Vincere la paura in amore: smettila di farti del male e diventa amica di te stessa

come vincere la paura di amarePer vincere la paura di amare devi cominciare dall’amore.

Vediamo un po’: ti sei amica o ti sei nemica?

Lo sai vero che spesso siamo proprio noi e soprattutto noi a metterci i bastoni tra le ruote?  E che gli altri o le circostanze c’entrano poco?

"Quasi quasi mollo tutto e divento felice. thatsvane, Twitter"

Ci pensi mai che la paura e la paura di amare, la paura di rischiare, è qualcosa che, dopo una certa età, alimentiamo tutto da soli o da sole?

Per esempio, la paura è alla base di due atteggiamenti tipici delle donne che non riescono a trovare una relazione che le faccia stare bene per davvero.

La paura è alla base dell’atteggiamento di chi è sempre rabbiosa e distruttiva e parla con rancore e disprezzo degli uomini.

E la paura è alla base dell’atteggiamento di chi è triste e si sente “disperata”, cioè senza speranza, relativamente al fatto di trovare l’uomo giusto.

Avere paura ed essere arrabbiate e tristi non aiuta e porta lontanissimo dall’obiettivo, cioè da una bella storia d’amore.

Perché più si è arrabbiate e più si è tristi meno si è attraenti.

Interessante vero? La rabbia e la tristezza, che derivano dalla paura, portano ancora più rabbia e più tristezza e anche più paura.

Ma la paura indossa un’altra subdola maschera tra le donne che non si decidono e non riescono ad avere una relazione serena e appagante.

E’ la maschera del perfezionismo, del sentirsi sempre inadeguata e in colpa.

Sempre bisognosa di un “recupero”, di un traguardo da raggiungere, di un modo di essere da assumere prima di poter avere l’amore e goderne.

Sotto la pressione continua di fare qualcosa di più e meglio, se no non si può arrivare dove si vuole.

L’amore non deve essere mica una fatica, uno sforzo o il risultato di un sacrificio

Fatto sta che attraverso la paura, quella che poi fa sorgere la rabbia, la tristezza e la mania della perfezione, ci si infligge un sacco di sofferenza. Inutile.

La paura è paura per se stesse, per la propria incolumità, paura di soffrire, paura del fallimento, paura di vedere film già visti.

Paura di mettersi in gioco, di scoprirsi, di essere rifiutate.

E, ovviamente, paura di rimanere sole.

La paura è un sentimento che viene dal nostro essere bambini, dal sentirci inadeguati rispetto a quello che la vita ci richiede. O che la relazione con gli altri, l’incontrarsi con loro, ci richiedono.

Questa paura ci impedisce di andare oltre, di uscire dallo stallo.

Questa paura può frenare qualcuno dal trovare la persona giusta, lo blocca, lo fa restare dov’è.

Quando si ha paura si tenta di tacitarla e di non affrontarla di petto, perché affrontare la paura fa paura, ohibò.

E ci si gira intorno. Facendo altro.

Con la rabbia, prendendosela con gli altri e dando loro la colpa; con la tristezza, accusando se stesse di essersi perdute per sempre. E con il perfezionismo non sentendosi mai all’altezza, ma sempre inadeguata.

Fermati e occupati di te sul serio

Qualche giorno fa ho ricevuto un messaggio da Paola (nome di fantasia), che ti riporto nella sua parte centrale:

“Ti scrivo perché mi trovo in una situazione particolare. Forse non ti ricordi, ma ci eravamo sentite via Skype qualche anno fa.

Io all’epoca mi ero lasciata con il ragazzo e stavo veramente male. Con il senno di poi ti confido che è stato molto meglio così!! Davvero!!!

Da allora non sono più riuscita ad avere una storia. Penso di avere paura.

Ero anche uscita con un ragazzo per diverso tempo, ma lui poi non voleva una storia (nonostante dicesse di trovarsi così bene. Mah, sono perplessa).

Dopo di lui sono uscita con altri, ma con qualcuno dopo la prima uscita ho troncato. Uno di loro subito alla prima uscita mi ha fatto capire che voleva una storia seria e io ho preso paura. Forse non era il mio tipo.

Adesso vedo che tanti miei amici single da anni hanno trovato l’anima gemella.

E io sono ancora qui da sola. Sono felice per loro, ma vorrei la stessa felicità anche per me, a volte provo un po’ di invidia, sono sincera. Invidia buona, non quella distruttiva.

Nonostante abbia fatto un buon lavoro su di me (ho frequentato un corso di mindfulness e cerco di mettere in pratica i principi di questa disciplina) e cerco di fare le cose che mi piacciono, come mi avevi suggerito tu, non è ancora arrivato il mio momento. Mi chiedo se sbaglio qualcosa.

Breve ed essenziale, la guida che ti spiega i passi base e fondamentali per costruire o ricostruire la tua autostima e mantenerla. Per stare bene con te stessa e con l’uomo giusto.

Ultimamente mi sono dedicata alla mia nuova casa, mi sono iscritta ad una seconda università. Cerco di darmi da fare, ho fatto dei viaggi stupendi. La mia vita va bene e ho tanti amici, ma a volte mi manca un compagno.

Ti mando un grande abbraccio!”

Partiamo dal fondo: Paola, con la cautela e la riservatezza che la caratterizzano, dice che talvolta le manca un compagno. In questo non vi è nulla di male.

Desiderare di avere accanto un partner è sano, è normale, fa parte del nostro essere persone umane, non c’è da vergognarsene.

Come non c’è da vergognarsi di quella invidia che Paola dice di provare per gli amici, sottolineando che è buona e su questo non ho dubbi.

Quello che è davvero interessante è il quadro nel quale Paola inserisce il suo desiderio e la sua invidia.

Parla esplicitamente di paura e dice di aver rifiutato delle persone perché avevano ventilato la possibilità di una storia seria.

Soprattutto gli interrogativi di Paola si rivelano quando lei spiega quella che sembra essere la sua strategia: lavorare su di sé, applicare la mindfulness (che è la presenza mentale, la capacità di essere presenti a se stessi, insegnata dai Buddhisti e raggiungibile attraverso la meditazione seduta e altre tecniche), dedicarsi alla casa e prendere un’altra laurea. Darsi da fare.

E a che cosa dovrebbe portare tutto questo darsi da fare?

“Ma come?” sembra chiedersi Paola, “Con tutto questo mio gran da fare, perché non ho ancora trovato un compagno?”

Come vincere la paura di amare

E’ un po’ come se mi si allagasse la casa perché la lavatrice perde, io mi mettessi a lavare la macchina e mi chiedessi come mai la casa rimane allagata.

Che cosa c’entrano il lavoro su di sé, la mindfulness e una nuova laurea con trovare l’uomo giusto?

Non vi è nulla di male in tutte queste attività, in sé e per sé, il fatto è che è molto curioso che si mettano in relazione con la possibilità di trovare l’uomo giusto.

Detto in altre parole, ho il sospetto che Paola si stia sempre autopunendo e stia percorrendo una strada difficile, ma sbagliata, per arrivare alla meta, semplicemente perché ha paura di fare le cose giuste e fare altro la impegna, la distrae e le dà la sensazione di “fare qualcosa”.

E allora, come vincere la paura di amare? Paola accenna a qualcosa che le ho detto io, fare quello che le piace.

Questa è un’indicazione che io dò in effetti sempre, ma come punto di partenza, come primo passo, perché dedicarsi a quello che piace, che fa stare bene è un modo per cominciare a dare amore a se stessi.

E’ un modo per darsi ascolto e soddisfazione, per trattarsi bene, per dare a se stessi un segnale relativo al fatto che ci si considera con attenzione, amore, riguardo.

Come farebbe una persona attenta e amorevole.

Che ci dà importanza.

"Rinunciare alla spontaneità e all’individualità significa soffocare la vita. Erich Fromm"

Bisogna procedere, poi.

E’ importante prendere consapevolezza della propria rabbia, della propria tristezza e della propria mania di perfezionismo e saperle ricondurre alla paura di avere una relazione, di soffrire e di rimanere deluse.

Poi è utile prendere una decisione relativamente a quanto queste paure contano davvero e quanto, invece, conta l’obiettivo che si vuole raggiungere.

Messi su una bilancia, sui piatti opposti, si intende dare più credito alle paure o dare più spazio alle opportunità di realizzare il proprio obiettivo?

E’ necessario darsi ascolto in maniera tenera e senza giudicarsi, riconoscere i propri bisogni, anche quelli che  sembrano meno “nobili” (ma solo perché così sembrano a noi), meno onorevoli, quelli dei quali, per ora ci si sente meno orgogliosi.

Cercare di dominarsi, di “mettere in riga” la propria mente, le proprie emozioni e di tacitare l’invidia, riportandola a radici “buone”, continuare a “lavorare su di sé”, a studiare, a darsi da fare, non ci fa del bene. Neanche un po’.

Va nella direzione di non riconoscere quello che ci serve davvero, va nella direzione di non amarci e di non ritenere i nostri bisogni degni di ascolto e di soddisfazione e quindi di non ritenere noi stessi degni di amore, rispetto tenerezza.

E’ un modo per continuare a trattarci con la mancanza di amore con cui probabilmente altri, prima, ci hanno trattato, spegnendo in noi stessi l’amore per noi.

E’ questa mancanza di amore, questa mancanza del riconoscimento dei nostri veri bisogni che ha portato alla paura.

Crescere significa riappropriarci della decisione di volerci bene e della responsabilità di darcelo questo bene.

E’ a questo che bisogna tendere, per vincere la paura.

"Dovremmo essere spontanei come i bambini che, quando vogliono una carezza, ti prendono la mano e se la mettono sul viso. mesmeri, Twitter"

Per te, è più importante dare retta alla paura o scegliere di perseguire il tuo desiderio e raggiungere il tuo obiettivo, anche correndo il rischio di scoprirti meno perfetta di quello che ti piacerebbe essere?

 

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107 Commenti

  1. Avatar di Anto

    Anto 7 anni fa (5 Novembre 2017 9:16)

    Ciao Ilaria! Articolo interessantissimo e vero.. soprattutto per noi donne!Io ho sempre avuto una terribile paura di amare..un po' perché ci tenevo alla mia indipendenza un po' perché sono stata cresciuta con un pessimo esempio di padre(che ora amo ed ho perdonato). Ora ho trent'anni, quattro anni fa ho conosciuto colui che la vita me l'ha stravolta e mi ha donato tutto il suo cuore dimostrandomi giorno dopo giorno presenza,attenzioni, passione e dedizione.Nonostante ciò spesso sono combattuta, è come cercassi sempre qualcosa che non va anche se lui effetivamente dopo i primi due anni è cambiato. Quindi ora mi ritrovo al punto di partenza,con l'ennesima paura di rovinare tutto e come scrivi tu di rimanere sola..non è facile lo so, è un lavoro forse che devo fare dentro me, una vocina mi dice che accontentarsi non va mai bene l'altra che LUi mi ha insegnato cos'è l'amore e che un uomo che mi ripete spesso che vuole invecchiare con me e non vede l'ora di avere una famiglia con me non posso e non devo lasciarmelo scappare..un abbraccio
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  2. Avatar di Elena

    Elena 7 anni fa (5 Novembre 2017 10:10)

    Ciao Ilaria, grazie per l'articolo molto interessante. Hai descritto una situazione in cui mi trovo. Difficilmente provo rabbia, ma sono più incline a tristezza e mania di perfezionismo. Questo mi ha portato a autopunirmi imponendomi obiettivi molto ambiziosi che mi danno la 'scusa' per diminuire determinate situazioni sociali (non che questi obiettivi mi dispiacciono comunque). Qualcosa viene organizzato e magicamente o devo studiare o l'indomani lavoro presto. Le mie frequentazioni sociali sono ristrette a persone della mia zona comfort. Per una serie di avvenimenti, mi troverò in un mese e mezzo ad avere un periodo senza studio e lavoro e questo un po' mi solleva per la diminuzione di stress, un po' mi fa riflettere che forse è arrivato il momento di affrontare pian pianino le proprie paure. Grazie ancora per l'opportunità di riflessione. Un abbraccio.
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  3. Avatar di Elena

    Elena 7 anni fa (5 Novembre 2017 10:20)

    Buongiorno Ilaria, non so come ringraziarti per questo articolo! Arrivi nel momento più giusto per me. Qualche giorno fa il mio maestro di viola mi ha proprio fatto riflettere su di me, dicendomi che se sbaglio, se le cose non vanno come voglio io, non è perché non le so fare, ma perché non ho fiducia in quello che faccio. In effetti mi sono resa conto di avere un atteggiamento completamente sbagliato nei confronti degli altri e delle mie attività, cosa che da fuori si percepisce tantissimo! Ogni volta che mi confronto con qualcuno o leggo di qualche iniziativa o mi viene fatta una proposta, il primo pensiero è "tu non puoi farlo, perché non sei capace". E invece a me non manca proprio nulla! Capisco che è da un anno in qua che il mio corpo e la mia mente lanciano segnali d'aiuto: frequento il conservatorio, sto terminando l'università, e tutti questi impegni mi distolgono da me, causandomi tensione e scontento, cosa che invece non dovrebbe essere, perché fare la musicista è la mia più grande aspirazione e dovrei essere felice di essere arrivata dove sono! La mia sfiducia in me stessa sta completamente condizionando la mia vita e non accetto più di essere così giovane e di sentirmi continuamente così male. Ho finalmente deciso, quindi, di rivolgermi ad uno specialista che mi aiuti a districarmi dai miei problemi, perché mi sono resa conto che da sola non arrivo da nessuna parte. E' un passo positivo, perché chiedere aiuto per me è sempre stato molto difficile. Farò il possibile per correggere questi atteggiamenti e godermi quello che mi merito. Ti ringrazio, perché è anche grazie a te se sto aprendo gli occhi.
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  4. Avatar di Alessandra

    Alessandra 7 anni fa (5 Novembre 2017 8:56)

    Grazie per le tue parole, perché riflettono esattamente come mi sento in questo momento: in pieno conflitto. Da un lato il desiderio di incontrare qualcuno, provare a frequentarlo, scoprire se ci può essere qualcosa. Dall’altro il TERRORE del provare di nuovo il DOLORE per una storia che non è andata bene. Io credo che tutti coloro che ci stanno vicini e soprattutto le persone che ci possono interessare sentono e percepiscono tutto questo e scappano a gambe levate. Volermi bene, lavorare su me stessa, sentire la rabbia che mi muove dentro, sfogarla e incanalarla in modo diverso, farla diventare un’energia propulsiva al posto che distruttiva, affrontare la tristezza, il perfezionismo, il dolore, imparare a sentire cosa desidero veramente nel profondo e cercare di agirlo....tutto vero. Ma ciò che mi rimbomba più nella testa sono le parole (che mi facevano ribollire di rabbia per la loro verità) di un’amica: “non ci pensare e lui arriverà. Sii te stessa fino in fondo. Vivi la tua vita con serenità, stai bene con te stessa. Solo quando questo accadrà incontrerai la persona giusta”. La verità è che tutto questo è tanto semplice da dire quanto difficile da mettere in pratica. Sii te stessa: ma io mi sento me stessa. Com’ allora che agli altri arriva una me non autentica? E qui si apre un’altra matrioska della meravigliosa complessità della nostra personalità. E qui mi fermo per evitare di ammorbare qualcuno. Perché alla fine, almeno io, desidero un po’ di leggerezza, soprattutto in questioni di amore. Perché se anche quelle devono diventare l’ennesimo compito da svolgere io mi sono già rotta prima ancora di cominciare. Alessandra.
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    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (5 Novembre 2017 12:57)

      E quindi pensi che “te stessa” non vada bene? Io un po’ sì, sinceramente. Poi magari mi dico anche che la persona giusta è tale se le piace la “me autentica”, ma in fondo penso che se fossi un’altra sarebbe più facile :) Terribile. E il peggio che questo implica che gli uomini siano dei mezzi deficienti. No, non va bene.
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  5. Avatar di Serena

    Serena 7 anni fa (5 Novembre 2017 18:36)

    Bellissimo articolo Ilaria, molto profondo, che fa il paio con quello stupendo e motivante sul coraggio. Mi capita di rileggerlo ogni tanto, e di commuovermi ai tanti commenti, pieni di vita, di storie, di passione e di forza. Mi piace concentrare la mia attenzione su questo tema, credo sia il migliore antidoto alla paura. Io credo che la paura nasca soprattutto dalla nostra attitudine a creare una zona di comfort in qualunque situazione, anche la più disfunzionale e la meno adatta a noi. È un po' come quando al detenuto si spalanca la cella dopo anni di prigionia: la libertà, la pagina bianca da scrivere, il cambiamento... fanno una paura del diavolo, ma solo se ci si illude che la vita abbia una forma. Invece la vita è l'acqua di un fiume, non c'è roccia che tenga, il suo destino è scorrere, non certo stagnare. Da quando ho compreso questo ho scoperto l'ebbrezza di abbattere giorno per giorno piccole e grandi paure, e di fare cose che mai avevo avuto il coraggio di fare prima: partecipare a un weekend di trekking su ferrata, iniziare uno sport leggermente acrobatico, attaccare bottone con chiunque e in qualunque situazione, avanzare proposte e idee nel corso di riunioni coi capi, provarci con un uomo e accettare la possibilità del rifiuto. Oltre a lasciare l'uomo con cui stavo da dieci anni. Fatto tutto quest'anno. Che dire? La paura di amare mi fa un baffo. :-D grazie Ilaria, you're simply the best
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  6. Avatar di Emilia

    Emilia 7 anni fa (5 Novembre 2017 22:23)

    E ancora una volta, cara Ilaria, non posso che farti i miei complimenti per questo tuo ultimo articolo. Io, al contrario di altre donne, non ho raggiunto grandi traguardi in altri ambiti della mia vita, però so di avere la paura da te descritta qui, sul blog. E poi il perfezionismo, anche quello mi appartiene, per non parlare della tristezza... Insomma, ciò che scrivi mi rispecchia e sentirmi in qualche modo capita mi rende meno scettica sulle possibilità di cambiare qualcosa e mi fa sentire meno sola a combattere contro le mie paure. Grazie, un abbraccio.
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  7. Avatar di Aurora

    Aurora 7 anni fa (5 Novembre 2017 22:53)

    Ciao Ilaria, Seguo i suoi articoli con molto interesse, amo il suo modo di esprimersi in modo diretto e per niente superficiale e per questo mi complimento con molta sincerità. Ho 30 anni e sono una studentessa. Amo leggere. Ultimamente mi sto appassionando ad articoli e libri che possano aprire ancora di più la mia mente. Mi sto ricostruendo. Ho avuto una bruttissima esperienza con un ragazzo che credo sia un narcisista. Dico credo perché forse non riesco ancora ad accettare la sua natura. Fatto sta che dopo questo incontro di circa un anno, doloroso e difficile, ho avuto la forza di chiudere ogni tipo di rapporto e girare pagina. Ma è difficile raccogliere i cocci. È difficile. So che devo amarmi. So che devo imparare ad essere più cinica. So che, sulla cima delle priorità, devo mettere me stessa. Una cosa, questa, che non ho mai fatto per una vita intera, vita che non è stata mai semplice fino ad oggi. Solo che mi vedo cambiata. Prima "guardavo il mondo con i miei occhi", gli occhi di una ragazza che sognava, ingenua, fatta di anima e cuore. Ora guardo il mondo per quello che è. Ed ho paura a volte. Ho paura di inaridirmi e diventare una persona superficiale. E mi colpevolizzo per questo. Io non riesco a vivere con leggerezza: ogni mio comportamento passa sempre sotto il vaglio del mio giudizio. Non voglio diventare, per nessuna ragione al mondo, quello che mi è stato fatto. Mi farebbe piacere ricevere un suo parere. Tantissimo. Nell'attesa di una risposta, invio i miei più cordiali saluti.
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 7 anni fa (6 Novembre 2017 10:49)

      Allora, non sappiamo se il suo amico fosse un narcisista e non ci interessa né punto né poco. Quello che ci interessa è che faceva danni, sotto quale etichetta, chi se ne frega. Bisogna stare lontano dalle persone che fanno e ci fanno del male, avessero anche la faccia dell'arcangelo Gabriele, anzi soprattutto se hanno la sua faccia. Ciò detto, so benissimo che tra le mille sensazioni negative che lascia una storia abusiva c'è la paura di diventare come il proprio carnefice. In parte perché un po', per un po' di tempo, come lui/lei ci si diventa davvero, per osmosi e anche come reazione al malessere. Si diventa un po' stronzi. Ma non si rimane tali, tranquilla. Sicuramente lei si deve prendere cura di sé per ritrovare un equilibrio emotivo che è stato compromesso, e si fa. Lo fanno donne ben più grandi di lei, può farlo lei che è molto giovane. Ha 30 anni e parla di sé come una donna in crescita. Cresciamo in teoria fino a che non moriamo, ma 30 anni, anche oggi, devono essere considerati un'età in cui si è adulti e non ragazzi. Guardare il mondo con occhi di ragazza ingenua, che sogna e fatta di anima e cuore non va bene nemmeno un po'. Dice che ora guarda il mondo per quello che è. Che dire? Beata lei, è quasi vicina all'illuminazione! Battute a parte, come dovrebbe guardarlo il mondo, attraverso i film Disney? Meno male che è cresciuta e che sta crescendo, meno male che smette di essere una bambina ingenua, peccato che questo stia succedendo sotto la spinta di una pessima esperienza. Ora, di nuovo, punti gli occhi su di sé in modo da recuperare la strada giusta sulla quale condurre la sua vita adulta, curando le tante ferite del passato e soprattutto puntando a grandi obiettivi per sé, senza rimpianto per l'ingenuità di bimba, solo distruttiva dopo i 15 anni.
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  8. Avatar di Stella

    Stella 7 anni fa (5 Novembre 2017 20:37)

    Articolo come al solito interessante...che casca a pennello su di me e su come mi sento ultimamente, sulla paura di restare sola che non riesco superare, nonostante il lavoro fatto su me stessa da quando un'amica mi ha consigliato di leggere questo blog (accadeva circa un anno e mezzo fa). Allora uscivo da una storia con un uomo manipolatore (e pieno di insicurezze) travestito da principe azzurro (almeno nella mia testa lui era così, l'uomo perfetto). Mi ritrovo oggi con tante consapevolezze in più su di me, maggiore sicurezza ed una visione molto più razionale dei rapporti di coppia; nonostante questo, spesso ho paura di restare sola...temo che non avrò mai la gioia di condividere la vita con un compagno giusto per me. Cerco di dedicarmi a quello che mi piace e che mi fa stare bene: ad esempio ho trovato il coraggio di partire sola per viaggi importanti aggregandomi ad una compagnia di persone che non avevo mai incontrato prima e ho stretto nuove amicizie...anche se ahimè sono tutte in città distanti dalla mia. Negli ultimi tempi mi sono fermata a pensare al motivo per cui io non ho ancora un compagno: ho pensato che forse dovrei accrescere le occasioni di incontrare nuova gente...il problema è che non mi riesce facile coinvolgere altre persone nelle attività che vorrei praticare: spesso vedo opporre dei rifiuti o mancanza di entusiasmo dalle mie amiche, ho la sensazione di essere circondata nella mia città da gente chiusa e demotivata. Tutto questo accresce in me insoddisfazione e paura di restare sola, perché penso che non avrò mai l'occasione di incontrare l'uomo giusto. Come se ne esce?
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 7 anni fa (6 Novembre 2017 10:53)

      Non bisogna contare sugli altri, ma essere autonome. Le amiche non ti seguono? E meno male, così sei libera di fare e disfare a piacimento. Incontrare, conoscere le persone giuste è un fatto di statistica e dipende da quanto ci muoviamo in quella direzione. Hai conosciuto persone simpatiche in viaggio? Bene, conoscere persone è possibile. Persevera, persevera, persevera. E' la vita questa, continuare ad andare avanti. Sul percorso e attraverso le cose che si fanno, accade quello che desideriamo. Stando fermi o aspettando gli altri (orrore!) no.
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  9. Avatar di Ica

    Ica 7 anni fa (6 Novembre 2017 12:26)

    Ciao, sono una ragazza di 24 anni, un anno fa è finita una storia importante per me. Lui dopo un viaggio in Germania per migliorare la lingua ha deciso di non volersi più impegnare con me, di non volere più vincoli. Tutto questo di punto in bianco. Dopo qualche mese siamo usciti ugualmente fino a quest estate dove ha deciso di interrompere con me nuovamente. Da poco ho scoperto che c è un altra ragazza (collega), dice di non aver impegno, di non essere fidanzato ma intanto la porta a ballare con gli amici e si fanno i weekend. Mi sento presa in giro, mi sento tradita, sento di aver speso due anni e mezzo dietro al classico maschio che usa le donne. Pensavo di aver conosciuto un ragazzo d altri tempi ma col tempo si è rilevato io solito maschilista egoista. Purtroppo soffro ancora, la mia autostima è scesa tantissimo, mi sento psicologicamente fragile e instabile. L unica cosa che vorrei è uscirne vittoriosa e che lui si rendesse conto di ciò che ha perso, ho fatto tanto per riconquistarlo ma è andato tutto a rotoli e ieri ci siamo scambiati messaggi pesanti. Ho una tremenda voglia di ricominciare ma allo stesso tempo la paura di lanciarmi in nuove conoscenze è grande. Temo di non riuscire a fidarmi più di nessuno!
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    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (6 Novembre 2017 13:04)

      "L unica cosa che vorrei è uscirne vittoriosa e che lui si rendesse conto di ciò che ha perso". Magari di questo puoi anche fregartene, volendo. Non mi pare proprio centrale per la tua vita, anche perché mettendola in termini di vincere o perdere, perdi in partenza. Il punto forte di questi tipi è che se ne fregano, e non fanno prigionieri. Quindi se ti metti in questa ottica, ti ammacchi tu e basta (tipo dare pugni a un muro).
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  10. Avatar di Eleonora

    Eleonora 7 anni fa (6 Novembre 2017 14:18)

    Non ci sarebbe tanta paura se le persone avessero imparato il rispetto x il prossimo...e ancor di+rispetto per se stessi. Il problema è solo quello,mi sa.
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  11. Avatar di Anna

    Anna 7 anni fa (6 Novembre 2017 15:12)

    Ilaria, certo che di articoli interessanti e sorprendenti ne hai scritti tanti, ma questo mi ha centrata in pieno. Grazie per il tuo sostegno.
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  12. Avatar di Sara

    Sara 7 anni fa (5 Novembre 2017 10:38)

    Cara Ilaria, grazie per questo articolo. Ho trovato delle somiglianze tra me e questa Paola, tuttavia non sono sicura di aver capito a fondo il messaggio che ci vuoi mandare: ci vuoi dire che, la "fatica" e l'impegno che ci mettiamo per migliorare noi stesse (attraverso varie attività) sia in un certo senso un modo per sentirci "degne" della relazione giusta e quindi deriva da un amore insufficiente verso noi stesse? Io, per diversi anni, mi sono chiesta chi fossi e a cosa volessi dedicarmi in questa vita. Era una cosa che dovevo in qualche modo "risolvere" e capire quale fosse concretamente la direzione giusta da prendere. Sentivo che una volta che mi fossi messa sul cammino giusto (giusto per me almeno per questi anni), avrei trovato una certa stabilità interiore e questo mi avrebbe aiutato a riconoscere e vivere la relazione giusta. Mi chiedevo: chi sono io? A cosa mi dedico -con amore- nella vita? E quindi, con quale tipo di persona voglio condividere la mia quotidianità? Bene, la direzione -almeno per questi anni- l'ho trovata. La mia vocazione è diventata al momento il mio lavoro, che è il mio impegno nel mondo. Ora ho una definizione più chiara di me, rispetto a 10 anni fa. E so anche che tipo di persona voglio accanto. La questione è che questa persona ancora non l'ho incontrata. Sono contenta di me, mi amo (mi impegno per quello che amo fare, non è anche questa una forma d'amore verso se stessi?) mi sento abbastanza "in piedi"... e ho voglia di condividere la mia vita con il compagno giusto per me. Sto sbagliando qualcosa? E se sbaglio, che cosa sbaglio? Grazie mille cara Ilaria.
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    • Avatar di Margherita

      Margherita 7 anni fa (5 Novembre 2017 12:57)

      Grazie Sara per il tuo commento. Mi riconosco in questa tua descrizione.
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    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (5 Novembre 2017 13:07)

      Si a volte il “lavoro su se stesse” è una specie di chirurgia plastica per l’anima. Ma non sempre. Non penso che Ilaria intendesse dire che non vada fatto. Ad esempio, io, dopo le mie vicissitudini, ho dovuto ritrovarmi, ma l’ho fatto per me stessa, cioè per sentirmi bene, non per essere “meno sbagliata”. Anzi ti dirò che la mia terapeuta mi ha insegnato ad apprezzare alcuni aspetti poco convenzionali del mio modo di essere, che a me piacevano a prescindere, ma che mi facevano anche sentire in colpa o sbagliata. Se “lavorare su te stessa” è come un “rifarsi le tette” per avere la misura “giusta”, lo sai solo tu.
      Rispondi a Anna Commenta l’articolo

    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 7 anni fa (6 Novembre 2017 11:21)

      Ciao Sara, lo dici tu: "Io, per diversi anni, mi sono chiesta chi fossi e a cosa volessi dedicarmi in questa vita. Era una cosa che dovevo in qualche modo “risolvere” e capire quale fosse concretamente la direzione giusta da prendere. Sentivo che una volta che mi fossi messa sul cammino giusto (giusto per me almeno per questi anni), avrei trovato una certa stabilità interiore e questo mi avrebbe aiutato a riconoscere e vivere la relazione giusta." Una persona che fa queste riflessioni non mi pare che pensi il meglio di sé, che dici? Adesso dici di essere "abbastanza" "in piedi". E' come se tu non ti sentissi mai arrivata, mai giusta e che quel compagno giusto possa essere il premio di una perfezione raggiunta. Ma quanto è punitivo questo atteggiamento? Arriverai ad avere il compagno giusto solo quando sarai arrivata a essere qualcosa di giusto (il che è già abbastanza punitivo) e per giunta non arrivi mai a essere qualcosa di giusto. L'uomo giusto lo "meriti" solo per il fatto di esistere e di desiderarlo. Ecco.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Sara

      Sara 7 anni fa (7 Novembre 2017 17:13)

      Cara Ilaria, comprendo quello che vuoi dire. Senza dubbio ammetto che c'è stata la questione del "sentirmi giusta e in piedi" per trovare il compagno giusto. Tuttavia, credo questa cosa di averla abbastanza superata. Quello a cui mi riferisco ora è cercare di trovare me stessa, capire bene chi sono e cosa voglio fare nella mia vita. 10 anni fa, a poco più di 20 anni, non mi era ben chiaro. Ora lo è di più. Una volta che si ci si incammina sulla strada che riteniamo giusta per noi, è più facile capire e individuare che persona vogliamo accanto. Ora so bene cosa voglio e che persona voglio con me. Ancora, però, non l'ho trovata.
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 7 anni fa (7 Novembre 2017 17:20)

      Non devi convincere me, devi stare bene tu! A prescindere dalla persona con cui stai o non stai!
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  13. Avatar di Carlotta

    Carlotta 7 anni fa (7 Novembre 2017 22:54)

    Colpita e affondata! Ricordo ancora quando a 16 anni a scuola ho svolto un tema nel quale con convinzione sostenevo che lo scopo di ogni persona fosse la perfezione. Io che mi sentivo così imperfetta e profondamente sbagliata. Ovviamente la mia professoressa di Italiano, donna Intelligente, mi scrisse con dieci punti interrogativi che non era affatto così. La mia vita e' sempre stato tutto un continuo lavorare su me stessa per migliorarmi o meglio per aggiustarmi, per sistemare le cose di me che non vanno. Gli obiettivi da raggiungere sempre difficili, in alcuni casi quasi impossibili e, comunque, sempre implicanti uno sforzo e un impegno elevatissimo. È vero, a tutto ciò si aggiunge la convinzione che la persona giusta sia il premio per gli sforzi, i sacrifici e per il lavoro fatto su me stessa. È vero anche che la conseguenza è lo stallo, perché la mia imperfezione non la devo continuamente correggere, ma accettare e amare perché semplicemente umana. È vero poi che alla base c'è la paura, che nel mio caso è paura di sbagliare - anche e soprattutto nella scelta della persona giusta -, come se il non mettermi in gioco non fosse, come è, lo sbaglio più grande.
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    • Avatar di Emilia

      Emilia 7 anni fa (8 Novembre 2017 0:31)

      Sì Carlotta, continueremo a sbagliare finché non ci metteremo in gioco. La mia psicoterapeuta una volta mi disse: "Devi evitare di evitare". E, per l'appunto, evitare di evitare, anche quelle situazioni apparentemente banali, ci infonde pian piano il coraggio necessario per affrontare la vita. Ma per cambiare qualcosa bisogna volerlo davvero. Un abbraccio
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  14. Avatar di Serena

    Serena 7 anni fa (6 Novembre 2017 16:39)

    Care donne, grazie di quanto avete scritto, e grazie a te Ilaria per aver sollevato il dibattito con il tuo post... dal finale aperto. Hai descritto perfettamente come mi sento in questi giorni, quasi fossi l'unica a sentirmi così. E invece leggo gli interventi di tante donne argute, intelligenti, "performanti", che si muovono nelle stesse mie acque. Le mie ultime esperienze amorose, conclusesi negativamente, mi hanno lasciato la sensazione che "me stessa" non va mai bene. E' un continuo dovermi correggere, di fronte a uomini che si sono sentiti pressati, investiti dal mio "troppo". Ovviamente ho cercato di porre rimedio, di limitarmi, di non cercare troppo, parlare troppo, proporre troppo, e bla bla bla. Proprio ultimamente ho deciso, dolorosamente, di sorbire fino in fondo la solitudine, di essere più che cauta, di avere tempi lentissimi in qualunque approccio, per far sì che non si ripeta lo stesso cliché: inizi entusiasmanti e velocissime fini. Uomini cui paio piacere moltissimo, che si defilano in breve tempo. Che fare? A volte la tentazione di pensare che c'è qualcosa che in me non va è forte, e che magari non sono più in grado di saper costruire una relazione duratura (dopo 19 anni di matrimonio), o che non sono abbastanza... cosa ? (Bella? Colta? Intelligente? Brava? Buona?). La mia gioia esistenziale è che in altri ambiti importanti della mia vita ho esiti assai positivi (lavoro, relazioni amicali, figli splendidi, e altro). Quindi... lascio il cuore aperto alle sorprese che la vita potrebbe riservarmi fino all'ultimo respiro, ma realisticamente accetto che potrebbe non realizzarsi mai il mio desiderio di coppia. Prendo atto. A volte ci piango, altre mi dico che ho già avuto tantissimo, e che la felicità piena è una meta ardua. E intanto vivo piccole estasi, brevi gioie di relazioni magari parziali, godendo di quel che il presente mi dà.
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 7 anni fa (6 Novembre 2017 17:19)

      Bisogna cambiare tipo di uomini con i quali ci si relazionaaa!!!
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    • Avatar di Claudine

      Claudine 7 anni fa (6 Novembre 2017 21:13)

      Buonasera Ilaria e a tutti. Inizio con un grande grazie perché sto vivendo consapevolmente situazioni che tempo fa mi avrebbero messo in ansia e destabilizzato con un autocontrollo tale che mi rende molto fiera...Grazie al blog!!!! Il mio timore al momento é quello di aver perso un'occasione per stare in compagnia di un uomo che mi piace. Ho iniziato a frequentare una nuova compagnia dove ho conosciuto persone interessanti. Un uomo della compagnia mi ha chiesto di vederci da soli ed io ho accettato ...subito dopo un altro mi ha chiesto la stessa cosa per lo stesso giorno...la tentazione istintiva é stata quella di annullare col primo per il secondo, ma non mi sembrava né serio, né vantaggioso per la mia persona in mezzo a loro. Ho detto che avevo un impegno e che c'ero per un'altra volta senza dettagliare il perché e il per come. Il fatto é che é probabile che i due si parlino e che col secondo é sfumata l'occasione. Peccato, perché mi piace e mi attrae, mentre col primo é solo amicizia... É assurdo, che prima sto anni senza essere notata e adesso due... temo che non se ne fará nulla e mi dispiace perché rincorrere l'occasione adesso mi farebbe apparire una cretina e perdere ogni credito verso persone con cui mi sento in sintonia É mai capitato a voi? Nel caso, quale la mossa migliore? Di mio sono stata cortese col secondo e non ho lasciato cadere l'invito, l'ho solo rimandato. Però si sa, se si parlano, é bella che fatta...
      Rispondi a Claudine Commenta l’articolo

    • Avatar di Claudine

      Claudine 7 anni fa (6 Novembre 2017 21:50)

      Scusate ho risposto a Ilaria, mentre volevo rispondere al blog.
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    • Avatar di pamela

      pamela 7 anni fa (6 Novembre 2017 21:51)

      Claudine mi è capitato questa estate...dopo un periodo lunghissimo di magra: due amici in una sera colpiti e sembrava anche atterrati, io sono stata gentile ed educata con entrambi, ma dei due mi piaceva il secondo . Risultato che col primo siamo amici, il secondo mi ha corteggiato per un po' ma poi si è dileguato. Quindi di due nessuno. Quindi a me non è andata bene ( o in realtà a ben vedere è andata benissimo : non ho perso tempo di sicuro ) , senza farmi troppe domande. Io fossi in te non mi porrei tutte queste domande, forse eri la new entry e quindi hai incuriosito entrambi, ma se un uomo è interessato nel lungo periodo credo tornerà a corteggiarti ( anche perché tu mica lo hai scoraggiato? hai solo procastinato l'invito ). Non inseguirlo
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    • Avatar di Claudine

      Claudine 7 anni fa (6 Novembre 2017 23:11)

      Grazie Pamela! Credo anche io sia la cosa migliore...ho preso possesso di un concetto che mi rende l'idea di essere nell'atteggiamento giusto. Essere centrata su di me. Vale a dire essere pienamente presente a me stessa nelle situazioni e nel rapportarmi con gli altri. Inseguire l'invito é un decentrarmi perciò non lo faccio.
      Rispondi a Claudine Commenta l’articolo

    • Avatar di PAMELA

      PAMELA 7 anni fa (7 Novembre 2017 11:50)

      brava ( almeno io la penso così ) vivere nell'attesa ci rende deboli e vulnerabili e demandi a qualcuno il tuo umore o serenità...invece pensa a che fortuna hai sei libera: esci sola o con chi ti pare, senza render conto in amicizia e segui i tuoi hobbies, vedrai che chi ci sceglie ci corteggia eccome perchè ci trova uniche e speciali!!!!
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 7 anni fa (7 Novembre 2017 12:07)

      Ma soprattutto, mettere in fila gli amici che si prenotano per uscire con te significa mettersi nella posizione di essere scelta e non di scegliere. Siccome loro si muovono mi si offre un'opportunità che io devo cogliere per forza sennò niente mi rimane. E se fossero (come probabile) entrambi inadeguati? Bisogna mettersi nella posizione in cui tutto è a portata di mano e si sceglie, sennò si rimane nell'atteggiamento della bella addormentata che aspetta che il principe passi di lì, sottomessa e subordinata a un agire maschile benevolo. Pessimo. Si è parte attiva nella propria vita e non si dipende dal fatto che se questi si muovono allora, oddio, si vede uno spiraglio di luce nella propria vita; se non si muovono si rimane al buio e se si muovono insieme si rischia di perdere tutto per sempre. E' il caso di smettere di stare in questa posizione di subordinazione che in Claudine è molto forte. E in molte altre donne.
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    • Avatar di Claudine

      Claudine 7 anni fa (7 Novembre 2017 20:13)

      Buonasera Ilaria! Grazie per l'intervento. Non ho però capito. Certo non aspetto loro per uscire e fare cose che mi piacciono...sto fatto che é l'uomo che fa il primo passo, (il pretesto per conoscerci era la compagnia comune) non riesco ad uscire con chi mi attrae anche perché ultimamente non mi succedeva di incontrarne...col primo avevo accettato perché mi piaceva il programma che aveva proposto e per amicizia...perciò mi dispiace...il primo é un tipo con un gran bel carattere, ma non mi attrae per niente, mentre il secondo molto, ma é arrivato dopo sto c...one ...la mia é solo voglia di uscire e sentirmi un po viva nei sensi e attratta... credo sia una cosa normale...anche se il tipo é probabilmente inadeguato, mi sarebbe piaciuto e credo che mi farebbe bene...ma tornando alle tue parole, cosa intendi? Non devo mettere in fila, vale a dire che se anche avevo preso un impegno era meglio disdire per il secondo? Non devo attendere...Ok quindi? Dovevo io muovermi verso chi mi attrae? L'ho fatto, ma stando tutti in compagnia, l'invito é arrivato dopo...adesso mi sembra possa essere frainteso, vs che i due si conoscono... Boh, é una compagnia che vedo abbastanza spesso adesso, ci saranno altre occasioni, ma non sto ad aspettare... quello non lo faccio più da un pezzo. Se ricapita colgo l'occasione, se no amen.
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    • Avatar di Martina

      Martina 7 anni fa (7 Novembre 2017 23:04)

      "continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai..." come diceva De André
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    • Avatar di Provetta

      Provetta 7 anni fa (7 Novembre 2017 20:51)

      Ma quale "bella che fatta"!? Gli uomini non vedono l'ora di competere tra loro. Tu non puoi che profittarne.
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    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (8 Novembre 2017 9:24)

      “Bisogna cambiare tipo di uomini con i quali ci si relazionaaa!!!”. Su questo siamo d’accordo. Ma come si fa a saperlo prima? Screening di base a parte (età; sposato/non sposato; con lavoro/senza lavoro; con figli/senza figli - mi riferisco a 50-60enni), il resto emerge nella relazione stessa. In effetti il dubbio che i miei vaffa preventivi dipendano dal fatto che oramai riconosco le varie specie di pollo alle prime battute mi viene ... ma il risultato è che non mi relaziono a nessun uomo del tutto, a parte qualche amicizia oramai a distanza. Io non vedo ambienti o situazioni così selettive da includere solo persone di un certo spessore. Saranno poche in assoluto, immagino, ma in compenso di zombie è pieno il mondo, quindi in qualcuno ti imbatti sempre. Ovvio che se giri come un’assetata nel deserto ti spremi le meningi a trovare qualche lato positivo in ogni caso. Ma anche se stai rilassata, la sensazione di latte alle ginocchia predomina :) :)
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    • Avatar di Emanuela T

      Emanuela T 7 anni fa (8 Novembre 2017 10:58)

      @Anna, ieri sera leggevo un articolo sui gatti, l'aspetto curioso evidenziato è che se un gatto si trovasse in una stanza con degli esseri umani, lui tenderebbe ad andare verso chi lo evita e non verso chi vuole giocare con lui o essere espansivo. La motivazione è data dal fatto che il gatto, essendo un animale predatore, predilige chi ha paura di lui e quindi non si muove nel tentativo di evitarlo, perché questo salvaguarda la sua "sopravvivenza", a quel punto è probabile che il gatto si avvicini, faccia le fusa e si rotoli tra le gambe della preda. Ho trovato interessante il paragone e il fatto che la paura e l'evitamento possano portare ad essere avvicinati da soggetti predatori piuttosto che da persone socievoli e sane che effettivamente hanno tutte le ragioni di prediligere una persona entusiasta ed espansiva. Quindi vincere la paura serve a fare selezione all'ingresso.
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    • Avatar di Emilia

      Emilia 7 anni fa (8 Novembre 2017 11:13)

      @Emanuela T, bella intuizione! ;)
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    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (8 Novembre 2017 11:22)

      Può darsi, ma io non capisco più in che modo sono evitante io. Certo a ballare latinoamericano non vado neanche sotto minaccia di fiamma ossidrica. Il mio carattere è questo, e quello che accade semmai è che per la vita che faccio e gli interessi che ho incrocio persone più giovani (35-40 anni). Io quelli della mia età non li vedo in giro praticamente mai (lavoro e supermercato a parte). Esco, mi guardo attorno e ci sono 30-40enni. Non escono? Non so, non ho idea di cosa facciano. E infatti dicevo che sono un po’ disorientata, perché c’è un mix di situazioni oggettive e personali che al momento mi lascia un po’ così...
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    • Avatar di pamela

      pamela 7 anni fa (6 Novembre 2017 21:12)

      Serena ti capisco...anzi ti capivo meglio fino a poco tempo fa...Dici che vorresti non ripetere le solite storie e i soliti schemi ma poi ti accontenti di piccole emozioni immagino in storielle mordi e fuggi. Ma temo che queste siano boccate di ossigeno effimere, non reali, Poi si sta peggio di prima. Te lo dice una che dopo separata passava da una storia a un altra senza pause. Ora sono "quasi beatamente" sola da mesi. Dico quasi perché non è nei miei progetti rimaner single. Intanto cerco di vivere al massimo dandomi tutti i meriti del mio buonumore :)
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    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (8 Novembre 2017 8:49)

      Abbiamo bisogno di boccate d’ossigeno?
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  15. Avatar di Emanuela

    Emanuela 7 anni fa (5 Novembre 2017 10:22)

    È proprio il mio caso questo. Ho quasi 50 anni e questo rende le cose più difficili. Da bambina mi sono sempre sentita giudicata, amata solo SE. Se mi comportava in un certo modo, se soddisfano certe aspettative. Mi sono chiusa in me stessa. Gesti d'affetto pochi. Anche con mio marito che è sempre stato uno a cui non piace esternare verso di me in pubblico, credo che so vergogni di mostrarsi affetto davanti agli altri. Ma anche in privato, si avvicina solo quando vuole un rapporto. Da bambina ero grassa e mi sono sviluppata presto, ero timida e mi sentivo sempre esclusa dal gruppo. La mia famiglia di origine ha dovuto affrontare gravi disgrazie e i miei genitori mi hanno abbandonata a me stessa x mesi dovendosi concentrare su mia sorella che stava male. Per mesi ho trascorso il mio tempo a piangere sotto il letto senza che nessuno si curasse di me. Anche dopo vedendomi sempre in disparte i miei non hanno fatto nulla, hanno semplicemente pensato che prima o poi sarebbe passata da sola. Ormai mi ero messa nella posizione di chi ferito si ritrae e non accetta più nulla, non si fida più. Con i ragazzi li ho sempre evitati specialmente quelli che mi piacevano. Mi vergognavo pensavo di essere brutta che non mi avrebbero voluto, i miei sentimenti sarebbero stati calpestati e io avrei sofferto. Così poi li vedevo allontanarsi con una bella bionda o bruna sotto il braccio come conferma di ciò che pensavo di me stessa. Arrivata a 25 anni non avevo mai avuto un ragazzo, mi si prospettava un futuro di solitudine e una vecchiaia da zitella badante dei miei genitori. Non sopportano più la mia vita sempre casa e lavoro e una madre assillante e ingombrante sempre sul collo. Così iniziai ad uscire con le colleghe la sera e a divertirmi. Pensavo che potevo vivere così da single, frequentando le amiche, uscendo la sera...anche se vedere qualcuna di loro ballare abbracciata a un ragazzo e baciarlo mi produceva una dolorosa fitta allo stomaco. Mi chiedevo chissà com'è essere baciata da un ragazzo...forse non lo saprò mai. Mio marito capitò in mezzo per caso. Era simpatico, ci trovavamo bene in compagnia. Pensavo che fosse carino ma niente che mi scatenasse il terremoto dentro come mi era successo con altri. Prese lui l'iniziativa all'improvviso...non me lo aspettavo, rimasi spiazzata. Se fossi stata più sicura di me stessa, e avessi avuto qualche precedente esperienza, probabilmente lo avrei ricondotto in area amicizia, perché era quello l'unico sentimento/ interesse che provavo per lui. Ma la paura di restare sola, la paura che questa fosse l'unica possibilità che il destino mi dava e che se non l'avessi colta sarei rimasta triste e sola ad accudire i miei genitori e a sopportarmeli per sempre mi fece accettare. Diverso sarebbe stato forse se avessi avuto l'indipendenza di una casa mia. Ma non sopportavo più la convivenza e mi si aprì davanti l'unico barlume di salvezza per uscire e liberarmi da quella prigione. Così mi sposati, nonostante lui avesse proposto la convivenza (che mi sembrava non così vincolante non volevo fare promesse che non sapevo se potevo mantenere e legami le mani) ma mia madre spinse con insistenza per il matrimonio facendo una pressione psicologica assurda infarcita di maledizioni e ricatti e alla fine cedetti.. Cha amore c'è in tutto questo? Solo una serie di assurde pretese che se non cedi, l'"amore' per punizione ti viene tolto, negato. Se non sei all'altezza idem. Non credo più nell'amore, forse esiste per gli altri ma non per me. Non riesco più ad accettarlo, nemmeno anche se come tutti, anche per me è importante. Amare me stessa? A fasi alterne, sono incostante, mi abbattono e de primo e mi risollevò costantemente. Non riesco a mantenere un equilibrio costante, credo di non avere fiducia in me stessa. Niente al mondo mi ha dato fiducia e io non riesco più a mantenerla.
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    • Avatar di Emma

      Emma 7 anni fa (5 Novembre 2017 12:11)

      Ciao Emanuela, mi spiace tanto per la tua storia. Spero che ci sia qualcuno accanto che ti faccia sentire un po’ di calore umano (amiche, amici, figli) e comunque non è mai troppo tardi per cambiare. Anche qui sul blog di Ilaria si leggono commenti di donne di 40/50/60 anni che hanno avuto il coraggio di cambiare la propria vita perché quella che vivevano non le rendeva felici. Coraggio ;) e buona vita!
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    • Avatar di josephine

      josephine 7 anni fa (9 Novembre 2017 1:16)

      Trasalisco sempre quando leggo nelle storie degli altri quello che ho vissuto io e realizzo quanto dolore, che enorme buco nell'anima ci lasci la privazione dell'amore e della protezione, dell'incoraggiamento, della stima, dell'educazione al valore del sé e del rispetto che avremmo dovuto dare per scontato in chi ci ha messi al mondo. Quale sforzo immane per risalire la china dalle mortificazioni del nostro io, per imparare ad amarsi, a capire che meritiamo l'amore, a concedercelo, a consentircelo, ed anche a consentirci di osare e di sbagliare ogni tanto qualcosa, a perdonarci, quando a noi hanno sempre detto che le cose ce le dovevamo meritare e che gli errori, piccoli, grandi, ridicoli, sono tutti irrimediabili, imperdonabili. E quando, qualunque cosa facessimo per compiacere questi campioni di dispotismo e anaffettività, mancava sempre un pezzo. "La paura di restare sola" è molto più tangibile proprio in chi è stata lasciata sola quando avrebbe dovuto essere accudita ed è stata cresciuta a pane e senso del dovere, o pane e imposizioni degli altrui desiderata: è una solitudine esistenziale che ti accompagna sempre, anche quando sei in mezzo alla gente, che diventa diffidenza verso tutti, eterno senso di incomprensione, di smarrimento, di disadattamento. Ilaria qui ci sprona, a volte ci sgrida, perché non è vero che le persone sono tutte cattive, non è vero che non possiamo essere amate come vogliamo, non è vero che non possiamo fare nulla per cambiare il nostro destino. Ma a volte, quanto costi tutto questo a chi ha vissuto certe esperienze non si può capire fino in fondo. Quando ti manca l'abc dell'amore e del rispetto di te.
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  16. Avatar di Anna

    Anna 7 anni fa (5 Novembre 2017 10:24)

    Il mio ritratto!!! Si si ho paura e non ho intenzione di rischiare di perdere quel po’ di serenità che ho. E ho anche paura di essere tarpata da una relazione, cioè di non avere più la possibilità di realizzare i miei sogni. Quindi faccio quel che piace a me, nella mia quotidianità non incontro mai nessuno (per motivi un po’ misteriosi), e francamente fra un film e un uomo, solitamente mi sembra più stimolante e arricchente un film o un libro. Posso illudermi che ciò dipenda dai due tre ectoplasmi che ho incontrato, e che se incontrassi una persona interessante e attraente sarebbe diverso. Ma ultimamente penso che il mio livello di scoraggiamento sia arrivato ad un punto tale, da rendermi “conservativa” dell’esistente. E se poi litigo e mi tocca passare una serata con la rabbia o la tristezza? E se devo dire come sto e quel che succede nella mia quotidianità? E se mi trovo invischiata in una storia noiosa senza passione? No no, come è andata oggi andrà domani ed è molto più facile così. Effettivamente è preoccupante, mi pare un trappolone perfetto, anche considerando due o tre ragioni “oggettive” e da me indipendenti che mi lasciano uno spazio di manovra piuttosto limitato, per cui avere una relazione di coppia alle condizioni attuale mi sembrerebbe un “accontentarmi” e un seppellirmi anzitempo invece che perseguire i miei sogni. E qui pesa la classica crisi di mezz’età. Grazie Ilaria e buona domenica a tutte/i
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    • Avatar di max

      max 7 anni fa (5 Novembre 2017 20:55)

      Anna, ti auguro di trovare il coraggio di rischiare, di metterti in gioco, perché una relazione dove c'è amore e dove ci si può mettere a nudo senza paura non è assolutamente un seppellirsi anzitempo (anzitempo su cosa? poi per una persona di mezza età che ha già fatto le proprie esperienze, stride un po' come parola), ma quella cosa che ci fa sentire che va tutto bene anche quando le piccole e grandi difficoltà della vita minano la nostra quotidianità...fra un film ed una donna scelto sempre la donna (ma che, è anche da dire?) e qua il problema dell' articolo non è che non conosci uomini interessanti, ma quanto tu sei disposta ad essere interessante per loro...una donna che mi trasmetterebbe (direttamente o indirettamente) il tuo pensiero io personalmente non la corteggerei di certo.
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    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (6 Novembre 2017 10:06)

      Avevo tentato di inviare un commento ieri sera, ma mi pare di non esserci riuscita. Max so benissimo che il mio atteggiamento non è attraente, e ti dirò che da qualche tempo a questa parte rifiuto del tutto di essere corteggiata, andando dall’uscire poco allo stoppare certi comportamenti, a fregarmene dei vestiti ecc. Per questo, mi rendo conto che è paura, e che il mio è diventato un quieto evitamento (prima era terrore/rabbia). Nondimeno, non penso che la vita a 50 anni sia finita, e anzi avendo avuto 20 anni di forti limitazioni, ora la mia priorità è realizzare almeno in parte le cose che desideravo. Ci ho anche messo del tempo a ricordarmele, e da un paio di anni a questa parte ho fatto dei passi in avanti in questa direzione. Quindi non penso che siano (solo) alibi. Sarà per la vita particolare che ho avuto, e l’eta delle persone che frequento, ma non vedo attorno a me tutto questo incoraggiamento e tutta questa voglia di cambiare e di fare cose nuove. Mi pare che la gente voglia la coppia per “sistemarsi” e stare tranquilla. Al momento, ho intenzione di “sistemarmi” nel loculo, non prima. Il tutto proprio perché le mie cose le ho fatte, sono già sistemata e non mi manca niente. Mi manca divertirmi, mi manca avere spazio per fare cose di lavoro che ho dovuto trascurare, mi manca viaggiare, mi mancano stimoli esterni (cose interessanti da fare e da vedere), mi manca la leggerezza e mi manca il sesso. Mi piacerebbe un compagno per fare tutto ciò, ma ho paura di trovare invece qualcuno che mi tarpi. Paura irrazionale entro certi limiti, o per meglio dire abbastanza ragionevole ma che in parte serve a coprire quella più profonda di cui parla Ilaria nel post. Se non voglio uno che mi tarpi, basta che io lo lasci, no? In teoria sarebbe facile. In pratica so per esperienza che chi prova a tarparmi ci riesce benissimo, attivando le mie - secondo me di tutti - insicurezze (non ce la farai, sei vecchia, ecc - ho già chi me lo dice, non mi servono altri uccelli del malaugurio). Un continuo di messaggi depotenzianti, come ad esempio il tuo (che suona come: e che ti manca per seppellirti? Che vai cercando?) :) :) :) da questi messaggi io mi tengo lontana, anzi lontanissima, ragione per cui ho ridotto le uscite al minimo indispensabile per vedere un paio di amiche e fare attività interessanti. E guarda caso uomini di mezz’età non ci capitano mai :) :) :)
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 7 anni fa (6 Novembre 2017 10:30)

      Dunque, mi sa che questi messaggi sei tu che te li ripeti come dei mantra. Come anche scusa, abbi pazienza, ti manca divertirti, ti manca avere spazio per fare cose di lavoro che hai dovuto trascurare (questa non mi è chiara, ma il fatto che no mi sia chiara è irrilevante), ti manca viaggiare, ti mancano stimoli esterni (cose interessanti da fare e da vedere), ti manca la leggerezza e ti manca il sesso. Ma come, torniamo alle basi, serve un partner per tutto ciò? Io capisco il pensiero e la sensazione retrostanti a queste dichiarazioni e mi sento molto vicina a te, ma anche queste sono scuse. Tralasciamo per ora il sesso, che può diventare un argomento su cui polemizzare inutilmente, e sul quale si potrebbe invece discutere fruttuosamente e ammettiamo che in questo elenco è in effetti il tema più controverso. Ma divertirsi, viaggiare, gli stimoli esterni, lo spazio per le cose di lavoro, la leggerezza non si devono aspettare da un partner e si possono vivere in autonomia. Io non posso credere che nel mondo di oggi non ci siano cose interessanti da fare e da vedere se non si ha un partner, dài. O che non sia possibile viaggiare. E non lo dico da una posizione teorica, ma da una posizione pratica, di esperienza in prima persona. Io credo che vi sia un orientamento alla negatività che non si vuole lasciare andare, che ci sia un'ostinazione in tale direzione. E penso anche che non ci sia uno sguardo realistico sulla propria esperienza di vita: probabile che di stimoli e di divertimento tu ne abbia, ma li voglia negare. Non si può ridurre tutta la propria vita alla coppia, anche perché è davvero irrealistico che un uomo possa portare tutto ciò nella vita di una donna.
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    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (6 Novembre 2017 11:15)

      Dicevo il contrario, sia nel primo che nel secondo commento: che escludo tassativamente che possa portarmele un partner. Anzi che ho paura che un partner me le porti via ... :D Quindi da una parte organizzo la vita in prospettiva della maggiore autonomia che avrò, e sfruttando sin da ora quella poca che ho, e dall'altra tengo lontani gli uomini con le collane d'aglio al collo, per non correre rischi di alcun tipo. Il che mi pare esagerato nel senso opposto: in fondo paura di cosa, se non di sviluppare io di nuovo la dipendenza?
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 7 anni fa (6 Novembre 2017 11:23)

      Cioè, detto in parole povere, prima che mi si annodi il cervello: hai paura di legarti per vederti portate via le cose belle e forse per il rischio di diventare dipendente?
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    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (6 Novembre 2017 11:35)

      Esatto, Ilaria. Ho paura di farmele portare via io, perché potrei diventare dipendente o qualcosa del genere (ad esempio che, riattivandosi le insicurezze, potrei non riuscire ad agire).
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 7 anni fa (6 Novembre 2017 11:37)

      Va beh, ma quante menate, basta. Fai la tua parte e metti in campo il tuo coraggio.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (6 Novembre 2017 11:47)

      :D :D :D Non so, sento di non avere raggiunto l'equilibrio giusto fra il vaffa a priori e il farmi influenzare. Faccio la mia parte con qualche barriera che inizio a sentire ridondante. Forse è un buon segno, tutto sommato. Grazie!
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    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (6 Novembre 2017 11:31)

      Per quanto riguarda Max, sottolineavo la frase "non è assolutamente un seppellirsi anzitempo (anzitempo su cosa? poi per una persona di mezza età che ha già fatto le proprie esperienze, stride un po' come parola)". Anzitempo sulla morte fisica, mi pare ovvio. A cinquant'anni avrei fatto già abbastanza esperienze per potermi pure seppellire su un divano con uno? Tutt'al più ho avuto esperienze dai 14 ai 28 anni, poi il buco nero del matrimonio dove esisteva solo il lavoro al minimo sindacale, mai una vacanza, mai un viaggio, mai una volta al cinema, mai niente di niente. Poi la separazione e quindi da sola ad occuparmi dei figli, ma anche il recupero di un po' di tempo per me ... Quindi no, non ho fatto le mie esperienze. Ho fatto penso un decimo di quel che avrei voluto e potuto, ma un'altro paio di decimi penso di poterli fare nei prossimi 10-15 anni. E li sto preparando, mi sto organizzando, anche a livello di risorse economiche. Ma forse addirittura Max si riferiva alle esperienze con gli uomini, il che è ancora più deprimente, ovvero è come sentirsi dire che al mondo a parte gli uomini non c'è nulla. Ma non è colpa di Max ... questo è il messaggio che mi arriva ovunque (qui dove vivo, ragion per cui socializzo poco, è già difficile così). Probabilmente viviamo in contesti molti diversi, Ilaria, ma ci sono posti in cui alle donne non si smette di rompere le palle con queste solfe neanche in età avanzata ... :D
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 7 anni fa (6 Novembre 2017 11:36)

      Ma sì la gente rompe le palle, ma si tratta di gentucula, va evitata lei e le rotture di palle. Bisogna volare alto, vedere questa vita meravigliosa da una prospettiva ampia e creare noi i nostri contesti, sapendo che queste sono affermazioni di spiriti nevrotici, di poveri di spirito. E tu la tua vita goditela adesso, non domani.
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    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (6 Novembre 2017 11:39)

      Per quel che posso, e nella misura in cui non configuri il reato di abbandono di minore ... :D
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 7 anni fa (6 Novembre 2017 11:51)

      Ma abbandoniamoli 'sti minori di tanto in tanto!
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    • Avatar di max

      max 7 anni fa (6 Novembre 2017 12:57)

      Anna, io penso che il tuo nocciolo della questione sia che non sai bene quello che vuoi veramente...è l' annoso dilemma che attanaglia tutte le persone adulte...ma ci si può rimettere in gioco parandosi un po' il culo, non c'è bisogno ne di buttarsi all' arma bianca, ne di precludersi una conoscenza (e anche il sesso, che probabilmente desideri inteso come qualcosa di profondo e unificante) con un eventuale nuovo uomo...quello che ti posso dire io -e lo specifico da uomo che si ritiene sano- è che se una donna non ti concede di entrare nel suo mondo (perché non lo concede a nessun uomo a causa del suo proprio vissuto sentimentale), otterrà sicuramente un disinteresse e il loop di paura atavica continuerà...per il discorso sull' età le cose sono due a mio avviso: Dai 40 in avanti o si decide scientemente di stare da soli così si è liberi di fare tutto ciò che ci pare (ma è triste decidere questo solo per paure recondite), oppure ci si dimentica senza rimpianti delle esperienze (sentimentali) che non sono state fatte prima, ci si da un eventuale tempo limite per qualche avventura senza vincoli, ma poi ci si mette nell'ottica di essere felici, da soli o con una persona a fianco...la felicità è la chiave di tutto...io ho sempre avuto ben chiaro il mio desiderio di amore e mi sono sempre detto "desidero la donna giusta, sono sempre predisposto ad accoglierla ed ad aprirmi a lei, a conoscerla nel profondo, ma se non dovesse arrivare non ne farò un dramma"...l' Amore richiede decisione, chiarezza di vedute, e non vivere nel passato.
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    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (6 Novembre 2017 14:09)

      Ho le idee chiare, Max. Vengono prima le altre realizzazioni. Se trovo un compagno di viaggio, ben venga, ma ora anche basta con le limitazioni. Che senso hanno più? E comunque NON STO PARLANDO DI UOMINI, sto parlando del resto della vita. Per quello il compagno di viaggio è finito in subordine :)
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    • Avatar di max

      max 7 anni fa (6 Novembre 2017 15:26)

      Si, ma a 50 anni che altre realizzazioni devono venire prima non capisco... -assodato che non ci siano problemi di salute a minare la nostra serenità - l' istruzione, un lavoro stabile, una casa possibilmente di proprietà e degli hobby e svaghi che ci diano più gusto alla vita, dovremmo già averli no?...come scrive Ilaria, fra il riempire la propria vita di cose da fare per nascondere le proprie paure e le proprie insicurezze, e il fare effettivamente delle cose per se, che ci piacciano, che ci arricchiscano come persone, c'è una sottile ma enorme differenza....
      Rispondi a max Commenta l’articolo

    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (8 Novembre 2017 10:55)

      Capisci perché è difficile trovare un compagno di viaggio? Perché ti dicono: a 50 anni che altre realizzazioni devi trovare? E allora ti chiedo anche: a 50 anni che cerco a fare un compagno? Ho fatto i figli, ho passato i miei guai, fra poco mi troverò solo con compagni poco performanti a letto che comunque vorranno pranzo e cena tutti i giorni, e quando sarò veramente vecchia dovrò comunque pagarmi la badante, perché oltretutto muoiono pure prima. Non ci sono neanche i sogni d’amore, all’orizzonte di chi vede la sua vita finita, avendo 20-30 anni ancora da vivere: ti rendi conto? 20 anni così? Senza progetti? Se ti suicidi, risparmi di vitto e alloggio, per citare JK Jerome (specifico, perché non intende essere induzione al suicidio). Spero che tu ne abbia parecchi di meno, e che abbia modo di rivedere le tue coordinate spazio temporali, altrimenti finisci come tanti uomini a 50 anni, con lo spettro della vecchiaia, a correre appresso alle 25enni più spesso virtualmente che realmente per sopraggiunti limiti (mentali) di età. So che capita anche alle donne, naturalmente a questa età di fanno i conti e si cerca di sfruttare le risorse che si hanno per fare cose nuove e magari qualcosa che non si è fatto appunto perché si lavorava e si costruiva. Se quello che manca è solo la ballerina/il ballerino cubano, o il principe azzurro, che dire? Gente molto fortunata, oppure molto sfortunata, o con poca fantasia.
      Rispondi a Anna Commenta l’articolo

    • Avatar di max

      max 7 anni fa (8 Novembre 2017 23:25)

      No Anna, non capisco mi spiace....cioè allora sei su qua solo per commentare, ma non desideri un compagno?...e a 50 anni non se ne può avere uno?...ma dove sta scritto...se ne può avere uno anche a 70 o 80...si può amare a qualsiasi età cavolo!...il discorso che poi si invecchia e inizia la geriatria "poco performanti a letto" e che "vorranno pranzo e cena tutti i giorni" (a una certa età trovo normali queste affermazioni, ma non dovrebbero essere una preoccupazione, posto che è sempre meglio essere in due a fare le cose, compreso preparare il cibo) e ribaltando il punto di vista, lo possono fare anche gli uomini e anche le persone di 20-30 anni che se si pensano proiettate troppo in avanti mentalmente la penserebbero come te...e così si finisce per non godersi il momento presente!...io sono sui 40 anni, ho sempre scartato a priori donne più giovani di me oltre i 5/6 anni, quindi non c'è pericolo che finisca da vecchio con una di 25 anni...posto che mi auguro che la mia attuale storia d' amore sia quella definitiva, ma del domani non vi è certezza, e sono pronto anche a farmi la vecchiaia in solitudine se quello sarà il mio destino...a 50 anni per cosa si cerca un compagno?...per amare ed essere amati (come a tutte le età): Ti pare poco?...poi se uno/a invece dice "stop" ok, basta non lamentarsi e saper essere felici anche da soli.
      Rispondi a max Commenta l’articolo

    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (9 Novembre 2017 7:55)

      Era un paradosso. Se non ha senso cercare altre realizzazioni, e dunque devo considerarmi in prepensionamento per i prossimi 20-30 anni, perché ha più senso cercare un compagno? Per me è la stessa cosa. Ma siccome la gran parte degli uomini mi risponde quel che hai risposto tu - ovvero: vabbè a 50 anni che devi fare? - già mi vedo a fare la badante e senz’altro l’ormone non si attiva. Io non credo che l’amore possa sopravvivere alla mancanza di futuro.
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    • Avatar di Emanuela T

      Emanuela T 7 anni fa (9 Novembre 2017 11:40)

      Però Anna ( e poi la chiudo su questo tema ), Max ha scritto un'altra cosa ossia, tenendo conto di quelli che sono i bisogni primari di un individuo, quelli puramente relativi alla sicurezza fisica, all'occupazione, alla proprietà di una casa ecc. dovrebbero essere già stati pienamente soddisfatti a 50 anni ( ti ho citato puramente la piramide di Maslow ), quindi per soddisfare gli altri ( stima, autocontrollo, intimità sessuale ) non si dovrebbe più dire di avere dei limiti a causa dei precedenti e si dovrebbe avere la serenità di buttarsi alla ricerca della soddisfazione solo di questi ultimi. Questo sia per l'uomo 50 enne che per la donna.
      Rispondi a Emanuela T Commenta l’articolo

    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (9 Novembre 2017 13:12)

      Io ho capito altro. E comunque no, non sono alla ricerca della soddisfazione solo di questi. Non mi bastano.
      Rispondi a Anna Commenta l’articolo

    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (9 Novembre 2017 13:13)

      Anzi non stanno neanche in cima alle priorità :)
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    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (6 Novembre 2017 13:00)

      Nessuno li abbandona ... magari si lasciano a qualcuno. E qui non vi è nessuno! :D :D :D Per diporto, dunque, evito di passare le notti fuori. La disciplina riguardo alla custodia dei maggiori di 14 e di 16 anni non è chiarissima, ma l'avvocato sconsiglia.
      Rispondi a Anna Commenta l’articolo

    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 7 anni fa (6 Novembre 2017 13:02)

      L'avevo capito che si trattava di "minori" dall'1,80 in su. In effetti bisognerebbe trovare un domatore al quale lasciarli. (Quante menate...)
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (6 Novembre 2017 14:07)

      Ma sai, essendo illegale, se succedesse qualcosa (appendicite) mi troverei di nuovo incasinata ... il padre potrebbe anche farmi causa (assurdo, eh?). Manca poco. Mi sposto solo per lavoro, con tanto di dichiarazione scritta del padre che è d’accordo su come mi sono organizzata. Mi pare un compromesso accettabile, in un mondo di schifo, ovviamente. Ma tant’è.
      Rispondi a Anna Commenta l’articolo

    • Avatar di Gea

      Gea 7 anni fa (6 Novembre 2017 15:53)

      Anna, fatti i debiti scongiuri ovviamente, puo' capitare di tutto pure nel sonno, a scuola, per strada, a casa di amici... Se uno dovesse pensare a tutte le sfighe possibili e immaginabili non si vivrebbe piu'! A me sembra che, con la scusa della legge, il tuo ex approfitti delle tue ansie per aumentarle in te, e di conseguenza nei vostri figli.
      Rispondi a Gea Commenta l’articolo

    • Avatar di Emanuela T

      Emanuela T 7 anni fa (7 Novembre 2017 11:20)

      @Anna, rifletti sul fatto che per te molti limiti diventino alibi. La mia situazione per certi versi è simile alla tua, nel senso che io mi sono sposata molto presto con il fidanzatino di quando avevo 16 anni e a 27 anni ero già mamma, per poi separarmi a 32, da quel momento in poi sotto il profilo affettivo è stato un disastro continuo con gli uomini che ho conosciuto, per ragioni che alla fine ho identificato e in parte rimosso, ma dal punto di vista professionale e personale no, la mia crescita è stata positiva. La prima cosa che ho fatto quando mi sono separata è stata quella di svincolarmi da tutto ciò cui sarei potuta essere dipendente, appunto avvocati o altro. L'ho fatto studiando, per non essere più presa in giro, quindi dopo la prima laurea ho puntato alla seconda, ma di pedate nel sedere poi ne ho date a ragion veduta. Ieri l'ultima l'ho data al mio commercialista, perché ormai non mi fermo davanti ad un NO se mi restano dubbi e i dubbi li hai quanta più conoscenza hai. Difatti non fidandomi delle sue parole sono andata direttamente a parlare con dirigenti degli enti pubblici preposti e ho avuto pienamente ragione, una ragione che mi ha portato a risparmiare 30.000,00 euro. Mi stupisco che il tuo legale ti abbia dato determinati consigli che limitano fortemente la tua libertà, e tu tendi a non sfruttare gli spiragli di possibilità che ti si offrono cercando di aprire interi varchi. Io non ho viaggiato mai con il mio ex ( a parte il viaggio di nozze ) e la prima cosa che ho fatto con i miei figli subito dopo essermi separata è stata prenotare voli per qualsiasi destinazione, mi piace anche solo programmare un viaggio, questo crea entusiasmo. Trovo incredibile leggere che un maschio possa portare delle opportunità in campi dove comunque qualsiasi cosa si può fare singolarmente. Il bello delle persone è nella loro indipendenza, non nel crogiolarsi nella fanghiglia delle sventure.
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 7 anni fa (7 Novembre 2017 11:40)

      Io credo che qui si tocchino punti molto diversi. Uno di sicuro è quello dell'incompetenza degli "esperti" che danno consigli apparentemente vincolanti e in realtà sbagliatissimi, siano essi avvocati, giudici, tutori dell'ordine, commercialisti, psicologi, incaricati delle relazioni d'aiuto a vario titolo etc etc. Spesso ne parlo e spesso ne parliamo tutte insieme. L'altro è quello del rapporto con i figli che io spesso stigmatizzo come una scusa. Darai atto Emanuela che qui si apre un mondo di situazioni diversissime. La mia esperienza di lavoro e di persona che si muove nel mondo mi dice che nella stragrande maggioranza dei casi gli uomini se ne lavano le mani, dal punto di vista pratico ed economico. Oppure ci sono quelli molto presenti dal punto di vista pratico, al limite dello stalking, e assenti da quello economico. Quelli che pur di non essere rotti di palle sono molto presenti dal punto di vista economico e totalmente assenti da quello pratico e affettivo e poi quelli che pur essendo in lieve conflitto con la madre, sono presenti da tutti i punti di vista. E' mia convinzione che sulla donna pesi il maggior carico in termini di fatica, di tempo, di impegno emotivo e di sacrificio della propria vita e questo lo trovo inaccettabile. Fatte queste premesse, ogni caso è a sé e si sa che i figli sono il pretesto per rivalse e rivincite, quindi posso immaginare che ci siano casi in cui i padri sono più desiderosi di farsi valere e cioè di rompere l'anima. Direi che con Anna per ora abbiamo detto a sufficienza. Nel caso di adolescenti la mia esperienza mi dice che le opportunità di distacco e di autonomia sono molteplici e sempre in crescita: week end da parenti e amici; campeggi; campi estivi, trasferte con le squadre di calcio o club vari, gite scolastiche, etc. E non, ultimo, il tempo trascorso con quei tesori di padri. Volere è potere, ma non si possono costringere gli altri a volere. Le persone se vogliono arrivare da qualche parte, devono desiderarlo in prima persona.
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    • Avatar di Emanuela T

      Emanuela T 7 anni fa (7 Novembre 2017 12:28)

      Concordo Ilaria, per questo dicevo che i limiti non devono diventare alibi e il mio invito è volto a non fermarsi alle parole del legale di turno. Purtroppo professionisti sbagliati possono far vivere male situazioni già abbondantemente difficili e possono anche aumentare il senso di paura e di sconfitta. E non c'è niente di peggio, dopo aver incassato la sconfitta di un matrimonio abusivo, del collezionare altri personaggi laidi. Mi preme dire che non è così e che c'è altro, per quanto io non sia reduce da una situazione felice: il mio ex sono ormai mesi che annuncia ai figli una visita che poi puntualmente manca, è andato via che avevano 3 e 4 anni e non si è più interessato a loro, non ha voluto mai trascorrere un Natale assieme ( nonostante gli inviti ), altri eventi o semplicemente partecipare alla vita scolastica informandosi direttamente. Personalmente ho deciso di chiudere con la richiesta di elemosina ( in visite ) quest'anno, non ne ricavavo nulla se non in tossicità varia. Ho chiuso ogni rapporto con lui e non entro nei dettagli di tutta la storia perché inutile. Il mio percorso è arrivato a prendere consapevolezza quest'anno che anche persone molto vicine possono odiare e per questo provare soddisfazione anche nel far soffrire, cosa che faticavo a credere perdendomi in relativismi vari che sono inutili. Gli stessi che leggo in Anna o in altre persone che giustificano l'inverosimile. Ho realizzato a fatica che non tutte le mie gioie e soddisfazioni sono condivisibili sempre con chi ti è più vicino. Io ho un problema molto serio con la mia genitrice, è l'unica che mi faccia ancora riempire gli occhi di lacrime anche mentre scrivo in questo momento. Ho dovuto accettare che anche lì, o soprattutto quella può essere la prima fonte di odio genuino che io ho travisato giustificandola in lei e in chiunque si sia comportato come lei nei miei riguardi, confondendomi. Questa confusione nelle relazioni non arriva quando il rapporto mantiene un certo distacco e non è intimo, ma puramente professionale o di semplice relazione sociale. Per questo comprendo quando Anna dice che non ha fiducia in se stessa e nelle capacità di sapersi gestire emotivamente in una relazione intima, perché lei non ha idea di cosa sia una relazione puramente sana. Invito lei o altre a vedere le cose in modo semplice per quello che sono, anche nei rapporti familiari che sono parte e spesso causa di ogni problema. Quando, con fatica e con il tuo aiuto, sono riuscita a fare questo per la prima volta mi sono domandata " ma se un uomo venisse a cercarmi, io cosa potrei offrire? dove lo potrei portare? cosa gli farei vedere di me?" è incredibile, ma per la prima volta ho aperto gli occhi e mi sono resa conto che io di me non avevo costruito nulla da far vedere, raccontare o altro che fosse bello ed entusiasmante. Perché dovrebbe essere bello parlare con me, mi sono chiesta? non certo per le mie disavventure e non certo per la mia 5 di seno. Mi mancava una cosa più importante di altre, l'entusiasmo. Quello delle scoperte anche dei luoghi segreti della propria città o di una mostra. Sono entrata nell'archivio di stato della mia città poche settimane fa, quanti scienziati ha avuto il mio territorio che non sapevo fossero esistiti! Forse non ho una storia personale, e forse quella che ho non è nemmeno così piacevole da raccontare, ma posso costruirla, posso costruirmi.
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 7 anni fa (7 Novembre 2017 12:37)

      La 5a di seno?!? Accidenti! :D :D :D
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    • Avatar di Emanuela T

      Emanuela T 7 anni fa (7 Novembre 2017 14:07)

      Guarda, con i soldi che ho risparmiato ieri mi sa che mi rifaccio un’ottava! :D
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    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (8 Novembre 2017 9:05)

      Può darsi che siano alibi. Secondo me no, perché le cose sto iniziando a costruirle. I miei figli con me non vengono, si organizzano le loro vacanze (che pago) e comunque ho deciso di non pagare un legale per cose che non posso ottenere praticamente, e che oltretutto mi servivano a suo tempo solo per qualche anno. Se devi tagliare i ponti con una persona, cause e dispute legali non sono una cosa furbissima. Per legge sarebbe così anche all’inverso. Lui ad esempio dovrebbe accertarsi di riconsegnare il minore a me, al ritorno dalle vacanze. Se infatti io fossi sparita in Costarica, e il minore si ritrovasse solo, siccome in quel momento era affidato a lui, sarebbe in prima battuta una sua responsabilità. Successivamente, l’eventuale condanna mia e bla bla bla non lo aiuterebbe affatto nell’organizzazione del quotidiano. Lo aiuterebbe una nonna, una baby sitter e cose del genere. Guardatevi bene attorno e ditemi se state completamente da sole coi figli 24/7. Io conosco poche persone. Sorelle, mamme e familiari ci sono quasi sempre. Io non ho nessuno, già pago per lavorare, manca poco alla loro maggiore età, buttare soldi per avere sentenze non applicabili non mi interessa. Preferisco usarli per fare quello che mi piace. Il motivo per cui chiedo il “permesso” è perché spero che in caso di problemi o incidenti al minore, questo lo scoraggi nel denunciarmi. Non è detto, ma ci si prova. Non so se per disgrazia o per fortuna, per me è diventata una questione di condomino, ovvero una questione pratica da risolvere al minor costo di soldi e di tempo. Di quello che è giusto o sbagliato me ne infischio, è un altro inutile vincolo mentale.
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    • Avatar di Emanuela T

      Emanuela T 7 anni fa (8 Novembre 2017 10:44)

      Anna, dalla tua frase " il mio avvocato sconsiglia" ho dedotto che appunto avessi un legale che ti seguisse. Ad ogni modo non consigliavo di imbastire cause verso l'ex coniuge, ma di avere una consulenza adeguata che ti permetta di vivere con maggiore serenità muovendoti tranquillamente nei tuoi diritti. Io gestisco da sola i miei figli da quando avevano 3 e 4 anni perché non ho avuto alcuno su cui contare, ammetto non sia stato semplicissimo visto che quando mi capitava di ammalarmi non avevo altra alternativa che chiudere la porta a chiave perché almeno non rischiassi che incautamente potessero uscire e li portavo con me anche se ero al bagno :) In effetti non ho avuto occasioni dopo i 32 anni di uscire da sola e qualche amica di vecchia data mi veniva a trovare a casa, oggi che hanno quasi 16 e 17 anni mi sono potuta permette solo una volta un week end per andare a trovare uno. Però loro con me viaggiano con piacere e volentieri e programmiamo sempre nuove mete, diciamo che me li godo finché posso :) Sono il mio tesoro e lui ( il padre ) una fortuna così grande non l'avrà mai :)
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    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (8 Novembre 2017 11:32)

      Io mi sono separata che erano già grandi, e abbiamo fatto un paio di viaggi assieme. Ora vanno preferibilmente con gli amici, poi giustamente con il padre, e a quel punto io resto senza soldi - e pure senza tempi tanto definiti perché ovviamente si organizzano a cavolo, come tutti gli adolescenti :) Ma il limite più importante che ho avuto è stato per il lavoro, ovvero spostarmi in giorni feriali senza poterli portare (o raramente), sia per la scuola, sia per non lasciarli in albergo da soli mentre ero a fare altro. Peraltro, magari lavorando in maniera più rilassata, qualcuno avrei potuto anche incontrare. Ma dovevo rinunciare alle cene di lavoro per non dormire fuori, ridurre i tempi al minimo, correre qui e là, cercando oltretutto di non far capire che i problemi erano familiari, perché questo diventa ancora più penalizzante (ti proponi come una sfigata inaffidabile). Ora è ovvio che non posso “recuperare” tutto, ma anche per il mio piacere personale, posso pensare a una vita un po’ meno lateralizzata, quantomeno. Pensare sempre a tre-quattro cose contemporaneamente è talmente estenuante, che certi giorni quando la casa è vuota, mi pare una meraviglia rilassarmi e non pensare neanche a che scarpe mettere per uscire la sera! :D
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    • Avatar di Emanuela T

      Emanuela T 7 anni fa (8 Novembre 2017 12:29)

      Anna, mi ricordi i miei primi tempi, quando il week end al mese in cui si faceva vivo io volevo fare mille cose e quindi accendevo sky, musica, disponevo le riviste e i libri da leggere e poi mi spatasciavo sul divano ( senza fare nulla, ovviamente ), il tutto dal sabato pomeriggio alla domenica sera :D Comunque dai, che sia tanto difficile, quasi a livello sovrumano, lo sappiamo io e te e le altre che hanno vissuto la stessa situazione nostra, ma che si aggiungano anche i figli con la disorganizzazione anche no eh, sono 4 braccia in più nelle normali mansioni, sfruttale :)
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    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (8 Novembre 2017 13:20)

      :D :D :D sì sì mi aiutano ... però organizzano i loro impegni alla come viene, e io faccio Will Coyote :D :D :D
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  17. Avatar di Sara

    Sara 7 anni fa (9 Novembre 2017 11:32)

    Ciao Ilaria Ottimo articolo, ti seguo da un po' e ho sempre trovato ispirazione nei tuoi articoli. Grazie per il tempo che dedicherai leggendo questo messaggio. Ho 21 anni e ultimamente sto uscendo e incontrando sempre gente nuova (prima ero troppo impegnata con lo studio e altro) e ovviamente interagisco con molte persone dell'altro sesso. Quello che noto peró è che non riesco mai ad approfondire le mie conoscenze e vedo che i ragazzi (quelli che mi attirano di più) non sono mai davvero interessati, magari ridiamo e scherziamo ma finisce lí. Quindi ho la sensazione di sbagliare qualcosa magari nell'approccio. Ho anche questo problema mi sento di avere dei buchi in cultura generale dovuta a tanti fattori (ambiente e altro) che non giustifico ovviamente ma a volte preferisco non approfondire certi argomenti per non passare per quella che non sa quella determinata cosa che tutti dovrebbero sapere(forse come hai detto è la paura di non sentirmi all'altezza o perché sono sempre alla ricerca della perfezione in tutto e con tutti) Non so come comportarmi con gli uomini che mi interessano. Grazie
    Rispondi a Sara Commenta l’articolo

    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 7 anni fa (9 Novembre 2017 18:03)

      Ciao Sara, dal numero delle questioni che sollevi e dalla loro ampiezza (credi di non sapere come comportarti con gli uomini che ti interessano, credi di avere delle lacune in cultura generale, credi che i ragazzi non siano mai attratti) in effetti viene un po' da pensare a un senso di inadeguatezza, che, in quanto tale, è sempre fuori luogo. Che dire? Incomincerei davvero a riflettere se per caso gli "altri" non vengono posti su un piedestallo.
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    • Avatar di Sara

      Sara 7 anni fa (9 Novembre 2017 20:57)

      Lo ammetto mi sento un po' inadeguata quando sono di fronte a qualcuno che mi piace (è vero, li metto su un piedistallo!) e non so come liberarmene perché in realtá questo problema non si pone con le altre persone (uomini o donne), anzi sono me stessa e non ho bisogno di fare qualcosa per apparire meglio. Quindi non so come fare quando mi interessa un ragazzo e voglio approfondire la sua conoscenza senza sentirmi a disagio o non all'altezza.
      Rispondi a Sara Commenta l’articolo

  18. Avatar di Francesca

    Francesca 7 anni fa (9 Novembre 2017 3:09)

    Bell' articolo. Giunge in un momento in cui mi sento proprio ai minimi termini. Ho chiuso una storia sbagliata, so di aver fatto la cosa migliore ma ero molto innamorata e ora ho questo "bel fardello" da smaltire. Per di piú sto perdendo il lavoro ed un altro progetto di carriera per cui mi sono molto impegnata ( ed era un mio sogno ) m'é stato tranciato senza ritegno. So che non dovrei perdere la fiducia ma mi sento a terra. Mi sento terribilmente sola e non so cosa fare. Non so da dove cominciare a rimettere in sesto la mia vita. Vorrei solo un abbraccio e un "coraggio, vedrai che andrà tutto bene". Ho sempre pensato di non aver bisogno del l'amore. Che fosse una cosa da donne deboli, che non sanno bastare a sé stesse. Invece ne ho bisogno, e tanto. Aiuto. Mi sento una pezza. Io ce la metto tutta con l'autostima, ma ho 40 anni, sono circondata da amici sposati che mi chiedono perché non metta la testa a posto e sconosciuti sposati che mi approcciano per farmi il filo. Cosa non va in me? La mia vita è tutta uno scatafascio...
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  19. Avatar di Lalla

    Lalla 7 anni fa (28 Novembre 2017 12:55)

    Cara Ilaria, complimenti per le tue riflessioni e per l'incoraggiamento che dai a tutte le donne ad imparare a dare valore e ad amare se stesse, cosa alla quale spesso non sono state abituate, alla quale, in fondo, non credono. Io ho 53 anni, sono divorziata e ho due figli magnifici dei quali sono orgogliosa e un lavoro che mi soddisfa. Il mio tasto dolente sono le relazioni con gli uomini e... con mia madre! Due anni e mezzo fa è finita la relazione che avevo con un uomo che viveva in un'altra città. Non voglio pronunciarmi sul fatto che fosse o meno un narcisista, non mi interessano le etichette, di certo però, in un mio momento di difficoltà di salute e di lavoro nel quale gli avevo chiesto una maggiore vicinanza, in modo brutale, all'improvviso mi ha detto di non amarmi più, per telefono, accusandomi di essere egoista e da allora non mi ha più voluto né sentire né vedere, anche se solo un mese prima mi parlava di matrimonio. Probabilmente ho commesso degli errori anche io, forse ho chiesto troppo a chi non poteva darlo o l'ho fatto in modo sbagliato, da "bisognosa". In ogni caso la fine di una storia nella quale avevo creduto e l'allontanamento così brusco di un uomo che pensavo mi amasse mi ha gettato nello sconforto. Un'altra cosa, però, ha reso il tutto più difficile da superare: mia madre, saputo della cosa, mi ha detto che ormai dovevo rassegnarmi a restare da sola, che il dolore mi avrebbe invecchiata, che ero "fuori gioco" (perché vecchia), che sarei diventata insopportabile perché non ero riuscita a "tenermi" un uomo, e che era "dispiaciuta per me perché avevo fallito la mia vita". Quelle parole ancora mi scavano dentro perché da un lato vedo la mancanza di amore, di accoglienza e anzi il desiderio di ferirmi di mia madre (forse amareggiata dalla sua di vita), ma dall'altro risuonano come una sentenza inappellabile, come una verità assoluta rispetto alla quale nulla posso fare. So di non essere più giovane ma l'impossibilità, la mancanza della speranza di poter avere una relazione soddisfacente, di poter dare e ricevere amore mi rende triste. Questa mancanza di speranza mi ha portato a chiudermi e anche a trascurare il mio aspetto, concentrandomi sull'essere decente e in ordine senza più cercare di essere apprezzabile fisicamente (perché in fondo credo siano sforzi inutili, quasi un gesto di presunzione, e temo il ridicolo anche solo truccandomi a volte). Quando, nonostante tutto, mi sento dire che sono una bella donna mi sembra impossibile, quasi una presa in giro ed ho allontanato bruscamente quegli uomini (pochi) che mi si sono avvicinati. E' per me una situazione dolorosa, nonostante cerchi di allontanare il pensiero e dedicarmi ad altro. Se vorrai dirmi qualche parola di incoraggiamento ti sarò grata.
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 7 anni fa (28 Novembre 2017 13:32)

      Ciao Lalla, benvenuta sul blog. A 53 anni per quanto sia difficile è necessario staccarsi un po' da mammà, soprattutto se mammà ha avuto una vita e molte relazioni frustranti e mai si è occupata di guardarsi dentro, di farsi un'istruzione, di uscire dal paesello e dalla famiglia medioevale, di prendersi un po' di libertà e di farsi venire il dubbio che quelli con la coda davanti NON sono esseri superiori senza i quali non si può vivere e di prendersi qualche responsabilità e invece si è accanita a dare la colpa agli altri e sfogare il proprio livore sulla figlia femmina, il bersaglio preferito delle madri che non amano e non si amano. Vuoi delle parole di incoraggiamento? Prendi l'iniziativa: hai un blog tutto pieno di parole di incoraggiamento; non hai avuto una madre degna e superati i 50 anni nessuno ti adotta, fatti tu da madre. Non fare, come invece stai facendo, esattamente come lei, che è rimasta nell'ignoranza culturale, emotiva, di vita. E invece ha sempre cercato qualcuno che facesse per lei ovviamente senza mai trovarlo. Ricevo decine di messaggi generici e generali dove - ovviamente a titolo gratuito - le persone mi presentano i problemi che hanno tutti e dei quali io parlo ogni giorno e ogni ora, ma vogliono, senza fare la domanda precisa e mettersi in gioco nemmeno a formulare una richiesta, una risposta su misura. Non si fa così, perché facendo così non si fa da nessuna parte se non a bersi le scempiaggini maligne di mammà. Leggi gli articoli e i commenti che ci sono qui. Parlano di donne scoraggiate che hanno avuto madri streghe. Datti da fare, è un grande inizio.
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    • Avatar di Emanuela T

      Emanuela T 7 anni fa (28 Novembre 2017 14:55)

      Ciao Lalla, in India, nello Stato di Meghalaya, gli indigeni ( parliamo di circa 1 milione e 700 mila persone ) ritiene che la nascita di una femmina sia una gran fortuna, perché le donne contano. Le donne danno il proprio cognome ai figli, sposano chi vogliono ( senza cerimonia, basta la convivenza ) lasciano l'uomo quando gli pare e ne ereditano tutti i beni ( il maschio non eredita nulla ). L'uomo lavora e la donna gli concede la paghetta, su tutto quel che porta a casa. Vivere da privilegiate genera una gran fiducia in se stesse. Pensi che in un contesto simile determinate parole sarebbero mai state partorite? Comprendi quindi che non c'è una verità assoluta, solo stupide convinzioni. Sono convinta che ora, a Mawlynnong, qualche padre sta rimproverando il figlio per non essere stato capace di tenersi buona la moglie e gli sta dando del buono a nulla che non andrà da nessuna parte. Fai qualche ricerchina sul tema ;)
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    • Avatar di PAMELA

      PAMELA 7 anni fa (28 Novembre 2017 15:59)

      Lalla mi hai commossa, perchè ho rivissuto quello che è accaduto a me con mia mamma . Solo che da me ci fu una lite furiosa . Qnado lei osò dirmi che mi meritavo quello che mi fosse accaduto ( lasciata dal marito con 2 bimbi di 1 e 3 anni oper un 'altra donna ), e che non avrei piu' avuto nessuno acanto perchè meritavo di essetr sola . Lei mi offese mortalmente e io da li le dissi anzi le urlai che era cattiva , che non era naturale dire cose del genere a una figlia. Lo scontro fu fortissimo, ma buttai fuori il fuoco e alla fine ci abbracciammo . Da allora non abbiamo piu' litigato io e lei, ma certo non le racconto le mie cose perchè ho capito che non capuirebbe e che io non sono frustrata come lei, non mi ci sono lasciata portare in quel buco nero che è la SUA DEPRESSIONE non la mia, e ti dirò che di uomini ne ho conosciuti eccome , anche qualcuno molto molto ben disposto a prendersi tutta la MIA CAROVANA....
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  20. Avatar di Margherita

    Margherita 7 anni fa (5 Novembre 2017 9:39)

    Buongiorno, è da un bel po' di tempo che non scrivo sul blog, ma questa volta ci tengo a farlo, mettendo assieme anche alcuni articoli usciti nelle scorse settimane. In alcuni di questi si legge -e tu cosa fai per...?-. E a volte sembra di fare abbastanza, come Paola che scrive di aver fatto un buon lavoro su di se e di fare per lo più le cose che le piacciono. La sua vita è bella. Sì, ma questo non c'entra con il cercare la persona giusta. Allora si va avanti, partendo ora da una buona base (qualcosa di buono l'avrà fatto se la sua vita è bella, no?) e mettendo in atto altre strategie (questa è una mia supposizione). Quali non si sa perché 'l'amore non deve mica essere una fatica'. Son d'accordo. Cosa c'è che non va allora? La paura. Va bene, lavoriamo sulla paura. Ma anche qui, di quale paura stiamo parlando? La paura di essere e di restare sole (senza partner, intendo!)? Beh, diciamo che io ne faccio parte, e non me ne vergogno. La paura di affrontare una relazione? No, mi spiace non ci credo. Quella non è paura. Semplicemente non è la persona giusta. Anche qui, 'l'amore non deve essere fatica'.
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 7 anni fa (5 Novembre 2017 11:33)

      Forse non hai letto con abbastanza attenzione o c'è stata una lettura selettiva che ti ha impedito di vedere che cosa è indicato come importante nell'articolo. Succede che l'inconscio ci impedisca di vedere quello che è troppo impegnativo per noi. La paura di cui parlo è la paura dell'inadeguatezza a prescindere, la paura del non amore a prescindere e del rifiuto atavico, quella paura nata quando si era piccoli piccoli. E' di questa che bisogna prendersi cura. Tutte le altre cose sono baggianate.
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    • Avatar di Margherita

      Margherita 7 anni fa (5 Novembre 2017 13:03)

      Capisco. Vedrò allora di fare un diverso lavoro su di me. Le proviamo tutte.
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    • Avatar di sara

      sara 7 anni fa (5 Novembre 2017 14:31)

      Comprendo quello che vuoi dire qui Ilaria. Ma allora, concretamente, come superare questa paura? Io, come forse molti di noi, ho avuto dei genitori (e anche altre figure di riferimento) che mi hanno fatta sentire non completamente accettata per quello che ero. Era come se il loro amore avessi dovuto in qualche modo meritarmelo e sai come? Cambiando il mio carattere da bambina timida e silenziosa a bambina aperta e chiacchierona, e oltre a ciò ero obbligata ad andare bene a scuola. Visto che queste caratteristiche in quel momento non mi appartenevano, mi sentivo rifiutata e che non valevo nulla, quindi che non ero degna dell'amore e delle attenzioni. Che cosa terribile! Ma va bene, il passato è passato. Come fare da adulti, concretamente, a superare queste credenze inculcateci dentro sin da piccoli?
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 7 anni fa (5 Novembre 2017 14:46)

      Ohlà, questo è il nocciolo della questione. Intanto, quando io parlo di donne di successo e che la stragrande maggioranza di chi mi legge o è mia cliente, è persona di successo, insinuo proprio questo: c'è stato un orientamento precocissimo nella direzione della performance, per cui guarda caso, non è raro che proprio le donne più intelligenti e "performanti", e non di rado più belle e attraenti, sono quelle che poi in amore si vanno più frequentemente a cacciare nei guai. Da piccole, l'ambiente che le ha accolte (a modo suo) e cresciute ha percepito talenti di fascino, sensibilità e di capacità e su quelli ha insistito per richiedere, in modi più o meno consapevoli, performance speciali. Senza dare amore in modo diverso, magari nella convinzione che quella fosse una forma di amore. La bimba in questione, non ha potuto esimersi, trovando anche non particolare difficoltà nel performare, anche se magari (non sempre) dell'insoddisfazione. Questo non c'entra con la tua domanda ed è importante per me per chiarire un aspetto che metto sempre in luce. Dunque, come fare per "cambiare vita"? Riconoscere che il passato è il passato e che adesso, oggi, siamo noi la nostra mamma e il nostro papà, la nostra maestra di scuola e il nostro istruttore di nuoto etc etc e anche il partner che magari fino a oggi ci è mancato. E comportarci verso di noi come sappiamo che sarebbe stato meglio che queste persone si fossero comportate. Ah, senza dimenticare i talenti che gli altri hanno in qualche modo visto in noi (e che noi dobbiamo imparare a vedere e valorizzare con amore) e la capacità di performare. Perché sono punti di forza che ci appartengono totalmente.
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    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (5 Novembre 2017 15:31)

      Posso suggerire un metodo un po’ hippy per ragazze/donne performanti? Fare cose che gratificano molto in sé, ma nelle quali non si eccelle. Ad esempio uno strumento musicale, o una attività pratico-artigianale, il fai da te, o cose così. Avere soddisfazioni facendo delle mezze schifezze fuori dalla mia comfort zone mi ha aiutato molto, quando avevo tutti voti altissimi ecc. Ne andavo molto fiera, ed erano così rassicuranti.
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    • Avatar di PAMELA

      PAMELA 7 anni fa (6 Novembre 2017 13:30)

      aggiungerei Anna anche coltivare piante o giardino o prendersi cura di un piccoloa spazio di verde ( anche per chi ha solo il terrazzo ) : non sono un pollice verde ma ho trovato le piante adatte a me, e da quando me ne prendo cura in quei momenti mi sento leggere, beata, ecco felice : quindi sono anche io a favore di attività pratiche!!!
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    • Avatar di sara

      sara 7 anni fa (6 Novembre 2017 9:58)

      Nella mia storia personale, le mie figure di riferimento non hanno individuato nessun talento particolare: ero troppo timida, non emergevo, e questo mia madre lo viveva come un dramma. Gli altri erano sempre "di più" e spesso mi sentivo dire "che bello se tu fossi come loro". Il mio "essere di meno" mi faceva sentire che non meritavo. Questo l'ho vissuto molto concretamente anche nel rapporto col denaro. Se i miei mi compravano un giocattolo a cui tenevo o un vestito nuovo, mi sentivo terribilmente in colpa perché non volevo che spendessero "troppi" soldi per me. E questa cosa ancora me la porto dietro, infatti non chiedo mai nulla e quando ho cominciato a lavorare e guadagnare per me è stata una liberazione. Per fortuna nel corso degli anni ho fatto tante esperienze di vita, mi sono messa in gioco e ora mi sento una bella persona, prevalementemente soddisfatta di me. Ma c'è forse ancora qualcosa che è bloccato in me e che ostacola il sentire di meritarmi pienamente un rapporto d'amore serio, saldo e felice.
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 7 anni fa (6 Novembre 2017 10:33)

      Guarda che il confronto con gli altri che i tuoi facevano era quel tipo di riconoscimento. Infatti io ho detto che hanno fatto tutto questo in modo confuso e vago. Per il resto, avanti, avanti. Siamo nell'epoca in cui le sfide con se stessi si vincono, sì.
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    • Avatar di Alessandra

      Alessandra 7 anni fa (6 Gennaio 2018 12:29)

      Buongiorno Ilaria, grazie di questo commento. Mi descrive totalmente: io sono stata la bambina precoce e autonoma, che spiazzava tutti gli adulti presenti con le sue doti. Emotivamente non mi sono mai sentita amata e per questo sono sola. Professionalmente invece...molti mi invidiano, sia uomini che donne. Ma io mi sono stancata di scappare. Grazie infinite a te e alle lettrici del blog, mi sta aiutando tantissimo!
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