Vuoi essere strega, frignona o felice?

stregaA chi piace una strega? La risposta è facile: una strega non piace a nessuno. Una strega come si deve, davvero cattiva, piace a solo a chi ha bisogno di raccontare una storia efficace (una fiaba per bambini, un film, un cartone animato), che abbia successo grazie a un personaggio negativo e respingente. Per il resto la strega e le streghe, proprio perché personaggi negativi e respingenti, non piacciono a nessuno, né a uomini né a donne. Se a un uomo piace una strega è perché ha dei problemi: cioè lui ha dei problemi e la strega di sicuro ha dei problemi e allora magari un uomo con molti problemi può sentirsi attratto da un strega, ma non per amore, per orrore. Non per una storia d’amore, ma per una storia d’orrore.

"Vivi e lascia vivere. Arthur Schopenauer"

Credo che nessuna donna al mondo si riconosca o abbia voglia di riconoscersi in una strega. Nessuna donna al mondo sospetta di comportarsi da strega. E invece, ahimé, molte sono le donne che si comportano da streghe, spesso senza accorgersene, senza rendersene conto. E questo non è bello: non è bello comportarsi da streghe e non è bello non rendersene conto. Perché per essere felici è bene essere in controllo della propria vita e per essere in controllo della propria vita è bene avere piena consapevolezza dei propri comportamenti e dell’impressione che si fa sugli altri.

Strega: essere e apparire

Uno dei principali problemi nelle relazioni umane è proprio questo: molte persone credono di essere in un certo modo e in realtà hanno una percezione sbagliata di quella che è l’impressione che fanno sugli altri. Molte donne per esempio credono di essere delle fate, ma l’immagine che danno di se stesse all’esterno è quello di streghe. E pensare di essere una fata, ma essere percepita come una strega, non può che creare enormi pasticci nelle relazioni, che si tratti di relazioni personali, di lavoro, di rapporti di coppia o che si tratti di seduzione e di sedurre un uomo. Eppure molte persone – non solo le donne – vivono un enorme divario tra quello che credono di essere e di mostrare e quello che di fatto mostrano agli altri.

"Quando una donna tace, per l’amor del cielo, non interrompetela! Enrique Castaldo"

Facciamo un passo indietro, intanto, un passo importante: sarà pur vero che non dobbiamo compiacere gli altri per essere amate e accettate, ma è altrettanto vero che non possiamo pretendere che gli altri accettino tutto e apprezzino tutto di noi, in modo incondizionato. E chi glielo fa fare? Sappiamo bene che selezionare è fondamentale. Non è il caso di accettare chiunque nel nostro gruppo di pari o addirittura nei nostri rapporti di coppia ed è essenziale evitare gli uomini sbagliati. Dunque dobbiamo aspettarci che le persone di valore e gli uomini di valore facciano anch’essi selezione (che bella cosa!) e non accettino chiunque nel loro gruppo di pari. Ed è ovvio che chi si comporta da strega o da frignona non ha propriamente le caratteristcihe giuste per entrare nel gruppo di pari di persone di valore. Perché una donna che fa la strega e la frignona molto semplicemente è insopportabile. Non si comporta da donna di valore.

Strega e frignona: quali sono le differenze?

E come mai ho messo insieme questi due tipi di donna, la strega e la frignona, per portare l’esempio di chi si rende insopportabile agli altri e agli uomini in particolare? Perché la strega e la frignona sono un po’ le due facce della stessa medaglia. Strega e frignona sono donne che assumono comportamenti costantemente e irrimediabilmente negativi, con la sola differenza che la strega ci mette anche dell’acido a condimento. Il confine tra frignona e strega è molto sottile e bisogna stare attente. Bisogna stare attente in ogni caso, perché non paga né essere strega né essere frignona.

"La donna innamorata dice sempre di sì; la capricciosa di sì e no. La civetta né sì né no. Valéry Bernard"

E sono proprio i comportamenti costantemente e irrimediabilmente negativi quelli che respingono le persone e in particolare respingono gli uomini. E questi comportamenti – tipici della strega e della frignona – respingono perché sono distruttivi, avvelenano, deprimono. Sono senza speranza, esattamente come le persone che li assumono.
La strega e la frignona, a diversi livelli di acidità, raccolgono in sé tutto il negativo del mondo – che è tanto, visti i tempi difficili – lo caricano della propria negatività interiore e della propria acidità e di nuovo lo mettono in circolo, senza esistazione, senza pace, con una insistenza e una costanza che se mettessero nel positivo, forse ogni nuvola scomparirebbe dal cielo per sempre.

Strega e frignona: il circolo vizioso

E sottolineo un punto importante: i comportamenti da strega e da frignona sono comportamenti tipicamente femminili e sono quel genere di comportamenti – probabilmente e putroppo appresi molto spesso anche attraverso l’educazione e l’imitazione – che fanno sì che la massa di uomini “medi” che girano per il mondo abbiano un’idea negativa delle donne in generale e tendano a pensare che in ogni donna si nasconda una strega e una frignona dalle quali è meglio tenersi alla larga. Detto in altre parole: esiste e sopravvive un pregiudizio maschile per cui le donne hanno un lato di “insopportabilità” insopprimibile e che la strega e la frignona siano il tipo femminile più comune e più diffuso. Ma è davvero un pregiudizio? Ora vediamo.

"La psicologia è riuscita a studiare la mente dell’uomo, ma non quella della donna. Albert Einstein"

Ripetiamolo: non vi è nulla di peggio che stare con una strega e una frignona. E, ahimé, sono proprio le donne che si comportano da streghe e da frignone quelle che faticano di più a essere consapevoli di questo concetto e si irritano per come il mondo reagisce al loro comportamento diventando – udite udite – ancora più streghe e ancora più frignone in un circolo vizioso terrificante dove la strega e la frignona, inconsapevoli del perché il mondo non le accetta incondizionatamente, diventano ancora più streghe e più frignone. Alimentando peraltro le dicerie e le ragioni per le quali gli stereotipi resistono.

Una donna che si comporta da strega e da frignona e per giunta senza saperlo fa prima di tutto un dispetto a se stessa (dato che, detto semplicemente, si crea terra bruciata intorno) e poi fa un dispetto a tutto il genere femminile, perché alimenta i miti negativi sulle donne, sulle donne isteriche, acide, scontente, insoddisfatte, rompiscatole, lamentose etc etc. Capito il concetto?

Strega e frignona: che cosa significa?

Ma quand’è che una si comporta da strega e da frignona? Ti porto 10 atteggiamenti tra i più comuni. Si tratta di atteggiamenti che contengono in sé la radice di molti altri atteggiamenti distruttivi, che non solo respingono gli altri, ma impoveriscono la vita e la personalità di chi li mette in atto.

Una si comporta da strega e da frignona quando:

1) Gira qualsiasi concetto, pensiero e idea in negativo: “Va bene è estate, c’è il sole, il mare è calmo e pulito e non c’è nemmeno troppa gente, però (il “ma” e il “però” sono le parole magiche di una strega doc), lo smalto nell’angolo del mio mignolo sinistro è sbeccato”.

2) Si ritiene sfortunata, infelice e disgraziata in maniera unica e speciale, come nessun’altra mai più, né prima, né poi.

Una videoconferenza gratuita, divertente piena e di contenuto. Ti apre gli occhi sugli errori da evitare e gli atteggiamenti giusti da assumere per costruire una bella relazione con l’uomo che desideri.

3) Le sue sfortune, disgrazie e infelicità oltre a essere uniche e speciali superano sempre per qualche ragione quelle altrui. Fosse anche per il tono di colore.

4) E’ convinta sì di essere sfortunata, infelice e disgraziata, ma sempre e solo per cause esterne o per responsabilità degli altri. Non si mette mai in discussione, se non con il lamento aggiuntivo da “metto le mani avanti così non puoi dire che non mi metto in discussione: so che sono io che sbaglio sempre, ma non ce la faccio a correggermi, povera me”. Questo non è essere consapevole, è essere una strega-frignona che non ha voglia di cambiare.

5) Fa la vittima. E anche in questo caso si considera una vittima unica e speciale.

6) Assume nei confronti degli altri un tono da giudice, preside, caporalmaggiore. La comprensione, il garbo e la delicatezza, se ce ne sono al mondo, sono dovute solo e soltanto a lei. Gli altri non ne meritano di nessun genere, dato che per un motivo o per l’altro sono sempre in difetto.

7) Prende e non dà. Chiede e non concede. E si lamenta dell’egoismo degli altri.

8) Non si fa sentire e non dà mai il suo contributo positivo alla comunità in nessuna occasione e in termini di pura generosità, di complimento spontaneo e disinteressato o di manifestazione di affetto gratuita. Si esprime solo e soltanto quando le si presenta l’occasione di criticare (nascondendosi dietro la convinzione che quella critica sia “costruttiva”).

9) Pretende dagli altri e dagli uomini in particolare quello che lei non dà a se stessa, non dà al proprio partner e non dà alla comunità.

10) Dichiara a parole di essere aperta, flessibile e obiettiva, ma nei fatti non si muove di un passo. E si lamenta che i suoi “sforzi” non portano a nulla.

E poi vi sono tante altre varianti. Ecco, questo genere di atteggiamenti appartengono a tutte le donne: la differenza è che le streghe doc difficilmente sanno adottare comportamenti alternativi, le altre invece assumono questi atteggiamenti solo in modo sporadico e ne diventano immediatamente consapevoli, cambiandoli. Perché in realtà non vi è nessun atteggiamento che non si possa cambiare.

Il fatto è che questi atteggiamenti impediscono non solo di trovare l’uomo giusto e di realizzare una relazione appagante e duratura, ma sono sintomo di una profonda insoddisfazione interiore. Il che ci porta all’inizio del discorso: con un tale livello di insoddisfazione, non si possono che assumere atteggiamenti da strega.
Che fare, dunque?

Prendersi cura innanzittutto di se stesse e dei propri bisogni per alzare il proprio livello di soddisfazione (non a caso il mio percorso base I 7 Pilastri dell’Attrazione ha proprio questo obiettivo) e poi prendere atto e diventare consapevoli che ogni volta che ci si comporta da strega è utile cambiare e trovare delle varianti di comportamento fruttuose e costruttive. Per la propria felicità e la propria serenità interiore. Oltre che per trovare la persona giusta e un amore appagante.

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123 Commenti

  1. Avatar di Valentina

    Valentina 8 anni fa (17 Giugno 2016 13:10)

    Cara Ilaria.... come definiresti il corrispettivo maschile? purtroppo sto incontrando uomini con queste caratteristiche.... pare pare... egocentrici, arroganti, narcisi fastidiosi come zanzare.... vampiri affettivi e non solo.... :)
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 8 anni fa (17 Giugno 2016 13:12)

      Che devo aggiungere? Io ne ho scritto tanto: l'uomo rospo, il fantasma, l'indeciso, il bambinone, il dongiovanni, il confuso tante tipologie. E, sopra tutte, lo stronzo. Cerca nel sito con le chiavi di ricerca che ti ho citato (finestra in alto a destra) e con la chiave stronzo/stronzi :)
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    • Avatar di Valentina

      Valentina 8 anni fa (17 Giugno 2016 13:52)

      Grazie Ilaria, sto curiosando da poco e ancora non ho letto tutti i tuoi preziosissimi suggerimenti... :D
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  2. Avatar di Lorenzo

    Lorenzo 8 anni fa (23 Marzo 2017 17:18)

    Buongiorno Ilaria, ho appena rotto con la mia ragazza dopo un anno di relazione caratterizzata da molti alti e bassi. E’ stato un anno impegnativo per lei: c’e’ stato il timore di avere un tumore al seno che si e’ intersecato con uno stress molto alto a livello lavorativo, che ha avuto delle ripercussioni anche sulla nostra vita personale. Facciamo entrambi un dottorato di ricerca, in cui ci sono pochi orari regolari, molti imprevisti e soprattutto molta percezione di sentirsi inadeguati in quello che si fa (e’ cosi per tutti), anche se e’ oggettivo che il nostro valore e’ riconosciuto dai nostri capi. Io ho capito gia’ da subito che lei mi e’ totalmente devota e che si butterebbe nel fuoco per me, pero’ ha dei seri problemi di autostima, insicurezza e ansia che hanno portato a molti punti di quasi non ritorno nell’ultimo anno. Ha perso la madre per un tumore a 18 anni e da quello che so, il padre non vincerebbe proprio il premio di padre dell’anno. I nonni passano le giornate ad avvelenarle la vita facendole pesare di essere in America invece di accudire loro; insomma, la situazione alle spalle non e’ assolutamente delle migliori. Io stesso ho vissuto alcuni atteggiamenti di ‘padre-padrone’ in famiglia, per cui so in prima persona che cosa significa essere quasi spaventati dalle reazioni di un padre, e alle sue opinioni su nostre azioni, e al banale terrore di deluderlo, anche se ora sono parzialmente uscito da questa gabbia (anche se non completamente, ma si sento ora più a mio agio). Rivedo in lei tanti atteggiamenti miei di qualche anno fa che si traducono poi in un terrore reverenziale dell’autorità’ e nel terrore più’ totale di deluderla, in questo caso specifico sto parlando del suo capo. Nel mondo della ricerca, i capi avanzano sempre richieste eccessive per loro natura, proprio perche non e’ possibile controllare a priori le tempistiche di un progetto di ricerca: ci sono intoppi, imprevisti, errori, e la colpa non e’ certo di nessuno. La mia ragazza pero’ ha sempre preso sul serio queste richieste, e si e’ costantemente spinta al limite (e oltre) emotivamente e fisicamente per cercare di soddisfare queste richieste folli. Vi assicuro che e’ evidente che la cosa non era sostenibile, che non e’ ‘normale’ che una persona si assoggetti cosi’ tanto a ritmi esasperati ‘solo’ perché il capo fa una sparata…non si tratta di essere coscienziosi e diligenti, ma di avere un po’ una visione distorta della realta’, non rendendosi conto di quando bisogna spingere e di quando una richiesta e’ irragionevole, e soprattutto di quando e’ necessario anche imporsi e spiegare a quattr’occhi al capo che certi ritmi non sono sostenibili e che quindi si ha intenzione di rallentare. Io ho incoraggiato molte volte la mia ragazza ad atteggiamenti di questo tipo, soprattutto perché’ a volte e’ davvero successo che il suo ‘senso del dovere e di rispetto dell’autorità’’ hanno annebbiato le sue scelte, facendole completamente fraintendere parole: per esempio una volta mi ha chiamato in lacrime in preda a un attacco di panico perché secondo lei il capo voleva che un esperimento venisse condotto subito, quando poi in realta’ e’ stato tutto un grande malinteso: si era si’ parlato di un esperimento, ma da fare più’ in la’ nel tempo. Un’altra volta il capo ha chiesto di preparare un documento scritto, lei lo ha consegnato e lui senza nemmeno leggerlo le ha chiesto di riscriverlo. Ora, lui sicuramente non e’ professionale, ma la cosa che mi ha lasciato di sasso e’ che lei ha mestamente accettato questa cosa, si e’ rimessa a scrivere senza esigere spiegazioni che credo a 30 anni siano più che di diritto. Tutto questo si unisce ad una grande insicurezza e una tendenza al vittimismo: a 30 anni ci siamo trovati per un anno a discutere per messaggi mandati in ritardo o non mandati, come se fossero il termometro della relazione. Lei teneva il muso e diceva ‘allora arrivo sempre dopo i tuoi amici’ oppure ‘allora vabbe’, se non sei entusiasta questo weekend non ci vediamo’, e mi comunicava il suo malessere fisico per cui cercavo di metterci pezze cercando di spiegare che stavamo discutendo veramente senza motivo. Di recente, le cose hanno preso una piega esplosiva perché dal pretesto di una mia ‘risposta poco entusiasta al telefono’, io mi sono stufato e ho cercato di prendere un attimo le distanze (non potevo ancora per l’ennesima volta dopo un anno, affrontare di nuovo una discussione ridicola): allora lei mi ha mandato un messaggio dicendo che ‘ero una merda, che non so come si sentiva lei, che lei stava lottando contro il suicidio. Ovviamente io sono andato sotto shock, ho preso la macchina e sono corso da lei con la morte nel cuore, nel cuore della notte, con tutte le ansie al mondo, perché’ abitiamo a 80km di distanza e mentre io guido non ho controllo su quello che può’ fare e non. Questo e’ stato uno dei punti più bassi (ce ne sono stati altri), e ho colto l’opportunità’ per farle capire che non e’ lo stress il problema (lo stress sicuramente acuisce), ma che lei ha delle questioni che e’ arrivato il momento di risolvere, e da allora ha cominciato lentamente un percorso. Mi sembra pero’ che lei veda questo percorso come una conditio sine qua non per stare con me, non tanto come una cosa necessaria per trovare la serenità’ che si merita. Insomma, ho avuto la percezione con il tempo di diventare il suo unico sostegno di fronte a un sacco di avversità’: problemi veri e non controllabili (come la paura per un tumore al seno), e altri dove lei ha una parte di responsabilità’, per via di queste insicurezze, paura di contraddire, devozione totale all’autorità’. Io ho cercato di fare del mio meglio, convinto che la mia presenza avrebbe aiutato, ma gli ultimi sviluppi mi convincono che la mia presenza non e’ stata funzionale a dare la serenità’ per affrontare sul serio questi issues, ma solo per tamponarli al momento, per arginare gli attacchi di panico. Credetemi, fa soffrire vedere che una persona a cui si vuole bene non riesce a rendersi conto che ci sono delle questioni da affrontare…io ho cercato di commiserare un po’, di dare sostegno, anche di dire brutalmente che da certe cose io c’ero passato e che era necessario che lei le affrontasse, sono rimasto aggrappato con le unghie e con i denti, perche’ non e’ stato per niente facile nemmeno per me, sono stato male anche io, anche perché’ mi sono trovato spesso coinvolto in quei giochi perversi tipo ‘io vengo dopo i tuoi amici’ oppure ‘io sto male quindi devi stare male anche tu perché senno’ non mi dimostri empatia’ e cose del genere. Mi rendo conto pero’ che essere l’unico elemento bello nella vita di una persona e’ una responsabilità troppo grande, perché ci si trova spesso in balia di meccanismi che non si possono affrontare per paura che si apra il baratro dall’altra parte. Vi assicuro che la minaccia (non credo vera, ma per attirare l’attenzione) di suicidio mi ha scosso parecchio…le circostanze non c’erano, il problema al seno era stato risolto da un po’, lei avrebbe dovuto vivere la vita a boccate piene e minimizzare i piccoli ostacoli quotidiani, invece nulla di questo e’ successo e anche fare delle fotocopie diventava qualcosa per cui lamentarsi al telefono con me. Insomma, mi rendo conto che molto stress abbassa il livello di sopportazione, pero’ deve esserci un po’ di limite perché sfogarsi completamente sulla persona che hai accanto crea delle dinamiche malate. Io sono stato male, perche’ l’ho vista spingersi sempre oltre, sempre oltre, senza davvero rendersi conto che ci sono dei problemi alla base che le impediranno sempre la serenità’ se non vengono affrontati. E questo ha inquinato la relazione e avvelenato anche un po’ la mia vita. Ieri quindi l’ho lasciata dopo aver cautamente riflettuto, ma mi sento devastato perché’ comunque penso di essere stato un codardo, che in fondo lei ha tutti questi problemi e che in fondo un po’ meno di serenità’ mia forse vale il prezzo di tenere una persona in piedi. Posso chiedervi di darmi una mano a fare un po’ di chiarezza in questa storia? C’e’ forse un altro modo più’ maturo in cui potrei affrontare la questione prima di arrivare a un punto di non ritorno? Gli amici che conoscono me e lei dicono che non avrei nessun dubbio se potessero andare indietro nel tempo e ripropormi delle immagini di come sono stato io in certe occasioni, ma ora come ora sono molto confuso e ho paura di aver fatto la cosa più’ sbagliata. Io tengo davvero al fatto che lei continui il percorso di terapia e riesca a trovare gli ingredienti per la sua felicita’, davvero…e so anche quanto sia difficile come percorso (essendoci passato in qualche modo, anche se senza aiuti professionali)…pero’ la mia presenza finora non e’ servita se non a tamponare appunto, e questa dinamica mi ha fatto male, mi sono sentito inghiottito da cose al di la’ del mio controllo. Di nuovo, so che lei mi e’ totalmente devota e mi adora…ma mi sono reso conto che forse non e’ abbastanza, anche se ora non ne sono troppo convinto. Cerco un po’ di chiarezza, anche a costo di essere definito un codardo insensibile. Grazie
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 8 anni fa (23 Marzo 2017 17:42)

      Il fatto che lei le sia devota e la adori non è un buon indicatore, anzi :) . Ho letto il suo commento con molta attenzione, ovviamente si tratta della sua versione dei fatti e credo che quel che scrive sia autentico. Credo che aver lasciato questa ragazza sia tutt'altro che un comportamento codardo. Si tratta di sano istinto di conservazione. E per questa signora dovrebbe essere un messaggio che la vita le manda per insegnarle qualcosa. Mi spiace solo che siate colleghi di lavoro perché non vorrei che lei sia esposto ad altri ricatti morali da parte di questa fanciulla che, oltre a farla ritornare sui propri passi (non lo faccia assolutamente), potrebbero renderle almeno per un po' complicata la vita professionale e meno serena la vita personale. Tenga duro, resista sulla sua posizione, questa non è una compagna con la quale stare bene. Questo appartiene alla categoria dei rapporti disfunzionali. Un abbraccio.
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    • Avatar di Gea

      Gea 8 anni fa (23 Marzo 2017 18:16)

      Le minacce di suicidio sono una delle manipolazioni peggiori... in un periodo in cui il mio (ormai ex) compagno aveva probabilmente colto segnali di una mia possibile fuga per esasperazione, mi diceva che prima o poi avrebbe fatto come un ragazzo (suo ex collega straniero) che si era suicidato (terzo tentativo purtroppo riuscito)... Pur sentendo che era un'ignobile balla (e un giorno glielo dissi pure, invitandolo ad avere rispetto di quel povero cristo che si era ammazzato davvero), ciononostante la minaccia mi riempiva di un'angoscia tremenda... Non lo auguro a nessuno.
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    • Avatar di Lorenzo

      Lorenzo 8 anni fa (23 Marzo 2017 18:21)

      Grazie Ilaria per queste parole, mi danno un po' di incoraggiamento :) E' stato un anno molto complicato da questo punto di vista, non riesco nemmeno a contare tutte le volte che si e' arrivati a un quasi punto di rottura per sciocchezze. Nessuno si e' mai permesso di sindacare quando ci si e' dovuti confrontare con il problema al seno, era giusto che si fosse spaventati senza aver bisogno di un motivo (anche se mi e' stato detto che 'accompagnarmi alle visite in ospedale non vuol dire essermi stata vicino', quando mi sono informato io in prima persona per prendere il contatto di un medico e gestire delle scartoffie). Purtroppo non sono disposto a sacrificare la mia vita e metterla al servizio totale di un'altra persona, ho combattuto molto per crearmela. Ma non credo nemmeno che per questo motivo una debba sentirsi in diritto di mettere in discussione il mio impegno totale nella relazione (successo anche questo), come se (dopo quello che abbiamo passato) la bilancia potesse pendere da una parte piuttosto che dall'altra. Insomma, di carne al fuoco ce n'e' molta...di nuovo, spero solo che questo 'shock' possa essere fonte di ispirazione per rimettere un po' di ordine (per lei). Ora, e' brutto dirlo, io vivo la cosa come una liberazione, sono pochi i momenti in cui mi struggo. Ho solo il timore che in un futuro prossimo, tutta questa complessità' dell'ultimo anno cominci a farsi sentire. Lei crede che dovrei parlarne con qualcuno? Grazie ancora
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 8 anni fa (23 Marzo 2017 22:18)

      Non vi sono buone ragioni per pensare di stare male in futuro, soprattutto se ci si è liberati di un peso (capisco perfettamente la sua sensazione di liberazione). Si dedichi a se stesso, faccia cose divertenti che la motivano e la coinvolgano (sia al lavoro, sia nel tempo libero), dorma, mangi in modo corretto, faccia attività fisica. Torni a una vita normale e senza alti e bassi emotivi, si fidi di se stesso e della sua capacità di ripresa. E se proprio vuole legga questo blog.
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    • Avatar di Lorenzo

      Lorenzo 8 anni fa (14 Aprile 2017 18:53)

      Grazie Ilaria, sto cercando di concentrarmi sul lavoro il più' possibile, ma non e' facile...questa ragazza mi scrive ogni tanto frasi sdolcinate (tipo 'io ti amo, prego con tutta me stessa che ritornerai come se non fosse successo niente' ) che pero' ovviamente un po' di effetto su di me lo hanno. In queste ultime settimane ho scritto molti pensieri nero su bianco per riordinare le idee. Volevo approfittare nuovamente della sua gentilezza per sapere se mandare una lettera a questa ragazza, in cui ammetto di essere logoro dopo un anno difficile e il perche', potrebbe essere un utile momento di chiusura o un vano esercizio di narcisismo da parte mia. Sono onestamente un po' dibattuto: da una parte vorrei mandarla per evitare di continuare a ignorare i messaggi di questa ragazza (non vorrei rispondere banalmente 'smettila di cercarmi per favore') e ripercorrere in modo lucido l'ultimo anno di relazione, sperando che sia anche a lei di beneficio, all'altra non vorrei in realta' assestare quel colpo di grazia (la lettera e' molto dura), mi sembrerebbe di entrare e uscire dalla sua vita a mio piacimento. Che ne pensa? Grazie ancora
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 8 anni fa (14 Aprile 2017 20:55)

      Penso che debba bloccarla e dimenticarla.
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    • Avatar di max

      max 8 anni fa (14 Aprile 2017 22:28)

      Lorenzo, personalmente credo che una lettera lunga, seppur con spiegazioni ed addio finale, in questo frangente non faccia altro che dare adito all' altra persona di analizzare punto per punto e cercare spunti per continuare il legame, e sguazzare nella palude della sofferenza come in un loop col risultato che ti si attacca sentimentalmente ancora di più...se devi chiudere fallo al limite con poche parole, l'essenziale...e sii intransigente sul non vedersi e non sentirsi più, per il tuo e per il suo proseguo della vita
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  3. Avatar di Vittoria

    Vittoria 5 anni fa (14 Giugno 2019 18:37)

    Bellissimi questi articoli sull'essere strega, Ilaria! Io a volte sono strega con me stessa e con le persone più vicine a me. È la mia debolezza che mi fa comportare così, ma sono decisa a cambiare questo aspetto. Sono strega con me stessa perché non mi sento mai abbastanza, all'altezza, adeguata, a partire dall'aspetto fisico, fino al mio modo di essere, di parlare o semplicemente muovermi. Sono strega con i miei cari perché in qualche modo li coinvolgo in questa mia ansia di miglioramento verso non si sa quale standard e anche perché cerco di attirare la loro attenzione in questo modo. Inoltre oscillo tra una mia estrema svalutazione e un'estrema svalutazione degli altri, con me come giudice. Sicuramente devo partire dall'essere più comprensiva e lucida nei miei stessi confronti, per poi esserlo con gli altri e in modo autentico. Sono fiduciosa!
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