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Passato ed errori del passato: a che cosa ti servono?

passatoChe ce ne dobbiamo fare del passato? Dei nostri errori del passato e – soprattutto! –  del ricordo, della tracce e delle percezioni che abbiamo riguardo il passato? Dell'”eterno ritorno” del passato nelle nostra mente, nelle nostre sensazioni, nella nostra emotività? Dell’orribile senso di colpa? Son tutte delle domandone, vero?

Quando siamo bambini abbiamo poco passato o abbiamo un passato molto “corto”, che, bello o brutto che sia, percepiamo come il nostro presente, anche perché il senso del tempo dei bambini è ben diverso da quello degli adulti. Spesso il passato ce l’abbiamo ben presente da bambini (il gioco di parole è voluto: i bambini vivono nel presente, anche a livello mentale), ed è accompagnato da una forte prospettiva e da un grande slancio verso il futuro. Oppure è presto dimenticato.

Man mano che si cresce, si “struttura” anche il nostro passato, diventa ovviamente più grande, ampio e anche, spesso, molto invadente. Diventa presente anche quando non deve esserlo, quando emozioni e concentrazione devono essere, di nuovo e davvero, sul presente. Si arriva a una certa età e ci si accorge di aver accumulato esperienze, fatto incontri, superato ostacoli. E ci si accorge anche di aver commesso errori. Gli errori del passato. I famosi errori del passato che ciascuno di noi ha commesso e che in molti casi sono ben presenti. E dei quali in molti (soprattutto donne), non riescono a liberarsi mentre in molti altri, invece, sì, riescono a liberarsi, nemmeno ce li hanno in mente i propri errori (ed è tipico degli stronzi, questo atteggiamento, si pensi a politici e agli uomini di potere).

"Il passato ha il peso che decidi di dargli. Non è lui che sbuca nel futuro e incasina la vita della gente, nossignore. Hitman"

Come “interpretiamo” emotivamente gli errori del passato? Di solito sotto forma di rimpianti (“Accidenti, ma perché cavolo quando ero bella, libera e tranquilla me la sono tirata troppo e alla fine non l’ho data a Giacomino che mi moriva dietro ed era pure un gran figo?”), di rimorsi (“Ma porca miseria, ma perché cavolo quando ero bella, libera e tranquilla e potevo gestire me e le mie cose come più mi pareva e mi poteva essere utile, l’ho data via a destra a manca, anche a soggetti davvero-davvero improponibili, invece di fare selezione?”) E, ovviamente, interpretiamo tutti gli errori del passato come colpe imperdonabili, che nemmeno centocinquatraquattro triliardi di anni in purgatorio serviranno a scontare. Tanto vale rassegnarsi e tenere rigida e salda la posizione già in questa vita e farne una vita d’inferno emotivo e rimuginare a randa, senza sosta. Espiare, ecco dobbiamo espiare le nostre colpe per gli errori passati, per i rimorsi e per i rimpianti e per i danni irreparabili arrecati agli altri. Il futuro serve proprio a quello: a espiare le carrate commesse nel passato, altroché. Questo sì che è una pianificazione produttiva della propria vita…

Passato ed errori del passato: che cosa sono?

Tu ti starai domandando a questo punto: “Bella roba, Ilaria, tu e le tue teorie sul passato e gli errori del passato. Forse non hai idea di che cosa ho fatto io nella mia vita: ho litigato con mia madre e me ne sono andata via di casa a 15 anni e 9 mesi (lei me lo rinfaccia ancora adesso e non riesco a perdonarmelo, così le sono rimasta succube e faccio sempre quello che mi chiede); a diciotto anni mi sono sposata con il mio primo marito e ho avuto due figli. Mi ha fatto fare una vita orribile, a me e ai miei figli; non l’ho lasciato per amore dei figli (eh, non fa una piega), ma quando i figli erano già andati via di casa da 5 anni mi sono decisa a lasciarlo e mi sono sposata con il mio secondo marito, che, guarda, lasciamo perdere… Pensa che è addirittura violento. Il peggio è che per seguire questi due uomini che non mi hanno dato niente, ho pure lasciato il lavoro e adesso sono in difficoltà economiche… E tutto questo ha anche avuto pesanti ripercussioni sulla mia salute. Ma quello che mi fa soffrire di più è che ho ben presente che per stare dietro a chi non mi amava ho fatto dei danni a chi mi amava.”

"Il passato è come una tomba che non rende più i suoi morti. Gabriele D’Annunzio"

Già eccoci qua: i rimorsi e i rimpianti, gli orribili sensi di colpa che si provano per i propri errori del passato fanno male perché spesso si è convinti di aver danneggiato gli altri o avere danneggiato delle cose o dei patrimoni o aver “rovinato” irrimediabilmente situazioni che sembrano funzionare perfettamente.

Soprattutto c’è un ambito sul quale i sensi di colpa, la rabbia e l’accoppiata rimpianti+rimorsi riguardo il passato pesano come macigni raddoppiati: quest’ambito riguarda gli errori che abbiamo commesso verso noi stesse, riguarda il non aver voluto o non aver potuto proteggerci, l’aver concesso e permesso ad altri (cattivi, malintenzionati, incapaci di amare e invece desiderosi di fare del male) di danneggiarci, in quello che per noi contava di più.

Questi sono gli errori del passato che bruciano di più e dei quali davvero sembra sia impossibile perdonarsi. E se è così, questo è un aspetto al quale prestare attenzione, molta attenzione, perché può essere rilevatore di uno schema fondamentale, che cambiato quello, cambia tutto.

Insomma: riguardo gli errori del passato ci sentiamo di essere state le cause di danni agli altri, alle cose, a noi stessi. E magari così è successo davvero, è proprio così: le nostre azioni hanno sempre degli esiti, danno sempre dei risultati e non è improbabile che azioni sbagliate abbiano fatto danni. Non scherziamo dài: non siamo innocenti. Non in modo totale. Darsi degli innocenti contro ogni evidenza significa darsi degli stupidi, degli in-coscienti, significa definirsi gente senza coscienza. Invece se certe cazzolate sono successe è perché le abbiamo fatte succedere. Non la meniamo troppo con la retorica falsamente consolatoria che “non dobbiamo colpevolizzarci” per gli errori del passato. Non è mica utile.

Passato ed errori del passato: colpa e responsabilità

Però, però, però… Consideriamo la questione per bene e analizziamo da tre diversi punti vista, da tre diverse posizioni, utili per noi, utili per te. Punto primo: se hai fatto delle strombate sonore (i mitici errori del passato) nella tua vita significa che qualcosa sai anche fare. Non ti sto prendendo in giro o sminuendo, tutt’altro. Sono seria. Spesso per commettere gravi errori è necessario avere grande energia, un certo tipo di “forza d’impatto”, alcune risorse – emotive, personali e anche materiali – per compiere azioni. Ancora più spesso, dietro certi errori del passato ci sono un sacco di buone intenzioni (lo conosci il detto: “l’inferno è lastricato di buone intenzioni”?). I tuoi errori del passato ti segnalano insomma che eri viva e vitale anche quando sei stata distruttiva. Ovvio che non ti devi fermare qui. Procedi. In una direzione diversa, ovvio.

"Il passato non può essere trasformato in una condanna che esclude ogni riscatto. Stefano Rodotà"

Punto secondo: fatte le considerazioni di cui sopra è necessario distinguere tra colpa e responsabilità. Se ti senti in colpa ti blocchi, ti sminuisci, perdi in autostima. In concreto: non combini nulla di buono né per te né per gli altri e rischi di cadere negli stessi inganni “ir-razionali” ed emotivi che ti hanno condotto a commettere gli errori del passato. E a fare di nuovo strombate sonorissime. Non riesci ad acquisire la consapevolezza che ti serve (e che ti salva) su cause e conseguenze, su che cosa ti ha spinto a fare quello che hai fatto e soprattutto sul come cambiare direzione e investire le energie e le risorse che hanno prodotto cavolate nel passato nel produrre, invece, cose buone, nel futuro.

Se invece ti prendi la responsabilità di quanto è successo (“respons-abilità” letteralmente significa capacità di rispondere, abilità a rispondere), quando e se è (o è stata) davvero tua responsabilità, dài valore a te stessa riconoscendoti, come dicevo al punto uno, una vera capacità di agire e di produrre risultati. Risultati che per il presente e per il futuro saranno positivi per te, per la tua vita, per chi ti sta intorno. Risultati che ti avvicineranno al tuo ideale di serenità e di felicità.

Passato ed errori del passato: riconoscere il dono

Il nostro passato e i nostri errori del passato portano in realtà con loro un dono prezioso, se lo accettaimo e lo sappiamo riconoscere (accettare e riconoscere, non sono mica verbi scelti a caso, neh…). Siccome le cavolate commesse le abbiamo commesse noi e ce ne dobbiamo assumere la responsabilità – sempre che vogliamo fare della nostra vita qualcosa di valore e di sensato, se no, no, lasciamo perdere e andiamo a casaccio e vicacchiamo, a nessuno interesserà niente – dobbiamo anche tenere ben presente che le cavolate di cui sopra sono frutto di nostri pensieri, decisioni e azioni che non è che spuntano nella nostra vita come i funghi in montagna all’alba di una fine d’estate dopo un bel temporalone. Il fatto è che molti dei nostri comportamenti sono risultato di schemi che si ripetono.

Breve ed essenziale, la guida che ti spiega i passi base e fondamentali per costruire o ricostruire la tua autostima e mantenerla. Per stare bene con te stessa e con l’uomo giusto.
"Il passato può fare male. Ma a mio modo di vedere dal passato puoi scappare… oppure imparare qualcosa. da Il Re Leone"

Schemi che possono essere distruttivi (errori ed errori del passato) o costruttivi (risultati positivi e desiderati). La questione è questa: se non si cambiano gli schemi che condizionano risposte e comportamenti, non si possono cambiare i risultati. Per cui se non si cambiano gli schemi all’origine degli errori del passato, c’è il rischio di ricommettere gli stessi errori. Cioè, per esempio innamorarsi sempre dello stesso tipo d’uomo (apparentemente diverso ma uguale) anche se si era giurato a se stesse che mai più sarebbe accaduto o non riuscire a spezzare la catena della storie sbagliate.

Quindi eccoci al punto tre dell’analisi del passato e degli errori del passato. C’è un dono che dobbiamo accettare e riconoscere ed è la spinta a distinguere gli schemi vitali e produttivi da quelli distruttivi.

E’ un articolo cicciotto quello che stai finendo di leggere, lo so. Ed è importante.

Il succo delle lezioni e della applicazioni pratiche che ti puoi portare a casa da questo articolo sono: 1) impara a identificare la potenza d’impatto che ti appartiene e che hai dimostrato di avere anche quando hai commesso errori; 2) fai “fruttare” i tuoi errori del passato distinguendo e scegliendo senza esitazione responsabilità da senso di colpa; 3) Identifica e cambia gli schemi che non ti hanno dato risultati.

Vuoi una mano nel fare tutto questo? Segui il blog (è gratis), iscriviti alla newsletter ( è gratis anche quella e “vinci facile” dato che ti becchi in regalo la guida gratuita Come Attrarre la Persona Giusta per Te in 11 Passi, che già quella, a leggersela e a rileggersela sul treno e prima di addormentarsi ti cambia la vita sentimentale, e non solo quella, solo che siccome è “aggratis” in molti la snobbano e non se la leggono. Errore…) e apri le mail che ti mando, leggendole.

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208 Commenti

  1. Avatar di Cloe

    Cloe 9 anni fa (10 Gennaio 2016 21:13)

    Ciao Ilaria, ciao ragazze. Vi scrivo, dopo un periodo di rielaborazione personale e di altri (innumerevoli) errori. Questo articolo casca a pennello, perché ora mi sento di aver toccato il fondo. Mi sento pervasa dai sensi di colpa, dalla rabbia, dalla tristezza, dai miei errori. Mi sento pervasa, punto. E sto soffrendo, sto male. Sto soffrendo e sto male perché sono stata conseguentemente rifiutata da due persone che già in passato mi avevano fatto del male: tornati cariche di promesse e io, uno dopo l'altro, a tornare a crederci perché "magari sono io che non mi sono lasciata andare abbastanza". E io, a provarci anche se stavo male e pervasa dai dubbi, a provare ad essere me stessa, con quella forza distruttiva che, hai ragione tu Ilaria, è stata forza, ma deleteria. E loro mi hanno ri salutato prendendomi a calci nel sedere, quando provavo a farmi conoscere. E ora sono qui, sola, dopo che ne ero uscita dignitosamente in passato (anche se acciaccata), ora ancora più ferita nella mia autostima e nel mio orgoglio. Sono a pezzi... E mi fa male anche solo dirmi "Voglio cambiare". Perché l'ho ripetuto talmente tante volte che ormai non ci credo più, ho perso credibilità. Ma non posso arrendermi, non posso. Vi prego, aiutatemi. Un solo consiglio per stare meglio, in questo momento. Non credo di voler più uscire con un solo uomo per i prossimi sei mesi, anzi, un anno.
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (10 Gennaio 2016 21:36)

      Urca, sei mesi, un anno. Addirittura! 365 giorni senza uscire con un uomo! Pensa un po' quante energie risparmiate. In un anno però nemmeno impari una nuova lingua mi sa... (Sei mesi un anno senza uscire con un uomo? Ma davvero, ti sembra una sfida?). Non è che sei sola, ti sei liberata di due deficienti... Il cambiamento avviene, deve avvenire a partire dalle convinzioni. Una di queste convinzioni è che stare sei mesi o un anno senza uscire con un uomo non è certo una sfida...
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    • Avatar di Cloe

      Cloe 9 anni fa (10 Gennaio 2016 23:51)

      Hai ragione... La vera sfida è provare a stare autenticamente bene con me stessa (investendo sui miei impegni, i miei progetti e su ciò che mi fa stare bene) piuttosto che pormi finte sfide che alla fine non sono utili alla mia crescita, perché non finalizzate al mio benessere autentico. Ci lavorerò su. (Anche perché posso stare un anno senza uomo, ma se non cambio io interiormente le mie convinzioni, tornerò sempre punto e a capo) Grazie.. Ps. Magari volevi trasmettermi un messaggio completamente diverso; ma io ho carpito questo..
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (11 Gennaio 2016 9:14)

      Questo messaggio va benissimo. Un altro messaggio è che, davvero, non c'è bisogno di un uomo per stare bene; non si è incomplete e mancanti senza un uomo. Sennò si va nella tendenza, pericolosissima di "un uomo qualunque, un uomo purhcessia".
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    • Avatar di michela

      michela 9 anni fa (11 Gennaio 2016 12:34)

      Io ieri mi sono accorta di essere una "multipotential" e mi si è aperto un mondo, ho finalmente chiuso con i sensi di colpa del voler far tutto ciò che mi sembrava interessante e (la nota dolente) di abbandonare i concetti o i temi (perchè approfonditi i concetti importanti) perchè risultano noiosi e dedicarmi ad altro. Credevo di essere superficiale, l'università per me è stato una nota dolorosa, ancor oggi non so su cosa indirizzarmi. Mi piace la psicologia, l'economia, le lingue. Spero che sia una mia percezione sbagliata, ma a volte credo che la società si struttura ingiustamente nel voler conferire alla persona una proprià indentità che si basa in gran percentuale sul suo lavoro odierno. Pensavo, ma io, posso essere credibile se svolgendo questa attività, mi dedico alla conoscenza e allo studio di un'altra? (La mia situazione odierna). Mi chiedevo, non sarò troppo superficiale da non dedicarmi come si deve nè all'una, nè all'altra? Per questo ragionamento mi sono tirata indiedro parecchie volte quando magari ce l'avrei fatta. Ma ora che ho capito, mi sembra di essermi liberata da una zavorra. Spesso le persone non vogliono vedere quanto la matematica si assomiglia alla letteratura, quanto l'informatica alla vita reale, ecco io ho sempre fatto saldi azzardati ma con una logica propria forte, qualcuno mi ha chiamata pazza, non adatta (ma forse perchè mi adatto molto di più), superficiale. Adesso per me sarà una bella sfida acettare sempre di più questo fatto e dargli (darmi) il giusto spazio.
      Rispondi a michela Commenta l’articolo

    • Avatar di Gea

      Gea 9 anni fa (11 Gennaio 2016 7:40)

      Cloe, mi dispiace molto che tu stia male. La cosa che mi lascia perplessa é che, in entrambi i casi, tu ti aspettassi qualcosa da uomini che ti hanno già fatto del male. Pensaci su: cosa ti ha portata, per ben due volte, a voler reiterare una delusione che era prevedibilissima? Anziché programmare fra quanto tempo tornerai a uscire con un uomo (non ha senso), domandati casomai se rifaresti l'errore di dare una seconda chance a una melmaccia, o se questo errore ti ha insegnato a proteggerti. Un abbraccio :-)
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  2. Avatar di Claudine

    Claudine 9 anni fa (10 Gennaio 2016 19:39)

    Ciao Michela, ciao Gea, mi sono persa. Dai vostri interventi ho imparato a conoscervi e mi piacete molto perché intelligenti, persone profonde e molto argute, ma in questo frangente non vi seguo, mi mettete in crisi...forse devo imparare a saper leggere tutte le sfumature nell'esprimersi, credo di essere molto indietro e in questo momento ne ho la piena consapevolezza. Dove può condurre entrare nel profondo delle pieghe di un discorso? È un bene o un male? Su una cosa mi trovo concorde: liberarmi da fronzoli e mirare all'essenziale. In questo weekend ho fatto un groviglio di azioni per non dover dire semplicemente che avevo voglia di fare una cosa è godermela da sola e basta. Tutto per timore di offendere ecc... ecc.... Mai più. D'ora in poi dirò A e B chiaramente. Devo assolutamente fare in me questa pulizia dagli accrocchi e grovigli per essere più leggera. Inoltre ringrazio tantissimo Ilaria per il regalo delle audioguide per rilassamento. Non so se è un caso, ma due volte prima di uscire ho fatto rilassamento, entrambe le volte ho passato delle piacevoli serate a conversare con persone carine che mi si sono avvicinate così per caso. Magari senza rendermene conto, manifestato calma e tranquillità per cui maggiore confidenza? In ogni caso Ilaria, grazie! :-)
    Rispondi a Claudine Commenta l’articolo

    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (10 Gennaio 2016 20:05)

      Ma non è che io faccio le cose a caso, eh... L'ho già detto, e al di là delle spiritosaggini, non è una battuta. Quei rilassamenti dovete farli - come indicato - ogni volta che potete. Cavolo, non sono nemmeno esercizi, o obiettivi o compiti. Sono rilassamenti. Fateli. Punto.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Claudine

      Claudine 9 anni fa (10 Gennaio 2016 20:18)

      Grandissima Ilaria! Grazie! :-D
      Rispondi a Claudine Commenta l’articolo

    • Avatar di helen

      helen 9 anni fa (10 Gennaio 2016 21:09)

      Dunque Ilaria volevi il feed back e te lo scrivo: gli esercizi sono belli e mi piacciono e me li tengo ben volentieri da parte da custodire con cura. Mi ricordano molto gli esercizi che facevo a yoga. Ho sempre avuto la stessa difficoltà però: sono difficilissima da rilassare perché nella mia testa compaiono pensieri tipo pop-up con le varie incombenze, fissazioni ecc Mi sa che devo aumentare il dosaggio!!!
      Rispondi a helen Commenta l’articolo

    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (10 Gennaio 2016 21:38)

      Ma dài, Helen, ma davvero?! Detta da te sta cosa mi impressiona quasi. Sono davvero molto sorpresa :D (Comunque non devi aumentare il dosaggio, devi mantenere la regolarità e la fiducia).
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di helen

      helen 9 anni fa (10 Gennaio 2016 21:42)

      Non ho capito la "direzione" dell'ironia..della serie lo sapevo che sei un fascio di nervi ...oppure ma guarda che sorpresa finalmente te ne sei accorta ehm non pensavo che ci arrivassi.
      Rispondi a helen Commenta l’articolo

    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (10 Gennaio 2016 22:19)

      Né l'una né l'altra. Detto in altre parole, dato che l'ironia è stata inefficace: Helen mi sono fatta l'idea che tu sia una persona molto "mentale", forse troppo, ecco. Quindi non mi stupisce che all'inizio fatichi a rilassarti e a lasciarti andare, soprattutto alle affermazioni specificamente contenute in quegli audio, che ho studiato apposta. Quindi, per dare un parere utile: quanto più senti "resistenza" tanto più è bene lasciare andare attività mentali e razionali (nel possibile) e dedicarsi ai rilassamenti, non nella quantità (lo spiego nel manualetto) ma nella costanza e regolarità. Pratica, pratica, pratica. Ripeto: quel regalo non l'ho fatto a caso, so bene di che cosa sto parlando. Sono rilassamenti molto semplici, proprio per "superare" qualsiasi resistenza (non ciho tempo, non ciho testa, son troppo complicati). Certo, le afferemazioni sono "forti". Ma sai, io ho smesso di pettinar bambole da qualche decennio. La questione è che le persone tendono a sottovalutare le cose gratuite...
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di helen

      helen 9 anni fa (10 Gennaio 2016 22:29)

      Sta attenta perché i riciclaggi nell'ambiente sono fenomenali. C'era una tizia su youtube che vendeva i suoi programmini di coach che erano un concentrato di frasi tratte da libri (anche famosi) sui rapporti di coppia. Era divertente perché è straniera e usa spesso intonazione sbagliata in italiano. Prima o poi ti clona anche a te. Ma mica gratis.
      Rispondi a helen Commenta l’articolo

    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (10 Gennaio 2016 22:39)

      Eh, ma il mio accento è difficile da imitare :D
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Cloe

      Cloe 9 anni fa (10 Gennaio 2016 23:54)

      Sì, ho capito perfettamente chi é :) E una volta le ho pure commentato un articolo, evidenziando alcuni passaggi presi pari pari da un libro (che io ho letto mille volte). Ricordandole che quello si chiama "plagio"...
      Rispondi a Cloe Commenta l’articolo

    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (11 Gennaio 2016 9:12)

      Accidenti, non so di chi stiate parlando, e non lo voglio, onestamente e sinceramente, sapere. Comunque c'è una blogger che copia e incolla direttamente alcuni miei post. Non cambia nemmeno una virgola. Per una serie di ragioni lei la si trova facilmente (perché la questione è "scoprire" chi ti copia) altri è un pochino più difficile. Ma le bugie hanno le gambe corte, molto corte.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di helen

      helen 9 anni fa (11 Gennaio 2016 17:41)

      Beh era solo per dire che il web è disseminato di lupi, volpi, iene mica solo negli agganci di coppia. Saranno tutti confusi e disorientati ma ultimamente tra psicologi sui generis e guru dell'ultim'ora stiamo messi bene. Così dopo una prima batosta (uomo cucador) una si becca la seconda. Ahinoi che tempi cupi. Vado a lucidarmi le antenne.
      Rispondi a helen Commenta l’articolo

    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (11 Gennaio 2016 18:06)

      Non è il web, è il mondo. E sì di solito la sequenza è proprio quella che dopo e durante che le si è prese e le si prende dal partner abusivo poi le si prende dagli avvoltoi che girano sul business dell'indotto: piscologi, avvocati, medici, fisoterapisti, massaggiatori etc etc. Stronzi abusivi pure loro. Io la sto cantando in musica questa cosa, mi sa che devo alzare un po' il volume. E credimi, ahimé le peggio cose succedono ancora offline, cioè nel mondo reale.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di helen

      helen 9 anni fa (11 Gennaio 2016 18:32)

      Beh avendo cognizione di divorzisti che alimentano ad arte il fuoco della battaglia...e avendo io stessa avuto spinte a operare per tirare in lungo situazioni (faccio consulenze) per tirare acqua al mio mulinello...ma io son cogliona di natura, di solito indico la strada più breve, più economica e più efficace. Gli sto anche a dire: così non mi deve pagare una seconda volta. Siccome alcuni non capiscono che è a loro vantaggio e quasi quasi mi reputano troppo poco aggressiva ogni tanto mi chiedo se sbaglio tutto. Il pollo se è tale andrebbe spennato. Io so solo che mi devo difendere sempre da qualcuno. Sensazione pessima. Se io dico che è inutile andare in causa e l' ente per il quale lavoro mi mette i bastoni tra le ruote (perché sulla causa ci guadagna) che succede? Mi sbattono fuori e prendono un altro (già successo n volte). Tutta la vita che vivo perigliosamente. Una fatica porca.
      Rispondi a helen Commenta l’articolo

    • Avatar di michela

      michela 9 anni fa (11 Gennaio 2016 20:00)

      Io avrei una domanda a proposito del mondo e del saper stare al mondo (non a caso si dice così, no?), e mi ballena in mente da un pò di tempo (mi chiedevo qualcosa del genere alle elementari). Ci hanno insegnato che c'è l'intelligenza e le persone intelligenti. E se c'è intelligenza c'è anche qualcosa di completamente opposto (a volte odio i principi della ragione, chissà come sarebbe stato se avessimo comunicato secondo un altro modello di comunicazione e ragione : D), "anti"-intelligenza, chiamiamola anche stupidità. Ma come si relaziona l'intelligenza con lo stare al mondo? Ce la possono fare tutti? Tutti possono avere la loro vita nelle proprie mani? L'intelligenza è saper adattarsi, saper capire, saper agire di consequenza, saper seguire l'istinto, ci aiuta a tirarci fuori dai guai, a uscire dagli schemi, capire che dobbiamo amarci. Ma quindi spesso penso: è il limite della società che ha compromesso la capacità di adattarsi e quindi l'intelligenza? La Norwood dice che ogni qualvolta una donna riesce a liberarsi della sua dipendenza, è un miracolo, non si sa chi ce la fa e chi no. E' così anche per tutte le altre? Si sa che c'è chi parte avvantaggiato (o svantaggiato) dalla famiglia, dall'ambiente, e poi c'è il grado di compressione ossia l'intelligenza, e questo mi confonde. Ho sentito dire che la volontà conta più dell'intelligenza, ma la volontà non è intelligenza stessa? A volte abbiamo la risposta davanti gli occhi, io al momento sono confusa ma ho l'intelligenza di provare a chiedre altre visioni :D. A volte, a scuola, in famiglia, tra amici, si diceva "lascia perdere x, tanto anche se gli spieghi, non capirà mai perchè è stupido", che fastidio che provavo. E non credo che il fastidio derivasse dal fatto che non aiutando, avrei bruciato una possibilità di sentirmi utile (in minima parte sì) per dimostare a me stessa che valgo qualcosa, o per voler cambiare qualcuno o qualcosa nevroticamente ma perchè mi sarebbe piaciuto, sarebbe stato gratificante. Cioè, insomma chi più di te, Ilaria, mi può dare una risposta indicativa visto che il sito è creato per centinaia e miliaia di donne diverse, se volessi essere assistenziale con gli altri e non solo, come posso sbarazzarmi da questo schema dell'intelligenza e della stupidità? Che relazione ha l'intelligenza col stare al mondo? Mi rendo conto che non è solo una domanda, perdonami!
      Rispondi a michela Commenta l’articolo

    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (11 Gennaio 2016 20:26)

      Cara Michela, la tua domanda ovviamente mi lusinga e insieme non esageriamo, non sono Cristo e nemmeno nulla di vicino a qualcosa del genere. Le domande che fai tu appartengono al gruppo "grandi domande" dell'umanità", al gruppo delle grandi questioni dell'esistenza, quindi calma e gesso. C'è da studiare ovvio, e con studio duro di autori seri ci si può avvicinare a delle approssimazioni di risposte. Poi di sicuro c'è l'accettazione dei nostri limiti e della nostra incapacità di rispondere a tutto e di avere tutto sotto il nostro controllo. Diventare adulti (che comporta maturità e intelligenza, nel senso di capacità di adattamento) e smettere di essere bambini e adolescenti significa anche lasciar andare il senso di onnipotenza e l'idea di poter avere potere e sapere su tutto. Sicuramente un significato estremamente utile di intelligenza è "capacità di adattamento" intesa ovviamente non come capacità di piegarsi a tutto ma di trovare ogni volta le soluzioni più adatte per la propria sopravvivenza, il proprio benessere e la propria realizzazione. Il passo della Norwood che citi francamente non lo ricordo: la Norwood è di sicuro un genio e allo stesso tempo è un po' datata e talvolta fa qualche scivolone nell'eccessiva "spiritualizzazione". Io non credo affatto e non sono d'accordo che si diffonda l'idea che liberarsi dalla dipendenza (o da altro, non c'è mica solo quella) sia un miracolo, nel senso di "qualcosa di impossibile che si verifica per fortuna", ma miracolo inteso come "fatto stupefacente e importante". Con un metodo corretto liberarsi dalla dipendenza, dal mal d'amore e vivere una vita degna è alla portata di tutti. Certo c'è di sicuro anche chi non ce la fa, per molte ragioni. Quanto al voler assistere, cambiare, aiutare gli altri, certo, quello non è un comportamento sano, ma per niente, Michela, e anche dalle letture della tua amica Norwood dovrebbe risultare lampante. E su questo ti invito a riflettere con molta, molta attenzione.
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    • Avatar di Gea

      Gea 9 anni fa (11 Gennaio 2016 22:11)

      Quanto é vero quello che dici, Ilaria! Personalmente, non ho mai avuto la tendenza a voler cambiare gli altri, pero' aiutare si, tanto... troppo: a scuola, all'università, al lavoro, in amicizia e in amore. Donne (tante) e uomini (alcuni, a volte solo per amicizia, a volte anche per amore, mal corrisposto o non corrisposto). Negli anni ho cominciato a mettere dei paletti: va molto meglio rispetto al passato, ma non é ancora abbastanza. @ Michela: pensa prima a star bene tu. Se ricordo bene, esci da una situazione familiare molto dura. Prenditi cura di te, fai del bene a te stessa. É importante selezionare cosa e chi ci fa star bene. E, quando si hanno le idee chiare e l'animo sereno, allora é più semplice selezionare chi aiutare. La nobiltà d'animo é una bella cosa: non va sciupata per aiutare chi non merita. E, in ogni caso, prima di tutto e di tutti ci siamo noi. :-) Ora vado ad ascoltare il terzo audio di Ilaria. ;-)
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    • Avatar di michela

      michela 9 anni fa (11 Gennaio 2016 22:36)

      Grazie Ilaria per la risposta. Visto che hai accenato lo studio di qualche autore serio, avresti qualcuno da suggerirmi? Ho sfogliato il libro della Norwood ora, e non trovo adesso la mezza pagina dove scriveva dettagliamente cosa intendesse per "miracolo" (ovviamente anche nel senso positivo ed entusiasmante) ma ho trovato nelle prime pagine 2 frasi: "non è facile capire perchè certe persone, schiave della loro dipendenza, a tratti recuperano la volontà di uscire ma poi ci ricascano del tutto impotenti a liberarsene. E, purtroppo è il caso più frequente." Ora, sono completamente d'accordo che "la Norwood è di sicuro un genio e allo stesso tempo è un po' datata e talvolta fa qualche scivolone nell'eccessiva "spiritualizzazione". Come tutte le grandi intuizioni dell'uomo con la successiva realizzazione, il computer ad esempio, grande invenzione, sono andate a perfezionarsi col tempo. Io ho la mia teoria e spiegazione personale, secondo la mia esperienza. Io credo che se ritornare nelle zavorra della dipendenza sia il caso più frequente, secondo me allora è sbagliato l'approccio del tentativo di uscita. Mi dicevano "esci dalla relazione all'istante, vai a vivere da sola, lavora su te stessa" e mettendo in pratica tutto questo sono caduta nuovamente nella dipendenza, una dipendenza morbosa e stancante, come da definizione. Il mio approccio d'uscita è stato creato a piccoli passi, senza disperazione, senza abbandonare i concetti afferrati, un pò cadendo nei meccanismi di dipendenza e darle spago senza troppi sensi di colpa, un pò caricare e portare sulle spalle un piccolo mattone per costruire la strada d'uscita. Secondo la mia opinione, uscire drasticamente dalla dipendenza o co-dipendenza come la chiama lei, è un forte trauma per il dipendente, come mi è capitato, anche se in termini pratici, è la salvezza più rapida. Insomma, nessuno è nato imparato e perfetto, anche il dipendente deve imparare a fare tutto da capo. La Norwood non incita a lasciar subito il nido di dipendeze e co-dipendenze, tranne nei casi in cui rappresentano pericolo vitale o sono estremamente compromettenti per le persone coinvolte in prima o terza persona. Ma io credo che le persone che ne tornano, non hanno avuto o non hanno trovato gli strumenti per recuperarsi, e secondo me uno di questi strumenti è dar tempo alla psiche di ricostruirsi passo per passo. Non vorrei essere troppo spinta con gli esempi, ma immaginiamo un uomo dell'antica Grecia, nel nostro secolo, subirà un profondo schock. Quanto all'assistenza, non so, mi capita che qualche amica, conoscenti venga da me e mi dica: "ho questo problema, sto male per questo o per quello, tu che mi suggerisci?" Magari la risposta sta sotto il suo naso, magari non so cosa rispondere ma se posso aiutarle, sono contenta, mi fa stare bene (da qualche parte ho letto che aiuta la stimolazione della produzione d'ossitocina). In questo senso dico assistenziale. Per quanto riguarda aiutare gli altri, cambiare non loro ma una loro posizione, mi provoca lo stesso effetto. Ovviamente non propongo me stessa come possibile aiuto a chi non chiede nulla. Le associazioni no profit e fare volontariato rientrano in questa sfera del voler far bene quando nessuno ti ha chiesto niente esplicitamente, in questo caso sono io che vado a cercare chi ne ha bisogno, quindi che comunque in qualche modo chiede aiuto anche se in modo indiretto. Forse c'è qualcosa che mi sfugge, c'è una comportamente insano in questo? Ovviamente c'è un limite anche a questo, senza togliere nulla a San Francesco, non è che faccio la mia ragione di vita l'assistenzialismo e il voler aiutare gli altri.
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (11 Gennaio 2016 22:54)

      La Norwood non tiene conto che la situazione è sempre pericolosa. Questa è una delle ragioni per cui risulta datata.
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    • Avatar di Michela

      Michela 9 anni fa (11 Gennaio 2016 23:00)

      Eh sì, vero. Lei è incentrata nel studiare il fenomeno.
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    • Avatar di Gea

      Gea 9 anni fa (12 Gennaio 2016 8:02)

      Ilaria, questa tua risposta mi illumina finalmente sul perché, dieci anni fa, la fresca rilettura di "Donne che amano troppo" non mi impedi di cascare con tutte le scarpe nella palude di una relazione con tanto di lunga e deleteria convivenza. La Norwood si focalizza sui casi limite, che certo esistono e sono sin troppi, ma comunque meno numerosi di tutte le situazioni di ordinario e banalissimo orrore. Bisogna scappare, sempre e comunque, quando ci sono segnali negativi. Senza nulla togliere ai meriti della Norwood, e senza voler giustificarmi, non assumendo la responsabilità del mio tragico errore, mi rendo conto che, dopo aver riletto il suo libro (prima della rilettura, ero scappata mia sponte da un inizio di storia di neanche un mese con uno schizofrenico... ero riuscita a proteggermi da sola!), ho preso in considerazione quello che sarebbe poi diventato il mio compagno perché apparentemente "solido", "maturo" e "sano". I nodi vennero al pettine già prima della convivenza, ma purtroppo per me tornai indietro sulla mia intenzione di lasciarlo dopo un mese circa. Ah, da notare che il mio (ormai ex, vivaddio) compagno aveva una copia di "Donne che amano troppo"... Per manipolare meglio, of course !
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (12 Gennaio 2016 9:14)

      Ciao Gea, sai che non sono sicura di aver capito quello che dici? Ribadisco il concetto, la Norwood è un genio assoluto - per altro a suo tempo odiata dalle femministe perché secondo loro colpevolizzava le donne -. Lei ha descritto una questione che riguarda le donne, lo ha fatto in modo preciso, magistrale, è stata una pioniera. Quello che non dice la Norwood, perché quando ha scritto il libro certe tematiche non si presentevano così in modo chiaro nella società del tempo è che qualsiasi relazione tossica è sempre estremamente pericoloso e va abbandonata quanto prima. Inoltre lei ignora in gran parte (non se ne occupa) il tema di donne che sono davvero vittime di manipolazioni forti. Ciò detto, inutile discutere sulle virgole di quel che scrive la Norwood: il suo messaggio è chiaro, benché datato rimane ancora rivoluzionario e far proprio quel che dice è fondamentale.
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    • Avatar di Gea

      Gea 9 anni fa (11 Gennaio 2016 9:20)

      Buongiorno Ilaria, ieri sera ho ascoltato i primi due audio di rilassamento. Li avevo scaricati lunedi, ma avevo rinviato l'ascolto per motivi più o meno validi e urgenti (lavoro, problemi amministrativi, emicrania una sera, commentare sul blog). Ieri sera ho smesso di aspettare le condizioni ideali per ascoltarli: ho lasciato perdere il riordino a casa e senza nemmeno attendere di cenare, ho acceso il pc e ho cominciato ad ascoltare. Il primo audio l'ho ascoltato mentre mangiavo un panino, ma anche se non ho fatto l'esercizio del libro sulla pancia mi ha fatto rilassare tantissimo. Idem per il secondo. Ero talmente rilassata che... sono andata direttamente a dormire, percio' il terzo lo ascoltero' stasera! Pensieri neri, inquietudini e angosce varie (e ne ho di serie), ombre del passato, dispiaceri assortiti e inutili eppur invadenti rimuginamenti... sono stati letteralmente polverizzati durante l'ascolto, e stanotte ho dormito benissimo dopo mesi di sonno difficile per l'ansia di dovermi alzar prestissimo per andare al lavoro (e non sono mai stata una levatardi), ansia che, risvegliandomi la notte, dava la stura ad altre ansie e rimuginamenti. Insomma, pur essendo alquanto cerebrale, e nonostante abbia ascoltato in condizioni non del tutto ideali, i tuoi audio mi hanno fatto un gran bene! Sei riuscita a farmi svuotare la mente in mezz'ora, cosa che non mi era riuscita in due settimane di vacanze. Forse anche perché, oltre alla loro intrinseca efficacia, non mi aspettavo miracoli... Grazie di cuore, Ilaria! Da adesso l'espressione "dovrebbero farti una statua d'oro" non mi sembra più un'iperbole buttata a caso! ;-) Un abbraccio e buona settimana :-)
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (11 Gennaio 2016 9:30)

      Ah ah ah... Quest'anno nuovo puntiamo al "tempestata di diamanti", come certi dittatori di certi paesi...
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    • Avatar di Gea

      Gea 9 anni fa (11 Gennaio 2016 9:36)

      Finalmente hai svelato il tuo piano diabolico... conquistare il mondo! :-D
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    • Avatar di helen

      helen 9 anni fa (11 Gennaio 2016 10:29)

      Si si Imelda Marcos 2 così si riempie la casa di scarpe...ne ha già un sacco
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (11 Gennaio 2016 10:35)

      Mamma che orridi paragoni. Orridi...
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    • Avatar di Gea

      Gea 9 anni fa (10 Gennaio 2016 20:30)

      Claudine, grazie e non preoccuparti se non riesci a seguire. Ognuno ha i suoi modi e i suoi tempi di riflessione; l'importante é aver chiari gli obiettivi e muoversi costantemente verso il loro conseguimento! Come dice Ilaria, RELAX! ;-) Quello che racconti del tuo week-end mi sembra un ottimo passo in avanti. Quando ci si sente bene senza ombre o dubbi strani si è sulla strada giusta. Adesso abbandonero' un po' il blog e impieghero' il tempo di lettura e commento per ascoltare gli audio e farne un'abitudine quotidiana. ;-) Buona serata!
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    • Avatar di Claudine

      Claudine 9 anni fa (11 Gennaio 2016 0:04)

      Grazie a te Gea! Buon ascolto e buon inizio settimana! :-)
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    • Avatar di Gea

      Gea 9 anni fa (11 Gennaio 2016 9:55)

      Grazie Claudine! Buon inizio di settimana anche a te! :-)
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  3. Avatar di Pensieroso

    Pensieroso 9 anni fa (12 Gennaio 2016 11:34)

    Ho letto tutto e ringrazio tutti..Forse si, lo stato confusionale di entrambe forza la situazione e la fa andare avanti... Ma sicuramente lei ha un'altro o altri, credo un collega...Ma perchè non staccarsi da me? perchè trattenermi per vedermi raramente e avere comunque una costante comunicazione verbale e scritta? Alla nostra età, ci vorrebbe sincerità, rispetto, amore...Possibile che tutto sia così magicamente incostante e finto? perchè mi domando non guardarsi negli occhi e ammettere tutte le verità..Cosa succederebbe? forse mancano gli attributi ad alcune donne o forse dovrei essere io a troncare perchè lei non ha coraggio.. Certo è che la situazione è tragicomica....
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    • Avatar di helen

      helen 9 anni fa (12 Gennaio 2016 12:10)

      Pensieroso tu leggi gli interventi anche delle altre? O degli altri? O leggi solo i tuoi? No perché c'è molto materiale di riflessione per te. Ti consiglio di dare una scorsa. La tua situazione è ribaltata al femminile un milione di volte e le risposte son più o meno sempre uguali. Andarsi a fare centomila domande su chi stia frequentando, perché fa così e cosa' è dopo un po' una perdita di tempo. Guarda cosa arriva a te: niente. Ti basta? Se tu andassi dal concessionario e ti vendesse una macchina che si ferma ogni 100 metri, che perde i pezzi e con il tergicristallo che va un giorno si e l'altro no, ti perderesti in disquisizioni tecniche o penseresti semplicemente che il concessionario ti ha rifilato una sola? E staresti lì a questionare sul fatto che il concessionario deve spiegarti i motivi per cui la macchina non va e deve analiticamente descriverti le problematiche della vendita (della sola)? Oppure gli chiederesti indietro i soldi punto e basta? Con gli uomini mi vien da fare l'esempio automobilistico eheh
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    • Avatar di Pensieroso

      Pensieroso 9 anni fa (12 Gennaio 2016 14:38)

      Perfetta risposta..Si tutto difettoso..devo lasciare la macchina dal rottamaio...
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  4. Avatar di Chiara

    Chiara 9 anni fa (12 Gennaio 2016 11:18)

    Ciao Ilaria! Ti scrivo con la speranza di ricevere un tuo caro consiglio. Sto con un ragazzo da un anno e viviamo una relazione a distanza per via dell'Università. Lui è all'estero, anche se torna spesso circa ogni mese/due mesi, quindi ci vediamo non a lungo termine. Abbiamo avuto un rapporto completo in cui c'è stata complicità (frequentando anche la stessa facoltà), comprensione, sesso, sentimento. Ma a volte a causa della lontananza abbiamo avuto delle discussioni su motivi futili e stupidi, perché magari con i messaggi si ci poteva fraintendere. E questo ci portava a litigare spesso ultimamente. Ho notato che al telefono, su Skype, quando lui torna e ci vediamo, tutto ciò non accade. Basta uno sguardo e una chiacchierata di cinque minuti per chiarire subito e fare pace, mentre invece la stessa discussione via messaggio potrebbe durare giorni e giorni a causa di incomprensioni. Lui afferma di essere un ragazzo che non crede nei colpi di fulmine, nell'innamoramento, ma solo un ragazzo che crede nell'amore vero e profondo che dura per sempre. Quindi lui con me non ha mai parlato di amore perché secondo lui è troppo presto innamorarsi di una persona dopo un anno, per di più i una relazione a distanza, perché manca la quotidianità, non si conosce tutto di quella persona, si vive lontano etc..quindi lui in questo va molto cauto e da molto peso in quello che dice. Ma ha sempre affermato logicamente che lui si sente molto legato a me, mi vuole bene, ha attrazione, gli manco quando non ci sono, vuole stare con me e non vuole lasciarmi. Lui considera l'amore come un sentimento che in assenza, dovrebbe essere provato anche dopo anni. Ad esempio lui afferma di amare sua madre perché se un giorno le dovesse morire, lui penserà a lei anche dopo 10,15 anni, quindi quello sarebbe vero amore. E non potrebbe dire lo stesso di me, né della sua ex sebbene le abbia detto ti amo, perché si è reso conto che dopo un anno l'ha dimenticata e si è fidanzato con me. Quindi per lui non era amore come pensava. Diciamo che lui ha questa concezione sull'amore. In seguito a una lite avvenuta il giorno di capodanno, lui ha deciso di prendersi una pausa, per capire se gli manco, per riflettere sulla sua vita, sulla sua situazione universitaria in quanto vive una vita indipendente e lontana dalla famiglia e dai suoi affetti, per capire se sente la mia mancanza come presenza che lo sostiene, o come sentimento che si sta trasformando in amore. Ma io mi chiedo, si può sentire la mancanza di una persona con cui sei stato un anno e con cui hai vissuto anche una relazione a distanza? Perché appunto essendo relazione a distanza abbiamo vissuto poco insieme, pochi momenti, poca quotidianità..può magari tra qualche settimana sentire che gli sto mancando e capire che a me ci tiene, oppure questa tattica lo aiuterà solo ad allontanarsi da me? Considera che lui è un tipo di ragazzo che odia avere il fiato sul collo e essere oppresso da domande, messaggi, chiamate, vuole vivere tranquillamente e senza ansie. Quindi ogni qual volta si sente così da una domanda postagli, da una situazione particolarmente noiosa lui si allontana un po'...
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (12 Gennaio 2016 11:26)

      Ciao Chiara, ma tu lo sai che per me uno del genere non è interessante nemmeno come caso studio? Ma tu ti rendi conto che uno del genere non ha la dignità dell'anello di congiunzione tra l'uomo e la scimmia? Questo è un'ameba, un deficiente (nel senso letterale del termine). Il fatto è che perdere tante energie e tanto tempo dietro un deficiente fa riflettere sullo spessore e le ambizioni di chi ci perde tempo, non credi? Tu ti stai comportando non da zerbino (quello sarebbe un passaggio di grado in avanti), ma da straccio. Che ne è della tua vita? Delle tue ambizioni? Dei tuoi studi? Del tuo futuro? (Ora quelle dal cuore grande e ipersensibili e tutte amore-dolore diranno: "tu Ilaria, con il lavoro che fai, non dovresti rispondere così". Avanti, fatevi del male, continuate a considerarvi le piccole fiammiferaie degli impotenti che vi trattano come stracci).
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    • Avatar di Chiara

      Chiara 9 anni fa (12 Gennaio 2016 19:15)

      Hai ragione Ilaria, lascio stare. Merito un ragazzo che mi ami, che mi voglia bene e che mi faccia stare bene e sentirmi amata! Grazie
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  5. Avatar di Beatrice

    Beatrice 9 anni fa (13 Gennaio 2016 10:06)

    Ciao Ilaria, leggo sempre con interesse i tuoi articoli, traendone utili spunti di riflessione su quello che è stato il mio percorso finora e per il futuro. Ora ho più consapevolezza delle dinamiche che mi hanno spinto a fare determinati errori in passato, ma a volte il confine è labile. Mi spiego: da qualche giorno (4/5 giorni) sui mezzi pubblici mi capita di incontrare un ragazzo, e dagli sguardi siamo passati a scambiarci qualche parola (discorsi generici sul tempo etc). Ma la cosa è finita lì. Non mi chiede nulla né il nome né altro. E' presto per considerarlo un uomo non interessato/problematico/smidollato/da girargli alla larga o devo dargli un po' più di tempo? Mi chiedo se il fatto che non si sia instaurato un altro tipo comunicazione già di per sé sia un segnale da cogliere...Più in generale come capire quando lasciar stare? In ogni caso grazie per tutto il tuo lavoro che fai. :)
    Rispondi a Beatrice Commenta l’articolo

    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (13 Gennaio 2016 11:35)

      Ciao Beatrice, mi fa piacere che tu legga i miei articoli e che tu apprezzi il mio lavoro. Nello stesso tempo credo che sia bene che approfondisca anche i contenuti con attenzione perché ho la sensazione che il nocciolo non sia stato ancora colto. Ti pare che un signore (giovane, maturo, meno giovane) che prende i mezzi che prendi tu tutte le mattine debba essere considerato una preda solo per il fatto che si trova, per abitudine e necessità, nello stesso luogo in cui ti trovi tu? Non può essere che questo signore stia semplicemente viaggiando e scambi qualche parola con te, anche perché, qualcosa mi dice che tu stai facendo di tutto per attrrarre la sua attenzione? Non è che costui, semplicemente vive la sua vita e non è obbligato a cadere ai tuoi piedi né tu autorizzata a considerarlo non interessato/smidollato/da girargli alla larga o dargli un po' più di tempo? Davvero pensi che ogni essere umano di genere maschile che per qualsiasi ragione gira nel raggio dei cento metri del luogo in cui ti trovi debba essere un potenziale partner/corteggiatore o quant'altro? E' a questo che pensi? E' qui la tua attenzione? E' tale il tuo bisogno di un partner? Devo davvero credere questo?
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    • Avatar di Beatrice

      Beatrice 9 anni fa (13 Gennaio 2016 12:19)

      Ciao Ilaria, grazie intanto per avermi risposto. anche il tuo commento è un ulteriore spunto di riflessione per me. Non ti nascondo che per anni sono stata bisognosa, buttandomi a capofitto in relazioni improbabili con uomini altrettanto improbabili a cui ho permesso di rubarmi tempo ed energie (mi prendo le mie responsabilità). Nel percorso che ho intrapreso, ho aumentato la mia consapevolezza e la mia autostima trovando la mia felicità e non ho bisogno di un uomo. Ma non per questo ho chiuso cuore e mente ma cerco di avere, rispetto al passato, un approccio più razionale. Venendo al ragazzo (credo sui 30) della metro, è stato lui ad approcciarsi a me, e ad iniziare la conversazione. Ed è sempre lui ad avvicinarsi a me ogni mattina...Credo di essermi mostrata disponibile, non bisognosa (ho letto con attenzione i tuoi articoli sulla differenza tra i due atteggiamenti)...però se dalle mie parole ho dato quest'impressione vuol dire che ho ancora molto su cui lavorare! :) Grazie e buon lavoro
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  6. Avatar di Teresa

    Teresa 9 anni fa (13 Gennaio 2016 13:04)

    Vi prego mi rispondete hai messaggi che ho mandato prima di quel ragazzo che mi piace tanto che è un mio amico mi ha visto uscire con un altro ragazzo e mi ha chiesto sei fidanzata e le ha fatto piacere vedermi,poi mi ha detto che mi faceva sapere l'uscita del film visto che fa l'attore,poi mi ha preso per i fianchi e mi ha abbracciato forte,perché non mi ha chiesto stiamo insieme forse perché visto che è stato fidanzato e si è lasciato dopo 4 mesi e' insicuro,perché timido non è,è una brava persona,io lo amo lui perché non fa un passo avanti??
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  7. Avatar di helen

    helen 9 anni fa (13 Gennaio 2016 14:25)

    Intanto sistema la punteggiatura perché il tuo discorso è illeggibile.
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  8. Avatar di Claudine

    Claudine 9 anni fa (14 Gennaio 2016 8:11)

    Buongiorno Ilaria! Volevo condividere con voi questo piccolo evento che, nonostante i dettagli, preciso che sto analizzando con distacco. Da pochi giorni ho avuto la fase uno del 'come sedurre un uomo senza stress...'cioè è avvenuta la conoscenza. Voleva lasciarmi il numero, ma io ho risposto che non chiamo mai, per cui lui ha richiesto il mio. Finalmente un tipo brillante con cui ho riso di cuore e ho passato una piacevole serata. Ormai scade la settimana e nessun riscontro. Forse non ha gradito il mio dire 'facciamo un ultimo giro poi usciamo anche noi', quando si aspettava di uscire con me da locale. Ma mi è venuta così: dopo ore di conversazione, mi sembrava eccessivo averli come accompagnatori fino alla macchina. Forse sono scivolata proprio alla fine. Boh chissà Ilaria. Cosa positiva: sono contenta perché sono serena. Se ha parlato con me per non lasciarmi sola mentre l'amico imtortava la mia amica, penso che non deve essergli dispiaciuto per stare lì 2 ore. Altri si dileguano. Penso che è bello anche non avere un seguito a queste serate, perché lui non mi ha colpito in modo particolare, a parte la simpatia, per cui l'importante per me è aver rotto il ghiaccio. Sapere di attirare persone a me affini, con le quali mi sento in sintonia mi da una carica in più. Poi ovviamente la cosa deve essere reciproca, ma su cosa passa nella mente dell'altro non voglio più farmi un cruccio. Io quella sera sono stata bene. Certo desidero che ricapiti, ma non lego la cosa ad una persona. Cerco di trovare le condizioni o di provocarle! In fondo si tratta di solo conversazione. Buona giornata!
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  9. Avatar di Sepulla

    Sepulla 9 anni fa (15 Gennaio 2016 16:23)

    Ciao Ilaria e complimenti per il tuo sito meraviglio! Sto 20 anni con un ragazzo(?)oggi ha 40 anni),ma non capisco che succede:c'è intesa, c'è sesso, lui è premuroso, mi sopporta(!), mi ama eppure io da 2 anni(da un lutto in famiglia-mio papà),nonostante gli voglia bene, non ho più il sentimento di un tempo e non sono felice con lui(mi capita di infatuarmi facilmente di altri ragazzi). Che succede?
    Rispondi a Sepulla Commenta l’articolo

    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (15 Gennaio 2016 17:10)

      Ciao Sepulla, tu dovresti saperlo :)... Ti sei messa con questo ragazzo quando eri molto giovane e non ti sei concessa tempo e modo di fare esperienze? Non essendoti concessa tempo e modo di fare esperienze, probabilmente pensi che "dovresti" essere innamorata di questo giovanotto solo perché state insieme da tanto tempo? E non è così... Magari il compagno giusto per te non hai avuto modo di incontrarlo e non sai ancora cosa sia l'amore per cui, ora, scalpiti. Il lutto in famiglia probabilmente ti ha suscitato una serie di "cambiamenti" interiori che si stanno mostrando con questa rivelazione di non amare più costui e soprattutto con il "sintomo" dell'infatuazione per altri ragazzi. In ultimo la premura e la capacità di "sopportazione" del tuo ragazzo possono anche essere espressione di piattume e di mancanza di vitalità... Ecco. Queste le mie riflessioni.
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    • Avatar di Sepulla

      Sepulla 9 anni fa (15 Gennaio 2016 17:18)

      Grazie Ilaria, chiarissime e utilissime le tue riflessioni. Sarà il caso di "reinventarsi"dopo una lunga relazione, dove ancora ha stima reciproca e piacere nel stare insieme(che sia abitudine?!), ma che ahimè manca di altro..Riguarda al tempo per me, un'altra cosa che apprezzo del mio ragazzo/compagno è che entrambi abbiamo tempo per noi stessi, ma è probabile che il problema sia altrove come hai notato tu. Grazie ancora
      Rispondi a Sepulla Commenta l’articolo

  10. Avatar di Shy

    Shy 9 anni fa (29 Gennaio 2016 19:16)

    Buonasera a tutte! Volevo porvi un quesito a cui non so bene dare una risposta. Secondo voi, è vero che si cambia dalle esperienze del passato? Della serie si cambia più a livello caratteriale, o come modo di vedere le cose e quindi di relazionarsi? ( sia uomini che donne)
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  11. Avatar di Alberto

    Alberto 9 anni fa (12 Febbraio 2016 11:06)

    Ciao Ilaria, ho letto con grande piacere ed entusiasmo la tua guida. Mi è piaciuta molto. Devo dire che il linguaggio è di facile comprensione e spiega bene i diversi passi che ognuno di noi si trova a vivere. Hai proprio ragione, quando dici che noi stessi dobbiamo, in primis, essere chi vorremmo sedurre. Spesso ci facciamo un auto-diagnosi per capire dove sbagliamo..ma poi è difficile mettere in pratica il cambiamento che desideriamo. Mi sono trovato in prima persona a vivere una relazione lunga..e per niente appagante su diversi lati. perdendo occasioni (forse belle) voglia..e soprattutto ho fatto prevalere la felicità della partner alla mia. Decisioni importanti, cambiamenti universitari che non ho fatto per pressioni e ricatti, che allora non capivo..ed oggi sono arrabbiato con me stesso per non aver capito quanto era egoista quella persona e quanto tempo ho perso dietro quella relazione, ma soprattutto non ho cambiato facoltà di studi..ed essere oggi chi avrei voluto. Un medico. purtroppo se non frequenti l'ambiente che vorresti non incontri nemmeno le donne che vorresti sedurre. è sbagliato si, avere un prototipo ma ti rendi conto che la differenza c'è. quando mi guardo dietro vedo solo il tempo utile che ho sprecato..! infatti la paura piu grande che mi frena, nell'avere nuovamente una relazione lunga, poichè le avventure non mancano, è proprio il fatto che potrei lamentarmi con la futura partner per questa questione universitaria irrisolta. Studiavo Economia, ma poco dopo pensavo fosse poco,non mi appassionava più,desideravo qualcosa di piu pratico, volevo qualcosa di più e pensai a medicina. mi affascina il mondo e il prestigio sanitario. quando le dissi io cambio..mi minaccio che mi avrebbe lasciato..e siccome era gia qualche anno che stavamo insieme..mi feci condizionare. per di piu anche la famiglia disse la sua.... ma che cambi..il lavoro ci sta..hai un negozio ( dei miei genitori) e cosi andai avanti, sempre con un nodo in gola. Facendo un lavoro che non mi prendeva affatto. Alla fine scoppiai e la storia fini. Il mio primo pensiero non è stato perdere lei. ma che in tutti quegli anni non fui capace a decidere di laurearmi e cambiare la mia vita. Questa cosa ancora oggi mi angoscia e mi fa vivere male e ogni giorno penso a come poter cambiare per essere davvero felice..soddisfatto e attrarre quella donna che avrei sempre voluto. Se vorrai darmi un consiglio sarò felicissimo di ascoltarlo. Scusami se mi sono lasciato prendere la mano, ma a volte un "estraneo" può davvero esserti d'aiuto. Grazie. A presto. Alberto.
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  12. Avatar di Dabo

    Dabo 8 anni fa (13 Giugno 2016 16:21)

    una frase fra tante: "Il nostro passato e i nostri errori del passato portano in realtà con loro un dono prezioso" è così, gli errori sono una spinta a capirsi, a migliorarsi. Vale il detto "sbagliando si impara" cui aggiungo "allora non ne voglio perdere più nenche uno (di errore)". è una battuta ma... saper trasformare un errore in una vittoria su se stessi, coprire ogni cicatrice con una medaglia!! Nel mio lavoro non commettere errori è praticamente impossibile, ma è fondamentale trovarli e correggerli tutti durante il collaudo, pena possibili gravi danni alle persone. Una lezione di vita, mai dimenticata. Buon vento!
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  13. Avatar di Angela

    Angela 6 anni fa (7 Marzo 2019 16:36)

    Ritorno dopo un po' di anni in questo sito e mi rileggo alcuni articoli che, all'epoca, mi avevano fatto bene. Non condivido tutto quello che scrivi su questo blog, Ilaria. Però questo articolo mi ha aiutato, come anche altri. Il mio problema è diverso, comunque, nel senso che il mio passato, da cui a volte mi sento un po' perseguitata (anche se non sempre), non mi ha impedito di trovare l'amore della mia vita, con cui mi sposerò tra poco meno di tre mesi. Anzi, in realtà è stato un elemento fondamentale nella mia vita, perché ho capito esattamente quello che volevo e sono così riuscita ad ottenerlo. Ora che mi sto avvicinando al mio matrimonio, però, sono spaventata. I miei ex continuano a tornarmi in mente, rendendomi fortemente insicura. Non sui sentimenti verso il mio futuro marito, ma sulle scelte che ho fatto in passato. I miei ex non li amo più e non ci tornerei mai insieme. Ho troppa paura di ritrovarmi a fare altre scelte sbagliate e di farle pagare al mio compagno. Il bello è che so bene che è una paura irrazionale e infondata. In primis, perché sulle scelte che ho fatto finora da quando ho conosciuto il mio futuro marito non tornerei indietro neanche se mi pagassero, e non riesco a pensare a scelte migliori che potrei fare. E non sono scelte che ho fatto perché mi stavo accontentando di poco, anzi, l'esatto contrario! In secondo luogo, se provo a identificare questa paura, la vedo come fumosa e non ben definita. Forse proprio per il fatto che so bene di poter fare scelte diverse. Nel corso dell'ultimo anno e mezzo (praticamente da quando convivo) ho avuto parecchie insicurezze che mi hanno soverchiata, tanto che ho avuto un sacco di attacchi di panico e sono dovuta tornare dalla psicologa, perché non riuscivo a capire che cosa mi stesse succedendo e perché. Ho cominciato a stare meglio nel momento stesso in cui ho deciso di smettere con un'abitudine che mi stava facendo molto male. No, non il fumo o l'alcool, ma il latte. Sono intollerante al lattosio, ma me ne fregavo allegramente. Da lì, gli attacchi di panico sono smessi e gradatamente ho ricominciato, poco per volta, a riprendermi cura di me: curo di più la mia alimentazione (detta esplicitamente, sono in sovrappeso e mi sono messa a dieta. E non solo per dimagrire, ma anche per imparare a mangiare e quindi restare magra. O almeno non tornare ad essere in sovrappeso come adesso) e il mio corpo, ho trovato un piccolo hobby che mi aiuti a mantenermi collegata al presente. Dentro di me sento che qualcosa mi dice "ok, hai sbagliato, in passato, ma ora puoi essere una persona diversa, hai fatto scelte diverse e puoi farle ancora." È una sorta di mantra che mi si ripete costantemente ogni volta che l'insicurezza si fa avanti. Solo che l'insicurezza si fa sempre più avanti e ormai sono spaventata, perché ho paura di non farcela.
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    • Avatar di Francesca

      Francesca 6 anni fa (7 Marzo 2019 16:52)

      @Angela, potrei sapere cosa non condividi del pensiero di Ilaria?
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    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (7 Marzo 2019 17:32)

      "Nel corso dell'ultimo anno e mezzo (praticamente da quando convivo) ho avuto parecchie insicurezze che mi hanno soverchiata, tanto che ho avuto un sacco di attacchi di panico e sono dovuta tornare dalla psicologa". E quindi che fare? Andare in psicoterapia, curare l'intolleranza al lattosio, dimagrire (chissà come mai proprio ora che hai il fidanzato e non prima) e sposarlo, mi pare ovvio. E' evidente che lui sia una mano santa per la tua salute, la tua autostima e la tua stabilità emotiva. Mi ricordi tanto me quando sto con qualcuno, spero di avere torto.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Angela

      Angela 6 anni fa (11 Marzo 2019 9:12)

      Ciao, Anna. In realtà no, non è lui a essere una mano santa per la mia salute e la mia autostima. Certo, rappresenta uno stimolo in più a migliorarmi. Ma detta come va detta, io sono la causa dei miei disagi perché, come parecchie persone, ho la tendenza a complicarmi la vita. Ma sono anche la mia stessa mano santa per la mia salute e la mia autostima, perché quando arrivo al punto di rottura cerco il modo di stare bene. Non c'entra nulla il fatto che sto insieme a qualcuno. Sono sempre stata così anche da single. Quando vedevo che le cose non andavano più, mi muovevo per cambiarle, qualsiasi fosse la circostanza.
      Rispondi a Angela Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (11 Marzo 2019 14:38)

      Da quando convivi l’ansia è peggiorata, quindi non mi pare il caso di pensare al matrimonio. Se ti facesse sentire meglio, sarebbe un altro discorso, ma così potrebbe essere lui (o il rapporto) a crearti ansia. Poi bisogna capire chi ti ha messo in testa che devi “migliorarti” e che non vai bene così come sei. Cosa hai che non va e che deve essere “migliorato”?
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 6 anni fa (7 Marzo 2019 18:09)

      Ma è proprio necessario convivere? E' proprio necessario sposarsi?
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (7 Marzo 2019 18:58)

      @Ilaria: La poni come questione esistenziale, o nel caso specifico? ;)
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 6 anni fa (7 Marzo 2019 20:14)

      Entrambi. Anche come questione strettamente giuridica, anche se questo aspetto è quello che più esula dal mio ambito. E non c'è ironia nelle mie domande.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Doris

      Doris 6 anni fa (7 Marzo 2019 20:22)

      Io non ho mai desiderato il matrimonio. Ho convissuto, ma mi sono resa conto che vivere sola è la mia dimensione ottimale, nonostante alcuni aspetti negativi, come quello economico o quello gestionale. Però ho sempre trovato solo pregiudizi su questo tema, del tipo: se non vuoi condividere la tua vita e la tua casa con un uomo significa che non lo ami abbastanza.
      Rispondi a Doris Commenta l’articolo

    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 6 anni fa (7 Marzo 2019 20:56)

      Seeee, come no... Ti spingono sempre ad amare di più, nel senso di sacrificarsi di più... Comunque ragazze, io sono della filosofia che per star bene piuttosto si va avanti a pane e cipolle. Senza necessariamente vivere male (non bisogna vivere male e trattarsi male) si può tirare la cinghia e aver l'orgoglio e l'autostima di essere libere di fare le proprie scelte. Poi si impara anche a gestire le risorse che si hanno e magari ad aumentarle.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Doris

      Doris 6 anni fa (7 Marzo 2019 21:38)

      È la stessa filosofia mia. Da sempre. E per sempre, mi sa...
      Rispondi a Doris Commenta l’articolo

    • Avatar di Emanuela T

      Emanuela T 6 anni fa (8 Marzo 2019 16:03)

      " Non bisogna vivere male e trattarsi male ", l'utilità e la necessità di questa frase purtroppo non è alla portata di molte donne. Cara Ilaria, ho fatto mie tutte le parole che qui hai dispensato a molte e spero che oltre me anche quelle che qui si limitano a leggere senza intervenire ne abbiano tratto giovamento. Non ci si rende conto di quanto gli altri, anche le persone in apparenza più vicine, spingano spesso in direzioni sbagliate. Purtroppo in questa ultima manciata di giorni ho ricevuto la notizia, confermatami definitivamente ieri, di avere un carcinoma maligno. Sapevo che per quanto avessi intossicato la mia vita negli anni precedenti, pur avendo cercato di cambiare la rotta grazie anche alla tua conoscenza, ne avrei pagato le conseguenze presto, non pensato tanto presto. Ad ogni modo, dopo aver iniziato a sistemare il sistemabile, mi sono resa conto che le persone che ho voluto lasciare fuori da questa informazione sono state quelle che ritengo in parte responsabili di un percorso di vita sbagliato. E' curioso osservarle ora che non sanno del mio stato, comportarsi con la stessa aggressività, scorrettezza e autocommiserazione che le ha messe sempre in primo piano rispetto ai bisogni di chiunque altro le circondasse. So che è un esercizio non riproducibile facilmente, ma provateci, provate a chiedervi se steste da questa parte, quelle persone cambierebbero? quanto disprezzo riuscirebbero a raccogliere dentro di voi se le vedeste ancora mettersi al centro dell'attenzione quando i loro problemi non sono che pura inezia. Riuscireste ancora a raccogliere un briciolo di empatia da donare? Non si ha idea di quanto ci si intossichi con questa roba, pensate a voi, a voi prima di ogni cosa. I matrimoni non servono, le convivenze non devono essere l'obiettivo di una vita. Il vostro benessere deve esserlo, perché è difficile che al minimo cedimento possiate trovare qualcuno disposto a rinunciare ad una parte di se stesso, quindi vi serve tutta l'energia possibile per fare da sole. I miei migliori auguri in questa giornata a Ilaria, per il lavoro unico che fa e a voi tutte.
      Rispondi a Emanuela T Commenta l’articolo

    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 6 anni fa (8 Marzo 2019 16:46)

      Per quel che vale, Emanuela, io ci sono.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Emanuela T

      Emanuela T 6 anni fa (8 Marzo 2019 19:30)

      Vale tantissimo, Ilaria e grazie davvero :)
      Rispondi a Emanuela T Commenta l’articolo

    • Avatar di Viviana

      Viviana 6 anni fa (8 Marzo 2019 22:26)

      Ciao Emanuela T, grazie per le tue parole, dai tuoi commenti c'è sempre tanto da imparare, un forte e caloroso abbraccio!
      Rispondi a Viviana Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (8 Marzo 2019 17:29)

      Sono sgomenta. Un abbraccio
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Roberta

      Roberta 6 anni fa (9 Marzo 2019 10:15)

      Ciao Emanuela. Capisco i tuoi pensieri negativi per la situazione che stai affrontando. Forza, non buttarti giù. Noi siamo qua per darci una mano a vicenda. Un abbraccio anche da parte mia.
      Rispondi a Roberta Commenta l’articolo

    • Avatar di Carlotta

      Carlotta 6 anni fa (8 Marzo 2019 17:32)

      Un grosso abbraccio Emanuela 💪
      Rispondi a Carlotta Commenta l’articolo

    • Avatar di Doris

      Doris 6 anni fa (8 Marzo 2019 21:42)

      Grazie Emanuela, auguri a te, sinceri.
      Rispondi a Doris Commenta l’articolo

    • Avatar di Mononoke

      Mononoke 6 anni fa (8 Marzo 2019 21:59)

      Un caro abbraccio Emanuela e T e grazie per le tue parole!
      Rispondi a Mononoke Commenta l’articolo

    • Avatar di Ste

      Ste 6 anni fa (8 Marzo 2019 22:26)

      Un abbraccio forte anche da parte mia Emanuela T!
      Rispondi a Ste Commenta l’articolo

    • Avatar di Emilia

      Emilia 6 anni fa (8 Marzo 2019 22:53)

      Emanuela, ti auguro di affrontare tutto al meglio e di superare questo periodo con la forza necessaria. Un grande abbraccio
      Rispondi a Emilia Commenta l’articolo

    • Avatar di Silvia

      Silvia 6 anni fa (9 Marzo 2019 9:57)

      Ci vuole un grande coraggio ad affrontare tutto ciò, e tu ne hai da vendere. Un grande abbraccio, Emanuela!
      Rispondi a Silvia Commenta l’articolo

    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 6 anni fa (9 Marzo 2019 12:06)

      Sicuramente, Emanuela è una roccia.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Tina

      Tina 6 anni fa (9 Marzo 2019 10:40)

      I miei pensieri sono con te Emanuela
      Rispondi a Tina Commenta l’articolo

    • Avatar di FrancescaF

      FrancescaF 6 anni fa (9 Marzo 2019 12:08)

      Ho un'amica che di recente ha ricevuto la tua stessa notizia e ne è uscita più forte, felice e consapevole di prima. Sii fiduciosa, quindi. Sono prove grandi, ma che servono a volerci più bene. Forza!
      Rispondi a FrancescaF Commenta l’articolo

    • Avatar di Angela

      Angela 6 anni fa (11 Marzo 2019 9:49)

      Ciao, Emanuela. Condivido pienamente quello che dici. Infatti, come ho già detto a Ilaria, per me il matrimonio e la convivenza non sono state scelte obbligate dal fatto che due che si amano devono per forza andare a vivere insieme e sposarsi. Semplicemente, per noi è stato un'evoluzione naturale del nostro rapporto. Per il resto, sono io che, quando sono stata male, ho cominciato a operare i cambiamenti che dovevo operare per stare bene. Ma sono sempre stata così, anche sapendo che tanti problemi me li sono causati da sola. Ora ho effettivamente un problema che non so come risolvere (cioè questi ricordi indesiderati che mi arrivano in testa senza che io li possa controllare e che mi lasciano un forte senso di insicurezza), ma certo non vado dal mio futuro marito a pretendere che me lo risolva lui! Per quanto il confine tra il mio io e la coppia sia labile, posso dire in tutta sicurezza che anche in coppia sto mantenendo la mia dimensione. In bocca al lupo per tutto quanto.
      Rispondi a Angela Commenta l’articolo

    • Avatar di Ally

      Ally 6 anni fa (11 Marzo 2019 23:19)

      Emanuela un abbraccio fortissimo. Hai il mio pensiero ❤️. Rifletto molto sul benessere a tutto tondo da sole, sono in cammino. Grazie del tuo commento.
      Rispondi a Ally Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (7 Marzo 2019 21:18)

      Con me, sfondi una porta aperta. Diciamo che se il matrimonio tornasse ad essere il rito dell'impegno reciproco di fronte alla propria comunità, avrebbe senso. Ma non mi pare che sia questo il sentire comune. Io non mi volevo sposare civilmente, ad esempio. Volevo solo il matrimonio religioso e mi sono pure informata, pensa te.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Angela

      Angela 6 anni fa (11 Marzo 2019 9:32)

      Buongiorno, Ilaria. Rispondo per come la vedo io. A parte le cose essenziali alla sopravvivenza, niente di quello che facciamo è necessario. Non ho mai avuto come obiettivo la convivenza e il matrimonio. Avevo come obiettivo l'avere figli, perché pensavo che una donna si realizzasse tramite la maternità (mi sa che con questa frase scatenerò un vespaio). Ho dovuto rimettere in discussione questa mia convinzione quando mi sono resa conto che l'idea di avere figli mi metteva il panico addosso. Soffrivo di depressione reattiva, visto che la mia vita non mi piaceva, come potevo pensare di insegnare ai miei eventuali figli a vivere bene una vita che non riuscivo a vivere bene io? Ho capito che quella convinzione era una stron*ata. Per il matrimonio, non ci sposiamo perché ad un certo punto della vita "bisogna sposarsi e pensare di mettere su famiglia". Basti pensare che mi sono abbastanza arrabbiata quando in due o tre sono venuti a dirmi che era ora che mi sistemassi, che ormai ho una certa età (ho 31 anni!). Semplicemente, a me e al mio futuro marito è sembrato naturale andare a convivere, come è sembrato naturale sposarci. Tutto qua.
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    • Avatar di Carla

      Carla 6 anni fa (7 Marzo 2019 18:27)

      Mi sembra che tu sia un tantino autolesionista e che cominci a fare l'ambulanza lamentandoti perché ora sei più "felice" e forse equilibrata. Starai facendo autosabotaggio? Brutta abitudine
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  14. Avatar di SoleLuna

    SoleLuna 2 anni fa (3 Novembre 2022 1:08)

    Bell'articolo, mi serviva leggere queste considerazioni. Passo (purtroppo) parecchio tempo a pensare cose del tipo "ma perchè quando avevo tot anni non ho fatto questo e quello" come se adesso non potessi farlo più, e consideriamo che alla "tot età" manco mi era passato per l'anticamera del cervello di fare le cose che ora rimpiango di non aver fatto. Ma il rimpianto che ho più di frequente, non è tanto su scelte sbagliate o errori, quanto sull'aver perso alcuni anni di gioventù quasi senza agire (colpa di una brutta e profonda depressione che ci ho messo tanto a curare). So che non posso e non è giusto colpevolizzarmi per questo, purtroppo certe cose capitano e sono capitate perchè avevo motivi profondi e pesanti per finire in quello stato mentale e non riuscire a darmi da fare. Però mi pesa. Probabilmente perchè sento di avere ancora poco tempo "buono" da sfruttare e quindi mi dico "se avessi sfruttato anche quello che hai perso per la depressione, anzichè perderlo in quel modo..." (per l'appunto, mi colpevolizzo per una malattia che non mi sono certo andata a cercare e che necessita di tempo per venirne fuori). E altra convinzione radicata e depotenziante che non riesco (o che riesco solo a tratti) a sradicare è appunto quella di avere "ancora poco tempo "buono" ". Come se poi fosse solo un'esistenza di sopravvivenza e contentini. E' un'idea radicata nella società e che la quasi totalità delle persone "sposa", ed ecco perchè ha un impatto tanto grande (siccome lo pensano tutti e la vivono tutti così = è ineluttabile anche per me). Ma mi devo ricordare, seppur fatichi a imprimermelo bene in testa, che non deve essere per forza così. Che non è una condanna. Che si può continuare a scegliere come vivere e a fare progetti. Chissà se prima o poi anche la mente mi seguirà e smetterà di torturarmi con certi pensieri inutili e angoscianti. Io voglio essere felice!
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