C’era una volta un re e… la felicità che tu ti meriti

Se vuoi attrarre la persona e la relazione giuste per te nella tua vita (ma anche la felicità, il successo personale, il benessere pieno etc. etc.) è bene che tu ti abitui al meglio per te e – letteralmente – ti rifiuti di adattarti alla mediocrità, alle mezze misure, a quello che non ti soddisfa totalmente in ogni cosa che fai, che vivi e che provi.

Di quanto sia importante che tu abbia ben chiari i tuoi obiettivi personali, ho scritto ampiamente nella mia guida gratuita “Come attrarre la persona giusta per te in 11 passi”.

Ora voglio trattare il tema più da vicino, affrontandolo da un punto di vista che, già te lo anticipo, può darsi ti susciti qualche genere di fastidio, così, sulle prime.

Ma è un piccolo fastidio, che vale la pena di sopportare, soprattutto perché vale la pena approfondire la riflessione che ne può venire fuori.

Lo sai che anche la felicità è una questione di abitudine?

Lo sai che sei tu che, istante per istante, giorno per giorno, definisci i confini del tuo benessere e del tuo successo?

Lo sai che sei tu che stabilisci il livello di qualità al quale vuoi vivere?

Lo sai che spesso sei tu e solo tu che ti metti a fare compromessi rispetto a quello che puoi ottenere e che puoi godere nella tua esistenza?

Detto in parole povere, la gioia, la felicità, il vivere in una relazione piena, equilibrata e davvero soddisfacente dipendono da quello che tu ti fai andare bene o da quello che non accetti nella tua vita.

Ma che cosa significa che la felicità è una questione di abitudine?

Significa, che, chi decide che cosa vuole come “minimo garantito” – sotto il quale non vuole scendere – di felicità per sé, nella stragrande maggioranza dei casi riesce a raggiungerlo e, molto spesso,  a superarlo.

Chi non sa che cosa vuole per sé, oppure si adegua e si abitua sempre a qualcosa di meno di quello che desidera e che lo fa o la fa stare bene, rischia di vedere il proprio livello di benessere abbassarsi costantemente e inesorabilmente.

Sai perché accade questo? Perché gli esseri umani si adattano. E, spesso, ahimé , si adattano anche e soprattutto a quel che di negativo accade loro. E’ una sorta di sistema naturale di difesa, che fa sì che si sopravviva anche in situazioni spiacevoli.

Cioè: è una caratteristica positiva questa capacità di adattamento.

Il fatto è che, l’usarla come abitudine costante, può spesso trasformarla in un nemico micidiale.

Nel tuo nemico micidiale.

Perché ti spinge a sopportare condizioni e livelli di vita che non ti meriti, che non sono adatte a te, perché tu puoi ottenere molto di più e molto di meglio dalla vita.

Quand’ero ragazzina ero affascinata da una storia che la mia professoressa di lettere del ginnasio raccontava sempre.

Era la storia di uno dei più valorosi nemici di Roma antica,  Mitridate VI re del Ponto (il Ponto era un regno che occupava parte del territorio che oggi grosso modo corrisponde alla Turchia).

Diversi storici romani raccontano che Mitridate, ossessionato dal fatto di poter essere ucciso in un attentato e, soprattutto, terrorizzato all’idea di essere avvelenato, si fosse inventato un singolare metodo di “immunizzazione” e “protezione personale”.

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Ogni giorno assumeva una piccola dose di veleno; non abbastanza da ucciderlo, ma sufficiente per renderlo, a poco a poco, insensibile all’avvelenamento.

Tanto che, dicono gli storici, nel momento in cui i romani, guidati da Pompeo Magno, lo sconfissero, egli decise di uccidersi per non cadere vivo nelle mani dei nemici che aveva combattuto per ben quarant’anni.

Fatto sta, che provò a bere una massiccia dose di veleno dalla fiala che portava sempre con sé. Ma, guarda un po’, quel veleno risultò inefficace, tanto che il re dovette farsi uccidere da uno schiavo, armato di spada.

Mica male come storia.

In effetti ci si adatta e si diventa immuni a tutto. Anche al veleno, se lo si assume in piccole dosi, ogni giorno della propria vita.

Il fatto è che spesso il veleno quotidiano delle persone che vivono nel mondo di oggi non si prende per bocca attraverso una fialetta che si porta sempre con sé.

Quel veleno quotidiano spesso si trova sotto forma di compromessi ripetuti con se stessi.

Di scuse accampate – sempre con se stessi – per evitare di prendere per le corna il toro della propria vita.

E’ fatto di frequentazioni di persone negative che non danno nulla – anzi tolgono – ma che non si ha il coraggio di lasciare per il timore di rimanere soli.

E’ fatto di relazioni insoddisfacenti, che si mantengono, nella convinzione che “Tanto non è poi così male e poi di sicuro non trovo di meglio.”

E’ fatto di serate passate sul divano a guardare la tv perché l’idea di uscire a confrontarsi con il mondo spaventa e preoccupa.

Insomma, è fatto, molto spesso, di scelte al ribasso, che abbassano inesorabilmente la qualità della vita delle persone.

Non so se capita ogni tanto anche a te di sorbire – magari anche senza volere e senza accorgerti – qualche goccia di veleno nella tua giornata.

Quel che ti consiglio, personalmente, è di riflettere su questo aspetto della tua vita.

E di considerare, il più spesso che puoi, quanto vali e, soprattutto, il fatto che, probabilmente, meriti dalla vita davvero molto di più di quanto, molto spesso, decidi di darti e di prenderti.

Perché sono certa che è bene che tu diventi molto amico o molto amica della felicità e che il tuo sistema immunitario emotivo diventi, invece, intollerante all’infelicità. O anche alle mezze misure che non meriti.

Lasciami i tuoi commenti, le tue opinioni e le tue domande.

Cordialmente

Ilaria

Come fare innamorare un uomo e tenerselo (Anteprima)
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175 Commenti

  1. Avatar di raffaella

    raffaella 14 anni fa (14 Maggio 2011 8:26)

    è molto difficile sapere cosa si vuole per se stessi....molto molto difficile. Ieri sera ad esempio avrei evitato la televisione, ma non avevo niente da fare e nessuno con cui uscire...questo è il grande problema della mia età. Dove diamine trovare persone libere che abbiano voglia di fare qualcosa oltre a stare a casa o uscire con famiglie e prole, o amiche fidanzate che giustamente si vivono la coppia (anche in quel caso sinceramente di uscire e fare il terzo o il quinto incomodo ne faccio anche a meno)....io almeno la vedo così. Oltre al fatto che alla fine io non sono appassionata di nulla in particolare e dunque la motivazione non è poi così spinta...
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  2. Avatar di Umberto

    Umberto 14 anni fa (14 Maggio 2011 8:43)

    Sei stata eccezionale Ilaria! Ho notato spessissimo che le persone - diciamo un buon 99% - si accontentano di quel che hanno, e la cosa peggiore è che sono pure "contente" di questo appagamento. Penso che queste persone mentano a noi e soprattutto a sè stesse. E penso che si comportino in questo modo semplicemente perchè hanno paura. Paura del cambiamento. Paura di perdere ciò che hanno, anche se magari quello che hanno fa schifo. Paura di scoprire un lato nuovo della propria personalità. Paura dell'ignoto. Paura di giudizi altrui. E ancora tante altre paure che, messe insieme, creano una sorta di blocco a livello mentale che impedisce loro di provare a migliorare: è come se mettessero un'ipotetica asticella oltre la quale non proveranno mai ad andare. Ed io sono convinto che proprio quell'asticella rappresenti il confine tra infelicità - o apparente felicità - e vera felicità, quella che ti fa alzare dal letto ogni mattina col sorriso sulle labbra per il solo e semplice fatto di esserti alzato. Preferiscono accontentarsi di ciò che hanno: relazioni personali insoddisfacenti, salute precaria, soldi che bastano a malapena per arrivare a fine mese, e via dicendo. La verità è che abbiamo 1 sola vita ed 1 soltanto; è veramente assurdo sprecarla a viverla in un modo che ci fa sentire appagati del poco, quando dentro di noi sappiamo che possiamo avere tanto. Io non mi accontento mai di avere meno di quello che in realtà posso avere, perchè so bene quanto valgo, so chi sono e so cosa voglio; se mi sentissi appagato sarebbe come se smettessi di vivere poco alla volta, pur continuando a respirare. Ancora complimenti Ilaria per questo splendido articolo.
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  3. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (14 Maggio 2011 9:01)

    In sintesi: non ti accontentare! A volte, per motivi vari, ci si è accontentati ma ci si racconta invece che va bene così. O che, comunque, non si può avere di meglio. Io sono circondata da amiche che si accontentano, consapevolmente, e mi fanno continuamente presente che bisogna accontentarsi, fare compromessi, non pretendere troppo dagli altri... che gli uomini sono tutti "così" e che trovarne all'altezza delle mie aspettative non è possibile. Ma non mi convincono. Prima di tutto perché loro non sono felici con questi compagni e io stessa sopporto, continuamente, le loro lamentele a proposito delle loro situazioni famigliari. La mia risposta è sempre quella: "te lo sei scelto, potevi anche stare sola piuttosto, come me, non muore nessuno...". E anche la loro risposta è sempre quella (quando sono oneste e non ammantano il tutto d'amore), ovvero che sole poi cosa fanno, che da sole economicamente non ce la fanno, che in fondo a volte con quell'uomo stanno bene, che coi figli poi come si fa, che che che... così si accontentan: di uomini mediocri, di cui spesso non hanno stima, che non le fanno felici e non le ascoltano, con cui non vanno d'accordo. Mentre loro hanno continuamente presenti altri sogni: spesso di uomini più sensibili a loro (e non solo a se stessi e alle loro ansie o paure), più capaci di capirle e ascoltarle, più decisi e autonomi, che pesino di meno sulle loro spalle... Al tempo stesso però continuano a dare a questi uomini, lamentandose. Li accudiscono e poi si lamentano di avere a che fare con bambini viziati. Vorrebbero cambiarli. Dico sempre loro: "cambia tu, prendi in mano la tua vita, datti ciò che vuoi, fai tu per prima la tua felicità". Invece fanno magari un lavoro che non piace (ma non sempre sanno cosa piacerebbe loro fare), si schifano quando si guardano allo specchio, buttano i soldi in cose inutili (shopping sfrenato) o mangiano a più non posso. E si lamentano, si lamentano, si lamentano. Si lamentano perché danno a questi uomini e a loro non torna indietro nulla. Credono che funzioni così, che dando riavranno indietro. Non faccio che dire loro: "dai a te stessa!". Così, quando mi dicono che lui non le porta mai in giro, dico "usciamo noi, andiamo qui o là, siamo adulte, abbiamo i soldi, andiamo...". Macché, c'è sempre una scusa, fosse anche quella di stare a casa col marito (che magari a casa si fa i cavoli suoi). Insomma chi è la causa della loro infelicità? Loro stesse, con le loro rinunce, lo loro scelte, la loro rassegnazione, la mancanza di energia... Mi guardano e dicono: "tu sei diversa, fortunata (ehy, io la mia fortuna me la sono costruita giorno dopo giorno), perché non hai figli (ah, e non è una scelta? e poi i figli sono per forza un limite? o il vero limite sei tu?), non hai un uomo, fai il lavoro che ti piace, vivi da sola, non sei la serva di nessuno (e tu perché lo sei?)..." Così, secondo loro, tutto si gioca sulla fortuna. Si sono incanalate su un binario e non riescono a pensare di cambiarlo. A volte mi guardano e mi dicono: "cosa ti è successo di bello che hai quella faccia?". Niente, sono viva e felice di esserlo!!! Poi, in passato, ho fatto anche io le mie scelte al ribasso. Da un lato le giustificavo razionalmente, dall'altro ci stavo male... non mi sono mai andate davvero bene. Tanto che non sono mai state durature e vincolanti (ma per me di vincolante non c'è niente, perché io l'impegno lo prendo prima di tutto con me stessa, sempre)... Credo perà di avere un'arma potente da parte mia: non sono capace di accontentarmi e so cosa voglio, ho dei sogni e sono una che non molla, mai. Mai mollato in vita mia finché ho pensato ne valesse la pena. Ora, quando cominciano con certi discorsi (e ci si cade quasi sempre), mi irrito così tanto che finisco per non frequentarle più per un po'. Le lascio nel fango che si sono scelte, nel pantano, nelle sabbie mobili da cui non vogliono uscire. Pace all'anima loro, io ho altro da fare che consolare chi è causa del suo male e non se ne rende nemmeno conto! Bene, cara Ilaria, ora ti saluto perché passo all'organizzazione del w-e!!! A presto, buon fine settimana.
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  4. Avatar di Eleonora

    Eleonora 14 anni fa (14 Maggio 2011 10:21)

    Niente da aggiungere:capito da un pezzo...;))))))))))))
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  5. Avatar di Aliyah

    Aliyah 14 anni fa (14 Maggio 2011 10:44)

    Raffaella, come ti capisco. Non so a che età ti riferisca, ma è lo stesso che capita a me. Io ho 35 anni, e anche io vorrei uscire, ma ho solo un'amica sposata, con una bambina, che al limite mi chiama per farle da babysitter... Gli altri amici vivono tutti a distanza d'aereo. Purtroppo anche io mi accontento per ora di passare le serate davanti a serie tv in streaming in lingua originale, illudendo me stessa che così tengo allenato il mio inglese... Ma soffro molto di questa mancanza di vita sociale, ed è il vero veleno che mi sta intossicando. Tra l'altro ho un lavoro da 200 euro al mese, per cui puoi immaginare che non posso permettermi le uscite che una volta mi sono state proposte da una conoscente libera professionista, tra locali e ristoranti. Sono ad un punto della mia vita in cui vedo tutto nero, ma confido sempre nel fatto che qualcosa cambierà, dal momento che sono pronta a cogliere le occasioni. Del resto, si cambia pure dal meglio in peggio , e credo che esista anche il processo reversibile. Che dire? Tieni duro e non abbatterti, e se dovesse succedere sappi che non sei la sola :)
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  6. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (14 Maggio 2011 11:00)

    @ Raffaella!!! Si può uscire anche da soli!!! Io lo faccio spesso. Vai al cinema, vai a teatro, vai a vedere uno spettacolo o a sentire un concerto. Dici che non sei appassionata di niente, forse non hai mai provato a vedere se ti piaceva qualcosa! Vuoi altre idee: comprati una macchina fotografica ed esci a scattare foto in notturna, prendila come una sfida. Poi le pubblichi online e scopri un mondo di amici con la stessa passione. Datti alla pittura. Appassionati alla cucina... su internet trovi un sacco di consigli. Io ho imparato anche così! Leggiti un libro, guardati un film (ma scelto da te, noleggiato, non quello che passa in tv), fatti un corso di lingua da autodidatta. Cercati un hobby: ricama, fai la maglia, un puzzle. Mettiti davanti allo specchio e prova un nuovo make up, provati tutti i tuoi vestiti e scopri abbinamenti nuovi. Programma il w-e: che fai oggi e domani? Studia, informati, leggi, guarda... internet è una miniera. iscriviti a qualche corso, magari ti fai degli amici. Io nella mia vita ho fatto corsi di cucina, inglese, fotografia, arte, montaggio, yoga, tai chi, aerobica, step, difesa personale, scrittura... e mi dimentico certo qualcosa! Nessuno di noi ha niente da fare se non lo cerca, nessuno di noi sa cosa gli piace se non lo prova!!! Io ieri sera ho: studiato inglese (corso interattivo), provato a cucinare un nuovo dolce leggero leggero, freschissimo, letto un libro... e sono andata a dormire all'una di notte o più tardi, manco lo so! Ora, dopo essermi organzzata la domenica (scaricando piantine, audioguide e orari dei treni), mi attende il parco per una corsetta prima di pranzo. A me, francamente, manca solo il tempo di fare tutto quello che mi piace e vorrei fare. Spero di vivere 100 anni!
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  7. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 14 anni fa (14 Maggio 2011 11:27)

    Oddio Bice! Anche difesa personale?! Sicura che avevi bisogno di un corso?? :D :D Battute a parte, grazie a Raffaella e ad Aliyah per i loro commenti che, oltre a essere sinceri e veri (e questo è utile per loro) danno degli spunti che raccoglierò di certo, magari già nel prossimo articolo. E grazie a Bice che ha fornito un punto di vista utile.
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  8. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (14 Maggio 2011 12:06)

    :-)... emmh, beh... era un periodo di passaggio difficile (sentimentale, dall'università al lavoro) e mi sentivo molto insicura. Forse l'ho fatto per quello... comunque poi mi è passata!
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  9. Avatar di raffaella

    raffaella 14 anni fa (14 Maggio 2011 12:35)

    @Bice: grazie davvero per l'entusiasmo e l'energia...per versi diversi tu ed Eleonora siete proprio una bella presenza che, unitamente a Ilaria, rende questo blog "diverso" e utile :))))...che po alle volte scrivo certe cose solo per sentirmi dire esattamente quello che ben so già da sola!!! Ma srò già complicata eh????
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  10. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 14 anni fa (14 Maggio 2011 13:41)

    Brava Raffaella, sei davvero brava (ma già lo sai!). @ Bice aaahhh.... ;) :)
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo

  11. Avatar di ELEONORA

    ELEONORA 14 anni fa (14 Maggio 2011 13:52)

    GRAZIE,RAFFAELLA CARA... SMACKETE!! ;)))))))))))
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  12. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (14 Maggio 2011 14:58)

    Ho sempre pensato che la base di un rapporto sia il piacere della reciproca compagnia. Invece in genere, guidati anche dalle conduttrici di molte trasmissioni televisive, si pensa che la base del rapporto sia il sesso. Quindi io ho sempre cercato ciò che rientrasse nei miei parametri, non in quelli altrui. Totale, sono rimasto praticamente sempre solo. Ma la cosa non mi pesa più di tanto. Se fossi un po' più estroverso, le occasioni non mancherebbero (da qualche giorno ci si è messa pure un'araba), ma di queste occasioni, quante sarebbero quelle serie? Purtroppo, per esperienza, molto poche. Ora, con profondo dolore e tra un fiume di lacrime, devo comunicare che sono costretto a dare ragione a Bice. Scusate, ..... un attimo che asciugo la tastiera ......., dunque, si, è vero, i mariti se li sono scelti le tue amiche. Ed è quello che io dico da sempre a tutte quelle che si lamentano. Gli uomini siete voi a sceglierli. L'uomo si propone. Se è poco estroverso sa già di avere chances prossime allo zero perchè esiste una mentalità dominante che vede l'estroverso vincente e l'altro perdente.
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  13. Avatar di Marco Galeazzi

    Marco Galeazzi 14 anni fa (14 Maggio 2011 15:04)

    Bella la metafora del re. Mi ricorda molto una definizione del mio ex insegnante di tecnica bancaria ( all' università di Urbino ) ' l' impenditore è il Capo della sua impresa: è il solo responsabile del successo o dell' insuccesso della medesima '. Questa frase di Attilio Giampaoli ha molti significati e tra i tanti questa frase significa che sono il solo responsabile della mia attuale condizione di vita e che se la voglio migliorare sono io che da solo devo prendere la mia fortuna: 1. Accogliendo a braccia aperte il cambiamento; 2. Provocare e far accadere il cambiamento. Quello che conta è un' atteggiamento di flessibilità e continua e costante preparazione. Forse mi ripeto: ma quello che conta veramente nel presente è prepararsi al futuro con atteggiamento positivo. Non ha nessun senso pensare alle persone che magari amavamo ma che, ora, non fanno più parte della ns. attuale vita.
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  14. Avatar di tamy

    tamy 14 anni fa (14 Maggio 2011 16:51)

    Dunque questo post casca proprio a fagiolo con il periodo della mia vita attuale..nel senso che è proprio sull'accettare o no i compromessi non solo nelle relazioni ma nella vita il tema su cui mi sto distruggendo le meningi...Inanzi tuttoesistono compromessi che possiamo accettare altri no...Da cosa dipende questa differenza..Credo solo da noi stessi da noi della nostra morale da cio che per noi è effettivamente importante..Ti faccio qualche esempio di compromesso che ho accettato e rifiutato.
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  15. Avatar di Eleonora

    Eleonora 14 anni fa (14 Maggio 2011 16:51)

    Riccardo,mi fai morir dal ridereeeee!!!;))))) La storia delle lacrime... stupendo!!!
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  16. Avatar di tamy

    tamy 14 anni fa (14 Maggio 2011 17:00)

    1) Il lavoro: da qualche mese sto svolgendo un lavoro diverso dai miei studi ( di livello inferiore). Ho una laurea triennale e sto finendo il biennio di specializzazione ma non riuscivo a trovare nel mio campo dopo una brutta lite che ho avuto nel posto in cui lavoravo, finkè non mi è capiato l'occasione di lavorare come aiutoinfermiera in ospedale. Ho accettato per diversi motivi: mi permetteva di mettermi in gioco in ruolo che non avevo mai svolto dove sto cercando di capire le mie capacità nei rapporti interpersonali e se ho la capacità di accudire. Questo lavoro mi permette di uscire dal ruolo di figlia di ragazza che ha bisogno di aiuto e di entrare nel ruolo della persona che invece l'aiuto lo da. Lavorare in ospedale rikiede diversi sacrifici..ti toglie la vita privata..spesso ti kiedono di fare straordinari e lavorare a Natale per esempio..
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  17. Avatar di tamy

    tamy 14 anni fa (14 Maggio 2011 17:11)

    Per tenermi il lavoro HO accettato questo compromesso..ho fatto turni impossibili e ho lavorato il giorno di natale, Capodanno Pasqua sabati e domeniche..non ho visto gli amici per diversi mesi e molte mie colleghe che non hanno accettato i compromessi che ho fatto io mi hanno disapprovata dicendomi che tanto non serviva a nulla che dovevo farmi rispettare che se volevano licenziarmi lo facevano lo stesso e dovevo rispettare me stessa..Io non le ho ascoltate..e nonrimpiango i compromessi che ho accettato..In primo perchè piu lavoravo piu soldi mettevo via ( e quelli mi possono servire per qualsiasi cosa per realizzare i miei sogni un master..comprare casa..un viaggio) secondo perchè poteva essere un modo per accedere al mio vero lavoro tramite concorso publico interno o per acquisire competenza utile che mi sarebbe servita in futuro nel mio lavoro...Quindi il compromesso valeva la pena...
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  18. Avatar di tamy

    tamy 14 anni fa (14 Maggio 2011 17:22)

    l'altro giorno è accaduto però un episodio: mi si kiedeva di accettare un altro compromesso per quieto vivere sul lavoro in cui però era in gioco la mia dignità personale. Ebbene io non ho accettato mi sono ribellata anche a costo diperdere il lavoro e di buttare via tutti questi mesi..La questione si è risolta ieri dopo alcuni giorni in cui mi hanno lasciata a casa mi hanno kiamata kiedendomi se posso lavorare domani. Il compromesso non l h o accettato il lavoro è salvo ho riskiato ma neè valsa la pena!!!!!!!!!! La mia dignità personale prima di tutto..Cosi nel lavoro così nelle relazioni...Secondo me i compromessi vanno di pari passo con i bisogni..Maslow ha costruito la piramide dei bisogni dove sono poste in scala gerarchica le necessità delle persone da quelle primarie uguali per tutti a quelle piu soggettive...Ognuno di noi sa cosa è veramente importante per se e quali compromessi è disposto ad accettare...
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  19. Avatar di tamy

    tamy 14 anni fa (14 Maggio 2011 17:39)

    Si scusami sto girando completamente il tuo discorso..perchè non penso che per essere felici non si debba accettare compromessi...la vita te li kiede sempre..Però bisogna sapere bene cosa si vuole cosa conta effettivamente per noi e cosa a cui si puo rinunciare..Io ho deciso che ne per un uomo ne per il lavoro voglio rinunciare al rispetto di me stessa..la dove mi si tratta male, mi si cammina sopra non si ha rispetto della mia persona non lascio correre per quieto vivere ma mi ribello e kiudo da un giorno con l'altro senza se e senza ma...
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  20. Avatar di tamy

    tamy 14 anni fa (14 Maggio 2011 17:39)

    2) nella relazione Per amore ho rinunciato a fare la tesi universitaria all'estero perchè avevo paurache lalontananza avrebbe distrutto quella che poteva essere una storia allora per me importante ( visto che si parlava di matrimonio)...Ho accettato il compromesso..ma quando ha cominciato a mentirmi e a comandarmi limitando il mio modo di essere a causa della gelosia e dello stereotipo di donna che lui voleva per se io non mi sono cambiata ho mandato a quel paese lui..Non ne valeva la pena! e non mi pento di essere sola mi godo il momentaneo libertinaggio..Scherzi a parte..Secondo me ki si pente dei compromessi accettati in fondo forse non è convinto delle scelte che ha fatto le ha fatte per rispondere a delle aspettative da parte dell'ambiente esterno...
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