“Come faccio a volermi bene per davvero?”

Per amare autenticamente la persona giusta per te è necessario che tu ami te stesso/a. Per ricevere amore autentico dalla persona giusta per te è necessario che tu ami te stesso/a.

Lo sai già, vero?

Lo dicono gli psicologi in radio e in tv e lo si legge tutti i giorni anche sulle riviste femminili più diffuse e anche su qualche cartina dei Baci Perugina, giusto?

Anch’io lo spiego ampiamente nella mia ormai famosa guida gratuita “Come attrarre la persona giusta per te in 11 passi” (scaricala adesso e leggila anche tu come hanno già fatto migliaia di persone), e anche in altri articoli su questo blog.

E allora perché ne parlo ancora? Ne parlo ancora perché credo che non ci sia un argomento al mondo che più di questo è vero nella teoria, ma difficilissimo da realizzare nella pratica. Quindi ne scrivo adesso e lo farò anche in futuro. Anche perché è un tema di importanza davvero capitale.

Intanto, perché dico che è vero nella teoria e invece difficilissimo da realizzare nella pratica?

Qualsiasi teoria psicologica, disciplina del benessere, filosofia e orientamento di crescita personale proclamano il principio dell’”amore di sé” come fondamentale e incontestabile.

Se ci fai caso è un principio assolutamente sovrano in natura: se ti capita di vedere anche degli animali domestici adulti in gruppo, una delle dinamiche di comportamento assolutamente evidenti è che ciascuno pensa prima di tutto e con determinazione a se stesso.

Ti è mai successo di vedere due, tre o più cani che vivono insieme (e che sono uniti anche da legami di sangue e di parentela) quando arriva la ciotola con il cibo?

Hai mai visto uno di loro che aspetta di verificare che tutti abbiano la loro parte prima di iniziare a mangiare?

E le galline in cortile? E i piccioni in piazza?

Le anatre, i cigni o i pesci al lago?

Lo stesso lo puoi osservare guardando le piante di un giardino: la quercia cresce come è nella sua natura, mica si preoccupa di fare ombra alle piante più piccole. L’edera si arrampica, e pazienza se così facendo soffoca un’altra pianta.

(Apro parentesi: non ho nessuna intenzione di distruggere i concetti di altruismo, solidarietà umana e “buona educazione” – un giorno magari dedicherò un post a che cosa ne penso della “buona educazione”, dato anche il fatto che una delle mie passioni segrete sono i libri e i trattati di galateo -. Quanto all’altruismo e alla solidarietà umana, sono questioni centrali per me e molto, molto personali. Adesso comunque voglio porre l’accento su alcuni atteggiamenti dannosi – per te e gli altri – che hai imparato fin da piccolo/a. Chiudo parentesi.).

Al contrario di quel che succede in natura noi esseri umani siamo abituati – per educazione – a non “essere egoisti”. Già a tre/quattro anni, se hai un giocattolo in mano o stai gustandoti la tua merenda e incontri o ti viene a trovare un amichetto/a, ti senti dire “Dài caro/a, offri un po’ della tua merenda a Mariolino, fagli vedere il tuo giocattolo, sii gentile, non essere egoista…”

E da lì cominci a non capire più niente su come funzionano le cose: magari hai una fame boia e legittima (che giustamente ti aspettavi di saziare con la tua merenda personale, mica con le merende di tutti i bambini del mondo e nemmeno con quella di Mariolino!) o erano ore che aspettavi di goderti il tuo giocattolo (il tuo, quello che hanno messo in mano a te, quello con su scritto il tuo nome) e gli “altri” (i “grandi”) ti fanno notare che, siccome ti devi preoccupare di Mariolino, occuparti di te è la cosa peggiore che puoi fare. Scandalo! Vergogna! Stiamo crescendo un egoista perfetto! Sarà un uomo malvagio! Una donna crudele!

Allora ti persuadi di una cosa, senza dubbi e senza incertezze: amarti è sbagliato, è peccato, è colpa.

E quindi non lo fai. Rispetti le indicazioni che ti vengono date: disimpari l’amore naturale per te stesso/a.

Solo che senza amore per te stesso/a non puoi essere sereno/a: infatti amarti è importante non solo per attrarre la persona giusta per te e darle l’amore che le spetta e che si merita (come scrivevo sopra) e ricevere quello che spetta a te e ti meriti, ma anche per riuscire con piena soddisfazione nel tuo lavoro, per avere una situazione economica soddisfacente e anche per godere di buona salute (anzi, soprattutto per quello).

E, quando, in età adulta, scegli di essere davvero felice (cosa che non tutti fanno, convinti di non essere nati per amare se stessi ed essere felici) e decidi di avventurarti negli immensi territori dell’amore per te stesso/a, ti senti smarrito/a e non sai che cosa fare.

Sei impreparato/a. Ti senti goffo/a. Commetti una serie di errori, anche – guarda un po’ – di quelli che possono far soffrire oltre che te, anche gli altri.

Anche perché, come puoi, non sapendo amare te stesso/a, amare davvero gli altri?

E’ interessantissimo come nel lavoro di coaching con i miei clienti personali io mi ritrovi a occuparmi con loro a lungo e su vari piani del tema “amore per te stesso”. C’è sempre il fatidico momento in cui mi arriva la richiesta di aiuto: “Ilaria, prima non capivo. Adesso ho finalmente capito che il primo passo è volermi bene. Solo che non ho la minima idea di come fare…”. E io colgo tanta preoccupazione e sofferenza in questa richiesta.

Ma, dentro di me – e spesso anche con la persona in questione –, festeggio ed esulto perché so che siamo arrivati al punto di svolta. La strada diventa pianeggiante e ci sono anche meno curve.

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In questo mi sento di fare un piccolo distinguo tra i comportamenti più comuni tra gli uomini e quelli più comuni tra le donne (sembra che mi metto a fare anch’io “gli uomini sono tutti così, le donne tutte cosà”, ma non è vero :) , sto solo osservando un comportamento “prevalente” nei due sessi).

Gli uomini “culturalmente” e per educazione non sono abituati a sentire, comprendere e vivere le emozioni (è roba da “femminucce”; un uomo “non deve piangere” e “non deve chiedere mai”): per questo se succede che qualche emozione li colga si sentono sconvolti e smarriti. Per questo non hanno la minima idea di come fare a volersi bene (e anche di come mostrare e dichiarare amore e affetto a chi sta loro vicino).

Gli uomini sono troppo impegnati a sembrare invincibili (e quindi ad avere successo, a fare soldi, goal e canestri) per amarsi davvero. Loro pensano che dimostrarsi forti e “produrre risultati” sia un modo per dare e per meritarsi amore.

E infatti la fatidica richiesta d’aiuto di cui sopra, in forma esplicita mi giunge soprattutto dagli uomini che si accorgono che i “risultati materiali” non sempre hanno come corrispettivo l’amore.

Le donne invece,  “culturalmente” e per educazione, “si sa”,  sono le regine, le sovrane incontrastate dei sentimenti.

Ah! Loro sì che sanno che cosa sono le emozioni! Loro sì che ci capiscono dell’amore…

Infatti…

Loro sono state abituate all’equazione amore=sacrificio.

Ritengono che sacrificarsi sia il modo migliore per dare amore. E anche per riceverlo.

E sono così convinte di sapere tutto dell’amore che spesso neanche se la pongono la domanda: “mi amo?”.

Sono troppo impegnate a sacrificarsi e ad amare gli altri per pensare a se stesse…

Ma una cosa è certa: l’amore per se stessi si può imparare. Tu puoi imparare ad amarti nel senso più pieno. Intanto è indispensabile che tu compia un passo nella direzione di una maggiore consapevolezza di quello che è il tuo modo di rapportarti a te stesso/a e al senso del tuo valore.

Per questo ho scritto questo articolo proprio all’inizio delle feste di Natale: mi interessa portare la tua attenzione sul significato del vero amore per te in un momento che, per la nostra cultura e la nostra tradizione religiosa nel suo aspetto più mistico, è una celebrazione dell’amore.

E, al di fuori dell’aspetto mistico, molto spesso e soprattutto è una sorta di “orgia” di tutto quello che amore non è.

Un interessante “paradosso della società” che rispecchia un “paradosso dell’individuo”: si fa un gran parlare di amore, lo si chiede, invoca e desidera tanto e poi si fallisce proprio a partire dall’amore per se stessi.

Quindi se ti va, durante questo periodo festivo dedicati al divertimento e al relax di mente e corpo (che è già un buon modo per volerti bene) e prenditi del tempo per “fare il punto” sul tuo livello di competenza nell’ambito “amore per te”.

Sei sicura/o di volerti veramente bene?

Se sì, ne hai le prove? Cioè: che cosa fai in concreto che dimostra il fatto che sai amarti pienamente?

L’amore che hai per te è autentico o è una finta? Cioè quello che fai per te nella tua vita, lo fai perché la tua motivazione è amarti e apprezzarti e riconoscere totalmente il tuo valore o perché vi sono altre ragioni (magari provenienti dall’esterno) che ti spingono, che non hanno nulla a che vedere con l’amore?

Se ti va metti per iscritto le riflessioni che ti vengono in mente.

E lasciami un commento con le tue opinioni.

Cordialmente

Ilaria

Come fare innamorare un uomo e tenerselo (Anteprima)
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124 Commenti

  1. Avatar di roberta

    roberta 14 anni fa (27 Dicembre 2010 12:15)

    @Ely: prima di tutto...viva a Dio che il Natale è passato e con lui anche un po' di malinconia; già questa certezza rende le mie giornate più positive perchè una delle cose che sono obbligata a fare (pranzi, rispondere a stupidi sms, eccc...) se ne è andata...esprime un mio pensiero sul problema del matrimonio della tua amica...ma stai scherzando??? Ma non andare assolutamente...credi, i matrimoni sono una di qulle occasioni in cui spesso si invitano persone che non si ha realmente piacere di avere, ma che fanno numero...ovviamente non parlo del tuo caso nello specifico, non mi permetto di valutare una situazione che non conosco, ma ritengo che questa sia una di quelle occasioni in cui il tuo benessere debba essere messo in primo piano. E poi...perchè ti senti in colpa? Davvero per paura di offendere la tua "amica"? Davvero perchè ci tieni a lei? O perchè magari pensi che se non vai verrai giuicata, criticata o magari ritenuta invidiosa, ecc...occhio perchè spesso facciamo delle cose che sembrano sacrifici dettati dall' altruismo ma che servono in realtà a placare la nostra coscienza e a farci sentire "a posto"...fossi al tuo posto, io non avrei dubbi...metti sulla bilancia il piacere che provi tu realmente nell'andare e il dispiacere di stare a contatto con chi non hai voglia di rivedere....cosa pende di più?? La via giusta è quella...
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  2. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (27 Dicembre 2010 12:20)

    @ Eleonora Vuoi farmi l'oroscopo personalizzato? Ok. Dati. Data di nascita: 28/08/1960 Ora solare: 20,45 Luogo: 47°07′00″N 7°15′00″E Altri dati: c'era il temporale ed una infermiera si lamentava che a cuasa della mia nascita non era potuta andare al cinema a vedere un film dell'orrore (tutto vero). Ti dico subito che il mio ascendente è Ariete (o Artrite?).
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  3. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (27 Dicembre 2010 13:20)

    Mi pare che molti commenti confermino certe tendenze evidenziate da Ilaria, anche nelle differenze uomo/donna. Hanno risposto moltissimi uomini, a riprova che gli uomini non sono superficiali, inconsapevoli e faciloni come troppo spesso vengono definiti. Sono contenta, penso che leggere i loro commenti qui sopra possa aiutare chi ha poca fiducia nel genere maschile. @Roberta: direi che il mio modo di volermi bene sia molto "maschile", tutto qua. Mi voglio bene fino in fondo? No, potrei fare di più. Ho un blocco sul fronte comprensione/accettazione/espressione dei sentimenti. Da un lato il perfezionismo dall'altro un pudore o una diffidenza o un modo di pensare molto "maschile". La via per uscirne mi è stata indicata. Direi che al momento riesco a tirare fuori più di un tempo i sentimenti e le emozioni e ad essere più tollerante verso me stessa e gli altri. Il resto lo imparerò, sono in cammino. Quando penso a quanto sono cambiata mi sento ottimista. Avanti! Mi chiedi se sono mai stata senza il pensiero di un uomo. Direi che mi è successo a volte, tra un uomo e l'altro, per pochi mesi. Mi è successo quando sono riuscita a superare la fase di lutto per un amore finito e sono rimasta qualche mese senza un nuovo amore. In quei mesi indubbiamente "cerco" qualcuno, mi guardo attorno. Stavolta, tra il mio ex lasciato ormai 7 mesi fa e questo nuovo incontro, ci sono stati 3 mesi di lutto pesante e altri 2 in cui sentivo di non amarlo più ma pensavo a lui con dolore... poi il nuovo incontro che ha spazzato via tutto (meno certi traumi, indubbiamente). Direi che è stato più o meno sempre così. Anche se molti "amori" sono stati solo flirt o platonici o amicizie erotiche. Anche se mi pare di non essermi mai lasciata andare del tutto all'amore e quindi, in un certo senso, di essere stata sempre sola... e per mia scelta, alla fine. Si può dire che il pensiero di un uomo, che sia un amore finito, un amore sognato, un amore nascente... è sempre nella mia testa. Probabilmente delego ad un uomo l'amore profondo, inteso come accettazione e autostima, che dovrei provare per me stessa. Cerco fuori di me e non dentro di me. Avverto un bisogno e cerco di rispondere attraverso l'amore di un uomo. Forse è sbagliato, ma lo trovo molto... umano! Nonostante questo, negli anni sono molto migliorata. A 20 anni da un uomo pretendevo cose assurde, ad esempio che la pensasse in tutto e per tutto come me (così mi sarei sentita più forte), che facesse tutto quello che volevo io e che mi accontentasse in tutto, accompagnandomi sempre (non ero capace di fare da sola). A 20 anni insomma ero ancora una bambina. Credo di avere cominciato a crescere a 30 anni, in questo senso. Sicuramente non ho ancora raggiunto l'equilibrio tra autonomia e (sana) dipendenza. Dipendere da un uomo mi terrorizza. Temo l'abbandono. Sono diffidente. Penso che se un giorno mi amerò di più avrò meno paura della possibilità di restare sola, perché saprò darmi da sola tante cose. E forse allora oserò amare sul serio e vivere una storia al 100%. A volte penso che queste storie a metà che mi do siano un modo per costringermi all'indipendenza emotiva. Cioè sono una conseguenza delle mie paure ma forse anche un modo, certo doloroso, per guarire da un'eccessiva dipendenza. Queste storie mi hanno costretta a diventare più autonoma psicologicamente. Mi rendo conto che non lo sembro così tanto, posso solo dire che prima ero peggio. Non perché fossi succube del pensiero altrui o pronta al sacrificio pur di tenermi un uomo... non sono mai stata così. Avevo solo più bisogno di attenzioni e di controllo di quanto non ne abbia ora. E infatti, pensandoci, via via ho incontrato uomini molto meno manipolabili e capaci o desiderosi di soddisfare certi miei insani bisognosi. Via via probabilmente ho avuto sempre meno bisogno di un certo tipo di uomini e ho incontrato persone più sicure di sé o che almeno reagivano alla loro insicurezza in modi apparentemente forti (come il narcisista) piuttosto che essere uomini-zerbino. Forse, pensando al carattere dei diversi uomini incontrati, potrei scorgere, riflesso in loro, il mio iter verso una maggiore autonomia psicologica. Devo stare molto attenta a che questa autonomia non sia falsa e non diventi semplice chiusura alle emozioni e ai sentimenti, un limitarmi a non sentire il dolore quando invece c'è. . @Umberto: leggi il mio primo commento. Ad un certo punto parlo di una cosa bella che mi è successa nei giorni scorsi e che forse può farti riflettere su come le donne possano apprezzare l'espressione dei sentimenti e delle emozioni, anche negative, da parte di un uomo. Credo che una donna che detesta l'espressione di debolezze maschili sia solo... molto debole a sua volta e bisognosa di una figura rassicurante. Credo che una persona equilibrata possa invece condividere i momenti felici come quelli tristi. Nessuno (se non la crocerossina) vuole fare perennemente da stampella ad un altro, ma se vicendevolmente ci si dà un mano... è solo bello. (Ilaria, ma perché sono sempre stata così "uomo" nella mia testa?).
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  4. Avatar di Aliyah

    Aliyah 14 anni fa (27 Dicembre 2010 16:04)

    un mio carissimo amico dice sempre "bisogna essere egoisti per essere altruisti". E' vero: altrimenti, se per primi non ci occupiamo di noi, cosa diamo agli altri? le nostre frustrazioni?
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  5. Avatar di Aliyah

    Aliyah 14 anni fa (27 Dicembre 2010 16:05)

    Silvia non credi che le cose accadano per caso? pensi che tutto accada per una ragione oppure che si possono far accadere le cose? comunque complimenti per la tua "rinascita" :) hai trovato la persona giusta?
    Rispondi a Aliyah Commenta l’articolo

  6. Avatar di nico

    nico 14 anni fa (27 Dicembre 2010 17:13)

    non sarà, forse, che il trucco per riuscire a giostrarsi bene tra sacrifici e sensi di colpa, amore per sè ed egoismo, è semplicemente il riservarsi comunque e in qualunque situazione, uno spazio per sè? io però non mi riferisco ad una seduta dal parrucchiere o a qualche altra cosa del genere (palestra, lettura, e chi più ne ha più ne metta), ma ad uno spazio di ascolto interiore perpetuo e al riconoscimento di sè come uguale (non più importante), all'altro. stessi diritti, uguali doveri, uguali possibilità. altro che può essere il datore di lavoro, il genitore, il compagno e anche il figlio. allora magicamente si sa come comportarsi e regolarsi, per istinto. se io sviluppo il 'senso' della mia persona, cioè se mi percepisco come assolutamente giusto e legittimato ad esprimere e a manifestare i miei desideri e le mie opinioni, se non mi lascio incastrare nella fatidica morsa del 'se non fai o sei come dico io non ti voglio più bene', allora la personalità ha una qualche probabilità di riuscire a svilupparsi armoniosamente e con pochi conflitti. si riuscirà a percepirsi e quindi ad amarsi. riuscendo a liberarsi dal terribile senso 'del dovere', del 'questo me lo devi', del 'mi hai deluso'. che sono quelle metastasi espresse a parole e a fatti che crescono nel nostro animo e ci fanno diventare donne che subiscono violenza (fisica o psicologica, poco cambia), e che sicuramente negli uomini producono effetti devastanti ugualmente ma che io non conosco. ecco, allora, io parlo sempre di senso di sè, piuttosto che di amore di sè. mi sembra che educare un figlio a questo senso di ricerca interiore su se stesso sia un grande atto di amore, che io non ho ricevuto, anzi, ma che ho dato e dò e che mi rende felice. è questo il cercare di 'riprogrammarsi' dall'educazione subita di cui parlavo in un post precedente, e mi pare che sia l'unica buona strada che ho percorso finora. in ritardo, per carità, ma l'importante non è forse cominciare?
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  7. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (27 Dicembre 2010 17:16)

    @ Roberta Ti chiedi cosa significhi volersi bene. E' semplice. Significa piacersi, poi, se agli altri si fa schifo, sono cavoli loro. Quando si è soddisfatti di ciò che si è, l'approvazione altrui conta come il due di picche, che poi è ciò che deve valere. Per fare un esempio, io non sono un granchè: non sono estroverso, non sono cacciatore, non cerco il sesso fine a sè stesso, non mi interessa avere titoli accademici od onorifici, non mi interessa eccellere in niente. Mi vado bene così. Agli altri non vado bene? E chi se frega! Quando si muore, i conti si fanno con la propria coscienza, mica con l'opinione altrui.
    Rispondi a Riccardo Commenta l’articolo

  8. Avatar di Amina

    Amina 14 anni fa (27 Dicembre 2010 17:28)

    Sto riflettendo sugli interventi precedenti: mi colpisce la difficoltà incontrata nell'esprimere amore verso altri o anche verso sè stessi, come se l'amore fosse un pacco regalo, lo tengo per me stessa oppure lo cedo. E da dove arriva, questo regalo? Siamo analfabeti emotivi perchè non ci è stato insegnato a manifestare le emozioni, a identificarle, a conoscerle, da parte di genitori che avevano la stessa lacuna, in una catena interminabile che si perde nella notte dei tempi. Sicuro che l'amore vada insegnato? Anche negli esempi di amor proprio, non mi ritrovo: se sto bene con me stessa, mi accetto così come sono, conosco le mie qualità e i miei limiti allora il farmi dei regali, come concedermi momenti di benessere fisico o oggetti di aspetto gradevole, non influisce più di tanto sul mio stato. I figli sono più felici avendo una mamma felice, e se trovo che sia il caso di rinunciare a un'ora di palestra perchè un figlio desidera la mia compagnia, ha un problema di cui parlare, questo non sminuisce la mia felicità, che è uno stato di equilibrio interiore, non è provocata dagli stimoli esterni. Può capitare di disdire una prenotazione per una vacanza perchè il figlio la sera prima mostra i sintomi dell'influenza australiana, la cosa non mi pesa più di tanto. Sono solo degli esempi, ce ne potrebbero essere altri mille; ho deciso di investire molto sugli affetti perchè ho visto l'esperienza dei miei genitori, che una volta raggiunta l'età della pensione, persi pian piano gli amici storici che passano "a miglior vita", non desiderano più di tanto conoscere ambienti nuovi, rimettersi in gioco. Apprezzo ogni singolo giorno: ho perso anch'io due amiche poco più che trentenni che avevano fatto il percorso tradizionale, laurea, nozze, figli, e poi un nodulo al seno che le ha portate via in pochi mesi. Si può essere infelici dopo aver raggiunto tutti gli obiettivi, c'è chi suicida vivendo in una capitale e chi è felice restando tutta la vita nel piccolo paese in cui è nato. Bisogna riflettere con cura su cosa significhi volersi bene: dovrebbe essere un atto spontaneo, non uno sforzo della volontà, il conoscere ed essere connessi alla parte più vera e profonda di sè. Elly, perchè dovrebbe essere tanto difficile andare alla cerimonia senza rivangare il passato, con il desiderio sincero di augurare felicità agli sposi e di godersi una giornata di festa?
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  9. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (27 Dicembre 2010 20:43)

    @Amina. Io credo davvero che sia un analfabetismo affettivo. E credo che certe cose non vengano naturali, non per tutti. E che ci sia bisogno che qualcuno le spieghi e indichi la via a chi l'ha smarrita. Io l'ho smarrita, che sia a causa dei miei genitori, delle stelle o delle prime delusioni amorose... non mi viene naturale accettarmi e amare gli altri. Mi ci arrovello tutti i giorni. E non è facile smettere di arrovellarsi. Oltretutto che la via d'uscita possa essere quella di pensarci meno è per me una novità che nella mia vita ha portato solo Ilaria, quindi recentissima. Ognuno di noi poi è diverso, quindi investe in cose diverse. Io, per come sono fatta io, credo che se investissi sugli affetti e trascurassi altro non sarei affatto felice.
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  10. Avatar di elly

    elly 14 anni fa (27 Dicembre 2010 21:04)

    Buon pomeriggio a tutti... @ Roberta, grazie per avermi risposto e grazie per il sostegno :). Devo ammettere che hai ragione.. Credo sia più il timore di venir giudicata e criticata dal gruppo di persone a cui mi riferisco che mi frena, cosa, tra l'altro, non nuova quando mi trovavo a vivere a stretto contatto con loro. Oramai ognuna è andata per la propria strada, ma io purtroppo, se vengo delusa da una persona profondamente, potrò sforzarmi di fare buon viso a cattivo gioco, ma non riesco a dimenticare. Questo perché ho tentato più volte di ricucire un bel rapporto con loro, e soprattutto con una, che invece mi ha voltato le spalle. So che gli insegnamenti cristiani proporrebbero proprio la via del perdono. Ed io sono disposta pure ad accettare che gli eventi dovessero seguire il loro corso tra di noi.. Ma.. preferirei che ognuno continuasse ad andare per la propria strada. @ Anima, anzitutto complimenti per le tue parole. Il tuo modo di pensare mi piace. Ti dirò.. Oltre agli screzi avuti, a seguito dei quali ho capito di non potermi fidare di queste persone, una cosa mi ferisce. A guardarle dal di fuori, la loro vita sentimentale sembra procedere sempre a gonfie vele. Loro saranno tutte lì, accompagnate dai loro cavalieri, felici di vedersi e di "pavoneggiarsi" dei loro successi personali, sia sentimentali che non. Io invece sono quella il cui ragazzo l'ha scaricata per l'ennesima volta, quella che non è riuscita a trovare la loro stessa stabilità.. Non credo proprio che loro abbiano un sincero interessa a sapere come sto, se non per giudicarmi per le mie scelte sbagliate. Capisco che dal di fuori la mia potrà sembrare solo invidia, ma ho vissuto con loro per anni, credendole amiche per poi scoprire cose che mia hanno fatta ricredere. Con una di loro poi, nonostante non fossi in difetto nei suoi confronti, sono arrivata al punto di andar io da lei più volte a chiarire, vedendomi chiudere la porta in faccia.. E questa cosa, non potrò dimenticarla. A giudicare dalla quantità di cose non certo positive che ho scritto.. Non so quanto possa essere salutare per me essere presente quel giorno. Non so neanche perché la sposa mi voglia là, ma visti i trascorsi, credo sia più un senso del dovere che non altro. Il problema sarà trovare una buona scusa per non andare.
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  11. Avatar di Eleonora

    Eleonora 14 anni fa (27 Dicembre 2010 22:05)

    Sì...caro RICCARDO,sei ascendente ariete:complimenti vivissssssssssssimiiiiii!!!! <3 <3 <3 una faticaccia...senti:cerco di esser+sintetica possibile per non "disturbare" i commenti del prossimo...sei pronto? vergine:segno mobile di terra,femminile. meticolosi,organizzati,pignoli. il tuo segno simboleggia il predominio della intelligenza sul sentimento(TU sei molto intelligente!!).poco socievole,tuttavia,ricevi di quando in quando a casa amici e conoscenti.sei fondamentalmente un tipo solitario,capace di restare a contemplare per ore il mare o il tramonto. le malattie comuni riguardano gli organi digestivi ed è dovuto da stress da lavoro. il tuo ascendente,ariete,determina allegria,vivacità(capito????),comportamento chiassoso,rapidità d'azione e un talento particolare per la tecnica.ti adiri facilmente assumendo un comportamento da duro. giovanile freschezza e agilità caratterizza(o dovrebbe:non ti vedo!) il tuo aspetto esteriore. :) 2°casa in toro: senso pratico molto sviluppato,eccessivo senso di proprietà materiale e affettiva 3°casa in gemelli: spiccata intelligenza ma poca perseveranza nelle mete ambiziose:occorre qualcuno che ti ricordi la meta da perseguire. 4°casa in cancro: volontà di elevarsi+in alto possibile rispetto il tuo ambiente natio. 5°casa in leone:rapporti col prossimo superficiali 6°casa in vergine: disturbi legati a fegato ed intestino. sul lavoro,se hai dei sottoposti o comunque dipendenti risulti impopolare se pretendi eccessiva precisione nel far svolgere un determinato lavoro. 7°casa in bilancia: per te, la felicità è solo nel matrimonio e qualora dovessi arrivare alla conclusione che la tua vita affettiva è un completo fallimento,non riesci a consolarti facilmente tantomeno sei propenso alla nuova ricerca di una compagna nell'immediato. in coppia,difficilmente sei il primo a litigare. consigliate unioni con chi ha nella 7°casa:bilancia o gemelli o leone o vergine. 8°casa in scorpione:discreta inclinazione al misticismo. 9°casa in sagittario: solida cultura, fin da giovane, di tipo filosofica o teologica. medium coeli( o 10°casa) in capricorno: il successo viene visto sotto il profilo materiale con ascesa lenta e faticosa.lavoro condotto in silenzio e in isolamento con discreta capacità di concentrazione.aspetto,questo, molto frequente tra politici ed artigiani. 11°casa in acquario: per te, non esiste un ideale di amicizia,non sei dunque in grado di instaurare rapporti profondi e duraturi,preziosi dal lato umano. 12°casa in pesci:sei un masochista ! ;) in mezzo alle disgrazie,non sai se disperarti o pensare che te lo meriti( ... 'sti pesci,sempre loro,eh????)la tua poca fiducia non è mai rivolta verso gli altri quanto verso te stesso.possiedi un concetto così sublime d'infelicità che puoi accettarlo persino come una sorta di piacere... sole in 6°casa: sei portato verso l'isolamento e le ambizioni non sono troppo grandi . luna in 7°casa: hai un duplice aspetto della vita: da una parte,una natura affettuosa,sensibile,desiderosa di compagnia;dall'altra, ti capita di incontrare persone incapaci di vivere una vita autonoma:in quest'ultimo caso,sei tu a dar all'altro ciò di cui ha bisogno ma corri il rischio di non ricevere gratitudine sufficiente. la scelta del compagno di vita ricade dunque su personalità fragili,+giovani ed immature. luna in scorpione: immaginazione fervida,intuizioni precise,capacità di percepire pensieri e sensazioni altrui. c'è pure aggressività,collera,malumore. non dai grande importanza alla bellezza femminile in sè quanto piuttosto ad una seduzione di sensi. mercurio in5°casa: spiccata intelligenza con sete di conoscenza non indifferente. sei solito usare il cervello anche in amore(e aggiungo:bravo!!) mercurio in vergine: ottime capacità di ragionamento,senso logico,pulizia mentale,tendenze analitiche molto sviluppate,cura del particolare,senso pratico molto sviluppato. buone qualità espressive verbali e scritte.senso critico acuto,umorismo pungente e sarcastico. parsimonia e accortezza caratterizzano invece la gestione del denaro. venere in7°casa:discreta forza vitale nonostante la cagionevolezza. venere in vergine: certa ritrosia ad abbandonarsi all'amore:il sentimento è sempre filtrato dalla razionalità.il riserbo intrinseco limita una spontaneità espressiva.scarso il calore affettivo, espresso per lo+con piccoli gesti,premure o dimostrando devozione nelle necessità pratiche. marte in 2°casa: settori lavorativi+favorevoli quelli dove occorre battagliare per arrivare al successo. buona posizione sociale raggiunta ma a prezzo di dure lotte. marte in gemelli:aggressività intervallata da ire capricciose a livello verbale. giove nella 9°casa: carattere generoso,leale,sincero,fondamentalmente ottimista e idealista... TE CAPI'???? :) giove in sagittario:aspirazione alla tranquillità intima, soddisfazione semplice.tendenza a dar consigli.spesso moralismo. saturno in10°casa: spesso ambizione e dovere son molle della tua esistenza a discapito della sfera affettiva. saturno in capricorno: realismo venato da pessimismo,prudenza,senso pratico.pazienza,correttezza,rigore,inflessibilità,consapevolezza della durezza della vita,scetticismo. urano in5°casa: scarsa vita sentimentale vissuta come fonte di frustrazione. urano in leone:spirito fortemente indipendente,testardaggine,scarso opportunismo. nettuno in7°casa:parla di coppia... non mi pronuncio. nettuno in scorpione:spirito intelligente e ribelle plutone in 6°casa:malattie gastro-epatiche da stress. consigliate vacanze in luoghi di montagna. plutone in vergine:ambizione cauta incentrata su obiettivi materiali. questo,in estrema sintesi. dimmi che ne pensi... intanto,chiedo SCUSA ad ILARIA:perdonamiiiiiiii!!!! :))))
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  12. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (27 Dicembre 2010 22:05)

    @ Amina Cosa intendi con "tu pensi di essere in un dato modo, e le persone intorno a te ti percepiscono in un modo del tutto diverso da come tu credi di mostrarti?" Vuoi dire che non mi conosco?
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  13. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (27 Dicembre 2010 22:08)

    @ Umberto Secondo te esternare i propri sentimenti è un segno di coraggio? No, mi spiace. Nella cultura dominante di questa nostra cosiddetta civiltà, l'uomo non deve esternare niente. Se lo fa è un debole. Sono d'accordo con questa cultura? No, ma è questa quella che comanda, piaccia o meno.
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  14. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (27 Dicembre 2010 22:13)

    @ Andrea R. L'altruismo, anche se innato, va controllato, possibiimente eliminato. Nella nostra società di furbi, un altruista è destinato a fare una brutta vita. Te lo dico per esperienza personale. Meno dai e più ottieni. Se dai, sarai sempre fregato. Se aiutare ti fa star bene, fallo (lo faccio anch'io) ma non sperare di avere una considerazione da parte degli altri. Prima ti sfrutteranno e dopo ti derideranno sempre e comunque. Non farti nessuna illusione.
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  15. Avatar di roberta

    roberta 14 anni fa (28 Dicembre 2010 0:03)

    @Riccardo: forse hai ragione tu, ma per me è importante l'approvazione delle persone che stimo, non riesco proprio a pensare che se vado bene a me, allora è tutto a posto...infatti sono insicura e non mi voglio poi così bene...
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  16. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (28 Dicembre 2010 0:45)

    Qui ci si pone la domanda "come fare a volersi bene". Beh, trovo che sia fuorviante. La vera domanda da farsi sarebbe: mi piaccio? Cioè, ci si piace per ciò che si è nel carattere? Ci si piace fisicamente? Ci si piace per ciò in cui si crede? Se ci si piace, automaticamente ci si vuole anche bene. Il volersi bene non implica il DOVERE ottenere tutto ciò che si vuole e nemme implica il VOLERE. Piacersi significa accettarsi a saper quindi accettare il resto: gli altri, la vita, etc. Ovviamente questo non significa accettare tutto. Il piacersi non significa che si piacerà agli altri. I "valori" della "cultura" della nostra società vogliono l'uomo estroverso, deciso, vincente. Allora vediamo: estroverso: non lo sei? Non vali niente. E questa sarebbe "cultura"? deciso: quante persone, pur di dimostrarsi decise, fanno scelte che con un pò di ragionamento prima, avrebbero evitato risparmiando guai a sè stessi ed ad altri? vincente: ma qualcuno crede che uno possa essere sempre vincente? E colui che vince, COME vince? Perchè se non importa il COME, allora non c'è da stupirsi se un giorno si scopre che il rispetto per il prossimo è totalmente scomparso. Quindi, personalmente preferisco piacermi come sono, con tutti i miei difetti ed i miei limiti, che non piacere agli altri a prezzo del mio rispetto per me stesso. Lo so, ho criticato Umberto e Andrea R. per cose che condivido con loro, ma è solo per far loro presente che il mondo nel quale viviamo non è quello che noi vorremmo, è quello che vogliono gli altri e dato che la maggioranza vince, noi perdiamo.
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  17. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (28 Dicembre 2010 2:34)

    @Riccardo: a questo punto, dopo decine di commenti con lo stesso tono, te la sei cercata: lo sai perché io non mi innamorerei mai di te? Non perché sei timido, non perché esterni i tuoi sentimenti... ma perché sei deprimente :-D Sì, il tuo pessimismo, uccide in me qualunque slancio nei tuoi confronti. Mi sei simpatico solo quando riesci a ironizzare su te stesso, diversamente è... da suicidio. Ora, lo so che non sono il tuo tipo e ho indubbiamente anche io, come tutti, molti difetti. Però lasciatelo dire ancora una volta... non mi viene voglia di starti vicino perché emani tristezza e sfiducia verso gli altri. Troppi pregiudizi, troppo disfattismo, troppo cupo. Quindi, d'ora in poi, quando fai l'elenco dei motivi per cui le donne non ti vogliono, mettici anche queste mie personalissime motivazioni, per favore. ;-)
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  18. Avatar di Eleonora

    Eleonora 14 anni fa (28 Dicembre 2010 2:54)

    ottima analisi,RICCARDO:condivido.:))
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  19. Avatar di Riccardo

    Riccardo 14 anni fa (28 Dicembre 2010 3:32)

    @ Eleonora Con tutte 'ste case, è un gran casino, Ti dico come fondamentalmente sono. A titolo personale sono ottimista, per quanto riguarda la nostra società ed il futuro di questa civiltà, sono pessimista per via del raffronto tra egoismo ed altruismo (il primo vince sul secondo ma poi si autodistrugge). Non mi interessa la carriera eppure ricopro un posto di una certa responsabilità. Mi piacciono i giochi di logica, la musica (anche strimpellare, ma da solo, alla chitarra faccio piangere le iene ridens) e leggere. In campo sentimentale sono una frana ed in fondo non mi interessa. Se capiterà, capiterà. Non sono mai stato alla disperata ricerca, in quanto, in fondo, non mi aspetto niente da nessuno, se non incredibili pretese in cambio di aria fritta. Per il resto, faccio fatica a tenere ordine in una stanza, figuriamoci in tutte quelle case. Mi sembra ci sia tutto ed il contrario di tutto. . @ Roberta Come ho detto, il piacere a sè stessi, secondo me, non significa automaticamente piacere agli altri. L'importante è cominciare a guardarsi e vedere cosa c'è in noi che ci piace e cosa no. Magari si scopre che non c'è nulla che non ci piace, o poche cose e che quindi nel complesso ci andiamo bene così. Poi, se conosci qualcuno che ti interessa, quando uscirete insieme, puoi sempre chiedergli: "Cosa faccio? Il cervello me lo porto dietro o lo devo lasciare a casa?" A seconda di come ti risponde, ti potrai fare una rapida idea del tipo ed a quel punto saprai se l'essere apprezzata da quella persona di potrà interessare o meno. O porca miseria, ho svelato uno dei miei trucchi.
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  20. Avatar di Amina

    Amina 14 anni fa (28 Dicembre 2010 9:20)

    Bice, senti tu stessa di stare in movimento, quindi stai conquistando altre tappe evolutive dentro di te. Penso che la nostra meta sia di dare un po' di attenzione a tutti i vari aspetti della vita. Elly, visto che il disagio di presenziare a quel matrimonio non è superabile, se fossi io a dover dare una motivazione farei comunque un piccolo pensiero agli sposi, fosse anche un mazzo di fiori, con un biglietto in cui ringrazio dell'invito ed esprimo chiaramente che la vita ormai ha allontanato me, la sposa e buona parte dei suoi invitati a tal punto che non trovo opportuno partecipare a un evento che riguarda la cerchia dei familiari e amici più intimi, porgo le mie più sentite congratulazioni per il fausto giorno eccetera. Riccardo, tu hai un dialogo con te stesso, ti racconti delle cose e ti dai delle risposte, e conosci un Riccardo che non è lo stesso personaggio che interloquisce con tutti gli altri esseri umani: per rendertene conto dovresti riuscire a rispecchiarti nelle loro reazioni in maniera distaccata, senza aspettative e senza giudicare, nè in bene, nè in male, come se stessi assistendo ad un film. Se ti osservi vivere con attenzione, ti renderai conto che il dialogo interno (pensato) e quello dall'interno all'esterno (pronunciato ad alta voce) procedono su due binari diversi. Quando sei in contatto con altre persone stai recitando una parte, ti stai preoccupando di mostrare il tuo profilo migliore, anche se la lettura cosciente che dai del tuo comportamento è quella di una persona spontanea e sincera. Solo con te stesso riesci (probabilmente) ad essere più vero. La cosa che non mi torna è che, dal momento che nelle altre persone ci rispecchiamo e non può essere diversamente, il fatto che tu abbia un'opinione negativa dell'umanità in generale indica che provi delusione rispetto al tuo modo di essere. Il mondo è come uno specchio, sorridigli e ti ricambierà il sorriso, guardalo in cagnesco e ti mostrerà un volto chiuso.
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