Tu non puoi fare felice nessuno

feliceE’ proprio così: tu non puoi fare felice proprio nessuno. Te lo dico chiaro e tondo, anche se questa affermazione ti fa soffrire, ti innervosisce e ti fa sentire un po’ inadeguato/a.

Cioè: tu non puoi fare felice proprio nessuno, tranne te, ovviamente. Ma questo già lo sai vero? Cioè lo sai che tu puoi fare felice te stesso/a?

Sai anche che nessuno può farti felice, vero?

Nessuno può darti una risorsa personale e interiore che tu non hai.

Ma quella stessa risorsa, tu puoi trovarla da te, custodirla e mantenerla

E poi di sicuro puoi star bene con molte persone, contribuire a creare emozioni positive con e per gli altri, dare amore autentico e genuino.

Tutte queste cose le fai al meglio nel momento in cui sai fare davvero felice te stesso o te stessa.

Se non sai fare felice te stesso o te stessa, invece, è davvero dura che tu riesca ad ottenere risultati pieni e appaganti con gli altri.

Credo che tutto questo tu lo sappia già molto bene.

Nei miei percorsi per trovare la persona giusta, nel mio lavoro individuale con coloro che vogliono essere felici e conquistare la persona che amano, insisto molto su questo tema e lo faccio anche  qui sul blog, molto spesso e con molta convinzione.

Ok, va bene, tutto chiaro.

E infatti oggi non voglio parlare del fatto che solo tu puoi darti la felicità e nemmeno del fatto che la tua felicità è totalmente in tuo potere.

Oggi voglio parlarti del fatto che tu non puoi fare felice nessuno: non puoi fare felici i tuoi genitori – se loro non sono felici autonomamente – nemmeno se prendi dodici lauree con il massimo dei voti, uno stipendio mensile con due cifre prima del punto e nemmeno se fai dodici nipotini tutti belli, bravi e intelligenti. Non puoi rendere felice la tua amica musona anche se ti rendi disponibile per il té alle due di notte e per il suo sfogo di pianto la domenica mattina alle 7. Non puoi fare felici nemmeno i tuoi figli… (è proprio così, sai?).

E non puoi rendere felice il tuo partner nemmeno se cucini il suo piatto preferito tutti i giorni, lo porti nei ristoranti migliori e gli fai fare tre volte il giro del mondo con un jet privato.

Lo sai questo? Ne sei consapevole?

Fare felice un altro ed essere felici per se stessi

Sai cosa? Io credo che ci siano due miti legati all’amore, ai sentimenti e alla vita di coppia, due miti che sono tra le peggiori invenzioni degli essere umani.

Il primo mito è che si abbia un diritto totale e assoluto che il partner ci faccia felici. Di questo parliamo spesso, anche qui, come dicevo sopra, e, oggi, questo mito, lo nomino sola mente per “dovere di cronaca”. Il secondo mito – che è il fratello gemello del primo, il suo specchio – è che si abbia il dovere di fare felice il proprio partner.

Aggiungo una mia considerazione, basata sulla mia esperienza con i miei clienti di coaching e sugli incontri che faccio nella mia vita quotidiana: il secondo mito (“devo fare felice il mio partner”) appartiene soprattutto (anche se non esclusivamente) agli uomini.

Sono gli uomini in particolare che sono convinti che il loro amore si debba esprimere facendosi in quattro per fare felice la donna che è al loro fianco.

E il mondo è pieno di uomini che sono arrivati molto vicino a rovinarsi la vita perché ci tenevano (o ci tengono) a far felice la loro compagna sopra ogni cosa.

E anche di donne che hanno avuto o hanno la pretesa di rendere felice l’uomo che hanno accanto, magari subendo da lui ogni sorta di umiliazioni o volendo a tutti i costi che lui cambi (per il suo bene, ovvio).

Comunque, che tu sia uomo o donna, fermati un attimo a pensare bene: tu non devi far felice nessuno. Tu non puoi far felice nessuno.

So che queste sono affermazioni forti. Potrebbero essere provocatorie, ma non è mia intenzione provocarti solo per il gusto di farlo.

Semmai quello che mi interessa è farti vedere la realtà, quella sui sentimenti, le relazioni e la relazione di coppia da un’angolatura diversa, più utile per te, di modo che tu viva l’amore in modo più vero, più sereno e metta al bando la sofferenza.

Sì, perché dietro a questi “terribili miti” legati alla propria felicità e a quella dell’altro ci sono sentieri, strade e anche autostrade che portano inevitabilmente alla sofferenza.

Una videoconferenza gratuita, divertente piena e di contenuto. Ti apre gli occhi sugli errori da evitare e gli atteggiamenti giusti da assumere per costruire una bella relazione con l’uomo che desideri.

E sulla sofferenza non si costruiscono relazioni vere e sincere.

E’ a questo che pensavo, ancora una volta, in questi ultimi giorni mentre stavo lavorando ad alcune parti del percorso dedicato alla scoperta dell’attrazione autentica che presto sarà online.

Amore e sofferenza non possono stare insieme…

Nel percorso che sto ultimando approfondirò ulteriormente i principi di cui sto parlando qui, uno su tutti quello per cui sei tu il centro della tua vita e nel momento in cui prendi coscienza davvero di questo tuo essere al centro, tutto accade come se il mondo girasse attorno a te. Nel modo più autentico e più positivo possibile.

Ora torniamo al punto centrale dell’articolo: tu non puoi rendere felice nessuno.

Il fatto che tu desideri rendere felice qualcuno in realtà sai che genere di bisogno rivela? Rivela il tuo bisogno di amore, il tuo bisogno di sentirti importante, forse addirittura indispensabile nei confronti dell’altra persona.

Quando la tua priorità assoluta diventa fare felice l’altro/a e non te stesso/a tu stai cercando una sorta di garanzia per l’amore che vorresti ricevere, per l’importanza che vorresti avere davanti a lui e davanti a lei.

E, come spesso accade in certe situazioni emotivamente intricate, si arriva al paradosso: cioè si ottiene il contrario di ci che si desidera: se tu ti impegni troppo a fare felice qualcuno che felice non è (e che non sarà felice finché non si occuperà della propria felicità in prima persona), consumi tutte le tue energie.

Come amare ed essere amati

Alla fine arriverai a vivere come in una sorta di credito non misurabile nei suoi confronti.

Questo ti allontana dall’amare e dall’essere amato, anche se tu ti stai dando da fare proprio per quello.

Probabilmente adesso ti senti un po’ confuso/a rispetto a quello che ti ho detto e ti stai chiedendo se io ti spingo a non amare gli altri.

Soprattutto ti stai chiedendo come puoi dimostrare il tuo amore a chi ti è vicino e alle persone alle quali vuoi veramente bene.

Ebbene, tu non puoi fare felice nessuno, in quanto ciascuno è felice e può essere felice in modo qualcuno, di sicuro puoi contribuire alla felicità di chi ami e ti ama e puoi condividere con lui la tua felicità e la sua.

Semplicemente amando.

Ti stai chiedendo se è possibile amare senza volere per forza rendere felice l’altro?

Sì, è possibile.

Amare è innanzittutto esserci, essere presente.

Se tu sei presente, così come sei; se tu, semplicemente vivi la tua vita accanto a chi ami, già gli stai dando una forma altissima di amore.

Ne riparleremo.

Prenditi la libertà di condividere questo articolo su Facebook o su altri social (i pulsanti per farlo sono qui sotto).

Lasciami i tuoi i commenti e sentiti libero/adi farmi tutte domande che vuoi.

Cordialmente

Ilaria

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172 Commenti

  1. Avatar di Bice

    Bice 13 anni fa (18 Novembre 2011 22:35)

    Allora, Ilaria... sono molto contenta di quanto scrivi. No, io non ho mai sentito il dovere di fare felice nessuno e quando ho cercato di cambiare un uomo l'ho fatto sperando che poi facesse felice me! (errore!) Ma mi è capitato molto spesso, direi sempre, di avere la sensazione che gli altri mi chiedessero di vivere per farli felici. Io ho costantemente la sensazione che mi si chieda troppo. Ok, mia madre mi ha sempre chiesto troppo... quindi forse mi porto dietro questo timore. Ma è un dato di fatto che mi sono sempre innamorata di uomini che, come lei, mi chiedevano troppo. Soprattutto di essere così o cosà, come volevano loro, a seconda dei gusti del momento: sportiva, femminile, capace di cucinare, disponibile, pronta ad elogiarli/seguirli/stimolarli/perdonarli/ascoltarli/capirli/dar loro ragione sempre e comunque. Molti uomini mi hanno chiesto di fare loro da mamma, di farmi andare bene situazioni assurde (e di non essere musona), di essere in forma (anche quando loro non lo erano affatto), di dare loro l'esclusiva quando loro non me la davano... Tutto per la loro sicurezza e per la gioia dei loro occhi... per la loro felicità, che a quanto pare è fatta di una donna pronta all'uso, bella e disponibile. Al di là del fatto che mi sono sempre sentita offesa perché credo di essere molto molto molto di più, di avere una bella testa, una certa intelligenza e sensibilità e altre doti molto meno banali... Penso davvero che questi uomini siano come dei bambini piccoli, incapaci di gestirsi e stare in piedi da soli... peggio: capricciosi, paurosi e attaccati alle gonnelle femminili. Uomini con la paura di invecchiare, uomini sempre in competizione con gli altri (quindi possessivi, gelosi, insicuri...) e profondamente egoisti, perché troppo bisognosi di tutto. Assolutamenti incapaci di vivere felicemente e quindi sempre in cerca di una nuova donna, di un nuovo sguardo femminile, perché la minima disattenzione li rende profondamente infelici. Al diavolo!!! E io? Anche io mi aspetto che chi si relaziona con me mi procuri gioia e non certo sofferenza. Però non sono mai stata il tipo di persona che chiedeva agli uomini di essere continuamente rassicurata sul proprio aspetto fisico (anzi, al contrario di tante mie amiche, io non sono mai stata assetata di complimenti) né che fossero al mio completo servizio. Negli anni poi sono diventata molto autonoma su tutto e credo di sapermi dare ciò di cui ho bisogno. In particolare la serenità. E forse anche l'amore. Quando un uomo mi rende infelice e mi pesa troppo, io non sto nemmeno lì a chiederle più di tanto. Dico come mi sento, faccio le mie valutazioni e perlopiù me ne vado. Perché non credo che si possa ottenere chiedendo certe cose che non vengono spontanee (vedersi di più, avere l'esclusiva, entrare in intimità maggiore...). Io forse ho il problema di chiedere persino troppo poco, come ogni tanto qualcuno mi dice... Eppure è davvero un problema? Forse no, se siamo d'accordo che la felicità non va chiesta agli altri. Se è così, allora quando si è infelici la cosa giusta da fare è provvedere a sé stessi, anche se questo può comportare scelte difficili e inversioni di rotta. Ovvio che non sto parlando di piccole incomprensioni e aggiustamenti... Ma, di nuovo, vedo le mie amiche lamentarsi in continuazione (con me e coi compagni) perché non c'è dialogo, non si sentono rispettate, vengono offese, usate, manipolate... e tutto quello che fanno è continuare a restare in certe relazioni cercando di cambiare questi uomini. Qualcuna lo fa donando ancora più amore, cercando di appagare il tiranno... Qualcun altra è da anni nella stessa situazione e aspetta "che passi..." E tutte loro si aspettano la felicità dagli altri mentre si prodigano per sopportare certi uomini andando loro incontro nella speranza che siano finalmente felici e arrivi o torni l'armonia perduta. Insomma, saranno anche gli uomini - come scrivi - a sentire di più la responsabilità della felicità altrui, ma a me pare che molto molto spesso noi donne pensiamo che la soluzione ai problemi con gli uomini sia amarli di più e dimostrare loro che noi (e solo noi, noi più di altre) possiamo farli felici! Beh, io ho dovuto badare a me stessa... che imparino anche loro prima di accostarsi a me. Non sono al mondo per risolvere la vita di nessuno, io! L'ho detto ieri sera alla mia amica, l'ho detto martedì all'altra... lo dico continuamente. Ed è uno dei motivi per cui mi sento dire che io non so amare. Io invece penso che loro non amano sé stesse, mentre io, forse, sto imparando a farlo.
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  2. Avatar di ELEONORA

    ELEONORA 13 anni fa (18 Novembre 2011 23:15)

    Vero.e BICE nel suo "egoismo"x certi versi fa bene!! quanto a me...molti anni fa delegavo la mia felicità a pensieri del tipo:quando sarò così,quando avrò un fisico da ballerina,quando avrò qualcuno da amare,ALLORA,sarò felice! SCIOCCHEZZE COLOSSALI. era solo adolescenza in corso,cambiamento repentino di un fisico che detestavo tanto era trasformato,intimo malessere interiore...poi...queste sciocchezze son sparite di colpo diventando a15anni ADULTA. ho capito che la felicità vera parte da NOI e che x trovarla occorre ribaltare completamente se stessi...son riuscita negli anni in tutto persino a vivere senza amore altrui.proprio perchè occorre anzitutto amore x se stessi,prima di...
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  3. Avatar di rosita

    rosita 13 anni fa (19 Novembre 2011 7:56)

    @Ilaria, l'articolo di questa settimana è personalmente una doccia fredda, mettere in faccia come stanno le cose, per cui tutto quello che pensavo e penso prima di interagire in questo blog, le mie convinzioni sono tutte sbagliate...Figurati se io pensavo che posso fare felice solo me stessa? Lui al centro del mio mondo, mi faccio in quattro per lui, mi svuoto di tutte le energie e percorro l'autostrada della sofferenza....conclusione io ho sempre sbagliato ad amare me stessa e gli altri....adesso mi trovo a dover buttare giù tutte le mie convinzioni legate a questo articolo come fossero dei birilli e ad acquisire concetti nuovi, agire e comportarmi in modo completamente diverso, sai benissimo che non è facile perchè stiamo parlando di cose radicate da una vita che bisogna cambiare....procedo a piccoli passi, leggerò questo articolo all'infinito, cercando di assimilare il più possibile, di consiederare la realtà dalla tua angolatura.....
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  4. Avatar di Annamaria

    Annamaria 13 anni fa (19 Novembre 2011 10:56)

    @KRIS dici : " Con una donna STAREI una vita , con un altra DAREI la vita .." cos'e' che ti fa' fare questa differenza ?? scusami la curiosita'.. ma sarebbe per me interessante capire questa visione soprattutto maschile... (mi e' capitato di conoscere un uomo che ha fatto la stessa distinzione )... Annamaria
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  5. Avatar di silvia

    silvia 13 anni fa (19 Novembre 2011 16:00)

    "....sei tu il centro della tua vita e nel momento in cui prendi coscienza davvero di questo tuo essere al centro, tutto accade come se il mondo girasse attorno a te. Nel modo più autentico e più positivo possibile". Come si fa/si può prendere coscienza del tuo essere al centro della tua vita??
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  6. Avatar di Vanesia

    Vanesia 13 anni fa (19 Novembre 2011 16:35)

    @Silvia:semplicemente con la consapevolezza. non c'è un metodo, la risposta è nella domanda: "come si fa a prendere coscienza del tuo essere al centro della tua vita?" Prendendo coscienza....prendi ogni singolo evento della tua vita, denudalo di ogni cosa superflua e individua quello che è conseguenza delle tue scelte e dei tuoi desideri...stai attenta a cio' che hai fatto, che pensato e che detto...non puoi immaginare quanto abbia inciso sino ad oggi nella tua vita. @Ilaria: grazie; io sono una di quelle persone che pensano che l'amore consista nel rendere felici gli altri. grazie per questo articolo.
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  7. Avatar di Bice

    Bice 13 anni fa (19 Novembre 2011 17:11)

    10 anni fa, in questo periodo, ho cominciato a tradire l'uomo con cui stavo da quasi 7 anni. Non lo avevo mai amato, era una storia di comodo per non stare sola dopo la prima grande delusione della mia vita. Dopo qualche mese ho preso la mia decisione e l'ho lasciato per l'amante. Non sono orgogliosa di questo periodo, perché non trovo giusto mentire, ma ho poi scoperto che anche l'uomo con cui stavo aveva cercato di tradirmi... insomma, in realtà la cosa non funzionava per entrambi. E poi quello è stato il momento della mia vita in cui mi sono risvegliata da anni in cui mi ero rassegnata ad un amore tiepido (era più affetto fraterno), pur di non stare sola né rischiare mettendomi con qualcuno per cui provassi forti sentimenti. A 28 anni ho deciso quindi di meritarmi di più... ho lasciato un uomo per un altro, ma mi sono ritrovata con un uomo distante, che mi ha più volte ingannata e anche tradita. La cosa è durata comunque un paio di anni prima che trovassi la forza di lasciarlo e questa volta senza avere l'uomo di scorta. In questi 10 anni mi sono innamorata (che è diverso da amare) molte volte... una decina. A parte uno, erano tutti uomini non disponibili, in crisi, lontani, narcisisti. Erano tutte storie impossibili nelle quali ho sprecato molte energie e sofferto moltissimo. Ci ho messo molto tempo a capire che replicavo sempre quel copione. Mi dicevo che ero sfortunata e davo la colpa agli altri. Le amiche sostenevano questa tesi. Poi un giorno, Rosita, ho incrociato un libro (il primo dei tanti che ho letto)... il libro doveva servirmi a capire l'uomo di turno. Invece ci ho trovato me stessa. E' crollata l'immagine che avevo di me (ma non ancora tutte le convinzioni che avevo sull'amore) e mi sono ritrovata senza sapere chi ero. Mi ero costruita un'immagine in cui credevo e nella quale credevano anche molti altri. In pochi avevano provato a farmi intravedere un'altra me. Sempre gli era costato la mia amicizia. Lo avevano fatto con rabbia, feriti. E io non li avevo ascoltati. Ora le loro parole mi vengono in mente una ad una... Il mio risveglio è cominciato 2 anni e mezzo fa. Non volevo essere la donna che finalmente vedevo, la detestavo. Ho cominciato a cambiare i miei comportamenti. Ma erano cambiamenti solo superficiali, perché niente era davvero cambiato dentro di me, nel modo in cui io percepivo la realtà. Poi ho letto il libro che tu stai leggendo ora e ho capito che c'erano delle resistenze, che c'erano modi di interpretare la realtà molto radicati in me. E ho cominciato a lavorare su quello. Il tutto mentre vivevo relazioni che continuavano a mettermi di fronte il non amore (o l'amore intermittente e ambiguo) altrui. Il che non mi ha certo agevolato nel crescere in autostima. In compenso ho capito sempre meglio il copione di cui ero vittima. Ricordo un libro in cui veniva proposto questo esercizio: concentrati sul genitore con cui hai avuto il rapporto più tormentato e scrivi tutti i motivi per cui ti ha fatto soffrire, cominciando dall'infanzia. Io pensai a mia madre e scrissi: si dimenticava di venirmi a prendere a scuola, non ero mai abbastanza (bella, brava), non ero femminile, mi toglieva la parola quando la facevo arrabbiare, mi correggeva, mi portava continuamente esempi di ragazze migliori e mi metteva in competizione con tutte, non mi faceva mai un gesto affettuoso, un complimento, mi chiedeva troppo e la dovevo sostenere nelle sue ansie, paure e difficoltà mentre lei non era mai comprensiva con me, mi spiava e mi controllava, mi aveva dato un sacco di regole, mi diceva sempre che sbagliavo e mi considerava sempre incapace di qualunque cosa, dal guidare allo sport al vivere da sola. Questa è stata mia madre. Poi l'esercizio continuava: ora pensa all'uomo che più ti ha fatto soffire e scrivi le sue caratteristiche e i motivi per cui ti ha creato dolore. Io scrissi: si dimenticava di me per giorni ma quando aveva bisogno lui mi chiedeva completa disponibilità, mi ha tradito, mi parlava sempre di amiche, elogiandole, con le quali ho poi scoperto che mi tradiva, mi criticava, mi voleva sempre femminile e seducente, era freddo e distante... Continuo? Poi, diceva l'esercizio, confronta le liste. Che shock... Ecco da dove veniva il mio copione!!!
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  8. Avatar di Bice

    Bice 13 anni fa (19 Novembre 2011 17:11)

    Mi sono odiata per il male che mi sono fatta da sola con scelte masochistiche. Ho odiato anche mia madre, che già avevo tante volte odiato. Mi sono sentita condannata ad un girone infernale di sofferenze sempre uguali. Anche perché, lasciato l'uomo che più mi ha fatto soffrire in vita mia, qualche mese dopo sono incappata in uno meno falso (almeno con me), ma che in sostanza, dopo le prime settimane di estasi, aveva cominciato di nuovo con lo stesso atteggiamento. Mi innamoro di persone così e per ora tutto quello che posso fare è lasciarle appena me ne accorgo... e aspettare che passi l'innamoramento. Intanto ho capito molte cose di me, ne ho preso atto, ci ho riso su, le ho confessate a me stessa e agli altri... ho capito cosa è buono e utile e cosa no. E ho cercato il modo di migliorarmi lavorando nel profondo di me (anche accettandomi o almeno provandoci) e non più a livello di comportamenti superficiali. Perché credo che, se si lavora bene nel profondo, il resto cambia da sé e senza sforzo. Un po' sono migliorata e sto meglio, vivo meglio. Anzi, forse, se penso a 10 anni fa, molto più di un po'. Eppure so benissimo di non essere ancora, affatto, pronta per una relazione vera e profonda con qualcuno. Penso che basterebbe pochissimo per ricadere in vecchi comportamenti. Sono migliorata molto nei rapporti meno intimi, ma in quelli che mi toccano di più, come quello con mia madre, ho fatto pochi progressi. Non ti voglio certo scoraggiare, Rosita, anzi. Una volta compiuta la rivoluzione interiore ed essersi messi al centro, le cose cominciano a cambiare. Ma è un processo che, per la mia esperienza, è molto lento e lungo. E spesso mi chiedo quanto posso davvero cambiare. Di sicuro devo stare lontana da certe persone e influenze negative, che rallentano il processo. A volte mi dico anche che se incontrassi un uomo diverso, forse quella sarebbe per me la svolta decisiva per vivere una relazione fuori dal solito copione. Ma non posso delegare tutta la responsabilità fuori da me. E poi, per potermi innamorare di un uomo diverso, devo essere diversa io. E non so quando e se questo succederà. Però, dovesse non succedere mai, mi sta bene stare sola piuttosto che in certe relazioni. Davvero, oggi ho finalmente la forza e l'autostima necessarie per poter pensare di vivere tutta la vita da sola ed essere anche felice. Certo, probabilmente mi perdo qualcosa e non me lo auguro, ma, se non dovessi riuscire a cambiare abbastanza, di una cosa sono sicura: che mai più in vita mia vivrò infelicità sentimentali come quelle vissute in passato. E mai più delegherò la mia felicità agli altri. E' solo affare mio, per fortuna... è nelle mie mani. Dunque, in fondo, il grande problema esistenziale di ciascuno di noi - la felicità - per me è una questione risolta! Dipende da me, potrò anche cadere ogni tanto, mi potranno capitare le peggiori disgrazie ma io avrò sempre e comunque me stessa e la mia forza. Me la sento davvero, sono davvero orgogliosa di me. Ciao e buon w-e!
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  9. Avatar di rosita

    rosita 13 anni fa (19 Novembre 2011 19:01)

    @ Bice so benissimo che non vuoi scoraggiarmi, abbiamo molto in comune, leggendo i tuoi post, il cammino che ho deciso d'intraprendere lo so che è lungo e richiede da parte mia impegno costante e attivo, non basta leggere il libro per dire è fatta, anzi ho rimandato la lettura all'inizio della settimana prossima, quando avrò di nuovo recuperato i mei spazi, è venuta a trovarmi mia sorella che non vedevo da tre mesi, a lei non ho più confidato nulla di me da diverso tempo. Ho timore di trovarmi al punto di partenza, che è solo fumo e niente arrosto, ma poi mi chiedo che cosa ho da perdere? Perchè condannarmi a vivere così, mi dico provo e alla fine ho tutto da guadagnare, tu hai già acquisito autostima, amore per te stessa che a me vacilla ogni tanto....buon fine settimana anche a te
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  10. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 13 anni fa (19 Novembre 2011 19:25)

    @ Bice, come sempre leggo attentamente tutti i commenti, sempre. Anche quando non intervengo. Ebbene, è da un po' di tuoi commenti che percepisco una sorta di amarezza (si tratta di una mia percezione, ripeto), ma, soprattutto, un continuo rivolgersi verso l'esterno (gli ex, le amiche, i loro compagni, la mamma). Tu dici molte cose e importanti. In questo momento (e già a partire da tuoi commenti precedenti) mi viene da lanciarti una provocazione alla quale già tu accenni: io credo che ti possa essere molto utile alzare (o modificare) i tuoi standard rispetto alle persone che frequenti. Gli uomini e le donne non sono tutti come certi tuoi ex o come certe tue amiche. Davvero, per te cambiare amicizie e anche modo di relazionarti alle persone (ad esempio non entrare in certi argomenti con chi sai già ha determinate visioni del mondo e dei sentimenti) potrebbe essere un ulterirore, grande passo avanti.
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  11. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 13 anni fa (19 Novembre 2011 19:25)

    @ Eleonora: ti ho alzato un pollice :)
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  12. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 13 anni fa (19 Novembre 2011 19:32)

    @ Rosita: accidenti una doccia fredda in una giornata come questa non è che sia proprio il massimo :) :). Non ci sono convinzioni sbagliate e nemmeno giuste: ci sono quelle utili e quelle meno utili (o improduttive). E quello che scrivo io non è la verità assoluta: viene dalla mia esperienza personale e dal mio confronto con le persone, quello che ho attraverso il mio lavoro e attraverso tutto quello che "gira intorno" al mio lavoro. Di sicuro mi viene da dire che se tu hai percepito una doccia fredda, beh, evidentemente ho toccato una corda importante e tu hai trovato risonanza (ricorda, sei tu la misura di quello che è bene o male per te). Per il resto, io in te percepisco una formidabile energia, che sarebbe molto utile tu cominciassi a riconoscerti, in modo da mettere a tacere quella paura "preventiva" del fallimento che hai. Che, mi pare di intuire, è ormai l'unica cosa che, per ora, ti impedisce di espanderti al 100 per 100.
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  13. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 13 anni fa (19 Novembre 2011 19:33)

    @ Annamaria: mi sa che il tuo commento era destinato all'articolo precedente... :)
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  14. Avatar di rosita

    rosita 13 anni fa (19 Novembre 2011 20:41)

    @Ilaria ben ritrovata, quello che tu scrivi, ma soprattutto questo articolo maggiormente non è passato inosservato, per cui mi fermo e comincio a pensare, a prendere in considerazione non solo quello che per me erano le mie convinzioni (improduttive), ma altre che realmente mi aiutano a capire e a vedere le cose da un'altra angolatura, più che paura del fallimento, è l'insicurezza che predomina, io mi sono sentita inferiore per cui ogni volta cerco dimostrare prima a me stessa e poi agli altri che io valgo....aver subito le violenze fisiche e verbali da parte di mio padre mi ha portato a credere che forse non sono stata una buona figlia, per cui il problema ero io, poi con il tempo ho riconosciuto che mio padre ha un problema non io, la mia insicurezza è ritornata quando dopo la mia prima volta lui è scappato, allora mi sono detta forse non l'avrò soddisfatta a letto, forse ero brutta, forse ero troppa vecchia, tanti sensi di colpa, per poi capire attraverso le tue parole e le altre persone del blog, che questa insicurezza è fuori luogo... ogni volta che faccio qualcosa penso la faccio per me stessa o per gli altri? fare le cose che mi fanno stare bene è la mia nuova priorità....
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  15. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 13 anni fa (19 Novembre 2011 20:05)

    @ Silvia: per prendere coscienza del tuo essere al centro della tua vita ti metti al centro della tua vita e agisci e ti regoli come la sovrana assoluta della tua esistenza. Decidi in base a quello che vuoi TU, a quello che piace a TE, a quello che fa star bene ed è utile a TE. La domanda da porti, in ogni azione che fai è: quello che sto facendo lo faccio per ME o per qualcun altro. Per esempio: i tuoi amici ti invitano a mangiare al giapponese: tu ci vai perché è la cosa che desideri per TE o perché temi di dire di no, di essere tagliata fuori o di essere giudicata? O, altro esempio: studi e lavori per te o perché: così si deve fare e/o vuoi compiacere qualcuno?
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  16. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 13 anni fa (19 Novembre 2011 20:07)

    @ Vanesia: grazie a te. Mi fa piacere esserti stata utile :) :) .
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  17. Avatar di ELEONORA

    ELEONORA 13 anni fa (19 Novembre 2011 20:42)

    ...grazie,ILARIA...RICAMBIO VOLENTIERI!!! :))))) SON FELICISSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSIMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!! PC NUOVO PORTATILE DA 17'' scelto personalmente dal mio capo nr3... invito a cena in un posticino romantico...senza dopocena...giusto per iniziare a frequentarsi seriamente:vuole gli conceda un'opportunità x dimostrarmi che è diverso dai soliti...NOTI.:)))SON CURIOSAAAAA!!
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  18. Avatar di Bice

    Bice 13 anni fa (19 Novembre 2011 21:02)

    @ Ilaria: ciao, sì hai ragione. L'amarezza la sento anche io nelle mie giornate... al punto che a volte non mi riconosco. Non sono sorridente come qualche mese fa. Ed è vero che mi danno molto da fare certe influenze negative che col ritorno dalle ferie sono ricomparse via via nella mia vita. Un uomo che si è fatto risentire e mi ha ricordato il passato, altri ex di cui mi giunge notizia perché saliti alla ribalta delle cronache locali con le loro vicissitudini sentimentali... le amiche che mi chiedono di passare insieme le serate (due questa settimana) per dirmi sempre le stesse cose... mia madre che mi ha chiamato per raccontarmi di come è stata male fisicamente negli ultimi giorni, lamentandosi con la voce da moribonda (è stata male davvero, ma sta male da anni e io credo sia un problema psicologico e lo pensa anche più di un medico, ma lei, naturalmente, non lo crede né fa nulla, come non ha mai fatto nulla, per dare un senso alla sua vita e migliorarla... pesa solo sugli altri)... Pensa, ieri invece ho sentito mio padre che ha chiesto a me come stavo e non mi ha accennato a lei (vivono insieme)... e io non ho detto a mio padre del mio malessere per non preoccuparlo (e lo so che esagero in questa mia autarchia, ma come si fa...). Insomma, è vero, per lo più sono circondata da persone negative, che danno la colpa agli altri, che si sfogano con me e che mi dicono anche cose come "fortuna che ci sei tu" (le mie amiche). E io ho anche cercato di evitarle queste amiche. Una non la vedevo da quasi due mesi, l'altra è una collega e cerco di limitare i pranzi di lavoro perché non ne posso più delle sue lagne. Non solo questa gente non fa che lamentarsi, ma ha una visione del mondo negativa e le colpe son tutte degli altri, che "sono tutti così"... per cui inutile canbiare uomo! Non è facile a volte tenere a bada il senso di colpa ignorandole, ma cerco di farlo sempre più spesso. Ho dato loro libri da leggere, ho dato consigli, abbiamo parlato per ore ma da anni non cambia nulla. E per di più mettono dubbi sulla mia strada. Io mi devo concentrare su me stessa, senza essere scoraggiata o frenata né da amiche che si sono rassegnate, né da una madre che non sa dare, tantomeno da bambocci mai cresciuti. Non sono al mondo per ascoltare le lagne altrui e per tamponare le falle nella vita di chi non fa nulla per aiutarsi... e gli è tutto dovuto. Sono come zavorre per me. Me ne rendo ben conto. Purtroppo quella è la madre che ho. Fortuna che vivo per conto mio. Quanto alle amiche, ne ho anche altre meno negative e più mondane (non ripiegate su se stesse, chiuse in casa a rimuginare)... e ultimamente le ho recuperate. Gli ex... li tengo alla larga e cerco di non pensarci. Ma alle volte tutto pare remare contro. Comunque, sì, Ilaria, terrò conto dei tuoi consigli. Sono consapevole di avere frequentato e frequentare persone che non tengono il mio passo. Sì, devo assolutamente cambiare. Non parlare di certi argomenti con quelle due amiche è impossibile, giuro. Non pensano ad altro... vivono in realtà molto piccole composte della sola famiglia e del lavoro (in un caso in famiglia) e non hanno altro in testa che i loro problemi di coppia, eventualmente quelli dei figli (per me una noia mortale) dei genitori o dei suoceri... comunque sempre e solo problemi e insoddisfazioni. A volte cambio discorso, ma si torna sempre lì. L'unica è davvero smollarle e con una in particolare ci provo da tempo. Certo, anche io mi sono sfogata con loro quindi si aspettano di poter fare altrettranto, ma quando i discorsi non sono costruttivi e non servono a nulla... davvero mi chiedo che senso abbia. E poi non sono una psicologa... e poi ho altro da fare che ascoltare 100 volte le stesse cose. E poi, che diavolo, che si arrangino se hanno deciso di non uscire dalla loro situazione! Non mi pare di doverci rimettere anche io con loro!!! Aggiungerò alla lista delle cose da tenere ben presente per la qualità della mia vita anche di non frequentare persone negative come le mie amiche. E lo stesso per gli uomini, sempre in cerca di conferme e attenzioni materne... sia quelli che vanno in giro come cuccioli bastonati sia quelli che se ne vanno in giro con la maschera da grandi uomini. E' vero, Ilaria, io stento a credere che ci siano uomini diversi, perché le mie esperienze passate e le mie attuali conoscenze mi sembrano tutte a quel livello. Sono così anche i compagni delle mie amiche... ed è così qualche collega di lavoro. Tanto che... davvero gli uomini non sono tutti così? Mi sa che ho bisogno di sentirtelo dire ancora... :-)
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  19. Avatar di occhiverdi

    occhiverdi 13 anni fa (19 Novembre 2011 23:23)

    @Bice se ti "negativizzi" anche tu è la fine!!! credimi quando mi prende male penso anche a te, al bel lavoro che hai fatto su te stessa,penso che sei stata brava, che avrai pure sofferto ma la tua sofferenza alla fine è stata costruttiva e sei riusciuta a guardare a te e al futuro con gli occhi di chi a ben chiaro cosa vuole! Adesso non lasciarti andare, reagisci, ritrovati, perchè hai le risorse per farlo. Quando penso a me, a quello che ho in questo momento della mia vita non sto bene, mi sento proprio sola:a furia di allontanare le persone che non mi fanno stare bene ho fatto il vuoto.Penso a me che non so mostrarmi agli altri per quello che sono veramente,che quando permetto a qualcuno di entrare nella vita,immancabilmente mi devasta emotivamente. Mi ritrovo sempre più spesso a pensare "possibile che la vita è tutta qui"?possibile che più dai meno ricevi?possibile che c'è chi sparisce dalla mia vita come se non fossi mai esistita? possibile che non lascio traccia nella vita degli altri, mentre gli altri mi mettono in crisi e non mi fanno andare avanti? c'è qualcosa che non torna...
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  20. Avatar di Patty

    Patty 13 anni fa (20 Novembre 2011 10:19)

    Ciao Ilaria, non ho mai commentato nulla sui tuoi articoli ma sappi che li ho sempre letti ed apprezzati. A volte addirittura attendo che sia domenica anche per leggere i tuoi "spunti di riflessione" :-) Io sono daccordo con te sul fatto che non si può star bene con qualcuno se non si sta bene con sè stessi...e questo è ben chiaro per me. Il problema maggiore per me è quello di non riuscire a concepire neanche lontanamente di poter stare bene nella vita senza l'appoggio degli altri e per appoggio io intendo, appunto, amicizia, amore, stima e apprezzamenti vari, devo sentirmi "utile" e non inutile...per paura di essere "sostituita".
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