Amore, passione e spazzatura: il principio base per la felicità sentimentale

amoreAmore: e chi non desidera amare  ed essere amato? Perfino i peggio stronzi, i perversi, i cattivi doc, anche se non desiderano amare, di sicuro desiderano essere amati. O, perlomeno, bramano sentirsi importanti, essere ammirati, essere riveriti: importanza, rispetto e timore sono per loro sostituti dell’amore. L’amore è uno dei più grandi e importanti bisogni dell’essere umano. Nel mio percorso I 7 Pilastri dell’Attrazione spiego con chiarezzza come appagare i propri bisogni sia la via maestra per costruire una relazione di successo e per tenere vivo e vitale il legame con il proprio partner.

Poiché siamo umani fra gli umani avere amore e dare amore significa essere a tutti gli effetti parte della comunità, essere parte del mondo, essere parte della vita. Significa, di fatto, avere una vita. Sapere amare, cercare amore e dare amore significa vivere una vita piena. Ecco perché chi non ama ha una vita a metà o a un quarto o ha una vita di facciata (come i molti stronzi di cui sopra che confondono l’ammirazione dell’apparenza e la prevaricazione con l’amore, giacché l’amore non sanno che cosa sia).

Ecco perché non si può pretendere amore se non si dà amore. Ecco perché non si può amare in modo selettivo: amo il mio partner, ma odio la stragrande maggioranza di tutti gli uomini; amo i miei figli e li proteggo costi quel che costi e magari non disdegno di suggerire loro di far del male agli altri bambini per invidia, gelosia o rivalità. O per “difendersi”. Una madre che ama “solo” i suoi figli non li ama affatto. Un uomo che ama “solo” la sua donna non ama. Una donna che ama “solo” il suo uomo non ama. I figli che amano “solo” i propri genitori, non amano. Inquietanti sono quelle coppie o quelle famiglie chiuse che circoscrivono e contengono l’amore “solo” all’interno degli stretti confini familiari: chi è dentro è dentro ed è degno d’amore, chi è fuori è fuori e non è degnato di amore e neanche di attenzione emotiva. Non si può vivere un vero amore di coppia se non si ama la vita.

"Non c’è passione nel vivere in piccolo, nel progettare una vita che è inferiore alla vita che potresti vivere. M.Williamson"

E, aggiungo, con grande sicurezza: non si possono amare gli altri e la vita se non si amano la natura, gli animali, le opere d’arte e tutto ciò che è frutto della creatività umana che ambisce al bello e al buono. E, ovviamente, l’amore non si limita al solo amore di coppia, sensuale e sessuale.

A questo punto penserai: “Ok Ilaria, bellissima predica, quasi commovente, ma a che mi serve sapere tutta questa teoria sull’importanza dell’amore e su quanto l’amore e l’entusiasmo per la vita siano un tutt’uno? Tutto bello, tutto profondo e filosofico, e, ti assicuro, che anch’io sono d’accordo e sottoscrivo dalla prima all’ultima parola. In ogni caso per quel che riguarda la mia vita sentimentale, che cosa me ne faccio della tua teoria, nella pratica? Cioè tutto questo discorsetto che cosa serve a me che passo da un uomo sbagliato all’altro, sono reduce da una bruttissima separazione e non trovo uno straccio d’uomo al quale dimostrare tutta la mia passione e la mia dolcezza, anche se so di avere tantissimo amore da dare?”

L’amore, la felicità e l’attrazione sono una scelta

Va bene, vengo al punto per via diretta: se vuoi l’amore, l’amore vero, quello di coppia fatto di autentica comprensione, di sesso fantastico e di fiducia totale e/o se vuoi l’amore degli altri in generale (la famiglia, gli amici e persino i colleghi), il loro sostegno, la loro solidarietà e la loro vicinanza, devi partire dall’amore, dalla passione e dall’entusiasmo per la vita. Se vuoi essere attraente, affascinante e sexy a 20 a 30 a 40 ma anche a 60 o a 80 anni devi partire dall’amore, dall’entusiasmo e dalla passione per la vita. La vita in generale e, ovviamente, la tua di vita. Qualsiasi sia la tua situazione attuale, il tuo punto di partenza, il tuo passato.

E aggiungo a maggiore ragione e a speciale beneficio di coloro che stanno attraversando un momento di sofferenza e di crisi: anche se adesso stai male e ti pare che non ci sia via d’uscita e anche se per come ti senti ora ti pare che dalla vita e dagli altri, per lo più, fino ad adesso, hai ricevuto solo delusioni e niente e nessuno potrà cambiare la tua situazione in meglio, devi trovare la passione. Ti sto per dare un consiglio sconvolgente: devi trovare la passione anche nella tua vita nel momento in cui ti sembra di avere toccato il fondo. Ti devi appassionare ai tuoi casini, ecco. Questa è la via per raggiungere l’amore vero. Questa è la via per essere attraente, affascinante e sexy e per sedurre, finalmente, l’uomo giusto per te. E costruire la relazione giusta per te.

"Scopri il disegno che sei chiamato a realizzare. Poi mettiti con passione a realizzarlo. M.L.King"

Ma che cosa voglio dire quando dico che ti devi appassionare ai tuoi casini? Aspetta un momento: non sto dicendo che ti devi appassionare ai tuoi casini nel senso che devi rimanerci attaccata, prolungare il dolore e sguazzarci dentro il più possibile, lamentandoti della tua brutta situazione, ma facendo di tutto per non uscirne. Non ti sto dicendo che ti devi appassionare ai tuoi casini per usarli come scusa per non fare passi in avanti, per piangerti addosso e per farti compiangere dagli altri. Ci sono un sacco di specialiste di questo atteggiamento, in giro per il mondo (e magari qualcuna legge anche questo blog).

Non è a questo che faccio riferimento. Al contrario, ti devi appassionare ai tuoi casini tanto da viverli come una sfida da affrontare, da sperimentare e dalla quale uscire vittoriosa. Trasformata. Arricchita. Con un patrimonio di amore per te stessa raddoppiato. Tutti coloro che hanno delle vite belle e intense, piene di amore per la vita e appassionanti, hanno grandi fallimenti alle spalle. Perché il fallimento fa parte della vita. Tutti costoro hanno sperimentato delusioni, frustazioni e rifiuti. E lutti, separazioni, abbandoni, perdite. Da una sconfitta ci si ripiglia, l’importante è desiderare con tutti se stessi di ripigliarsi. L’importante, nella sconfitta e nel dolore, è comprendere che si sta vivendo una sconfitta e un dolore, sperimentarli appieno, prendere consapevolezza di quanto è successo e accettare quello che è successo. In questo modo è possibile passare attraverso tutte le fasi che sono necessarie per affrontare le conseguenze del fallimento e uscirne. Con dei benefici reali per sé, per la propria esistenza, per la propria (ri)trovata competenza di sperimentare l’amore. O il successo o la fortuna. O tutte queste cose e molte altre insieme.

Amore, passione e voglia di vivere

Se invece il fallimento, il dolore e la sconfitta si subiscono passivamente e si lasciano passare (perché, si sa, in un modo o nell’altro tutto passa, almeno nella sua fase più acuta) senza scegliere deliberatamente di uscirne trasformate, ebbene, c’è un po’ il rischio che quei dolori, che quei casini siano stati totalmente vani e, soprattutto, se non si è scelta la via della trasformazione c’è il rischio che, nel bel mezzo del casino o quando il casino si è leggermente calmato, zac!, inizi un casino totalmente nuovo, che è molto simile a quello vecchio. Ma solo perché si è ripetuto uno schema, quello stesso schema che incasina la vita. Questo ripetersi di schemi incasinanti è tipico ad esempio di chi mette in fila storie sbagliate, una via l’altra. E non riesce a trovare né amore, né sicurezza, né serenità. Perché non si è appassionata ai propri casini e, molto probabilmente, non si è appassionata a se stessa e alla propria vita.

Ho detto spesso che nei momenti di grande crisi capita di sentirsi disperate, addolorate, arrabbiate, ma che se si è capaci di tanto dolore, di tanta disperazione e di tanta rabbia significa che c’è una scintilla di voglia di vivere forte e potente che resiste nel proprio cuore e nella propria mente ed è a quella scintilla che bisogna fare riferimento nei momenti di maggior sconforto, perché è quella scintilla che indica la via d’uscita e soprattutto è quella scintilla che prova il fatto che si possiedono ancora molte risorse e tanta vitalità. Non ultimo un po’ di amore per se stesse, che consente di incamminarsi fuori dal casino o dai casini. Per questo allora è tanto più utile appassionarsi ai propri casini e affrontarli con coraggio. Perché significa appassionarsi a quella scintilla, che è la vita e la voglia di vivere dentro di noi.

"Una passione bruciante abbinata a un assoluto distacco è la chiave di ogni successo. Gandhi"

Ti starai chiedendo perché oggi mi sono messa a fare tutto questo discorsone sulla passione e sulla passione legata all’amore e sulla passione come via per l’amore. Ti dico: non avevo intenzione di affrontare i temi della crisi, del fallimento e dei casini: il mio obiettivo primario oggi è parlare appunto di amore. E, nello specifico di amore inteso come attrazione, seduzione e legame di coppia. Di amore, attrazione, seduzione e legame di coppia quelli veri e autentici, quelli che molte donne, facendo una gran confusione, credono di immaginare, sognare e fantasticare, ma che non hanno, poi, all’atto pratico, la minima idea di che cosa siano. Non hanno la minima idea di che cosa siano perché non hanno passione per sé e per la vita, mentre per sperimentare la seduzione, l’attrazione e l’amore sono indispensabili passione, entusiasmo e voglia di vivere. Lo spiego bene nel mio percorso Come sedurre un uomo senza stress né per te né per lui, dove chiarisco dettagliatamente come puoi iniziare una relazione con un uomo che ti piace mantenendo il controllo delle tue emozioni, il controllo di ciascuna fase (dal corteggiamento in avanti) e come puoi evitare di subire rifiuti scottanti e invece trovare l’amore e l’accettazione che meriti.

Ebbene, vengo al punto: non è che la passione, l’entusiasmo e la voglia di vivere siano una merce molto diffusa al giorno d’oggi. No dico io, ti sembra che la moltitudine di broccoloni/rospi/perditempo etc etc che si aggirano tra noi, siano personaggi appassionati della vita e pieni di entusiasmo? Davvero, ti senti circondata da uomini e donne che bruciano di passione, nella vita di tutti i giorni? Che conoscono che cosa sia l’amore vero, anche vagamente?

Se i nostri nonni sono stati in guerra, i nostri coetanei a fatica fanno quei due passi in più (se li fanno) per buttare le cartacce nei cestini anziché sul marciapiede. Come sappiamo, ormai si fatica anche a mandare un sms alla donna con cui si sono fatti tre figli per avvisarla che si è deciso di mettere fine al matrimonio. Ci sono quelli che, adducendo la scusa dei soldi e dei figli, manco si separano, vivono da separati in casa. Separarsi, che fatica… Meglio tirare a campare, e chi se ne frega dello squallore della situazione, della propria vita che diventa spazzatura.

E’ evidente che ci siano delle mode ricorrenti, me ne accorgo anche da quel che scrivono le mie lettrici. Nel giro di quindici giorni ho ricevuto 3 o 4 mail di giovani donne che frequentano uomini sulla cinquantina. Tratto comune di questi “giovanotti”? Si sono separati dalla moglie e sono tornati a vivere dai genitori. E ci vivono da anni. Che atto di coraggio, che presa di posizione, che scelta avventurosa! Già sento le lamentazioni: “C’è la crisi!” La crisi, fantastica scusa, fantastica foglia di fico che nasconde le vergogne e le vigliaccherie degli individui. C’è la crisi, si dovrebbe pensare, tiriamo fuori gli attributi. No, invece, c’è la crisi, cacciamoli dentro ancora di più, gli attributi, tanto chi può obiettare sulla crisi? Paravento di vergogne indecenti. Altro che amore per la vita e passione.

Come, se, appunto, la vita di tutti noi, a prescindere dalla “crisi” globale, non sia punteggiata di crisi e non richieda, proprio quando si è al fondo, di tirarli fuori gli attributi, il più possibile, per quel che si riesce. Tipo quando una signora, dopo una separazione si ritrova sola con figli piccoli e gli attributi, no che non li deve tirare fuori. L’amore e la passione, no che non li deve tirare fuori. Ma sono sicura che questo è un tema che nessuna delle mie lettrici conosce bene. Eh no, figurati.

A proposito di amore, passione ed emozioni e a come si esternano e si comunicano per lo più attraverso gli strumenti oggi a disposizione e con gli slanci entusiastici tipici di una cultura appassionata e coraggiosa: al colmo dell’entusiasmo si mette un mi piace su Facebook, se proprio bisogna comunicare qualcosa di forte a qualcuno. O si usano le faccine e gli adesivi, mica che bisogna sforzarsi ad esprimersi con parole proprie e spiegare con termini autentici un’emozione che ci attraversa…

Diciamo che le passioni che dominano al giorno d’oggi sono quelle per il calcio, i videogiochi e – udite udite – le chat e what’s app. Fuochi e fiamme. Oggi, se qualcuno vuole dare una svolta alla propria vita, ma una svolta di quelle epocali, si iscrive a un sito di incontri online. O nei ritagli di tempo fa avance ambigue alla collega d’ufficio, tentando qualche goffo approccio nell’ora dello straordinario. Amore e passione, appunto.

Ma attenzione, perché non vorrei mai che a questo punto le supernegative che si dilettano e perdono il loro tempo nel detestare il genere maschile già alzassero il sopracciglio piene di sdegno contro gli uomini… No, perché a proposito di passioni brucianti, vogliamo parlare di come stanno messe alcune donne? E’ vero che ci sono donne che vivono l’amore solo nella fantasia (e questo, l’abbiamo detto moltissime volte, non va per niente bene) , ma ce ne sono altre che addirittura, sembra che abbiano rinunciato sia a vivere la vita nella sua realtà, sia ad avere slanci di immaginazione, di fantasia. Non hanno alcuna passione, sembrano non accorgersene e si accontentano di briciole di vita. La passione è sparita, ma da ogni area della vita. Annullata, annientata…

L’amore, la passione e la spazzatura

Possono convivere amore, passione e spazzatura? No di certo, ma è anche vero che, come c’è il cibo spazzatura, la tv spazzatura, i film spazzatura, ci sono anche le emozioni e gli atteggiamenti mentali spazzatura. Tipo l’invidia insana, le rivalità meschine tra i colleghi, il desiderio di “farla pagare” a qualcuno. E poi ci sono altri atteggiamenti mentali che sono vera spazzatura: il lamentarsi, il piangersi addosso, il giudicare se stesse con severità. O anche criticare e giudicare chi ci sta intorno o ripetersi che non c’è speranza e non c’è via di uscita.

Una videoconferenza gratuita, divertente piena e di contenuto. Ti apre gli occhi sugli errori da evitare e gli atteggiamenti giusti da assumere per costruire una bella relazione con l’uomo che desideri.
"Ragione e passione sono timone e vela della nostra anima navigante. Kahlil Gibran"

E non è finita nemmeno qui: ci sono anche i sentimenti spazzatura, gli amorazzi spazzatura, gli amoruncoli spazzatura, una serie di relazioni spazzatura. Che cosa definisce tutto ciò come spazzatura? Proprio la mancanza di passione, di entusiasmo, di slancio. Altro che amore e passione. C’è solo asfissia, noia, ripetività. Mediocrità. Mezzo calzettume.

In questi giorni, tra tanti altri messaggi, ho ricevuto questi, che ti riporto:
“Salve! Il mio nome è Michela. Ho conosciuto dieci anni fa l’uomo che ancor oggi desidero avere come compagno. Ci siamo frequentati per un po’ e poi siamo rimasti amici…” Ho cambiato il nome dell’autrice, tutto il resto l’ho lasciato tale e quale. Già il messaggio dice tutto: non un “per favore”, non una domanda chiara, nemmeno un saluto finale e una firma. Questa è la forma, molto significativa. Quanta passione ci può essere in una persona che non si prende la briga nemmeno di articolare un messaggio completo, di congedarsi e di firmare? Qual è il livello di dignità personale di una persona che interagisce in questo modo? Che cosa vuole questa signora da me? Lei lo sa? Dubito. E poi, pensiamo al contenuto, che indubbiamente rispecchia la forma: dieci anni di una storia inesistente? Dieci anni?! E non si è ancora stufata? E non ha fatto altro? Ed è ancora lì a pensarci? Ecco, questa è spazzatura.

Ma ecco un altro messaggio ricevuto nell’ultima settimana: “Cara Ilaria, vorrei chiederti un parere sulla mia esperienza di comunicazione! Da circa 2 anni chatto con un mio cugino acquisito che ho visto solo una volta. All’ inizio lui abitava a Houston poi si è trasferito a Londra. La nostra comunicazione ha avuto alti e bassi ! Al telefono ci siamo sentiti solo 2 volte, ed in questo anno londinese non ci siamo mai incontrati! Anche se da gennaio di quest’anno è più prolisso, io penso che a lui di me non gliene frega niente e che mi scrive solo perché siamo cugini acquisiti! Dammi un consiglio!” Quanta passione c’è in un messaggio del genere? Quanta vitalità? Dov’è la vita? Che consiglio vuole questa signora? Che cosa vuole da me? Dove sono i respiri, le emozioni, il sudore e anche le lacrime della vita vera? Dove i sapori e gli odori? Due anni a chattare con un cugino acquisito (che cosa significhi “cugino acquisito” non lo so) visto una sola volta? Ma, davvero, di che cosa stiamo parlando? Ma siamo seri? Che consigli posso dare a questa signora? Vivi, ragazza mia, vivi. Comincia a vivere. Altro che chat. Altro che amore e passione… Studia, se devi studiare, cercati un lavoro se devi lavorare. Fai qualcosa, davvero. Datti da fare. Il problema è che c’è la crisi e dire a qualcuno di lavorare oggi ti fa rischiare una querela… Amore e passione. Appunto.

Ti riporto un terzo messaggio che ho ricevuto in settimana, molto più articolato, questa volta, giusto per non farsi mancare niente: “Ciao Ilaria, ti leggo sempre e mi dài sempre qualche spunto di riflessione. Ma non mi ritrovo quasi mai nelle donne di cui parli…perché? (Già: perché? E’ una buona domanda). Ho 54 anni vedova da 6 e con 2 figlie gemelle di quasi 16 anni. Lavoro casa e poco tempo a disposizione. Nonostante ciò qualche corteggiamento che però dopo poco si conclude quasi sempre perché non me la sento di ricostituire una famiglia. Vivo da sola con le mie figlie. E ultimamente appaiono all’orizzonte sempre più uomini sposati. A volte su alcune chat ho parlato con loro e domandato incuriosita perché non si danno la possibilità di rifarsi una vita? Perche tradiscono la fiducia di una donna che magari fa tutto per loro proprio nel momento in cui stanno chattando con un altra donna? Seppur scansandoli..mi domando..come si fa a riconoscere un uomo giusto quando la maggior parte ha 2 o 3 telefoni per non farsi scoprire e sono totalmente liberi di uscire quando vogliono..come si fa a capire cosa vogliono..quando so che si propongono anche come amanti per coppie e ufficialmente cercano il grande amore? Sono confusa. Semmai dovessi uscire con qualcuno non starei mai tranquilla…Grazie di avermi letto. Se puoi rispondimi..anche pubblicamente se preferisci. Buona giornata.”

La signora si è firmata, anche se dice di avere poco tempo a disposizione. E il fatto che dica che ha poco tempo a disposizione probabimente sottintende, dal suo punto di vista, che ha poco tempo a disposizione anche per coltivare relazioni di qualità. Ed ecco il punto: ma se non hai tempo per coltivare le relazioni di qualità, a che cosa dedichi il tuo tempo? C’è qualcosa di più importante delle relazioni di qualità? E non ti appassioni alle tue relazioni, che relazioni pensi di poter realizzare?

La signora dice che ha molto tempo e non se la sente di ricostituire una famiglia, ma poi sulle chat si mette a fare il presidente del tribunale che giudica gli uomini: incuriosita chiede a uomini che frequentano una chat (una chat!!!) perché loro non si danno la possibilità di rifarsi una vita. Evidentemente per quello tempo ce n’è. E c’è anche la passione. Non per ricostituire una famiglia per sé, ma c’è la passione per rompere le scatole a uomini che sono su una chat (una chat!!!) e farli ragionare su quanta passione possono mettere nella loro vita… Eh, accipicchia… A proposito di amore, passione e spazzatura. Qui la regola è: tu devi fare quel che io ho scelto di non fare.

La signora dice di conoscere a quanto pare solo signori con 2 o 3 telefoni (tecnologia e telefonia sono un business che non conoscono crisi e in tempi di relazioni spazzatura, tanto meno). Un gran da fare di relazioni clandestine. Spazzatura cento per cento. Niente amore e niente passione. E’ che nella vita, si raccoglie ciò che si semina. Si riceve in proporzione a quanto si offre. O, detto meglio: se vai all’hard discount, troverai prodotti da hard discount. Se, detto in termini di marketing, vendi la tua merce all’hard discount, avrai clienti da hard discount. Se, siccome dici che ti manca il tempo, ti metti a cercare uomini sulle chat, beh, avrai relazioni con uomini da chat. Se passi dieci anni a pensare a un uomo che non ti ha dato nulla, non avrai nulla… E così via. Se la tua attenzione e il tuo tempo sono dedicati ad andare sulla chat e a fare la morale agli altri, perché così ti senti importante e superiore agli altri e se la tua attenzione e il tuo tempo sono dedicati a contare quanti telefoni hanno gli uomini che tradiscono le consorti, beh, avrai una vita piena di uomini che tradiscono. E che hanno 2 o 3 telefonini.

"Insegui la tua passione, non la tua pensione. Denis Waitley"

Se ti comporti da sfigata, selezionerai uomini sfigati e solo quelli. Vuoi amore, fedeltà, passione, serenità e tutto quanto c’è di meraviglioso nella vita? Devi metterci del tuo. Devi smetterla di rufolare nella spazzatura. Devi smetterla di giudicare gli altri. Di gente che vive nella spazzatura e di spazzatura, c’è pieno il mondo. Non è una scoperta di oggi. Vivere nella spazzatura è facile: non ci vuole nessuna passione, nessun amore, nessuna fatica. Basta avere 2/3 telefonini, un cavolo di pc per chattare e una vita triste e deprimente.

Altra cosa significa avere passione, volare alto, avere standard alti. Se hai passione, voli alto e hai standard alti, la selezione degli uomini di valore avviene in automatico. Altro che strategie per trovare l’uomo giusto. La strategia più potente è dentro di te. Ma anche per capire questo concetto ci vuole passione.

Amore e passione nella tua vita

Conoscere te stessa ti permette di conoscere meglio gli altri, di capire gli uomini e di comunicare più efficacemente con loro comunicando amore e passione autentici. Per questo ho preparato dei percorsi studiati ad hoc per le mie lettrici.

I 7 Pilastri dell’Attrazione.

E’ il primo passo verso la conoscenza di te e del tuo potenziale di attrazione.

Clicca qui per iniziare il tuo percorso adesso.

Come Sedurre un Uomo senza Stress

In questo percorso si spiegano le fasi dell’attrazione “autentica”, quella attraverso la quale ti dài valore, smetti di essere bisognosa e rompiscatole e riesci davvero a realizzare una relazione appagante e duratura.

Clicca qui per iniziare il tuo percorso adesso.

E se vuoi aumentare la tua autostima, c’è un percorso pratico ed efficace, con una parte dedicata tutta all’Autostima femminile:

APP Autostima Passo Passo.

Clicca qui per iniziare il tuo percorso adesso.

Lascia un Commento!

123 Commenti

  1. Avatar di Ele

    Ele 10 anni fa (2 Aprile 2015 12:22)

    Helen mi trovo d'accordo con te, anche alla luce di quello che ho appena vissuto. un uomo che, a dispetto di quello che potete pensare in base al mio primo post, si comportava, nel corteggiamento, come l'uomo che desiderasse rifarsi una vita dopo il suo divorzio avvenuto anni fa, che è profondo e attendo nei tuoi riguardi.. ci si incontra, le cose vanno bene, iniziamo a fare cose da "coppia" e poi? sento che diventa distante... proprio lui che appena non lo cercavo mi diceva che non lo pensavo o che temeva che mi stancassi di lui.. gli chiedo spiegazioni, in maniera molto tranquilla senza polemiche e cose di questo tipo, e cosa scopro? che mi vuole bene, gli piaccio come persona, come carattere ma l'attraggo forse solo per sesso? Doccia fredda non credete? Mi sono sentita male perché quello che credevo di stare vivendo non era allora reale. Che lui si sia rivelato dopo per com'è? mi ha corteggiato un mese abbondante, non avevo motivo per dubitare di lui, certo c'erano dei piccoli segnali da non sottovalutare ma chi poteva immaginare? I dubbi, anche se non avrei dovuto avere, penso che siano legittimi quando si è coinvolti. Mi trovo comunque d'accordo con la tua ultima analisi. Dobbiamo investigare appena conosciamo una persona e, sinceramente, ne perdo di spontaneità. Sono una persona sincera e schietta, la gente sa solo fingere. Helen volevo dirti questo. Ed è anche vero che forse devo abituarmi all'idea di non avere nessun uomo accanto ma non lo dico per pessimismo ma per realismo in quanto è raro trovare gente onesta con se stessa e quindi anche con gli altri.
    Rispondi a Ele Commenta l’articolo

  2. Avatar di Lella

    Lella 10 anni fa (2 Aprile 2015 12:35)

    Grande VITTORIA...Quando ero sola una che SI definiva amica mi chiamò apposta per dirmi che era preoccupata per me...perché non mi accontentavo e quindi sarei rimasta sola a vita.Io le feci un test in cui cadde con tutte le scarpe...Le dissi: " Non mi sono innamorata...Tu ti sei innamorata e vorrei accadesse anche a me".lei dispose che se non si fosse messa con Lui sicuramente sarebbe stato un altro".Era talmente agghiacciante che non riuscii neppure ad infierire....La telefonata si chiuse con lei che mi invidiava per la capacitá ed Il coraggio di stare sola....GIá quando ci si ama non é cosí semplice...ma almeno Il sentiment o ti motiva per and are avanti e non gettare Il bimbo con l'acqua sporca...Se non ci si ama bisogna essere santi o ipocriti per rimanere insieme...Meglio aspettare qualcuno per cui valga la Pena...
    Rispondi a Lella Commenta l’articolo

  3. Avatar di Dani

    Dani 10 anni fa (2 Aprile 2015 18:26)

    @Michela2: sono pienamente d'accordo con te! Quando si sta bene con se stessi e si è soddisfatti di ciò che si è e di ciò che si fa, nessuno può toglierci la serenità! E bisogna infischiarsene di quello che pensano o che dicono gli altri su di noi.... Io da qualche tempo ci sono riuscita! @Vittoria: anche a me a volte è capitato che qualcuno/a mi chiedesse come mai sono ANCORA single (come se ci fosse una scadenza per potersi innamorare o fare l'incontro con la persona giusta). Ho vissuto una storia lunga, ormai finita anni fa, e tutti pensano che io sia ancora "scottata" dal mio ex fidanzato..... La realtà è dopo aver chiuso quella storia ho incontrato uomini così stronzi che, figuratevi, mi hanno fatto rimpiangere il mio ex! La responsabilità naturalmente è stata anche mia, che ho dato troppo spazio a questi uomini, come mi ha fatto notare Ilaria attraverso i suoi articoli illuminanti..... Ma qui apriremmo un altro e lunghissimo capitolo! Alle conoscenti che mi chiedono come mai una ragazza bella, intelligente e simpatica come me non sia in coppia, rispondo con molta classe dicendo che mi rimetterò in gioco con un uomo soltanto quando ne incontrerò uno per cui valga la pena riprovarci! E loro convengono immediatamente con me, commentando che in giro c'è "tanta spazzatura"! ;-)
    Rispondi a Dani Commenta l’articolo

  4. Avatar di Chiara

    Chiara 10 anni fa (3 Aprile 2015 0:47)

    Grazie VITTORIA...mi hai dato una bella idea...farò la fatidica domanda che mi consigli "tu invece sei felice con il tuo compagno?" e osservero' la risposta... :) LELLA a volte il senso è di solitudine...ho persone a cui tengo, legami che coltivo e so di non essere sola e so anche che molti uomini e donne si accontentano e non sarebbero stati capaci di reggere anche 5 o 3 o 2 anni sola come ho fatto io...sta di fatto che questa razionalizzazione a volte non mi basta...emotivamente vedo le vite altrui cambiare..mi vedo l'amica del cuore di turno con cui fare e condividere cose..puntualmente soppiantata quando si fidanzano...lo so che è fisiologico..ma periodicamente ho delle cadute nella tristezza e nel senso di non sentirmi parte di un progetto di vita con un uomo. Stare soli è meglio sicuro che male accompagnata...altrimenti ora non sarei ancora single a 38 anni..ma a volte mi pesa...così come il fatto di non poter diventare madre (da sola un figlio non lo farei)..non faccio che sentire parlare di gravidanze e un pò invidio ( in senso buono) chi può sperimentare questa gioia..a ogni nuovo annuncio mi si stringe un pò lo stomaco.Forse è un limite mio ma è una di quelle esperienze che proprio non riesco a paragonare alla gioia di una bella serata a fare qualcosa che mi piace..adoro i bambini e per assurdo fra tutte le mie amiche storiche che invece pensavano alla maternità come alla peste...invece sono rimasta l'unica che è senza un compagno e senza figli...strana la vita. In ogni caso grazie a ttutte.E' bello leggervi.
    Rispondi a Chiara Commenta l’articolo

  5. Avatar di Rossella

    Rossella 10 anni fa (3 Aprile 2015 9:42)

    @Chiara : la penso esattamente come te e il senso di frustrazione e' la cosa più pesante da sopportare
    Rispondi a Rossella Commenta l’articolo

  6. Avatar di Michela2

    Michela2 10 anni fa (3 Aprile 2015 11:00)

    Ciao Chiara, meglio sola che male accompagnata...Proprio così!!! Ma queste persone che chiedono sempre se si ha il fidanzato...Perchè lo fanno?Io avevo le mie zie che tutte avevano i figli fidanzati ufficialmente già a 15/16 anni, io a 25/26/27 ero single, sempre single e quindi dai 15 anni in poi chiedevano a mia mamma: ce l'ha il fidanzato?Mamma:no Zie: Fa bene!! Signore anziane amiche di mia nonna se ci incontravano: ce l'ha il fidanzato? Io+nonna: no... Signore anziane: Fa bene, che si diverta... Alla fine tutti chiedevano pero', sinceramente mai nessuno ha chiesto: come mai ancora nessuno?è cosi' bella/simpatica perchè è ancora sola? Chiunque mi diceva che facevo bene che la persona giusta sarebbe arrivata...
    Rispondi a Michela2 Commenta l’articolo

  7. Avatar di Michela2

    Michela2 10 anni fa (3 Aprile 2015 11:10)

    Le mie amiche fidanzate quando io ero single mah...non me l'hanno mai fatto pesare...Non mi hanno mai fatto discorsi strani sul perchè io fossi single e loro no... Comunque al massimo dicevo: io vi stupiro' con effetti speciali... Azz...è successo proprio cosi', in meno di un anno fidanzamento,convivenza,e maternità...Ieri gli ho detto a lui:" Il 2 aprile dell'anno scorso io ero single...Mi preparavo per andare a ballare, ero tutta bella pimpante...ora sono incinta e penso solo al divano ed al letto" (il mio bambino mi fa stancare un sacco :-)))... Ho proprio stupito tutti...pero' devo dire che l'uomo che ho scelto per condividere la vita è meraviglioso...Sono stata fortunata, ok, ma sono stata anche una single sfegatata,il fatto di non accontentarmi mi ha portata a continuare a cercare...anche quando ero l'unica single...Io volevo accanto una persona che amavo e che mi amava...
    Rispondi a Michela2 Commenta l’articolo

  8. Avatar di Vittoria

    Vittoria 10 anni fa (3 Aprile 2015 11:44)

    Cara @Chiara per quanto riguarda i figli ti capisco … però, però c’è un però. Anch’io ne vorrei e sinceramente, pur essendo abortista fino al midollo (ma queste sono mie convinzioni etiche personali) se mi fossero capitati per sbaglio me li sarei tenuti anche con il rimorso di non averli fatti nascere nel contesto che avrebbero meritato visto che tipo era il potenziale padre, ma certa che almeno io li avrei amati. Capisco che quando vedi che una bella storia d’amore è coronata da un bambino vedi anche quello che pure tu potenzialmente potresti avere e dare e che sarebbe un compito che svolgeresti senza pretese di perfezione, ma di certo con molta più dedizione e convinzione di altre. Io non so come siano le tue amiche, ma per quanto riguarda le mie, anche nel caso di semplici conoscenze, vedo che le cose non sono sempre come dovrebbero essere e se dico dovrebbero è perché qui ci vanno di mezzo delle creature innocenti che hanno diritto a tutto in quanto non hanno chiesto loro di venire al mondo e non è obbligatorio averle se non vuoi impegnarti con loro al massimo delle tue possibilità. Io personalmente, a parte il fatto che sono single, fino ad oggi ho navigato nei contratti di collaborazione, forse da qui a breve arriverà la svolta definitiva ottenuta dopo 15 anni di glorioso precariato durante i quali mi sono mantenuta da sola, ho vissuto da sola, ho lavorato di giorno e studiato di notte e me la sono dovuta cavare a volte prendendo tre lavori alla volta e questa situazione di certo non sarebbe stata l’ideale per avere un figlio neanche in coppia, visto che vivo lontano dai miei. A parte alcune donne che fanno figli per amore e con amore la maggior parte delle volte vedo altre che usano figli e gravidanze come usano i loro compagni: uno status sociale per non dire un paravento. Quante volte abbiamo avuto a che fare con tizie che quando erano più piccole sembrava dovessero fare chissà che e poi hanno interrotto gli studi perché gli faceva fatica, hanno mollato quello che avevano sbandierato come il lavoro della loro vita perchè alla prima difficoltà si crolla e infine magicamente entrano a far parte della schiera di quelle che “eh, sai, poi mi sono sposata” e peggio “eh, sai, ho fatto subito due figli perché l’orologio biologico corre”. Mi ricordo specialmente di una che prima avrebbe dovuto fare non ricordo quale prestigiosa università internazionale, poi l’ha mollata dopo sei mesi fra le lacrime perché lì ce l’avevano tutti con lei, poi si e messa scientificamente a provare a farsi sposare da chiunque fosse di sesso maschile (lo vedeva anche un cieco che era alla ricerca disperata, come se a ogni nuovo fidanzato fosse alla canna del gas, rasentava il ridicolo), poi si è sposata, poi finalmente sono arrivati i figli. Dopo anni che non ci vedevamo ha insistito per venirmi a trovare una volta che ripassavo per i luoghi natii, ma mica voleva vedere me, voleva farmi vedere la sua pancia. Ha attaccato a parlare della sua famigliola e della sua gravidanza senza prendere fiato e a un certo punto ho rinunciato letteralmente a interloquire. Il tutto per dimostrare che? Che lei aveva fatto in vita sua una “scelta precisa”, perché voleva essere la “madre migliore possibile”. La triste verità? Le urla col marito e coi figli (i quali hanno nomi stranieri e pretenziosi e, credetemi, questo particolare ha la sua importanza) che la esasperano le sente anche chi non le vuole sentire, perché sono così forti che arrivano direttamente in strada se non dentro le casa altrui. Ciliegina sulla torta incontra mia madre e “Vittoria è ancora sola? Ma beata lei, fa bene…”. Il succo di questo sproloquio qual è? Che con i figli molte, moltissime, almeno a mio parere, hanno lo stesso atteggiamento che descrivevo nel mio precedente post riguardo ai loro compagni. Se non ce le punzecchio, anche quando diventano moleste tanto che pare che se la vadano a cercare, è perché appunto ci sono di mezzo dei bambini, e su quelli io non me la sento proprio di ironizzare come faccio, e con molto gusto, su altri argomenti. Scusate il “papello” ma l’argomento figli per me è molto, molto delicato, e tanto ancora ci sarebbe da dire.
    Rispondi a Vittoria Commenta l’articolo

  9. Avatar di helen

    helen 10 anni fa (3 Aprile 2015 11:44)

    Sapete che sto notando sempre più spesso donne di una certa età che diventano vedove e....rinascono. Brutto da dirsi ma è così, sembrano alleggerite, viaggiano come pazze, si trovano con le amiche, vanno al ballo liscio. ..l'epoca dei sacrifici è finita.La madre di una amica settantenne col fidanzato nuovo fiammante pari età (incontrato al ballo!!) ci guarda e dice: beate voi con l età che avete! Ecco sono invidiata pure da qualcuna ehehehe
    Rispondi a helen Commenta l’articolo

  10. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (3 Aprile 2015 13:16)

    @ Helen, beh, il concetto della "vedova allegra" non l'abbiamo scoperto noi... Di sicuro contiene molte verità e c'è da interrogarsi sul senso di liberazione che vivono queste donne...
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo

  11. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (3 Aprile 2015 14:02)

    @ Chiara i tuo commenti sono molto onesti e molto sentiti, ti ringrazio per la tanta partecipazione e trasparenza che metti in gioco qui. Il desiderio di avere dei figli è naturale, legittimo, positivo. Mi rendo anche conto che molte donne vivono questa eventuale o reale impossibilità come una ferita e una frustrazione molto spesso intollerabili e credo che talvolta sia necessario venire a patti con i risultati che si sono avuti e con la vita che si ha, diversamente tutto diventa più insopportabile di quello che è, terribile e invalidante e rischia davvero di rovinare l'esistenza più di quanto sia ragionevole e motivato. Nel tuo caso, aggiungo, che quello che mi colpisce è il tono da "sconfitta" che pervade le tue esternazioni: a 39 anni parli come se ne avessi 60 o 70 e dovessi quasi fare dei bilanci definitivi. Sapete tutte bene quanto io consideri il fattore età molto relativo. A 39 anni anche se il tempo "rimanente" per raggiungere alcuni obiettivi (come ad esempio quello di avere figli) è minore, sicuramente tante sono le carte da giocare. Di certo quella di costruire una relazione soddisfacente e appagante, ma anche quella di fare un bambino. Non voglio alimentare sciocche illusioni, voglio semplicemente mettere l'accento sul fatto che a 39 anni sentirsi sconfitte e perdute non è ragionevole, non è utile e non è produttivo. E soprattutto probabilmente in tanta svalutazione di sé ci sono le motivazioni dello stallo. Quindi esorto davvero a uscire dalla visione negativa e a mettersi in gioco, almeno dal punto di vista dello stato d'animo, con più ottimismo verso se stesse. Lasciando perdere soprattutto i confronti, deleteri, inutili e irrazionali e segnale di una bassa autostima. Un abbraccio.
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo

  12. Avatar di Chiara

    Chiara 10 anni fa (3 Aprile 2015 14:40)

    Grazie ILARIA davvero grazie delle tue parole...me le conservo "gelosamente"...conosco i miei punti deboli...e vorrei tanto uscire dal senso di sconfitta di cui parli...è molto irrazionale ed emotivo..e ancora non riesco a rintracciarne l'origine per debellarlo...mi sto impegnando però. ..e la sera me lo ripeto in testa che voglio avere fiducia in me e nella vita.. Anche perché razionalmente lo so di essere una donna in gamba...emotivamente nella pancia a volte questo brutto senso di vuoto invece mi fa compagnia... Così come non so perché, tutte quelle che dal mio punto di vista si sono accontentate mi fanno una rabbia che non mi so spiegare. .invece che farmi pena... Buona Pasqua a tutte
    Rispondi a Chiara Commenta l’articolo

  13. Avatar di minou

    minou 10 anni fa (3 Aprile 2015 14:51)

    Sì però, Ilaria, si può pure cambiare atteggiamento, ma se una desidera una cosa e quella cosa non ce l’ha, non riesce ad averla, almeno un fondo di tristezza rimane. Mi riferisco ai commenti di Chiara, anzi veramente a quest’ultimo. Gli altri non sono sicura di averli inquadrati. È giusto che veda il bicchiere mezzo pieno (è ancora giovane e non ha intrallazzi con indegni personaggi parassitari che possano fiaccarle la dignità), però è comunque mezzo vuoto. Mezzo vuoto rispetto a quello che lei desiderava per sé. E questo è un dato a prescindere da quanto si sia centrate su di sé, si sia dotate di autostima e si sia in gamba. La verità vera (mò scusate la negatività che può trapelare dall’affermazione) è racchiusa in una tua frase: è necessario scendere a patti con la vita. Però Ilaria potrebbe essere doloroso. Tanto più doloroso, quanto più si è consapevoli, addirittura. Perché se ci si mette in testa di non accontentarsi di nulla di meno di ciò che realmente si desidera e ciò che realmente è il meglio per sé, arrivare per un determinato aspetto a un patteggiamento di necessità sa comunque di sconfitta. Che sia parziale, non la rende meno dolorosa. Alla fine potrebbe essere una sconfitta come lo è rimanere in un matrimonio poco esaltante, per un'altra forma di patteggiamento. Ma, per uno strano caso, lascia più amarezza. Un abbraccio grande, cara, e buon fine settimana a tutte. E, ovviamente per chi la festeggia, buona pasqua.
    Rispondi a minou Commenta l’articolo

  14. Avatar di Dany

    Dany 10 anni fa (3 Aprile 2015 15:16)

    Touchè ! Merci Ilaria :-)
    Rispondi a Dany Commenta l’articolo

  15. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (3 Aprile 2015 15:17)

    @ Chiara grazie mille per il tuo commento, beh ti fanno rabbia quelle che si sono accontentate perché sono riuscite a fare quello che tu non riesci (accontentarti) e ti danno l'idea di aver qualcosa di più (se non altro la capacità di accontentarsi) e soprattutto perché hai una spiccata propensione al confronto, che ribadisco è sintomo di una bassa autostima e probabilmente di una educazione priva di amore.E la bassa autostima e l'educazione priva di amore probabilmente sono alla base del senso di sconfitta. Il senso di vuoto fa compagnia perché diventa un'abitudine. E' un po' come quando si vive una situazione negativa, si ha una medicazione invadente, un gesso. Dà un fastidio pazzesco, ma quando ce lo tolgono si sente un senso di mancanza, perché c'è stato un adeguamento anche alla situazione negativa. Ti suggerisco di spostare la tua attenzione dagli altri su di te e sulla ricerca della tua consapevolezza: in questo modo la tua sensazione di valere diventerà preponderante e ti permetterà di ottenere quello che vuoi e che meriti. L'impegno va messo lì: attenzione su di sé e indifferenza verso il confronto con gli altri.
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo

  16. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (3 Aprile 2015 15:31)

    @ Minou: un fondo di tristezza rimane. Va bene ok, diamolo per scontato: e allora siccome non ho avuto figli e non ho avuto la macchina gialla brillante devo ricordarmelo tutti i giorni, tutti i santi giorni, tutti i santi momenti anche quando sono in vacanza ai Caraibi, a guardare un bel tramonto o a leggere un bel libro? O quando sono con una amica o aiuto una persona che ne ha bisogno e il mio aiuto dà i risultati cercati? Facciamo in modo che quella roba lì che non è andata bene rovini anche tutto il resto che va bene o impedisca a tanto altro che può accadere di accadere? Lungi da me sottovalutare frustrazioni e tristezze ma non accettare che la vita presenta dei limiti (gli inglesi dicono "shit happens", "le cose di merda accadono") significa non adattarsi (ricordiamoci che l'adattamento è l'atteggiamento che garantisce la sopravvivenza e la fioritura dell'esistenza). E non adattarsi non è "umano", non è "naturale", è un condizionamento culturale un po' immaturo, se portato all'estremo. Perché se la vita presenta dei limiti presenta tante opportunità. Ricordiamoci che ci sono persone che alla prima difficoltà (soprattutto in coppia) mollano il colpo, con atteggiamento infantile. E ricordiamoci che ci sono persone (a tutti i livelli) che accettano e riescono a vivere vite appaganti quando la merda piove proprio su di loro: figli disabili; disabilità personali; malattie incurabili o difficili da curare o difficili da gestire. Separazioni, perdite e distacchi crudeli e dolorosi, di cose e persone. Adattarsi in questi casi significa non arrendersi, signiifca trovare nutrimento e risorse proprio nella merda che ci è successa, significa far trionfare la vita e la felicità, far trionfare il bene sul male, in sostanza. Per vivere vite di certo intense e interessanti (perché non c'è vita intensa e interessante che non si stata colpita da almeno qualche schizzo di m.) ma vite degne di essere vissute. Ricambio l'abbraccio grande e anch'io faccio i miei auguri di buona Pasqua a tutte coloro che li gradiscono :)
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo

  17. Avatar di minou

    minou 10 anni fa (3 Aprile 2015 16:12)

    Ilaria, io lo capisco cosa vuoi dire e lo condivido. Pienamente e con tutto il cuore, credimi. Però delle riflessioni “amare” non posso reprimerle. Se i miei desideri fossero diventare la regina di Inghilterra, avere una miniera di diamanti e una villa in Texas, beh, non mi sentirei amareggiata a non realizzarli. Ma se io desidero, santo dio, l’amore e la famiglia, cioè cose banalissime, umanissime e che non dovrebbero essere, in teoria, vette più irraggiungibili dell’Everest e vengo frustrata e frustrata e frustrata per una serie di circostanze in questi miei desideri primari e devo patteggiare con la vita per questo, secondo me quel fondo di amarezza diventa inevitabile. Se sono intelligente e brava, mi sono guadagnata un bel lavoro e posso allegramente pagarmi il viaggio ai Caraibi e godermi là in santa pace un bel tramonto, sarò sicuramente felice e certo non mi metterò a inquinare di amarezza la cosa. Né certo mi impedisco di realizzarmi nel resto o di godere di tante opportunità. Ma resta il fatto che l’amputazione di una parte importante dei miei sogni banali e banalmente fisiologici lascia una traccia. Santo cielo, quanti miliardi siamo? E possibile che con tanta abbondanza di gente c’è chi vive la frustrazione di non potersi fare una famiglia? E quanto difficile deve essere? E poi, è possibile che una debba difendersi in amore peggio che un soldato in trincea? Che si arrivi a considerare una conquista il saper stare bene da soli? Cioè, che ci si arrivi non perché è un percorso naturale di crescita ma come reazione? Dal momento che la maggior parte dei legami che osserviamo attorno a noi e che ci hanno viste protagoniste sono abusivi? Ma sono la sola a trovare assurda questa cosa? Paradossale, kafkiana, raccapricciante? Lo so che le cose di merda accadono. Lo mettiamo tutti in conto. Purtroppo è così. Non possiamo che accettarlo. Come accettiamo la morte. E combattiamo, ci rialziamo, facciamo di tutto per vivere al meglio fino all’ultimo il tempo che ci è dato e sulla durata del quale nemmeno possiamo decidere. Ma sul fatto che la cosa più banale – dare amore e ricevere amore – debba essere così difficile… niente, che ci devo fare?, mi amareggia. Grazie del tuo di tempo! Che lo dividi con noi! :-)
    Rispondi a minou Commenta l’articolo

  18. Avatar di Gio_1098

    Gio_1098 10 anni fa (3 Aprile 2015 16:19)

    Grazie Ilaria di questi commenti in risposta a Chiara, perchè anche se personalmente la questione di non aver avuto figli non mi tocca più di tanto, nel senso che ho realizzato a quest'età di non averli mai veramente voluti, posso comunque specchiarmi per altri aspetti della mia vita nel senso di frustrazione provato da Chiara. Ho passato quest'ultima settimana a piangermi addosso, a commiserarmi guardando il passato e rivivendolo costantemente come un film nella mia testa. Ieri una mia amica ha insistito per portarmi fuori e mi ha dato una scrollata...mi ha ripetuto la frase che le ha sempre detto suo padre: "nessuno ti salverà, devi fare da sola". Trovare la forza non è facile, io ci stò provando a percorrere altre strade, ogni tanto perdo l'orientamento e mi tocca ripetere il percorso... Grazie a tutte per i commenti e a Ilaria per la passione che trapela dai sui consigli. Buona Pasqua.
    Rispondi a Gio_1098 Commenta l’articolo

  19. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (3 Aprile 2015 16:46)

    Allora Minou, importante premessa: non è che le tue considerazioni non siano comprensibili, lo sono eccome e ti assicuro che talvolta anch'io vengo sfiorata da considerazioni molto simili alle tue per non dire a tratti identiche. E penso che la ricerca debba andare oltre e superare questo. Poi per essere specifica, io ho citato i Caraibi con l'intenzione di citare qualcosa di totalmente indiscutibile per fascino nell'immaginario di molti e con l'intenzione di essere sintetica ed efficace (mica posso scrivere un trattato nei commenti), ma non mi riferisco di certo a un tipo di scambio e di interpretazione emotivi del genere: "non ho fatto famiglia (non ho avuto figli) e mi consolo facendo carriera e un po' di sodlini e andare a sfogare stanchezza stress e frustrazioni ai Caraibi". Che è uno schema molto diffuso pure questo e non efficace. Per non dire squallido. La ricerca della feliictà deve andare nella direzione di ampliare, allargare e aumentare le possibilità. Non semplicemente di consolarsi delle amarezze e delle frustrazioni. E questo si può fare con un atteggiamento del tipo: "ok, non ho ottenuto questo o non ho più quell'altro, mi ruga certo, ora che faccio per trarre delle soddisfazioni dalla mia vita, ma autentiche, genuine, paragonabili a quelle?" Si può partire per l'Africa, ma non è per tutti e rischia di diventare la versione sacrificata e missionaria dei Caraibi. Ma altre possibilità ci sono e comunque vale la pena di cercare, esplorare, darsi da fare. Anche perché assicuro che a furia di cercare, le relazioni positive e gratificanti si realizzano e le persone giuste si trovano. Per questo dico che è necessario fare un passo ancora in più e, probabilmente, nel tuo caso, venire a patti con tutte le considerazioni che hai fatto, che hanno contenuto e profondità, ma che non bastano, vanno superate. Vanno superate a favore di un atteggiamento del tipo: "ok, questa è stata la mia vita, c'è stato lo tsunami e il terremoto, è accaduto. Ora che faccio con quel che mi rimane? Con quel che ho guadagato? Con quel che ho capito? Dove voglio andare da qui? Che cosa mi serve?" In sintesi: tutto giusto, tutto vero. Ma dopo una frattura alla gamba alla fine devo tornare a camminare e probabilmente se me ne persuado tornerò a correre. Sei ancora su un punto del percorso, devi procedere. Questa la mia sensazione.
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo

  20. Avatar di minou

    minou 10 anni fa (3 Aprile 2015 17:04)

    Ti voglio bene Ilaria. Io mi considero fortunata che ci sei. Sì, la tua sensazione è giusta.
    Rispondi a minou Commenta l’articolo