Paura degli altri e voglia di legami forti: come le metti d’accordo?

paura degli altriIncominciamo con il considerare una delle tante stranezze umane, uno dei tanti paradossi del comportamento degli esseri umani: è possibile avere un forte desiderio di connessione con le persone, è possibile avere una gran voglia di costruire legami e di instaurare belle relazioni (che siano d’amore o di amicizia) e nel contempo avere una terribile paura degli altri? Eh, sì è possibile. Eccome.

Anzi, spesso, quanta più paura si ha delle relazioni, tanto più si desiderano. Immagino bene che se ci rifletti, questo non ti stupisce e non ti impressiona. Perché probabilmente questa contraddizione la vivi anche tu o ti è capitato di viverla in passato o ti succede di sperimentarla in diverse fasi della tua vita, magari quelle dove sei un po’ in crisi e in difficoltà. Ma come dire? Niente paura! Le contraddizioni interiori e i paradossi emotivi si possono superare, basta avere la giusta consapevolezza e concentrare la propria attenzione sui piccoli nodi da sciogliere.

Detto in altre parole: se hai paura degli altri, ma in realtà la vorresti superare per creare delle relazioni e dei rapporti gratificanti, costruttivi e pieni d’amore (anche quando non si tratta solo di un rapporto di coppia), puoi farlo. Puoi diventare un’esperta delle relazioni. Puoi superare la tua insicurezza, puoi superare la tua timidezza e raggiungere sicurezza e disinvoltura e puoi liberarti una volta per tutte dell’imbarazzo.

Seguimi, arriviamo fino in fondo, insieme.

Già, perché c’è molto di più: superare la paura degli altri ti permette di avere anche più successo nella tua vita professionale, ti permette di ricostruire e rendere più appaganti i rapporti (magari al momento un po’ “incrinati”) con la tua famiglia d’origine, con i vicini di casa, magari con amici di vecchia data che hai un po’ perso di vista.

"L’amicizia nasce nel momento in cui una persona dice a un’altra: “Cosa? Anche tu? Credevo di essere l’unica”. C.S. Lewis"

Infatti, eccola qui la prima faccia della medaglia; se il paradosso è che la paura degli altri in realtà cela per bene una gran voglia di avere relazioni gratificanti, vediamo di prestare ascolto e attenzione proprio a quel che ci dice questo desiderio positivo che ti spinge verso l’esterno. Che è: dentro di te hai una grande forza di connessione e una spinta d’amore che è semplicemente “ostacolata” dalla paura degli altri, ma non per questo annullata. Anzi. E’ un po’ come se la tua voglia di connetterti all’esterno fosse così forte da trasformarsi in paura degli altri. Partiamo dal desiderio, che vince sulla paura. Sempre. (Ehi, questo, che il desiderio vince sulla paura è un bello spunto di riflessione, non solo in questo specifico ambito).

Paura degli altri e primo passo verso l’esterno

E poi, oltre al fatto che il desiderio vince sulla paura, dato che il desiderio viene prima, è sano e naturale e appartiene al lato positivo della tua natura, devi considerare che il desiderio, se lo ascolti, è quello che ti consente di andare nella direzione giusta: quella di uscire (realmente e metaforicamente), andare incontro agli altri, espandere le tue conoscenze e vivere una vita più piena.

La paura degli altri invece ti blocca e ti dà un contrordine. Quello di non uscire, di non muoverti di non fare mai passi incontro e verso gli altri. Che cosa credi? Certe serate passate sul divano non sono causate dalla stanchezza, dalla pigrizia, dal fatto che piove e tira vento o dal fatto che ci sia annoia molto quando si esce, negli ultimi tempi. Il legame stretto con il divano nasce dalla paura degli altri, che porta a evitare le occasioni di incontro o addirittura di rapporti sentimentali. Sì, perché diciamolo ancora una volta: molte donne (e molti uomini) sono single non perché non possono trovare la persona giusta o perché nessuno li vuole o perché in giro ci sono solo persone brutte e cattive. No. Molti sono single perché hanno una paura davvero puntuta di una relazione. Non stiamo troppo a girarci intorno. Ed eccoci di nuovo qui, a parlare della nostra paura degli altri, che tanto ci tormenta ma è anche un simpatico scudo di protezione. Ma davvero, fino a che punto ci vogliamo stare attaccate a ‘sta paura? Non è arrivato forse il momento di sbarazzarsene?

"L’antidoto per cinquanta nemici è un amico. Aristotele"

Non dimentichiamo che lasciare andare la paura degli altri vuol dire aggiungere alla propria vita uno dei più grandi piaceri possibili: quello della condivisione, del sostegno reciproco, della socialità. Mi spiego meglio e dico di più: se lasci andare la tua paura degli altri, non solo ti eviti di star male tutte le volte che devi stare con gli altri (evenienza frequente, se si vuole vivere in questo mondo), ma stare con gli altri, oltre a portarti un sacco di vantaggi e di piacere, diventa un piacere di per sé. Invece di angosciarti e di stare inchiodata al divano, farai di tutto per uscire e stare con gli altri.

Paura degli altri: perché ce l’hai?

Allora, posto che a noi gli attorcigliamenti mentali non ci piacciono – anche perché, diciamocelo sinceramente, gli attorcigliamenti mentali, così come le paturnie e così come le convinzioni limitanti – bloccano e sono tra l’altro alla base della paura degli altri, vediamo com’è e come non è che succede che una persona venga colpita dalla paura degli altri. Perché detto onestamente, come consideravamo poco sopra, la paura degli altri non è innata e naturale, dato che innato e naturale è socializzare e stare con gli altri con sicurezza e rilassatezza.

Una lettrice ha lasciato un commento al mio articolo dedicato a come essere simpatica al primo incontro. Il suo commento, dice: “”Non permettere agli altri di monopolizzare la conversazione e di tenere banco: intervieni, interrompi, chiedi precisazioni, esprimi la tua opinione. Insomma: fai un passo avanti”(nota: questo l’avevo scritto io nell’articolo citato). È proprio quello che non so fare. Quando sono con gli altri tento di intervenire ma alla fine mi limito ad ascoltare e questo atteggiamento non mi rende né simpatica, né attraente. Come faccio a fare un passo avanti se sono bloccata dalla paura?”

Ben detto: essere bloccate dalla paura degli altri non rende né simpatici, né attraenti, dato che non “partecipare” al processo della socializzazione e delle relazioni viene interpreato dagli altri come innaturale, come poco generoso e in qualche modo come un sabotaggio di quel che potrebbe tenere unita la compagnia o la relazione. E su questo siamo d’accordo, giusto?

"Solo i veri amici ti diranno quando il tuo viso è sporco. Proverbio siciliano"

E allora, a proposito di paradossi, rieccoci qua: chi ha paura degli altri in realtà ha paura perché ha una gran voglia di connessione, ma la sua paura lo blocca al tal punto che senza volere si rende poco attraente e poco simpatico. Un gran brutto paradosso, un orribile circolo vizioso. Non credi?

Paura degli altri: cause e soluzioni

Che cosa significa avere paura degli altri? Significa essenzialmente temere che gli altri ci giudichino male, pensino che noi valiamo poco o niente, che noi non siamo all’altezza. O, anche, significa temere che ci prendano in giro, si prendano gioco di noi, ridano di noi. E vivere con una tale paura addosso non è simpatico. Perché la paura crea ansia e stare in ansia è una condizione che può diventare intollerabile. Molto bene. Cioè molto male.

Dunque la paura degli altri è paura del giudizio e paura del rifiuto, giusto? Ma in realtà, anche se è difficile crederlo, gli altri non vivono in funzione di giudicare e di rifiutare. In un mondo sano, in un ambiente sano, gli altri hanno desiderio e bisogno di noi tanto quanto noi abbiamo bisogno e desiderio degli altri. E in un mondo sano e in un ambiente sano, si accetta, si accoglie e non si giudica. Si accetta, si accoglie e non si giudica. Alla faccia della paura degli altri.

Se sei proprio certa che le persone che ti stanno intorno passano il loro tempo a giudicare, beh, sei nell’ambiente sbagliato e devi abbandonarlo quanto prima, perché gli ambienti sbagliati, come i lavori sbagliati e gli uomini sbagliati si lasciano. Per sempre, non ci si torna più. Mica ci si sta tutta la vita. Sennò altroché paura degli altri.

E sai perché probabilmente hai tutta questa paura degli altri e ansia per i rapporti con le persone? Perché hai vissuto per troppo tempo, magari da quando eri piccola, in ambienti dove il senso del giudizio e il senso di colpa erano veramente preponderanti. O magari sei reduce dal rapporto con un uomo sbagliato che ha contribuito a non darti valore e a farti sentire una nullità.

"Gli amici sono quelli che ti aiutano a rialzarti, quando le altre persone neanche sapevano che eri caduto. Anonimo"

Ok, queste è la motivazione, la radice della tua paura degli altri: la tua convinzione a) di non valere nulla b) di non valere nulla in relazione agli altri c) che per questo gli altri ti puniscano e ti giudichino d) che per questo gli altri ti emarginino, isolino e rifiutino.

Tutto questo ha come conseguenza:  e) che tu hai una paura degli altri così puntuta che ti isoli e ti comporti da antipatica senza accorgertene. Il risultato è che alla fine, girala come vuoi, sei davvero isolata.

Breve ed essenziale, la guida che ti spiega i passi base e fondamentali per costruire o ricostruire la tua autostima e mantenerla. Per stare bene con te stessa e con l’uomo giusto.

Paura degli altri: i modi per superarla

E allora come si esce dall’isolamento e dalla paura degli altri? In due modi.

1) Si riflette su tutte le convinzioni limitanti su se stessi e sugli altri, quelle del tipo “Gli altri mi giudicano”. “Io non valgo niente, gli altri valgono più di me e mi isolano per questo”. “Io posso solo fare brutta figura”. Si distruggono tutte queste convinzioni limitanti una a una e si sostituiscono con convinzioni potenzianti, che aprono al mondo e alle sue infinite possibilità “Gli altri sono persone come me, con punti di forza e punti di debolezza e io posso connettermi a loro per dare e avere, per donare e per ricevere”.

2) Ci si dà da fare, si muove il mulo e, passo passo, a poco a poco si fa come non si avesse paura degli altri, ma solo desiderio di stare con loro: ci si alza da quel divano – anche se non se ne ha nessuna voglia – si esce di casa e si va incontro agli altri. Senza pretendere di fare l’effetto di una Marylin Monroe incrociata con Carlo Conti incrociato con Arisa: quelle sono fantasie infantili. Si approcciano gli altri per quello che si è in quel momento, certi che le abilità relazionali cresceranno con il tempo, l’esercizio e la pratica.

Stare bene con gli altri significa partecipare, collaborare, fare la propria parte, mettersi in gioco. Mica sempre stare fermi e aspettare che gli altri scoprano quanto siamo straordinari e magnifici e se non lo scoprono pensare che sono tutti brutti e cattivi.
Nei rapporti umani, come in tutte le cose della vita, si riceve quel che si dà (se c’è qualche signora o signorina con lo spirito della crocerossina che ha messo la propria vita al servizio di un imbecille che non merita, non prenda questa frase come una buona scusa per continuare il proprio calvario).

Ora una breve storiellina, della quale alcuni attribuiscono la paternità o almeno la pubblicità a Gandhi.

Un uomo buono e saggio muore (succede) e si ritrova nell’anticamera del paradiso. Vedendolo un po’ perplesso, l’angelo che lo sta aspettando gli chiede se c’è qualcosa che non va. L’uomo saggio risponde. “Vedi caro Angelo, per tutta la vita ho sentito parlare di inferno e paradiso e a essere sincero, vorrei sapere come sono fatti tutti e due.” No problem” risponde l’Angelo, “andiamo a visitare l’inferno”. I due salgono su un ascensore supersonico, fanno due milioni di piani verso il basso e arrivano all’inferno. Il nostro uomo saggio è impressionato: l’inferno è un luogo bellissimo, pieno di tutte le meraviglie.

E, al centro, come se non bastasse, bolle in continuazione una zuppa che emana un profumo delizioso. Ma, guarda un po’, in coda ci sono centinaia di persone, smagrite e affamate. Non mangiano. Mai. Perché per mangiare quella zuppa squisita hanno a disposizione un cucchiaio dal manico così lungo che nessuno è in grado di portarselo alla bocca.

Il nostro uomo saggio rimane sotto shock e i due risalgono sull’ascensore supersonico, ripercorrono milioni di piani e si ritrovano in paradiso. Il paradiso è un posto magnifico, proprio come l’inferno. E in mezzo c’è una zuppa dal profumo squisito che bolle. Ma, a differenza di quel che accade all’inferno ci sono centinaia di persone sedute a tavola, che conversano piacevolmente. Anche loro hanno a disposizione un cucchiaio dal manico troppo lungo per riuscire a portarselo alla bocca. Ma hanno capito che se non possono imboccare se stessi con un un cucchiaio dal manico così lungo, possono imboccare facilmente tutti coloro che stanno intorno. Così ciascuno di loro dà e riceve cibo dagli altri…

Se pensi di avere paura degli altri, non stare nell’angoscia e non rimanere chiusa dentro di te. La paura degli altri è un sentimento diffuso, più di quanto tu possa immaginare. Liberartene ti permette di vivere una vita molto più felice e serena e di incontrare le persone giuste per te. Non per niente, i percorsi che ho preparato per le mie lettrici sono studiati apposta per raggiungere una maggiore consapevolezza e aumentare la propria capacità di capire se stesse per avvicinarsi a chi ci circonda e  agli uomini, con sicurezza e determinazione:

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188 Commenti

  1. Avatar di Migna

    Migna 10 anni fa (17 Febbraio 2015 11:19)

    Grazie, con i tuoi consigli sei sempre un meraviglioso raggio di sole
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  2. Avatar di Denny

    Denny 10 anni fa (17 Febbraio 2015 12:26)

    ti assicuro Michela2 che si tratta anche di fortuna! io di posti di lavoro ne ho passati e in alcuni mi sono trovata molto bene , poi le cose cambiano e anche i lavori, in altri un po' meno bene ma ti assicuro, senza fare di tutta un'erba un fascio, che stare in un luogo 8 ore al giorno in open space con 5 donne , poi un'altra decina in altre stanze, non è il massimo della vita soprattutto quando parlano dalla mattina alla sera (non di lavoro, eh, perchè se parlassero di lavoro allora non avrei niente da ridire) e contribuiscono quindi a creare un ambiente dannoso soprattutto alle mie orecchie. Ora,io mi reputo una persona solare e aperta, ma quando con certe persone non hai niente a che fare , a che spartire ...io posso essere anche la persona allegra e spiritosa che di solito sono ma alla lunga non riesco a sintonizzarmi sulla loro povertà, perchè parlare otto ore dei loro figli , delle loro cose personali (W la privacy) e sparlare dietro a tutta la gente che viene qui e anche alle colleghe (alle spalle ovviamente) non è bello! allora la soluzione è isolarsi....o andarsene...al momento , appena posso , opto per l'isolamento e fuori di qui con il non frequentarle!
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  3. Avatar di Michela2

    Michela2 10 anni fa (17 Febbraio 2015 11:26)

    Ciao ragazze, posso farvi una domanda? Siete sicure che erano i vostri colleghi cosi' brutti e giudicatori ed il vostro posto di lavoro cosi' nero, oppure eravante chiuse anche un po' voi? Io posso dire che lavoro in un ambiente molto bello,anche le persone che mi stanno meno simpatiche sono comunque persone tranquille oneste che bene o male si fanno i fatti loro.Boh,mi sa strano di essere stata io cosi' tanto fortunata di trovare un posto di lavoro con 40 persone a modo e maniera.Quando lavoravo nell'altro posto di lavoro erano con me 5 donne e mi sono sempre trovata ottimamente.Prima ancora avevo i 2 titolari ed ero sola e mi sono trovata sempre molto bene.Io penso che la gente che ci circonda un po' si adegua a noi.Alle medie ero antipatica chiusa scorbutica e sulle mie, proprio per paura degli altri come dice ilaria.Quando vedevo il mio vicino di casa di 4 anni piu' grande di me passavo dritta.
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  4. Avatar di Michela2

    Michela2 10 anni fa (17 Febbraio 2015 11:29)

    ...Mi arrivarono voci che diceva che ero scorbutica,che quando lo vedevo ridacchiavo e caxxate del genere...beh,quando io mi sono aperta al mondo ho scoperto una persona splendida in lui.Io avevo un brutto carattere, ero sulle mie, lui era simpatico con tantissimi amici e tutte le donne dietro.Il bel carattere è tanta roba...!!!
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  5. Avatar di Laura2

    Laura2 10 anni fa (17 Febbraio 2015 12:25)

    Resto ancora una volta stupita.. Eventi particolari mi portano a riflettere su una questione e TAC! Ilaria ci fai su un articolo.. ma mi leggi nel pensiero? È successo anche questa volta! Ho fatto un corso come guest service operator in quanto parlo diverse lingue (in pratica assistenza ai clienti).. Sono timida e poco socievole ma ho partecipato lo stesso alle selezioni.. Una volta che sono stata ammessa al corso (con mia sorpresa) ho deciso di frequentare, malgrado il mio carattere.. Purtroppo non sono riuscita a sbloccarmi più di tanto.. Ho fatto i role play (tipo scenette) perché costretta (vivendoli malissimo) e non intervenivo mai (anche se la tutor sollecitava interventi anche dei più silenziosi).. La testa si faceva vuota, non trovavo nulla di interessante da dire e il volume della mia voce era sempre troppo basso (le volte che ero interpellata). Nella valutazione finale questo ha giustamente pesato e mi spiace essermi arresa così. La tutor mi ha detto che devo migliorare il mio atteggiamento, essere più aperta, altrimenti la mia comunicazione può risultare timida e rigida. La rigidità temo sia dovuta al tentativo di controllare le mie reazioni (rossore, tremore).. Fosse facile.. Come posso migliorare sotto questo aspetto? Ogni consiglio è bene accetto! Certamente le considerazioni dell'articolo sono un buon punto di partenza..
    Rispondi a Laura2 Commenta l’articolo

  6. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (17 Febbraio 2015 12:30)

    Gli ambienti di lavoro pessimi e orribili esistono eccome e vi sono delle ragioni "sociologiche" per questo; come esistono - e sono tanti - gli uomini orribili e mostri. Non buttiamola sempre tutta sul fatto che il mondo ci rispecchia: il mondo ci rispecchia se è in grado di farlo; ma ci sono persone che più vedono solarità e apertura più si incattiviscono. Quindi, oltre a una sana regola di equilibrio (imparare a distinguere dove sono io che posso migliorare e invece dove sono gli altri a essere inadeguati) bisogna imparare a difendersi. Usare il buonismo a oltranza può sfociare nella stupidità e nell'autodistruzione. Adottare positive tecniche di "resistenza" e di "resilienza" e intanto cercare alternative consone è la cosa migliore da fare.
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  7. Avatar di Denny

    Denny 10 anni fa (17 Febbraio 2015 12:40)

    mitica Ilaria!!!! risposta spettacolare! io di tecniche di resistenza e resilienza, in questo ambiente di lavoro, ne ho e ne sto provando tantissime da circa 6 anni (e sono tanti lo so) . Ovviamente a periodi pesa di più a periodi meno . In più , in un ambiente di donne pettegole, col tempo ho respirato molta invidia da parte loro nei miei confronti ma, essendo una persona umile e tranquilla e non provando invidia per le altre persone, non mi sono mai soffermata su questa cosa e invece la loro invidia è davvero subdola nei miei confronti...e in alcuni momenti è venuta fuori ...comunque io faccio la mia vita ed essendo molto riservata (a loro sta cosa non va giù perchè secondo loro dovremmo tutte parlare di tutto e soprattutto delle proprie cose e di ogni a tutti!!!) per quel che posso, mi isolo...e cerco di parlare solo di lavoro!!! difficilissimo...
    Rispondi a Denny Commenta l’articolo

  8. Avatar di Tina

    Tina 10 anni fa (17 Febbraio 2015 13:18)

    "ma ci sono persone che più vedono solarità e apertura più si incattiviscono" è verissimo Ilaria, e mi dispiace per questo anche se fatico a capire il perchè. E' anche verissimo che esistono ambienti di lavoro degradanti. Il lavoro dovrebbe dare dignità alle persone e non toglierla!
    Rispondi a Tina Commenta l’articolo

  9. Avatar di Gio_1098

    Gio_1098 10 anni fa (17 Febbraio 2015 13:23)

    è vero, lasciare la zona di comfort (il divano) non è semplice... lo scorso week-end mi era stato proposto un giro in montagna in mezzo alla neve un pò stile survivor da parte di una ragazza che conosco da tanto ma con la quale era da parecchio che non mi frequentavo...lei era l'unica che conoscevo, le altre due persone erano estranee... mi vergogno a dire che la sera prima, mentre preparavo l'attrezzatura speravo quasi di non stare bene per avere la scusa per stare a casa e non dover affrontare questa "novità", avevo paura di dover passare ben 48 ore con persone quasi sconosciute, ma ormai la parola era data e ci sono andata. Alla fine è andata bene, mi sono divertita, stancata, distratta e soprattutto ho conosciuto gente nuova e stare in mezzo a loro mi ha fatto sforzare di essere un pò più leggera, lasciando da parte per un pò un sacco di paturnie,.. ma quante paranoie però...hai ragione Ilaria
    Rispondi a Gio_1098 Commenta l’articolo

  10. Avatar di Ele

    Ele 10 anni fa (17 Febbraio 2015 13:37)

    E come si puo' fare a rendere il posto di lavoro migliore per lavorare al meglio e stare al meglio?Perchè passare 8 ore al giorno per mesi per anni con persone che ci invidiano,parlano dietro,sono brutte persone è deleterio.Licenziarsi?Oppure passare il resto della nostra vita in un ambiente che non ci piace? Puo' avere ripercussioni sullo stato d'animo nostro e quindi sul trovare un uomo?
    Rispondi a Ele Commenta l’articolo

  11. Avatar di anna

    anna 10 anni fa (17 Febbraio 2015 14:52)

    A me è capitato molto spesso di dover sopravvivere temporaneamente ad un ambiente negativo. Le tecniche di resistenza e difesa che ho assunto, per forza hanno implicato un atteggiamento di chiusura e isolamento. Credo che l'errore ricorrente sia quello di non cercare abbastanza delle alternative, di ritagliarsi dei momenti di apertura per bilanciare. Forse è un modo di sentire comune tra le persone timide, ho notato che quella di chiudere ed isolarsi è una specie di pessima abitudine, che se è necessaria in un certo ambiente, poi inquina il resto della vita e anche per molti anni. Una volta ne sono uscita, in pochi mesi sono migliorata e in un paio di anni ero soddisfatta al 100%. Avevo alcuni amici fidati, mi piaceva parlare con tutti e mettevo a loro agio i nuovi arrivati. Adesso sono un po' spaesata, non mi sembra nemmeno di essere la stessa persona. Questo articolo è a dir poco perfetto! Mi piace l'idea di ripartire dal desiderio, ma ancora di più quella di alzarsi dal divano e proporsi così come si è, anche se non sono al top. Perchè, per parlare chiaro, questo desiderio è veramente sotterrato cento metri sotto terra, assieme al piacere e alla curiosità e al gusto per la conversazione. Ma è molto meglio sotterrare e dimenticarsi di chi si incattivisce e scoraggia ogni manifestazione di entusiasmo o interessa, recuperata con tanta fatica! Ma una buona volta: si può sapere perchè certa gente è così triste? Che poi è la stessa che vorrebbe la tua compagnia e ascolto.. ma come posso dare attenzione e consigli se non sono felice e aperta a tutto il resto del mondo?
    Rispondi a anna Commenta l’articolo

  12. Avatar di marina

    marina 10 anni fa (17 Febbraio 2015 13:59)

    Mi è piaciuto molto questo articolo, grande Ilaria!
    Rispondi a marina Commenta l’articolo

  13. Avatar di Vale

    Vale 10 anni fa (17 Febbraio 2015 14:33)

    @Ilaria: A me piacerebbe che trattassi l'argomento relativo all'orgoglio personale. Mi piacerebbe che mi dicessi la tua, in base alle tue esperienze, quando esso può diventare "un'arma" di seduzione e quando, invece, è un arma autodistruttiva. Personalmente posso dire che lo sono ma non lo uso come un qualcosa di negativo, ad esempio non mettendolo da parte quando bisogna farlo, ma solo per rispetto e dignità personale. Penso che ci sia un collegamento tra queste tre cose e mi piacerebbe tanto leggere cosa ne pensi.
    Rispondi a Vale Commenta l’articolo

  14. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (17 Febbraio 2015 15:00)

    Grazie @Tutte, senza esclusione per i commenti molto interessanti e stimolanti. Li leggo e ci rfletto su con molta attenzione. Continuate a darmi i vostri contributi, che sono utili a tutti e a me per future considerazioni.
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo

  15. Avatar di Rossella

    Rossella 10 anni fa (17 Febbraio 2015 17:00)

    @Laura2:testa vuota,niente di interessante da dire,voce troppo bassa(e roca nel mio caso),tremore e rossore e per me batticuore e mani sudate. Così mi ritrovai anni fa ad una selezione collettiva per un lavoro(anch'io ho studiato lingue straniere senza però laurearmi). Si trattava della seconda prova (dopo che avevo superato il test scritto di inglese) in cui si veniva valutati per le capacità relazionali. Fu un flop spaventoso per me e nei giorni seguenti stetti malissimo un po'per l'occasione lavorativa perduta ma soprattutto per come ero,anzi non ero venuta fuori. La timidezza è invalidante ed impedisce di essere sereni. Neanche io ho ancora trovato un modo efficace per combatterla.
    Rispondi a Rossella Commenta l’articolo

  16. Avatar di _al_

    _al_ 10 anni fa (17 Febbraio 2015 22:16)

    Ti posso raccontare un aneddoto che somiglia un po' a questa situazione... fermo restando che le mie capacità relazionali delle volte fanno ancora flop... l'anno scorso ero andata a un corso di PNL e in quell'occasione mi sono resa conto di quanto la timidezza e il perfezionismo sono un'arma a doppio taglio. A questi corsi si fa di solito un giochino in cui tu ti devi presentare e gli altri scrivono su dei bigliettini quello che pensano. Io ero intimidita dalla cosa, ho detto come mi chiamavo e sono scappata. Poi ho letto i bigliettini: sembra timida, è poco preparata, un po' strana e ci sono rimasta davvero male. La formatrice si avvicina e mi dice: ma fammi capire, tu non hai detto nulla. Perché? E io: e se sbagliavo? e lei inizia a farmi altre domande per arrivare al succo della convinzione limitante che stava alla base di quel mio scappare. E ancora adesso, quando sto per stare zitta o per castrarmi mi dico: e se sbaglio che succede? e fra vent'anni che mi cambia? E così inizio a fregarmene.
    Rispondi a _al_ Commenta l’articolo

  17. Avatar di lena

    lena 10 anni fa (17 Febbraio 2015 22:41)

    Ciao Ilaria,anche se so di essere simpatica,ho il senso del umorismo,so ascoltare gli altri,ma nello stesso tempo so valorizzarmi e partecipare in una discussione,è da un pò che mi isolo completamente.E' per via dell'età.So che per te questa è una paturnia,ma,lavorando in un luogo dove la maggioranza si attesta intorno ai 22-33 anni e io ne ho la bellezza di 41,anche se magnificamente portati) mi sembra di essere completamente fuori dai giochi.Dopo una storia disastrosa di tre anni con un uomo più piccolo di me di 12 anni,ho tirato i remi in barca,della serie,per me tanti i giochi sono chiusi.E guardo tutti dall'alto,con la bonarietà di una mamma(e non lo sono) che guarda i suoi cuccioli innamorarsi.E io ormai sono lì chiusa nella torre.Un abbraccio
    Rispondi a lena Commenta l’articolo

  18. Avatar di Nady

    Nady 10 anni fa (17 Febbraio 2015 23:59)

    Quanto è vero Ilaria, quando dici che il mondo ci rispecchia se è in grado di farlo! Personalmente ho riscontrato che da quando ho intrapreso questo bellissimo percorso di amore ed autostima e mi sono rimessa in gioco, ed ho iniziato ad avere soddisfazioni nell'attività e nelle relazioni, alcune persone hanno provato risentimento, si sono allontanate senza apparente motivo se non la mia ritrovata serenità (se ne sono aggiunte altre :). Per quanto riguarda timidezze ed insicurezze, facevano parte di me quando facevo dell'adattamento il mio stile di vita. Quando svolgevo un lavoro che non mi apparteneva e frequentavo persone con cui non mi sentivo in sintonia. Non ho mai avuto problemi a relazionarmi, ma a lungo andare diventava frustrante perchè era come recitare una parte.. e vivevo con l'ansia di dimenticare parte del copione. Poi ho compreso che non ero io inadeguata, ma la situazione lo era, quella vita non mi rispecchiava. E man mano sono andate via via diminuendo le paure.. è la motivazione che ti fa affrontare tutto.. ti fa scrivere il libro della TUA vita.. Altro che recitare un copione scritto da qualcun altro ;)
    Rispondi a Nady Commenta l’articolo

  19. Avatar di Cris83

    Cris83 10 anni fa (18 Febbraio 2015 0:14)

    Mi ritrovo nelle parole di Michela2...io pure ero chiusa e vedevo il mondo e le persone in una maniera..come ho cominciato ad aprirmi, ad accettarmi a non vergognarmi di parlare...bhe..ho cambiato prospettiva. Le persone mi appaiono molto piu' simpatiche e mi piace confrontarmi. Poi dipende dal tipo di ambiente. Ci sono persone che proprio non digerisco e non posso farci nulla! La timidezza e' invalidante,ma uscirne fuori e' possibile!! :)
    Rispondi a Cris83 Commenta l’articolo

  20. Avatar di anna

    anna 10 anni fa (18 Febbraio 2015 2:18)

    @Gio_1098 a me è successa la stessa cosa!!! Partecipare ad un weekend fuori porta, per mantenere la parola data è stato un vero punto di partenza! Ricordo che ho dato conferma controvoglia quando una mia amica ha detto "ho sputato sangue per trovare quell'albergo!!", mi sono sentita una c*cca e ho accettato :) non immaginavo che nei mesi le soddisfazioni si sarebbero moltiplicate: non mollare assolutamente :) Però ho anche fatto questo errore: cioè ho pensato di dover accettare tutto e tutti in questo percorso per avvicinarmi agli altri. E' vero che ogni occasione di allenarsi nelle relazioni è oro, mentre ogni volta che sono costretta a rifiutare qualcuno di inadeguato, rafforzo una cattiva abitudine in cui rischio di cadere di nuovo. Tuttavia è importante fare anche questo, a costo di rallentare il miglioramento. Perchè tagliare i ponti più tardi, quando c'è un legame più forte è molto peggio: per me sono questi eventi di "chiusura" che hanno innescato un circolo vizioso di sfiducia nei confronti degli altri. Anche se ora la missione è diventare più solare, questa volta non voglio avere paura di dire dei no. Meglio tanti e piccoli, nel quotidiano, quelli grandi sono una prova di coraggio, però poi lasciano troppi strascichi.
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