La zitella acida, la teoria della stupidità umana e il volo ad alta quota

zitella acidaOgni tanto tra i messaggi che mi inviano le lettrici, nei commenti sul blog o sulla pagina Facebook de La Persona Giusta per Te vedo fare capolino due magiche paroline, una breve definizione, archeologica e apparentemente sempre in voga: zitella acida. E mi stupisco e rimango impressionata. Ci sono ancora, ahimé, donne terrorizzate di fare la fine della zitella acida, di trasformarsi – chissà come, chissà quando, chissa perché – in una zitella acida. Donne così terrorizzate di diventare delle zitelle acide da accontentarsi di stare ed elemosinare l’attenzione (e il non-amore) di ogni genere di uomini sbagliati, tipo il dongiovanni, il perditempo, lo stronzo, il rospo, l’indeciso, l’irresponsabile, il confuso, lo sposato, il fantasma, il bambinone, il falso figo, colui che usa la manipolazione a carriolate, il cretino.

"Se sei single il mondo è il tuo buffet personale. Da: Sex and the City"

Oddio non è che, appunto, all’apparenza la definizione zitella acida sia la fine del mondo. E che vuoi che sia, su! Vi sono tanti altri pessimi termini per definire le persone, termini che, anch’essi come zitella acida, affondano le proprie radici in sotterranei oscuri dell’ignoranza e della disumanità e nei buchi neri e profondi dello spirito, della mente, dell’intelligenza. Ne cito alcuni (pochi, tra l’immensa scelta disponibile e orrorifica), così, tanto per fare degli esempi: puttana, negro, terrone, vu cumpra’, frocio, lesbica, immigrato, barbone e molti altri profondamente offensivi, carichi di aggressività, di violenza e di disprezzo usati per definire persone considerate non allineate agli standard, per qualsiasi ragione. Chi ha intuito sa di certo a che cosa mi riferisco quando parlo di persone non “allineate agli standard”. Chi non ha intuito pazienza: giorno verrà in cui se è importante intuire, si intuirà. Diversamente non sarà stato così importante e si perderà un pezzetino di luce, rimanendo nell’ombra.

La zitella acida e la felicità della vita

Siamo sincere: zitella acida suona molto più familiare, affettuoso e amichevole rispetto ai termini che ho citato a esempio. Ma non è proprio così. In effetti per zitella acida si intende una donna che non ha un marito e per questo fatto si porta dietro un carico di acidità, si presume per la disgrazia, il rammarico e il rimpianto, guarda un po’, proprio di non aver contratto matrimonio e – si sottitende, con malizia e volgarità – soprattutto per la sfortuna di non godere delle gioie del sesso.

"Nubile. Non sposata. Non fidanzata. Senza relazioni sentimentali. Senza impegni futuri. Anonima"

Ohibò. Interessante. Dunque chi usa la definizione zitella acida ha come contesto mentale il retropensiero secondo il quale essere una donna non sposata significa essere una zitella acida. Una donna infelice. Dal che ne deriva, per un passaggio di logica di imbarazzante banalità, che per non essere acida (e quindi, ovviamente, infelice, in quanto l’acidità è il sintomo dell’infelicità), una donna abbia una soluzione vechia e scontata a propria disposizione: prendere marito. Trovarsi un compagno. La felicità, una donna, se la conquista con il matrimonio. Tutto qui il dramma esistenziale femminile: questo è l’inizio e la fine di ogni obiettivo, progetto, sogno di una donna. Il succo, alla fin fine, stringi stringi è tutto lì.

Per un uomo, ovviamente, non è così. Un uomo la sua felicità se la costruisce attraverso strumenti ben più difficili da conquistare e da controllare: il successo sociale, la carriera, il denaro, tante belle donne. La vita di un uomo è eccitante e piena di sorprese e di grandi sfide. E, soprattutto, va da sé che un uomo è, per definizione, soddisfatto sessualmente e quindi non-acido. Esiste una definizione per un uomo inacidito dalla mancanza delle gioie del sesso? No. Semmai c’è il “morto-di-figa”, che è uno sfigato un po’ schifosetto e per lo più innocuo, ma di sicuro privo di qualsiasi acidità. Che prima o poi una sua collocazione nel mondo la troverà. Magari come migliore amico di molte donne attraenti e insicure che non trovano un partner alla loro altezza e che nel contempo proprio non se la sentono di immolarsi per il morto di figa, ma ne accettano di buon grado la compagnia, in mancaza di altro. Molto interessante.

La zitella acida e i mille volti della sfiga autentica

Zitella acida è un termine che viene dal passato, dal peggio del passato, dal peggio della cultura popolare e tradizionale. Eppure, guarda un po’, è un termine che contiene in sé, ancora al giorno d’oggi, tutta la sua potenza negativa e funziona da terribile spauracchio per le molte donne single di tutte le età, che appunto, terrorizzate dall’idea di diventare zitelle acide si accontateno del peggio e stanno con un uomo purchessia, solo in quanto uomo, solo in quanto partner.

Insomma una zitella acida è la sfigata per antonomasia, colei che rappresenta la vera sfiga per una donna: il fatto di non avere un compagno. Certo, per chi ci crede, per chi compra senza filtrare con il proprio senso critico quanto venduto dal pensiero comune e diffuso.
Sì, perché, attenzione: le idee, anche quelle più popolari, gettonate e fortunate, vanno sempre messe in discussione. Le tue e quelle degli altri. Se l’aspettativa di vita dell’uomo contemporaneo è per lo meno raddoppiata rispetto a quella dell’uomo del Medioevo è perché si è usato il senso critico e si sono trovate nuove idee, più utili rispetto a quelle più “banali”, “scontate” e “popolari”.

Essere persone adulte e mature, avere le palle e avere successo signfica innanzittutto non bersi tutte le baggianate che ci vengono propinate dallo spirito del tempo, dal primo che passa o dagli stati di Facebook. E nemmeno i pregiudizi della nonna e della mamma, o – e qui peggio mi sento – i pregiudizi della nonna e della mamma della tua “migliore” amica o del tuo ex fidanzato.

La zitella acida e l’orrore insospettabile

Identificare, riconoscere e sovvertire le milionate di idee sbagliate che ci circondano significa costruirsi una vita su misura, autentica, davvero felice. E rifiutare di vivere una vita standard, cioè basata su regole e “leggi” del “si dice”, “si deve”, “è meglio”. Ecco: il termine zitella acida nasce in un ambiente standard e si alimenta di mentalità, idee e presupposizioni standard. Il termine zitella acida è da negozio di cineserie “tutto a 1 euro!”, tanto per capirci…

Il senso critico, beh, quello appartiene ad altre categorie. Ad altri livelli. Ad alti livelli. Il senso critico è un prodotto d’élite.

E come si fa ad avere senso critico? Dove lo vendono il senso critico? Usare il senso critico significa usare la propria intelligenza, nel senso che la si adopera, invece di lasciarla inutilizzata. Essere intelligente è utile, eccome se è utile! E il senso critico fa da filtro, una volta che si è decisa di usare l’intelligenza. Che cosa vuol dire? Che ogni volta che ti viene sottoposta un’idea decidi di valutare se ha senso, utilità, valore.

Per inciso: il senso critico, se applicato, aiuta a trovare l’uomo giusto e a evitare quello sbagliato. Quindi, viva l’intelligenza e il senso critico.

Andiamo avanti. Le parole sono modi per esprimere le idee e anche i loro sottintesi. Zitella acida esprime molte idee, tutte sbagliate e ha molti sottintesi tutti sbagliati. Ed è frutto di una cultura manipolatoria, che fa della manipolazione e del manipolare un proprio strumento di controllo.

Perché la realtà è molto più ricca e articolata delle parole e delle idee preconfezionate che ti vogliono vendere in giro. E affezionarsi a poche e vecchie idee significa lasciare andare la possibilità di trovare vere soluzioni ai propri bisogni. Ragazze, lo so, quando scrivo queste cose, mi sto rivolgendo a persone intelligenti che sono entusiaste di sperimentare nuovi concetti. Se pensi di avere delle insoddisfazioni nella tua vita, dei bisogni inappagati, delle aspirazioni incompiute, non ravanare sempre nel solito polveroso deposito buio delle vecchie idee del passato, che qualcun altro ti ha dato per buone. Cerca nuove vie: le nuove vie sono molto più numerose di quelle vecchie. E contengono soluzioni e trovate insospettabili per quel che tu desideri e che al momento non puoi nemmeno immaginare.

Se ti concentri su un’idea sola, magari cattiva e ti fai tiraneggiare da questa unica idea cattiva, perdi la visione di insieme e davvero sei Cappuccetto Rosso che vaga smarrita nel bosco pronta a farsi mangiare dal lupo. E, per esempio, lo spauracchio di cui parlavamo prima, che porta la definizione indegna di zitella acida può distrarti da una visione più intelligente e utile della realtà.

La zitella acida e le cattive idee degli altri

Perché, cara mia, se la tua vita è un continuo fuggire da idee, situazioni e posizioni che altri, prima di te, hanno definito per te a tua insaputa, difficile che tu trovi la tua meta, quella che ti appartiene veramente. Più facile che tu cada in altre trappole, ben più pericolose di quelle che tu credi di temere.

Breve ed essenziale, la guida che ti spiega i passi base e fondamentali per costruire o ricostruire la tua autostima e mantenerla. Per stare bene con te stessa e con l’uomo giusto.

In altre parole: quante donne si rovinano la vita nel tentativo di rispecchiare un’idea di realizzazione che non appartiene davvero a loro, per una qualsivoglia ragione? Quante donne hanno scampato il pericolo di vedersi appioppata la definizione di zitella acida, ma si ritrovano, magari senza esserne consapevoli, in condizioni ben più infelici e restrittive rispetto all’inferno immaginario che credono di aver evitato, dato che vivono in un inferno reale, che però non è tale per l’idea comune?

E lo stesso si può dire degli uomini… Perché mai una donna deve temere di diventare una zitella acida e un uomo non deve essere terrorizzato all’idea di diventare un ultras il cui solo scopo esistenziale è quello di andare allo stadio alla domenica a prendersi a botte con i suoi pari? No, davvero, ma quante condizioni sono ben più sostanzialmente vergognose che non quella che richiede la definizione di zitella acida?

E allora, lasciamo perdere per un momento la zitella acida, inacidita perché sola e senza sesso. E parliamo di categorie umane “impressionanti” alle quali so che in molti non vorrebbero appartenere. Ma in realtà ci sono dentro fino al collo.

"Perché agli inglesi è toccata una parola figa come “single” e a noi “zitella”? NiceToMatthew"

Che dire, per esempio, dei tantissimi matrimoni (o relazioni) senza sesso. Si definiscono “bianchi”. Sono unioni nelle quali i partner non hanno mai avuto un rapporto sessuale vero e proprio. Sono migliaia nel nostro paese. Quanto è frustrante, quanto abbatte, quanto consuma una situazione del genere? Quanto mina nel profondo la femminilità di una donna?

"Io sono single perché sono nata in questo modo. Mae West"

Che pensare, poi, del caso di tanti altri matrimoni in cui il sesso c’è stato, sì, ma talmente tanto tempo fa, che, accidenti, e chi se ne ricorda più? Quanto avvilimento c’è in una relazione del genere? E quante donne tengono duro, resistono, persistono perché un matrimonio è un matrimonio, quello sì è importante, e chi se ne frega se la porpria vita va a ramengo?

Poi ci sono le relazioni e i matrimoni da sempre e per sempre insoddisfacenti, su tutti i frunti e da tutti i punti di vista, quelli in cui lui è una mezza calza di uomo – incapace, distratto e inetto anche e soprattutto a letto -, mentre lei, per una ragione o per l’altra, di certo “meriterebbe di più”, ma di fronte al mostro dalle 7 teste che è il mito della zitella acida ha rinunicato a cercare oltre, a cercare di meglio. Si è adagiata, ha rinunciato alle sue ambizioni, ha messo da parte le proprie competenze e imprigionato la scintilla della propria intelligenza per rendere tollerabile e credibile un’unione che non ha nessuna ragione d’essere, ma continuerà finché morte non separi.

E delle relazioni in cui il problema pincipale non è la mancanza di sesso, ma la mancanza di tutto il resto: condivisione, dialogo, sostegno reciproco? Come le vogliamo definire? Quante migliaia di donne stanno in matrimoni o relazioni del genere e si spengono, dentro e fuori? Non c’è un’orribile definizione per questo genere di unioni? Quante donne accettano l’umiliazione di una vita intera pur di non essere considerate zitelle acide?

Cosa pensare delle tante coppie nelle quali i partner non hanno niente da dirsi e si portano dentro da anni rancori, rabbie e risentimenti potenti, dei quali non conoscono le ragioni e le origini (la consapevolezza non si compra al supermarket, come l’olio d’oliva) e mantengono tra di loro un equilibrio maligno costruito sulla aggressività passiva?

La zitella acida e le storie d’odio anziché d’amore

Come definire le tante altre coppie in cui, invece, l’aggressività è esplicita e si manifesta non in violenza fisica ma nell’ostentata manifestazione di un’insofferenza reciproca continua, fatta di parole, opere e omissioni… perfino “dispetti”. Qual è il livello di “acidità” in questo genere di relazioni? Io le definisco “storie d’odio”. Ma qualcuno mette mai le donne sull’avviso di quanto terribile sia finire e restare in una storia d’odio?

E poi, di fronte ai tanti messaggi e alle dichiarazioni terrorizzate di donne giovani e mature che temono di fare la fine della “zitella acida” e di non poter coronare il sogno di avere una famiglia (cioè di avere un marito e dei figli), non può non venirmi in mente una figura di donna tanto diffusa e tanto invadente nel nostro mondo contemporaneo. Quella che io definisco la “madre assoluta”. La donna che pare riconoscere se stessa e la propria identità profonda soprattutto se non esclusivamente nel ruolo di madre. E’ una donna che si mostra assertiva, per non dire aggressiva e prepotente, facendo leva su quell’idea strabordante di maternità che vuole rappresentare con lo stesso coraggio con cui Giovanna d’Arco è salita al rogo. La propria maternità non la sperimenta e non la gode. La incarna e la impone agli altri, così come impone i propri figli e le loro prepotenze al mondo. Tiraneggia tutti coloro con i quali ha qualche genere di relazione (marito, famiglia d’origine, parenti vari, insegnanti, allenatori, colleghi) e, ovviamente, tiranneggia e invade le vite dei figli mentre, a sua volta, è tiranneggiata da quegli stessi figli che fa credere siano la sua ragione di vita. E invece più probabilmente sono lo specchio appannato del suo narcisismo e alimentano con lei un circolo vizioso di arroganza e di prepotenza che si allarga tutto intorno come un’onda nell’acqua.

Queste “madri assolute” che sì, davvero, ripongono la pretesa soddisfazione di tutte le loro aspirazioni in un ruolo che alla fine – in modo paradossale – toglie loro tutta la femminilità possibile, rendendole più simili a streghe malefiche. Qui siamo ben oltre l’astinenza dalle gioie del sesso.

In questo desolante e parziale elenco voglio ricordare anche le tante relazioni incentrate sull’abuso e la perversione, dove vi è violenza fisica e psicologica e manipolazione. Relazioni nelle quali molte donne – molte più di quanto si possa sospettare – sono letteralmente costrette a rimanere, perché l’annientamento della volontà e dell’iniziativa personale è uno degli effetti tipici di queste relazioni, ma anche perché il “sapere comune” non fornisce gli strumenti adeguati per interpretarne i segnali e i rischi devastanti.

La zitella acida e la morale della favola

Che cosa ti ho voluto dire con questo articolo? L’altro giorno ho ricevuto un messaggio e-mail, evidentemente da una persona che ama andare nel profondo delle questioni, cioè, per intenderci, quel genere di messaggi senza saluti iniziali, senza punteggiatura, senza distinzione tra maiuscole e minuscole, senza congedo finale, nel quale la mittente mi diceva che aveva iniziato a leggere la mia guida gratuita Come attrarre la persona giusta per te in 11 passi e che le pareva che io dedicassi molto spazio alla capacità di stare da sola e questo le suscitava qualche perplessità. Ebbene la lettrice in questione non è il genere di lettrice alla quale amo rivolgermi.

Se dopo la lettura di quest’articolo la tua sintesi è che io non sia favorevole al matrimonio, inciti le donne a non cercare un partner, a non desiderare una vita di coppia soddisfacente e appagante e che non mi piacciano i bambini (e soprattutto le loro madri) ti rispondo che temo che sia sfuggito il nocciolo della questione.

E’ proprio perché penso che il desiderio di avere una vita sentimentale serena e arricchente sia un desiderio naturale e legittimo, proprio per questo sono convinta che ogni donna (ogni persona) faccia bene a decidere che cosa vuole davvero per sé, con uno sguardo proiettato al lungo termine e usi tutti gli strumenti e l’intelligenza necessari a rendere concrete e reali le proprie aspirazioni di felicità. Senza farsi ingannare da falsi miti e pessime storie raccontate male. Perché la tua vita è una sola e nessuno deve permettersi di giocare e di prendersi gioco della tua vita.

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121 Commenti

  1. Avatar di cinzy

    cinzy 10 anni fa (16 Dicembre 2014 1:43)

    Salve a tutti.. questa società aime ci inculca dogmi e sentenze già scritte all apparenza.. lo .status "zitella acida" viene affibbiato come etichetta morale e fa ridere.. e se così fosse sono fiera di ritenermi allora una zitella acida. Nessuno puo giudicare e definire più o meno completa la vita di qualcun altro.. possono essere molteplici le cause o motivazioni. Parlo personalmente ho 33 anni, vivo appieno la mia vita, accetto le sfide e mi metto in gioco a livello interpersonale e allo stesso tempo so bene quello che voglio e c ho che mi completa.. amo me stessa alla.follia..e aime non trovo riscontro nella maggior parte dei casi.. sentimenti impoveriti, false illusioni, animi ballerini, non facciamo altro che cindividere virtualmente ma umanamente solo pronunciare la parole futuro o domani mette paura! Allora ben vengano le zitelle.. in fondo se dietro ad un grande uomo c e una grande donna.. dietro ad una grande donna c e sempre un altra grande donna e a volte pure zitella acidaaa!!!!!! ;)
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  2. Avatar di Lilly

    Lilly 10 anni fa (16 Dicembre 2014 2:13)

    Per come la vedo io, non è la società, a inculcare che bisogna sposarsi per forza ecc.. E'proprio una questione di volere una cosa e non riuscire ad averla, come capita a tante donne. Ed è inutile anche il discorso che si fa spesso per consolazione, del tipo che nella vita c'è altro, ci sono i viaggi, gli hobby, ecc.. Perchè se una donna desidera avere una famiglia, figli, ecc..che è un desiderio legittimo, e il destino gli nega questa possibilità, o anche solo se una donna si vede costretta suo malgrado a privarsi di una normale vita sessuale, non serve il solito discorso ipocrita che si sente spesso, che la famiglia non è tutto, il sesso non è tutto, ecc.. perchè se invece è quello che la donna desidera, per forza di cose, dovendosene privare, si inacidirà, ma più che acidità è proprio tristezza e frustrazione, e penso che abbia tutti i motivi per sentirsi cosi.. Dai, siamo sinceri....non suona falso se una donna con una vita sessuale molto attiva dice alla "zittella" " Il sesso non è tutto"? E'facile parlare di pane, quando lo stomaco è sazio!
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  3. Avatar di Monique

    Monique 10 anni fa (16 Dicembre 2014 9:34)

    no no almeno questo decidiamolo noi ; ) volevo dire che a me per dire il vero non capita di sentirmi dire acida o altro....anzi mi vedono nella mia vita libera e piena di storie una donna vivace vitale giovane che conduce una vita ricca ed esaltante.forse non faccio trasparire il mio vero stato d'animo...mah. Certo non so mai chiedere aiuto...anzi più' sto male più' mi chiudo e mi nascondo. Sono forse troppo orgogliosa e poco umile per chiedere. Sono andata in loop..non capisco più niente. In questo momento sto male e invece di stare con le mie amiche,quelle vere che so con certezza mi vogliono bene, mi allontano ,mi chiudo creo un muro invalicabile...! Spero passi anche questa volta...anche se ogni volta sembra invece che non passerà mai ....
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  4. Avatar di Cris83

    Cris83 10 anni fa (16 Dicembre 2014 9:35)

    Mia cugina ha 26 anni, e' bravissima..ha fatto corsi di pasticceria, ha vissuto vicino Londra per mesi, parla benissimo varie lingue, ma per la madre e il padre non conta nulla. E' una fallita, perche' non ha un fidanzato e non ha nessuna intenzione di sposarsi. La sorella invece si che e' stata brava...a 14 anni era gia' "fidanzata ufficialmente"(come si scrive su fb) e si e' sposata,ha due bambini.Anche se non ha mai fatto niente per se stessa,non sa fare un passo da sola(la sorella e' partita da sola in piena autonomia). Mi mette i brividi tutto questo. E proprio la sorella sposata, parlando della sorella piu' piccola ha detto "e' uscita con le sue amiche zitelle" (in tono acido). E siamo quasi nel 2015...:)
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  5. Avatar di Valy

    Valy 10 anni fa (16 Dicembre 2014 10:14)

    Ilaria non potevi esprimere meglio i concetti che sto cercando di fare miei.amare se stesse prima, rispettarsi, gioire della propria vita e liberarsi della cultura maschilista spesso trasmessa dalle nostre stesse madri vittime. Dobbiamo stare bene, avere una vita di qualità, non la vita che gli altri pretendono per noi. Gli obblighi di una società cattiva ci rendono schiave
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  6. Avatar di teresa

    teresa 10 anni fa (16 Dicembre 2014 11:17)

    Bell' articolo. Grazie Ilaria
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  7. Avatar di Mia

    Mia 10 anni fa (16 Dicembre 2014 11:49)

    @ rosamunda hai tutta la mia stima. :)
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  8. Avatar di Alisia

    Alisia 10 anni fa (16 Dicembre 2014 11:46)

    Ciao Ilaria, sono d'accordo con te su tutto....ma come si fa, quando si vive in un paese piccolo come quello dove vivo io, dove ti ricordano continuamente che sei single, che a 36 anni essere single non è "normale", come si fa? Io vivo la mia vita, lavoro, esco, pratico le mie passioni, eppure è un continuo ricordarmi che sono senza fidanzato....cerco di rimanere distaccata dalle idee altrui ma è difficile! Come posso fare per non farmi influenzare?
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  9. Avatar di minou

    minou 10 anni fa (16 Dicembre 2014 12:38)

    Ma a voi chi vi insulta di più? A me le donne, nel 90% dei casi. Mi è capitato raramente che un uomo sia arrivato a insultarmi. Cercano di attirare l’attenzione, magari in maniera stupida e imbarazzante, a volte prendendo in giro come i bambini scemi, ma in genere non insultano. Magari non accettano di buon grado il rifiuto e perseguitano (cosa peggiore, ovviamente, dell’insulto). Ma la cattiveria verbale rabbiosa nei miei confronti è stata sempre femminile. Sembra che non rientrare esattamente nei ranghi dia fastidio soprattutto alle donne. Aldilà dell’insulto vero e proprio, quasi sempre ricevuto da persone che manco mi conoscono veramente, una critica malevola casalinga recente che mi ha colpito molto - per il mondo che racchiude - mi è stata fatta da mia madre. Mi ha guardata con espressione di schifo e piena di biasimo a denti stretti, quasi ringhiando, mi ha detto la sua dolorosa verità: “Tu non sei nata per stare in coppia, tu stai bene solo da sola, questo è il tuo problema”. Come se questa fosse la cosa peggiore che potesse dirmi. E io ho pensato che è proprio vero. Io sto bene da sola. Dopo decenni di accoppiamenti cercati, forzati, incessanti e inesorabili, cui ho reagito come una condannata a morte che le tenta tutte per evitare la fine, schiantandomi contro le sbarre e ferendomi a sangue pur di uscirne, senza mai venirne fuori, ho aperto la porta della gabbia. Bastava semplicemente questo. Aprire e uscire. E chi lo sapeva? Certo, ora non c’è nessuno a lanciarmi il cibo dalle sbarre. Ora il cibo me lo procaccio io. Ma non è tanto questa la parte difficile. Per me la cosa più dura è stata uscire dai vari ruoli. Mettere i puntini sulle i, di cosa mi piace e cosa no. Ricacciare tutti al loro posto. Far smettere tutto il circondario di sentirsi autorizzato a invadere il mio spazio proponendomi ciò di cui io non ho voglia. Tutti là a cercare di appiopparmi qualche nuovo fidanzato. Ma si può? Non ne avessi già collezionati troppi… Tutti là a indagare sulla mia attività sessuale (una faccenda di stato, a quanto pare, dio mi scampi dal rischio di non scopare un paio di volte a settimana!), sul ritmo delle mie uscite (!), sulle mie “certe” difficoltà a gestire da sola l’immane casino ereditato con il divorzio, tutti là a compiangere e cercare di consolare, tutti a dire la loro. “Eh, certo, come fai ad andare avanti nella tua condizione? Sei una donna molto forte!” Sì, mi sento molto forte, fuori dalla gabbia. Anche molto felice. Felice di aver smesso questa assurda guerra per liberarmi dagli uomini. Ah, sempre mammina mi ha chiesto se sono lesbica. No, perché in quel caso - mi rassicurava - basterebbe accoppiarsi con una donna e ricalibrare un nuovo tipo di coppia. Non so perché mi vuole vedere per forza convivere con qualcuno… Secondo me pensa che sono imbranata. Anche se, valutando la cosa non superficialmente, mi rendo conto che ci sono ragioni più sottili e inquietanti sotto.
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  10. Avatar di Bianca

    Bianca 10 anni fa (16 Dicembre 2014 12:42)

    Bell'articolo !!! Io sarei per definizione una zitella acida, perché sono single, però ho un figlio avuto da una relazione ma senza matrimonio. Da giovane mi avevano inculcato l'idea che la donna deve sposarsi, fare famiglia, solo così sarà felice... tutte balle, almeno per come sono fatta io. Solo che ho dovuto sposarmi, divorziare e poi fare un figlio con un uomo sbagliato per rendermi conto di come sono veramente e di cosa voglio veramente dalla vita. Posso essere diretta ? Non voglio fare la serva ad un uomo, sopportare tutto il sopportabile ! Per cosa ?? Per dire "ecco mi sono sposata?" NO. Per me la vita famigliare, il matrimonio è un incubo, una vera galera. Sono negativa ma io preferisco di gran lunga vivere sola, essere indipendente, lavorare e non dipendere da nessun uomo !!
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  11. Avatar di michele

    michele 10 anni fa (16 Dicembre 2014 13:37)

    alla faccia dell'equilibrio... solo gli uomini son "difettosi" :)
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  12. Avatar di Ella

    Ella 10 anni fa (16 Dicembre 2014 13:38)

    Da sempre ho combattuto contro l’idea che un uomo, un matrimonio, una famiglia, dessero il senso ad una donna. Mi sono laureata e sono andata a lavorare lontano da casa per provare a me e agli altri che sono una persona intelligente ed indipendente. Poi mi sono sposata e sono diventata mamma di due bambini. Bene, dopo aver fatto tutto quello che pensavo di volere io mi sono resa conto che in realtà avevo fatto tutto quello che gli altri: genitori, amici, società, si aspettavano da me, seguendo le loro indicazioni o andandoci contro! Mi sono ritrovata in un matrimonio senza amore, prigioniera del mio ruolo di mamma, moglie, lavoratrice: vivevo non secondo quanto desideravo ma secondo gli schemi prestabiliti da altri. La mia “lotta” alle regole imposte era rimasta una lotta sterile, senza una vera ricerca di ciò che volevo veramente e alla fine ero rientrata perfettamente nel clichè che mi veniva richiesto.
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  13. Avatar di Ella

    Ella 10 anni fa (16 Dicembre 2014 13:39)

    In quel periodo mi sono sentita fortunata e “normale” e solo ora mi rendo conto che mi sentivo “migliore” di altre che non avevo intrapreso la mia strada e pur non avendo usato certe parole nei loro confronti, un modo di pensare, giudicante, mi apparteneva. Ora che sono separata, passo molto tempo da sola e ho modo di pensare e fare quello che desidero veramente, ora che certi sguardi e certe parole sono rivolti a me, anche dalla mia amica del cuore, che tanto mi vuole bene e mi è stata vicina in momenti molto difficili, ma che non si rende conto, se non dopo che gliel’ho fatto notare, che dare della zitella o della troia a donne che hanno fatto la mia scelta è come darlo a me.., ora so che entrambe: noi donne giudicanti e noi donne giudicate, siamo due facce della stessa medaglia! Credo che siamo talmente impregnate di un certo tipo di mentalità, che ci svilisce e ci considera nate per fare solo alcune cose ben prestabilite, che anche quando crediamo di combatterle ci siamo dentro fino al collo! Il tuo lavoro è prezioso, cara Ilaria, perché parte sempre dalla ricerca di se e dal rispetto profondo verso se stesse. Tu dici: “Perché la tua vita è una sola e nessuno deve permettersi di giocare e di prendersi gioco della tua vita.” . E la prima che deve portare rispetto a me stessa sono io, mi sento di risponderti ora! Personalmente dopo un periodo di profonda delusione verso le persone, uomini o donne che fossero, sto ricominciando a prendere contatti con alcune donne che mostrano il desidero di scoprirsi e capirsi veramente, senza quella voglia di rivincita verso il “mondo ingiusto” che mi aveva portato ad agire “contro-corrente” più per ribellione che per realizzazione personale. Ora mi sento bene nel mio essere donna, ciclica e mutevole,  nell’essere mamma, prendendomi cura dei miei figli, e allo stesso tempo nello stare sola e nello stare bene con me stessa.
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  14. Avatar di Vale

    Vale 10 anni fa (16 Dicembre 2014 13:44)

    Ilaria grazie.. :) ma devo dire che il tuo blog è stato illuminante... lo conosco da diversi mesi e lo leggo davvero con tanto piacere.. e leggo anche quasi tutti i commenti perché l'esperienze altrui mi aiutano ad allargare gli orizzonti. Una cosa certa è che non amo le persone che tendono a criticarmi o a giudicarmi. Ovviamente non sono permalosa per ogni cosa ma chi già inizia con dare dei giudizi senza sapere il perché di una tua azione mi infastidisce e tendo ad allontanarlo/a. Voglio circondarmi di persone che mi fanno stare bene.. meglio pochi ma buoni :) del resto che senso avrebbe frequentare qualcuno che non ti apprezza? Le critiche servono ma bisogna vedere quando e come vengono fatte....
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  15. Avatar di Morettina76

    Morettina76 10 anni fa (16 Dicembre 2014 15:16)

    Ciao Ilaria e ciao a tutti/e, io ho imparato nella vita che le persone si lamentano sempre e comunque, qualunque condizone stiano vivendo... si lamentano le persone single e si lamentano anche, e sopatutto, quelle sposate o conviventi! Io ho un' amica che ha fatto i diavolo a quattro per trovarsi un uomo e sposarsi, salvo poi lamentarsi perchè il marito la tratta come una stupida, è prepotente e la lascia sempre sola! Lei era terrorizzata dallo "zitellaggio", ma io sono più terrorizzata dal diventare la serva o lo zerbino di un uomo insicuro e cattivo! Ho anche capito un'altra cosa... Le persone più sono piene di problemi e più si permettono di giudicare!... Io, scusate il termine, ho imparato a fregarmene, è stata dura non prendersela per il giudizio altrui, ma...ragazzi...la gente è piena di cattiveria e frustrazioni che cerca di riversare su chi li circonda... ed allora cosa ci importa quello che dice? L'essenziale è essere sereni, con o senza compagno/a! Io sono single da poco e spesso avverto questa situazione come tragica, ma poi penso a quello che mi dicono mia madre o le mie amiche/i: "stavo meglio quando ero solo/a" oppure "se tornassi indietro non mi risposerei più"... e così mi conosolo subito!... Attenzione, io non sono contro il matrimonio e nemmeno spero di rimanere sola per sempre, neppure credo alle persone che dicono di stare bene da sole,... Ritengo invece giusto aspettare, in solitudine, la persona alla nostra altezza,... e non parlo di centimetri ;-)) e non mi riferisco alla cultura o al livello economico di un uomo (nel mio caso), ma alla sua EDUCAZIONE e RISPETTO (così rari da trovare)! Così W la "SINGLETUDINE" o lo "ZITELLAGGIO" :-)))))))) in attesa della persona che riesca a trattarci come un essere umano con dei sentimenti! P.S.: a proposito Ilaria, l'atteggiamento, se così lo vogliamo definire, un po' "duro", o meglio diretto, può dare fastidio (e quando una cosa da fastidio vuol dire che è vera), ma è importante, perché ci fa più riflettere e reagire! Grazie per i tuoi articoli e consigli!
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  16. Avatar di dani

    dani 10 anni fa (16 Dicembre 2014 18:03)

    Questo articolo e tutti i fantastici e divertentissimi commenti che seguono li voglio stampare e appendere al muro !!! erano anni che volevo sentire parole come queste, visto che il mondo che mi circonda mi ricorda continuamente tutto quanto avete già scritto, donna senza figli è "secca", senza uomo è "sfigata" , sicuramente con qualche grave difetto oppure le è stato fatto il "malocchio" da qualcuno che era un po' invidiosetto. Il fatto che le donne siano le principali accusatrici delle altre penso sia dovuto al fatto che loro stesse si sono costrette inconsapevolmente in ruoli che non hanno realmente scelto, solo perchè "così deve essere" e da qui nascono le insoddisfazioni, depressioni, aggressività, fanno fuori i figli, ecc, è perchè sono allineate, sì, con la società, ma non con loro stesse. Se non ci fosse questa mentalità diffusissima e potentissima che senza uomo la donna è sfigata e indifesa penso che si sposerebbero un 2-3% degli uomini, proprio giusto quei pochi con i quali vale la pena sprecarsi.
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  17. Avatar di illusa cronica

    illusa cronica 10 anni fa (16 Dicembre 2014 18:47)

    @Ciao Ilaria..vediamo un pò, mio padre mi da della puttana, mia madre dice che ha fatto una figlia brutta e cattiva per questo nessuno mi vuole e per finire lui..si è permesso di dire che devo impegnarmi a trovare qualcuno altrimenti rischio di restare una vecchia zitella acida...da quale pulpito viene la predica? Sai come reagisco a tutto questo piangendo, facendomi venire un infiammazione allo stomaco, da oggi ho cominciato la cura, ma soprattutto impegnandomi a realizzarmi come persona, nel trovare un lavoro, la mia autonomia e indipendenza.. Sono stanca di sentire gli altri decidere per me, etichettarmi, quando non mi conoscono, e chi se frega quello che pensano gli altri l'importante che io so chi sono io e chosa voglio per me..se non sarò riuscita a camminare con le mie gambe a volermi bene, collezionerò sempre persone sbagliate al mio fianco e tutto questo non vale la pena, perchè poi mi accorgo che hai perso tempo per chi e cosa? Alla fine vale più un pantaloncino del Napoli il cui costo è 38 € che io.. si è preso il pantaloncino e mi ha detto che io non sono nessuna e che la verità, l'onesta non esistono più e che io sono pesante...a non adeguarmi ai tempi..mi piace pensare che prima o poi alle persone che feriscono, fanno male possa capitare lo stesso di quanto seminano.. Ho mandato a quel paese, anche le mie amiche perchè mi hanno colpevolizzato, dicendo che la colpa è mia che non ho capito...non mi piace chi giudica, sale su un piedistallo ed emette sentenze...
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  18. Avatar di Valeria87

    Valeria87 10 anni fa (16 Dicembre 2014 20:15)

    Standing ovation per Ilaria e tutte voi :) Io faccio fatica a ricordare un periodo della mia vita altrettanto sereno di quello attuale. E sono single, of course. Alisia, la prossima volta che qualcuno ti dice che essere single a 36 anni non è normale, potresti chiedergli, con molta tranquillità e pacatezza, quale sia la sua definizione di "normalità". Se tale definizione comprenda i casi che cita Ilaria (matrimoni bianchi, relazioni d'odio, ecc.). Se tutto questo è "normale", be'... che dire? Forse tu non sarai "normale", ma probabilmente sei più serena di molte donne ufficialmente accoppiate.
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  19. Avatar di Valeria87

    Valeria87 10 anni fa (16 Dicembre 2014 20:47)

    Sul discorso zitella = donna frustrata perché non fa sesso, mi viene una piccola riflessione. Fino a poche settimane fa, ero convinta che, per poter provare piacere fisico, per me fosse fondamentale essere "coinvolta", "provare una forte passione" e altri luoghi comuni del genere. Ho scoperto che non è così. Questo non vuol dire che abbia deciso di trasformarmi in una seduttrice seriale. Però è stata un'autentica liberazione accorgermi che posso godere delle gioie del mio corpo senza bisogno di essere in una relazione o pseudo-tale. Di sicuro ci penserò bene, molto bene, prima di abbandonare il mio stato di single. Adesso ho tutto. Non mi manca davvero niente.
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  20. Avatar di gold

    gold 10 anni fa (16 Dicembre 2014 20:50)

    Mi ricordo che a 25 anni già mi chiamavano zitella perché non mi avevano mai vista con un ragazzo mentre le mie cugine già progettavano il matrimonio (10 anni di fidanzamento, un matrimonio e due figli ciascuno). Io a 37 anni sn ancora single, mi sn laureata, ho lavorato e viaggiato, ho scoperto solo di recente altre dieci passioni perlomeno e frequentato un numero discreto di uomini. Che, non voglio dirne male, ma hanno avuto sempre qualcosa da ridire sulle mie attività extracasalinghe di cui invece io non mi priverò mai!! Ma veniamo alla zitella acida: acida lo sono diventata a forza di essere punzecchiata e trattata come una menomata dai miei. Guardo queste mie amiche o cugine: sposate eppure VERAMENTE acide!!! Sempre aggressive o malignosette. Non voglio dire che sposandoti lo diventi: anzi credo nel matrimonio e mi auguro di trovare la persona giusta per me. Ma basta un matrimonio per sentirsi realizzati?
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