La zitella acida, la teoria della stupidità umana e il volo ad alta quota

zitella acidaOgni tanto tra i messaggi che mi inviano le lettrici, nei commenti sul blog o sulla pagina Facebook de La Persona Giusta per Te vedo fare capolino due magiche paroline, una breve definizione, archeologica e apparentemente sempre in voga: zitella acida. E mi stupisco e rimango impressionata. Ci sono ancora, ahimé, donne terrorizzate di fare la fine della zitella acida, di trasformarsi – chissà come, chissà quando, chissa perché – in una zitella acida. Donne così terrorizzate di diventare delle zitelle acide da accontentarsi di stare ed elemosinare l’attenzione (e il non-amore) di ogni genere di uomini sbagliati, tipo il dongiovanni, il perditempo, lo stronzo, il rospo, l’indeciso, l’irresponsabile, il confuso, lo sposato, il fantasma, il bambinone, il falso figo, colui che usa la manipolazione a carriolate, il cretino.

"Se sei single il mondo è il tuo buffet personale. Da: Sex and the City"

Oddio non è che, appunto, all’apparenza la definizione zitella acida sia la fine del mondo. E che vuoi che sia, su! Vi sono tanti altri pessimi termini per definire le persone, termini che, anch’essi come zitella acida, affondano le proprie radici in sotterranei oscuri dell’ignoranza e della disumanità e nei buchi neri e profondi dello spirito, della mente, dell’intelligenza. Ne cito alcuni (pochi, tra l’immensa scelta disponibile e orrorifica), così, tanto per fare degli esempi: puttana, negro, terrone, vu cumpra’, frocio, lesbica, immigrato, barbone e molti altri profondamente offensivi, carichi di aggressività, di violenza e di disprezzo usati per definire persone considerate non allineate agli standard, per qualsiasi ragione. Chi ha intuito sa di certo a che cosa mi riferisco quando parlo di persone non “allineate agli standard”. Chi non ha intuito pazienza: giorno verrà in cui se è importante intuire, si intuirà. Diversamente non sarà stato così importante e si perderà un pezzetino di luce, rimanendo nell’ombra.

La zitella acida e la felicità della vita

Siamo sincere: zitella acida suona molto più familiare, affettuoso e amichevole rispetto ai termini che ho citato a esempio. Ma non è proprio così. In effetti per zitella acida si intende una donna che non ha un marito e per questo fatto si porta dietro un carico di acidità, si presume per la disgrazia, il rammarico e il rimpianto, guarda un po’, proprio di non aver contratto matrimonio e – si sottitende, con malizia e volgarità – soprattutto per la sfortuna di non godere delle gioie del sesso.

"Nubile. Non sposata. Non fidanzata. Senza relazioni sentimentali. Senza impegni futuri. Anonima"

Ohibò. Interessante. Dunque chi usa la definizione zitella acida ha come contesto mentale il retropensiero secondo il quale essere una donna non sposata significa essere una zitella acida. Una donna infelice. Dal che ne deriva, per un passaggio di logica di imbarazzante banalità, che per non essere acida (e quindi, ovviamente, infelice, in quanto l’acidità è il sintomo dell’infelicità), una donna abbia una soluzione vechia e scontata a propria disposizione: prendere marito. Trovarsi un compagno. La felicità, una donna, se la conquista con il matrimonio. Tutto qui il dramma esistenziale femminile: questo è l’inizio e la fine di ogni obiettivo, progetto, sogno di una donna. Il succo, alla fin fine, stringi stringi è tutto lì.

Per un uomo, ovviamente, non è così. Un uomo la sua felicità se la costruisce attraverso strumenti ben più difficili da conquistare e da controllare: il successo sociale, la carriera, il denaro, tante belle donne. La vita di un uomo è eccitante e piena di sorprese e di grandi sfide. E, soprattutto, va da sé che un uomo è, per definizione, soddisfatto sessualmente e quindi non-acido. Esiste una definizione per un uomo inacidito dalla mancanza delle gioie del sesso? No. Semmai c’è il “morto-di-figa”, che è uno sfigato un po’ schifosetto e per lo più innocuo, ma di sicuro privo di qualsiasi acidità. Che prima o poi una sua collocazione nel mondo la troverà. Magari come migliore amico di molte donne attraenti e insicure che non trovano un partner alla loro altezza e che nel contempo proprio non se la sentono di immolarsi per il morto di figa, ma ne accettano di buon grado la compagnia, in mancaza di altro. Molto interessante.

La zitella acida e i mille volti della sfiga autentica

Zitella acida è un termine che viene dal passato, dal peggio del passato, dal peggio della cultura popolare e tradizionale. Eppure, guarda un po’, è un termine che contiene in sé, ancora al giorno d’oggi, tutta la sua potenza negativa e funziona da terribile spauracchio per le molte donne single di tutte le età, che appunto, terrorizzate dall’idea di diventare zitelle acide si accontateno del peggio e stanno con un uomo purchessia, solo in quanto uomo, solo in quanto partner.

Insomma una zitella acida è la sfigata per antonomasia, colei che rappresenta la vera sfiga per una donna: il fatto di non avere un compagno. Certo, per chi ci crede, per chi compra senza filtrare con il proprio senso critico quanto venduto dal pensiero comune e diffuso.
Sì, perché, attenzione: le idee, anche quelle più popolari, gettonate e fortunate, vanno sempre messe in discussione. Le tue e quelle degli altri. Se l’aspettativa di vita dell’uomo contemporaneo è per lo meno raddoppiata rispetto a quella dell’uomo del Medioevo è perché si è usato il senso critico e si sono trovate nuove idee, più utili rispetto a quelle più “banali”, “scontate” e “popolari”.

Essere persone adulte e mature, avere le palle e avere successo signfica innanzittutto non bersi tutte le baggianate che ci vengono propinate dallo spirito del tempo, dal primo che passa o dagli stati di Facebook. E nemmeno i pregiudizi della nonna e della mamma, o – e qui peggio mi sento – i pregiudizi della nonna e della mamma della tua “migliore” amica o del tuo ex fidanzato.

La zitella acida e l’orrore insospettabile

Identificare, riconoscere e sovvertire le milionate di idee sbagliate che ci circondano significa costruirsi una vita su misura, autentica, davvero felice. E rifiutare di vivere una vita standard, cioè basata su regole e “leggi” del “si dice”, “si deve”, “è meglio”. Ecco: il termine zitella acida nasce in un ambiente standard e si alimenta di mentalità, idee e presupposizioni standard. Il termine zitella acida è da negozio di cineserie “tutto a 1 euro!”, tanto per capirci…

Il senso critico, beh, quello appartiene ad altre categorie. Ad altri livelli. Ad alti livelli. Il senso critico è un prodotto d’élite.

E come si fa ad avere senso critico? Dove lo vendono il senso critico? Usare il senso critico significa usare la propria intelligenza, nel senso che la si adopera, invece di lasciarla inutilizzata. Essere intelligente è utile, eccome se è utile! E il senso critico fa da filtro, una volta che si è decisa di usare l’intelligenza. Che cosa vuol dire? Che ogni volta che ti viene sottoposta un’idea decidi di valutare se ha senso, utilità, valore.

Per inciso: il senso critico, se applicato, aiuta a trovare l’uomo giusto e a evitare quello sbagliato. Quindi, viva l’intelligenza e il senso critico.

Andiamo avanti. Le parole sono modi per esprimere le idee e anche i loro sottintesi. Zitella acida esprime molte idee, tutte sbagliate e ha molti sottintesi tutti sbagliati. Ed è frutto di una cultura manipolatoria, che fa della manipolazione e del manipolare un proprio strumento di controllo.

Perché la realtà è molto più ricca e articolata delle parole e delle idee preconfezionate che ti vogliono vendere in giro. E affezionarsi a poche e vecchie idee significa lasciare andare la possibilità di trovare vere soluzioni ai propri bisogni. Ragazze, lo so, quando scrivo queste cose, mi sto rivolgendo a persone intelligenti che sono entusiaste di sperimentare nuovi concetti. Se pensi di avere delle insoddisfazioni nella tua vita, dei bisogni inappagati, delle aspirazioni incompiute, non ravanare sempre nel solito polveroso deposito buio delle vecchie idee del passato, che qualcun altro ti ha dato per buone. Cerca nuove vie: le nuove vie sono molto più numerose di quelle vecchie. E contengono soluzioni e trovate insospettabili per quel che tu desideri e che al momento non puoi nemmeno immaginare.

Se ti concentri su un’idea sola, magari cattiva e ti fai tiraneggiare da questa unica idea cattiva, perdi la visione di insieme e davvero sei Cappuccetto Rosso che vaga smarrita nel bosco pronta a farsi mangiare dal lupo. E, per esempio, lo spauracchio di cui parlavamo prima, che porta la definizione indegna di zitella acida può distrarti da una visione più intelligente e utile della realtà.

La zitella acida e le cattive idee degli altri

Perché, cara mia, se la tua vita è un continuo fuggire da idee, situazioni e posizioni che altri, prima di te, hanno definito per te a tua insaputa, difficile che tu trovi la tua meta, quella che ti appartiene veramente. Più facile che tu cada in altre trappole, ben più pericolose di quelle che tu credi di temere.

Breve ed essenziale, la guida che ti spiega i passi base e fondamentali per costruire o ricostruire la tua autostima e mantenerla. Per stare bene con te stessa e con l’uomo giusto.

In altre parole: quante donne si rovinano la vita nel tentativo di rispecchiare un’idea di realizzazione che non appartiene davvero a loro, per una qualsivoglia ragione? Quante donne hanno scampato il pericolo di vedersi appioppata la definizione di zitella acida, ma si ritrovano, magari senza esserne consapevoli, in condizioni ben più infelici e restrittive rispetto all’inferno immaginario che credono di aver evitato, dato che vivono in un inferno reale, che però non è tale per l’idea comune?

E lo stesso si può dire degli uomini… Perché mai una donna deve temere di diventare una zitella acida e un uomo non deve essere terrorizzato all’idea di diventare un ultras il cui solo scopo esistenziale è quello di andare allo stadio alla domenica a prendersi a botte con i suoi pari? No, davvero, ma quante condizioni sono ben più sostanzialmente vergognose che non quella che richiede la definizione di zitella acida?

E allora, lasciamo perdere per un momento la zitella acida, inacidita perché sola e senza sesso. E parliamo di categorie umane “impressionanti” alle quali so che in molti non vorrebbero appartenere. Ma in realtà ci sono dentro fino al collo.

"Perché agli inglesi è toccata una parola figa come “single” e a noi “zitella”? NiceToMatthew"

Che dire, per esempio, dei tantissimi matrimoni (o relazioni) senza sesso. Si definiscono “bianchi”. Sono unioni nelle quali i partner non hanno mai avuto un rapporto sessuale vero e proprio. Sono migliaia nel nostro paese. Quanto è frustrante, quanto abbatte, quanto consuma una situazione del genere? Quanto mina nel profondo la femminilità di una donna?

"Io sono single perché sono nata in questo modo. Mae West"

Che pensare, poi, del caso di tanti altri matrimoni in cui il sesso c’è stato, sì, ma talmente tanto tempo fa, che, accidenti, e chi se ne ricorda più? Quanto avvilimento c’è in una relazione del genere? E quante donne tengono duro, resistono, persistono perché un matrimonio è un matrimonio, quello sì è importante, e chi se ne frega se la porpria vita va a ramengo?

Poi ci sono le relazioni e i matrimoni da sempre e per sempre insoddisfacenti, su tutti i frunti e da tutti i punti di vista, quelli in cui lui è una mezza calza di uomo – incapace, distratto e inetto anche e soprattutto a letto -, mentre lei, per una ragione o per l’altra, di certo “meriterebbe di più”, ma di fronte al mostro dalle 7 teste che è il mito della zitella acida ha rinunicato a cercare oltre, a cercare di meglio. Si è adagiata, ha rinunciato alle sue ambizioni, ha messo da parte le proprie competenze e imprigionato la scintilla della propria intelligenza per rendere tollerabile e credibile un’unione che non ha nessuna ragione d’essere, ma continuerà finché morte non separi.

E delle relazioni in cui il problema pincipale non è la mancanza di sesso, ma la mancanza di tutto il resto: condivisione, dialogo, sostegno reciproco? Come le vogliamo definire? Quante migliaia di donne stanno in matrimoni o relazioni del genere e si spengono, dentro e fuori? Non c’è un’orribile definizione per questo genere di unioni? Quante donne accettano l’umiliazione di una vita intera pur di non essere considerate zitelle acide?

Cosa pensare delle tante coppie nelle quali i partner non hanno niente da dirsi e si portano dentro da anni rancori, rabbie e risentimenti potenti, dei quali non conoscono le ragioni e le origini (la consapevolezza non si compra al supermarket, come l’olio d’oliva) e mantengono tra di loro un equilibrio maligno costruito sulla aggressività passiva?

La zitella acida e le storie d’odio anziché d’amore

Come definire le tante altre coppie in cui, invece, l’aggressività è esplicita e si manifesta non in violenza fisica ma nell’ostentata manifestazione di un’insofferenza reciproca continua, fatta di parole, opere e omissioni… perfino “dispetti”. Qual è il livello di “acidità” in questo genere di relazioni? Io le definisco “storie d’odio”. Ma qualcuno mette mai le donne sull’avviso di quanto terribile sia finire e restare in una storia d’odio?

E poi, di fronte ai tanti messaggi e alle dichiarazioni terrorizzate di donne giovani e mature che temono di fare la fine della “zitella acida” e di non poter coronare il sogno di avere una famiglia (cioè di avere un marito e dei figli), non può non venirmi in mente una figura di donna tanto diffusa e tanto invadente nel nostro mondo contemporaneo. Quella che io definisco la “madre assoluta”. La donna che pare riconoscere se stessa e la propria identità profonda soprattutto se non esclusivamente nel ruolo di madre. E’ una donna che si mostra assertiva, per non dire aggressiva e prepotente, facendo leva su quell’idea strabordante di maternità che vuole rappresentare con lo stesso coraggio con cui Giovanna d’Arco è salita al rogo. La propria maternità non la sperimenta e non la gode. La incarna e la impone agli altri, così come impone i propri figli e le loro prepotenze al mondo. Tiraneggia tutti coloro con i quali ha qualche genere di relazione (marito, famiglia d’origine, parenti vari, insegnanti, allenatori, colleghi) e, ovviamente, tiranneggia e invade le vite dei figli mentre, a sua volta, è tiranneggiata da quegli stessi figli che fa credere siano la sua ragione di vita. E invece più probabilmente sono lo specchio appannato del suo narcisismo e alimentano con lei un circolo vizioso di arroganza e di prepotenza che si allarga tutto intorno come un’onda nell’acqua.

Queste “madri assolute” che sì, davvero, ripongono la pretesa soddisfazione di tutte le loro aspirazioni in un ruolo che alla fine – in modo paradossale – toglie loro tutta la femminilità possibile, rendendole più simili a streghe malefiche. Qui siamo ben oltre l’astinenza dalle gioie del sesso.

In questo desolante e parziale elenco voglio ricordare anche le tante relazioni incentrate sull’abuso e la perversione, dove vi è violenza fisica e psicologica e manipolazione. Relazioni nelle quali molte donne – molte più di quanto si possa sospettare – sono letteralmente costrette a rimanere, perché l’annientamento della volontà e dell’iniziativa personale è uno degli effetti tipici di queste relazioni, ma anche perché il “sapere comune” non fornisce gli strumenti adeguati per interpretarne i segnali e i rischi devastanti.

La zitella acida e la morale della favola

Che cosa ti ho voluto dire con questo articolo? L’altro giorno ho ricevuto un messaggio e-mail, evidentemente da una persona che ama andare nel profondo delle questioni, cioè, per intenderci, quel genere di messaggi senza saluti iniziali, senza punteggiatura, senza distinzione tra maiuscole e minuscole, senza congedo finale, nel quale la mittente mi diceva che aveva iniziato a leggere la mia guida gratuita Come attrarre la persona giusta per te in 11 passi e che le pareva che io dedicassi molto spazio alla capacità di stare da sola e questo le suscitava qualche perplessità. Ebbene la lettrice in questione non è il genere di lettrice alla quale amo rivolgermi.

Se dopo la lettura di quest’articolo la tua sintesi è che io non sia favorevole al matrimonio, inciti le donne a non cercare un partner, a non desiderare una vita di coppia soddisfacente e appagante e che non mi piacciano i bambini (e soprattutto le loro madri) ti rispondo che temo che sia sfuggito il nocciolo della questione.

E’ proprio perché penso che il desiderio di avere una vita sentimentale serena e arricchente sia un desiderio naturale e legittimo, proprio per questo sono convinta che ogni donna (ogni persona) faccia bene a decidere che cosa vuole davvero per sé, con uno sguardo proiettato al lungo termine e usi tutti gli strumenti e l’intelligenza necessari a rendere concrete e reali le proprie aspirazioni di felicità. Senza farsi ingannare da falsi miti e pessime storie raccontate male. Perché la tua vita è una sola e nessuno deve permettersi di giocare e di prendersi gioco della tua vita.

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121 Commenti

  1. Avatar di Antonella

    Antonella 10 anni fa (15 Dicembre 2014 15:38)

    Sei di una bravura MITICA!!!!!
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  2. Avatar di Angy

    Angy 10 anni fa (15 Dicembre 2014 15:42)

    Il commento che a volte ricevo io è: sei lesbica? In modo politically correct rispondo: solo un po'. O proprio non rispondo.
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  3. Avatar di Maria

    Maria 10 anni fa (15 Dicembre 2014 16:49)

    è un termine, come hai detto tu, Ilaria, archeologico, che si perde nella notte dei tempi, quando era l'uomo l'unico che usciva per lavorare, non c'era libertà sessuale, al di fuori del matrimonio (per la donna). Molti concetti atavici si perpetuano, anche quando le cose sono mutate. E' certamente un termine manipolatore, come hai affermato. Ma chi ci crede più ormai? Ogni persona che ha un po' di sale in zucca capisce, appunto che appartiene a degli standard, ma del lontano passato.
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  4. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (15 Dicembre 2014 15:54)

    Scusa, Angy, vero che in Italia "lesbica" è un termine profondamente dispregiativo. Ora aggiungo nel testo! :D
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  5. Avatar di Michela2

    Michela2 10 anni fa (15 Dicembre 2014 16:08)

    Ciao Ilaria!! Io credo (spero) di aver capito benissimo l'articolo...Purtroppo sembra sempre che una donna debba avere un compagno altrimenti è sminuita.Bene io so quando dall'età di 15/16 anni vari amici di famiglia e parenti iniziavano a chiedermi: Ce l'hai il fidanzato? Io dicevo no e allora le frasi di rito: e vabbè fai bene ti diverti... Un po' come a 12/13anni mi chiedevano se ero "diventata signorina"...Oh mamma, ma sono domande da fare??? Io non mi sono mai accontentata, ho detto no, tanti no a possibili fidanzati che non mi piacevano.Sono stata il "lume" tra coppie fidanzate...Non di co che non mi sentissi un po' fuori luogo,non dico che mi piacesse...pero'...ero autentica, single, fino a che non ne fosse valsa la pena.
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  6. Avatar di Lavinia

    Lavinia 10 anni fa (15 Dicembre 2014 16:09)

    La cosa peggiore, poi, è che il messaggio dispregiativo collegato al binomio "zitella acida" è spesso subliminale, sotterraneo, e proprio per questo ancor più carico di implicazioni discriminanti e vergognose. Mia madre ne è un classico esempio. Ovvero : si', d'accordo, la donna deve realizzarsi nella professione, essere indipendente, ecc. MA deve sacrificarsi, allo scopo di tenersi stretto il proprio uomo, senza il quale vale ben poco. Ovvero:sopportare, sopportare e sopportare. Sopportare il cattivo carattere del marito, la sua pigrizia e superficialità, ogni eventuale tradimento (che, secondo lei, al 99% è causato dalla freddezza femminile ) e prepotenza. Perché, secondo lei, "meglio un cattivo marito che niente del tutto". E così mi ha educata. A pensare di valere ben poco, da sola, e che ogni piccolo problema fosse causato da me. Solo da poco, a 45 anni suonati, ho capito quanto perversa sia questa educazione, e quali ingenti danni possa causare alle nostre vite.
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  7. Avatar di Jenna

    Jenna 10 anni fa (15 Dicembre 2014 16:11)

    Proprio oggi pensavo a quanto è dura restare sola, dignitosamente sola. Siamo forse tutti vittime di uno schema sociale che ci viene inculcato stile imprinting fin da piccoli, ma e' anche vero che non possiamo giocare tutta vita la carta della vittima. Eppure nonostante questa consapevolezza mi rendo conto che duro tanta fatica a stare bene da sola. Quello che più mi frega e' il senso di troppa responsabilità: se davvero la felicità e' prima di tutto dentro di noi, allora cavoli dipende tutto da me, effettivamente e' più consolante pensare che invece dipende dagli altri o dal famoso principe azzurro che ci salverà . Cio' che ci vuole e' tanta forza, tanto coraggio. Ma per far questo bisogna credere in noi e convincersi che abbiamo tutte le carte in regola per farcela. Io ci sto' ancora lavorando sopra chi sa se prima o poi il miracolo di amarmi accadrà .. Nel frattempo grazie Ilaria, ogni volta sembra che ci prendi per mano e ci aiuti a guardare nella giusta direzione. Ti abbraccio
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  8. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (15 Dicembre 2014 16:15)

    @ Michela2. sul "sei diventata signorina?" non mi esprimo davvero. Per carità. Sai invece che quando io sento di bimbi delle elementari che parlano di "fidanzati" incoraggiati dall'adulto che hanno vicino o quando sento di teen-ager che a 15, 16, 17 anni (ma sai, anche a 20 o 21) hanno una "fidanzata" o un "fidanzato" con il quale conducono vita di coppia formale (cene fuori, partecipare ad eventi familiari), ebbene mi coglie uno sconforto profondo. Non ti dico quando mi scrivono lettrici che hanno dai 20 ai 25 anni e che mi raccontano di essere state in una relazione dall'età di 15 o 16 anni. Santo cielo... Secondo me quella che qui si apre è una vera e propria questione di tappe di vita, di esperienze, di possibilità che si decide di precludersi o di tenersi aperte. E' una questione educativa, esistenziale, di destino personale. Conosco alcune coppie che si sono conosciute e unite nell'età dell'adolescenza e stanno insieme bene per tutta la vita. Ma nessuno mi può convincere che le unioni precoci non incidano profondamente nell'esistenza di un individuo, spesso impedendogli delle scelte davvero libere e consapevoli.
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  9. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (15 Dicembre 2014 16:22)

    @ Lavinia: hai centrato la questione.
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  10. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (15 Dicembre 2014 16:34)

    @ Jenna, ti ringrazio, mi sono commossa. Pensa che questo articolo l'ho pubblicato in ritardo perché fino all'ultimo ero incerta se fosse il caso o no. Quindi, come dire, si cercano nuove vie e nuovi modi e sono certa che "l'essere dura" di adesso porterä soddisfazioni. Te lo assicuro.
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  11. Avatar di minou

    minou 10 anni fa (15 Dicembre 2014 16:42)

    Ah ah ah, grande Ilaria! Constato che dei termini orrorifici che hai citato come offese tendenzialmente peggiori di zitella acida me ne sono beccati 7 su 8. Ma ne ho ricevuti anche tanti altri, eh, non contemplati nella lista. Il più ricorrente strega, il più evocativo scarafaggio. Più tutta la serie di quelli di carattere politico-religioso-sociale, diciamo, e quelli dedicati alle presunte deficienze della mia mente, del mio corpo, della mia coscienza... In effetti non devo essere mai stata molto “allineata”. Nonostante tutto, no, non molto. Ed ora finalmente sono pronta a conquistarmi a testa alta e con grande entusiasmo anche il top di oggi: zitella acida. Oui, c’est moi! Grazie dell’articolo. Buon pomeriggio
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  12. Avatar di Sara

    Sara 10 anni fa (15 Dicembre 2014 16:56)

    Ciao a tutti!!!@Michela2, mi hai ricordato che anche a me veniva fatta la terribile domanda "ma sei diventata signorina?", avevo rimosso! E poi: 1) A catechismo ci dicevano che chi non si sposa si fa suora. 2) Mia madre parlava delle proprie amiche separate come di persone su cui si era abbattutto un cataclisma (ehhh, comunque magari sono ancora in tempo a "rifarsi una vita" con un altro uomo - altra espressione orribile che farebbe pensare che senza un uomo praticamente si muore e che comunque bisogna affrettarsi, oltre una certa età è finita). 3) Nonna e parenti vari, vedendo con rammarico che a 20 anni avevo lasciato il mio "moroso" (stavo con lui dall'età di 16 e non posso che dare ragione a Ilaria sugli aspetti vagamente inquietanti di queste relazioni precoci), facevano eleganti commenti del tipo "eh, ormai è andata così", rimarcando che la mia condizione di zitellaggine (a 20 anni!!!!!!!!!!!!) era irreversibile. Mi ci sono voluti anni, e ci sto ancora lavorando ora, per riuscire a liberarmi di queste e di altre cavolate....
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  13. Avatar di Vale

    Vale 10 anni fa (15 Dicembre 2014 17:03)

    Ilaria fortunatamente, penso, che ci siano persone che comprendono bene cosa ci vuoi dire attraverso i tuoi articoli. E' dannatamente vero che la "società" ti inculca che sei felice solo se sei sposata e se lavori! l'altro giorno una conoscente, vedendomi di buon umore, mi dice: "Se sei felice significa che o hai trovato un ragazzo o un lavoro".... io le rispondo: "no, nessuno dei due". Questo mi ha fatto riflettere parecchio. Ovviamente è innegabile che non è bello stare da soli ma stare con qualcuno perché ci si accontenta è anche peggio.... conosco persone sposate che se stessero single starebbero mille volte meglio! Alle volte mi capita, a seconda di certe cose che vedo, di dire: "se devo avere un marito così meglio che sto da sola". :) una delle mie paure è di accontentarmi... questo mi succede perché a causa di problemi familiari non mi sento mai pienamente felice. Ho quindi paura di cadere nei classici errori pur sapendo giudicare con oggettività la realtà che mi circonda ed anche me stessa. Quindi per questo è importante stare bene da soli con se stessi e ogni giorno lotto per questo ma non è facile a causa di ciò che "deve" essere. Qualche giorno fa parlai di un "morto-di-figa"... non so se il termine ti sia venuto in mente per via di quanto ho scritto o per qualche altra motivazione.. ma, in ogni caso, io non ci ho più parlato! non sarebbe bello criticare qualcuno e poi continuare a parlargli... sarebbe come criticare me stessa. ciao :)
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  14. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (15 Dicembre 2014 17:11)

    Ah ah ah, Sara, mi hai fatto morir dal ridere... Pazzesco. Ma scusate, vi torna mai che a un giovanotto si chieda: "Ma ti tira?". Ma davvero, se io sono diventata o non sono diventata signorina, allora mi dici se a te, a tuo marito o a tuo figlio tira? O soffre di eiaculazione precoce? O come sta messo a dimensioni? Ma santapolenta... Ragazze oggi va così, sono un po' esplicita col linguaggio...
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  15. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (15 Dicembre 2014 17:13)

    @ Vale: voi siete una fonte preziosa di ispirazione per me e no, il morto di figa, mi è venuto in mente spontaneamente :D . Per tutte le altre tue considerazioni, sono d'accordo e tanto di cappello.
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  16. Avatar di Isolde

    Isolde 10 anni fa (15 Dicembre 2014 17:15)

    Anche a me e' stato indirettamente e poi anche palesemente chiesto " ma sei lesbica" come Angy. Comunque alla fine e' triste ma tali commenti non mi tangono piu'. La vera tristezza per me e' non avere figli a 44 anni e non quella di essere single
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  17. Avatar di Michela2

    Michela2 10 anni fa (15 Dicembre 2014 17:53)

    Ma davvero!! Ricordo le amiche di mia nonna con il sei diventata signorina e, mia nonna che una volta mi disse: "La Silvia è diventata signorina è stata piu' brava di te!!"Oh mamma...!!! Trovo che hai ragione quando dici che i rapporti iniziati a 16 anni seppur continuati tutta la vita hanno tolto qualcosa nella crescita e nelle scelte di queste persone. Penso che, seppur felici, qualche rimpianto di vita vissuta lo abbiamo. Bella la parte del buffet, io, appena l'ho letto ho pensato: "azz sono stata una vita single potevo davvero divertirmi di piu' con il buffet... ;-)))))" Io tra mezz'anno ho 30anni sono fidanzata da 6 mesi e poco piu' ma sono innamorata!Non mi sono mai accontentata nella vita ed ora come non mai penso che ho fatto bene! Se tutti i miei errori le batoste che ho preso,le illusioni,le piccole sofferenze mi hanno portato a quello che sto vivendo ora, sono felice,strafelice di non essermi mai accontentata!!
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  18. Avatar di Michela2

    Michela2 10 anni fa (15 Dicembre 2014 17:59)

    Chi ci chiama zitelle acide è frustrato/a lui o lei...nella mia condizione di single ho imparato a guidare ed a parcheggiare (chi ha il fidanzato da sempre, non lo sa fare). Ho fatto le vacanze con le mie amiche da Ibiza a Mykonos a Lloret de mar agli Stati Uniti alla Costa Azzurra e tanti altri posti. Sono stata nei locali di tutta la zona, chiq, trash, in, out. Ho mangiato in tanti tipi di ristoranti, sono stata in pub vari, ho visto outlet, ho fatto corsi di ballo,pilates,palestra... Sono andata a letto con almeno un paio di fighi da paura... Boh...non è che sono stata proprio male da "zitella acida"...
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  19. Avatar di Audrey

    Audrey 10 anni fa (15 Dicembre 2014 18:07)

    Riflettevo qualche giorno fa sul fatto che a volte, in una maniera sottile di cui ho preso consapevolezza da poco, mi sembra più ben speso del tempo, un’uscita, un caffè con un uomo piuttosto che con una donna. Ok uscire con un fidanzato è una cosa a parte, questo discorso riguarda più amici oppure uomini papabili, cantonate comprese, anzi in prevalenza! Quando ho preso consapevolezza di questa cosa mi sono chiesta quali subdole idee fossero incagliate negli scogli della mia mente… la zitella acida seduta su uno scoglio…. l’uomo Re della foresta mollemente adagiato su un altro scoglio… la Paura della solitudine aggrappata ad un terzo scoglio…. Dò un ruolo così basso alla donna? E quando sono sola con me stessa che sono donna, è tempo ben speso? ;)
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  20. Avatar di kiki07

    kiki07 10 anni fa (15 Dicembre 2014 18:14)

    Ilaria non posso evitare di commentare...sei di una linearità, concretezza, competenza e sensibilità nello scrivere che sfiora il cuore delle persone. Bell'articolo davvero, e dalla mia, forse ancora modesta esperienza di ragazza, non posso che essere d'accordo in tutto. D'altronde è ben altro che un parere il tuo, è un guardare le cose dall'alto, con saggezza, sensibilità oltre che tanta competenza. Lunga vita al blog che oltre ad essere molto utile, personalmente credo che sia uno dei migliori di crescita personale di mia conoscenza, da vari input al ''risveglio'' delle coscienze. :) Buona serata a Ilaria e, a tutte le lettrici affezionate come me
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