La zitella acida, la teoria della stupidità umana e il volo ad alta quota

zitella acidaOgni tanto tra i messaggi che mi inviano le lettrici, nei commenti sul blog o sulla pagina Facebook de La Persona Giusta per Te vedo fare capolino due magiche paroline, una breve definizione, archeologica e apparentemente sempre in voga: zitella acida. E mi stupisco e rimango impressionata. Ci sono ancora, ahimé, donne terrorizzate di fare la fine della zitella acida, di trasformarsi – chissà come, chissà quando, chissa perché – in una zitella acida. Donne così terrorizzate di diventare delle zitelle acide da accontentarsi di stare ed elemosinare l’attenzione (e il non-amore) di ogni genere di uomini sbagliati, tipo il dongiovanni, il perditempo, lo stronzo, il rospo, l’indeciso, l’irresponsabile, il confuso, lo sposato, il fantasma, il bambinone, il falso figo, colui che usa la manipolazione a carriolate, il cretino.

"Se sei single il mondo è il tuo buffet personale. Da: Sex and the City"

Oddio non è che, appunto, all’apparenza la definizione zitella acida sia la fine del mondo. E che vuoi che sia, su! Vi sono tanti altri pessimi termini per definire le persone, termini che, anch’essi come zitella acida, affondano le proprie radici in sotterranei oscuri dell’ignoranza e della disumanità e nei buchi neri e profondi dello spirito, della mente, dell’intelligenza. Ne cito alcuni (pochi, tra l’immensa scelta disponibile e orrorifica), così, tanto per fare degli esempi: puttana, negro, terrone, vu cumpra’, frocio, lesbica, immigrato, barbone e molti altri profondamente offensivi, carichi di aggressività, di violenza e di disprezzo usati per definire persone considerate non allineate agli standard, per qualsiasi ragione. Chi ha intuito sa di certo a che cosa mi riferisco quando parlo di persone non “allineate agli standard”. Chi non ha intuito pazienza: giorno verrà in cui se è importante intuire, si intuirà. Diversamente non sarà stato così importante e si perderà un pezzetino di luce, rimanendo nell’ombra.

La zitella acida e la felicità della vita

Siamo sincere: zitella acida suona molto più familiare, affettuoso e amichevole rispetto ai termini che ho citato a esempio. Ma non è proprio così. In effetti per zitella acida si intende una donna che non ha un marito e per questo fatto si porta dietro un carico di acidità, si presume per la disgrazia, il rammarico e il rimpianto, guarda un po’, proprio di non aver contratto matrimonio e – si sottitende, con malizia e volgarità – soprattutto per la sfortuna di non godere delle gioie del sesso.

"Nubile. Non sposata. Non fidanzata. Senza relazioni sentimentali. Senza impegni futuri. Anonima"

Ohibò. Interessante. Dunque chi usa la definizione zitella acida ha come contesto mentale il retropensiero secondo il quale essere una donna non sposata significa essere una zitella acida. Una donna infelice. Dal che ne deriva, per un passaggio di logica di imbarazzante banalità, che per non essere acida (e quindi, ovviamente, infelice, in quanto l’acidità è il sintomo dell’infelicità), una donna abbia una soluzione vechia e scontata a propria disposizione: prendere marito. Trovarsi un compagno. La felicità, una donna, se la conquista con il matrimonio. Tutto qui il dramma esistenziale femminile: questo è l’inizio e la fine di ogni obiettivo, progetto, sogno di una donna. Il succo, alla fin fine, stringi stringi è tutto lì.

Per un uomo, ovviamente, non è così. Un uomo la sua felicità se la costruisce attraverso strumenti ben più difficili da conquistare e da controllare: il successo sociale, la carriera, il denaro, tante belle donne. La vita di un uomo è eccitante e piena di sorprese e di grandi sfide. E, soprattutto, va da sé che un uomo è, per definizione, soddisfatto sessualmente e quindi non-acido. Esiste una definizione per un uomo inacidito dalla mancanza delle gioie del sesso? No. Semmai c’è il “morto-di-figa”, che è uno sfigato un po’ schifosetto e per lo più innocuo, ma di sicuro privo di qualsiasi acidità. Che prima o poi una sua collocazione nel mondo la troverà. Magari come migliore amico di molte donne attraenti e insicure che non trovano un partner alla loro altezza e che nel contempo proprio non se la sentono di immolarsi per il morto di figa, ma ne accettano di buon grado la compagnia, in mancaza di altro. Molto interessante.

La zitella acida e i mille volti della sfiga autentica

Zitella acida è un termine che viene dal passato, dal peggio del passato, dal peggio della cultura popolare e tradizionale. Eppure, guarda un po’, è un termine che contiene in sé, ancora al giorno d’oggi, tutta la sua potenza negativa e funziona da terribile spauracchio per le molte donne single di tutte le età, che appunto, terrorizzate dall’idea di diventare zitelle acide si accontateno del peggio e stanno con un uomo purchessia, solo in quanto uomo, solo in quanto partner.

Insomma una zitella acida è la sfigata per antonomasia, colei che rappresenta la vera sfiga per una donna: il fatto di non avere un compagno. Certo, per chi ci crede, per chi compra senza filtrare con il proprio senso critico quanto venduto dal pensiero comune e diffuso.
Sì, perché, attenzione: le idee, anche quelle più popolari, gettonate e fortunate, vanno sempre messe in discussione. Le tue e quelle degli altri. Se l’aspettativa di vita dell’uomo contemporaneo è per lo meno raddoppiata rispetto a quella dell’uomo del Medioevo è perché si è usato il senso critico e si sono trovate nuove idee, più utili rispetto a quelle più “banali”, “scontate” e “popolari”.

Essere persone adulte e mature, avere le palle e avere successo signfica innanzittutto non bersi tutte le baggianate che ci vengono propinate dallo spirito del tempo, dal primo che passa o dagli stati di Facebook. E nemmeno i pregiudizi della nonna e della mamma, o – e qui peggio mi sento – i pregiudizi della nonna e della mamma della tua “migliore” amica o del tuo ex fidanzato.

La zitella acida e l’orrore insospettabile

Identificare, riconoscere e sovvertire le milionate di idee sbagliate che ci circondano significa costruirsi una vita su misura, autentica, davvero felice. E rifiutare di vivere una vita standard, cioè basata su regole e “leggi” del “si dice”, “si deve”, “è meglio”. Ecco: il termine zitella acida nasce in un ambiente standard e si alimenta di mentalità, idee e presupposizioni standard. Il termine zitella acida è da negozio di cineserie “tutto a 1 euro!”, tanto per capirci…

Il senso critico, beh, quello appartiene ad altre categorie. Ad altri livelli. Ad alti livelli. Il senso critico è un prodotto d’élite.

E come si fa ad avere senso critico? Dove lo vendono il senso critico? Usare il senso critico significa usare la propria intelligenza, nel senso che la si adopera, invece di lasciarla inutilizzata. Essere intelligente è utile, eccome se è utile! E il senso critico fa da filtro, una volta che si è decisa di usare l’intelligenza. Che cosa vuol dire? Che ogni volta che ti viene sottoposta un’idea decidi di valutare se ha senso, utilità, valore.

Per inciso: il senso critico, se applicato, aiuta a trovare l’uomo giusto e a evitare quello sbagliato. Quindi, viva l’intelligenza e il senso critico.

Andiamo avanti. Le parole sono modi per esprimere le idee e anche i loro sottintesi. Zitella acida esprime molte idee, tutte sbagliate e ha molti sottintesi tutti sbagliati. Ed è frutto di una cultura manipolatoria, che fa della manipolazione e del manipolare un proprio strumento di controllo.

Perché la realtà è molto più ricca e articolata delle parole e delle idee preconfezionate che ti vogliono vendere in giro. E affezionarsi a poche e vecchie idee significa lasciare andare la possibilità di trovare vere soluzioni ai propri bisogni. Ragazze, lo so, quando scrivo queste cose, mi sto rivolgendo a persone intelligenti che sono entusiaste di sperimentare nuovi concetti. Se pensi di avere delle insoddisfazioni nella tua vita, dei bisogni inappagati, delle aspirazioni incompiute, non ravanare sempre nel solito polveroso deposito buio delle vecchie idee del passato, che qualcun altro ti ha dato per buone. Cerca nuove vie: le nuove vie sono molto più numerose di quelle vecchie. E contengono soluzioni e trovate insospettabili per quel che tu desideri e che al momento non puoi nemmeno immaginare.

Se ti concentri su un’idea sola, magari cattiva e ti fai tiraneggiare da questa unica idea cattiva, perdi la visione di insieme e davvero sei Cappuccetto Rosso che vaga smarrita nel bosco pronta a farsi mangiare dal lupo. E, per esempio, lo spauracchio di cui parlavamo prima, che porta la definizione indegna di zitella acida può distrarti da una visione più intelligente e utile della realtà.

La zitella acida e le cattive idee degli altri

Perché, cara mia, se la tua vita è un continuo fuggire da idee, situazioni e posizioni che altri, prima di te, hanno definito per te a tua insaputa, difficile che tu trovi la tua meta, quella che ti appartiene veramente. Più facile che tu cada in altre trappole, ben più pericolose di quelle che tu credi di temere.

Breve ed essenziale, la guida che ti spiega i passi base e fondamentali per costruire o ricostruire la tua autostima e mantenerla. Per stare bene con te stessa e con l’uomo giusto.

In altre parole: quante donne si rovinano la vita nel tentativo di rispecchiare un’idea di realizzazione che non appartiene davvero a loro, per una qualsivoglia ragione? Quante donne hanno scampato il pericolo di vedersi appioppata la definizione di zitella acida, ma si ritrovano, magari senza esserne consapevoli, in condizioni ben più infelici e restrittive rispetto all’inferno immaginario che credono di aver evitato, dato che vivono in un inferno reale, che però non è tale per l’idea comune?

E lo stesso si può dire degli uomini… Perché mai una donna deve temere di diventare una zitella acida e un uomo non deve essere terrorizzato all’idea di diventare un ultras il cui solo scopo esistenziale è quello di andare allo stadio alla domenica a prendersi a botte con i suoi pari? No, davvero, ma quante condizioni sono ben più sostanzialmente vergognose che non quella che richiede la definizione di zitella acida?

E allora, lasciamo perdere per un momento la zitella acida, inacidita perché sola e senza sesso. E parliamo di categorie umane “impressionanti” alle quali so che in molti non vorrebbero appartenere. Ma in realtà ci sono dentro fino al collo.

"Perché agli inglesi è toccata una parola figa come “single” e a noi “zitella”? NiceToMatthew"

Che dire, per esempio, dei tantissimi matrimoni (o relazioni) senza sesso. Si definiscono “bianchi”. Sono unioni nelle quali i partner non hanno mai avuto un rapporto sessuale vero e proprio. Sono migliaia nel nostro paese. Quanto è frustrante, quanto abbatte, quanto consuma una situazione del genere? Quanto mina nel profondo la femminilità di una donna?

"Io sono single perché sono nata in questo modo. Mae West"

Che pensare, poi, del caso di tanti altri matrimoni in cui il sesso c’è stato, sì, ma talmente tanto tempo fa, che, accidenti, e chi se ne ricorda più? Quanto avvilimento c’è in una relazione del genere? E quante donne tengono duro, resistono, persistono perché un matrimonio è un matrimonio, quello sì è importante, e chi se ne frega se la porpria vita va a ramengo?

Poi ci sono le relazioni e i matrimoni da sempre e per sempre insoddisfacenti, su tutti i frunti e da tutti i punti di vista, quelli in cui lui è una mezza calza di uomo – incapace, distratto e inetto anche e soprattutto a letto -, mentre lei, per una ragione o per l’altra, di certo “meriterebbe di più”, ma di fronte al mostro dalle 7 teste che è il mito della zitella acida ha rinunicato a cercare oltre, a cercare di meglio. Si è adagiata, ha rinunciato alle sue ambizioni, ha messo da parte le proprie competenze e imprigionato la scintilla della propria intelligenza per rendere tollerabile e credibile un’unione che non ha nessuna ragione d’essere, ma continuerà finché morte non separi.

E delle relazioni in cui il problema pincipale non è la mancanza di sesso, ma la mancanza di tutto il resto: condivisione, dialogo, sostegno reciproco? Come le vogliamo definire? Quante migliaia di donne stanno in matrimoni o relazioni del genere e si spengono, dentro e fuori? Non c’è un’orribile definizione per questo genere di unioni? Quante donne accettano l’umiliazione di una vita intera pur di non essere considerate zitelle acide?

Cosa pensare delle tante coppie nelle quali i partner non hanno niente da dirsi e si portano dentro da anni rancori, rabbie e risentimenti potenti, dei quali non conoscono le ragioni e le origini (la consapevolezza non si compra al supermarket, come l’olio d’oliva) e mantengono tra di loro un equilibrio maligno costruito sulla aggressività passiva?

La zitella acida e le storie d’odio anziché d’amore

Come definire le tante altre coppie in cui, invece, l’aggressività è esplicita e si manifesta non in violenza fisica ma nell’ostentata manifestazione di un’insofferenza reciproca continua, fatta di parole, opere e omissioni… perfino “dispetti”. Qual è il livello di “acidità” in questo genere di relazioni? Io le definisco “storie d’odio”. Ma qualcuno mette mai le donne sull’avviso di quanto terribile sia finire e restare in una storia d’odio?

E poi, di fronte ai tanti messaggi e alle dichiarazioni terrorizzate di donne giovani e mature che temono di fare la fine della “zitella acida” e di non poter coronare il sogno di avere una famiglia (cioè di avere un marito e dei figli), non può non venirmi in mente una figura di donna tanto diffusa e tanto invadente nel nostro mondo contemporaneo. Quella che io definisco la “madre assoluta”. La donna che pare riconoscere se stessa e la propria identità profonda soprattutto se non esclusivamente nel ruolo di madre. E’ una donna che si mostra assertiva, per non dire aggressiva e prepotente, facendo leva su quell’idea strabordante di maternità che vuole rappresentare con lo stesso coraggio con cui Giovanna d’Arco è salita al rogo. La propria maternità non la sperimenta e non la gode. La incarna e la impone agli altri, così come impone i propri figli e le loro prepotenze al mondo. Tiraneggia tutti coloro con i quali ha qualche genere di relazione (marito, famiglia d’origine, parenti vari, insegnanti, allenatori, colleghi) e, ovviamente, tiranneggia e invade le vite dei figli mentre, a sua volta, è tiranneggiata da quegli stessi figli che fa credere siano la sua ragione di vita. E invece più probabilmente sono lo specchio appannato del suo narcisismo e alimentano con lei un circolo vizioso di arroganza e di prepotenza che si allarga tutto intorno come un’onda nell’acqua.

Queste “madri assolute” che sì, davvero, ripongono la pretesa soddisfazione di tutte le loro aspirazioni in un ruolo che alla fine – in modo paradossale – toglie loro tutta la femminilità possibile, rendendole più simili a streghe malefiche. Qui siamo ben oltre l’astinenza dalle gioie del sesso.

In questo desolante e parziale elenco voglio ricordare anche le tante relazioni incentrate sull’abuso e la perversione, dove vi è violenza fisica e psicologica e manipolazione. Relazioni nelle quali molte donne – molte più di quanto si possa sospettare – sono letteralmente costrette a rimanere, perché l’annientamento della volontà e dell’iniziativa personale è uno degli effetti tipici di queste relazioni, ma anche perché il “sapere comune” non fornisce gli strumenti adeguati per interpretarne i segnali e i rischi devastanti.

La zitella acida e la morale della favola

Che cosa ti ho voluto dire con questo articolo? L’altro giorno ho ricevuto un messaggio e-mail, evidentemente da una persona che ama andare nel profondo delle questioni, cioè, per intenderci, quel genere di messaggi senza saluti iniziali, senza punteggiatura, senza distinzione tra maiuscole e minuscole, senza congedo finale, nel quale la mittente mi diceva che aveva iniziato a leggere la mia guida gratuita Come attrarre la persona giusta per te in 11 passi e che le pareva che io dedicassi molto spazio alla capacità di stare da sola e questo le suscitava qualche perplessità. Ebbene la lettrice in questione non è il genere di lettrice alla quale amo rivolgermi.

Se dopo la lettura di quest’articolo la tua sintesi è che io non sia favorevole al matrimonio, inciti le donne a non cercare un partner, a non desiderare una vita di coppia soddisfacente e appagante e che non mi piacciano i bambini (e soprattutto le loro madri) ti rispondo che temo che sia sfuggito il nocciolo della questione.

E’ proprio perché penso che il desiderio di avere una vita sentimentale serena e arricchente sia un desiderio naturale e legittimo, proprio per questo sono convinta che ogni donna (ogni persona) faccia bene a decidere che cosa vuole davvero per sé, con uno sguardo proiettato al lungo termine e usi tutti gli strumenti e l’intelligenza necessari a rendere concrete e reali le proprie aspirazioni di felicità. Senza farsi ingannare da falsi miti e pessime storie raccontate male. Perché la tua vita è una sola e nessuno deve permettersi di giocare e di prendersi gioco della tua vita.

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121 Commenti

  1. Avatar di Sara

    Sara 10 anni fa (16 Dicembre 2014 21:16)

    Ciao Ilaria, è che secondo me il problema siamo noi donne. Siamo noi che non accettiamo che qualcuna di noi possa stare bene senza un uomo. Ci spaventa il non farcela come lei. Siamo i primi giudici impietosi e severi e facciamo male, molto male, a quelle che ce la fanno, che si riescono ad emancipare da queste idee medievali su chi o cosa dovremmo essere per avere diritto ad esistere. Mogli, madri, figure sempre impegnate ad accudire..qualcun altro. Noi stesse no. Ci fa sentire patetiche, sole, abbandonate. E se per sbaglio sei single e non sei acida, ma anzi, ti diverti, stai bene, lavori, coltivi le tue passioni, sei una donna intelligente, interessante, curi te stessa e magari per questo sei attraente, allora, sei un problema per le altre, sei una minaccia. Vieni allontanata come "la mangia uomini", guardata come una maliarda seduttrice di mariti, compagni, uomini che manco vedi e che il più delle volte non vedono manco loro che ne sono le mogli, ma siccome se li subiscono da anni, hanno il terrore che tutto quel sacrificio vada sprecato. E tu questi non li vorresti nemmeno se te li regalassero con i punti della Coop. Ma queste sono terrorirzzate e ti umiliano, ti ghettizzano e allontanano perchè tu sei quello che loro vorrebbero essere...e questo le fa inca****e a morte, ma invece di fare autocritica, prendere la palla al balzo e magari migliorare se stesse e la loro relazione, additano te, come una poco di buono, perchè se sei a piede libero, non hai fatto figli, non hai un compagno e stai bene! allora sei per forza una facile. E allora signore, guai a voi se vi sento lamentarvi.. Siete voi a costruirvi le vostre stesse prigioni al punto che pur di difenderle, di non mettervi in discussione (ma continuando incessantemente a lamentarvi) siete addirittura disposte a giudicare chi invece, ha trovato la forza - non di vivere senza un uomo accanto - ma di vivere ANCHE ..senza un uomo accanto. E si.. perchè non deve "valerne la pena", la "pena" non ci deve proprio essere..
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  2. Avatar di Vesper

    Vesper 10 anni fa (16 Dicembre 2014 23:42)

    Sul "sei diventata signorina" credo non ci sia nessuna donna che a suo tempo non si sia sentita rivolgere questa domanda orribile!! Ma la storia più sconvolgente è quella raccontata da un mio professore durante un corso all'università in cui ci diceva che un'amica di sua madre ebbe il suo primo figlio all'età di 28 anni (siamo negli anni '60) e sulla sua scheda venne scritto "PRIMIPARA ATTEMPATA"!!! Cioè secondo la mentalità degli anni '60 una donna che a 28 anni aveva il primo figlio era già bella che "consumata" e fatto oramai il suo tempo! Ma roba da matti -.-"
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  3. Avatar di Cris83

    Cris83 10 anni fa (17 Dicembre 2014 16:24)

    @Sara e @Minou la penso come voi...le critiche arrivano soprattutto dalle donne. Quelle infelici e insoddisfatte. Siamo o Zitelle Acide o P****e che cercano di rubare mariti o semplicemente sei single perche "ti diverti"(ovvero cambi uomo ogni notte). Le donne felici della loro vita,del loro matrimonio e in pace con se stesse, non vanno in giro ad offendere e a criticare gli altri.
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  4. Avatar di paola

    paola 10 anni fa (17 Dicembre 2014 17:40)

    avevo 30 anni e la mia nipotina, "istigata" da mia sorella, minore di 4 anni ma già felicemente sposa e mamma, mi chiamava zia zitella. Non ho mai saputo se alla fine mi sono sposata con un uomo che palesemente non era giusto per me, ma semplicemente mi sembrava potesse essere affidabile come padre e come marito. Risultato, dopo 10 anni e due figli meravigliosi eravamo già in crisi profonda, ho sopportato, perchè così si doveva fare, altri 7 anni e poi mi sono separata. Tra l'altro non è stato un buon marito, e nemmeno un buon padre, non come io avrei voluto almeno e così ho fatto la mia infelicità e la sua.
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  5. Avatar di Michela2

    Michela2 10 anni fa (17 Dicembre 2014 18:20)

    Ciao a tutte!!!Scusate se mi permetto di fare un'osservazione su quello che ho notato leggendo i vari commenti. Tante di voi si sono sposate ed hanno fatto figli con uomini che non amavano, per accontentare gli altri, per accontentare il mondo. Poi ci sono le ragazze single che vengono considerate zitelle o malviste da quelle sposate. Se il mondo va come i commenti, tante di quelle donne sposate sono infelici. L'infelicità probabilmente ti porta al giudizio degli altri. Io sono stata single una vita, non mi hanno mai chiamato zitella acida, neanche zitella e basta. Devo dire che le donne single fanno un po' "paura" alle maritate, non so se hanno paura che gli rubi l'uomo...E' quello che comunque ho un po' sempre intravisto, anche tra le mie amiche accoppiate (tranne una). Beh, io continuo a dirvi che l'amore arriva quando meno te lo aspetti e magari è dietro l'angolo (è successo a me e quando me lo dicevano mi sembrava una barzelletta).L'importante è non accontentarsi e non accontentare... Vi bacio
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  6. Avatar di Cris83

    Cris83 10 anni fa (17 Dicembre 2014 22:03)

    @Michela2 beata te che non ti ci hanno mai chiamato hi hi hi:)!! Il pensiero che durante le feste devo rivedermi tutto il parentame gia' mi sento male :D!! Pensero' a questo blog a Ilaria e a tutte voi,ai vostri commenti e mi faro' forza perche' so che questa e' la strada giusta!! ;)!! gli altri dicessero quello che vogliono!!
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  7. Avatar di Sara

    Sara 10 anni fa (18 Dicembre 2014 11:45)

    @Cris83 anche io mi sento male al pensiero delle domande dei parenti...Vivo all'estero e so che durante i giorni di Natale partirà la solita tiritera: e non hai trovato nessuno lì?E ma non ce ne sono di carini al lavoro?E tra i tuoi vicini di casa?Ma non hai detto che conosci sempre un sacco di gente nuova?..........Ridiamoci sopra che è meglio!!
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  8. Avatar di Stefania

    Stefania 10 anni fa (18 Dicembre 2014 13:29)

    <<Si cercano nuove vie e nuovi modi e sono certa che "l'essere dura" di adesso porterä soddisfazioni. Te lo assicuro>>. Mi sto separando legalmente dopo tanti anni di matrimonio, sei anni di separazione di fatto e senza la certezza di un lavoro: in questi giorni ci voleva proprio leggere queste parole, Ilaria. Grazie.
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  9. Avatar di Valeria87

    Valeria87 10 anni fa (18 Dicembre 2014 20:27)

    C'è un modo per cavarsela di fronte alle domande di amici e parenti. L'ho sperimentato personalmente, ripensando a quel commento in cui Emanuela faceva dei parallelismi con i colloqui di lavoro. Anch'io mi trovo all'estero come Sara. Quando rientro e, nel bel mezzo dei miei racconti sulla vita qui, il lavoro, le passioni, ecc., vengo interrotta per ricevere la fatidica domanda: "Ma il fidanzato l'hai trovato?", adesso rispondo: " Ne sto valutando diversi, vi farò sapere". Provate anche voi, così poi mi dite che effetto ottenete ;)
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  10. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (18 Dicembre 2014 20:32)

    Ahem.... e qui si lascia spazio alla fantasia e all'immaginazione, con un brvido che corre lungo la schiena: quali mai saranno i criteri di valutazione?! ;) :D
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  11. Avatar di Attila

    Attila 10 anni fa (18 Dicembre 2014 20:50)

    Valeria 87, fantastica risposta! :D :D :D
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  12. Avatar di Valeria87

    Valeria87 10 anni fa (18 Dicembre 2014 23:06)

    Grazie :) Evidentemente, la tentazione di cogliere me stessa in fallo è sempre in agguato ;)
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  13. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (18 Dicembre 2014 23:09)

    Ah, ok, meno male. Non sono io che mi sono spiegata male, sei tu che non hai capito (ANCHE questa è una battuta!).
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  14. Avatar di Valeria87

    Valeria87 10 anni fa (18 Dicembre 2014 22:32)

    In effetti, Ilaria, mi rendo conto che "valutare" è un termine freddo. Fa un po' maestrina giudicante, atteggiamento che non mi piace. E non escludo che la mia attuale ritrosia a impegnarmi con qualcuno sia solo l'ennesima manifestazione della mia paura di mettermi in gioco. Però in questo momento non ho troppa voglia di pensarci. Mi godo il presente, e sarà quel che sarà :)
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  15. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (18 Dicembre 2014 22:42)

    La mia era una battuta di apprezzamento per quello che avevi scritto. Non si era capito?
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  16. Avatar di edina

    edina 10 anni fa (19 Dicembre 2014 10:14)

    Ma mica immigrato è un offesa. Io sono immigrata e non mi sono mai sentita offesa nel fare questa affermazione.
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  17. Avatar di Cassy

    Cassy 10 anni fa (19 Dicembre 2014 12:12)

    Spesso abbiamo detto che viviamo in una società in cui le donne sono molto portate a ritenere che se non hanno un uomo si sentono delle nullità. E che ci sono moltissime donne che hanno bisogno di un uomo a tutti i costi perché così è stato insegnato loro. Hanno appreso dall'esterno come sia fondamentale la presenza di un uomo al fine della realizzazione e completamento di sé. Posto che la presenza di un compagno o una compagna é elemento per me irrinunciabile (la cui assenza peraltro non è indice di manchevolezze varie ed eventuali) mi domando perché ci si debba stupire che una donna sia veramente "zitella acida" se non ha un uomo. Io non condivido questi appellattivi dispregiativi, (si ammetto che di fronte a donne non troppo gentili sono caduta qualche volta nel cliché) ma oggettivamente questo atteggiamento di irrigidimento della donna senza uomo è semplice e logica conseguenza delle società in cui viviamo. È una donna che ha disatteso davanti agli altri ed in primis davanti a sé stessa delle aspettative, e la sua reazione sarà (se non dotata di elasticità mentale) proprio quella di "inacidirsi" a causa della sua frustrazione. L'errore secondo me sta nel considerare tutte le donne single acide aprioristicamente. E non nel considersrle acide oggettivamente. (Anche perché come diceva qualcuna ci sono molte donne acide, sposate).
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  18. Avatar di Rondine

    Rondine 10 anni fa (19 Dicembre 2014 21:41)

    Ciao Ilaria e ciao a tutte, ho letto l'articolo e credo manchi un'altra folgorante definizione; zitella acida gattara ;) Studi scientifici hanno dimostrato che il gattaresimo è una conseguenza quasi inevitabile della zitellaggine. Quanto sista bene qui! Fusa a tutte quante!
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  19. Avatar di Cris83

    Cris83 10 anni fa (19 Dicembre 2014 22:15)

    Oggi guardavo una foto di mia sorella a 21 anni...era depressa perche' si era lasciata con il "fidanzato storico"dopo 8 anni. Da li e' andata da un uomo sbagliato all altro pur di non stare sola. Si e' sposata con un uomo che la usa. Le piaceva studiare...aveva hobby vari...e adesso?? ha 35 anni, ha preso 30 kg..lui vuole che risponda al telefono (tipo segretaria), che guidi al posto suo(perche' magari lui e' stanco e deve dormire),che gli cucini (pure se leiha 40 di febbre), gli vieta le cose e la controlla. Lui ci ha provato con me. E fa il don giovanni in giro. Lei non ha piu' una personalita'. Alla luce di tutto questo dico: "Mi vuoi chiamare zitella???CHISSENEFREGA NE VADO FIERA". Perche' non bisogna avere fretta e bisogna avere la testa sulle spalle. Non ci si puo' rovinare una vita....
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  20. Avatar di Libera

    Libera 10 anni fa (19 Dicembre 2014 23:56)

    Ho provato sulle mie ossa quanto possa essere ipocrita e medievale ed elitaria la lobbie dei "felicemente sposati"..intendo i matrimoni sapientemente descritti da ilaria. Finti e fasulli all'interno dei quali si consumano le più impensabili ipocrisie e "depravazioni". Matrimoni senza amore, senza sesso, senza rispetto. Famiglie dove la famiglia non c'è perché non esiste nessuna coppia. Matrimoni che vanno avanti grazie alla "terapista di coppia" intesa come una povera zitella di cui sopra che insidia il marito che spesso è proprio lui a concentrarsi sulla zitella anziché sulla moglie. Il tutto con il benestare implicito della consorte che così non deve neanche Scomodarsi ad adempiere ai doveri coniugali. Poi li incontri..loro i finti sposati..a cena..in vacanza..tutti seduti a mangiare il panettone allegramente! Ma tu sei la zitella..infelice! O nella migliore ipotesi (se sei fisicamente avvenente è dotata di un cervello) la poco di buono Che insidia i mariti altrui..tutto un grande schifo..scusate lo sfogo!
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