Come fai ad avere fiducia negli altri? E ad aspettarti sincerità?

Per fidarti e avere correttezza, sincerità e onestà da parte di chi hai di fronte è importante che tu sia per primo o per prima “fornitore” (o “fornitrice”) di correttezza, sincerità e onestà.

Questo è una considerazione che devi avere ben presente se desideri davvero attrarre la persona giusta per te. E, per essere del tutto sincera, anche se vuoi delle relazioni soddisfacenti con gli amici, in famiglia e nell’ambito professionale.

Nella mia guida gratuita “Come attrarre la persona giusta per te in 11 passi” spiego ampiamente che il tuo atteggiamento verso gli altri determina quello che loro hanno verso di te.

Ogni giorno i miei clienti personali, coloro che mi scrivono in privato e gli iscritti al blog che rispondono al sondaggio che faccio, mi fanno capire – spesso dichiarandolo apertamente – che uno dei problemi che li preoccupa di più è quello di avere fiducia negli altri, quello di “trovare sincerità” nelle persone che frequentano, soprattutto quando si tratta di nuove conoscenze e in particolare di un possibile partner, di qualcuno che giudicano interessante.

Le domande che mi sento fare più spesso sono del tipo: “Ma Ilaria, dopo tutto quello che ho passato, come faccio a fidarmi?” oppure: “Ilaria, come faccio a capire se posso fidarmi e se lui (o lei) è sincero/a?”.

Altri mi dicono: “Ormai non mi fido più. Ho paura di essere tradito/a o ingannato/a. Non ho voglia di rimanere deluso/a un’altra volta! Spesso tendo a credere che non ci sia sincerità a questo mondo!”.

In effetti questo è un aspetto importante, direi capitale delle relazioni sentimentali (sia quelle che stanno per iniziare, sia quelle che sono già “avviate”) e riguarda da vicino l’ambito della comunicazione efficace, anche se non esclusivamente.

Infatti se tu comunichi incertezza e sfiducia, come risposta ottieni incertezza, vaghezza e probabilmente anche bugie belle e buone.

Se invece comunichi certezza e sicurezza e sei sincero/a, gli altri si comportano con te in modo affidabile e ti rispondono con comportamenti, parole e azioni pienamente sinceri.

Se a questo punto stai pensando: “Ilaria stai tirando fuori discorsi un po’ trascendentali e spirituali”, ti fermo subito: si tratta di aspetti molto pratici e strettamente legati alle emozioni e alla psicologia.

Non per niente sopra ho fatto riferimento alla comunicazione efficace.

Sono certa che è capitato anche a te, a scuola, di avere un insegnante che quando entrava in aula, tutti si mettevano a farsi gli affari propri, lo ignoravano, chiacchieravano e disturbavano. E si permettevano di fare cose non proprio buone e giuste.

Poi, magari già solo l’ora dopo, entrava in aula un altro insegnante, temuto da tutti, e, come per magia, il silenzio calava in classe. Tutti diventavano di colpo disciplinati, attenti e silenziosi.

Da che cosa dipendeva il diverso atteggiamento dei tuoi compagni di classe (e anche il tuo)?

Dal diverso atteggiamento dei due insegnanti, giusto?

Sono pronta a scommettere che il secondo insegnante era anche il più preparato, quello che urlava di meno, quello che aveva un comportamento più serio e affidabile. Forse certi ragazzi non lo sapevano in maniera “consapevole”, ma intuivano tutto ciò in maniera inconscia.

E, senza rendersene conto, assumevano un atteggiamento serio e affidabile anche loro. O venivano subito sgamati dal professore in questione.

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Il primo insegnante veniva “preso in giro”, il secondo no. Vero?

Il primo si metteva nella posizione di essere preso in giro. Il secondo no.

Non solo: con il secondo i ragazzi erano di fatto “migliori” che con il primo. Davano anche risposte più azzeccate durante le interrogazioni, insomma tiravano fuori il meglio di sé.

Più o meno succede così anche nello sport o, per esempio, nel ballo: se balli con qualcuno che balla bene o anche meglio di te, ti viene facile fare i passi giusti e sei molto sciolto/a. Se balli con un/a principiante, ti sembra di ballare peggio di quanto sei in effetti capace.

Nel tennis, nel ping pong o in sport simili tutto questo è evidentissimo: se vuoi allenarti con i palleggi la regola è quella di giocare con qualcuno al tuo livello o a un livello più alto.

Quando giochi con qualcuno davvero bravo, il gioco funziona, scorre fluido. Il movimento dell’uno influenza in positivo il movimento dell’altro e viceversa. Anche se c’è gara e sfida, il gioco si svolge in un flusso piacevole.

Questo tra l’altro lo percepisce anche un osservatore esterno.

Tutto ciò che cosa comporta, nella pratica, per te?

Significa che se una persona vive una relazione (anche nelle fasi della prima conoscenza) all’insegna dell’”insicurezza” – perché non ha fiducia in se stessa, nel rapporto o nell’altro/a etc. – susciterà più probabilmente comportamenti inaffidabili nel partner (o nel potenziale partner).

E questo anche per un’altra ragione: l’insicurezza fa perdere lucidità e obiettività e quindi impedisce di osservare con attenzione il comportamento di chi si ha di fronte e di coglierne i comportamenti “incoerenti” che invece permettono di “sgamare” eventuali insincerità.

Se invece tu parti da una posizione di “fiducia” (in te stesso/a, nei sentimenti e nelle sensazioni che provi, in quello che stai vivendo etc.) e di sincerità (cioè parli chiaro rispetto a ciò che vuoi dalla storia, dall’altra persona da e per te stesso/a etc. e soprattutto agisci in modo coerente rispetto a tutto questo), allora hai in risposta affidabilità e sincerità. E, nel caso, hai tutta la lucidità necessaria per notare eventuali incoerenze nell’altra persona. E per agire di conseguenza.

Per oggi questo. Ne riparleremo.

Lasciami il tuo commento e la tua opinione.

Cordialmente

Ilaria

Come fare innamorare un uomo e tenerselo (Anteprima)
Desideri il rapporto della tua vita e vuoi scoprire il modo giusto per far innamorare un uomo e costruire con lui una relazione sana, serena e che duri nel tempo? Ecco il precorso che ti guida passo passo nella realizzazione di una vita di coppia sana e appagante, dal primo incontro fino alla convivenza

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131 Commenti

  1. Avatar di FrancescaChiara

    FrancescaChiara 14 anni fa (9 Novembre 2010 21:16)

    @ Il Blallo: hanno già detto tutto gli altri! condivido. Non puoi avere il dubbio di averla conquistata: devi averne la certezza! Ci sono tanti modi di farle sapere quello che vuoi da lei, quello che provi: non è mica detto che devi metterla lì seduta e farle un discorsetto! Baciala, come dici aver già fatto in passato: è anche questo un modo di comunicare. Ma deciditi in fretta, chiarisciti le idee su cosa vuoi TU: credo che lei sappia di averti in pugno, di averti conquistato. E probabilmente giocherella, esercita il suo fascino femminile di giovane donna su di te. Sottraiti al gioco e fai sul serio! Come dice Riccardo: va male? pazienza: lo sai una volta per tutte e cambi strada.
    Rispondi a FrancescaChiara Commenta l’articolo

  2. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (9 Novembre 2010 21:27)

    Hey, qui è pieno di donne belle e pure serie! Cosa sono questi luoghi comuni che sia difficile trovarne di belle e serie??? Io ero seria anche da giovane, così seria che, in effetti ora che ci penso, ci provavano in pochi! :-( Se è seria, non ci vuole provare lei, quindi si limita a stuzzicarti... come una volta, alla vecchia maniera... che bello dài, io sono ottimista... Però, in effetti, ti interessa davvero?
    Rispondi a Bice Commenta l’articolo

  3. Avatar di Andrea

    Andrea 14 anni fa (9 Novembre 2010 21:43)

    @Riccardo, quasi sicuramente con la mia metafora di cacciatori sono stato abbastanza ambiguo (errore in cui si cade con l'uso delle metafore)... Quello che volevo trasmettere era il messaggio che se ci si fa condizionare dagli eventuali "incidenti di percorso", come li chiamo io, diventa più dificile poter rimettersi in gioco. Di certo non era mia intenzione paragonare un potenziale partner ad una preda, assolutamente vedo la cosa in modo radicalmente diverso. Credo di aver scritto in questo blog in alcuni precedenti commenti in altri posts che ancora non ne ho trovata una, ma quello che credo mi sta aiutando a raggiungere uno dei tanti miei obiettivi sia quello di distaccarmi. Ovviamente il distacco, o come si direbbe in PNL, dissociandomi dalle situazioni, il guardarle cioe' oggettivamente per come sono, mi rendono più ricettivo ai segnali che mi fanno capire se e quanto potrei fidarmi dell'altra persona e quindi, agire di conseguenza. Naturalmente, quando ho acquisito maggiore sicurezza sul fatto di potermici fidare, posso anche pensare ad un eventuale legame. Sono consapevole anche che alle volte le prime impressioni possono essere sbagliate, anzi farebbe un danno ancora maggiore il prendere una qualunque decisione facendosi dominare da sensazioni improduttive. Quindi, @Ilaria, oltre a seguire l'istinto, il che mi richiederebbe molto tempo per capire quanto cio' che mi suggerisce sia giusto o sbagliato, cosa mi consiglieresti per capire quanto o meno fidarmi? Grazie, Andrea
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      Ilaria Cardani 14 anni fa (9 Novembre 2010 22:35)

      @ Andrea quello che tu chiami "istinto" in realtà è il punto di partenza, è l'aspetto più importante e anche la via più breve e rapida: tutto sta a saperlo ascoltare e, soprattutto, a volerlo ascoltare. Che cosa ti fa credere che richiederebbe molto tempo a capire? Poi, come ho scritto nel post, conta quello che vuoi e la tua chiarezza nell'esprimerlo: se parli chiaro, gli altri sono "obbligati" a parlar chiaro anche loro. Fondamentale è l'osservazione continua degli altri e del loro comportamento, anche e soprattutto delle azioni e dei comportamenti apparentemente più insignificanti e minimi: sono quelli gli indicatori più importanti e anche quelli che, per paura, si tendono a ignorare...
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  4. Avatar di Sara

    Sara 14 anni fa (10 Novembre 2010 0:01)

    Ciao Ilaria, davvero un bell'articolo...in effetti io mi lamento sempre dell'inaffidabilità e della scarsa sincerità nei partner che ho frequentato in passato, ma neanche io ho mai espresso con sufficente chiarezza e fermezza e sincerità ciò che desideravo da loro e dal rapporto in corso. Io credo che oltre ad un fattore di elevato orgoglio e riserbo, questo comportamento venga dettato anche da un' "etica sentimentale" che i media (riviste, giornali, tv, film, ecc.) ci hanno inculcato nel cervello. Ad esempio, a chi non è mai successo di leggere un articolo su una rivista femminile che s'intitoli: "Cose da non dover mai fare al 1° appuntamento", oppure "regole per una buona convivenza" oppure "dieci passi per farlo innamorare di te"....purtroppo queste pseudoregole strategiche influiscono pesantemente sul ns comportamento e credo che se ottengono tutto questo successo, esista anche un perchè e anche io un tempo ero caduta in questo circolo vizioso. Tutti abbiamo bisogno di certezze, di sicurezze, di sapere che il pulsante che stiamo schiacciando è quello giusto e vogliamo conoscere cosa c'è oltre la siepe...solo che purtroppo questo non fa che togliere spontaneità nei rapporti e sincerità tra le parti, per cadere in quello che è, a mio parere, un mero gioco dei ruoli, dove la creatività di ognuno è mortificata e la sincerità è un optional. Cose che invece sono alla base di un buon rapporto di coppia. Infine condivido pienamente il tuo punto di vista sull'adeguamento di un comportamento ad un altro, infatti se sei il primo a non credere in te stesso, come può un altro credere in te? (però c'è anche chi ostenta un atteggiamento che poi in sostanza non gli appartiene...).
    Rispondi a Sara Commenta l’articolo

  5. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (10 Novembre 2010 0:37)

    @ Andrea. Ora è chiaro. Per quanto riguarda me, non sono uno che si arrende, tranne che nei rapporti affettivi, ma quello è un altro discorso. Ti racconto questo. Io ho fatto il militare nei paracadutisti ed i primi giorni capii di avere addosso una ventina di caporali che dimostravano nei miei confronti un vero e proprio odio. Io non riuscivo a capire e ne parlai con un mio commilitone. Dopo tentativi di spiegazioni assurde, mi disse il motivo per il quale ce l'avevano con me. Era il mio cognome. Un cognome chiaramente ebraico (va detto che sono cristiano, mio bisnonno era ebreo). Figurarsi: un ebreo nella Folgore? UN insulto, secondo loro. Più resistevo e più loro aumentavano le dosi. Mi dissi; tanto, prima o poi smetteranno. Così fu. Anche se non gli andava a genio dovettero accettare la mia presenza nei parà. Cosa ho fatto? Nulla. Ho solo sopportato sorridendo (già, sapevo sorridere). Diciamo che per soportare un ventina di caporali di quel genere, avevo fatto una scuola molto speciale (tanto che quei venti mi facevano ridere). Così è nel lavoro ed in tutto. Dagli errori si impara. E quando è il momento, occorre lottare, specie se ci sono di mezzo questioni di principio. Ma occorre anche sapere quando è il momento di tirarsi indietro. Lottare non è sempre la cosa giusta. Istinto. Sempre a militare, per questioni troppo lunghe da spiegare, "ordinai" (ero un soldato semplice) ai miei commilitoni di tenere d'occhio un ufficiale "perchè presto commetterà un errore". QUesto gli dissi e tre giorni dopo questo accadde. Mi riferirono l'errore e feci quello che andava fatto. Su cosa mi ero basato? Istinto, semplice istinto. Quindi, Andrea, l'istinto bisogna saperlo ascoltare, come si deve sapere quando lottare e quando non lottare. Poi, si può anche sbagliare, ma, diceva mia nonna, "gli sbagli li fanno i vivi". Quindi, come Sara dice di aver sbagliato a dar troppo retta ai "manuali", anche tu non credere che esista il mezzo che ci impedisca di sbagliare. Finchè si vive, si faranno cose giuste e cose sbagliate. Un'altra cosa è la mia incapacità di parlare, di chiedere, etc. Questo nasce dal fatto di ritenermi indegno di affetto. E per quanto, a livello conscio, capisca che è sbagliato, è l'inconscio che la fa da padrone. In questo caso, la lotta è totalmente inutile, anche perchè quelle che ho conosciuto, invece di tendere anche solo un pò una mano, hanno sempre e solo messo i bastoni tra le ruote, perchè ritenevano che quello fosse il modo giusto di agire. Ho imparato così bene a stare zitto che, a dieci anni, rischiai di affogare. Nonostante mi rendessi conto di stare affogando (ero in un fiume) non pensai minimante ad urlare "aiuto". Fu un caso se si accorsero di quello che stava accadendo. Senza quel caso, oggi non sarei qui.
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  6. Avatar di Eleonora

    Eleonora 14 anni fa (10 Novembre 2010 1:33)

    ...però,caro RICCARDO,stai facendo passi da gigante,se posso dirlo...sei più aperto,meno sulla "difensiva":sbaglio?:)))))
    Rispondi a Eleonora Commenta l’articolo

  7. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (10 Novembre 2010 1:49)

    @ Eleonora. Può essere, ma qui siamo in internet, anonimato al 100%. Di persona starei zitto, perchè non saprei cosa dire. Di cosa si parla con una persona che non si conosce? Del tempo? Dei viaggi nel tempo? Del lavoro? E se vuoi chiedere qualcosa, con quale diritto lo puoi fare? Come vedi, sono "progressi" effimeri.
    Rispondi a Riccardo Commenta l’articolo

  8. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (10 Novembre 2010 2:31)

    Dimenticavo. Sai cosa significa stare per affogare e non chiedere aiuto? Significa che anche se vuoi vivere, non ti aspetti niente da nessuno. Vivere o morire diventa un tuo fatto personale, O ce la fai o muori. Oramai negli altri non ci credi più. E questo a dieci anni.
    Rispondi a Riccardo Commenta l’articolo

  9. Avatar di Andrea

    Andrea 14 anni fa (10 Novembre 2010 3:53)

    @Ilaria guarda, forse faccio una associazione fra istinto e credenze, anche se queste in realta' sarebbero piu' da associarsi ai valori e alle regole... Le associo alle credenze perche', in comune, per affermarsi, hanno bisogno di riferimenti. Quindi, cosa mi fa credere che ci voglia tempo a capire? Credo che prima di agire istintivamente siano necessari dei riferimenti, altrimenti temo di fare come il marinaio che si lascia trasportare dal vento, mentre vorrei essere io a guidare la mia nave.;) Anzi, questa frase che ti ho scritto non vuole essere una motivazione per continuare nei miei sbagli, anzi grazie di avermelo fatto notare, in questo modo potenziero' i miei sensi per capire meglio, quelli che Paulo Coelo nel suo libro "L'Alchimista" chiama "i segnali". @Ilaria e @Riccardo: Certo, sto convincendomi che l'istinto puo' suggerirci una possibile alternativa, cosi' come il fatto che gli sbagli ci fanno sentire vivi, (per questo mi piace giocare, perche' alle volte dal gioco, con tutti gli sbagli del caso, possiamo trarne una lezione), anche se bisogna stare attenti affinché il risultato di questo seguire l'istinto non diventi poi una "profezia autorealizzantesi". Vedi Riccardo, certo non faceva parte del tuo controllo personale il fatto che quel militare commettesse quello sbaglio, ma btw inconsciamente, seguendo giustamente l'istinto potresti aver creato una profezia che si è autorealizzata. @Riccardo posso capire benissimo che diventa, alle volte, un po', se non molto più facile gestire i rapporti di lavoro, di amicizia o militari, perche' queste cose riguardano le sfere pubbliche, sociali e personali, mentre se vuoi portare una da una delle prime tre zone a quella intima, oppure il fatto di non sapere di cosa parlare, o meglio, di non sapere come comunicare quello che vorremmo e' dovuto da una ansia da prestazione, in pratica ci si illude di voler vedersi gia' realizzata nella realta', la stessa "mappa"che ci creiamo nella mente. Potresti provare a "dimenticarti" di voler raggiungere questo tuo obiettivo? Forse quasi sicuramente lo raggiungerai in un tempo che, anche se per ora ti sembrera' un'eternita', vivendo delle esperienze piacevoli con le persone che gia' hai conquistato nella tua vita come gli amici, potrebbe sembrarti roba di pochi giorni... anzi ti diro', non te ne accorgerai neanche. Non pensi che se questa tua timidezza la riscontri solo in questo campo (quindi non si puo' operare una generalizzazione pervasiva) potresti molto facilmente superarla? Guarda, forse questo atteggiamento funzionera' anche nel caso in cui hai lasciato una storia alle spalle, o per sua o tua volonta', anche se, nel caso in cui sia successo per tua volonta', la botta che forse sulle prime non prevedi puo' essere quella di pentirti una volta fatto il passo di lasciarla, anche se eri deciso al 100% a farlo e certamente a certi passi non si puo' tornare indietro, a meno che' non si e' masochisti e poi, per una questione di orgoglio, non ci si metterebbe mai dalla parte di chi a sbagliato valutazioni... Io sarei del'opinione che, certo bisogna sbagliare. Ma quando sbagliamo, facciamolo fino infondo! :-D Alle volte bisogna prendere il coraggio di dare uno strappo secco al cerotto, perche' quanto piu' tempo rimane incollato sulla pelle, quanto piu' fara' male nel momento in cui decidessimo di strapparlo. Scusatemi per eventuali errori ortografici ma nel momento in cui sto svrivendovi e' trardi... :-D Andrea
    Rispondi a Andrea Commenta l’articolo

  10. Avatar di FrancescaChiara

    FrancescaChiara 14 anni fa (10 Novembre 2010 13:10)

    Fidarsi. Non fidarsi. Quanto fidarsi.... Alla fine non c'e' una scienza che ci insegna quali sono i parametri giusti da misurare per poi decidere, in base ai valori ottenuti dai calcoli, quale comportamento adottare. Tra noi che abbiamo scritto commentando il post di Ilaria ci sono atteggiamenti diversissimi, avete notato? chi e' paralizzato dalla paura, chi e' rinunciatario, chi semplifica, chi complica, chi si butta, chi lotta per conquistare una fiducia in cui crede...etc. Fidarsi di qualcuno non puo' mai basarsi su pura scienza o puro istinto! Ma il punto di partenza dovrebbe essere sempre il nostro istinto: cosa sentiamo. Da non confondere con "cosa vorremmo sentire"! In passato infatti mi e' successo di vedere solo quello che volevo e ignorare cio' che non mi piaceva: non sono andata da nessuna parte! ma ho girato in tondo perdendo tempo. E' prorpio quello che dice Ilaria rispondendo ad Andrea: fidarsi dell'istinto e guardare il comportamento dell'altra persona che, se siamo attenti e "aperti" a tutti i segnali che ci arrivano, contiene tante informazioni su chi abbiamo di fronte e sulle sue intenzioni nei nostri confronti. E anche in questo caso: non sto parlando di mettersi' li' a studiare meticolosamente chi abbiamo di fronte. Ma semplicemnete non ignorare gli indizi che non ci piacciono, che ci fanno paura perche' probabilmente ci rivelano cio' che noi non vorremmo. Il punto di partenza, quindi, per arrivare a fidarsi di qualcuno siamo ancora una volta noi stessi: mettendoci in una posizione di apertura verso chi ci interessa (lasciamo stare i pregiudizi, le cicatrici del passato, il pessimismo o l'eccessivo ottimismo), ascoltando cosa ci dicono il cuore e la pancia, ma allo stesso tempo guardando sempre come si comporta l'altro. Questa secondo me e' la partenza, e' la predisposizione per cominciare a conoscere un'altra persona: apertura. Non chiusura in difesa, non girare armati pronti a difenderci. Mia nonna mi diceva sempre: "abbiamo un cuore...perche' diavolo abbiamo sempre cosi' paura di usarlo? rischiamo di diventare tirchi e infelici". Prendo il volo per qualche giorno! a presto rivederci popolo del blog!
    Rispondi a FrancescaChiara Commenta l’articolo

  11. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (10 Novembre 2010 15:50)

    @ Andrea No, non creo profezie autorealizzantisi. E' solo logica. Come quando nell'85 dissi a mia sorella che il loro casino (la protesta degli studenti) sarebbe durata sei mesi e poi se ne sarebbero dimenticati tutti quanti. Così fu. Era logico. Così come è logico che la nostra iviltà sta andando dritta verso la terza guerramondiale, già pianificata. Gli occorre solo una scusa di tipo umanitario. Quando ho provato a parlare con persone che non conosco, la reazione è stata sempre e solo una: quel classico sorrisino che sottintende il pensiero "che deficiente". Dato che diversamente non posso comportarmi, insistere sarebbe, appunto, deficiente.
    Rispondi a Riccardo Commenta l’articolo

  12. Avatar di FrancescaChiara

    FrancescaChiara 14 anni fa (10 Novembre 2010 16:03)

    @Riccardo: ci parli sempre del tuo passato. Ma per il tuo presente cosa vuoi? Sono passati 40 anni da quando avevi 10 anni e pensavi che chiedere aiuto fosse fuori luogo. eppure....qualcuno si e' accorto che stavi annegando e ti ha aiutato senza che tu chiedessi. Cosa significa, secondo te? che ci sono state persone che hanno pensato che la tua vita valesse qualcosa: proprio come lo pensavi tu. Altrimenti si sarebbero girati dall'altra parte e ti avrebbero fatto annegare. Dovresti davvero lasciarti quel bambino di 10 anni alle spalle e preoccuparti un po' dell'uomo di 50 anni di oggi. Quando hai voglia di conoscere una persona le parli di quello che vuoi, di quello che ti viene spontaneo. E non bisogna conquistarsi chissa' quale "diritto" per fare delle domande al prossimo! Anzi: io la trovo una cosa normale. Altrimenti, scusa, su quale basi conosci una persona se non parlandole, chiedendole, ascoltando quello che ti racconta di se'? Se tu mi dici che non sai come rompre il ghiaccio, come iniziare...questa e' un'altra cosa. Ma poi, assodato che una persona ti interessa, perche' dovrebbe essere un problema parlarle liberamente? dire/raccontare le stesse cose che scrivi qui a noi, per esempio? La timidezza puo' forse rallentare la fase iniziale della conoscenza, ma poi...passa anche quella! I blog sono "luoghi" virtuali interessanti dove scambiare pensieri con gli altri, ma non sosotituiscono la nostra vita sociale. Oggi ho ricordato una cosa che ho letto tempo fa, un consiglio utile per tutti credo: Lavora come se non avessi bisogno dei soldi. Ama come se nessuno ti avesse mai fatto soffrire. Balla come se nessuno ti stesse guardando. Canta come se nessuno ti stesse sentendo. Vivi come se il Paradiso fosse sulla Terra.
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  13. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (10 Novembre 2010 18:29)

    @ FrancescaChiara Cosa voglio per il presente? Conta poco. Conta quello che vogliono gli altri. Gli amici sono tali perchè si condividono ideali, valori, aspirazioni. Come ho detto prima, per quanto riguarda le donne che ho conosciuto, la risposta è stata sempre il solito sorrisino che intende "che idiota!". E questo anche poco tempo fa. Quindi, a che serve volere se non si può? Volere non è potere, potere è volere.
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  14. Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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    Ilaria Cardani 14 anni fa (10 Novembre 2010 19:01)

    @ Riccardo: addirittura la terza guerra mondiale! Sai che cosa penso? Che i toni apocalittici che usi (incluse quelle descrizioni così negative degli atteggiamenti delle donne che hai incontrato) siano tentativi di "provocare" e di "scandalizzare" belli e buoni. Non credo affatto che ti siano utili, non almeno a creare relazioni autentiche.
    Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

  15. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (10 Novembre 2010 19:24)

    @ Ilaria. No, dico solo quello che penso relativamente a quello che vedo. Esempio: il debito pubblico italiano, arrivato anni fa a tre milioni di miliardi di lire (1.500 miliardi di euro) si è inspiegabilmente fermato. Invece aumenta, solo che non lo dicono. Nascondono le cifre con trucchi contabili, ma le realtà è che oramai nessuno sa esattamente quanto sia il debito pubblico italiano, Secondo diversi analisti finanziari (quelli che non vengono citati dalla stampa "seria") l'Italia sarà la prossima Grecia. Però si può anche far finta di niente. E forse è anche vero che non sono adatto, come ho sempre detto, a relazioni di nessun tipo. Prendo la vita troppo sul serio.
    Rispondi a Riccardo Commenta l’articolo

  16. Avatar di FrancescaChiara

    FrancescaChiara 14 anni fa (10 Novembre 2010 20:27)

    @ Riccardo:...guarda, mi verrebbe proprio voglia di dirti "incontriamoci dal vivo, sediamoci in un caffè a chiacchierare continuando i discorsi che si fanno qui su questo blog". scommetti che non sarebbe diverso? scommetti che nessuno dei due farebbe risolini pensando "che idiota questa/o qua!". scommetti???? poi potremmo scoprire di non piacerci come persone, che non la pensiamo cioè allo stesso modo su tante cose; decideremmo di non vederci più e di non diventare amici, ma...scommetti che non sarebbe un'esperienza spiacevole? Quello che vuoi tu conta eccome! non sono mica gli altri a decidere per te! Loro, casomai, decidono per loro stessi e a volte questo interferisce con i tuoi desideri. Ma quello che vuoi tu lo decidi tu. Provocare va bene, ma con uno spirito meno distruttivo e "incazzato" del tuo. Vuoi allontanare gli altri prima che loro allontanino te? così ti risparmi il dolore dell'ennesima delusione? Parti dicendo che negli altri non credi più, ma poi scrivi su un blog che si chiama "la persona giusta"? per cosa? per convincerci che una persona giusta non esiste? o in realtà stai urlando "aiuto!!!" (più o meno - credo in realtà meno) inconsciamente?....mmmm...Riccardo: puoi fare di meglio! me lo dice il mio istinto ;-)
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  17. Avatar di Eleonora

    Eleonora 14 anni fa (10 Novembre 2010 20:33)

    caro RICCARDO,DAI... :)) se fossi della mia città,ti inviterei volentieri per un caffè!! FORZA!! bacioni...
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  18. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (10 Novembre 2010 22:55)

    @ FrancescaChiara. Quello che vogliono (o meglio, desiderano) gli altri, per me conta eccome. Come ho detto, gli amici sono tali perchè ne condividiamo molti aspetti del loro modo di essere. Quindi, sapendo ciò che desidero io, devo anche sapere cosa desidera la persona di fronte a me. Poi gli si dice: "La ringrazio per aver sprecato questi 30 secondi, ma pare che l'unica cosa che abbiamo in comune è il fatto di trovarci su questo pianeta." E si toglie il disturbo. A parte che oggi in uffico c'è stato uno scambio di "idee" tra colleghi e colleghe. Discorso? Il solito: gli uomini sono tutti interessati solo al sesso, le donne hanno bisogno del coinvolgimento sentimentale. Me ne sono uscito prima di mandare a quel paese tutti. Quindi, un altro motivo per il quale sto zitto è il fatto che so già che la donna che mi trovassi di fronte penserebbe: "Ecco il solito maiale che ci prova." ed a me passerebbe subito la voglia di parlare. Questo per il fatto che me lo sono sentito dire praticamente da tutte quelle che ho conosciuto. Ti becchi insulti e poi si chiedono perchè non parli. Ed allora succede che se vedi una persona che si fa notare, mettendo tutto insieme ti trovi senza nulla dire ed aspettandoti solo insulti se vai a parlare e quindi giri alla larga, mentre quella persona ti osserva con lo sguardo di chi non riesce a capire. Mi dispiace perchè non vorrei comportarmi in questo modo, ma la forza me l'hanno tolta completamente. E qui si torna sul discorso della fiducia. Mi sono fidato di persone che invece hanno solo voluto divertirsi alle spalle dell'ingenuo. Uno può dare la propria fiducia, ma deve trovare un suo simile perchè questa venga ricambiata.
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  19. Avatar di Eleonora

    Eleonora 14 anni fa (11 Novembre 2010 15:31)

    hai ragione,RICCARDO:ti capisco... occorre reciprocità!! come dico sempre:similia similibus.
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  20. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (11 Novembre 2010 16:15)

    A quale scopo? Trovare la persona con la quale si condividono i valori di base della vita, passioni (lettura piuttosto che film o altro). In che modo? Parlando (o è meglio un fax?). Alla ricerca di cosa? Dello scopo di cui prima. Mi sembra il tutto abbastanza ovvio. Il problema è che è difficile invece capire ciò che cerca l'altra persona. Spesso ciò che le persone dicono non collima affatto con ciò che pensano (toh, ci si riaggancia alla faccenda della sincerità). Quindi, la domanda è: quali sono, nel muoversi, quei gesti o posture, che permettono di capire ciò che una personaa sta facendo?
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