Perché con le tue ferite sei più bella e più affascinante

In questo articolo parlerò del kintsugi, un’antichissima tecnica di riparazione giapponese che ci fa comprendere in modo pratico che sono proprio gli ostacoli che abbiamo superato, i traumi che abbiamo subito e i dolori che abbiamo sperimentato a renderci unici, migliori e anche più affascinanti.

Sono le cicatrici a renderci belli. A fare di noi persone migliori.

"Accada quel che accada anche il sole del giorno peggiore tramonta. Proverbio Giapponese"

Facciamo un passo alla volta, con calma.

Uno degli effetti collaterali più orribili delle delusioni, dei traumi e del dolore, in particolare di quello emotivo e ancor di più di quello sentimentale, è che ti fanno perdere la speranza nella vita e nel futuro, ti fanno perdere la fiducia in te stessa e soprattutto ti fanno perdere la lucidità mentale, il senso della prospettiva e della realtà in cui sei immersa e delle possibilità e opportunità che hai a disposizione.

Tanta roba e pesante, eh?

E’ stato proprio quando mi trovavo nel bel mezzo di un – lungo – momento difficile della mia vita, di quelli in cui perdi il riferimento più importante, cioè proprio la tua lucidità e il controllo sulle tue emozioni, che ho letto per la prima volta del kintsugi. E ne sono rimasta molto colpita.

Si trattava di un po’ di tempo fa.

Ma non mi sono di certo dimenticata di quel che ho vissuto e di quel che ho provato in quel momento.

Diciamo che io avevo bisogno di rimettermi insieme, ma allora non avevo nemmeno la colla e non avrei saputo dove trovarla, figurati l’oro o l’argento o la lacca giapponese.

Il termine kinstugi  (anche kintsukuroi) significa letteralmente “oro” (“kin”) e “riunire”, “riparare”, “ricongiunzione” (“tsugi”), cioè riparare, riunire, rimettere insieme con l’oro.

Certo, quando ti senti letteralmente “a pezzi”, quando nemmeno trovi i cocci di te stessa perché non solo l’intero si è rotto, ma i frammenti, alcuni piccolissimi, ma importanti, sembrano persi per sempre sul pavimento dell’esistenza a causa della caduta rovinosa e della frattura apparentemente irrimediabile, che te ne fai della metafora legata a un tecnica con la quale si può riparare qualsiasi oggetto, di valore o meno, che abbia subito rotture anche molto devastanti, impreziosendolo, rendendolo più bello e aumentando il suo valore?

Boh…

Però quel giorno sono rimasta tanto colpita che ho pensato che quello del kintsugi fosse un tema degno di essere approfondito, per molte buone ragioni.

E nello stesso tempo mi ripetevo che quello non era il momento e che comunque allora non poteva riguardarmi: tanto il kitsugi era affascinante, quanto io ero assolutamente incredula e sfiduciata che a me potesse accadere quel che accade a un vaso rotto dopo l’intervento di un artista del kintsugi.

Era enormemente interessante, sarebbe stato importante per me capirne il senso e allo stesso modo lo percepivo totalmente al di fuori della mia portata.

E con quel sentire  di sottofondo (la sfiducia, l’impotenza, la percezione della mancanza totale di ogni residua possibilità) impalpabile ma ben presente, ho sempre rimandato di occuparmene: per lunghissimo tempo ho creduto che il kintsugi, cioè il suo significato metaforico, tanto importante per la mia esistenza e per quella di molte altre persone, fossero temi ancora troppo lontani da me, cioè che io fossi ben lontano dal risultato finale che una “buona operazione” di kintsugi regala a un oggetto o a un’esistenza (per restare nella metafora).

Non solo: in quel brutto periodo avevo pensato che fosse un’idea bellissima, ma illusoria e impraticabile. Una delle tante “balle di fuffa filosofica/esistenziale” che ci vengono propinate in egual misura da Oriente e da Occidente.

Kintsugi: che cos’è?

Poi, dopo che molte cose sono successe, dopo che questo blog è nato e cresciuto, spesso ho ripensato al kintsugi come a un riferimento utile per il lavoro con le mie clienti e per i miei percorsi, per il blog.

E, si sa, non sempre poi pensieri e progetti prendono forma, perché sono tanti e si sovrappongono uno sull’altro :) .

Finché, qualche giorno fa, a commento dell’articolo Ti comporti anche tu come una reduce?, una lettrice, Lu, ha parlato dell’arte del kintsugi e altre lettrici hanno condiviso la meraviglia e l’apprezzamento per il significato filosofico ed esistenziale di questa antica tecnica di riparazione giapponese.

E mi sono detta: “Oh, perbacco, ma com’è che non ho ancora parlato del kintsugi?”

kintsugiTi riporto paro paro il commento di Lu, che spiega bene cos’è il kintsugi e che significato ha per chi si sente tanto ferito dalla vita: “Ho letto di un’antica pratica giapponese, il kintsugi; quando un oggetto di ceramica si rompe, i giapponesi non lo buttano via, lo riparano, incollano i pezzi e riempiono le crepe con dell’oro. Impreziosiscono le ferite perché rendono l’oggetto più bello, unico. Una trama di preziosissime ferite. Un’opportunità nella sventura. Non possiamo sempre programmare quello che ci capita (e spesso è una fortuna), però possiamo imparare ad utilizzare in maniera sapiente quello che resta.”

"La vita è questa nulla è facile e niente è impossibile. G.Donadei"

Insomma, detto meno poeticamente, il kintsugi è l’arte di rimettere insieme i cocci, di ricostruire qualcosa non com’era esattamente (e come si fa?), ma di certo mantenendo la forma originaria e lasciando ben evidenti rotture e ferite che diventano a questo punto decorazioni e punti di forza dell’oggetto “riparato”.

Oggetto che a quel punto diventa autenticamente “unico”, dato che niente si rompe o può essere rotto in un modo uguale a qualcos’altro e niente quindi si ricostruisce allo stesso modo di qualcos’altro anche perché le vie per le quali ci si perde e poi ci si ritrova sono diverse per ciascuno.

In più quell’oggetto rotto e poi ricomposto diventa anche molto più prezioso, perché invece della colla, per metterne insieme i pezzi si usano oro o argento fuso o lacca mista a polvere d’oro.

Mica male il kintsugi, eh? Aggiungiamo che i punti di congiunzione, quelli in cui c’è stata la rottura, essendo stati riparati con materiali tanto preziosi e con grande meticolosità diventano anche i più forti perché la miscela usata per crearli è molto più resistente.

Stai pensando anche tu a qualche analogia con la vita delle persone?

"Il mondo spezza tutti quanti e poi molti sono forti nei punti spezzati. E. Hemimgway"

Se ci rifletti la teoria del kintsugi è piuttosto rivoluzionaria per il nostro modo di pensare, soprattutto nei tempi attuali: quello che è appena appena sbeccato si butta, non parliamo di quello che si rompe in mille pezzi.

E in realtà io sono convinta che qualcosa stia cambiando da questo punto di vista e so che molte appassionate di tecniche del riuso sanno a che cosa mi riferisco, vero?

Come ricostruirsi diventando migliori e più sicure

In questo momento probabilmente starai pensando qualcosa del genere: “Ma Ilaria ma che cosa stai dicendo?! Cosa interessa a me del kintsugi? Non sono mica una teiera, io! E poi oro e argento, e chi ce li ha? Io non riesco nemmeno ad alzarmi al mattino. Mi stai prendendo in giro per caso?”

Breve ed essenziale, la guida che ti spiega i passi base e fondamentali per costruire o ricostruire la tua autostima e mantenerla. Per stare bene con te stessa e con l’uomo giusto.

Certo che non ti sto prendendo in giro. Sto illustrandoti una prospettiva attraverso la quale puoi diventare il meglio del meglio di te stessa proprio dopo aver sperimentato le peggio cose ed essere al punto di sentirti uno straccetto, un vaso caduto a terra e ridotto in mille pezzi.

"Il perdono più difficile è quello che un uomo deve riuscire a trovare per se stesso. G.Faletti"

Come fai?

Ti propongo 6 passi che ti possono essere utili per essere un’artista dell’auto-kintsugi.

1) Dài il giusto peso al tuo dolore. Non sopravvalutarlo e non sottovalutarlo. Concediti un periodo per soffrire come non ci fosse un domani e come se la sofferenza fosse il tuo unico scopo di vita. (Peraltro ci sono molte persone che in questo sono bravissime.) Soffri, piangi, arrabbiati, autocommiserati. Poi, a un certo punto decidi che la te addolorata ti è venuta a noia e che hai pianto a sufficienza, anche per le prossime 5 vite.

Hai dato.

Ora decidi di rimetterti in sesto, anche se sulle prime sembra che tu non ne abbia voglia.

2) Immagina, ricorda, visualizza qual era la tua forma originaria prima che traumi e delusioni cocenti ti colpissero: quali erano i tuoi desideri di bambina prima che le svalutazioni di tuo padre – umilianti e invincibili – ti convincessero a puntare più basso o in un’altra direzione che alla fine si è rivelata disastrosa per te? Com’eri e cosa volevi prima che quell’orribile storia sbagliata e quell’uomo abusivo ti togliessero ogni energia e tutta la vitalità che ti ha sempre caratterizzato? Quali erano le tue ambizioni e le tue competenze prima che quello sfigatissimo capo incapace, inadeguato e raccomandato ti annullasse con un mobbing senza tregua?

Torna al “prima” del momento in cui ti hanno messa o ti sei messa nei guai.

Pensa bene a come eri, a che cosa volevi e a che cosa sentivi.

3) Crea una connessione tra quella che sei adesso e quella che eri prima.

Ok, sì, anche se sei a pezzi. Che tu ci creda o no i traumi e le sofferenze ti hanno cambiata, ma di certo non solo in peggio. La caduta e la frattura, i mille persi sparsi, ti stanno dando una visione sulla vita che, se fossi rimasta intatta, non avresti avuto. E poi nessuno che entra nella vita rimane intatto, di sicuro. Comprendi bene che cosa il dolore ti ha aggiunto (magari anche di “parzialmente” negativo: la comprensione della tua fragilità, la rabbia, l’aver imparato che non ci si deve fidare).

trasformazione

4) Unisci il “prima” e il “dopo” decidendo che cosa vuoi per te.

Ti faccio un esempio personale.

Un giorno, successivo a quel brutto periodo, diciamo dopo che avevo esaurito la fase 1, mentre stavo facendo cose in casa di davvero nessuna importanza ho pensato proprio: “Devo riunire i fili che si sono spezzati, come un elettricista che fa una riparazione. Riunirò i fili di me e della mia vita adesso, dopo quello che mi è accaduto con quelli di me allora, prima che tutto succedesse. Senza pensare che sia troppo tardi, di aver perso treni od occasioni. E devo partire dal piccolo, dal facile, sennò non mi metterò nelle condizione di riuscire e di stare bene.”

Mi sono fermata, ho pensato per qualche minuto: “Che cosa mi interessava allora, prima della caduta rovinosa? A che cosa tenevo davvero?” (E in un retro-pensiero mi dicevo: “Che sia piacevole e non impossibile, se no ti avvilisci e diventa tutto ancora peggio”).

Dopo pochi minuti l’illuminazione: l’inglese. Mi interessava l’inglese. Non mi piaceva, confesso, ma mi interessava saperlo. E invece, come altre molte cose importanti per me (anche molto più importanti), l’avevo abbandonato.

Mi sono organizzata da subito per riprendere in mano il mio inglese, con metodo e nel modo migliore (sui risultati al riguardo non garantisco, veh, ma questa non solo è tutta un’altra storia, ma c’entra poco).

Ho ripreso da dove avevo lasciato.

5) Usa i collanti preziosi giusti per te. Usa argento, oro e lacca mista a polvere d’oro.

Di che si tratta, fuor di metafora? Rimettere insieme i pezzi di una tazza che si è rotta richiede pazienza, attenzione, dedizione e tempo. Non aspettarti risultati immediati. Il fatto certo è che, una volta rimessa insieme la tua forma originaria (vedi punto 2) con collanti preziosi il risultato sarà una te che ti stupirà ogni giorno per la sua maestosità.

Ecco perché devi usare collanti preziosi.

Quali sono?

Il primo è decidere che non puoi accettare nulla che non sia il massimo e il meglio per te. Punta al massimo.

Il secondo (da mischiare con il primo per fare la colla) è che devi fare solo quello che ti fa stare bene. Emotivamente, fisicamente e anche dal punto di vista pratico (economico per esempio o in termini di ambienti e di persone che frequenti).

Il terzo è il dosare abilmente pazienza e compassione, comprensione umana per te e magari per gli altri: quei pezzi, quelle fratture devi conoscerle bene, non tanto analizzandole (l’analisi non funziona!) quanto conoscendole con la mente e con il cuore. Non puoi non saper distinguere il fondo della tazza dal manico, dài!

Credi che si può fare anche se non ci credi. Oppure fallo e basta anche se non ci credi.

Mi piacerebbe davvero che i commenti a questo articolo parlassero di storie personali e di esperienze vissute. Soprattutto mi piacerebbe leggere di che cosa hai scoperto nei cocci di te stessa, quali collanti stai usando e userai e che cosa le “linee di frattura” riempite d’oro hanno messo in luce di te, che prima non conoscevi.

 

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105 Commenti

  1. Avatar di Elena

    Elena 8 anni fa (1 Gennaio 2017 13:19)

    Cara Ilaria,ho letto con attenzione e interesse il tuo articolo,la tecnica del kintsugi la conoscevo già,ma noi occidentali quando un piatto o una tazza si rompe,sono rotti e si butta tutto. Riguardo la metafora,ovvio che bisogna conglierne il senso,nessuno getta se stesso alle ortiche,quindi la tecnica del'oro e dell'argento può funzionare o finzionare,nel senso di finzione,fingere che tutto vada bene,porre rimedio e ricucire gli strappi della vita. Personalmemte dalle vecchie storie,ho solo potuto imparare a non rifare gli stessi errori,tipo: Fidarsi eccessivamente,confidarsi come se non ci fosse un domani,piangere tutte le lacrime,fumare come un turco,autolesionarsi insomma non risolva un bel niente,tranne che precipitarsi in uno stato emotivo confuso e sentirsi usate come stracci,io OGGI decido solo che la mia vita vada dove voglio io,poco importa chi mi segue o non mi segue,ho capito che un uomo deve essere un compagno di viaggio e non un traguardo da raggiungere,mi spiego,ora non ho un compagno,non soffro,perchè veramente ne ho sofferto stando con persone sbagliate,ma io non capivo che loro non risolvevano la mia esistenza,ma soprattutto non mi amavano,amare è difficile,la maggior parte degli uomini si limita ad essere carino finchè la tipa non ci sta! E questo è tutto,quando "ci sta'" se la spassano fino a che non la piantano lasciando vuoti. Ora non succede più,io mi sono rimessa in gioco,chi non mi ama non è degno di stare nella mia vita. Elena
    Rispondi a Elena Commenta l’articolo

  2. Avatar di Marina

    Marina 8 anni fa (1 Gennaio 2017 13:19)

    Cara Ilaria, ti ringrazio di cuore di questo articolo. Sono da tempo iscritta alla tua newsletter, e mi ripropongo sempre di leggere ogni tuo articolo, anche se tratta di argomenti che all'apparenza non mi riguardano da vicino, poiché trovo sempre spunti di riflessione utili e applicabili ad altri ambiti della mia vita. Trovo che tu colpisca sempre nel segno, ed in ogni articolo c'è sempre almeno un paragrafo che sembri scritto apposta per me. Hai una maniera tosta e diretta di trattare gli argomenti spinosi: molte volte mi dai certi colpi di grazia! Sono in un periodo di profonda transizione, sotto molti aspetti, e non riesco sempre ad essere la persona felice e ricca di autostima che vorrei. La cosa peggiore è che questo ferisce anche le persone che mi amano attorno a me. Da qualche settimana a questa parte avevo smesso di leggere i tuoi articoli, perché sentivo che un'altra delle tue batoste non sarebbe stata costruttiva in quel momento. Sentivo di avere bisogno di dolcezza. Forse proprio la pazienza e la comprensione umana di cui parli qui sopra. Eppure sono felicissima di avere deciso di leggere quest'articolo di inizio anno. Non ho resistito alla curiosità dal bel titolo che gli hai dato! Forte e delicato, incisivo e dolce, arricchito anche dal racconto della tua esperienza personale, che mi fa percepire come chi scrive sia una persona reale e concreta, con le sue debolezze e i suoi momenti fragili. Al contempo, avverto come dalla fragilità, il rafforzarsi sia cosa possibile ed altrettanto reale. Ancora mille grazie!
    Rispondi a Marina Commenta l’articolo

  3. Avatar di Marina

    Marina 8 anni fa (1 Gennaio 2017 13:21)

    Cara Ilaria, ti ringrazio di cuore di questo articolo. Sono da tempo iscritta alla tua newsletter, e mi ripropongo sempre di leggere ogni tuo articolo, anche se tratta di argomenti che all'apparenza non mi riguardano da vicino, poiché trovo sempre spunti di riflessione utili e applicabili ad altri ambiti della mia vita. Trovo che tu colpisca sempre nel segno, ed in ogni articolo c'è sempre almeno un paragrafo che sembri scritto apposta per me. Hai una maniera tosta e diretta di trattare gli argomenti spinosi: molte volte mi dai certi colpi di grazia! Sono in un periodo di profonda transizione, sotto molti aspetti, e non riesco sempre ad essere la persona felice e ricca di autostima che vorrei. La cosa peggiore è che questo ferisce anche le persone che mi amano attorno a me. Da qualche settimana a questa parte avevo smesso di leggere i tuoi articoli, perché sentivo che un'altra delle tue batoste non sarebbe stata costruttiva in quel momento. Sentivo di avere bisogno di dolcezza. Forse proprio la pazienza e la comprensione umana di cui parli qui sopra. Eppure sono felicissima di avere deciso di leggere quest'articolo di inizio anno. Non ho resistito alla curiosità dal bel titolo che gli hai dato! Forte e delicato, incisivo e dolce, arricchito anche dal racconto della tua esperienza personale, che mi fa percepire come chi scrive sia una persona reale e concreta, con le sue debolezze e i suoi momenti fragili. Al contempo, avverto come dalla fragilità, il rafforzarsi sia cosa possibile ed altrettanto reale. Ancora mille grazie!
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  4. Avatar di Mauro

    Mauro 8 anni fa (1 Gennaio 2017 13:42)

    Grazie Ilaria! Mi stai aiutando tanto!
    Rispondi a Mauro Commenta l’articolo

  5. Avatar di Erika

    Erika 8 anni fa (1 Gennaio 2017 15:27)

    Le basi per un principio molto bello! Buon anno Ilaria, sono sempre curiosa di leggerti. Fino ad oggi non sapevo dare un nome a quello che ho messo in moto da un anno a questa parte, quindi il Kintsugi.. A questo punto credo che alcune abilità risiedano assopite in noi e un giorno decidiamo di svegliarle. Io sono ritornata con i pensieri a quando l ultima volta mi sono sentita IO e con io intendo viva, autentica ed entusiasta. Ho riadattato le aspirazioni che avevo allora, sono passati 10 anni e piano piano sto spolverando la soffitta dei miei desideri, sto andando avanti ogni giorno e oggi mi sento bene.
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  6. Avatar di Vesper

    Vesper 8 anni fa (1 Gennaio 2017 15:30)

    Dal libro "Il Grande Miao" di Paul Gallico:" Non accettate mai niente di meno di un trionfo totale"! Ho pensato a questa frase quando ho letto il punto in cui si dice di non accettare nulla che non sia il massimo. Ringrazio,ancora una volta,Ilaria per questo nuovo e prezioso articolo,di buon auspicio per il nuovo anno. Che dire..avevo 19 anni e di colpo il mio corpo prima e la mia mente poi sono stati rovinati..pensavo per sempre..e perché lo pensavo?Perché mi faceva comodo così e speravo che qualcun altro guarisse le mie ferite. Niente di più sbagliato! Chi ha curato le mie ferite? La mia stessa mente che era impazzita dinanzi a tanto dolore!È guarita con le amicizie sbagliate,con le scelte sbagliate, con gli uomini sbagliati e con gli attacchi di panico (maledetti)!!! Si,avete letto bene..è "grazie" a queste prove che ho capito chi sono e dove voglio dirigere la mia vita. Tutta la mia fragilità si è trasformata in forza..in forza che mi ha trasmesso mio padre,mia madre e il suo conforto mentre non pochi mesi fa ho avuto l'ultimo attacco di panico in cui piangevo ed urlavo che stavo per morire. La forza che ho avuto di chiudere un'amicizia sbagliata e la "non relazione" con un uomo sbagliato e con un lavoro sbagliato perché NESSUNO deve azzardarsi mai più a trattarmi come una pezza ed io soprattutto non metterò mai più in atto comportamenti tali da far credere anche solo minimamente a qualcuno di potermi trattare come una pezza. La forza di stare per finire l'università ora che ho 33 anni e capire finalmente chi sono e cosa voglio. Buon anno a tutti voi e grazie per la possibilità di poter raccontare le nostre storie.
    Rispondi a Vesper Commenta l’articolo

  7. Avatar di Giusy

    Giusy 8 anni fa (1 Gennaio 2017 16:26)

    Complimenti Ilaria... Bellissimo articolo.... Tocchi sempre le corde del cuore.... Questo articolo sembra essere scritto proprio su di me.... Tu scrivi che bisogna fare solo quello che ti fa stare bene.. Concordo... Credevo che dopo 13 anni di vita vissuta al nord per lavoro, rientrando nel mio sud avrei migliorato stile di vita e, invece, sono qui sola come un'eremita a rimpiangere la vita di prima.... Qui ho trovato inospitalità e molta chiusura... Ora devo trovare la forza e il coraggio di andare avanti... Metterò in pratica i tuoi consigli.... Grazie....
    Rispondi a Giusy Commenta l’articolo

  8. Avatar di Penelope

    Penelope 8 anni fa (1 Gennaio 2017 17:17)

    Sono single ormai da alcuni anni, e dopo il classico periodo da "fase1", ho cominciato a riempirmi la vita di cose nuove ed esperienze nuove, tutte attività "individuali" cioè tutte cose che dipendono solo da me, dalla mia motivazione, dal mio impegno, dalla mia perseveranza, dal mio sacrificio. Alla tenera età di 40 anni :-) ho scoperto di essere molto ma molto più di quello che credevo e ho davvero cominciato una nuova vita, con un'autostima ai massimi livelli. Mi sento un po' presuntuosa a dirlo, ma...io mi sento superiore a gran parte della gente che mi circonda. Ora vivo nella fase "non puoi accettare nulla che non sia il massimo e il meglio per te. Punta al massimo". Arrivare a questa fase è la cosa migliore che può capitarti, perché sei arrivata al punto in cui sei tu a comandare. Tutto.
    Rispondi a Penelope Commenta l’articolo

  9. Avatar di Fiorediloto2

    Fiorediloto2 8 anni fa (1 Gennaio 2017 17:21)

    Ilaria, posso dirti solo GRAZIE per questo articolo (e non solo....). È davvero illuminante.....
    Rispondi a Fiorediloto2 Commenta l’articolo

  10. Avatar di Manuela

    Manuela 8 anni fa (1 Gennaio 2017 13:58)

    Buon Anno Ilaria! Vorrei sapere se forse possibile comicare con lei non pubblicamente . La ringrazio.Manuela
    Rispondi a Manuela Commenta l’articolo

  11. Avatar di Alisia

    Alisia 8 anni fa (1 Gennaio 2017 15:40)

    Grazie Ilaria per questo articolo!! Racconto la mia esperienza in proposito! 5 anni fa ho perso mia madre, avevo 33 anni, tutti possono capire cosa si può provare in lutto simile! Ero talmente fragile, svuotata, triste che mi sono imbattuta in un mio ex, strozo e impegnato! Mi ero attaccato a lui come una cozza, la mia unica felicità per me era stare con lui! Non vivevo più la mia vita...anzi la mia vita l'avevo messa nelle sue mani! Tutto fini quando la sua fidanzata rimase incinta!! Da lì ho sofferto molto e volutamente, proprio come ci consigli tu nell'articolo, mi sono presa un periodo in cui star solo male!! Ho sfogato la mia rabbia, ho pianto, e ascoltato le mia tristezza! Ed è vero funziona! Mi sono presa cura di me come non mai! Poi pian piano mi sono resa conto da sola che quel periodo era finito!! Mi sono ripresa la mia vita!! Ho cercato e mi sono circondata di persone che mi facevano stare bene, coltivato le mie passioni...ho avuto una relazione di solo sesso in tutta leggerezza....e mi sono divertita! Qualche giorno fa ho compiuto 38 anni e tutti complimentandosi mi dicevano non li dimostro affatto!! Un mio amico mi ha detto...hai fermato il tempo come hai fatto? Io gli ho risposto....bisogna saper portare le proprie cicatrici!!! E io non conoscendo il kintsugi...penso proprio che ho decorato le mie cicatrici di oro! Si può uscire fa qualsiasi cosa!! Forza donne!! E buon anno a tutte...e a te Ilaria!
    Rispondi a Alisia Commenta l’articolo

  12. Avatar di francesca

    francesca 8 anni fa (1 Gennaio 2017 14:54)

    Cara Ilaria, Il mio vaso si è rotto all'età di 11 anni. E ho iniziato a ricomporre solo nel 2015. Ho passato tutta l'adolescenza da sola perché non avevo amici. Ho perso mio padre a 14 anni . Non c'era nessuno ad aiutarci . Io e mia mamma ci siamo rimboccati le maniche. Tralatro mia madre non è stata una madre allegra e comprensiva (solo dovere e iperprotettiva). Io non sono mai stata una tipica adolescente o una tipica bambina. Cercavo l'avventura ed ero ribelle. Non legavo facilmente perché ero molto intelligente e non mi confermavo facilmente . Guardavo estasiata i film di quelle donne in carriera e che non amano bisogno di un uomo accanto per vivere. Poi un giorno ad 11 anni ho traslocato ,e ho incontrato coetanei poco gentili ,in un paesino bigotto. Da li tutto e precipitato ed io mi sono persa. E ho cominciato a desiderare l'approvazione degli altri a discapito della mia . Ad un certo punto mi irrigidii e persi anche i miei hobbies. E diventai spaventata ,diffidente e dura con me stessa,dandomi la colpa di tutto. Ho avuto storie tristi con alcuni ragazzi e una storia breve ma importantissima con un uomo di 40 anni ,quando ne avevo 25. Una storia importante perché ,lui era una brutta persona e lo ringrazio perché stare con lui mi ha fatto capire quanto ero scesa in basso nella vita. Quanto mi sono trascurata e quanto mi ero dimenticata di me di chi ero e di chi sono. Da li ho cercato aiuto,cercato lavoro ho letto libri ,sul narcisismo e fatto ricerche per liberarmi. Mi sono sbarazzata di amicizie ,relazioni e attività che non mi facevano bene. Consiglio fortemente il libro :donne che amano troppo della Norwood. Sono incappata per caso sul tuo blog Ilaria cercando aiuto. Ho smesso di pretendere tutto e subito e mi sono messa in cammino verso la mia serenità. Ho avuto momenti di vuoto e tristezza assoluta oltre che di solitudine. Molti pensano a breve termine ,ma i cambiamenti veri necessitano di tempo e dolcezza e sopratutto pazienza. Cosa ho scoperto di me in questi anni: la mia forza interiore che devo dire è la dote che apprezzo di più in me . Il coraggio ,la tenacia e la mia unicità oltre che bellezza (non da copertina neh ;-)) ma la mia bellezza personale ,i miei gusti personali . Io sto riscoprendo me stessa ,la vera me stessa quella persona che tempo fa si era persa . Le fratture le ho impreziosite con il mio spirito indomito,e la mia empatia. Poi ho scoperto tanto altro, ma la cosa migliore è che è tutta roba mia. Ho scoperto di essere tante cose ,senza imitazioni. Sono diventata la mia migliore amica di me stessa e quando sono connessa con me stessa in modo autentico sento di poter scalare le montagne. Certo ho momenti di malinconia e tristezza ,ma ho anche scoperto che è normale avere alti e bassi . Fa parte della natura umana . Ma in tutto questo adesso vedo il mio filo conduttore. Io non mi sento più sola e pensato che sono rimasta a secco di amici e fidanzati ed è una conquista non dipendere dagli altri con bidognosita perché ora posso sciegliere, senza accontentarmi, con chi stare . Eh vabbene mi direte ,si questa ora se la racconta perché in realtà si sente sola e vuole sembrare che è felice . Lo so che alcune lo penseranno ,perché me lo hanno fatto notare anche altre persone : andare in giro da sola è da pazzi o da sfigata . E invece sono più felice adesso che ho una vita sociale ridottissima che prima . Sono molto più felice adesso che prima. Cosa mi ha insegnato l'esperienza negativa ? Che l'ingenuità si paga a caro prezzo e che vedere il mondo con gli occhiali rosa ti fa fare incidenti . Mi ha insegnato che essere realisti per davvero e vedere la vita come si presenta ti fa duventare più vero e ti fa godere la vita attimo per attimo. Avrei molto altro da raccontare ma non voglio occupare troppo spazio . Perciò vi lascio con questo : io non ero sola è che mi sono abbandonata io stessa e data i mano all'opinione altrui e a chiunque mi buttasse a terra un po' di briciole . La rivalità tra donne è stupida e controproducente . Trovare l'uomo giusto non è una priorità ne un dovere. Avere figli non è una priorità ne un dovere. Accontentare gli altri ti spiana la strada per la tomba. Annullatrsi per amore é una sconfitta e non un pregio. E tanto altro . La cura è stata ritrovarmi e apprezzarmi come sono. Ognuno di noi va bene così come è . Buon anno e tanta serenità a tutti.
    Rispondi a francesca Commenta l’articolo

  13. Avatar di Maria Grazia

    Maria Grazia 8 anni fa (1 Gennaio 2017 14:42)

    Ciao Ilaria, grazie della tua email. Sono felice di ricevere ogni tanto i tuoi scritti mi aiutano molto. Sto attraversando un periodo bruttissimo della mia vita, una madre che e' piu' di la che di qua, una sorella che per questo e' sull'orlo di una crisi di nervi, un altra che e'vessata dal marito che briga contro di me ed io che dopo una decisione sofferta di qualche anno fa ho preso il coraggio a 2 mani e ho cambiato nazione seguendo un uomo e sperando in un cambiamento migliore e bello della mia vita (pur contravvenendo alle immancabili frasi disfattiste di mia madre) che ad oggi si stanno rivelando vere in tutta la loro dura realta'..............Mi sento a pezzi e faccio fatica a cercare ora come ora di trovare un rimedio per attaccare tutti questi cocci che hanno reso la mia esistenza triste e vuota. Abito con un uomo che non mi capisce, e forse io con tutti i miei problemi sta affossando la nostra storia che era bella ed intensa;ed ora Non so piu' cosa fare e la triste realta' e' che mi sembra di essere tornata indietro di quasi 10 anni quando perdendo mio padre ho visto andare distrutto anche il mio rapporto con il mio ex compagno. Sarebbe bello trovare la forza per cambiare le cose........ma in questo momento non saprei come fare............ti ringrazio comunque e ti leggo sempre molto volentieri!!!!!
    Rispondi a Maria Grazia Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 8 anni fa (1 Gennaio 2017 18:47)

      Uhm, mi sa che qui il primo passo è mollare l'uomo con cui abiti anche perché sei nella pericolosissima fase del credere che siano i tuoi problemi ad affossare la storia. Non è sicuramente così, per questo bisogna andarsene, magari ritornando sui propri passi che se fatto con buon senso può essere un notevole salto di crescita.
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  14. Avatar di Maria

    Maria 8 anni fa (1 Gennaio 2017 19:50)

    Mi sono ritrovata nel tuo articolo ! Non sembro la stessa persona dell'anno scorso , proprio in questo periodo. Era morto mio padre da pochi mesi, me ne ero andata di casa, e a seguire improvvisi e gravi problemi a lavoro.Tutto insieme !!!! Ho fatto proprio come dici tu, ho usato quei collanti preziosi che tu hai descritto così bene..Ora sono serena, ottimista, ho ritrovato una forza che credevo di non aver mai avuto E poi ho imparato ad ascoltarmi. Sensazioni sgradevoli o di disagio le ascolto immediatamente e cambio rotta, subito. E' possibile .. Ho imparato a volermi bene ....e chi è intorno a me lo vede .....un augurio di vero cuore a tutte .
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  15. Avatar di Katia

    Katia 8 anni fa (1 Gennaio 2017 20:02)

    Io nn saprei da dove iniziare a raccogliere i pezzi visto che dall'età di 3 anni sn stata tolta dai miei genitori e ho visto violenza che cn il tempo mi ha fatto diventare anche me cs essere usate dalle persone alle quali ci tenevi alla fine ti fa chiudere dentro e cerchi di difenderti allontanando tutti da te x paura di essere usati nn mi capisce nessuno xk nn hanno il mio passato dicono che vogliono capirmi ma cm si dice fin che nn lo provi sulla tua pelle nn capirai tanta gente che mi conosce da quando avevo 8 anni visto che sn stata data in una famiglia affidataria venivo 2 mesi destate 1 mese a natale hanno detto che sn cambiata parecchio che lo superata in un modo particolare ma nn hanno capito che io nn lo superato ma che continuo a difendermi e nn avere più fiducia nelle persone nn saprei cm applicare questa pratica su di me visto che da piccola ho visto più negatività che amore
    Rispondi a Katia Commenta l’articolo

  16. Avatar di Antonella

    Antonella 8 anni fa (1 Gennaio 2017 20:30)

    Grazie! E' un articolo bellissimo!!!
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  17. Avatar di Rossi Pina

    Rossi Pina 8 anni fa (1 Gennaio 2017 23:10)

    Buon 2017 anche a lei, ormai difficile credere in qualcosa, quindi evviva l'anno nuovo! Leggo con attenzione ciò che scrive cercando di trattenere tutto quello che può aiutarmi a stare meglio, MA c'è sempre quel MA ! Sono stata messa a dura prova in questa vita.. sono stanca di lottare contro i mulini a vento i cocci si sono sbriciolati e nulla può riattaccarli. Ricominciare da capo? Per cosa ? Ennesima sofferenza? Ho sempre creduto nell'amore di ogni tipo, creduto in ciò che può dare benessere al cuore, sono cresciuta in una famiglia numerosa e ci si aiutava una con l'altra... ora non c'è tempo di fermarsi a riflettere se L' amico / parente/ compagno e' stato ferito in qualche modo... troppo impegnativo!!! 5 anni fa' credevo di iniziare finalmente a vivere la MIA vita... per colpa mia (credulona) questo non è accaduto... troppo tardi ora , stanca di combattere ! Le ho provate tutte ma dico tutte.. per saltarci fuori, testarda con le mie idee e principi morali mi sento un pesce fuor d'acqua..., per questo ho tagliato parecchio con l'esterno e con gli IMBE come li definisce lei spesso sono molto tagliente... non li sopporto!!!! Grazie continuerò a leggere ciò che scrive.
    Rispondi a Rossi Pina Commenta l’articolo

  18. Avatar di Enry

    Enry 8 anni fa (1 Gennaio 2017 23:48)

    questo articolo capita al momento giusto. Avevo proprio bisogno di leggere una cosa del genere. E alla fine, senza nemmeno pensarci tanto, ho individuato una piccola cosa da cui ripartire. Al momento non credo come possa risolvere la mia vita, però ci provo perché non ho nulla da perdere. Ne riparliamo tra un anno.
    Rispondi a Enry Commenta l’articolo

  19. Avatar di Al

    Al 8 anni fa (1 Gennaio 2017 23:35)

    Ciao Ilaria, ciao a tutte. Non commento da tanto ma leggo sempre i tuoi articoli. Sono più di 3 anni che ti seguo ed è la prima volta che percepisco in una maniera realmente forte la tua umanità, in queste parole che hai scritto, piene di sentimento ed emozione. Qualche anno fa avevo sentito parlare di questa arte giapponese e mi era sempre piaciuta l'idea di far splendere le cicatrici. Oggi so che sto diventando una donna. Non lo so di preciso il giorno in cui si è rotto qualcosa in me, ma è successo e sono sempre scappata. Poi invece ho scelto di rimanere e di viverla, nel bene e nel male. Sto affrontando le cose con una nuova carica e in modi sempre nuovi. Non è facile, a volte si fa un passo avanti e a volte uno indietro, ma si fa sempre. Si fa per noi stesse e per chi crede in noi. Auguro a te e a tutti un 2017 splendente.
    Rispondi a Al Commenta l’articolo

  20. Avatar di Daya

    Daya 8 anni fa (1 Gennaio 2017 19:01)

    Cara Ilaria, il tuo articolo mi calza a pennello, non poteva che capitare nel momento giusto per me. Purtroppo 5 mesi fa ho perso mia mamma per un cancro; anche se ho avuto tempo di "prepararmi" alla sua perdita questo non ha di certo diminuito il dolore che sto provando: ora mi ritrovo sola e si sono accavallate tante difficoltà contemporaneamente e il carico che mi sto portando dietro pesa tantissimo. Il tuo articolo mi da l'incoraggiamento giusto per ripartire da zero e l'opportunità di vedere che questa situazione mi sta rendendo una persona ancora più forte ed indipendente. Dovrò lavorare ancora molto su me stessa per capire quali sono "i collanti preziosi" di questa circostanza, sicuramente ci sono, sono io che al momento ancora non li vedo. Purtroppo molto spesso mi lascio trascinare dalla frenesia della vita quotidiana e mi dimentico di me stessa: questo oltre al fatto che rappresenta un modo per "mascherare" il mio dolore, è una scusa che mi creo da sola per non "vedere" tutto ciò che mi porterebbe a migliorarmi e a stare meglio. Non è facile ascoltarsi e capire i propri bisogni in generale, figuriamoci in un momento del genere. A quanto pare però i giapponesi la sanno lunga, e proverò a mettere in pratica i tuoi suggerimenti perché se questa pratica esiste vuol dire che funziona, indipendentemente dal motivo che ha scatenato tanta sofferenza...o almeno me lo auguro! Grazie mille e buon anno di cuore!
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      Ilaria Cardani 8 anni fa (2 Gennaio 2017 9:52)

      Ti sono vicina nel tuo dolore e ricambio gli auguri. Tieni presente che non è che devi vedere il positivo in questa circostanza, quanto trovare in te qualcosa che ti appartiene e ti appassiona e dedicartici. Hai un quadro molto chiaro della situazione, brava. Per il resto lascia passare il momento (fase 1) e lascia andare la frenesia e prenditi il tempo (anche poco poco) per ascoltare i tuoi bisogni. Quello potrebbe essere un ottimo collante.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo