Paura degli altri e voglia di legami forti: come le metti d’accordo?

paura degli altriIncominciamo con il considerare una delle tante stranezze umane, uno dei tanti paradossi del comportamento degli esseri umani: è possibile avere un forte desiderio di connessione con le persone, è possibile avere una gran voglia di costruire legami e di instaurare belle relazioni (che siano d’amore o di amicizia) e nel contempo avere una terribile paura degli altri? Eh, sì è possibile. Eccome.

Anzi, spesso, quanta più paura si ha delle relazioni, tanto più si desiderano. Immagino bene che se ci rifletti, questo non ti stupisce e non ti impressiona. Perché probabilmente questa contraddizione la vivi anche tu o ti è capitato di viverla in passato o ti succede di sperimentarla in diverse fasi della tua vita, magari quelle dove sei un po’ in crisi e in difficoltà. Ma come dire? Niente paura! Le contraddizioni interiori e i paradossi emotivi si possono superare, basta avere la giusta consapevolezza e concentrare la propria attenzione sui piccoli nodi da sciogliere.

Detto in altre parole: se hai paura degli altri, ma in realtà la vorresti superare per creare delle relazioni e dei rapporti gratificanti, costruttivi e pieni d’amore (anche quando non si tratta solo di un rapporto di coppia), puoi farlo. Puoi diventare un’esperta delle relazioni. Puoi superare la tua insicurezza, puoi superare la tua timidezza e raggiungere sicurezza e disinvoltura e puoi liberarti una volta per tutte dell’imbarazzo.

Seguimi, arriviamo fino in fondo, insieme.

Già, perché c’è molto di più: superare la paura degli altri ti permette di avere anche più successo nella tua vita professionale, ti permette di ricostruire e rendere più appaganti i rapporti (magari al momento un po’ “incrinati”) con la tua famiglia d’origine, con i vicini di casa, magari con amici di vecchia data che hai un po’ perso di vista.

"L’amicizia nasce nel momento in cui una persona dice a un’altra: “Cosa? Anche tu? Credevo di essere l’unica”. C.S. Lewis"

Infatti, eccola qui la prima faccia della medaglia; se il paradosso è che la paura degli altri in realtà cela per bene una gran voglia di avere relazioni gratificanti, vediamo di prestare ascolto e attenzione proprio a quel che ci dice questo desiderio positivo che ti spinge verso l’esterno. Che è: dentro di te hai una grande forza di connessione e una spinta d’amore che è semplicemente “ostacolata” dalla paura degli altri, ma non per questo annullata. Anzi. E’ un po’ come se la tua voglia di connetterti all’esterno fosse così forte da trasformarsi in paura degli altri. Partiamo dal desiderio, che vince sulla paura. Sempre. (Ehi, questo, che il desiderio vince sulla paura è un bello spunto di riflessione, non solo in questo specifico ambito).

Paura degli altri e primo passo verso l’esterno

E poi, oltre al fatto che il desiderio vince sulla paura, dato che il desiderio viene prima, è sano e naturale e appartiene al lato positivo della tua natura, devi considerare che il desiderio, se lo ascolti, è quello che ti consente di andare nella direzione giusta: quella di uscire (realmente e metaforicamente), andare incontro agli altri, espandere le tue conoscenze e vivere una vita più piena.

La paura degli altri invece ti blocca e ti dà un contrordine. Quello di non uscire, di non muoverti di non fare mai passi incontro e verso gli altri. Che cosa credi? Certe serate passate sul divano non sono causate dalla stanchezza, dalla pigrizia, dal fatto che piove e tira vento o dal fatto che ci sia annoia molto quando si esce, negli ultimi tempi. Il legame stretto con il divano nasce dalla paura degli altri, che porta a evitare le occasioni di incontro o addirittura di rapporti sentimentali. Sì, perché diciamolo ancora una volta: molte donne (e molti uomini) sono single non perché non possono trovare la persona giusta o perché nessuno li vuole o perché in giro ci sono solo persone brutte e cattive. No. Molti sono single perché hanno una paura davvero puntuta di una relazione. Non stiamo troppo a girarci intorno. Ed eccoci di nuovo qui, a parlare della nostra paura degli altri, che tanto ci tormenta ma è anche un simpatico scudo di protezione. Ma davvero, fino a che punto ci vogliamo stare attaccate a ‘sta paura? Non è arrivato forse il momento di sbarazzarsene?

"L’antidoto per cinquanta nemici è un amico. Aristotele"

Non dimentichiamo che lasciare andare la paura degli altri vuol dire aggiungere alla propria vita uno dei più grandi piaceri possibili: quello della condivisione, del sostegno reciproco, della socialità. Mi spiego meglio e dico di più: se lasci andare la tua paura degli altri, non solo ti eviti di star male tutte le volte che devi stare con gli altri (evenienza frequente, se si vuole vivere in questo mondo), ma stare con gli altri, oltre a portarti un sacco di vantaggi e di piacere, diventa un piacere di per sé. Invece di angosciarti e di stare inchiodata al divano, farai di tutto per uscire e stare con gli altri.

Paura degli altri: perché ce l’hai?

Allora, posto che a noi gli attorcigliamenti mentali non ci piacciono – anche perché, diciamocelo sinceramente, gli attorcigliamenti mentali, così come le paturnie e così come le convinzioni limitanti – bloccano e sono tra l’altro alla base della paura degli altri, vediamo com’è e come non è che succede che una persona venga colpita dalla paura degli altri. Perché detto onestamente, come consideravamo poco sopra, la paura degli altri non è innata e naturale, dato che innato e naturale è socializzare e stare con gli altri con sicurezza e rilassatezza.

Una lettrice ha lasciato un commento al mio articolo dedicato a come essere simpatica al primo incontro. Il suo commento, dice: “”Non permettere agli altri di monopolizzare la conversazione e di tenere banco: intervieni, interrompi, chiedi precisazioni, esprimi la tua opinione. Insomma: fai un passo avanti”(nota: questo l’avevo scritto io nell’articolo citato). È proprio quello che non so fare. Quando sono con gli altri tento di intervenire ma alla fine mi limito ad ascoltare e questo atteggiamento non mi rende né simpatica, né attraente. Come faccio a fare un passo avanti se sono bloccata dalla paura?”

Ben detto: essere bloccate dalla paura degli altri non rende né simpatici, né attraenti, dato che non “partecipare” al processo della socializzazione e delle relazioni viene interpreato dagli altri come innaturale, come poco generoso e in qualche modo come un sabotaggio di quel che potrebbe tenere unita la compagnia o la relazione. E su questo siamo d’accordo, giusto?

"Solo i veri amici ti diranno quando il tuo viso è sporco. Proverbio siciliano"

E allora, a proposito di paradossi, rieccoci qua: chi ha paura degli altri in realtà ha paura perché ha una gran voglia di connessione, ma la sua paura lo blocca al tal punto che senza volere si rende poco attraente e poco simpatico. Un gran brutto paradosso, un orribile circolo vizioso. Non credi?

Paura degli altri: cause e soluzioni

Che cosa significa avere paura degli altri? Significa essenzialmente temere che gli altri ci giudichino male, pensino che noi valiamo poco o niente, che noi non siamo all’altezza. O, anche, significa temere che ci prendano in giro, si prendano gioco di noi, ridano di noi. E vivere con una tale paura addosso non è simpatico. Perché la paura crea ansia e stare in ansia è una condizione che può diventare intollerabile. Molto bene. Cioè molto male.

Dunque la paura degli altri è paura del giudizio e paura del rifiuto, giusto? Ma in realtà, anche se è difficile crederlo, gli altri non vivono in funzione di giudicare e di rifiutare. In un mondo sano, in un ambiente sano, gli altri hanno desiderio e bisogno di noi tanto quanto noi abbiamo bisogno e desiderio degli altri. E in un mondo sano e in un ambiente sano, si accetta, si accoglie e non si giudica. Si accetta, si accoglie e non si giudica. Alla faccia della paura degli altri.

Se sei proprio certa che le persone che ti stanno intorno passano il loro tempo a giudicare, beh, sei nell’ambiente sbagliato e devi abbandonarlo quanto prima, perché gli ambienti sbagliati, come i lavori sbagliati e gli uomini sbagliati si lasciano. Per sempre, non ci si torna più. Mica ci si sta tutta la vita. Sennò altroché paura degli altri.

E sai perché probabilmente hai tutta questa paura degli altri e ansia per i rapporti con le persone? Perché hai vissuto per troppo tempo, magari da quando eri piccola, in ambienti dove il senso del giudizio e il senso di colpa erano veramente preponderanti. O magari sei reduce dal rapporto con un uomo sbagliato che ha contribuito a non darti valore e a farti sentire una nullità.

"Gli amici sono quelli che ti aiutano a rialzarti, quando le altre persone neanche sapevano che eri caduto. Anonimo"

Ok, queste è la motivazione, la radice della tua paura degli altri: la tua convinzione a) di non valere nulla b) di non valere nulla in relazione agli altri c) che per questo gli altri ti puniscano e ti giudichino d) che per questo gli altri ti emarginino, isolino e rifiutino.

Tutto questo ha come conseguenza:  e) che tu hai una paura degli altri così puntuta che ti isoli e ti comporti da antipatica senza accorgertene. Il risultato è che alla fine, girala come vuoi, sei davvero isolata.

Breve ed essenziale, la guida che ti spiega i passi base e fondamentali per costruire o ricostruire la tua autostima e mantenerla. Per stare bene con te stessa e con l’uomo giusto.

Paura degli altri: i modi per superarla

E allora come si esce dall’isolamento e dalla paura degli altri? In due modi.

1) Si riflette su tutte le convinzioni limitanti su se stessi e sugli altri, quelle del tipo “Gli altri mi giudicano”. “Io non valgo niente, gli altri valgono più di me e mi isolano per questo”. “Io posso solo fare brutta figura”. Si distruggono tutte queste convinzioni limitanti una a una e si sostituiscono con convinzioni potenzianti, che aprono al mondo e alle sue infinite possibilità “Gli altri sono persone come me, con punti di forza e punti di debolezza e io posso connettermi a loro per dare e avere, per donare e per ricevere”.

2) Ci si dà da fare, si muove il mulo e, passo passo, a poco a poco si fa come non si avesse paura degli altri, ma solo desiderio di stare con loro: ci si alza da quel divano – anche se non se ne ha nessuna voglia – si esce di casa e si va incontro agli altri. Senza pretendere di fare l’effetto di una Marylin Monroe incrociata con Carlo Conti incrociato con Arisa: quelle sono fantasie infantili. Si approcciano gli altri per quello che si è in quel momento, certi che le abilità relazionali cresceranno con il tempo, l’esercizio e la pratica.

Stare bene con gli altri significa partecipare, collaborare, fare la propria parte, mettersi in gioco. Mica sempre stare fermi e aspettare che gli altri scoprano quanto siamo straordinari e magnifici e se non lo scoprono pensare che sono tutti brutti e cattivi.
Nei rapporti umani, come in tutte le cose della vita, si riceve quel che si dà (se c’è qualche signora o signorina con lo spirito della crocerossina che ha messo la propria vita al servizio di un imbecille che non merita, non prenda questa frase come una buona scusa per continuare il proprio calvario).

Ora una breve storiellina, della quale alcuni attribuiscono la paternità o almeno la pubblicità a Gandhi.

Un uomo buono e saggio muore (succede) e si ritrova nell’anticamera del paradiso. Vedendolo un po’ perplesso, l’angelo che lo sta aspettando gli chiede se c’è qualcosa che non va. L’uomo saggio risponde. “Vedi caro Angelo, per tutta la vita ho sentito parlare di inferno e paradiso e a essere sincero, vorrei sapere come sono fatti tutti e due.” No problem” risponde l’Angelo, “andiamo a visitare l’inferno”. I due salgono su un ascensore supersonico, fanno due milioni di piani verso il basso e arrivano all’inferno. Il nostro uomo saggio è impressionato: l’inferno è un luogo bellissimo, pieno di tutte le meraviglie.

E, al centro, come se non bastasse, bolle in continuazione una zuppa che emana un profumo delizioso. Ma, guarda un po’, in coda ci sono centinaia di persone, smagrite e affamate. Non mangiano. Mai. Perché per mangiare quella zuppa squisita hanno a disposizione un cucchiaio dal manico così lungo che nessuno è in grado di portarselo alla bocca.

Il nostro uomo saggio rimane sotto shock e i due risalgono sull’ascensore supersonico, ripercorrono milioni di piani e si ritrovano in paradiso. Il paradiso è un posto magnifico, proprio come l’inferno. E in mezzo c’è una zuppa dal profumo squisito che bolle. Ma, a differenza di quel che accade all’inferno ci sono centinaia di persone sedute a tavola, che conversano piacevolmente. Anche loro hanno a disposizione un cucchiaio dal manico troppo lungo per riuscire a portarselo alla bocca. Ma hanno capito che se non possono imboccare se stessi con un un cucchiaio dal manico così lungo, possono imboccare facilmente tutti coloro che stanno intorno. Così ciascuno di loro dà e riceve cibo dagli altri…

Se pensi di avere paura degli altri, non stare nell’angoscia e non rimanere chiusa dentro di te. La paura degli altri è un sentimento diffuso, più di quanto tu possa immaginare. Liberartene ti permette di vivere una vita molto più felice e serena e di incontrare le persone giuste per te. Non per niente, i percorsi che ho preparato per le mie lettrici sono studiati apposta per raggiungere una maggiore consapevolezza e aumentare la propria capacità di capire se stesse per avvicinarsi a chi ci circonda e  agli uomini, con sicurezza e determinazione:

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188 Commenti

  1. Avatar di Vale

    Vale 10 anni fa (18 Febbraio 2015 12:37)

    Ilaria questo articolo è veramente magnifico. Conoscevo la storia dei cucchiai!! Quando l'hai pubblicato non avevo molto tempo per leggerlo e ho rimandato ad oggi con tutta calma e serenità. Alle volte sembra che tu scriva gli articoli in base a cosa mi succede! (so che non è così ma alle volte ho dei dubbi e poi puf spunta un tuo articolo che fa al caso!). Sto attualmente lottando con tantissime paure e sto cercando di uscire dal guscio in cui sono infilata grazie ad una persona che frequento. Ce la sto mettendo tutta e lui è tanto comprensivo con me! mi rassicura e questa cosa mi da forza e io voglio davvero liberarmi da mille paure per andargli incontro.
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  2. Avatar di cleo

    cleo 10 anni fa (18 Febbraio 2015 12:26)

    lena: leggendo quello che scrivi trovo molto in comune. .. 41 anni anche io ben portati, è il timore fortissimo di essere fuori dai giochi. È proprio difficile uscire da certi circoli viziosi mentali. mi ritrovo molto nella paura dei legami...ora ho anche paura delle relazioni superficiali, di uscire con qualcuno che sia un minimo interessante, di qualsiasi cosa....!:come se ne esce .....
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  3. Avatar di fid

    fid 10 anni fa (18 Febbraio 2015 14:16)

    Questo post mi tocca da vicino...il desiderio di stare insieme agli altri e contemporaneamente un sentimento di repulsione per gli altri..e il divano vince sempre... io non sento più il desiderio di intervenire in una discussione, non ho quasi più fiducia negli altri, a volte temo i giudizi..altre volte mi sento al di sopra delle abitudini comuni...anche se mi rendo conto che tutti, di questi tempi, hanno gli stessi problemi...solitudine, frustrazione, rabbia, indecisione, perdita di valori, mancanza di luoghi reali di aggregazione ecc.. il genere umano vuole aiuto e lo sta gridando forte ma nessuno sa come fare...in quale direzione andare...da dove partire...a volte si consiglia o si legge: "riparti da te" ok! e poi? se riparto da me...scopro che stare con se stessi rende molto più felice e completi che stare con gli altri, in mezzo alla gente...che manipola, ti devia, di dirige altrove, che ti attacca le sue paranoie, le sue parole... ma è anche vero che purtroppo tutto si realizza nella vita tramite gli altri...dal trovare lavoro (ahimè) tramite conoscenze, alle nuove opportunità fino a trovare la persona giusta magari tramite un contatto o un amicizia. Cosa si può fare? io non lo so ancora...sto in mezzo alla gente solo se necessario... grazie e buona giornata
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  4. Avatar di Valeria87

    Valeria87 10 anni fa (18 Febbraio 2015 20:08)

    Leggendo l'aneddoto di Al, mi è venuta in mente una situazione simile che ho vissuto. Sto partecipando a un gruppo di teatro, in cui si fa anche improvvisazione: a turno, alcuni devono improvvisare una piccola scena, con gli altri che guardano e alla fine commentano. A me hanno detto che sono delicata, tendo a pormi in posizione di ascolto e sono ricettiva nei confronti di quello che fanno gli altri in scena (mi adeguo in fretta a quello che succede intorno). Poi, mi hanno anche detto che le scene in cui dovrei esprimere emozioni come l'angoscia non mi vengono molto bene, perché tendo ad avere un'espressione serena e mi viene più naturale sdrammatizzare. Sapete perché sentirmi dire queste cose mi ha colpito molto? Perché gli uomini sbagliati che ho avuto mi hanno sempre detto il contrario. Ovvero che ero chiusa, troppo rigida e sulle mie. Oppure che ero troppo seria e drammatizzavo troppo le situazioni. Pertanto, mi viene da dire: è vero che a volte tendiamo a chiuderci. Però, forse, a volte l'invito a essere "più aperte", "meno serie" ha lo stesso intento manipolatorio del "sii spontanea!". Non so. Comincio a pensare che per essere simpatiche e attraenti basti davvero poco. Non occorre essere sempre super-brillanti. Basta esserci, forse.
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  5. Avatar di Elisabetta

    Elisabetta 10 anni fa (18 Febbraio 2015 23:22)

    Buonasera a tutti.... Grazie Denny e Rossella per il sostegno... Come si dice, "mal comune mezzo gaudio ..." Proprio stasera sono arrivata a questa conclusione: evidentemente "dover" stare in un posto di lavoro dove non sto bene, fa parte di un mio percorso di evoluzione, come una specie di lezione da apprendere per crescere...
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  6. Avatar di solitaria1

    solitaria1 10 anni fa (19 Febbraio 2015 0:17)

    Eccomi qua, io sono una di quelle creature intimorite dagli altri, proprio in questi giorni stavo pensando a come uscirne fuori, ed ora ho trovato questo bel articolo, mi sa che davvero Ilaria ci legge nel pensiero :) Mi trovo a mio agio davvero con poche persone, e io sento un grande desiderio di socializzare, mi piacerebbe ampliare gli orizzonti come si suol dire, ma non mi riesce molto bene. Sento una grande voglia di condividere i miei interessi con gli altri, ma quando mi trovo con persone nuove non riesco ad espormi, ho paura di dire cavolate, di non essere abbastanza interessante. Però devo anche dire che ci sono state persone, con le quali ho provato ad aprirmi, partecipare alle conversazioni e via dicendo, che non mi hanno presa molto in considerazione, forse sono stata un po' maldestra nel farlo. Non mi piace questo mondo cosi, con gente che ti bolla come interessante o non interessante solo dopo pochi minuti di conversazione, è davvero triste non trovate? :) un saluto a tutte.
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  7. Avatar di Morettina76

    Morettina76 10 anni fa (19 Febbraio 2015 2:07)

    Ciao a tutti, ... beh, qui ci sarebbero molte cose da dire... Sicuramente esistono molte persone che temono il giudizio altrui e sicuramente anch'io, a volte, provo tale timore... con il passare del tempo sempre meno (per fortuna!), probabilmente capita un po' a tutti... Magari, se ci pensiamo bene, siamo noi stessi i primi a giudicare gli altri!... Io ho lavorato un periodo in un'azienda in cui la prima persona che usciva dall'ufficio, veniva criticata e derisa dagli altri,... era evidente immaginare che appena giravo l'angolo io, facessero la stessa cosa con me! Vi assicuro che ho vissuto veramente male quel periodo... Se temo le altre persone???... Forse alcuni individui possono avermi creato o crearmi soggezione, non timore, come ad es. alcuni professori quando frequentavo la scuola, o magari coloro che detengono un certo potere, sicuramente tale sentimento me lo creano le persone aggressive... Cmq l'importante è non palesare i propri timori in loro presenza, anche se il linguaggio non verbale può far trasparire ciò che si prova realmente!... Per quanto concerne il fare nuove conoscenze a me capita di trovarmi molto bene in alcune compagnie o con alcune persone, e di trovarmi molto male a contatto con altri gruppi o individui... è una cosa che mi succede da tutta la vita... Non riesco a capire se dipenda da me o da altri fattori, oppure se è naturale!... Cmq è evidente che non possiamo simpatizzare con chiunque! Francamente quando mi trovo a disagio con delle persone, non mi reputo assolutamente inferiore a loro, anzi, in genere reputo loro inferiori a me... Sono matta??? ;-) Altre volte invece non riesco a legare con individui assolutamente distanti dal mio modo di essere, magari strafottenti, arroganti, o ragazze "poco serie" che fanno le "galline" (con tutto il rispetto per le galline :-)))) ).......... Mah! .... A volte penso di essere troppo complicata, dovrei prendermi meno seriamente! Andrò a dormire con questi pensieri, la notte porta consiglio e magari farò chiarezza su me stessa! Buona notte Ilaria e buona notte a tutte le donne meravigliose che scrivono qui!
    Rispondi a Morettina76 Commenta l’articolo

  8. Avatar di cleo

    cleo 10 anni fa (19 Febbraio 2015 9:00)

    Riallacciandomi sempre al post di Lena, e al pensiero di tante, qualche consiglio pratico per affrontare il tempo che passa? Il non vedersi piu fresche, ragazze, con davanti mille opportunità, specie se appunto si è single? Anche se molto ben portati, gli anni ci sono, e le possibilita diminuiscono, per non parlare di quelle di procreare ... a volte, spesso, mi sembra di poterla solo subire questa situazone. Ma se la subisco, come posso essere portatrice di quella positività e fiducia indispensabili (anche) per attrarre oltre che soprattutto per vivere con serenità e dignità. ..?
    Rispondi a cleo Commenta l’articolo

  9. Avatar di Gio_1098

    Gio_1098 10 anni fa (19 Febbraio 2015 10:33)

    @Anna grazie del suggerimento! Diciamo che accetto proposte solo che mi piacciono o di cose che mi interessa fare, quindi non corro il rischio di accettare qualunque cosa mi venga proposta... Anche se adesso mi trovo in un periodo difficile nel quale ho bisogno del contatto con gli altri, stò cercando di non essere bisognosa e di accettare anche la solitudine...non sempre è facile, ma non voglio "attaccarmi" a nessuno solo per avere un sostegno... Come disse una volta Ilaria in un vecchio post in risposta ad una persona che si lamentava di come era stata trattata da un'altra della quale si fidava: "le persone commettono certe azioni e intraprendono certi rapporti solo per soddisfare dei bisogni appoggiandosi agli altri come una stampella, senza chiedersi se possono arrecare del male all'altro e soprattutto senza cercare prima di risolvere i loro problemi che inevitabilmente riversano sull'altro". Questo è bene o male quello che mi è successo, io sono stata la stampella...ma non vorrei trovare a mia volta delle stampelle negli altri, solo onestamente avere un pò di sano scambio e reciprocità.
    Rispondi a Gio_1098 Commenta l’articolo

  10. Avatar di minou

    minou 10 anni fa (19 Febbraio 2015 10:51)

    La caratteristica di me che urta molto e che ha tanto lasciato perplessa anche me è la mia necessità di spostarmi. Non riesco a rimanere ferma. Nelle relazioni amicali a un certo punto me ne vado. Mi dispiace molto dirlo, ma è proprio un qualcosa contro cui non voglio più lottare, perché è un’esigenza forte. So di persone che sanno mantenere rapporti per una vita intera, che magari continuano a sentire anche solo telefonicamente vecchi amici, amici di infanzia, amici delle scuole, amici dell’ex lavoro, amici o parenti dell’ex marito… Ma come fanno? E poi perché lo fanno? Io non ce la faccio. Mi paralizza l’idea di farlo, mi fa venire un’angoscia paragonabile alla paura del vuoto. Mi manca l’aria. Nei rapporti con le persone entro briosamente, sono coinvolgente, do enorme confidenza e sono di una lealtà quasi stupida. Eppure, dopo tanta condivisione, a un certo punto, comincio a sentire l’esigenza di troncare e spostarmi. Forse mi preoccupa attraversare le fasi della vita con le stesse persone, vedere i cambiamenti, avvertire il tempo che passa e non torna. Vedere gli amici cui non c’è più niente da dire e da cui non c’è più niente da sentire. Non posso. Così li lascio in una fase e preferisco ricordarli là. Mi sono interrogata tanto sui miei perché. Mi sono accusata da sola (aiutata da mia madre) di aridità, di asocialità, di lunaticità e anche di incostanza. Poi però mi sono assolta (non aiutata da nessuno). L’amicizia non è eterna. Dura il tempo della condivisione di un interesse profondo, di un amore, di un lavoro, di un progetto grande… Poi si va avanti. E io sono talmente tanto coinvolta nei rapporti che scelgo, che preferisco passare dal tutto al niente, senza riuscire ad accettare e a vivere quelle fasi intermedie di agonia sentimentale, in cui si fa finta che un’amicizia sia ancora vitale e fruttifera, mentre invece si sta riducendo a pura formalità, a puro scambio di chiacchiere sul più e sul meno, a pura compagnia strumentale. Sai Ilaria, anche questo è uno dei motivi per cui mi è stato insegnato a sentirmi cattiva: la non accettazione della conduzione borghese e convenzionale di tutti i rapporti. Sentirmi cattiva, se non adeguata al mondo e ai modi degli altri, è la mia personale paturnia. Io non sono per niente cattiva. Proprio per niente.
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  11. Avatar di Lena

    Lena 10 anni fa (19 Febbraio 2015 12:29)

    Cleo- Quello che descrivi è esattamente come mi sento. E' vero,è tutto un fermento attorno a me,ma devo considerare che la moltitudine di uomini che frequento o vedo al lavoro sono off-limits.Non mi posso avvicinare se non per chiacchiere superficiali o per avere il complimento passeggero. Nient'altro. Non posso sperare in qualcosa di più. E poichè la situazione dura da qualche anno,me ne sono fatta una ragione e mi sono ridotta a fare la "mamma",dispensare consigli,ascoltare confidenze amorose e cose del genere. Quando qualche anno fa ho pensato che la differenza d'età non contasse,mettendomi con un collega più giovane ho ricevuto la batosta più grande della mia vita.Alla fine mi ha detto che ero vecchia,io che posso dare punti,ma moltissimi punti a una marea di ventenni. E così ora sto al mio posto. Mi dedico di più al lavoro,allo studio,a tante passioni artistiche che avevo dimenticato. E sto bene.Intanto mi sono iscritta ad un corso di tango. E' l'unico,cara Cleo,dove finalmente trovo persone più grandi di me. Peccato che per ora ci siano solo 60-70enni.....
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  12. Avatar di Gio_1098

    Gio_1098 10 anni fa (19 Febbraio 2015 11:43)

    @Cleo non sò, a me in questo momento sembra una conquista stare serena e in pace con me stessa... capisco cosa vuoi dire, ma credo c'entri sempre l'equilibrio con se stessi, da lì le paturnie di questo tipo non dovrebbero più esistere...può sembrare semplicistico e un pò utopistico, ma credo sia possibile. Conosco uomini di tutte le età così, e anche molte donne.
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  13. Avatar di emy65

    emy65 10 anni fa (19 Febbraio 2015 18:46)

    per minou..come ti capisco..:-))) c'e' questa specie di...mah..non so ancora come chiamarla..forse dipendenza..boh...che tu ben descrivi con le tue parole e che riguarda il "Sociale". infatti non si capisce perche' si dovrebbe continuare a frequentare persone con cui il rapporto purtroppo o per fortuna si E' CHIUSO, sia esso di amicizia, di fase iniziale di conoscenza andata se non male perlomeno non invogliante a continuare, di ex personaggi entrati nella tua vita che e' piu' quelleo che ti hanno tolto che quello che ti hanno dato, ma anche persone con cui hai condiviso anche bene dei momenti della tua vita ma che poi e' assurdo continuare a frequentare anche solo per rinverdire..cosa? mi accusano dello stesso tuo peccato e temo di avere le stesse tue caratteristiche...do'...do' veramente...e do' per dare...e fino a quando ritengo che ce n'e'...non tengo in piedi rapporti solo per il fatto che magari..sai mai che n e abbia bisogno un domani????? ;-) :-) quanti rapporti sono ipocritamente in piedi solo per questa paura? evidentemente io e te non abbiamo questa paura.. quante persone, perlopiu' allontanate da me, per validi motivi alcune, per semplice noia o appunto, fine della "loro funzione" nei miei confronti (e io altrettanto nei loro) , ho "lasciato andare".. mi credi se ti dico che non ho mai ricercato nessuno? nemmeno con l'era di fb (che cmq mai mi avra'...:-) e mi credi ancora se ti dico che la maggior parte invece l'hanno fatto con me? io mi do' due spiegazioni: quando sei solo come un cane e non hai una certa interezza psicologica ti vanno bene tutti e vai a ripescare pure nel fondo del baule... o che sia il caso che si siano cmq trovati meglio loro con me che io con loro a conti fatti? :-)))) io non lo farei mai..anche per una sorta di..chiamiamolo pudore? e poi andare a rimestare nel passato non serve assolutamente a nulla, gli altri ci possono dare molto ma hanno un tempo, una specie di scadenza, che ovviamente non puoi determinare a priori ma quello e'...la vita e' fatta di evoluzione, continua, e, il mio modesto pensiero riguardo a chi tiene in rubrica 300 numeri o si fa viva/o con l'amica o l'amore di 20 anni prima,e' che sia fermo/a, bloccato, senza respiro. tutte le cose del mondo hanno un inizio, uno svolgimento, una fine, e' il ciclo della vita, a volte durano molto a volte poco..a chi piace guardare indietro faccia pure...io non ci riesco. un abbraccio.
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  14. Avatar di dani

    dani 10 anni fa (19 Febbraio 2015 18:34)

    Lena, Cleo, come vi capisco. Per me la questione età è stata la peggior paturnia della mia vita (per riallacciarsi ad un post precedente), nel senso che mi sento troppo vecchia praticamente da sempre, anche prima dei 20 anni. Il fatto è che ora ne ho più di 40 e quindi lo sono veramente. Il problema ora si è talmente ingigantito che m dovrei sparare, tanto più che da qualche tempo mi mi danno tutti del lei, ma forse è così non perchè sono molto cambiata di aspetto, come pensavo in un primo momento, ma perchè il mio sentirmi troppo vecchia mi fa essere sempre triste e seria e gli estranei tendono a tenere le distanze. Non sorrido più,, specie con le persone che non conosco e così si genera un circolo vizioso che si autoalimenta. Ma voglio anche avere sprazzi di positività, allora: 1) Lena, se ti ha dato della vecchia, non ti preoccupare, qualcosa per offendere, se uno è un imbecille lo trova sempre. Quindi magari neanche lo pensava 2) guardandomi intorno, vedo donne di 60 anni e più che si trovano ometti niente male e con grande facilità 3) ma come si fa a sentirsi sempre inadeguate perchè pensiamo di non essere abbastanza fighe e giovani.....se poi gli uomini sono addirittura attratti dai trans!!!! e quanti ne conosco persi dietro a mezzi uomini mezzi donne, e neanche molto belli!! un abbraccio a tutte
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  15. Avatar di cleo

    cleo 10 anni fa (19 Febbraio 2015 19:41)

    Ciao Lena ma quindi dopo i 40 ci si può aspettare solo che gli uomini ci cerchino per avventure o amicizia? Ecco forse dovrei capire come accettare ciò. poi di interessi ne coltivo molti anche io ... il ballo non mi attira molto per ora ma altri si ...
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  16. Avatar di Nadia

    Nadia 10 anni fa (19 Febbraio 2015 18:55)

    Ho sentito dire che per non essere giudicati non bisogna giudicare. Sto provando a metterlo in pratica e devo ammettere che è un esercizio fantastico, che porta notevoli benefici. Sia a me, che pare, agli altri. A quanto pare attacco gli altri molto più di quanto io non abbia mai creduto, facendoli innervosire e generando, ovviamente una reazione contraria e spesso più forte (non giudicare non significa non discernere. personalmente la vivo come "non puntare il dito" sugli altri per le nostre frustrazioni, paure o bisogno di sentirci migliori affossando gli altri)
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  17. Avatar di Rossella

    Rossella 10 anni fa (19 Febbraio 2015 21:29)

    @cleo:io toglierei l'amicizia e dopo i 40...gli uomini fondamentalmente cercano avventure a qualsiasi età e non ne fanno mistero. Dovremmo imparare a stare da sole e non dargli nulla.
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  18. Avatar di Valeria87

    Valeria87 10 anni fa (19 Febbraio 2015 20:46)

    Ragazze, secondo me gli uomini sbagliati si incontrano a tutte le età. Dal mio punto di vista, l'ex di Lena, dicendole che era " vecchia ", ha solo dimostrato di essere un bell'esemplare di pirla. Ma chi si crede di essere? Vecchio sarà lui! :D Scusate, ma davvero pensate che un simile rospo, di fronte a una ventenne, si trasformerebbe magicamente in un principe? Naaaa! Sono pronta a scommettere che, prima o poi, la sua vera natura verrebbe fuori. Via via! C'è di meglio in giro ;)
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  19. Avatar di MERAVIGLIA

    MERAVIGLIA 10 anni fa (20 Febbraio 2015 0:23)

    Ciao e grazie per questo nuovo articolo che a dire la verità e a dirla tutta all'inizio non ho prestato l'attenzione che merita. Si perchè non credevo di avere paura degli altri!...ma dopo un'attenta analisi e andando in fondo a tutto ho scoperto che è VERISSIMO! Ahimè il divano mio compagno di avventure da sempre...cresciuta in un ambiente TROPPO SEVERO... e per finire un ex marito che era tirchio di ogni genere di giudizi positivi...lascio immaginare come sono "EVOLUTA" ... Un abbraccio
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  20. Avatar di minou

    minou 10 anni fa (20 Febbraio 2015 10:59)

    Ciao Emy. FB non avrà mai nemmeno me! :-) E nemmeno twitter, whatsapp etc etc. Sono l’a-social per eccellenza. In realtà pure il telefono lo uso solo da quando ho figli che, ovviamente, non stanno tutto il tempo con me e quindi devo essere reperibile. L’aspetto “conveniente” del mantenimento dei rapporti formali è quello che mi meraviglia di più. Ti racconto una cosa. Sono uscita da un rapporto devastante. Penso sia stato l’uomo più sbagliato che potessi immaginare. In realtà non immaginavo proprio esistessero uomini così abusivi e distruttivi. Ebbene, a gran fatica, poiché sono entrata in questa relazione dopo lo schianto del mio matrimonio e quindi in uno stato di prostrazione assoluta, me ne rendo conto, ne esco e taglio tutti i ponti. Dopo mesi vedo mia madre, che mi chiede di lui e, al mio racconto, risponde (indignata, perché per lei io sono la strega cattiva che sbaglia sempre): “E che ti avrà mai fatto? Capirai… Non si cancellano così le persone! Potevi almeno tenertelo come amico, così ti aiutava a fare il 730!”. Il 730???? Come cavolo le è venuta in mente una cosa del genere? E come stracavolo le viene in mente di dirmela??? Il 730????????? Ma che razza di associazione di idee è?????? Cioè, io ancora adesso se ci ripenso sento l’embolo che mi parte… Mammina, che si palesa a cacchio di cane, quando evidentemente non sa proprio con chi cavolo chattare, arriva da me e mi comunica di pensare: 1. che sono un’imbecille che non sa gestirsi le sue cose 2. che sono persa senza la presenza di un uomo 3. che, se ha la coda davanti, una persona vale a prescindere e capisce più di me in qualsivoglia campo, in virtù della coda davanti (che io non ho) 4. che, non avendo io l’essere con la coda al mio fianco, ho sicuramente bisogno dei consigli materni e di navigata esperienza per sopravvivere 5. che stare da sola mette a repentaglio la mia vita e quella della mia prole 6. che le persone servono 7. che per ottenere i “servigi” per i quali servono ci si può allegramente prostituire 8. che la prostituzione psicologica è accettabile 9. che i rapporti sono transazioni commerciali 10. che non ho capacità valutative. E la smetto qua, va. La scenetta si è conclusa con il mio ringhio feroce “Ma che c… c’entra il 730? Io me lo faccio da sola da anni” e la sua solita dolorosa sentenza “Tu hai un carattere di m… e non hai ancora imparato a vivere. Senti, perché non ti fai whatsapp così ti giro un sacco di cose carine?” Argh. La cosa assurda è che mi ha instillato ancora una volta il dubbio sulla mia cattiveria. Razionalmente lo so che ho ragione. Ma, non so come spiegarlo, di notte quando sto per addormentarmi o la mattina quando sto per svegliarmi, mi torna su come un conato dalle viscere una voce che mi accusa che ho sbagliato di nuovo, che sono cattiva, che gli altri vanno accettati per quello che sono, che non tutti dimostrano l’amore allo stesso modo. E faccio una fatica a svegliarmi e riprendermi, a rimettere le cose al posto giusto, a non ricadere nella tentazione di giustificare la mancanza di rispetto, a non costringermi ancora a farmi piacere chi non mi piace e chi mi disprezza, a dirmi che la violenza non è mai amore. MAI MAI MAI. E non ci stanno santi.
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