Se vuoi attrarre la persona giusta per te e la relazione giusta per te devi convincerti che è possibile, che dipende da te (ed è proprio perché dipende da te che è possibile) e che devi compiere delle azioni che ti portano all’obiettivo al quale vuoi arrivare.
Insomma, è soprattutto utile che tu assuma un atteggiamento mentale produttivo relativamente a quello che desideri.
Sono tutti argomenti dei quali ho parlato ampiamente nella mia guida gratuita “Come attrarre la persona giusta per te” e anche in alcuni altri post sul blog.
Ora voglio approfondire l’argomento prendendo spunto da alcuni commenti che sono stati fatti all’articolo della settimana scorsa, quello dedicato allo “standard” di felicità che tu, giorno per giorno scegli e stabilisci per te.
Il mio obiettivo, con questo articolo, è quello di osservare con te alcuni fatti da un punto di vista diverso, quello di farti mettere, almeno per un momento, in una posizione insolita e mai considerata rispetto a certi temi caldi che riguardano l’attrazione.
Alcuni lettori hanno sollevato una serie di questioni che ritengo molto interessanti. Anche perché sono condivise da molti single, di tutte le età e di tutti i generi.
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C’è chi ha fa notare, per esempio, che spesso è molto difficile definire che cosa si vuole per se stessi e che, inoltre, altrettanto spesso, si vorrebbero vivere delle esperienze diverse da quelle che si vivono in realtà: purtroppo le condizioni esterne spesso sono talmente difficili da impedire di vivere come veramente si vuole.
Infatti, sostengono alcuni, a una certa età e in certe situazioni della vita, ci si ritrova single in un gruppo di amici accoppiati e, volenti o nolenti, è complicato uscire in compagnia; oppure si vive distanti dagli amici più cari e quindi, ancora, è difficile avere una vita sociale interessante.
Qui di carne al fuoco ce n’è davvero tanta. Procediamo per gradi.
E, soprattutto, evitiamo di mettere tutto in un unico calderone, di mettere tutto insieme.
Mettere insieme questioni diverse è tipico di chi è in difficoltà e tende ad affastellare i problemi: un po’ come quando non si trova il bandolo della matassa e nel tentativo di districare il filo lo si annoda ancora di più. A me capita con il filo dell’auricolare del cellulare.
Un pressuposto di partenza importante è, dunque: non mettere tutte insieme le varie questioni che vuoi risolvere.
Se vuoi risolvere gli aspetti critici della tua vita, separali uno dall’altro, affrontali uno a uno, passo passo.
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Quindi, partiamo dal tema: “non ho passioni, non so quali sono le mie passioni”. Ok. E allora? Dove è il problema? Non hai passioni, va bene, ma sono certa che ci sono delle cose che ti piacciono e ti fanno stare bene, mentre ci sono delle cose che non ti piacciono e non ti fanno stare bene.
Giusto?
La tua felicità la costruisci facendo le prime e riempiendo la tua vita delle prime e non facendo le seconde, cioè svuotando la tua vita delle seconde.
Non solo: se riempi la tua vita facendo le cose che ti piacciono e non facendo le cose che non ti piacciono, sai che succede? Che magicamente incontrerai sulla tua strada persone con le quali hai molto da condividere, con le quali ti trovi in sintonia e che, probabilmente, ti piacciono e alle quali piaci. Operi una selezione, non facendo nessuna fatica. E indirizzi la tua vita nella direzione migliore per te.
E questa è una risposta pratica che diventa: fai quello che ti piace e non fare quello che non ti piace.
Ancora, da un altro angolo visuale: ma non è che pensi di non avere passioni semplicemente perché pensi che “avere passioni” sia chissà che cosa, sia qualcosa di grande, importante, esaltante ma così tanto che non è possibile che la passione sia qualcosa che ti possa appartenere?
Ci hai mai pensato?
E questa è una considerazione che in pratica diventa: vivi la tua vita, segui quello che ti piace, ascolta le tue sensazioni e smettila di farti domande e di misurarti.
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Ora passiamo al tema: per me è molto difficile conoscere persone nuove, figurati, alla mia età mi è difficile fare incontri e poi, anche se incontro qualcuno si tratta di persone deluse, disilluse, spaventate, che non hanno voglia di impegnarsi… (riguardo questo tema ricevo moltissime mail che arrivano da persone che vanno dai 20 ai 40 anni, in ugual misura…).
Ok, partiamo dal presupposto che, per noi esseri umani civilizzati, che vivono in una società molto (ben) organizzata (troppo?), ci sono percorsi di vita “preparati” e “predisposti” dall’esterno: dall’età di tre anni (e anche prima, negli asili nido) veniamo incanalat i in un itinerario di crescita – costituito dalla scuola innazittutto e poi da tutto quello che le ruota intorno, come l’educazione religiosa, lo sport, le attività ricreative etc. etc. – per il quale succede che legami, amicizie e anche storie sentimentali si creino in modo semplice, “spontaneo” e “naturale”.
Cioè: la scuola e tutto quello che succede durante il naturale percorso di crescita di una persona, rende piuttosto naturale socializzare con persone della stessa età e anche con caratteristiche simili.
Poi, a un certo punto della vita, questo percorso “preorganizzato”, si conclude. E con esso si conclude anche una modalità di socializzare, che, per molti, – forse per la maggioranza – , ha regolato la loro esistenza.
In relazione a questo, dunque, si può dire che in effetti – a una certa età J – i modi di socializzare si modificano.
Diventa più difficile socializzare? Dipende.
Da che cosa dipende?
Da come consideri la cosa. Se pensi che conoscere persone nuove a 20, 30, 40 anni sia lo stesso che conoscere persone nuove a 10 o a 15 anni, di sicuro ti può sembrare difficile.
Se invece pensi che conoscere persone nuove sia semplicemente diverso da com’era quando eri giovane o molto giovane, di sicuro, alla lunga non ti sembrerà affatto difficile incontrare gente interessante.
Di certo c’è una considerazione da tenere bene a mente: è importante che tu ti attivi per conoscere gente nuova. E’ essenziale che tu passi dall’imobilità al movimento: il solo metterti in movimento ti permette di restare in movimento. E il movimento crea eventi, dai quali puoi ottenere i risultati che desideri.
Restare immobile ti costringe a… restare immobile, in un circolo vizioso che si autoalimenta. Anche nei tuoi pensieri e nei tuoi modi di pensare.
Per questo, anche, il fatto che i tuoi amici siano accoppiati o siano lontani potrebbe non essere un aspetto critico, ma un’opportunità per te: se tu continui a frequentare i tuoi amici, ti viene difficile conoscere gente nuova. Giusto?
Dunque come si traducono in pratica queste considerazioni? Io credo in questo modo: smetti di concentrare i tuoi pensieri e la tua attenzione sul fatto che è “difficile”.
Concentrati sul fatto che conoscere gente nuova – e incontrare la persona giusta per te – richiede che tu trovi delle modalità diverse.
Insomma: è facile, basta che tu ti concentri a pensare qual è il modo più giusto per farlo.
Lasciami le tue opinioni, i tuoi commenti e le tue domande.
Cordialmente
Ilaria
dania 14 anni fa (21 Maggio 2011 0:13)
Stefano 14 anni fa (21 Maggio 2011 8:57)
raffaella 14 anni fa (21 Maggio 2011 9:07)
Umberto 14 anni fa (21 Maggio 2011 9:09)
occhiverdi 14 anni fa (21 Maggio 2011 9:10)
Aliyah 14 anni fa (21 Maggio 2011 10:17)
joycejo 14 anni fa (21 Maggio 2011 10:41)
ilariacardani 14 anni fa (21 Maggio 2011 11:03)
ELEONORA 14 anni fa (21 Maggio 2011 13:11)
raffaella 14 anni fa (21 Maggio 2011 13:14)
Riccardo 14 anni fa (21 Maggio 2011 13:16)
ELEONORA 14 anni fa (21 Maggio 2011 13:32)
tamy 14 anni fa (21 Maggio 2011 16:27)
tamy 14 anni fa (21 Maggio 2011 16:28)
occhiverdi 14 anni fa (21 Maggio 2011 23:07)
Siri 14 anni fa (22 Maggio 2011 9:50)
Aliyah 14 anni fa (22 Maggio 2011 11:02)
rosadelmare 14 anni fa (22 Maggio 2011 11:30)
Crazymilk 14 anni fa (22 Maggio 2011 11:39)
kate 14 anni fa (22 Maggio 2011 14:52)