Vendetta: ma di che cosa stiamo parlando?

vendettaIl desiderio di vendetta è un desiderio umano, molto umano. Scommetto che anche a te, almeno una volta nella vita, sia capitato di avere una gran voglia di farla pagare a chi ti ha fatto uno sgarbo, un dispetto o ti ha ingannato o imbrogliato. Magari ti è capitato quando eri bambina o ragazzina (succede spesso quando si è piccoli di desiderare di vendicarsi dei “dispetti” subiti dai coetanei o dagli adulti, anche se probabilmente non si è nemmeno in grado di dare un nome a quell’emozione) o magari ti è capitato da grande, quando sei stata vittima di un sopruso (anche da parte di persone delle quali credevi di poterti fidare molto, come il tuo partner o tuo marito) o di un abbandono, di un maltrattamento. Il desiderio “naturale” di vendetta, comune anche a molti animali – chi possiede un gatto ben lo sa – nasce ha, biologicamnte, lo scopo di limitare l’invadenza e l’aggressività dell’altro e di evitare altre aggressioni.

"La vendetta è il duello dei poveri. Prosper Mérimée"

Senti forte il desiderio di vendetta anche quando hai subito un’ingiustizia, da parte di un’istituzione, o hai visto qualcuno subire un’ingiustizia intollerabile. Già, le ingiustizie: le ingiustizie sono il vero motivo scatenante del desiderio di vendetta. L’ingiustizia viene considerata come un’alterazione di un equilibri e la vendetta come il mezzo per ristabilire quell’equilibrio. E’ così ovvio, umano, naturale, spontaneo. Nell’Antico Testamento la vendetta era addirittura normata con la famosa “legge del taglione”, “occhio per occhio, dente per dente”. Al giorno d’oggi, in una società avanzata come la nostra, il concetto di “giustizia” è molto forte e fin da bambini ci si confronta con il concetto di “giustizia”, nel senso che vengono mandati messaggi forti relativamente all’importanza della giustizia e del farla prevalere. “Tu e tuo fratello fate metà a ciascuno.” “Uno per ogni allievo” etc. Ma esiste la giustizia? Quando ti separi, divorzi o hai anche una banale causa con il tuo vicino, ti è capitato di vedere la “giustizia” trionfare? Quando leggi i giornali e le cronache, hai la percezione che il mondo sia regolato da principi di giustizia? Nei luoghi di lavoro vedi la giustizia trionfare? O, anche solo la meritocrazia? Mica tanto, eh…

Soprattutto, detto papale papale, per quanto crudele e doloroso possa sembrare: non vi è ambito in cui l’ingiustizia si esprime in modo più ampio di quanto succeda, molto spesso, nei rapporti privati, in famiglia e soprattutto nel rapporto di coppia. Quando una persona subisce un tradimento da parte del partner – evento dolorissimo, umiliante, avvilente – è possibile fare giustizia? E’ possibile ristabilire un’equità? Quale vendetta – che non è comunque mai lecita – potrebbe “risarcire” del dolore subito? Quando si subiscono abusi materiali e morali, hai mai avuto prova che ci sia la possibilità di avere “giustizia” o di ristabilire la “giustizia”? Un giovane uomo – apparentemente molto forte di carattere – mi raccontò che lo psicologo al quale si era rivolto gli aveva diagnosticato una sindrome post traumatica da stress. La ragione scatenante? Lui aveva una relazione di convivenza. La compagna era rimasta incinta. Gli aveva nascosto il proprio stato e aveva abortito senza informarlo. Dettaglio non banale: il giovanotto in questione è un medico affermato, che lavora in ospedale. Come dire, se la ferita poteva essere resa più profonda, di certo, per lui questo fatto era un aggravante. Immediatamente dopo, la caompgana lo aveva lasciato per un altro. Che forma di giustizia è possibile mettere in atto in un caso come questo? E come gestire il desiderio di vendetta, di “farla pagare”, di ricevere un “risarcimento”?

Vogliamo parlare delle ancora tantissime donne, che, probabilmente per una fiducia mal riposta, restano incinte del partner e vengono abbandonate a scelte drammatiche, in totale solitudine? C’è giustizia? Probabilmente in questi casi non c’è nemmeno desiderio di vendetta, da quel che osservo io.

Vendetta, relazioni intime, giustizia

Fino a non poco tempo fa in Italia c’era il cosiddetto “delitto d’onore” : “L’art. 587 del codice penale consentiva quindi che fosse ridotta la pena per chi uccidesse la moglie (o il marito, nel caso ad esser tradita fosse stata la donna), la figlia o la sorella al fine di difendere “l’onor suo o della famiglia”. La circostanza prevista richiedeva che vi fosse uno stato d’ira (che veniva in pratica sempre presunto). La ragione della diminuente doveva reperirsi in una “illegittima relazione carnale” che coinvolgesse una delle donne della famiglia; di questa si dava per acquisito, come si è letto, che costituisse offesa all’onore. Anche l’altro protagonista della illegittima relazione poteva dunque essere ucciso contro egual sanzione.” (fonte Wikipedia). Alla faccia della vendetta, eh. E poi ci chiediamo come mai ancora, nel nostro bel paese avanzato, è ancora tanto praticato – e sostanzialmente l’assassino è oggetto di “umana comprensione”  – il femminicidio o sono sottovalutati e addirittura tollerati e giustificati i maltrattamenti sulle donne. Orribile. Orribile il delitto d’onore, orribile la trascuratezza in termini di diritto di famiglia e di tutela della persona che si sperimenta quotidianamente nel nostro paese.

"La vendetta è il piacere abietto di una mente abietta. Giovenale"

Tu ti starai chiedendo: “Ilaria, ok, va bene, molto interessante tutto questo pippone sulla giustizia che in realtà assomiglia più a un’ingiustizia, va bene il pippone collaterale sul delitto d’onore come “regolamentatore del naturale desiderio di vendetta” e sull’ingiustizia nei rapporti di coppia, ma, accirderbolina, io sono interessata ad argomenti più leggeri. A che cosa mi servono tutte queste informazioni anche un po’ tristi e drammatiche, per non dire angoscianti?” In realtà ti servono moltissimo, perché ti sono utili ad acquisire una maggiore consapevolezza delle tue emozioni profonde, delle ragioni per cui talvolta ti senti tanto stretta dal dolore e dal desiderio di vendetta e come puoi invece liberarti di tutto questo, a tuo vantaggio, cioè per la tua serenità e tranquillità d’animo.

Vendetta e scelte giuste da fare

Conoscere te stessa e quali sono le tue emozioni e quello che accade dentro di te quando succede qualcosa nella tua vita, nel tuo mondo, nel tuo ambiente significa diventare padrona di te e della tua esistenza, dei tuoi progetti e del tuo futuro: non c’è nulla di più importante. Sapere che il desiderio di vendetta è un sentimento naturale, umano, spontaneo e che dà anche tormento, ti è molto utile. Prendere coscienza che questo desiderio lo condividi con altri esseri umani o con altre donne che hanno sperimentato un tradimento, una separazione dolorosa, abusi di vario genere (non solo all’interno della coppia) ti permette di sentirti meno sola.

"La vendetta è come un veleno che ti invade tutto. Spider Man 3"

Ricevo molto spesso mail e messaggi di donne “inviperite”, “incattivite”, “profondamente offese” dal trattamento ricevuto da parte di un partner, di un corteggiatore o di un amante. E, molto spesso, quello che a queste donne interessa è una cosa sola: fargliela pagare, vendicarsi, “rendergli pan per focaccia”. Può trattarsi di sgarbi di poco conto – per esempio un corteggiamento molto insistente all’inizio e poi una sparizione improvvisa, come accade migliaia di volte ogni giorno a migliaia di donne – oppure, di “violenze” più gravi: la sottrazione di capitali finanziari, l’inganno su fatti importanti della propria esistenza – per esempio un partner che ha una doppia vita -, l’aver mentito sul proprio lavoro e sui propri progetti.

Vendetta: a che cosa ti serve?

Quello che noto – è una mia sensazione, non posso dire di aver fatto una vera e propria statistica, anche se lo sguardo che posso avere grazie al mio lavoro è piuttosto ampio, come sai, – è che spesso hanno più desiderio di vendetta coloro che hanno subito danni o offese di “minor conto” (intendo minor conto per la percezione di chi sta all’esterno, per il sentire comune: si sa che il nostro vissuto è fatto di percezioni, quindi non va bene giudicare le percezioni altrui. Se un per te un uomo che non ti paga il caffé ti offende gravemente, questa è una tua percezione che va accettata, anche se magari ti converrebbe pensarci su, sul fatto se è un episodio davvero grave) mentre chi ha subito abusi di un certo peso, realmente distruttivi, spesso è meno “arrabbiata”, almeno esteriormente. Ma non è detto che rancore e risentimento non lavorino distruttivamente dentro di lei, impedendole di vivere libera. Es u questo devi riflettere con attenzione se pensi che sia il tuo caso.

"La sete di vendetta prosciuga l’anima, la brucia e la consuma. Alexandra Marinina"

Ecco diciamo che il desiderio di vendetta e il venire a patti con il desiderio di vendetta hanno molto a che fare con la libertà e la possibilità di aprirsi strade alternative e utili per la realizzazione personale.

Breve ed essenziale, la guida che ti spiega i passi base e fondamentali per costruire o ricostruire la tua autostima e mantenerla. Per stare bene con te stessa e con l’uomo giusto.

Il tema è complesso. Mi interessa sapere le tue opinioni e in particolare ti chiedo la cortesia, per mettere in pratica utilmente le riflessioni proposte, di concentrarti su tutti quei momenti della tua vita nei quali hai sentito il desiderio di vendicarti o qualcosa che assomigliasse al desiderio di vendetta. Come hai risolto, alla fine, questo tuo stato d’animo? Hai ritrovato la pace con te stessa? Che cosa ti sei detta per ritrovarla? Oppure: a che punto sei?

Nei commenti parlami delle soluzioni vantaggiose che hai trovato, di quelle che ti hanno dato benefici e delle “scoperte” che hai fatto, utili per te e per la tua vita.

Fammi sapere anche se vuoi che approfondisca il tema della vendetta, della gestione del rancore e del risentimento e perché ti interessa.

Per smettere di soffrire e diventare più forte, nella tua vita sentimentale e nella tua vita di tutti i giorni, puoi affidarti ai percorsi che ho creato appositamente per te:

per comprendere i tuoi bisogni e come soddisfarli: I 7 Pilastri dell’Attrazione

per sedurre un uomo, senza farsi prendere dal panico: Come Sedurre un Uomo senza Stress

E, per dare una reale svolta alla tua vita e uscire finalmente da un momento difficile e lasciare andare gli schemi che ti riportano ai soliti errori, vivendo leggera e serena, il coaching individuale con me.

 

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222 Commenti

  1. Avatar di Sole

    Sole 9 anni fa (15 Novembre 2015 14:54)

    Ciao Ilaria, per quanto mi riguarda ho sempre avuto chiara la convinzione che la vendetta peggiore (se così si può chiamare) sia quella di andare avanti per la propria strada, cercare di ricostruirsi la propria vita, occuparsi di sé. Sono stata fortunata e, per il momento, non ho subito gravi ingiustizie...però ho gestito in questo modo, per esempio, l'ex fidanzato che mi ha lasciato malamente e poi ho scoperto pure tradito o, piuttosto, lo stronzo di turno che si è comportato male. Mi sono focalizzata sulla pochezza dei soggetti in questione, li ho eliminati totalmente dalla mia vita, e mi sono fatta in quattro per pensare alla MIA di vita; non nego con parecchie difficoltà in alcuni momenti, ma anche sempre con grande dignità...l'unica cosa è che purtroppo tendo a portarmi per un po' dietro il dolore, però adesso ho capito che i rimuginamenti mentali ne sono, in gran parte, la causa, per cui cerco di limitarli al massimo :-) Grazie comunque per questo blog perché mi è davvero di aiuto!
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  2. Avatar di Animanera

    Animanera 9 anni fa (15 Novembre 2015 15:41)

    Cara Ilaria, ho letto l'articolo, come sempre molto interessante... non sono di quelle che meditano vendetta... no credo sinceramente di non aver provato questo sentimento nemmeno di fronte a grandi ingiustizie o delusioni amorose... rabbia sì, ma mai vendetta... forse la rabbia ci può assomigliare qualche volta... hai voglia di farla pagare, di vedere chi ti ha fatto soffrire, strisciare ai tuoi piedi come un verme... ma a me dura poco e niente... di fondo, rabbia e odio (o quello che è) implicano la presenza, ancora, di un sentimento di amore molto forte... che poi alla fine prende il sopravvento... sto cercando di imparare a vivere il sentimento (quello bello, d'amore corrisposto) finché dura, pensando a quello che riesco a dare (e a ricevere) piuttosto che farmi il fegato a pezzi... forse è un fatto di maturità, forse l'essermi trovata di fronte all'ennesimo sentimento e sentirmi piombare addosso ancora l'affetto che provo per questa persona, e la lucidità di capire cosa è andato storto... un abbraccio
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  3. Avatar di Cloe

    Cloe 9 anni fa (15 Novembre 2015 17:02)

    Personalmente credo che un forte desiderio di vendetta, che non si riesca in alcun modo a elaborare o affrontare, sia il sintomo più evidente che un rapporto debba essere chiuso. Io ne ho di esempi a disposizione, ma ve ne racconterò solo uno (mi terrò sul vago, per questione di privacy), forse il più significativo. Ho portato avanti una non - relazione per molti anni, fatta di manipolazione e sorprusi, torti grandi o piccoli che ancora mi domando come abbia potuto accettare. Quando le acque si sono "calmate", e il periodo di (ennesimo) stacco lo aveva portato a riflettere sul futuro della nostra relazione e sulla possibilità di impegnarsi, io ho avvertito dentro di me una grande rabbia e un grande desiderio di vendetta che non riuscivo in alcun modo a trasformare positivamente all'interno della relazione. Tant'é, che l'unica soluzione possibile ( se non la più saggia) è stata quella di tirarci sopra una grande riga e andare avanti, dicendogli chiaramente che ormai non ci sarebbe stato più nulla da fare per riparare un vaso rotto in mille pezzi e calpestato, frantumato più volte nel corso degli anni. Avrei potuto stare con lui, ripagarlo della stessa moneta, godendo sì, di qualche bel momento, ma poi tornare a soffrire per farlo soffrire, nutrirmi di quella grande sofferenza avvelenandomi il corpo, la mente e l'anima. Ma lì ho capito che non ne sarebbe valsa la pena, per cui sono stata onesta, sia nei miei sentimenti che nelle mie intenzioni, senza vendette, dispetti e dolori e l'ho lasciato andare. Il mio cuore ora é più leggero :)
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  4. Avatar di Vale

    Vale 9 anni fa (15 Novembre 2015 17:46)

    "La miglior vendetta è il perdono", ma non il perdono nel senso cristiano del termine, piuttosto un perdono nel senso di "lasciar andare, lasciar fluire,andare oltre". Ecco, nel mio caso ho avuto la mia "rivalsa" passando oltre, e pensando a cosa potessi fare di buono per me e per la mia vita. Questi sentimenti di odio e rancore lacerano l'anima di chi li prova, senza portare a nessun risultato positivo, anzi. Non fanno altro che tenerci ingabbiati in un passato che non ha più senso di esistere, ma che esiste soltanto che nella nostra testa. E soltanto quando davvero volteremo pagina, allora ci accorgeremo, guardandoci indietro per un attimo, di aver avuto la nostra "rivincita" attraverso la nostra realizzazione :)
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  5. Avatar di Monichina

    Monichina 9 anni fa (15 Novembre 2015 18:37)

    Chiedo scusa se non partecipo attivamente, ma ho un cellulare del 15/18 che mentre scrivo magicamente, fa "sparire" la tastiera e la fa ricomparire anche dopo mezz'ora :O
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  6. Avatar di Monichina

    Monichina 9 anni fa (15 Novembre 2015 18:31)

    Ciao ragazze. Proprio questo argomento di un mio post aveva sollevato un bel polverone ;). Capito il fatto che la vendetta non serve a niente, mi aveva cmq fatto riflettere una risposta di una ragazza qui, dove diceva : ma bisogna sempre fargliela passare liscia a sti molluschi? Non è tanto il fatto del perdono, dell'andare oltre, della nostra crescita personale, ma quando ti rendi conto di quanti " avanzi di galera" continuino indisturbati a fare danni, per il nostro lasciar sempre perdere. Nel mio caso volevo, in un accesso di rabbia cieca, avvisare la sua attuale, che quando era con me era la sua ex, per metterla in guardia su chi avesse in realtà vicino. Grazie a voi e grazie ai miei ragionamenti sono arrivata a capire che lei non c'entra niente e nel caso ci arriverà da sola, e per quanto riguarda lui ho capito che un mollusco del genere non merita nemmeno più un secondo della mia energia cerebrale. Sta di fatto che la passerà di nuovo liscia, beato e sereno perché io ho taciuto il suo schifo.
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    • Avatar di Cloe

      Cloe 9 anni fa (15 Novembre 2015 18:56)

      Scusate, questo argomento mi ha proprio appassionato. Da una parte denunciare il suo "schifo" potrebbe essere visto come un gesto di solidarietà nei confronti della sua attuale ragazza. Ma con tutta probabilità, questo non sarà visto dalla sua lei o dagli altri così, piuttosto come un atto di vendetta da un ex "rosicona". Purtroppo non ci sono formule giuste per affrontare una situazione del genere, ma io sto iniziando seriamente a coltivare l'idea che l'unico valido modo per far sì che questa gente ignobile si "estingua", sia quella di non dargli corda, di voltarci alla prima vera mancanza di rispetto. Se tutte le donne smettessero di dare corda a gente così povera dentro, questi, non avendo più un pubblico o donne a cui succhiare energie, sarebbero costretti a fare i conti con il loro vuoto e, in un qualche modo, costretti a comportarsi bene. Una volta un mio amico mi ha detto "Se lo stronzo smettesse di avere successo, non esisterebbero più stronzi a questo mondo".
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  7. Avatar di Elizabeth

    Elizabeth 9 anni fa (15 Novembre 2015 21:01)

    Una vita vissuta pienamente è la miglior vendetta. Anche perché se parliamo di piccole vendette, quelle non ci ridaranno indietro quello che abbiamo perso. Se invece parliamo di fare del male a qualcuno, ci si ritorcerà contro. Quindi pensiamo a noi e basta!
    Rispondi a Elizabeth Commenta l’articolo

  8. Avatar di MERAVIGLIA

    MERAVIGLIA 9 anni fa (15 Novembre 2015 22:13)

    CIAO ILARIA!… …5 anni fa mi sono catapultata in una separazione che ancora oggi porta degli strascichi. Non nego che ho provato desiderio di vendetta ma alla fine mi sono detta che è tempo perso. Ho imparato a perdonare e mi sono ripetuta più e più volte che era Meglio investire tutta quella energia su me stessa diventando un'amabile egoista. Tanto se è vero che esiste una giustizia superiore sarà LEI a regolare i conti. Grazie di darci sempre milioni di spunti su cui riflettere e altrettante soluzioni. Buon proseguimento!
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  9. Avatar di As

    As 9 anni fa (16 Novembre 2015 0:38)

    Ilaria, la prima parte di questo articolo sembra scritto con parole traboccate dal di dentro. Sembra scritta in una maniera diversa dal solito, con più pathos, c'è qualcosa di diverso, di più personale forse. Non so se sia davvero così ma è bello, più espressivo, arriva di più. Complimenti, un bacio.
    Rispondi a As Commenta l’articolo

  10. Avatar di una

    una 9 anni fa (16 Novembre 2015 9:31)

    Ilaria, bell'articolo, mi sono commossa profondamente!
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  11. Avatar di cristina

    cristina 9 anni fa (15 Novembre 2015 15:06)

    il problema è che spesso a tradirci é solo la nostra illusione, far tacere testardamente le vocine interiori che ci avvisano.E quando l' illusione cade, la rabbia é per aver perso noi stesse!
    Rispondi a cristina Commenta l’articolo

    • Avatar di una

      una 9 anni fa (16 Novembre 2015 10:25)

      Ciao Cristina, credo che, per illudersi ci vuole un manipolatore/trice che cerca di annebbiarci la vista, che vuole "appropriarsi" in modo disonesto della nostra fiducia, che vuole il controllo sull' altro per poi usarlo a proprio piacimento. Cerca il potere. Credo che, questo desiderio del potere proviene da un abuso vissuto a sua volta e con un' atto di vendetta motivato dal profondo rancore cerca di anestetizzare il dolore della sua anima. Ma é soltanto un perpetuare del dolore, una forma di odio nei confronti di se stesso e dell'altro, il tema dell'umanità fin dalle origini. Lavorando sulla consapevolezza, umiltà e apertura del cuore permettendosi di lasciare cadere le difese ed essere vulnerabile nuovamente, la via di uscitá si manifesta.
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  12. Avatar di Gea

    Gea 9 anni fa (16 Novembre 2015 10:50)

    In estrema sintesi, la domanda da farsi é: "Why do I give valuable time to people who don't care if I live or die?" (Morrissey / The Smiths, "Heaven knows I'm miserable now) "Perché do' tempo prezioso a gente a cui non importa se sono vivo o morto?" L'unica risposta, per me, é riprendersi il proprio tempo e la propria vita e andare verso lidi ameni, abbandonando la spiaggia piena di rifiuti e catrame.
    Rispondi a Gea Commenta l’articolo

  13. Avatar di Bea

    Bea 9 anni fa (16 Novembre 2015 10:43)

    Con calma, appena ho tempo leggerò tutti i commenti che sono sempre interessanti! Io credo di essermi risolta questa cosa della vendetta che però mi ha perseguitata per molto tempo. La vendetta non è utile, non fa stare davvero meglio e genera una spirale di odio e vendette che trattiene nel passato e nel dolore. Il perdono è liberatorio. Però non può essere forzato, se forzato non funziona. Arriva con il tempo, se ci si dà il tempo appunto di riflettere sull'accaduto, prendendosi la propria parte di responsabilità (se c'è), capendo le ragioni dell'altro e decidendo di andare avanti per la propria strada e che quella che percorre l'altro non ci interessa, sono fatti suoi. Chi si vendica si arroga la capacità di giudicare, insegnare come si sta al mondo, punire... e resta concentrato sull'altro invece che su se stesso, unica cosa utile da fare. Aggiungo che personalmente preferisco evitare di mettermi in certe situazioni fin dall'inizio. Evitare di restare in relazioni malate e dannose, star lì a prendere botte (anche psicologiche) sperando che l'altro cambi, per poi ridurmi alla rabbia e alla voglia di vendetta. Insomma, occorre anche farsi rispettare, far valere i propri diritti noi per prime. Lo dico perché credo che molto spesso le donne siano vittime, ma facciano anche le vittime, per una sorta di etica del sacrificio e cose simili. Sacrificio, legge del taglione, vendetta... tutte cose che riportano a radici culturali tradizionali che trovo vadano superate con intelligenza emotiva: riconoscimento, accettazione e dominio delle proprie passioni ed emozioni, controllo, razionalità. Buon lunedì!
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  14. Avatar di Alisia

    Alisia 9 anni fa (16 Novembre 2015 11:13)

    Ciao Ilaria, speravo prima o poi affrontassi questo argomento. Ho pensato tante volte a come vendicarmi del mio ex, provavo tanta rabbia, risentimento, e la via della vendetta mi sembrava fosse l'unico modo per potermi sfogare. Poi ho pensato che non sarebbe cambiato nulla e che avrei fatto del male per primo a me stessa! Ora mi è rimasto tanto rancore verso di lui e so che questo sentimento in qualche modo mi tiene legata ad una storia che non c'è più e a lui. Vorrei non provare più questo.....ma è qualcosa che mi porto dentro già da un po! E non so cosa posso fare.
    Rispondi a Alisia Commenta l’articolo

  15. Avatar di Beatrice

    Beatrice 9 anni fa (16 Novembre 2015 11:09)

    Ciao Ilaria, i tuoi articoli sono interessanti come sempre...la mia esperienza con la vendetta è stata a livello lavorativo..o cosi ho erroneamente pensato quando la stavo mettendo in atto.Dopo il diploma mi sono immersa nel mondo del lavoro, ero brava, ero volenterosa e di fatto mi sono trovata a lavorare e lavorare giorno e notte per un titolare che beneficiava dei miei sacrifici dicendomi che la gavetta di oggi sarebbe stata bilanciata dalle soddisfazioni e riconoscimenti futuri..da quella frase passarono 10 anni senza che nulla cambio' quindi decisi di mollarlo e di portare le mie capacità in un altro studio..avevo anche nella testa di portare il nuovo studio a livelli molto piu' alti grazie alla mia presenza e far vedere che il vecchio affondava a causa della mia assenza..cosi è stato ma io cosa ne ho avuto? quale soddisfazione? che per 13 anni ho lavorato come una pazza, senza vivere, senza aver il tempo di spendere quel che guadagnavo, senza avere il tempo di curare i rapporti sociali..nella vendetta nn cè mai una vittoria ma almeno cè stata una lezione che ho imparato..le energie è bene spenderle per se stessi!!!
    Rispondi a Beatrice Commenta l’articolo

  16. Avatar di Denise

    Denise 9 anni fa (16 Novembre 2015 9:29)

    Io credo che spesso, sotto l’apparenza della rabbia verso l’altro e il desiderio di vendetta, ci sia una rabbia più infida e nascosta, ma molto potente, verso se stessi: per essersi fatti fregare, manipolare, prendere in giro, per aver amato la persona sbagliata, per il sentirsi ‘stupidi’, per aver buttato via anni della propria vita. Se non ci si perdona gli errori, difficilmente si smette di provare rancore. Se non si comprende la propria rabbia, si finisce col perdere tempo a concentrarsi sulle colpe altrui e sulle proprie, invece di ricominciare a vivere davvero. Io non ho mai nutrito desiderio di vendetta verso il mio ex marito e c’è un perché. Mi sono sempre data le colpe di tutto quello che non andava. Ogni tanto mi metto a piangere e non mi fermo più, ma capisco che piango per me stessa. Ho dovuto forzarmi a prendere coscienza delle colpe del mio ex, non per accusarlo di qualcosa, ma per capire che avevo il diritto di essere scontenta, infelice, che se non avevo detto nulla prima per non rovinare il rapporto questo non significava che lui fosse legittimato a vivere da parassita, togliendomi serenità, energie e voglia di vivere. Il mio ex marito è quello che in alcuni testi ho sentito definire ‘vampiro affettivo’. Un parassita. E quando in effetti io ho iniziato a rendermene conto e a scrollarmelo di dosso, lui è diventato aggressivo e poi ha giustamente trovato un'altra persona più disponibile e confacente al ruolo. E anche in questi casi la mia reazione successiva alla rottura si è delineata con sintomi tipici del disturbo post-traumatico da stress. Quando mi sono decisa a separarmi, ho dovuto forzare me stessa a vedere la realtà. Io non ero arrabbiata con lui, perché pensavo di essermi meritata tutto quello che mi era capitato. Io poi (forse) lo avevo tradito per prima, quindi credevo lui fosse legittimato a comportarsi in quel modo. E la rabbia ho dovuto tirarla fuori: una rabbia che mi consentisse di vedere le sue colpe, la sua inettitudine, il suo egoismo patologico. Gli anni infelici di un matrimonio in cui avevo costruito tutto da sola. La rabbia c’era, ma era tutta rivolta verso me stessa, pensavo di non saper amare. Ora ho capito che stimare se stesse significa smetterla di mettersi sempre in discussione, di auto-criticarsi e odiarsi per i propri errori e, in positivo, valorizzare e legittimare i propri bisogni e desideri. Molte si sentono solo vittime, e allora noto tanta rabbia rivolta verso l’ex. Ma se sotto c’è una rabbia verso se stessi, per gli errori commessi, la presunta stupidità o ingenuità, l’eccessivo zerbinismo, ecco… quella è la rabbia da sradicare, quella che fa più male. Bisogna prenderne consapevolezza e perdonarsi. Un sano egoismo che ci permetterà di non preoccuparci più tanto di quello che ci hanno fatto e di non sprecare altro tempo prezioso della nostra vita per dare spazio a quella persona, anche se solo col piensiero.
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    • Avatar di Gea

      Gea 9 anni fa (16 Novembre 2015 10:09)

      Hai ragione, Denise! Questa rabbia contro se stessi io l'ho provata verso i miei ex delle storie più brevi, di gioventù, quando era finita. Invece, col mio ex compagno, la rabbia contro me stessa covava e mi divorava durante la relazione. Perché sentivo che a stare con lui mi facevo solo del male... e pero' non mi staccavo, quasi avessi una colpa da espiare. L'unica via per stare bene é amare e perdonare noi stessi, dimenticare l'altro e vivere la nostra vita come vogliamo e meritiamo veramente! :-)
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    • Avatar di Barbara

      Barbara 9 anni fa (16 Novembre 2015 12:03)

      Piu' che sano egoismo Denise "Amor proprio", coltivarlo aiuta molto :-)
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  17. Avatar di Monichina

    Monichina 9 anni fa (15 Novembre 2015 19:38)

    Cloe hai ragione, ma tanta ragione. È proprio lì il nodo, fuggire al primo segnale, perché il segnale c'è SEMPRE!!! Sono io, come tante voi, che ho ignorato, ho fatto finta, ho detto che magari ero io la solita esagerata. Ma se faccio mente locale al primo appuntamento già mi suonavano i campanelli d'allarme.
    Rispondi a Monichina Commenta l’articolo

    • Avatar di Claudine

      Claudine 9 anni fa (15 Novembre 2015 23:29)

      Ciao a tutte. Sarebbe bello capire perché noi che abbiamo un intuito così sensibile, non vogliamo mai ascoltare i campanelli d'allarme...invece stendiamo tappeti rossi agli stronzi, cosa è che ci spinge?
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    • Avatar di Cloe

      Cloe 9 anni fa (15 Novembre 2015 23:54)

      Non lo so, forse la paura di star sole, la voglia di cambiare l'altro, di sentirci delle crocerossine, la voglia di emozioni forti che uno stronzo concede con i suoi sbalzi d'amore. Esistono vere e proprie sessioni di seduzione, con manuali ed esercizi pratici che insegnano all'uomo la capacità di far leva sull'emotività di una donna, per manipolarla con facilità. Sono i cosiddetti manuali per insegnare ad un uomo ad essere "alfa", che poi a leggere le loro testimonianze, sembra che stiano parlando di un videogame a livelli, ma questo è tutto un altro discorso. Secondo me, lo stronzo, fa leva su dei meccanismi che forse adottiamo a livello inconscio, e che istintivamente ci fanno tremare d'emozione, magari poco prima di farsi una bella serata di ginnastica da materasso, così che da rendere il tutto così trasgressivo, emozionante e "speciale", peccato che poi, a conti fatti, nella quotidianità siamo sole come i cani, e loro si nutrono della nostra emotività e instabilità emotiva per farsi i loro comodi. Per proteggersi bisogna avere tanta consapevolezza, autocontrollo e amare tanto se stesse, ogni giorno di più, per rendere la nostra vita magica, senza che ci pensi un seduttore da strapazzo alfa a farci vedere le stelle.. Scusate, ma è un periodo un po' particolare, e la mia rabbia cerco di convergerla in riflessioni costruttive.
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    • Avatar di Monichina

      Monichina 9 anni fa (16 Novembre 2015 1:13)

      Claudine, col mio ex EX, quello a cui vorrei aver voluto spezzare dolcemente gli stinchini eheheheh, mi autosabotavo. Per esempio pensavo : beh si è stato un po' aggressivo però stamattina mi ha stretta forte. Oppure : oggi non mi ha guardata nemmeno in faccia, però stanotte il sesso è stato fantastico! Avevo un ambivalenza di pensiero e trovavo delle scusanti assurde. Ora che ne sono fuori, mi sembra la vita di un altra persona.
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    • Avatar di Cloe

      Cloe 9 anni fa (16 Novembre 2015 1:23)

      Quanto ti capisco, quanto! La mente umana è bravissima a trovare giustificazioni, quando ci si mette!
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    • Avatar di Cloe

      Cloe 9 anni fa (16 Novembre 2015 0:27)

      Monichina, ti capisco, quanti campanelli d'allarme ho ignorato io. Ma nemmeno campanelli, erano diventate proprio delle sentinelle antifurto, delle trombe da stadio grandi quanto il colosseo. Per cosa? Per amore di chi? Di quale rapporto? A guardarle con più lucidità certi nostri comportamenti sembrano non avere senso..
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    • Avatar di Claudine

      Claudine 9 anni fa (16 Novembre 2015 1:08)

      Cloe complimenti, le tue riflessioni per me sono molto costruttive. Hai toccato un argomento che nella mia ingenuità non avevo mai considerato: il fatto che l'agire di certi uomini possa essere frutto non spontaneo di incapacità di avere rapporti sani, egocentrismo, egoismo intrinseco o desiderio di rivalsa sull'intero universo femminile per passate delusioni, ma frutto invece di calcolo e di un programma di seduzione...o mamma, Ilaria confermi? E se così fosse si puó riconoscere la differenza? Nel mentre dopo questa ho la conferma che la costante è volersi molto bene!
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    • Avatar di Cloe

      Cloe 9 anni fa (16 Novembre 2015 1:17)

      Sinceramente Claudine, anche a riconoscerne la differenza non farebbe... La differenza. Secondo me bisogna girare i tacchi comunque, che i loro comportamenti siano calcolati o meno. Alcuni adottano strategie studiate a tavolino, altri agiscono spontaneamente, altri si consultano con gli amici sul da farsi.. In qualsiasi caso, nelle loro intenzioni c'è un denominatore comune: il non avere rispetto per noi. Uno può anche fare dei percorsi di crescita personale, o per relazionarsi meglio con l'altro sesso, ma sempre avendo rispetto e li non c'è nulla di male. Felice che le mie riflessioni ti aiutino, a me aiuta esprimerle :)
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    • Avatar di Cloe

      Cloe 9 anni fa (16 Novembre 2015 1:20)

      Sì, la costante in tutto ciò è volersi molto bene, sempre. Dobbiamo sempre partire da noi stesse, anche se a volte non riusciamo a guardarci allo specchio, o ci vergognamo di essere ciò che siamo..
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    • Avatar di Claudine

      Claudine 9 anni fa (16 Novembre 2015 13:26)

      ...forse la migliore vendetta nei confronti di questi soggetti è proprio distogliere la nostra attenzione da loro per rivolgerla a noi stesse. Penso infatti che in questo modo gli si tolga l'appiglio per essere quello che sono e li si isola finalmente!! Obbligandoli a farsi un esame di coscienza e magari qualche seduta per crescere. Se solo potessimo essere unite e fare muro, come qualcuna ha già detto, gli stronzi esistono perché c'è chi è chi si fa loro vittima, Vendetta è ignorarli, oltrepassarli con lo sguardo, al primo sentore chiarire subito e se questo non basta girare i tacchi senza ulteriori spiegazioni. A proposito di questo, le spiegazioni, non so voi, ma io tendo avere avere eccessiva correttezza, cioè il volere sempre rendere conto di certe miei modi di agire ecc...per essere compresa e non offendere l'altro. Ecco, se l'altro è uno stronzo, non merita niente di tutto ciò, anzi il peccato è verso te stessa che getti perle ai po*ci perché otterrai che ti si rivoltino contro. Ecco l'ho detta
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  18. Avatar di Lavinia

    Lavinia 9 anni fa (15 Novembre 2015 14:07)

    Carissima Ilaria... ricordo che, tempo fa, proprio tu, ad una mia esternazione "Sento forte e potente il desiderio di vendicarmi per ristabilire l'equilibrio", rispondesti "Sei sicura che, anche se riuscissi a vendicarti, la tua situazione cambierebbe? Staresti meglio, poi?". Infatti.... la vendetta non comporta alcuna "restituzione" dell'equilibrio... anzi... spesso provoca una pericolosa escalation di comportamenti - anche solo verbalmente - violenti ed ahimè autodistruttivi. È vero: rancore, odio, desiderio di rivalsa inaridiscono e fanno star male solo chi li prova. E, se poi si innesca la spirale della vendetta, non si finisce più. Personalmente, ho risolto il mio dilemma "perdonando soprattutto me stessa", ovvero cessando di autoumiliarmi per essere stata turlupinata e considerando il "truffatore" come un poveretto che, nella sua vita, evidentemente trae giovamento dall'infliggere danni alle altre persone. Però, mi ci sono voluti due lunghi anni per riuscire ad elaborare il tutto e per conquistare un briciolo di serenità. Ma se mi fossi vendicata. ... ora sarei ancora lì, invischiata. .....
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    • Avatar di Tania

      Tania 9 anni fa (16 Novembre 2015 13:31)

      Complimenti Lavinia, hai dimostrato una grande forza per non cedere al desiderio di vendetta. E' facile, quando veniamo feriti o subiamo un torto, escogitare tutti i modi possibili per vendicarsi, ma quello che hai fatto tu non è facile per nulla. Brava ;)
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  19. Avatar di Stefania

    Stefania 9 anni fa (16 Novembre 2015 11:13)

    Io apparentemente non ho mai cercato vendetta. Ma mi rendo conto che la vendetta, avendo a che fare con ipotetiche rivalse e nebulosi sensi di giustizia è subdola a volte. Non ho mai augurato il male al mio ex, né ho sperato passasse tutto quello che ha fatto passare a me. Eppure la rabbia - che accompagna sempre la voglia di vendetta - l'ho incanalata male, in maniera distruttiva. Lo vedo ora, l'ho capito anche leggendo molto qui. Ho cercato per tanti mesi una spiegazione, ma non per vederlo ammettere quello che mi ha fatto (quello lo so io già da sola benissimo, non dovrei avere bisogno che me lo "confermi" lui). Lasciando stare l'infantile aspettativa mia di sentirlo dire quello che io volevo (lo so e ci si lavora), riconosco che mi sarei "vendicata" se lui avesse ammesso di essere un vigliacco, volevo prendere la mia rivincita vedendo che lui si auto-accusava e riconosceva le cattiverie che aveva compiuto. Non è vendetta questa? Sì, più sottile, ma siamo lì. E me la raccontavo, mi dicevo che il mio era un voler riconoscere la verità, ristabilire giustizia facendo in modo che tutti prendessero le proprie responsabilità. Il risultato è stato catastrofico :-) Io per prima mi son imposta questo modello di giustizia e ho punito me stessa per la cantonata presa (perché o tutti o nessuno, quindi la geenna pure per me!) e oltre a farmi male da sola, ho chiesto pure scusa al soggetto, senza che lui ovviamente facesse lo stesso. La conclusione a cui sono arrivata è che desiderare giustizia non significa e non deve significare volerla applicare direttamente come una tagliola. Io non sono nessuno per imporre giustizia nella vita altrui (né nel senso di legge del contrappasso, né nel senso di fustigazione simbolica e penitenza). Posso al massimo tentare di ristabilirla nella mia di vita come equilibrio, essendo giusta verso me stessa. Ecco, a me è stato personalmente utile, quando sentivo rabbia e volevo "vendetta" (anche nella forma indiretta e mascherata), chiedermi veramente cosa cercavo. Le parole a volte sono grandi paraventi per nasconderci a noi stesse! Per questo quando mi rispondo "voglio giustizia!", mi sforzo di chiarire di che "giustizia" sto parlando. Se è una "giustizia-bassa", ossia voglio rassicurare il mio ego o anche solo lenire il senso di torto subito, allora cerco di capire che a) io non posso imporre o estorcere nulla a nessuno e b) posso essere forse un po' più giusta io con me stessa, difendendo i miei diritti concretamente (invece di perdermi sulle questioni di principio e poi subir violenza pratica senza fiatare), lavorando per stare meglio, ma avendo anche compassione per gli inciampi. Di solito però io sfuggo alla "giustizia-alta", cioè invoco vendetta-rivalsa in nome della Giustizia generale, del rispetto e di tanti altri valori collettivi. Ed è una scusa-fuga (vuoi mettere impegnarsi ad esser giusti con se stesse subito e in maniera concreta!!? :-) !) Intendiamoci, i valori alti e collettivi sono sacrosanti, ma non sono in mano di nessun singolo. Io li posso vivo al massimo dal basso con impegno quotidiano in quello che faccio, ma non posso imporli dall'alto. In questo caso la soluzione che ho trovato personalmente per far passare la voglia di vendetta o tranquillizzarmi di fronte alla domanda "c'è giustizia in questo mondo?" è affidare questa risposta ad un piano superiore. Norwood, tra i consigli pratici, se ben ricordo, dice di affidare a qualcosa di "superiore" le persone di cui ci preoccupiamo e di cui finiamo per far le crocerossine, per uscire dal circolo della dipendenza e dedicarci a noi. Ecco, a me aiuta (anche se costa ancora fatica) pensare così anche quando sento rabbia e voglia di vendetta: confido che la giustizia si ristabilisca anche nel percorso altrui, nella vita del mio ex, ma poi lascio andare, mi dico che non è una cosa che riguarda me e mi applico a me stessa. Mi era stato molto utile staccarmi dall'ossessione del "devo preoccuparmi e salvare tutti", "devo essere a disposizione fino all'autoannientamento per le persone a cui tengo sennò sarà catastrofe", è stato utile affidarli alla loro Vita, augurargli il bene senza volerlo gestire, una liberazione a al tempo stesso il terrore di occuparmi di me finalmente. Ma ha interrotto il circolo distruttivo che generava sempre più rabbia. In maniera simile, mi aiuta confidare che la giustizia si faccia strada nella vita altrui, e curare la mia di vita, che è l'unica su cui posso lavorare. Mi è utile anche per non confondere (o non prendermi in giro) su la rabbia verso l'altro e la rabbia verso me stessa, per ricordarmi (e ne ho bisogno) che l'amore, la giustizia, il bene non funzionano per interposta persona, possono solo essere esercitati direttamente verso noi stessi.
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    • Avatar di Claudine

      Claudine 9 anni fa (16 Novembre 2015 13:46)

      Stefania, hai toccato delle corde molto complesse, e ammetto che un pó mi sono persa, ma sono con te nel dire che noi siamo solo padrone di applicare tutto quello che di bello e giusto desideriamo e vorremmo vedere fuori in noi per prime. Su di noi, se lo vogliamo e siamo attente, nessuno puó imporsi. La giustizia verso la nostra persona è crescere in modo costruttivo, ma anche vegliare perché nessuno si imponga. È bellissimo quello che hai detto: il fatto che ti occupi della giustizia e dell'altro fino a quel confine oltre il quale perderesti te stessa. Dopo è buono e giusto che siano affidati a loro stessi, o per chi crede e ha fede, alla Sua volontà. :-)
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  20. Avatar di Michela

    Michela 9 anni fa (16 Novembre 2015 16:23)

    Ecco. Io ho sempre avuto un rapporto strano con la vendetta. Il desiderio è cominciato alquanto presto quando miravo vendette consolatorie ogni volta che mia madre finiva di picchiarmi. Pensavo, mettevo in atto un piano ma poi la "consistenza" del piano ossia l'impegno che ne nasceva, mi facevano abbandonare l'idea e contrastavo col sentirmi in colpa. La stessa cosa coi bulli a scuola..non avrei mai voluto comportarmi come loro perché non volevo compromettere la mia integrità e diventare come loro. Il mio lato narcisistico ha frenato il mio desiderio di vendetta, anche se a volte è stato davvero acceccante, lo ammetto. Oggi non so che rapporto ho con la vendetta è l'essere vendicativi. Gli ABC che ho capito e che ho messo in pratica, sono state allontanare le persone che ti hanno fatto e continuano a fare del male, così ho allontanato mia madre (che oltre alla violenza fisica mi ha fatto anche violenza psicologica), amici falsi, persone sgradevoli. Mi sono disintossicata e così è sparito anche il desiderio di vendetta. Perché mi sono sentita al sicuro, lontana da ciò che è stato e libera verso il futuro. Uomini che mi cercavano senza darmi nulla di concreto, uomini che dicevano cose che non mantenevano, innanzitutto ho imparato a proteggermi in anticipo, diciamo cosi, non do fiducia a nessuno ma neanche la tolgo. Appena c'è un comportamento scorretto, allontano subito e in fretta, altroché vendetta..non mi ci voglio proprio immischiarmi più, si procede con la disintossicazione e l'integrità personale.
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