Pochi minuti fa ho pubblicato sulla pagina Facebook de La Persona Giusta per Te queste riflessioni, scritte di getto, e mi sembra giusto riportarle qui. Le ho semplicemente copia-incollate. Nient’altro.
Sull'”andarsela a cercare” e sul “proteggersi sempre”.
In questa ripresa dopo le vacanze c’è un ingorgo di notizie tristi e scoraggianti che riguardano la violenza sulle donne.
Dal famigerato duplice stupro di Rimini, al tentativo di violenza su una bimba di sei anni di poche ore fa.
Passando per lo stupro delle giovani americane a Firenze, della turista finlandese a Roma e del tentativo di stupro sempre a Roma di un paio di giorni fa.
Il culmine – per ora, temo – è stato l’omicidio della ragazza di Specchia.
Mi ha atterrito. E con umiltà devo dire che la mia tristezza non conta nulla e non mi va di esibirla.
In molti hanno scritto e hanno commentato i fatti citati.
Sulla morte di Noemi sto riflettendo da ore e la mia mente è affollata da pensieri e considerazioni sulle quali per ora vorrei soprassedere per non farmi travolgere e non travolgervi. E per stare al mio posto, soprattutto.
A prescindere da ogni altra considerazione ci tengo a inviare una serie di messaggi a chi mi legge.
Uno riguarda l'”andarsela a cercare”. Molti sostengono che le donne non debbano andarsela a cercare e che debbano mantenere negli abiti, nel contegno, nei comportamenti e nelle abitudini una linea che non le esponga al desiderio (che parrebbe incontrollabile e selvaggio) degli uomini.
“Andarsela a cercare” significa dare implicito consenso e siccome l’italiano medio ha scoperto il termine “consenziente” ora i confini del consenso diventano sempre più labili.
Chi si batte per i diritti e i diritti delle donne ritiene (giustamente, a ragione) inaccettabile il discorso dell'”andarsela a cercare”.
Una donna deve (deve, lo penso anch’io) poter essere libera di vestirsi come vuole, andare dove vuole all’ora che vuole, bere e fumare quello che vuole senza che nessuno si senta autorizzato ad avere rapporti con lei senza il di lei esplicito, chiaro, consapevole consenso.
E allo stesso tempo nessuno (nessuno nessuno nessuno) ha diritto di compiere abusi fisici e psicologici sugli altri. Nessuno.
Immaginiamoci togliergli la vita.
Sappiamo benissimo – molte per esperienza diretta – che l’abuso fisico e psicologico è all’ordine del giorno, nelle coppie, nelle famiglie, al lavoro, spesso anche per strada.
I media non ne parlano, gli intellettuali nemmeno, gli specialisti – tranne pochissime mosche bianche – neanche.
E le persone continuano a essere abusate, spesso nel piccolo, ma questo piccolo può fare enormi danni.
Venendo al concreto e citando un esempio probabilmente noto a molte di coloro che mi leggono, vogliamo parlare di chi in un matrimonio ne subisce di ogni e si ritrova poi separata o divorziata con figli da crescere e mantenere e senza il minimo supporto dal padre dei figli?
Queste persone quanto supporto ricevono dalle istituzioni, dalla legge, dalla comunità?
Ecco. Lo stesso e peggio accade quando vi è uno stupro o un omicidio.
Nessuno mai ti ripagherà di quello che hai patito, nessuno darà di nuovo la vita a te o a tua sorella o a tua madre (c’è anche il problema degli orfani di femminicidi) o a tua figlia.
Sarai sola con il tuo dolore. Con una tragedia che si estenderà sulla tua esistenza per sempre, con terribili conseguenze su di te e su chi ti è vicino.
Questo è.
Ecco perché, carissime, è importante proteggersi. E’ inaccettabile il discorso del “se l’è andata a cercare”. Non si può sentire.
Voi proteggetevi, siate caute, abbiate cura di voi, non sentitevi in dovere di dare il vostro consenso di fronte a un conoscente che vi ricatta o a un amico che vi minaccia dicendovi che perderete la sua amicizia (!!!) o a un corteggiatore che vi fa intendere che se non ci state vi ignorerà d’ora in avanti.
E’ inaccettabile doversi guardare alle spalle ed essere circospette ed evitare di andarsela a cercare e voi guardatevi alle spalle e siate circospette e non andatevela a cercare.
Perché se vi dovesse capitare di essere in fondo al pozzo delle conseguenze di un abuso (fisico, psicologico, economico, professionale, patrimoniale), tutti coloro che hanno detto che siete libere di fare quello che volete, non ci saranno, non vi difenderanno, non vi sosterranno.
Sarete in una solitudine assordante, che vi stordirà e rischierà di farvi cadere ancora più giù.
Siate caute, usate le armi più importanti: l’amore per voi stesse, l’intelligenza, l’astuzia, il cinismo, l’intuito, la diffidenza verso i marpioni, i corteggiatori da tre soldi, i lumaconi, i violenti psicologici, i disturbati, coloro che vi incitano a lasciarvi andare, a godervela, a essere libere o a coloro che vi lusingano, vi complimentano, vi illudono.
Non andate ad appuntamenti chiarificatori.
Non accettate scuse da chi ha fatto cose che non si possono scusare e perdonare.
Non date seconde possibilità.
Non accettate sostegno da chi viola le regole e per voi sta facendo un’eccezione.
Non fatevi incantare da camici bianchi, divise blu, pennacchi rossi.
O luminose carriere, cultura ostentata, benessere esibito.
Sono pessimi segnali.
Prendete consapevolezza che anche solo uno sguardo di disapprovazione, un risolino, un buffetto, è un abuso.
Prendetevi il vostro potere, la vostra indipendenza, la vostra autonomia.
Non andatevi a cercare il peggio. Cercatevi il meglio. Con cura maniacale.
Ilaria Cardani
Ludovica 7 anni fa (23 Novembre 2017 14:31)
Maria 7 anni fa (23 Novembre 2017 15:58)
Ilaria Cardani 7 anni fa (23 Novembre 2017 16:14)
Bello! :)Maria 7 anni fa (24 Novembre 2017 17:21)
Ludovica 7 anni fa (25 Novembre 2017 12:33)
Gea 7 anni fa (11 Marzo 2018 16:10)
Mononoke 6 anni fa (12 Ottobre 2018 15:15)