoi dare per principio o forse sarebbe più corretto parlare di dignità. Non lo troverei fattibile nemmeno se fossero passati anni dall'accaduto, dato che sarebbe come porgere la guancia a chì ti ha già tirato un pugno a tradimento. Quindi che nell'immediato non si perdoni mai è sicuro e fisiologico in ogni caso, poi si può anche arrivare a concederlo, ma in questo tipo di situazioni (secondo me) è impossibile anche sulla lunga distanza, quindi il relativo tagliare i ponti in maniera totale e vita natural durante si rivela il minimo sindacale, in barba all'educazione, al rispetto, all'essere superiori e tutto quel che spesso viene suggerito in generale per questioni di "stile". :-)
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di Rexely

      Rexely 5 anni fa (20 Settembre 2019 10:12)

      Alan è semplice: se ti senti di salutare saluta, se non vuoi salutare non salutare. E comunque tutti questi chiarimenti, scuse e avvicinamenti che lei cerca di ottenere non servono a un bel niente. Ci doveva pensare un po' prima, no!? Cioè "ti manco di rispetto e poi cerco di chiarire". Ma che c'è da chiarire? Che ti deve dire? Che quando ti stava mancando di rispetto non era consapevole!? Che aveva la luna storta?
      Rispondi a Rexely Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (21 Settembre 2019 12:42)

      Rexely era solo per porre un esempio e comprendere il concetto. Io la mia linea la adotto ed è quella, avvicinamenti non ce ne sono e stop. Non posso leggere nella testa altrui e non so cosa spinga una persona a comportarsi in certi modi, comunque era per commentare che certe situazioni non possono essere perdonate. L'essere umano è troppo vario nella sua natura per poter applicare modelli "tipo" a prescindere dal caso.
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di Rexely

      Rexely 5 anni fa (21 Settembre 2019 20:46)

      Alan sono perfettamente d'accordo con te.
      Rispondi a Rexely Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (20 Settembre 2019 10:25)

      Togliere il saluto è un atto molto brutale, significa dire: non esisti, ti escludo dal gruppo e dal consesso umano. Perché una persona che non fa più parte della nostra vita, non smette di esistere. Osservo tutti i giorni che è diventata una pratica diffusa. Salutiamo o non salutiamo le persone a seconda che ci servano, non ci servano o ci diano fastidio. Le salutiamo come se fosse una concessione speciale da parte nostra, o per come secondo il nostro “insindacabile giudizio” si sono comportate. È un grande onore e se lo devono meritare! Tant’è che quando incrocio il mio ex e la moglie e non mi salutano (lo fanno o meno a seconda di chi li guarda, dei testimoni diciamo), io li saluto e dentro di me ridacchio chiamandoli la famiglia reale. A me appare prima di tutto un atteggiamento supponente e ridicolo, come se fossimo noi a stabilire i confini del gruppo e dell’umanità. O come se contassero solo le persone che sono nei nostri confini personali (ricevute a corte, diciamo). Poi, è un atto brutale come uno schiaffo, con la differenza che lo si dà sistematicamente tutte le volte che si incrocia la persona. E io mi rifiuto di essere quella che fa questo tipo di cose. Magari penseranno che sono falsa... “mamma mia che brutta persona falsa, pensa che quando ci incontra, ci saluta!” :D Ci sono paesini dove gli sconosciuti e i turisti vengono ancora salutati per strada dagli abitanti. Che gente ipocrita, eh? Fanno finta di essere gentili :D
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

  8. Avatar di AnnaV

    AnnaV 5 anni fa (23 Settembre 2019 0:13)

    Per @Atolla, ed esclusivamente in considerazione del fatto che messaggi e risposte non sono disposti in ordine cronologico, e quindi è un po' difficile seguire la dinamica se non in diretta. Io ho risposto prima ad Alan ed era finita lì; poi ho risposto a Gea, ed è intervenuto lui; poi a Rexely, che peraltro rispondeva a me e pure in un nuovo thread, ed è intervenuto di nuovo lui. Non per aggiungere qualcosa di nuovo, ma per ripetere il suo punto di vista (già molto chiaro: se una ti fa del male, non merita il perdono e il saluto), e per dire che lui poteva capire benissimo quello che io NON avevo detto, impedendo, di fatto, che si ampliasse il discorso parlando anche di altro. Ecco perché ho suggerito delle letture, non per "rendere edotto" lui, ma proprio perché non era materialmente possibile parlare. Ad esempio dell'autostima: sono anni che leggiamo Ilaria e pensiamo ancora che l'autostima dipende dalle conferme esterne??? ho suggerito un rimando senza appunto parlare e alimentare la cosa. (A proposito, Atolla, per caso i miei riferimenti ti hanno incuriosita? Mi sa di no). Ad ogni modo: siccome di comunicazione un po' ne capisco, ho iniziato a divertirmi (parecchio, lo confesso, e mi scuso con Ilaria) con questo giochetto. E infatti di perdono, saluti, baci, abbracci e avambracci, è da qualche commento che non parlo più, limitandomi a rilevare questo modo di fare. A quel punto, è passato alla condiscendenza ... modalità sempre inopportuna rivolgendosi a persone con più di 10 anni, e a maggior ragione se più anziane di noi (educazione vecchio stampo). Ora, chiarito in che senso mi stavo dilettando in questa tenzone, vi saluto tutt* affettuosamente - e seriamente - , e ci leggiamo sotto qualche altro post :D
    Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (23 Settembre 2019 8:44)

      Cara AnnaV la sola cosa che ho sottolineato è stato semplicemente il fatto che rispetto la tua idea anche se non la condivido, dato che ho notato fin dal tuo primo c'è sempre stata una certa "acidità" nel rispondere. Questa non è "accondiscendenza" ma semplicemente il fatto che quando una inizia già con toni da "io la penso così e tu che la pensi in modo diverso mi dai fastidio" da parte mia si piglia una pacca sulla spalla. Ho fatto domande a cui di fatto tu non hai mai risposto direttamente o ci hai girato attorno, ho illustrato una situazione
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di Gea

      Gea 5 anni fa (23 Settembre 2019 9:01)

      AnnaV, premesso che non avevo capito mi avessi risposto (e non so nemmeno quale sia la tua risposta fra i vari commenti), mi ero limitata ad esprimere il mio punto di vista e ho subito abbandonato la discussione, vedendo la piega che stava prendendo. Da un po' di tempo faccio grande economia di tempo ed energie mentali, che preferisco dedicare ad altro che al ping pong dialettico sul blog di Ilaria; peraltro ogni commento postato ha un impatto ecologico (l'acqua e altre risorse consumate per i server) e ritengo importante limitarsi a scrivere solo se davvero utile. Ero tentata di commentare come giustamente ha fatto Atolla, ma ho preferito lasciar perdere. Se scrivo adesso, e' perche' il tuo commento mi lascia alquanto perplessa. Se ti sei dilettata buon per te, ma hai pensato a quanti hai coinvolto in questo giochino sterile (Alan e non solo) incitandoli a risponderti per farli girare sempre in tondo e goderti lo spettacolo dall'alto dei tuoi studi sulla comunicazione e di quanto hai appreso dal blog? Cui prodest? Al di la' del caso specifico, la mia vuole essere una riflessione d'ordine generale: si comunica per capirsi e costruire qualcosa o si fanno soliloqui? N.B. Ho espresso la mia opinione, ma non ho nessuna intenzione di innescare interminabili discussioni e men che meno polemiche: sto solo offrendo uno spunto di riflessione a te e agli altri lettori e ognuno ne faccia cio' che vuole. Buona giornata.
      Rispondi a Gea Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (23 Settembre 2019 9:17)

      Invio per errore del precedente messaggio incompleto.....continua: ho portato la situazione rocambolesca come esempio e e tu hai continuato per la tua strada a "prescindere dal caso'. Beh, se vogliamo comunicare come persone adulte, consiglio la prossima volta di evitare risposte piccate con meno la stizza in ogni affermazione. Uno può comportarsi come meglio crede in base alla sua situazione, tu a chi non segue la tua linea dici "vada a leggere altro" ma nessuno ha la verità assoluta in mano, a prescindere dal nome di chi scrive.....chiamalo confronto ma a me sembra che lo psicologo lo deve fare chi lo è di mestiere. Bye.
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  9. Avatar di Rexely

    Rexely 5 anni fa (20 Settembre 2019 19:35)

    Ma AnnaV, fra miliardi di persone che ci sono su questa terra, bisogna rivolgere l'attenzione a un ex per vedere confermata la propria autostima? E fra tutte e così tante persone al mondo bisogna fare amicizia proprio con l'ex? Non dimentichiamo che l'educazione di un tempo ha creato anche molti danni. Un esempio calzante...il fatto che io e te e tanti altri siamo qua in questo blog è perché qualcosa, nella nostra educazione ricevuta un tempo era sbagliato.
    Rispondi a Rexely Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (20 Settembre 2019 22:05)

      Penso che non ci capiamo proprio, salutate chi vi pare, io saluto tutti perché mi piace così, mi piace la gente così e non mi piace la gente che non saluta. Consiglio di googlare “significato del saluto psicologia” e leggere anche gli articoli di Ilaria sull’autostima, gli standard e la gentilezza. Mi pare che ce ne fosse uno anche sul salutare e sorridere al prossimo.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (21 Settembre 2019 16:22)

      AnnaV gli articoli riguardanti la "psicologia del saluto" li avevo letti a suo tempo da varie fonti e non è che sia considerato un gesto "soft" quello di toglierlo al prossimo, naturalmente considerando il fattore psicologico, non quello della buona educazione. Ci sono psicologi che affermano sia altamente fastidioso e forte il fatto di non salutare e io sono d'accordo, ci mancherebbe lo facessi per far piacere alla persona in questione, ma a ciascuno il suo modo di fare. Tu vuoi dimostrarti comunque cordiale con tutti, altri ricambiano la mancanza di rispetto con la stessa moneta. A ciascuno il comportamento che preferisce, solo che nel mio caso di perdono proprio non se ne parla e comportandomi così creo i presupposti perché non ci sia. Tutto quì, giusto o sbaglatio che sia.
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (21 Settembre 2019 17:41)

      Io SONO gentile con tutti (o ci provo), non è che voglio mostrarmi come non sono. Cerca anche la storia del vecchio samurai e degli insulti.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (21 Settembre 2019 19:05)

      Conosco la storia del samurai che non risponde agli insulti per rifiutare il "dono" ma non la reputo applicabile a questi contesti. Io non offendo ma neanche faccio finta di nulla. Le cose non possono tornare come prima di frequentarsi, è utopia e lo vedrei troppo bello per l'altra persona che direbbe: "guarda quello che dopo averlo scaricato come uno scemo, continua pure a salutarmi e magari ci spera ancora, il fesso". Che i primi mesi il mio comportamento può forse far sorridere, ok ma più passa il tempo e più ci si rende conto dall'altra parte che era meglio non farsi un'antipatia tanto forte quanto priva di qualsiasi pro. Perché alla fine si confida sempre nel "il tempo passa e la persona sbollirà". Se questo non accade, non fa piacere dall'altra parte.
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (21 Settembre 2019 21:47)

      Si, avevo afferrato il tuo punto. Ho trovato un po’ fastidioso il fatto che tu nel mio vedi un “salvare le apparenze” o il “quieto vivere”: per questo ho fatto riferimento al samurai. E non l’ho trovato fastidioso per me in quanto me, ma per il fatto che mentre dici “ognuno ha i suoi valori”, contemporaneamente neghi che sia possibile un comportamento diverso dal tuo - ad esempio quello oggetto anche del post - in quanto secondo te l’orgoglio è il solo sentimento umano vero, il resto sono apparenze, buona educazione (che schifo, mi rendo conto), viltà (il quieto vivere). Ti assicuro che è possibile scegliere, e che quello che racconto io (come molto di quello che scrive Ilaria) si basa su esperienze alquanto più gravi delle tue, che lasciano ferite profonde, e tanta ma tanta rabbia. Tanta rabbia che a un certo punto ti vergogni di quello che fai, di quello che senti e della persona orrenda e vendicativa che sei diventata. Non solo ti vergogni, ma non ti riconosci più. Altro che dignità, la melma allo stato puro si era impadronita di me e credo che Ilaria se ne ricordi bene. E quindi, se ancora ricordi chi eri, devi lasciare andare, e scegli la gentilezza, le belle giornate, il sorriso e lo stare in santa pace. Metti un bel muro di sorrisi e cortesia *vera* anche fra te e i rompiscatole. Sai vera perché? Perché faceva schifo essere arrabbiata. È possibile, è vero, succede.
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    • Avatar di Emilia

      Emilia 5 anni fa (21 Settembre 2019 22:29)

      Io penso che non salutare possa essere anche sintomo di indifferenza in alcuni casi. Non per forza deve essere una reazione provocata dalla rabbia verso l'altro a cui neghiamo il saluto. Magari non è il caso di Alan, ma penso sia possibile non salutare e allo stesso tempo essere in pace con se stessi. Tutto dipende da come percepiamo noi stessi mentre agiamo in un determinato modo.
      Rispondi a Emilia Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (21 Settembre 2019 23:08)

      Emilia esatto! Io magari dentro di me non sono ancora tranquillo al 100% ma non posso definirmi nemmeno più arrabbiato come il primo periodo, anzi. A me il non saluto non genera chissà quale fastidio, seppur non è un comportamento che mi piace usare, però data la situazione fuori da ogni logica, lo trovo in rima con la persona con cui ho a che fare. Comprendo che per altre persone può sembrare eccessivo o sbagliato, son punti di vista e li rispetto.
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (21 Settembre 2019 23:04)

      AnnaV apprezzo le tue parole e la persona che dimostri di essere, non trovo i tuoi concetti sbagliati ma come ho scritto, la mia situazione in questo caso sarebbe anche leggera di suo se non ci fossero state le aggravanti dei modi di chiusura completamente errati, sommati al fatto che siamo due persone che continuano a vedersi e sentirsi sul lavoro. Questo rende la cosa assai poco digeribile e considerando che ho pure dovuto leggere in un paio di messaggi le testuali parole "fra qualche mese mi ringrazierai" e in un altro caso "se avessi continuato per qualche mese, allora si ti avrei preso in giro".....scusa, ma da una più che adulta come età che ha in precedenza accettato di iniziare una relazione con un altra persona e poi chiude praticamente subito in modo infame e a mo di ripensamento a stretto giro, onestamente come posso perdonare e portare ancora rispetto? Dopo che ti ha pure fatto uscite come queste, della serie "io ho comunque la coscienza pulita"? Dai, ha tirato troppo e la corda si è spezzata, con tutta la buona volontà che ci posso mettere ma qui siamo a livelli che non si sa vivere.......alla fine della giostra l'ho definita una situazione surreale.
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (21 Settembre 2019 23:33)

      Ti ringrazio. E sì, certamente non salutare non significa necessariamente essere in preda alla rabbia. Io salutavo anche da arrabbiata, ma non ero gentile lo stesso :D
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (22 Settembre 2019 0:18)

      AnnaV mi consenti una piccola considerazione? Dal punto di vista dell'altro, forse gli dava più soddisfazione che lo salutavi da arrabbiata (se si notava) rispetto al non salutarlo proprio......dipende molto da che persona avevi di fronte. Poi rispettavi i tuoi principi e va bene per una qualsiasi parvenza di perdono successivo.
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (22 Settembre 2019 12:38)

      Aridaje. Primo, per me non salutare una persona non sta né in cielo né in terra. Non esiste, non è una opzione. Secondo, “Preoccupati di quello che pensano gli altri e sarai sempre loro prigioniero”. Terzo, non è una parvenza di perdono, io sto effettivamente in pace con me stessa, anche se con lui non parlo. È andata, finita. Ora lascerei andare anche questa conversazione: non capisco se trolli o se sei passivo-aggressivo di carattere, ma mi pare chiaro che non riesci a gestire una comunicazione senza sminuire e invalidare il punto di vista dell’altro. Buona domenica
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (22 Settembre 2019 14:59)

      AnnaV Ho smesso e sia chiaro che non trollavo. Comunque non prendertela e saluti.
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di Atolla

      Atolla 5 anni fa (22 Settembre 2019 12:58)

      AnnaV perdonami ma percepisco nelle tue considerazioni una sorta di tono "giudicante" (si notino le virgolette) e supponente che non giova alla conversazione. Alan sostiene in poche parole di non essere tenuto a salutare questa persona, io personalmente vedo questo comportamento come un risparmio di energie, diciamo, e aggiungo anche che farei lo stesso, tu tiri in ballo la (tua) buona educazione, la (tua) autostima, definisci il togliere il saluto un atto brutale, consigli di cercare articoli sul significato del saluto e infine "quello che racconto io (come molto di quello che scrive Ilaria) si basa su esperienze alquanto più gravi delle tue, che lasciano ferite profonde", come a dire guarda che le tue son quisquilie, io sì che ho ben ragione di sentirmi ferita. Insomma, tu sei convinta che sia "doveroso" verso se stessi essere gentili con tutti - compreso chi ci ha offesi - ok, abbiamo capito, io però ci sto vedendo un atteggiamento un po' paternalistico da "attenzione, vi insegno come ci si comporta nella vita e non smetto di argomentare finché non convenite anche voi".
      Rispondi a Atolla Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (22 Settembre 2019 14:46)

      @Atolla. Ho spiegato sopra, e più volte, il motivo della mia insistenza. Se lui insiste nel negare l’autenticità della mia posizione, e a riformulare quello che dico insinuando che pensare e sentire in altro modo rispetto al suo è impossibile (quieto vivere, dare l’impressione che, parvenza di perdono, bella persona che mostri di essere), io ci tengo a puntualizzare. Magari a qualcuno può interessare il contenuto del post e ci vuole provare :)
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Atolla

      Atolla 5 anni fa (22 Settembre 2019 18:04)

      AnnaV son tre giorni che stai controbattendo ad ogni post di Alan, ora gli dai pure del troll e rispondi con malcelata stizza che stia negando il tuo punto di vista? Guarda che sopra hai scritto: “lasciare andare” significa letteralmente lasciare andare questi pensieri, occuparti di altro, salutare - o meno - distrattamente come fosse una conoscente qualunque, perché in testa hai semplicemente e spontaneamente altro. L’indifferenza totale è questa, e tu non l’hai raggiunta. E scommetterei che si nota pure." Dimmi se non è negare il suo punto di vista. Sei nella sua testa? Sai come si sente? Qui un tot di noi ritiene inutile salutare delle persone che si son comportate male con noi, il che si traduce in un dispendio energetico pari a zero, che va sempre bene, tu stai insistendo col principio del "non sia mai essere maleducati, io saluto anche Jack lo squartatore". Abbiamo capito, ora possiamo andare avanti?
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    • Avatar di Emanuele

      Emanuele 5 anni fa (22 Settembre 2019 20:08)

      Ciao AnnaV, Ritengo il saluto come segno di rispetto e educazione e indiscutibile a livello generale. Poi se sia o giusto o meno salutare i propri ex dipende. Se c'è stata una chiusura pacifica e matura per che no. Diversamente se come accade spesso ci si lascia come dopo la seconda guerra mondiale forse è meglio di no almeno fino a quando non c'è più niente da recriminare. Magari ecco dopo tanti anni se ci si incontra per caso per che no. Comunque si tratta sempre di aver superato la situazione è di dimostralo anche così. E sempre in agguato il : non mi saluta perché c'è la con me e viceversa.
      Rispondi a Emanuele Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (24 Settembre 2019 1:51)

      Emanuele non è necessariamente questa la visione corretta. Non è detto che se l'ex non ti saluta ce l'abbia ancora con te, ma semplicemente non ti vede più degno/degna della minima considerazione, dato che sei stato/a l'artefice della rottura, magari improvvisa e con modalità scellerate come quella da me esposta. Se poi chi è stato causa della rottura non fa alcun passo per cercare di rimediare nel tempo (almeno dal punto di vista diplomatico), il 2+2 diventa semplicemente automatico, ovvero (secondo me) non è perdonabile perché non ha nemmeno "provato" a rendersi almeno in parte tale. Significa che non gli interessa e di conseguenza sia all'inizio che a distanza di anni merita la stessa considerazione che ha dato alla questione lui/lei: 0. Farsi impietosire dal trascorrere del tempo (fattore in cui spesso una persona che sa di essersi comportata male confida, della serie "tanto ti passerà") è a mio parere solo finire per fare un favore all'altro ridandogli una minima considerazione, ma nel suo caso non si è però mai preoccupato di correre un minimo ai ripari. Io ho sempre detto che "chi sbaglia, paga, specie se neanche prova a porvi qualche rimedio". In questi casi, per quanto mi riguarda non c'è perdono che tenga perché non lo si è meritato. Poi, se uno vuole considerare la cosa perdonabile e/o ritiene eccessivo togliere il saluto, è liberissimo di perdonare/salutare ma dipende appunto da come uno vive la situazione, non da una regola applicabile a prescindere per questioni di galateo. Per quanto mi riguarda, il "non perdonare/salutare" non significa essere "ancora arrabbiati" ma semplicemente "non dimenticare ed evitare di ridare anche un minimo di valore a persone che hanno dimostrato di non meritarne da parte nostra". Perdoniamo noi stessi per aver dedicato il nostro tempo a gente che ha dimostrato non meritarci, questo si.
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di Emanuele

      Emanuele 5 anni fa (24 Settembre 2019 12:55)

      Ciao Alan, Mi spiego meglio: sono sulla stessa lunghezza d'onda di AnnaV, il non salutare equivale a non avere superato la situazione. Il sottotesto e : c'è lo con te e / o ti porto rancore.
      Rispondi a Emanuele Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (25 Settembre 2019 20:24)

      Emanuele, quello che legge l' altra persona è quello che vede dal "suo" punto di vista, giusto o sbagliato che sia. Se ci tieni a trasmettere "pace" fai come dice AnnaV e la chiudi con della "buona educazione di necessità" altrimenti te ne freghi totalmente del galateo e vai di "maleducazione difensiva/offensiva", considerando meno di 0 la persona in questione e privandola pure del saluto. Non esiste una strategia che va bene per tutti e che viene percepita allo stesso modo da tutti. Comunque dipende appunto se e quanto si è disposti a perdonare in base a situazione, persona che si ha di fronte e proprio modo di essere.
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di Atolla

      Atolla 5 anni fa (22 Settembre 2019 13:04)

      Ho cliccato su invia accidentalmente, volevo aggiungere che non sappiamo come ci comporteremmo in una data circostanza finché realmente non ci troviamo a viverla. Avevo un'amica, o meglio la consideravo tale, che per motivi a me ignoti mi ha cancellata dalla sua vita e mi ha anche bloccata su Facebook. Se la incontrassi in giro non mi sprecherei certo a salutarla, visto che per lei non esisto, quindi ci ignoreremmo a vicenda e fine della storia.
      Rispondi a Atolla Commenta l’articolo

    • Avatar di Emilia

      Emilia 5 anni fa (22 Settembre 2019 15:04)

      Ciao Atolla, sono d'accordo con le tue affermazioni. AnnaV, penso che tu stia parlando della tua esperienza senza considerare le varie situazioni e che tu ti stia concentrando soltanto sul rapporto col tuo ex. Se per te salutare il tuo ex aumenta l'autostima, per qualcun altro magari non salutare sortisce lo stesso effetto. Non credo ci sia un giusto o sbagliato, sono solo punti di vista differenti che si basano su sensazioni molto personali.
      Rispondi a Emilia Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (22 Settembre 2019 15:06)

      Atolla non me la sono certo presa per i toni di AnnaV, libera di pensarla come vuole, rispetto la sua idea anche se non la applico. Poi che sembri metterla troppo sul piano personale è un altro discorso ma per me non ha importanza. Grazie e intanto buona domenica.
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (22 Settembre 2019 15:54)

      E aridaje a negare il punto di vista altrui, relegandolo a “ti sei offesa / la prendi sul personale”. Sono affascinata.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Alan

      Alan 5 anni fa (22 Settembre 2019 21:05)

      AnnaV Nessuno nega il tuo punto di vista, sono i toni a volte ad essere un po' troppo duri ma alla fine conto che ci capiremo, grazie.
      Rispondi a Alan Commenta l’articolo

  10. Avatar di Vic

    Vic 5 anni fa (21 Gennaio 2020 20:22)

    "Meditate che questo è stato". Ovviamente la frase è riferita ad un accadimento storico e tragico, ma credo valga anche per i nostri piccoli e grandi drammi personali. Si deve cercare di perdonare ma non dimenticare. Chi dimentica è complice, il dimenticare equivale a un tradimento. E' un tradire sé stessi.
    Rispondi a Vic Commenta l’articolo

  11. Avatar di Emanuele

    Emanuele 5 anni fa (6 Marzo 2020 20:52)

    A me è capitato di sognare la mia ex ultimamente. Gli ho voluto bene e amata. Mi auguro che stia bene. Più o meno un anno fa incontrai una sua collega e gli chiesi di salutarlmela. Comunque ritengo che quando una persona ha fatto parte della propria vita per molto tempo salvo non sia successo qualcosa di grave in un modo o nell'altro ci rimane dentro.
    Rispondi a Emanuele Commenta l’articolo

  12. Avatar di Emanuele

    Emanuele 5 anni fa (8 Marzo 2020 8:08)

    Buona festa della donna 💐
    Rispondi a Emanuele Commenta l’articolo

  13. Avatar di Emilia

    Emilia 5 anni fa (21 Gennaio 2020 10:58)

    Ciao Ilaria e ciao a tutti i lettori del blog. :) Spesso sento dire che colui che riesce a perdonare è una persona forte, o che riuscire a perdonare qualcuno significa essere forti. Tu cosa ne pensi di questa affermazione? Grazie mille e buona giornata. :)
    Rispondi a Emilia Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 5 anni fa (21 Gennaio 2020 11:19)

      Tu che cosa ne pensi?
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Emilia

      Emilia 5 anni fa (21 Gennaio 2020 11:55)

      Cosa ne penso io? Mah... Non vorrei andare controcorrente, ma non sono molto d'accordo con questa affermazione (tra l'altro, navigando in internet ho trovato una citazione di Gandhi sul tema). Io penso che perdonare qualcuno che ci ha fatto del male significhi non desiderare o tramare vendetta, ma superare la delusione e la sofferenza che abbiamo subito attraverso l'accettazione e, al contempo, imparando ad ignorare quella/e determinata/e persona/e. Specifico che "accettare" non significa dover consentire agli altri di farci ancora del male... La forza (io direi anche l'intelligenza) di una persona consiste nel fare in modo che chiunque si sia permesso di trattarci male non possa perseverare. Credo di essere riuscita a riassumere in poche righe il mio pensiero. Sarei felice se tu esprimessi la tua opinione al riguardo... :)
      Rispondi a Emilia Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 5 anni fa (21 Gennaio 2020 12:27)

      Io del perdono ho parlato spesso anche in altri articoli, in altri commenti, in molti dei miei percorsi. Il perdono, soprattutto come lo consideriamo noi, è un concetto cristiano, soprattutto cattolico, nelle culture protestanti è meno sentito. E in questa visione e prospettiva è un concetto che può diventare pericolosissimo, soprattutto quando, come nella religione cattolica c'è un intermediario "umano" tra dio e l'uomo. I protestanti se la vedono direttamente con dio, che è altra cosa da un sacerdote. Ho sentito persone che poi ho saputo aver commesso atti orribili dire: "Io sono abituato al perdono, io mi confesso." Capito? Fai del male e ricevi perdono. Come quando parcheggi per sbaglio (per sbaglio, non apposta) in area vietata e poi paghi la multa. Non solo, sempre secondo questa cultura, se non perdoni sei tu quello sbagliato. Perdonate settanta volte sette. Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Il Cristianesimo e il messaggio evangelico sono grandiosi, attenti all'uso che ne è stato fatto nei secoli. Ma come, a me, povero umano, colpevole e fragile viene chiesto di fare quello che fa il Signore, che tutto può, anche perdonare? Com'è che spesso mi vedo cambiare le carte in tavola? Detto questo, il rancore fa male a chi lo prova e non a chi ne è oggetto. Sono bravi i vili e i manipolatori che provocano rancore negli altri. Quindi se il perdono va visto come lasciare andare il rancore, io lo appoggio settanta volte mille e ne ho parlato spesso. Liliana Segre, che ieri ha fatto un discorso al Teatro Arcimboldi di Milano, agli adolescenti, discorso che invito tutti a vedere (sito del Corriere) ha detto chiaramente che lei non perdona (ma come si fa a perdonare, dico io? Ma ci vuole anche misura nel perdono, perbacco!!! Ma di che cosa stiamo parlando?!) ma non odia. Ecco non odio, non rancore. Indifferenza. Io in molti articoli qui ho ribadito il detto inglese: "Forget and forgive". Che sarebbe "Perdona e dimentica". Certo, perdona nel senso di non avere rancore, dimentica, nel senso di far guarire le tue cicatrici. Ma non dimenticare che cosa ti è stato fatto, scientificamente, tienilo ben in mente. Per quanto riguarda Gandhi o i personaggi politici e i passaggi storici che hanno invocato e richiesto riconciliazione, teniamo presente i contesti: ci deve essere un momento (segnato per altro dall'evolvere della civiltà), in cui vendetta, legge del taglione, faide devono cessare, sennò è solo morte e distruzione. La storia e la filosofia greca, soprattutto il teatro greco ce lo spiega bene. In sostanza, per noi individui, l'energia va posta nell'essere persone buone e giuste, che fanno cose buone e giuste. E quindi di certo non odiare e non portare rancore (ma perché così facendo diamo potere a chi è cattivo). Goderci la nostra vita e coltivare le nostre potenzialità, contribuendo al mondo. Non è necessario essere eroi e perdonare l'imperdonabile. E' necessario stare bene e fare il bene, senza essere fessi.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Emilia

      Emilia 5 anni fa (21 Gennaio 2020 15:41)

      Grazie della risposta, molto articolata e precisa. Condivido ogni cosa che hai scritto. Quindi, secondo te, ha senso parlare di forza quando si affronta il tema del perdono? Grazie ancora!
      Rispondi a Emilia Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 5 anni fa (21 Gennaio 2020 15:59)

      Chi perdona in modo autentico e maturo è indubbiamente forte. Sconfigge totalmente il suo nemico. Cancella, dà un colpo di spugna. Infatti è dio che perdona per primo... Quanti perdonano davvero? Pensa alla storia (anche recente). Chi perdona? E' meno forte Liliana Segre che non perdona, ma non odia o papa Wojtyla che ha perdonato il suo attentatore? Sono considerazioni che ognuno deve fare nel suo intimo. Osservando il mondo intorno considerando tutte le parti in causa, i contesti e le condizioni. Una donna che da bambina è stata perseguitata senza pietà, che è laica, che ha dedicato la propria vita a testimoniare e non ha perdonato e non odia è meno forte del capo del cattolicesimo, uomo potentissimo, che perdona un disgraziato delinquente manipolato da altri? Non lo so. Non lo dico. Ovviamente ha molto senso parlare di forza, ma a proposito, non a livello di giornaletti.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Emanuele

      Emanuele 5 anni fa (21 Gennaio 2020 17:11)

      Probabilmente possiamo parlare di forza interiore intesa come capacità di lasciare andare un risentimento anziché trattatenerlo.
      Rispondi a Emanuele Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 5 anni fa (21 Gennaio 2020 17:24)

      Per esempio. Anche di forza intesa come potenza. Un papa è un uomo. Un uomo ricco e potente. E' più facile perdonare per lui? Chi lo sa? Quel papa ha subito un'offesa colossale, che ha segnato il suo corpo e la sua vita...
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di A

      A 5 anni fa (6 Marzo 2020 19:19)

      Io, onestamente, penso che sarò capace di perdonare quando starò bene, avrò la vita che desidero, ciò che desidero. Inutile girarci intorno. A quel punto farò anche un gran sorriso a tutti quelli che al momento spero di non incontrare nemmeno per caso. Perché allora sì e adesso no? Perché allora non mi importerà nulla di loro, perché, ripeto, starò bene io. Adesso non ho motivo né voglia né energia di condividere un sorriso o gioia con loro. Quando sarò felice, di felicità ne avrò per tutti. Anche per chi si è comportato molto male con me. Non sento desiderio di vendetta, ma perdono, di qualsiasi tipo, ora mi pare contro natura. In realtà se avessi potuto soddisfare desideri e aspirazioni, anche adesso non mi preoccuperei di essere troppo gentile con loro, non me ne fregherebbe proprio nulla.
      Rispondi a A Commenta l’articolo

    • Avatar di Emilia

      Emilia 5 anni fa (21 Gennaio 2020 17:16)

      Nemmeno io saprei rispondere alla domanda che hai posto. Comunque, le riflessioni che hai sollevato mi hanno fatto comprendere alcuni aspetti che non avevo considerato. E poi, hai proprio colto quello che intendevo dire, cioè che un manipolatore qualsiasi che dice - in modo esplicito o implicito - che "Il debole non è mai capace di perdonare. Il perdono è la caratteristica di chi è forte", in qualche modo sta ammettendo di dover essere perdonato (dunque avrebbe commesso qualcosa da farsi perdonare) e, allo stesso tempo, sta continuando ad assumere un comportamento manipolatorio nei nostri confronti. Sbaglio?
      Rispondi a Emilia Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 5 anni fa (21 Gennaio 2020 17:25)

      Le frasi apodittiche, cioè che hanno l'aspetto del vero assoluto, non hanno nessun valore. Almeno che non parlino di verità assolute: "L'acqua è un liquido"
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Emilia

      Emilia 5 anni fa (21 Gennaio 2020 17:33)

      Ok, mi è chiaro. Grazie.
      Rispondi a Emilia Commenta l’articolo

    • Avatar di Fabio

      Fabio 5 anni fa (21 Gennaio 2020 16:52)

      il perdono lo vedo così, innanzitutto per me non è una forza, è un fattore caratteriale, emotivo, non dipende da te, è come l'amore, non puoi comandarlo, non puoi innamorarti a comando, come non puoi perdonare a richiesta o imponendotelo, sotto sotto nel tuo intimo sai se lo hai perdonato veramente, e questo condiziona i tuoi atteggiamenti. Perdonare, secondo il mio umile parere, vuol dire solo lasciar perdere la vendetta, che a volte può creare soddisfazione nonostante una certa cultura dica il contrario ed è certamente dispendiosa; ma... se perdono, automaticamente non è che dimentico, anzi faccio tesoro del torto subito e mi organizzo per evitare altre spiacevoli situazioni, niente vendetta ma controllo della situazione, del personaggio il quale non deve più nuocere, senza remore nè sensi di colpa, siamo noi le vittime non lui.
      Rispondi a Fabio Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (21 Gennaio 2020 16:16)

      Ma in quale mondo il perdono cancella il male che è stato commesso? In Paradiso, dopo il giudizio universale, suppongo. Al momento, per qualunque religione di cui io abbia conoscenza, se tu mi hai rubato 10 euro, posso perdonarti per l’atto, ma il furto resta furto, e i 10 euro tu devi restituirli lo stesso (o fare ammenda). Il perdono è *solo* lasciar andare il risentimento. Il resto non sta a noi, e non dipende da noi. Non capisco l’essere fessi, sinceramente.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 5 anni fa (21 Gennaio 2020 16:22)

      Fammi delle domande chiare e comprensibili, che ti dò tutte le risposte che vuoi. Secondo il mio punto di vista ovviamente. Essere fessi=essere invitati al perdono e al dimenticare, cioè diventare di nuovo vittime, perché imbibiti di sensi di colpa, indotti dalla cultura, per non essere capaci di perdonare. Fare le cose buone e giuste nella vita, senza prenderla per forza sempre nel didietro=essere retti ma non fessi. Tu parli di Paradiso io di dio e di un papa, quale sarebbe la sottigliezza della puntualizzazione? Aspetto chiarimenti, diversamente no polemiche. Non è la sede e non sono titolata per tenere lezioni di storia delle religioni, teologia e diritto.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 5 anni fa (21 Gennaio 2020 16:30)

      Tra l'altro, ho aperto degli interrogativi, non certo dato delle certezze, e ci mancherebbe!
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Doris

      Doris 5 anni fa (21 Gennaio 2020 17:25)

      Secondo me il perdono (tra due persone) è la ripresa di un flusso, di un dialogo. Ovvero: quando uno dei due soggetti di un rapporto (qualsiasi rapporto) ferisce/offende/non rispetta gli accordi, viene meno la fiducia che alimentava il dialogo tra i due. Se da parte di chi ha trasgredito non c'è pentimento, ammissione di colpa (magari perché nemmeno pensa di aver ferito l'altro) non può esistere il perdono stesso, da parte di chi si sente ferito e quindi la ripresa di un dialogo, di un flusso... In questo caso può esistere il lasciare andare rancori e risentimenti, ma non il perdono stesso. Credo che Liliana Segre sia impossibilitata a perdonare, perché i suoi persecutori mai si sono pentiti o scusati. In questo caso l'unica possibilità era lasciar andare l'odio, ok, ma non era certo possibile il perdono...
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    • Avatar di Emilia

      Emilia 5 anni fa (21 Gennaio 2020 17:36)

      @Doris, molto interessante la tua considerazione. ;)
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    • Avatar di Vic

      Vic 5 anni fa (21 Gennaio 2020 18:51)

      Tutte considerazioni interessanti le vostre. Secondo me il perdono è un grande atto di fede, ma è più facile da attuare verso qualcuno che ha ferito noi, piuttosto che persone a cui teniamo. È come il sacrificio totale, quello di dare la propria vita per gli altri. Citando un film a cui sono molto affezionata, mi viene in mente questa frase: "Certo sacrificare sé stessi è molto facile. È dover sacrificare chi si ama che mette alla prova le nostre convinzioni". Liliana Segre ha perso il padre e i nonni nel modo più atroce. Come si fa a perdonare chi ti ha portato via tutti gli affetti... Si dovrebbe, cristianamente parlando, ma come si può.
      Rispondi a Vic Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (21 Gennaio 2020 19:33)

      Che Dio non è il Papa e il Papa non è Dio. E soprattutto non lo siamo noi. Quindi il nostro perdonare e dimenticare non ha effetti sulla persona che ci ha offesi, così come non li ha il non perdonare e non dimenticare. Se io perdono o non perdono il mio ex a lui non cambia niente, cambia a me. Quindi che figura da fessa faccio, e con chi? Lui è quel che è, e deve vivere con se stesso. Se è ladro, resta ladro. Se è perseguibile per legge, resta perseguibile per legge. Se Dio lo perdona, io non lo so, ma non dipende da me, e neanche mi riguarda. Si renderà conto di quel che ha fatto? Si pentirà? Ma che ne so? E anche: ma che me ne importa? (Si consideri l’episodio gravissimo del re David con Betsabea, il tradimento e l’uccisione di un suo fedele generale, e il meraviglioso salmo di pentimento scritto). Il male resta tale anche se io accetto che esiste, che capita, e che va lasciato andare. Non è che restando attaccata io all’idea di ingiustizia subita cambio il mondo o punisco lui. Non è che restando arrabbiata vivo meglio. Se mio marito mi tradisce, posso perdonare l’atto in quanto tale (tutti potremmo tradire), ma non so quanto posso tornare a fidarmi, e devo ricostituire il rapporto. Infatti una volta i penitenti avevano le penitenze ... non è che il peccato passava in cavalleria, senza conseguenze. Sono cose completamente diverse. Perdonare è lasciar andare, al limite essere compassionevoli (“non sanno quello che fanno”). Rimettere le colpe - assolvere o chiamalo come vuoi - non è in nostro potere. Riconciliarsi è un moto a due. Certo se si parte dall’idea che lasciar andare significa “essere fessi“, è dura campare fino a 90 anni.
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    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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      Ilaria Cardani 5 anni fa (21 Gennaio 2020 19:52)

      Mi sa che proprio non ci siamo capite. Una è la questione del perdono e stiamo dicendo la stessa cosa. Ora, siccome io non sono titolata a parlare di teologia, ma parlo solo di come alcune persone possono stare meglio, dico praticamente le stesse cose che dici tu. Il perdono, dal nostro punto di vista riguarda noi e solo noi (a parte che ne ho parlato in lungo e in largo, davvero). Ma il perdono non è cosa facile da dare in modo autentico e genuino. E l'incapacità di perdonare non deve essere un ulteriore giogo per la vittima. Tant'è che io condivido la posizione di chi non perdona, ma non odia (che è il tuo lasciar andare, di cui parlo spessissimo, quindi non insistere). Ovvio che il perdono non cancella la colpa o il reato (ci mancherebbe), ma cara la mia puntualizzatrice, nemmeno il Paradiso, semmai il Purgatorio, ma ti ricordo che esiste anche l'Inferno, per quelli che credono, quindi ci sono colpe che restano per l'eternità. Dico che credo che chi arriva a perdonare davvero (un attentato, l'omicida della figlia, lo stragista) probabilmente riesce (probabilmente, il tema è delicatissimo) a cancellare da se stesso anche tutto il male. Non a fare sì che non sia stato (ma dài?!). Siccome voglio stare sempre dalla parte di chi si barcamena, in un mondo difficile (non so dove viva tu, ma un'idea me la sono fatta), mi guardo bene dal dire che perdonare SI DEVE (ti ricordo la domanda di partenza, "forza o non forza", per cui, sai, io sarò deformata professionalmente, ma già ci vedevo dell'autosvalutazione ed è quella che mi interessa, non discettare di teologia, che non conosco). E cito due personaggi noti e autorevoli (prego evitare inutili puntualizzazioni) e mi interrogo: è più facile per un signore saggio e molto potente perdonare che non per una poveretta che vive a Sangenovese del Sotto e ha tre figli a carico, è stata picchiata dal padre dei figli e non arriva alla fine del mese? O è difficile anche per quel signore? E quella signora che a tredici anni è stata internata, avrà suppongo, delle buone ragioni per non perdonare. Che ne so io? Io dico che perdonare certe cose è difficile, questa è la mia opinione. Lasciarle andare è importante (ma l'ho detto migliaia di volte, ti sarà sfuggito?! A te?!). Sono stata chiara?! Non essere fessi: non c'entra nulla con il perdono. NULLA!!! Ho detto che nella vita bisogna essere buoni e giusti e siccome mi rivolgo a un pubblico che tende a prenderle, pur di comportarsi bene, preciso: "siate buone ma non fesse." Non posso ogni volta riscrivere un trattato su concetti che ripeto 10 volte al giorno. Mi vanno benissimo gli scontri frontali con te, sono un invito a nozze, figurati. Rocky ci fa un baffo. Le perdite di tempo non mi vanno bene e soprattutto non mi va bene che tu travisi quello che scrivo, costringendomi a ritornare su concetti ovvi o già ripetuti. Quindi spero che tu abbia capito: perché delle due l'una. O tu non sai più leggere. O io non so più scrivere. Ma mi sembra che gli altri abbiano capito. Ergo...
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (21 Gennaio 2020 20:33)

      Sinceramente, non avevo capito. “Siate buone, ma non fesse” nel mondo in cui vivo io, purtroppo, significa “vendicatevi“ o “siate malfidate” (“acca’ nisciun’ è fess”, per intenderci). Anzi ti dirò che se passa l’idea che sei “buona”, passa anche quella che sei “fessa”. Infatti è una parola che non amo per niente.
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      Ilaria Cardani 5 anni fa (21 Gennaio 2020 22:41)

      AnnaV, io sono responsabile di quello che scrivo e quindi non intendo giustificarmi. Credo che vi rendiate conto della mole di risposte che alcuni giorni dò, spesso a domande non semplicissime. Ovviamente spesso semplifico e "taglio corto" (non è un merito, è una scorciatoia finalizzata a rispondere a più domande possibili) convinta di farmi capire. Ho usato quel termine che bene o male anche dalle mie parti intende dire "sciocco, stupido, ingenuo". Intendevo dire "ingenuo". Ribadisco: credo che una vita serena passi necessariamente da un comportamento etico e rispettoso degli altri. Il che non significa farsi schiacciare. E' più chiaro e più corretto ora? Il perdono è un'altra questione, un di cui della serenità, che non c'entra con l'essere buoni o no. Per me non è un obbligo, perché agli umani si può chiedere di essere umani, non sovrumani. Quanto a dio e al papa erano esempi per suffragare l'idea che la potenza di dio permette il perdono. Quella concessa agli uomini non saprei. Se non si riesce a perdonare, va benissimo, per quel che mi riguarda talvolta va meglio. Non bisogna dimenticare. E' fondamentale lasciare andare e procedere, procedere, procedere. Non è la verità, non so se sia la cosa giusta in assoluto, è quello che mi dice la mia esperienza e il mio buon senso. E' quello che mi sento di consigliare a persone (tante davvero ormai) delle quali credo di conoscere un po' il percorso e gli schemi mentali. Il mio livello di evoluzione si ferma qui. Non so se passerò a un altro livello. Può darsi di sì, può darsi di no. Lo scopriremo solo vivendo. E per quel che mi riguarda, ed è anche stato affermato da alcuni pontefici recenti, l'inferno nell'aldilà non esiste. Punto.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 5 anni fa (21 Gennaio 2020 23:13)

      Inoltre anche solo sospettare che io inviti alla vendetta o al "lavare con il sangue" certe offese (dopo che tra l'altro, per pignoleria avevo parlato della necessità della riconciliazione, del metter fine alla legge del taglione e alle origine della nostra cultura che stanno in Grecia) dovrebbe far pensare che probabilmente il sito è stato hackerato. Il che, per puntualizzare, non vuole dire che bisogna perdonare il proprio stupratore e riaccogliere in casa il marito che ti ha massacrato di botte. No. Poi, anche questo è un concetto ribadito mille volte: "malfidate" non appartiene al mio vocabolario. "Proteggersi sempre" è un mantra. Sono sfumature non da poco.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (22 Gennaio 2020 13:28)

      Io mi riferivo specificamente all'uso di questo termine rispetto ad altri. Probabilmente per me è un "trigger" proprio a causa del significato che ha nel contesto in cui vivo. Senza contare che tante volte sono passata per "fessa" anche sul lavoro, non facendomi prendere da certe dinamiche e non essendo stata neanche creduta nelle intenzioni e nelle mie finalità (non "vendicarmi" è stato visto come segnale di "falsità"; non parlar male, idem). Ad ogni modo, ripensandoci, fra ieri sera e stamattina (e al di là di quello che ci siamo già dette), mi chiedevo in effetti quanto il lasciar andare sia difficile per una questione di identificazione con il ruolo di vittima (e quindi con la rabbia, con il desiderio di ricevere giustizia, o quant'altro). Un altro lato positivo del perdono, quindi, è che ci permette di riappropriarci dei nostri autentici sentimenti e della nostra soggettività, spezzando il legame con chi ci ha fatto torto.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 5 anni fa (22 Gennaio 2020 14:41)

      E' esattamente questo che intendevo io nel supporre che chi perdona "cancella" (per sé, non in assoluto). Sono interrogativi, non certezze.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (22 Gennaio 2020 21:34)

      Ora non capisco “cancella” ... se decido di (o meglio riesco a) non identificarmi con il mio essere stata vittima, sto cancellando? Secondo me, mi sto liberando.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 5 anni fa (22 Gennaio 2020 21:53)

      AnnaV, dài le definizioni che sono più efficaci per te, dato che, in sostanza, sono fatti tuoi.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (22 Gennaio 2020 22:39)

      Ok. Ma continuo a non capire che vuol dire “cancellare” (o “non cancellare”) per te, per questo chiedevo. Ma non importa, in realtà credo che in effetti non siamo d’accordo.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 5 anni fa (23 Gennaio 2020 7:45)

      La realtà è che io parlo di qualcosa che posso solo immaginare, dato che, per ora, mi sento più vicino a coloro che non perdonano ma non odiano. Quello che fa e che sente chi perdona non lo so, tento di immaginarlo.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (23 Gennaio 2020 11:20)

      Va bene. Ad ogni modo, non è “sovrumano”. Questo non è un pensiero utile. Non è dovuto ed è un percorso che può durare anni, ma Nelson Mandela ci è riuscito. E secondo me, al di là dei termini, in anche Liliana Segre, che mi sembra molto serena e molto libera dalla rabbia. Hanno entrambi deciso di usare il desiderio di giustizia in un modo diverso e costruttivo, come del resto tante vittime di violenza e ingiustizia fanno. Anche questo blog nasce in questo spirito, mi pare. Del resto, a certi livelli sembra che non ci possa essere giustizia o riparazione possibile, umana o divina che sia. E come si può più vivere con questa consapevolezza, se non nella rabbia e nella paura? Nel Vangelo vengono chiamati beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, mica quelli che lasciano perdere. Un abbraccio e grazie
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 5 anni fa (23 Gennaio 2020 12:04)

      Ho capito che un tema che ti sta a cuore. Ti dirò, sta molto a cuore anche a me. Non si è capito? Mi pare che tu continui a ripetere con altre parole quello che ho detto io fin da subito, ma siccome il tema ti sta a cuore, sembra che tu ti voglia mettere in contrasto con me o convincerti che io dico cose completamente diverse. Non che io voglia trovare un accordo con te, non sia mai di darti questo dispiacere e questa frustrazione :D :D :D. Ho detto sovrumano perché il mio messaggio, nel mio ambito e nei miei confini è: sarebbe stupendissimo perdonare davvero, lasciare andare completamente etc etc, ma se non ce la fate (se non ce la facciamo) non siete (non siamo) delle melmine. Cominciamo con il farci la nostra vita bella e sana e cercare di lasciare andare, ma non facciamoci una colpa ulteriore se non ci comportiamo da santi. E ho anche spiegato che questo è il punto di evoluzione al quale sono arrivata io. Comunque, siccome so che ti senti meglio se diciamo che siamo in disaccordo, va bene, d'accordo, siamo in disaccordo, tranquilla. Prego e un caro abbraccio anche a te.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (23 Gennaio 2020 14:01)

      Ilaria, con tutto il rispetto. Io su questa cosa ho lavorato e sto lavorando tanto. Ho subito molto male da, e ho fatto molto male a persone importanti per me (e non parlo del mio ex, che oggi mi sembra solo una rottura di scatole). Ti assicuro che non sento in me alcuna resistenza o opposizione. Non mi fa piacere né dispiacere, né essere d’accordo né essere in disaccordo. Non stiamo affatto dicendo la stessa cosa, e non succede nulla.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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      Ilaria Cardani 5 anni fa (23 Gennaio 2020 14:24)

      Allora, tranquilla, non succede nulla, su questo non c'è dubbio e ci mancherebbe. Come avrai capito il blog è molto aperto e quello che può darmi fastidio (oltre alle maleducazioni, alle offese e alle patenti stupidaggini) è che il mio pensiero venga travisato perché io ci tengo a dare e a tenere una linea (sennò dove andiamo?) e il rischio del fraintendimento è facilissimo. Io sono stata ironica con te perché mi sembra di aver capito con il tempo che sei abituata a ribadire le tue posizioni con assoluta precisione (magari mi sbaglio eh :D :D :D). Secondo me bene o male siamo d'accordo, per quanto si può essere d'accordo su un ambito tanto delicato e controverso, secondo te no. Va bene. Però quello a cui tengo (e se permetti ne ho il diritto), è che la mia linea deve passare nel modo più chiaro e il fatto che si travisi il mio pensiero non mi è utile, né a me, né a chi legge. Perché io credo di conoscere il mio lavoro e chi mi legge (in genere ovviamente) e molte volte mi ritrovo messaggi di persone che estrapolando mie frasi da qui e lì si sentono "autorizzate" ad assumere atteggiamenti che io non condivido e sono contrari alla mia linea. Tipo (esempio a caso un po' banalizzato e non reale): "Tu dici di essere stronza, quindi faccio bene a scrivergli che si è comportato male con me e a rinfacciargli tutto il male che mi ha fatto, vero?" E allora sono io che devo spiegare e correggere il tiro. Se ogni volta che scrivo quei due o tre concetti fondamentali (proteggersi, badare al proprio benessere, non immolarsi per un altro, lasciare andare, non sentirsi in colpa per ogni alito di vento) qualcuno viene a dire che quello che dico non è quello che dico, ma è un'altra cosa, per me è un problema. Conto di essere stata chiara.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (23 Gennaio 2020 14:33)

      Il motivo per cui io “puntualizzo” è esattamente lo stesso, ma non c’è dubbio che in questa sede è più importante che sia sia chiaro e inequivocabile a chi legge il tuo punto di vista. Veniamo qui per leggere quello che dici tu, e per trarne suggerimenti e indicazioni preziosi. Non ci piove. Fra l’altro nella mia esperienza, questo blog è stato fondamentale. Altrimenti non ci terrei a condividerla.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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      Ilaria Cardani 5 anni fa (23 Gennaio 2020 16:20)

      Mi è tutto chiaro. E comprendo. Non si capisce?!
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (23 Gennaio 2020 21:11)

      Ti lovvo <3
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Emanuele

      Emanuele 5 anni fa (23 Gennaio 2020 14:44)

      Il tema è senza dubbio delicato. L'importante e mi auguro che non ci sfoghi sul uomo o la donna che si può incontrare sul nostro cammino. Insomma che non gli si faccia pagare il torto che abbiamo subito in quanto potrebbe essere la persona giusta. Per quanto riguarda il travisare ciò che scrivi Ilaria o estrapolare qualche frase e/ o concetto per farne un uso poco consono può succedere che qualcuno lo faccia. E probabilmente come dicevo più come atto di vendetta verso l'uomo o la donna di turno. Ma e un limite e problema di chi si comporta così in quanto non va in profondità in ciò che scrivi.
      Rispondi a Emanuele Commenta l’articolo

    • Avatar di Fabio

      Fabio 5 anni fa (23 Gennaio 2020 17:11)

      Ciao Emanuele, se permetti aggiungo qualcosa al tuo scritto: "L'importante e mi auguro che non ci sfoghi sul uomo o la donna che si può incontrare sul nostro cammino. Insomma che non gli si faccia pagare il torto che abbiamo subito in quanto potrebbe essere la persona giusta" ed anche se non fosse la persona giusta, merita comunque rispetto, uno sfogo sulla persona sbagliata porta una persona sensibile, ad avere rimorsi e vergogna del proprio comportamento.
      Rispondi a Fabio Commenta l’articolo

    • Avatar di Emanuele

      Emanuele 5 anni fa (23 Gennaio 2020 17:55)

      Ciao Fabio, Io intendo dire quando sulla nostra strada incontrotriamo qualcuno verso cui mostriamo interesse e viceversa. Quindi in un contesto di possibile conoscenza come la intendiamo qui. E aggiungo che se sì è pronti per conoscere qualcuno ben venga.
      Rispondi a Emanuele Commenta l’articolo

    • Avatar di Fabio

      Fabio 5 anni fa (23 Gennaio 2020 21:22)

      Ciao, Emanuele, il mio è un pensiero sullo sfogo, niente di più.
      Rispondi a Fabio Commenta l’articolo

    • Avatar di Emilia

      Emilia 5 anni fa (21 Gennaio 2020 20:57)

      Io ho inteso il discorso precedente come l'hai spiegato tu poc'anzi Ilaria. @AnnaV, penso che forse non hai letto l'intera conversazione tra me e Ilaria dal principio.
      Rispondi a Emilia Commenta l’articolo

    • Avatar di Iris

      Iris 5 anni fa (6 Marzo 2020 1:49)

      ciao a tutti sono nuova sul forum !ilaria ti leggo da tanto tempo e mi ritrovo sempre d accordo con te. Si,é vero,si dice che a perdonare siano le persone piu forti,perche a mio pare piu lungimiranti:covare rabbia non perdonare barricarsi dietro l orgoglio si sa che fa solo male,fisicamente e mentalmente.Ma avendolo fatto spesso ultimamente(perdonare reiterati comportamenti) CONTRO LA MIA VOCINA INTERIORE,mi ritrovo a fare io una domanda a voi....non pensate che essere disposti a perdonare,a volte piu e piu volte(aggiungo con tanta fatica), sia una forma di insicurezza/paura nello sfanculare qualcuno?!?!
      Rispondi a Iris Commenta l’articolo

    • Avatar di Vic

      Vic 5 anni fa (6 Marzo 2020 11:11)

      @Iris E' una forma di dipendenza affettiva, quindi sì. Non lo mandi a farsi benedire perché hai paura di rimanere sola e pensi che un amore zoppo sia sempre meglio di niente. Come dice il detto, impari a zoppicare.
      Rispondi a Vic Commenta l’articolo

    • Avatar di Iris

      Iris 5 anni fa (8 Marzo 2020 14:28)

      gia...è proprio cosi ...purtroppo
      Rispondi a Iris Commenta l’articolo

    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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      Ilaria Cardani 5 anni fa (6 Marzo 2020 15:02)

      Ciao Iris, grazie del tuo commento. Sicuramente quello che osservi tu è giustissimo, in certi casi si perdona per paura, la solita, nota, maledetta paura di non essere amati e di rimanere il soli. Il fatto è che io non sto parlando di perdonare e riaccogliere qualcuno, che poi rifà quello che ha già fatto. Per me questo non è perdono, è sacrificio, è essere manipolati, è comportarsi in modo ingenuo. Se leggi con attenzione l'articolo io parlo di perdono come aiuto a tagliare in modo ancora più netto. Tutto l'articolo lo dice e questa parte in particolare: "Perdonare significa “chiudere”, “tagliare”, con il vecchio e con quel che non è più utile, bello e buono del passato per fare nuovo spazio e aprire al nuovo, al futuro, a ciò che vuoi per te."
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Assia

      Assia 5 anni fa (6 Marzo 2020 17:05)

      Come disse Madonna all’indomani della separazione da Sean Penn: “Che Dio lo benedica. E che lo tenga lontano, lontanissimo da me.”
      Rispondi a Assia Commenta l’articolo

    • Avatar di Vic

      Vic 5 anni fa (6 Marzo 2020 18:41)

      Uff che disdetta, non c'è un uomo che mi sconfinferi tanto quanto Sean Penn, pur non essendo un bello. I più fighi sono sempre i più sclerati :-)
      Rispondi a Vic Commenta l’articolo

    • Avatar di Gea

      Gea 5 anni fa (6 Marzo 2020 19:19)

      Sean Penn dev'essere un catananno ormai, Vic! 😉 Io credo che gli sclerati possano atteggiarsi a fighi, ma che non lo siano davvero. Il vero figo e' sano di mente e di sentimenti. Buon week-end!
      Rispondi a Gea Commenta l’articolo

    • Avatar di Emanuele

      Emanuele 5 anni fa (6 Marzo 2020 20:41)

      Sean Penn è uno dei pochi non super figo ma molto bravo. Io non sono figo ma sono sclerato ugualmente. Specialmente oggi che ci hanno comunicato che gli stipendi di marzo sono sospesi. Mi pesa molto ma mi preoccupa il dopo. Dovrò lavorare come un matto per mesi solo per mettere le pezze.
      Rispondi a Emanuele Commenta l’articolo

    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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      Ilaria Cardani 5 anni fa (6 Marzo 2020 21:15)

      Coraggio Emanuele, coraggio.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Emanuele

      Emanuele 5 anni fa (7 Marzo 2020 10:06)

      Grazie Ilaria e un grazie a ognuno di voi per il sostegno. Dall'altra parte è una situazione di emergenza internazionale. C'è la farò come sempre.
      Rispondi a Emanuele Commenta l’articolo

    • Avatar di Cristina

      Cristina 5 anni fa (8 Marzo 2020 13:47)

      Ciao Emanuele, non ti conosco se non per qualche scambio di messaggi qui tra i commenti: mi permetto però di dirti che ti sono vicina, per quel che può valere. Sono una studentessa, quindi mi ritrovo sicuramente con meno problematiche (o comunque, meno gravi) delle tue, ma Milano semideserta, con i negozi chiusi, piazza Duomo con meno della metà della gente, e la mia vita universitaria spezzata, destabilizza moltissimo anche a me. Non pensavo mi sarebbe mancato andare a lezione e incontrare i miei compagni di corso. Teniamo duro, con queste misure più restrittive probabilmente riusciamo a uscirne prima, questione di poco, possiam farcela.
      Rispondi a Cristina Commenta l’articolo

    • Avatar di Emanuele

      Emanuele 5 anni fa (8 Marzo 2020 19:15)

      Ciao Cristina e grazie. La situazione è davvero apocalittica. Guarda il mio mestiere si basa sui dati e sulla comunicazione. E da qui parto per dire che c'è un danno economico enorme a causa di una gestione poco accorta degli accadimenti e di quanto già c'era di precario nel nostro paese prima di questo virus. I fondi che stanno stanziando hanno già proclamato come riprenderseli. La pagheremo cara questa situazione molto di più di quanto si immagini. Detto ciò rinnovo i miei omaggi per la festa della donna 💐 a
      Rispondi a Emanuele Commenta l’articolo

    • Avatar di Cristina

      Cristina 5 anni fa (8 Marzo 2020 21:24)

      Sarà un periodo duro e dura sarà la ripresa. Questo nessuno lo nega. Ci si potrebbe chiedere poi perchè negli altri Paesi si reagisca in un modo, mentre qui la maggior parte della gente l'ha scambiata per una vacanza pasquale anticipata/ natalizia ritardata. E questo si che sinceramente mi sconcerta alquanto. Ad ogni modo, animo. E grazie per gli auguri.
      Rispondi a Cristina Commenta l’articolo

    • Avatar di Ally

      Ally 5 anni fa (9 Marzo 2020 12:04)

      Caro Emanuele, grazie ancora per gli auguri di ieri che ricambio, anche se in ritardo, a tutte voi qui sul blog! Grazie anche per le modifiche che vedo: io entro nel blog non sempre e a volte mi sono persa qualche risposta o evoluzione! Per la situazione di questi giorni ti comprendo bene perché anche qui a Roma, io che lavoro nel commercio, sto subendo le conseguenze a breve termine di questo blocco generale. Sono in pensiero per i miei cari più fragili fisicamente ed anche per le conseguenze di ciò nel lungo termine. Posso dirti che questo digiuno mi sta portando a riflettere ancora di più sul valore di ciò che ho, sfruttando questo periodo per studiare, per prendermi cura di me e della mia salute mentale, per prendere consapevolezza di ciò che cambierò non appena sarà passata questa fase. Leggi, studia, fai un po' di movimento fisico. Io sono credente, nonostante non possa recarmi più a messa, mi ritaglio un mio appuntamento con la preghiera personale. Vi abbraccio tutti molto forte. ❤️
      Rispondi a Ally Commenta l’articolo

    • Avatar di Fabio

      Fabio 5 anni fa (9 Marzo 2020 15:31)

      Buongiorno a tutti, Non mi piace la festa della donna, è una cosa riduttiva, rispettare e valorizzare la donna deve valere per trecentosessantacinque giorni all'anno, non per uno solo, passato il quale tutto torna come prima, e voglio dedicare un pensiero a tutte le donne, che sono molte, e uomini impegnati oltre ogni limite per la nostra salute, sperando che dopo aver passato il grave momento ci si ricordi di loro. Tantissimi auguri a tutte voi signore, e che l'attuale situazione, che senz'altro finirà, porti a considerare i nostri problemi passati o futuri, piccoli o grandi che siano con il giusto peso e migliori la nostra vita. Fabio
      Rispondi a Fabio Commenta l’articolo

    • Avatar di Gea

      Gea 5 anni fa (6 Marzo 2020 22:17)

      Caro Emanuele, sei sclerato perche' e' un periodo pesante. Mi dispiace molto per lo stipendio sospeso! Cerca di distrarti con dei film comici, buone letture, meditazione, puzzle e giochi enigmistici, e passeggiate nel verde se ti e' possibile. Buona serata, un abbraccio!
      Rispondi a Gea Commenta l’articolo

    • Avatar di Silvia

      Silvia 5 anni fa (6 Marzo 2020 23:44)

      Sei tosto, Emanuele, e ti auguro che la situazione lavorativa si sblocchi al più presto!
      Rispondi a Silvia Commenta l’articolo

    • Avatar di Vic

      Vic 5 anni fa (7 Marzo 2020 11:22)

      Ciao Emanuele, fatti coraggio e tieniti occupato, come dice Gea. Fai cose che ti piacciono che di solito non puoi fare per mancanza di tempo e stai a contatto con la natura e gli animali. Aiuta moltissimo. Un abbraccio
      Rispondi a Vic Commenta l’articolo

    • Avatar di Emanuele

      Emanuele 5 anni fa (7 Marzo 2020 19:06)

      Ciao Vic e grazie. Tra l'altro mi sto vedendo delle interviste di Romano Malaspina. Davvero un grande.
      Rispondi a Emanuele Commenta l’articolo

    • Avatar di Gea

      Gea 5 anni fa (6 Marzo 2020 19:16)

      Penso che Madonna si sia ispirata alla battuta del rabbino del musical "Il violinista sul tetto", il quale dice la stessa cosa dello zar che organizzava i pogrom, comunque la signora Ciccone ha fatto benissimo a far suo questo pensiero, che peraltro anch'io faccio mio per quanto riguarda il mio ex. Buon vento agli ex, e soprattutto in direzione opposta alla nostra! 😉 Grazie per il commento Assia! Buon week-end!
      Rispondi a Gea Commenta l’articolo

    • Avatar di Assia

      Assia 5 anni fa (6 Marzo 2020 21:42)

      Grazie a te, Gea :) Non ho mai visto “Il violinista sul tetto”; guardando nel catoalogo online della biblioteca che frequento ho trovato il DVD del film tratto dal musical e domattina vado a prenderlo in prestito.
      Rispondi a Assia Commenta l’articolo

    • Avatar di Gea

      Gea 5 anni fa (6 Marzo 2020 22:09)

      Non c'e di che, Assia! E' un musical bellissimo con dei brani musicali che restano impressi, e una storia che unisce comicita', dramma, sentimenti e poesia... e fa anche riflettere. Non dico altro per non spoilerare! Buona visione 😉
      Rispondi a Gea Commenta l’articolo

    • Avatar di Iris

      Iris 5 anni fa (8 Marzo 2020 14:26)

      ciao Ilaria,grazie per la risposta. Si ho capito di che tipo di perdono parlassi tu,di quello se vogliamo necessario per andare avanti,quando tutto é finito, e accettare ciò che è stato....io ancora non sono arrivata a questo punto,ho ancora rabbia e delusione dentro che un po mi ingabbiano,,,mi risultava piu facile perdonare all interno della storia per assurdo,che perdonare me stessa e lui per il fatto che nn sia andata...soprattutto prima avevo davanti una persona,abile manipolatore ,che voleva farsi perdonare,a parole ovvio senza coi fatti cambiare alcunché ...e io come hai detto bene tu,ingenua,(per nn dire altro)ne avevo bisogno.Ora mi ritrovo a perdonare per forza d cose e andare avanti, una persona che nemmeno si è scusata,o perlomeno fatto un esame d coscienza...ecco trovo la cosa piu difficile sia perdonare laddove nn ci sia richiesta,seppur lo debba fare per me stessa , brucia ancor di piu.
      Rispondi a Iris Commenta l’articolo