La zitella acida, la teoria della stupidità umana e il volo ad alta quota

zitella acidaOgni tanto tra i messaggi che mi inviano le lettrici, nei commenti sul blog o sulla pagina Facebook de La Persona Giusta per Te vedo fare capolino due magiche paroline, una breve definizione, archeologica e apparentemente sempre in voga: zitella acida. E mi stupisco e rimango impressionata. Ci sono ancora, ahimé, donne terrorizzate di fare la fine della zitella acida, di trasformarsi – chissà come, chissà quando, chissa perché – in una zitella acida. Donne così terrorizzate di diventare delle zitelle acide da accontentarsi di stare ed elemosinare l’attenzione (e il non-amore) di ogni genere di uomini sbagliati, tipo il dongiovanni, il perditempo, lo stronzo, il rospo, l’indeciso, l’irresponsabile, il confuso, lo sposato, il fantasma, il bambinone, il falso figo, colui che usa la manipolazione a carriolate, il cretino.

"Se sei single il mondo è il tuo buffet personale. Da: Sex and the City"

Oddio non è che, appunto, all’apparenza la definizione zitella acida sia la fine del mondo. E che vuoi che sia, su! Vi sono tanti altri pessimi termini per definire le persone, termini che, anch’essi come zitella acida, affondano le proprie radici in sotterranei oscuri dell’ignoranza e della disumanità e nei buchi neri e profondi dello spirito, della mente, dell’intelligenza. Ne cito alcuni (pochi, tra l’immensa scelta disponibile e orrorifica), così, tanto per fare degli esempi: puttana, negro, terrone, vu cumpra’, frocio, lesbica, immigrato, barbone e molti altri profondamente offensivi, carichi di aggressività, di violenza e di disprezzo usati per definire persone considerate non allineate agli standard, per qualsiasi ragione. Chi ha intuito sa di certo a che cosa mi riferisco quando parlo di persone non “allineate agli standard”. Chi non ha intuito pazienza: giorno verrà in cui se è importante intuire, si intuirà. Diversamente non sarà stato così importante e si perderà un pezzetino di luce, rimanendo nell’ombra.

La zitella acida e la felicità della vita

Siamo sincere: zitella acida suona molto più familiare, affettuoso e amichevole rispetto ai termini che ho citato a esempio. Ma non è proprio così. In effetti per zitella acida si intende una donna che non ha un marito e per questo fatto si porta dietro un carico di acidità, si presume per la disgrazia, il rammarico e il rimpianto, guarda un po’, proprio di non aver contratto matrimonio e – si sottitende, con malizia e volgarità – soprattutto per la sfortuna di non godere delle gioie del sesso.

"Nubile. Non sposata. Non fidanzata. Senza relazioni sentimentali. Senza impegni futuri. Anonima"

Ohibò. Interessante. Dunque chi usa la definizione zitella acida ha come contesto mentale il retropensiero secondo il quale essere una donna non sposata significa essere una zitella acida. Una donna infelice. Dal che ne deriva, per un passaggio di logica di imbarazzante banalità, che per non essere acida (e quindi, ovviamente, infelice, in quanto l’acidità è il sintomo dell’infelicità), una donna abbia una soluzione vechia e scontata a propria disposizione: prendere marito. Trovarsi un compagno. La felicità, una donna, se la conquista con il matrimonio. Tutto qui il dramma esistenziale femminile: questo è l’inizio e la fine di ogni obiettivo, progetto, sogno di una donna. Il succo, alla fin fine, stringi stringi è tutto lì.

Per un uomo, ovviamente, non è così. Un uomo la sua felicità se la costruisce attraverso strumenti ben più difficili da conquistare e da controllare: il successo sociale, la carriera, il denaro, tante belle donne. La vita di un uomo è eccitante e piena di sorprese e di grandi sfide. E, soprattutto, va da sé che un uomo è, per definizione, soddisfatto sessualmente e quindi non-acido. Esiste una definizione per un uomo inacidito dalla mancanza delle gioie del sesso? No. Semmai c’è il “morto-di-figa”, che è uno sfigato un po’ schifosetto e per lo più innocuo, ma di sicuro privo di qualsiasi acidità. Che prima o poi una sua collocazione nel mondo la troverà. Magari come migliore amico di molte donne attraenti e insicure che non trovano un partner alla loro altezza e che nel contempo proprio non se la sentono di immolarsi per il morto di figa, ma ne accettano di buon grado la compagnia, in mancaza di altro. Molto interessante.

La zitella acida e i mille volti della sfiga autentica

Zitella acida è un termine che viene dal passato, dal peggio del passato, dal peggio della cultura popolare e tradizionale. Eppure, guarda un po’, è un termine che contiene in sé, ancora al giorno d’oggi, tutta la sua potenza negativa e funziona da terribile spauracchio per le molte donne single di tutte le età, che appunto, terrorizzate dall’idea di diventare zitelle acide si accontateno del peggio e stanno con un uomo purchessia, solo in quanto uomo, solo in quanto partner.

Insomma una zitella acida è la sfigata per antonomasia, colei che rappresenta la vera sfiga per una donna: il fatto di non avere un compagno. Certo, per chi ci crede, per chi compra senza filtrare con il proprio senso critico quanto venduto dal pensiero comune e diffuso.
Sì, perché, attenzione: le idee, anche quelle più popolari, gettonate e fortunate, vanno sempre messe in discussione. Le tue e quelle degli altri. Se l’aspettativa di vita dell’uomo contemporaneo è per lo meno raddoppiata rispetto a quella dell’uomo del Medioevo è perché si è usato il senso critico e si sono trovate nuove idee, più utili rispetto a quelle più “banali”, “scontate” e “popolari”.

Essere persone adulte e mature, avere le palle e avere successo signfica innanzittutto non bersi tutte le baggianate che ci vengono propinate dallo spirito del tempo, dal primo che passa o dagli stati di Facebook. E nemmeno i pregiudizi della nonna e della mamma, o – e qui peggio mi sento – i pregiudizi della nonna e della mamma della tua “migliore” amica o del tuo ex fidanzato.

La zitella acida e l’orrore insospettabile

Identificare, riconoscere e sovvertire le milionate di idee sbagliate che ci circondano significa costruirsi una vita su misura, autentica, davvero felice. E rifiutare di vivere una vita standard, cioè basata su regole e “leggi” del “si dice”, “si deve”, “è meglio”. Ecco: il termine zitella acida nasce in un ambiente standard e si alimenta di mentalità, idee e presupposizioni standard. Il termine zitella acida è da negozio di cineserie “tutto a 1 euro!”, tanto per capirci…

Il senso critico, beh, quello appartiene ad altre categorie. Ad altri livelli. Ad alti livelli. Il senso critico è un prodotto d’élite.

E come si fa ad avere senso critico? Dove lo vendono il senso critico? Usare il senso critico significa usare la propria intelligenza, nel senso che la si adopera, invece di lasciarla inutilizzata. Essere intelligente è utile, eccome se è utile! E il senso critico fa da filtro, una volta che si è decisa di usare l’intelligenza. Che cosa vuol dire? Che ogni volta che ti viene sottoposta un’idea decidi di valutare se ha senso, utilità, valore.

Per inciso: il senso critico, se applicato, aiuta a trovare l’uomo giusto e a evitare quello sbagliato. Quindi, viva l’intelligenza e il senso critico.

Andiamo avanti. Le parole sono modi per esprimere le idee e anche i loro sottintesi. Zitella acida esprime molte idee, tutte sbagliate e ha molti sottintesi tutti sbagliati. Ed è frutto di una cultura manipolatoria, che fa della manipolazione e del manipolare un proprio strumento di controllo.

Perché la realtà è molto più ricca e articolata delle parole e delle idee preconfezionate che ti vogliono vendere in giro. E affezionarsi a poche e vecchie idee significa lasciare andare la possibilità di trovare vere soluzioni ai propri bisogni. Ragazze, lo so, quando scrivo queste cose, mi sto rivolgendo a persone intelligenti che sono entusiaste di sperimentare nuovi concetti. Se pensi di avere delle insoddisfazioni nella tua vita, dei bisogni inappagati, delle aspirazioni incompiute, non ravanare sempre nel solito polveroso deposito buio delle vecchie idee del passato, che qualcun altro ti ha dato per buone. Cerca nuove vie: le nuove vie sono molto più numerose di quelle vecchie. E contengono soluzioni e trovate insospettabili per quel che tu desideri e che al momento non puoi nemmeno immaginare.

Se ti concentri su un’idea sola, magari cattiva e ti fai tiraneggiare da questa unica idea cattiva, perdi la visione di insieme e davvero sei Cappuccetto Rosso che vaga smarrita nel bosco pronta a farsi mangiare dal lupo. E, per esempio, lo spauracchio di cui parlavamo prima, che porta la definizione indegna di zitella acida può distrarti da una visione più intelligente e utile della realtà.

La zitella acida e le cattive idee degli altri

Perché, cara mia, se la tua vita è un continuo fuggire da idee, situazioni e posizioni che altri, prima di te, hanno definito per te a tua insaputa, difficile che tu trovi la tua meta, quella che ti appartiene veramente. Più facile che tu cada in altre trappole, ben più pericolose di quelle che tu credi di temere.

Breve ed essenziale, la guida che ti spiega i passi base e fondamentali per costruire o ricostruire la tua autostima e mantenerla. Per stare bene con te stessa e con l’uomo giusto.

In altre parole: quante donne si rovinano la vita nel tentativo di rispecchiare un’idea di realizzazione che non appartiene davvero a loro, per una qualsivoglia ragione? Quante donne hanno scampato il pericolo di vedersi appioppata la definizione di zitella acida, ma si ritrovano, magari senza esserne consapevoli, in condizioni ben più infelici e restrittive rispetto all’inferno immaginario che credono di aver evitato, dato che vivono in un inferno reale, che però non è tale per l’idea comune?

E lo stesso si può dire degli uomini… Perché mai una donna deve temere di diventare una zitella acida e un uomo non deve essere terrorizzato all’idea di diventare un ultras il cui solo scopo esistenziale è quello di andare allo stadio alla domenica a prendersi a botte con i suoi pari? No, davvero, ma quante condizioni sono ben più sostanzialmente vergognose che non quella che richiede la definizione di zitella acida?

E allora, lasciamo perdere per un momento la zitella acida, inacidita perché sola e senza sesso. E parliamo di categorie umane “impressionanti” alle quali so che in molti non vorrebbero appartenere. Ma in realtà ci sono dentro fino al collo.

"Perché agli inglesi è toccata una parola figa come “single” e a noi “zitella”? NiceToMatthew"

Che dire, per esempio, dei tantissimi matrimoni (o relazioni) senza sesso. Si definiscono “bianchi”. Sono unioni nelle quali i partner non hanno mai avuto un rapporto sessuale vero e proprio. Sono migliaia nel nostro paese. Quanto è frustrante, quanto abbatte, quanto consuma una situazione del genere? Quanto mina nel profondo la femminilità di una donna?

"Io sono single perché sono nata in questo modo. Mae West"

Che pensare, poi, del caso di tanti altri matrimoni in cui il sesso c’è stato, sì, ma talmente tanto tempo fa, che, accidenti, e chi se ne ricorda più? Quanto avvilimento c’è in una relazione del genere? E quante donne tengono duro, resistono, persistono perché un matrimonio è un matrimonio, quello sì è importante, e chi se ne frega se la porpria vita va a ramengo?

Poi ci sono le relazioni e i matrimoni da sempre e per sempre insoddisfacenti, su tutti i frunti e da tutti i punti di vista, quelli in cui lui è una mezza calza di uomo – incapace, distratto e inetto anche e soprattutto a letto -, mentre lei, per una ragione o per l’altra, di certo “meriterebbe di più”, ma di fronte al mostro dalle 7 teste che è il mito della zitella acida ha rinunicato a cercare oltre, a cercare di meglio. Si è adagiata, ha rinunciato alle sue ambizioni, ha messo da parte le proprie competenze e imprigionato la scintilla della propria intelligenza per rendere tollerabile e credibile un’unione che non ha nessuna ragione d’essere, ma continuerà finché morte non separi.

E delle relazioni in cui il problema pincipale non è la mancanza di sesso, ma la mancanza di tutto il resto: condivisione, dialogo, sostegno reciproco? Come le vogliamo definire? Quante migliaia di donne stanno in matrimoni o relazioni del genere e si spengono, dentro e fuori? Non c’è un’orribile definizione per questo genere di unioni? Quante donne accettano l’umiliazione di una vita intera pur di non essere considerate zitelle acide?

Cosa pensare delle tante coppie nelle quali i partner non hanno niente da dirsi e si portano dentro da anni rancori, rabbie e risentimenti potenti, dei quali non conoscono le ragioni e le origini (la consapevolezza non si compra al supermarket, come l’olio d’oliva) e mantengono tra di loro un equilibrio maligno costruito sulla aggressività passiva?

La zitella acida e le storie d’odio anziché d’amore

Come definire le tante altre coppie in cui, invece, l’aggressività è esplicita e si manifesta non in violenza fisica ma nell’ostentata manifestazione di un’insofferenza reciproca continua, fatta di parole, opere e omissioni… perfino “dispetti”. Qual è il livello di “acidità” in questo genere di relazioni? Io le definisco “storie d’odio”. Ma qualcuno mette mai le donne sull’avviso di quanto terribile sia finire e restare in una storia d’odio?

E poi, di fronte ai tanti messaggi e alle dichiarazioni terrorizzate di donne giovani e mature che temono di fare la fine della “zitella acida” e di non poter coronare il sogno di avere una famiglia (cioè di avere un marito e dei figli), non può non venirmi in mente una figura di donna tanto diffusa e tanto invadente nel nostro mondo contemporaneo. Quella che io definisco la “madre assoluta”. La donna che pare riconoscere se stessa e la propria identità profonda soprattutto se non esclusivamente nel ruolo di madre. E’ una donna che si mostra assertiva, per non dire aggressiva e prepotente, facendo leva su quell’idea strabordante di maternità che vuole rappresentare con lo stesso coraggio con cui Giovanna d’Arco è salita al rogo. La propria maternità non la sperimenta e non la gode. La incarna e la impone agli altri, così come impone i propri figli e le loro prepotenze al mondo. Tiraneggia tutti coloro con i quali ha qualche genere di relazione (marito, famiglia d’origine, parenti vari, insegnanti, allenatori, colleghi) e, ovviamente, tiranneggia e invade le vite dei figli mentre, a sua volta, è tiranneggiata da quegli stessi figli che fa credere siano la sua ragione di vita. E invece più probabilmente sono lo specchio appannato del suo narcisismo e alimentano con lei un circolo vizioso di arroganza e di prepotenza che si allarga tutto intorno come un’onda nell’acqua.

Queste “madri assolute” che sì, davvero, ripongono la pretesa soddisfazione di tutte le loro aspirazioni in un ruolo che alla fine – in modo paradossale – toglie loro tutta la femminilità possibile, rendendole più simili a streghe malefiche. Qui siamo ben oltre l’astinenza dalle gioie del sesso.

In questo desolante e parziale elenco voglio ricordare anche le tante relazioni incentrate sull’abuso e la perversione, dove vi è violenza fisica e psicologica e manipolazione. Relazioni nelle quali molte donne – molte più di quanto si possa sospettare – sono letteralmente costrette a rimanere, perché l’annientamento della volontà e dell’iniziativa personale è uno degli effetti tipici di queste relazioni, ma anche perché il “sapere comune” non fornisce gli strumenti adeguati per interpretarne i segnali e i rischi devastanti.

La zitella acida e la morale della favola

Che cosa ti ho voluto dire con questo articolo? L’altro giorno ho ricevuto un messaggio e-mail, evidentemente da una persona che ama andare nel profondo delle questioni, cioè, per intenderci, quel genere di messaggi senza saluti iniziali, senza punteggiatura, senza distinzione tra maiuscole e minuscole, senza congedo finale, nel quale la mittente mi diceva che aveva iniziato a leggere la mia guida gratuita Come attrarre la persona giusta per te in 11 passi e che le pareva che io dedicassi molto spazio alla capacità di stare da sola e questo le suscitava qualche perplessità. Ebbene la lettrice in questione non è il genere di lettrice alla quale amo rivolgermi.

Se dopo la lettura di quest’articolo la tua sintesi è che io non sia favorevole al matrimonio, inciti le donne a non cercare un partner, a non desiderare una vita di coppia soddisfacente e appagante e che non mi piacciano i bambini (e soprattutto le loro madri) ti rispondo che temo che sia sfuggito il nocciolo della questione.

E’ proprio perché penso che il desiderio di avere una vita sentimentale serena e arricchente sia un desiderio naturale e legittimo, proprio per questo sono convinta che ogni donna (ogni persona) faccia bene a decidere che cosa vuole davvero per sé, con uno sguardo proiettato al lungo termine e usi tutti gli strumenti e l’intelligenza necessari a rendere concrete e reali le proprie aspirazioni di felicità. Senza farsi ingannare da falsi miti e pessime storie raccontate male. Perché la tua vita è una sola e nessuno deve permettersi di giocare e di prendersi gioco della tua vita.

Lascia un Commento!

121 Commenti

  1. Avatar di Giovanna

    Giovanna 10 anni fa (15 Dicembre 2014 18:42)

    Ilaria, sei una GRANDE!!! Grazie per i tuoi articoli, ogni lettura mi fornisce spunti di riflessione ....io mi sono separata dopo 23 anni di matrimonio, è stata una decisione sofferta ma maturata all'interno di un rapporto che non andava più e separarmi è stata una delle cose migliori che abbia fatto, nonostante tutti i problemi connessi. Tornassi indietro lo rifarei ma decisamente prima...tante amiche sono state felici per me, per la mia ritrovata serenità, spontaneità e giovinezza, si, perché quando si sta bene si ringiovanisce, tante altre hanno commentato con "va be, meglio questo di una malattia" ma non hanno capito che la separazione è stata la mia cura!!! Ti abbraccio forte e ti ringrazio di cuore, ormai fai parte della mia vita... il venerdì sera vado su FB e mi dico :vediamo cosa ha scritto Ilaria stasera....
    Rispondi a Giovanna Commenta l’articolo

  2. Avatar di Giulia71

    Giulia71 10 anni fa (15 Dicembre 2014 18:42)

    Non ho parole per la bellezza di questo articolo. Grazie Ilaria, come sempre!
    Rispondi a Giulia71 Commenta l’articolo

  3. Avatar di Carletti

    Carletti 10 anni fa (15 Dicembre 2014 18:59)

    Secondo me le zitelle acide esistono davvero e sono ben distribuite tra la popolazione in maniera non strettamente correlata all'effettivo stato civile: intendo dire che esistono zitelle acide anche tra le persone sposate. Il vero problema non è se una persona sia sposata o meno; probabilmente il punto della questione è un pochino più in là: proprio dove comincia l'autostima. Se mi sento libera e amata (da me stessa, innanzitutto), non potrò fare altro che riflettere sugli altri questo mio stato di grazia - che poi dovrebbe essere la normalità per ciascun essere umano; mi sentirò tanto forte da poter essere gentile, di quella gentilezza che nasce dal cuore e va a braccetto con la capacità di giudizio che deve guidare ogni comportamento; mi darò sempre la possibilità di lasciar perdere quello che non mi rende felice e con ogni probabilità, coltivando ciò che invece mi rende contenta, realizzerò il mio potenziale appieno. Una zitella acida è una persona che non si apprezza e che non ha imparato ad amarsi, che sputa sugli altri la rabbia che prova per non essere all'altezza delle sue stesse aspettative (probabilmente irrealistiche) e che in ogni caso non riesce a cambiare lo status quo perché è schiacciata non dalle circostanze che vive, ma dal modo in cui le vive. Oh, io lo so: lo sono stata per anni - anche in periodi in cui ero accoppiata - finché ho capito. Se a qualcuno interessa mi sento ancora zitella, ma sono libera e amata. E molto più felice.
    Rispondi a Carletti Commenta l’articolo

  4. Avatar di Vicky

    Vicky 10 anni fa (15 Dicembre 2014 19:14)

    Complimenti per l'articolo, Ilaria. Se mi avessero dato un euro per tutte le volte che mi hanno dato della zitella (o come Angy della lesbica) sarei miliardaria, altro che Briatore :-) Maria, io non credo che appartenga al passato, tanto meno al "lontano" passato, né che chi ha "sale in zucca" capisca. Ci sono persone laureate che "credono" , come dice Lavinia, nella realizzazione della donna, ma poi scopri che è fino a un certo punto. Eh, sì perché alla fine, sotto sotto, la cosa più importante per una donna è trovarsi l'uomo! Per quanto riguarda le storie giovanili ho un aneddoto di quando ero alle superiori: una mia compagna di classe, arrivata in quinta, decise che non avrebbe frequentato l'università, nonostante i buoni voti, perché aveva il "fidanzato" da tre anni e voleva cercarsi un lavoro per poi sposarsi non appena diplomata. Gli insegnanti la convinsero a frequentare almeno una laurea triennale, per aver poi migliori possibilità anche a livello lavorativo: a dicembre si era già mollata col fidanzato! Quello che fino a due mesi prima definiva come l'uomo della sua vita!
    Rispondi a Vicky Commenta l’articolo

  5. Avatar di rosamunda

    rosamunda 10 anni fa (15 Dicembre 2014 19:37)

    ciao a tutte, sono una single ritornata single dopo 20 anni di matrimonio, due figli e una vita a fare la casalinga, il mio ex non voleva che lavorassi... Ora senza marito ( per fortuna era uno stronzo con la Zeta maiuscola), figli che sono autonomi e vivono per i fatti loro e sono la gioia della mia vita, mi ritrovo alla bella età di 57 anni a ri-studiare all'Università in mezzo ai giovani e reiventarmi ogni giorno il lavoro perchè sono precaria. Nessuno mi chiama vecchia zitella, ma le mie amiche ora ex- amiche e pure le mie sorelle, non mi chiamano così, ma in alternativa mi hanno detto che mi dovrei vergognare di andare ancora all'università alla mia età ecc. ecc La mia risposta a tutte: VAFFANCULO, la vita è mia, ho dato tutta me stessa al marito e ai figli. Poi per quanto riguarda il partner.....ho una bella storia con un giovane uomo che ha vent'anni meno di me... sono felice di avere ancora il cuore giovane con le sue emozioni, avremo un futuro da sposati o conviventi?Non lo so, ma la mia vita e la mia indipendenza non hanno prezzo, ORA!!! A tutte consiglio di non avere pregiudizi e di credere in quello che si è, senza se e senza ma. Mi sono dimenticata di dirvi che quando stavo con il mio ex-marito era talmente felice che ero arrivata a pesare 120 kg, separazione e divorzio....70 kg di peso attuali.
    Rispondi a rosamunda Commenta l’articolo

  6. Avatar di _al_

    _al_ 10 anni fa (15 Dicembre 2014 19:50)

    Anche a me hanno detto che sono lesbica. La cosa peggiore non è che una si becca gli insulti perché è single, come se fosse un insulto, come se fosse un insulto essere lesbica, La cosa peggiore per me è stata passare cinque anni a capire che essere single non è una cosa brutta ma che è peggio accoppiarsi con gente fidanzata, tossici, gente che non lavora e che si diverte a colpire gli altri per stare meglio. E da quando l'ho capito, fondamentalmente non me importa più molto. E quando arrivano le cose posso valutarle e posso cercare qualcosa di buono anziché la prima cosa che trovo perché mi manca qualche metà fallo-munita per essere a posto.
    Rispondi a _al_ Commenta l’articolo

  7. Avatar di Lucia

    Lucia 10 anni fa (15 Dicembre 2014 20:18)

    La vita è una sola e va vissuta fino in fondo solo con le cose che ti fanno stare bene.
    Rispondi a Lucia Commenta l’articolo

  8. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (15 Dicembre 2014 20:32)

    Va beh, insomma, dopo tutto questo tempo qui a scrivere su questo blog scopro che tra le lettrici ci sono moltissime presunte zitelle, lesbiche e addirittura alcune che sono davvero separate e divorziate... Ma dài, anche voi però... :D
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo

  9. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (15 Dicembre 2014 20:35)

    @ Rosamunda, ti ho passato il vaffa, perché mi ha fatto simpatia, ma mi raccomando, eh, che questo sito lo leggono davvero in tanti... Parlando di cose serie: brava brava brava. Ma le tue amiche lo sanno che hai una storia con un uomo di vent'anni più giovane? Se non lo sanno, lasciale nella loro beata ignoranza, sarebbe un colpo durissimo da digerire :)
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo

  10. Avatar di Anna@

    Anna@ 10 anni fa (15 Dicembre 2014 20:39)

    ciao Ilaria, sono single ( ma se fossi zitella sarei dolce ; ). ..Bell' analisi come sempre. Un pochettino accetto la dicitura da persone anziane che sono cresciute con mentalita' senza prospettive, ma quello che mi sciocca sono i commenti di donne giovani , ora spiego. Lavoro con i bambini da 33 anni, e una mamma della mia scuola di fronte ad una mia osservazione sulla figlia mi rispose: " tu non hai figli e non puoi capire! " Zitella non è' usato solo per indicare il nubilato, ma anche la non maternita'. Figuriamoci una single e senza figli...al rogo!!! Concordo che la serenità' sia il raggiungimento di una propria realizzazione profonda come persona , indipendentemente dal sesso. Ho imparato questo, e sto ben alla larga da elemosine d' amore o accomodamenti che non aiuterebbero il mio volo verso l' alto.
    Rispondi a Anna@ Commenta l’articolo

  11. Avatar di Monique

    Monique 10 anni fa (15 Dicembre 2014 21:19)

    diro' una banalità ma a me non pesa il fatto di essere single....a me pesa l'aver avuto tante storie ,diverse una dall'altra con uomini diversissimi per fisicità personalità età,storie che poi finiscono e mi lasciano ,a livelli diversi,sempre tanta sofferenza delusione smarrimento.poi mi impegno mi concentro "guarisco" fino all'uomo successivo dove poi mi sembra di dover ricostruire tutto di nuovo....che fatica!ho sempre sostenuto che la vita vada vissuta con passione ma comincio a credere che forse no!quindi in sostanza non è l'essere single il problema..ma il ritornarlo ad esserlo ad ogni fine di una relazione....
    Rispondi a Monique Commenta l’articolo

  12. Avatar di Betty

    Betty 10 anni fa (15 Dicembre 2014 22:48)

    Forse uno degli articoli più belli che hai scritto!!! Betty
    Rispondi a Betty Commenta l’articolo

  13. Avatar di anna

    anna 10 anni fa (15 Dicembre 2014 22:29)

    Intelligente, simpatica e realista, scrivi con lucidità incoraggiante: grazie. Questo articolo è interessantissimo secondo me, non è forte nel senso di "pesante" ma nel senso di "giusto"!
    Rispondi a anna Commenta l’articolo

  14. Avatar di Cris83

    Cris83 10 anni fa (15 Dicembre 2014 22:31)

    Ah ah ah!! troppo forti i vostri commenti ;)! A me anche hanno dato della lesbica(sono single e ho amiche femmine),poi della zitella acida che non fa sesso(see come no!!)!!a 21 anni ero gia' vecchia e fallita senza un uomo...ecc ecc!! La cosa che mi fa tristezza,e' sentire queste frasi da ragazze giovani,alle porte del 2015!! Puoi lavorare,essere indipendente,viaggiare da sola...ma se non hai un uomo sei una disperata per la societa'!!! Vi racconto questa: La moglie di mio cugino per farmi una battuta acida mi dice indirettamente "le zitelle sono acide perche' non fanno sesso!!" e io "noo!!ci pensano i mariti delle donne sposate a soddisfarci!!" ah ah SCUSATE MA DOVEVATE VEDERE LA FACCIA!! :D
    Rispondi a Cris83 Commenta l’articolo

  15. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (15 Dicembre 2014 22:43)

    Grazie Anna, mi imbarazzo ;)
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo

  16. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (15 Dicembre 2014 22:53)

    @ Crsi83, vediamo di capirci: se una persona è sicura di come educa i propri figli non ha bisogno di assumere comportamenti e dire frasi difensive/aggressive come la madre dell'allievo citato da @Anna@; se una donna è appagata sessualmente non ha bisogno di fare valutazioni sulla sessualità altrui. Quindi, detto questo, chi ha un comportamento acido per davvero? Chi dice "zitella acida" o chi lo sente dire? Questo la dice lunga su come le offese siano manipolatorie e annullino la personalità dell'altro. La donna sposata si maschera dietro il proprio stato per occultare le proprie insicurezze e si aggancia allo stereotipo per aggredire prima di essere smascherata/aggredita; chi non è sposata e si è comprata anche lei lo stereotipo è con le spalle al muro, dato che lo "stereotipo" passa per "verità assoluta". Per questo la cosa peggiore che si può fare è offendere gli altri e colpirli in quello che "sono". Con gli altri bisogna confrontarsi sui comportamenti. E dire a una donna non sposata che è una "zitella acida" è di fatto molto più acido di qualsiasi altro comportamento. Detto questo, quello che scrivo lo scrivo prima di tutto perché le donne si abituino a proteggersi e a stare bene e anche con l'intento che ci sia comprensione reciproca, non certo guerra di tutti contro tutti :) .
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo

  17. Avatar di Serena

    Serena 10 anni fa (15 Dicembre 2014 23:13)

    Che bello leggere articoli come questo, sei una perla rara Ilaria! :-) Io ho una zia che mi dà della zitella acida da quando avevo 12 anni... e solo perché ero una ragazzina dallo spirito polemico e sempre pronta a dire la sua durante i pranzi di Natale. Quando poi a 15 anni ho dovuto mettere gli occhiali è stata la conferma definitiva del mio destino... Anche la mia faccia ha dichiarato a tutto il mondo la mia natura di "zitellina acida"! :-D Allora mi ci arrabbiavo, ora ci rido sopra. Ma fondamentalmente credo che alla base ci sia questo: una donna con una testa sua, che non asseconda il pensiero della maggioranza, che si confronta con gli uomini da pari (magari con uomini più grandi, magari addirittura col proprio padre), pretendendo uguale attenzione e rispetto, è - ahimé - ancora oggi, un'ospite sgradita e irritante. Non è catalogabile, sfugge a catalogazioni, osa una libertà che molte altre non si sono sapute o volute concedere. E per questo va denigrata, disprezzata, bollata come strega, eretica, bruciata sul rogo. E pensare che il termine "zitella" in sé, in senso originario, non conterrebbe nulla di offensivo. Significa soltanto "ragazza", né più né meno. Scegliere di essere una ragazza... semplicemente: che atto rivoluzionario! :-)
    Rispondi a Serena Commenta l’articolo

  18. Avatar di Letizia

    Letizia 10 anni fa (15 Dicembre 2014 23:25)

    che dire?! Cavoli, mi hai "aperto gli occhi", e dire che mi reputo una persona intelligente ma credo di essermi fatta manipolare anch'io dalla definizione "zitella acida". Che peccato che ancora nel 2014 il rispetto tra le persone e le scelte fatte sia ancora pari a zero. Grazie Letizia
    Rispondi a Letizia Commenta l’articolo

  19. Avatar di Vicky

    Vicky 10 anni fa (15 Dicembre 2014 23:32)

    @Rosamunda: sei fortissima! Vai avanti così, che sei bravissima: vorrei vedere se le tue "amiche" riuscirebbero ad avere il coraggio e la tenacia che hai tu! Una piccola aggiunta sul tema "lesbica": al di là che il termine non è di per sé un insulto, è usato spesso come dispregiativo. Purtroppo esistono molti uomini che credono che una lesbica possa essere "convertita" se un uomo le fa provare le gioie del "vero" sesso, e che il suo orientamento sessuale possa essere sistemato con un "vero" uomo al suo fianco. Quindi o sei una zitella (e sei acida perché non fai sesso) o sei una lesbica (e hai problemi perché non fai sesso con un vero uomo): insomma il pene è l'elisir di lunga vita, e cura tutte le magagne delle donne :-) Però, d'altra parte, se di sesso ne fai "troppo" (ma troppo quanto?) o ti piace "troppo" (eh!) allora o sei una poco di buono o sei una assatanata, e quindi hai comunque qualche problema... Insomma non va mai bene niente :-(
    Rispondi a Vicky Commenta l’articolo

  20. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (15 Dicembre 2014 23:37)

    Non va mai bene niente di quel che viene scelto in autonomia e con scelta libera. Il pene ti deve piacere della qualità e nella quantità che decide qualcun altro per te...
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo