Felicità: di che cosa è fatta?

felicitàParliamo di felicità, oggi, mica di bruscolini. Del tema più dibattutto dagli esseri umani di ogni tempo, tanto da surclassare perfino quello dell’amore. Perché parliamo di felicità? Beh, prima di tutto perché è importante…. :) Poi perché siamo all’inizio dell’anno e che ci piaccia o no molti rimuginamenti e appartuniamenti e paturnie di questi giorni sono concentrati sui buoni propositi, sugli obiettivi e sui risultati che si vogliono ottenere nel nuovo anno. E che si teme non si otterranno. Che noia, ragazze, che barba. Che brutti vizi, brutti brutti.

Quello di pensare a “come essere felici” è un buon modo per procrastinare la felicità, per rimandarla, ritardarla. Ma si sa che gli esseri umani – e le donne in particolare – sono degli esperti specialisti nell’autosabotaggio e nel “rovinarsi la vita”, cioè nell’evitare e nel distruggere le proprie possibilità di essere felici.

"La felicità è una scelta quotidiana. Non la trovi in assenza di problemi. La trovi nonostante i problemi. Stephen Littlewood"

In più io credo che in molte non abbiano nessuna vera buona idea su che cosa sia la felicità, cioè la felicità per loro. Diciamo che di solito lo schema è questo: ci si sente insoddisfatte – e questo capita per uno scollamento tra desiderio e realtà, tra ideale e concreto – e si comincia a pensare che si dovrebbe essere felici mentre, invece, purtroppo non c’è la felicità, ma non si sa che cosa significhi davvero essere felici, avere serenità, stare bene e quindi non si sa dove, come e che cosa fare e cercare.

Perché non si sa che cosa significa essere felici? Perché le persone non sanno che cosa serve – a loro nello specifico – per essere felici? Perché la felicità non viene insegnata, non c’è nessuno che guida in questa direzione e fornisce le indicazioni giuste. Tutti mandano da un’altra parte. Indirizzano nella via sbagliata. Sbaglio di indirizzo, perbacco! Bisogna ritrovare la strada, aprire il proprio sentiero.

Felicità, come fai a capirla?

Nessuno insegna a nessuno come ascoltare se stesso ma tutti insegnano come prestare attenzione ai tanti rumori esterni: per essere felice, se sei una donna, devi studiare e poi avere un lavoro che ti permetta di guadagnare, ma di non impiegare tutte le energie e il tempo nel lavoro. Perché, poi, per essere davvero realizzata e dare un senso alla tua vita, devi avere un partner e dei figli. Per gli uomini le indicazioni sono: devi ottenere risultati – non necessariamente impegnandoti in modo trasparente – guadagnare e avere successo nel mondo là fuori. Per uomini e donne ci sono i simboli del successo, gli status symbol: la casa, la macchina, i vestiti, le vacanze. Insomma tutte le stupidaggini che sappiamo bene.

"Tutti vogliono essere felici; per poter raggiungere tale condizione bisogna capire che cosa si intende per felicità. J.J.Rousseau"

Il fatto è che con tutto questo rumore di fondo e tutto questo casino di persuasione che viene dall’esterno, è un po’ complicato arrivare nel mondo (atterrare su questo pianeta, cioè) e, magari partendo da piccolini e da ragazzini, farsi un’idea propria, utile ed efficace di felicità. Intendo, un’idea che permetta di stare davvero bene e di essere davvero sereni. Perché serenità e felicità vanno “create su misura”, come gli abiti dei sarti (bravi) di una volta.

Per esempio – e io su questo non mi dò pace – ci sono carrettate e carrettate di fanciulle – anche giovanissime, appartenenti alle generazioni più “moderne” – che pensano che la felicità sia nella vita di coppia, in un amore romantico, nella vicinanza di un uomo che non sia solo il fantastico principe azzurro pieno di romanticherie e di comprensione, ma che sia un vero e proprio “sostegno” per la vita e i problemi che essa presenta. Mi spiace, la felicità non è in un rapporto di coppia, per nessuno. La felicità è composta da vari fattori, tutti importanti, tutti da tenere in massimo conto. Se manca uno o più di questi fattori, la piena felicità non è raggiungibile.

Ci vogliono olio di gomito e determinazione per essere felici

L’idea che la felicità sia ottenuta quando si sarà raggiunto un obiettivo specifico – il matrimonio, un posto di lavoro, la sicurezza economica, la macchina grande (oh, ma c’è ancora chi dà valore a ‘ste strombate, pazzesco…) o il denaro – è un’idea profondamente “inumana” della felicità e stucchevolmente superficiale, perché ignora la ricchezza insieme delle risorse di una persona e dei suoi tanti bisogni, delle necessità emotive che si presentano nel trascorrere della vita e attraverso l’evoluzione personale che (si spera) si compie attraverso la crescita nella vita adulta.

"La morale è che non c’è nessuna favola. Da internet"

Detto in altre parole: la nostra esistenza è talmente complessa, noi siamo talmente complessi e attraversiamo tante fasi della vita molto diverse tra loro, che non possiamo identificare la nostra felicità con un fattore, un aspetto materiale ed esteriore o unico per sempre.

E arriviamo al punto davvero sgradevole: i messaggi esterni dai quali siamo bombardati danno un’idea di felicità all’apparenza facile, perché basata sull’avere, stolida, perché basata sull’apparenza e sulla materialità e semplificata: la felicità viene equiparata al comfort, alle facili soluzioni o addirittura all’assenza di problemi. L’aspirapolvere che pulisce da solo, la lavatrice che lava da sola e i bambini che devono servire anche loro come status symbol, non devono “rompere”, ai quali si dà l’ipad per farli stare buoni (nemmeno più, i vecchi cartoni animati), “che sai è tanto sveglio e intelligente” che si educa da solo (e come no!).

Mi vengono in mente certe pubblicità dei profumi di gran marca dove una bionda incredibile con pelle di velluto, altissima (si capisce che non sono bionda e non sono alta, eh?) avvolta in magnifici abiti di seta dorati, in ambienti fantastici, si cala come un angelo da una catena che scende direttamente dal cielo: adoro quelle pubblicità. Mi è sempre piaciuta la pubblicità e quegli effettoni, quel glamour fané e immortale da anni ’80 lo trovo affascinante: pensa te quante competenze per creare tutta questa idea di lusso finto raffinato per abbindolare le masse da discount.

Il fatto è che tutto questo non c’entra nulla con la vita. Perché, udite, udite, la vita non è “j’adore” (brivido gelato lungo la schiena, strombata cosmica), ma la vita è una sequela di complessità (problemi?) che vanno attraversati.

E’ che il modello “j’adore” o anche il modello della tecnologia di massa: “striscio sullo schermo e ho tutto quello che voglio”, danno l’idea che la felicità sia una cosa facile e alla portata di tutti (guarda un po’ quella tua amica che si è rifatta le tette, sempre a postare foto di lei in costume su Facebook, oh, a lei le cose le vanno sempre tutte bene) e se qualcuna si sente insoddisfatta, prova un senso di vuoto (umanissimo, dato questo contesto, poi), pensa che la soluzione più semplice sia conquistare un uomo, far innamorare un ragazzo. Ah, la via breve per essere felici. Condividere la propria insoddisfazione con uno ancora più insoddisfatto da scegliere tra i vari modelli il dongiovanni, il confuso, il perditempo, il rospo, il fantasma, il bambinone, l’irresponsabile lo stronzo, l’indeciso, il confuso, l’uomo sposato, il falso figo, il cretino, colui che ti usa per esercitare la sua manipolazione perversa, mister non voglio una storia seria etc. etc.

Ecco perché poi alla fine si collezionano uomini sbagliati uno via l’altro. E santa pazienza!

Breve ed essenziale, la guida che ti spiega i passi base e fondamentali per costruire o ricostruire la tua autostima e mantenerla. Per stare bene con te stessa e con l’uomo giusto.

Felicità: e allora?

Per essere felici, come dicevamo prima, è utile sapere di che cosa è composta la felicità per se stesse – non per la mamma, la tv e le amiche – e poi prendersi cura di tutti questi “componenti” ogni giorno, investendo su quelle la propria attenzione e non nello scrutare le foto e gli stati degli amici su Facebook. O sognando a occhi aperti l’arrivo del famoso principe azzurro con il suo bacio risolutore.

"Felicità? Una piccola incombenza giornaliera da curare come faresti con un giardino. Annabel Buffet"

Ebbene, ecco che cosa di sicuro è utile per essere più felici e sereni. Facciamo una specie di “lista” base, che potrebbe anche creare qualche turbamento interiore. Ma è attraverso i turbamenti interiori – affrontati e superati – che si arriva a essere migliori e ad avere una vita migliore.

1) Hai presente quando si dice: “se c’è la salute c’è tutto?” E’ un concetto che chi è stato sempre bene spesso fatica ad afferrare. Ed è un concetto sacrosanto. In realtà c’è di più: non è solo la salute del corpo (essenziale e prioritaria) e della mente (fondamentale) che contano. Conta l’equilibrio personale, fatto di autonomia e indipendenza emotiva, sicurezza in te stessa, sicurezza della direzione che vuoi dare alla tua vita.

Tu dirai “Ilaria, questo non è leale, tu metti quello che dovrebbe essere il traguardo come punto di partenza, come si fa?” Si deve fare: ti ricordi l’articolo dedicato sul tema la persona giusta, all’essere, al fare e all’avere? Siamo noi il punto di partenza, siamo noi che definiamo tutto quello che ci gira intorno, è su di noi che dobbiamo investire tempo, dedizione ed energie, nella nostra crescita. Anche – soprattutto – quando vogliamo incontrare persone nuove, che ci arrichiscono o quando vogliamo trovare l’uomo giusto o anche quando, guarda un po’, vogliamo “ridisegnare” la nostra vita di coppia perché lì dentro, entrambi siamo cresciuti ed è bello prenderne atto e confrontarci insieme per dare e ricevere, ancora, del nostro meglio.

2) Quando parliamo di salute, mentale e fisica e di equilibrio personale, parliamo anche di capacità di comprendere e gestire le proprie emozioni, di coltivare e nutrire la propria mente e il proprio spirito (fai buone letture? Rifletti su questioni che vanno al di là della punta del tuo naso? O pensi solo ad appaiare il colore della borsa e delle scarpe o a come rassodare i glutei?). Serenità e felicità si basano su salde fondamenta, cara.

Perché diciamocelo fuori dai denti: se sei una che mette al primo posto lo shopping al sabato pomeriggio e la scarpa tacco 12, poi dopo ti trovi uno che guarda solo la scarpa tacco 12. Con tutto quel che ne consegue.

3) Pensare alle questioni dell’esistenza che vanno qualche centimetro al di là del proprio naso non significa non divertirsi ed essere sempre “serie” o peggio “seriose”. Oh, quante donne intelligenti e anche argute si chiudono – perché deluse dagli uomini (cioè perché un cretino qualunque le ha lasciate con un sms) – in una serietà e secchioneria difensiva, che le rende un pochino respingenti? Sì lo so, su questo blog di sicuro non entra mai nessun tipo del genere. Mai, mai. Proprio mai. Divertimento, svago, tempo libero di qualità sono “componenti” essenziali di una vita sana, serena e felice. Non dimenticarlo mai. Ed è nel divertimento, nell’allegria, nell’attitudine a ridere di quel che ci accade che rafforziamo l’amore per noi stesse e la capacità di attrarre uomini di valore.

4) Mettere a frutto i propri talenti, i propri punti di forza: non si può vivere senza darsi questo obiettivo. Tradotto in parole meno poetiche: bisogna avere un ruolo, un lavoro, mantenersi da sole, essere autonome economicamente. Spiego meglio, si tratta di due aspetti diversi, vicini e ugualmente importanti: a) avere un ruolo; b) provvedere a se stesse economicamente.

5) Infine, dulcis in fundo, ta-da-da: le relazioni, gli affari di cuore, i sentimenti. Che sono anche gli affetti: la famiglia d’origine, le amicizie, i buoni rapporti di colleganza, di vicinato. E, certo, certo, certo, per la piena felicità ci vuole l’amore di coppia, la seduzione, l’attrazione. Avere accanto un partner con cui avere un bel rapporto alla pari. Che sintentizzando si basa su quattro aspetti: I) attrazione fisica/sessuale II) intesa emotiva e intellettuale III) progetti condivisi IV) esclusività.

Una vita vissuta godendo di tutti questi aspetti può definirsi una vita felice, serena, ben vissuta. La buona notizia è che una vita del genere si può realizzare, partendo da quel che si ha e procedendo nella giusta direzione. Se non si fa niente, al contrario, non si ottiene niente.

Invece di appaturniarti in pensieri depressivi e deprimenti in cui ti concentri su quel che ti manca, cambia direzione: subito, oggi, prenditi 15 minuti e rileggi l’articolo.

Considera con attenzione l’elenco dei 5 punti della felicità e scegli uno/due aree sulle i quali vuoi concentrarti nel prossimo mese (procediamo con delicati “baby step” come dicono gli inglesi, i passi dei piccolini, che vanno sempre avanti).

Considera a come organizzi le tue settimane dal lunedì alla domenica e le tue giornate, inclusi i momenti di svago e di lavoro. Scegli che cosa ti piacerebbe “aggiungere” di buono in quelle aree della tua vita. E quando hai scelto fatti la domanda: “Che cosa occorre che io faccia per ottenere questo?”. Baby step, piccole azioni ogni giorno. Con allegria e fiducia.

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218 Commenti

  1. Avatar di Fabiola

    Fabiola 9 anni fa (18 Gennaio 2016 21:46)

    Ciao Ilaria la verità è che se anche tutto rema contro tu a prescidere trovi il modo di essere serena e anche perché no essere felice. Per me per raggiungere tutto questo bisogna rimanere concentrati su se stesse e capire cosa veramente ci piace cercando di evitare tutto ciò che possa abbassare la propria autostima. La semplicità è l'arma vincente.
    Rispondi a Fabiola Commenta l’articolo

    • Avatar di helen

      helen 9 anni fa (19 Gennaio 2016 6:42)

      Stavo guardando "sconosciuti" alla tv ieri. Programma semplice e carino che riporta storie di ordinario amore. Hanno fatto una citazione di non mi ricordo chi che diceva più o meno così:" nella vita non ci è dato scegliere la cornice ma quel che mettiamo dentro è nostro". Mi è piaciuta e ve la riporto.
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  2. Avatar di Maria Sole

    Maria Sole 9 anni fa (19 Gennaio 2016 12:46)

    Si, sono d'accordo con tutte voi: l'indipendenza economica deve essere l'obiettivo primario da perseguire. Ancora oggi, troppe donne si trascinano in relazioni avvilenti, semplicemente perché non avrebbero di che vivere se decidessero di andare via. Indipendenza economica vuol dire anche possibilità di scelta, di cambiamento, di accesso a nuove opportunità. Io ho un lavoro che non mi piace granchè ma mi offre la possibilità di uscire, di fare ciò che mi piace e che contribuisce alla mia crescita personale e soprattutto mi ha offerto l'opportunità di frequentare un master in mediazione familiare, un percorso di studio che mi entusiasma moltissimo. L'amore? La persona giusta? Dopo storie bellissime e importanti, una storiaccia che mi ha messo ko, da tre anni sono sola, ma non mi sento da sola. Ho ricostruito la mia vita pezzo per pezzo e adesso mi piace, mi piaccio e se un sentimento vero, bello, pulito dovesse irrompere, io sarò pronta ad accoglierlo.
    Rispondi a Maria Sole Commenta l’articolo

  3. Avatar di francesca

    francesca 9 anni fa (18 Gennaio 2016 11:57)

    Ciao Ilaria grazie sempre per la disponibilità prima di tutto. Desideravo chiederti se nel mio caso io sono laureata in lettere con varie esperienze lavorative precarie , e sono una pittrice anche se con alti e bassi. non ho il classico lavoro impiegatizio o che garantisce un autonomia economica individuale, per i piu insomma sono una semplice disoccupata. Con queste caratteristiche diventa possibile per instaurare una relazione seria e duratura...??? E' una domanda sciocca forse , l'amore non dovrebbe badare a queste cose credo. Grazie
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      Ilaria Cardani 9 anni fa (18 Gennaio 2016 11:58)

      Mi piacerebbe ti rispondessero le lettrici :)
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di francesca

      francesca 9 anni fa (18 Gennaio 2016 13:53)

      SI sarei curiosa di avere pareri e risposte in merito . grazie
      Rispondi a francesca Commenta l’articolo

    • Avatar di blanche

      blanche 9 anni fa (19 Gennaio 2016 23:39)

      Ciao Francesca ti voglio riportare la mia storia come testimonianza, sono laureata anche io in Economia e nella vita pur di rendermi indipendente ho scelto di fare anche lavori x i quali la mia laurea non era requisito fondamentale, e mi sono ritrovata a fare carriera in un'azienda bellissima che mi sta dando molto a livello professionale, pur non c'entrando moltissimo col mio percorso di studi iniziale . Il mio consiglio è di allargare gli orizzonti e di accettare accettare di fare esperienza perché no anche coi lavori che magari non sono propriamente quello x cui hai studiato . Scusa la lunghezza del post ma non ho il dono della sintesi e quanto pare :) un caro saluto
      Rispondi a blanche Commenta l’articolo

    • Avatar di Adri

      Adri 9 anni fa (18 Gennaio 2016 13:02)

      Ciao Francesca. In teoria l'amore è altro, in pratica invece queste cose limitano parecchio perché ci si guarda eccome. Io ci bado, per esempio. Ora, siccome vado di fretta, non mi metto ad argomentare in modo preciso, ma al tuo posto penserei più a realizzarmi e a diventare economicamente indipendente. Il resto vien dopo.
      Rispondi a Adri Commenta l’articolo

    • Avatar di Claudine

      Claudine 9 anni fa (18 Gennaio 2016 13:25)

      Ciao Francesca! Io sono diplomata, ho un lavoro che mi piace e vivo sola, non sono un orso e mi piace stare insieme alla gente. Non ho una relazione e sono single. Mi piacerebbe avere una relazione stabile, ma come vedi, il curriculum vitae non ha valore per le questioni di cuore. L'importante è essere serene e volersi bene! Il lavoro è importante, ma per noi stesse, non per la relazione di per sè. Sono tantissime le varianti che questa può avere.
      Rispondi a Claudine Commenta l’articolo

    • Avatar di Sole

      Sole 9 anni fa (18 Gennaio 2016 14:15)

      Ciao Francesca, per me è fondamentale che tu raggiunga l'indipendenza economica per la tua serenità e soddisfazione personale...tutto il resto è a seguire. L'indipendenza e l'autonomia ti regaleranno anche una cosa meravigliosa che è la libertà. Quindi il mio consiglio è di affiancare alla pittura un altro lavoro se, per il momento, quest'ultima non ti consente di guadagnare a sufficienza..un caro saluto.
      Rispondi a Sole Commenta l’articolo

    • Avatar di Silvia

      Silvia 9 anni fa (18 Gennaio 2016 20:17)

      Pensa a te stessa, alla tua autonomia emotiva, professionale e quindi economica, le relazioni autentiche di amore arriveranno una volta consolidate queste basi, per fortuna non siamo nel migliore dei mondi possibili e la resilienza è fondamentale. Lo so è difficile "cavalcare la tigre", soprattutto di quello che pensano gli altri non ti curare più di tanto.
      Rispondi a Silvia Commenta l’articolo

    • Avatar di franceasca

      franceasca 9 anni fa (18 Gennaio 2016 22:51)

      grazie a tutte davvero
      Rispondi a franceasca Commenta l’articolo

    • Avatar di helen

      helen 9 anni fa (19 Gennaio 2016 12:47)

      Francesca la tua disoccupazione puo' essere limitante se ti impedisce concretamente tante cose: liberta' di movimento, decisionale ecc e soprattutto se la vivi come una mancanza, qualcosa che ti rende insicura e che abbassa la tua autostima. Per il resto, io credo, siccome a questo mondo su svariati miliardi di persone solo una percentuale minima ha lavoro regolare, vitto regolare, garanzie ecc. ragionando nei termini che l'instabilita' impedisce la realizzazione sentimentale dovremmo desumere che le storie d'amore a questo mondo possono essere prerogativa solo di uno sparuto drappello di privilegiati. Stavo poi pensando alle storie nate addirittura in situazioni pesantemente avverse (in guerra ad esempio). Racconti di nonni che tiravano la cinghia e che pure si sono innamorati e messi in coppia io ne ho sentite. Cio' mi fa ben sperare :))
      Rispondi a helen Commenta l’articolo

    • Avatar di francesca

      francesca 9 anni fa (19 Gennaio 2016 14:31)

      Grazie Helen io ho cercato e cerco di stabilizzarmi ma soprattutto qui al sud dove io vivo è molto difficile la disoccupazione è crescente e purtroppo ti fanno problemi per l'età io ho 50 anni e per il mercato del lavoro sono fuori gioco quello è il problema. Sarebbe una buona soluzione potersi spostare al nord ma il mio papà ultra novantenne lo lascio solo?? l'altro grosso problema è che qui pur non vivendo io in un paesino ma in citta' è difficile fare amicizie costruttive . non dico funzionali ad una relazione ma semplicemente per una condivisione . Qui i giri sono molto ristretti e sinceramente a dire il vero poi alla fine anche limitanti per un individuo con un minimo di apertura mentale.
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  4. Avatar di Marina

    Marina 9 anni fa (19 Gennaio 2016 23:21)

    Oggi mi sono ritrovata a dire "sto lavorando assiduamente per amare me stessa e già solo questo mi rende felice" e ho letto l'ultimo libro di Isabella Allende che, tra l'altro, dice testualmente "La felicità non è esuberante né chiassosa, come il piacere o l’allegria. È silenziosa, tranquilla, dolce, è uno stato intimo di soddisfazione che inizia dal voler bene a sé stessi" e finalmente mi sento così ....... Ci ho messo un po' di tempo, perché sono un po' dura di comprendonio ma ora ho ritrovato me stessa e non permetterò più a nessuno di portarmi via da questo stato di benessere. Grazie anche a te Ilaria
    Rispondi a Marina Commenta l’articolo

  5. Avatar di Claudia

    Claudia 9 anni fa (20 Gennaio 2016 15:05)

    Riempire la propria vita di sfide importanti e significative... caspita questa si che è materia di riflessione!
    Rispondi a Claudia Commenta l’articolo

  6. Avatar di helen

    helen 9 anni fa (20 Gennaio 2016 16:38)

    Boh a volte ho l'impressione di sfidare fin troppo. Scegliersi cose complicate,impegnative ... Sempre più in alto come nella pubblicità della grappa? Ad un certo punto la sfida diventa un peso. Diventa un modo per rimandare il godimento a quando si avrà di più. Una misura ci vuole.
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      Ilaria Cardani 9 anni fa (20 Gennaio 2016 17:29)

      Esatto. Una misura. Leggere romanzi rosa (o autoproiettarseli) tutto il giorno non è la misura. Di questo stavo parlando io. Quello invece di porsi "troppe" sfide semi-impossibili è un altro pessimo vizio di una certa categoria di donne. Ma non è di questo che stavamo parlando. Una cosa alla volta e al momento giusto.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

  7. Avatar di Matilde

    Matilde 9 anni fa (19 Gennaio 2016 22:56)

    Buonasera Ilaria, L'articolo mi ha fatto riflettere molto. Per me la felicità e' sentirmi a mio agio in un gruppo di persone, vedermi gradevole allo specchio. La felicità è riuscire a prendere una decisione per me, l'amore delle persone che amo. E devo ammetterlo, mi renderebbe molto felice avere una bella storia d'amore. Con l'uomo giusto con cui vivere e costruire qualcosa di serio. I punti della lista che mi hanno maggiormente colpita sono il punto 1 ed i punto 4. "Vivo" con me stessa da molti anni... Ma tutti i miei progetti di vita sono saltati.... Da dove devo ripartire? Come si fa a trovare la propria strada? E i propri talenti? Come si scoprono?
    Rispondi a Matilde Commenta l’articolo

    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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      Ilaria Cardani 9 anni fa (20 Gennaio 2016 17:41)

      Ciao Matilde, ottima domanda e molto opportuna. Dici che tutti i tuoi progetti di vita sono saltati. La prendo per buona, anche se di sicuro eccessiva. Qualcuno ti potrebbe chiedere: "ma proprio tutti?". Sorvoliamo. Io lo chiamo il lavoro dell'elettricista o dell'idraulico. Si tratta di riconnettere i fili, ricollegare i tubi. Dopo aver subito delle perdite o dei rovesci, si ha la sensazione che tutto sia saltato, che non si possa realizzarsi più come persone, con il proprio progetto. Bene. E' molto utile ritornare al passato, al momento delle vita in cui sentivamo come nostri alcuni progetti specifici. Quello di intraprendere una carriera particolare, di conoscere una materia specifica, di diventare bravi in una attività definita. Possono essere molti gli ambiti. Bisogna trovarne uno o due da "riprendere", di vero valore. Bisogna afferrare il capo del filo che è stato spezzato nel passato, quando qualcosa ha causato quella rottura e quella interruzione e creare un collegamento con l'oggi. Riconnettere il sé che aveva progetti con il sé che si sta rendendo conto che per x motivi quei progetti non sono stati realizzati e partire dal punto in cui si era arrivati, connettendo i fili e i tubi con l'oggi. A quel punto si sa con certezza quali sono i talenti e la strada.
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  8. Avatar di mari

    mari 9 anni fa (21 Gennaio 2016 12:13)

    ciao Ilaria, ho lavorato tanto su me stessa fino a raggiungere con orgoglio tutti i primi 4 punti. sono una persona felice. mi sto affacciando sul punto 5 (forse conseguenza naturale dell'ottenimento dei primi 4) e sono agitata e spaventata. mi sembra troppo bello e troppo facile e ho paura di perdere il mio equilibrio. so che devo calmarmi per vedere la situazione con lucidità, ma non ci riesco. suggerimenti? grazie! Mari
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      Ilaria Cardani 9 anni fa (21 Gennaio 2016 12:35)

      Beh, continua a occuparti dei primi 4, con passione e dedizione. Perché, come dici, il punto 5 è conseguenza dei primi quattro e allo stesso tempo ne è benzina, nutrimento e moltiplicatore (se non è così, non può e non deve essere); poi considera che l'equilibrio non è una dimensione data una volta per tutte ed è la media di ciò che siamo all'interno con ciò che siamo capaci di costruire per noi all'esterno. Cioè se stai bene raggiunti gli obiettivi nei primi 4 aspetti, non sarà per sempre né per quegli aspetti né per il punto 5. Se desideri realizzarti - come è naturale - nel punto 5 e non accade, il tuo equilibrio lo perdi (paura...). La paura del nuovo e dell'ignoto è naturale pure lei. Chiediti se in questo caso c'è qualche paturnia di troppo che ti fa sentire paura e di che paturnia si tratta. :)
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

  9. Avatar di Lily

    Lily 9 anni fa (21 Gennaio 2016 22:23)

    Cosa fare quando il pensiero di un amore non corrisposto ti impedisce di affrontare tutto il resto? Io vorrei riuscire a fare tutte le cose utili per il mio futuro, ma sento l'angoscia assalirmi ogni volta, mi blocco, scoppio a piangere e non riesco a fare nulla.
    Rispondi a Lily Commenta l’articolo

  10. Avatar di Jennifer

    Jennifer 9 anni fa (22 Gennaio 2016 10:42)

    Ciao, ieri ho scritto una mail ad Ilaria su un argomento che pensavo non troppo inerente al blog ma lei mi ha consigliato di condividere con voi perchè più attinente di quanto si pensi. La mia e.mail era la seguente: "Ciao Ilaria, ho comprato “Molestie morali” di Marie-France Hirigoyen, perché voglio leggere qualcosa sulle molestie morali sul lavoro. Io lavoro in un ambiente chiassoso. Sono circondata da gente invidiosa, chiacchierona, che aspetta che ti giri per dire qualcosa su di te, a turno. Per lo più donne. Io cerco di non farmi coinvolgere più di tanto e di concentrarmi sul lavoro però vengo disturbata continuamente, quindi arrivo a casa la sera spesso molto stanca, non tanto per il lavoro ma per sopportare l’ambiente. Secondo il tuo punto di vista, come dovrei comportarmi con la mia vicina di banco, per poter stare più distaccata possibile senza farmi coinvolgere, che ha questo comportamento: considerata la “capa” solo perché è molto autoritaria (ma con me non lo è perché si comporta così con quelli che crede più deboli di lei, trattando anche male), molto aggressiva, voce molto alta (stile megafono), sbatte pugni sul tavolo mentre è al telefono facendo rimbalzare ormai anche me, quando non sono a lavoro mi ritrovo riordinati i cassetti (lo fa anche con altre), sbuffa di continuo, deve controllare e sentire tutto quello che dicono attorno e interviene anche se non interpellata, tutti hanno “paura” di lei e su questo lei gioca, anche i titolari, non si sa per quale strano motivo, le danno potere e non l’hanno mai ripresa anche quando è stata maleducata con dei clienti (cosa che accade quotidianamente). E’ in sovrappeso direi che rientra tra le obese, non mi risulta abbia mai avuto una relazione ed ha 41 anni. La sua aggressività è sicuramente legata a certe mancanze nella sua vita e questo è un problema suo non mio. Secondo te, come potrei affrontarla nel migliore dei modi ? spesso cerco di non considerarla ma lei mi vuole coinvolgere a tutti i costi nei suoi discorsi ( che riguardano per lo più cibo e suoi parenti) e ricerca continuamente la mia attenzione dicendo ogni due parole il mio nome (insopportabile!). Pensi che si possa sostenere a lungo o dovrei pensare di cambiare ambiente e lavoro?" Ilaria mi ha già risposto....
    Rispondi a Jennifer Commenta l’articolo

  11. Avatar di bianca

    bianca 9 anni fa (19 Gennaio 2016 20:23)

    Ilaria hai perfettamente ragione e prima di conoscere "lui" vivevo di questo... cioè delle mie cose, hobby letture ed altro... adesso lo sto ancora facendo ma certe volte mi sveglio la notte e lo penso subito.. o magari durante un momento in cui non faccio niente ripenso a quando stavo bene sapendo che lui c'era... Rispetto a prima sicuramente sto molto meglio però vorrei non pensarlo più in quanto farlo non ha senso e non mi permette di essere felice nel mio quotidiano quando ciò accade. Molte volte mi concentro sui suoi difetti o magari sul fatto che, secondo me, non ha saputo realmente apprezzarmi... in quanto mi reputo una persona sensibile ed anche con un certo grado di cultura avendo letto veramente tantissimo nella mia vita.
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      Ilaria Cardani 9 anni fa (20 Gennaio 2016 12:05)

      @ Bianca, dico spesso che: passino gli schemi disfunzionali, passi la bisognosità, passi un passato non proprio luminoso. Il fatto è che spesso le donne si attaccano all'idea di un uomo (che non le ama, che le maltratta, che le tratta con indifferenza) perché non hanno nulla di più interessante nella vita. Quueste fantasie sanno tanto di noia e di vuoto: riempi la tua esistenza non di letture e di hobby, ma di sfide importanti e significative. Difficili, soprattutto.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di una

      una 9 anni fa (20 Gennaio 2016 13:07)

      Che bel commento, Ilaria, riempire la propria esistenza di sfide importanti e significative, difficili sopratutto. Cosa possono essere queste sfide? Anche io mi trovo a dover riempire la mia esistenza visto il vuoto che ho creato intorno. Lavoro perso, compagno lasciato....Ora ho bisogno di motivarmi perché la mattina è dura a tirarmi su dal letto ed a iniziare la mia giornata. C'è dolore e tristezza se mi guardo allo specchio. Beh, ora la mia sfida è di vivere sola, di trovare la serenità, di amarmi sempre di più con tutto quel comporta. Ognuno ha le proprie sfide....
      Rispondi a una Commenta l’articolo

    • Avatar di bianca

      bianca 9 anni fa (22 Gennaio 2016 16:25)

      Ciao Ilaria, grazie per avermi risposto. In realtà penso che la vita di ognuno di noi sia composta da tanti punti e magari quando si è su questo sito ci si focalizza maggiormente su uno o due dei tanti punti che riempiono le nostre vite.. quindi questo può far sembrare che viviamo pensando solo ad una cosa quando non è, fortunatamente così... però quel punto c'è... solo che con il tempo cambia colore e magari inizia a diventare sbiadito. Avere una vita piena, non solo di interessi, ci aiuta a farlo diventare trasparente... ma ci sono tanti di quei meccanismi dentro le vite di ciascuno che è difficile spiegare in poche righe... ma ci tenevo a dirti che mi sono sentita rappresentata in parte dal tuo scritto. Sicuramente rifletterò su quanto mi hai scritto... ma rifletto su ogni cosa che leggo qui.. ormai ti leggo da quasi due anni :) un bacio. grazie.
      Rispondi a bianca Commenta l’articolo

  12. Avatar di Clelia

    Clelia 9 anni fa (23 Gennaio 2016 3:05)

    Cara Ilaria, scrivo a te come se fossi un'amica che accoglie in casa propria a prendere un caffe' me e le altre che intervengono, Matilde, Lily, Mari, Francesca,... e mi sento a mio agio scrivendo e leggendo qua, perche' il filo che unisce noi tutte mi fa sentire capita. Il quesito su cui ti chiedo di intervenire per aiutarmi a trovare una risposta da cui far ripartire il motore della mia vita e' "come riuscire a capire la DIREZIONE che voglio dare alla mia vita", in pratica il tuo punto uno. Da adolescente avevo le idee ben chiare su come impostare la vita: trovare un fidanzato che avrei sposato, un lavoro, una casa, e figli, e costruire armonia familiare per tutta la vita. Nella vita ho realizzato la mia posizione lavorativa, una casa, un figlio, ma sono sola da anni, e da qualche mese questa solitudine mi da' fastidio e devo fare qualcosa, ma cosa? Ho alle spalle un matrimonio finito, una convivenza finita, storie finite... Oramai non credo piu' a nulla, ogni volta sogno la favola, spero in un sentimento corrisposto, ma gli uomini della mia vita non la vedevano come me, niente fedelta', niente sincerita', zero impegno nel portare avanti la relazione, e ora a cosa posso aspirare, solo a trovare amici di letto? Se non esiste la favola, se le anime gemelle sono una fantasia, se l'amore vero non esiste, se il mondo che mi circonda e' individualista ed ho incontrato solo degli eterni Peter Pan, io ora a cosa posso aspirare? Devo adattarmi al mondo e prendere compagnia per un'ora, magari sesso per una volta, e fare finta che mi vada bene cosi'? Un anno fa ho iniziato a frequentare un uomo, libero, affascinante, pensavo seriamente interessato. Ma ho chiesto di piu' e lui e' scappato. Volevo una storia, un impegno, e lui no. Tornare sui miei passi e a questo uomo che mi ha cercata dopo tanta solitudine, che mi ha fatto sperare nuovamente, per la prima volta da quando sono mamma, in una possibile relazione seria e a cui ho chiesto un rapporto esclusivo, duraturo, di condivisione di vita e mi ha risposto che non vogliamo le stesse cose dalla vita dire "scusa mi sono sbagliata, prendiamo solo il bello, compagnia a volte, sesso quando ci va" e provare a vivere senza gelosie, accettando di essere solo una delle tante amiche con benefit nella sua vita? Oppure restare ancora nel vuoto totale e nella solitudine in attesa di un principe vero che venga a suonare il campanello di casa e mi faccia vivere la favola?
    Rispondi a Clelia Commenta l’articolo

  13. Avatar di Erika

    Erika 9 anni fa (23 Gennaio 2016 10:17)

    Salve a tutte ! Io sono la classica ultra quarantenne ,separata da tre anni ( senza storie ,non per volere ) con due figli , un lavoro a tempo indeterminato , auto munita con i miei spazi ( sempre nei limiti per la presenza dei figli ) , questo è il mio pensiero : l'amore inteso come amore vero lo si ha solo in giovane età ( fino ai 35 -40 anni ) dopo le cose cambiano , gli uomini cambiano ! Attualmente l'uomo cerca bellezza o soldi ! Neanche più il sesso tiene ! Mi dispiace ma questo è quanto ho potuto osservare ! Io sono da tre anni sola e per quanto sia indipendente , mi tengo curata , ho le mie passioni e socievole non ho mai conosciuto un uomo che poi si sia interessato a me , tutti poi li vedevi uscire con la donna bella e se proprio era solo piacente poi venivo a scoprire che avevano un bel gruzzolo in banca ! Dobbiamo metterci l'animo in pace , Ilaria spinge perché dobbiamo stare da sole e ha tutte le ragioni , perché non si troverà mai un uomo che ci voglia bene per quello che siamo , almeno dopo i 40 !
    Rispondi a Erika Commenta l’articolo

  14. Avatar di Sole

    Sole 9 anni fa (23 Gennaio 2016 18:17)

    Ciao Ilaria, ti faccio un breve riassunto. Per me questo è un anno di novità: da settembre ho iniziato un corso di teatro, a capodanno mi sono organizzata un viaggio che volevo fare da tempo e ho iniziato a fare volontariato. Ho il mio lavoro, del quale - anche se con alti e bassi - sono contenta e ho un progetto, sempre lavorativo, importante e difficile, che sto portando avanti da tempo. Sono single da diversi anni. Anni in cui ho avuto storie sbagliate, ma anche periodi in cui me ne sono stata da sola. Come adesso, periodo in cui sto sto cercando di scoprire le cose che mi piace davvero fare e sto cercando di relazionarmi con persone nuove. Prima, però, stavo pensando a questo ultimo periodo e si è insinuato in me un dubbio, non so se è una paturnia: può accadere che ci si riempa la vita di cose per paura di mettersi in gioco in una relazione? Se sì, come ci si deve comportare per superare questa situazione? Grazie! Sole
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      Ilaria Cardani 9 anni fa (24 Gennaio 2016 11:54)

      Certo che può accadere, accade in un sacco di situazioni. Ne abbiamo parlato spesso. Tutte le persone molto "indaffarate" (i "drogati dal lavoro", le donne troppo dedite alla famiglia, quelli con una missione o un hobby totalizzante) sono persone che stanno fuggendo da qualcosa. L'averlo capito di sicuro è un primo passo. Poi bisogna chiedersi quali sono i "vantaggi collaterali" che si trovano in questa situazione negativa. Se il tema interessa, lo approfondiamo. Mettete un "+" a questo mio commento, se vi interessa.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Sole

      Sole 9 anni fa (24 Gennaio 2016 12:47)

      Grazie mille Ilaria. Non c'è nulla nella mia vita che mi totalizzi, però ho un po' la sensazione di non affrontare la cosa perché non ho ancora ben capito come gestirla.. Cioè, non ho ben capito come comportarmi con equilibrio, che per me significa: 'sono una donna di 33 anni, ho il desiderio di realizzarmi sentimentalmente e mi attivo per farlo'; senza precipitare nei due estremi opposti che penso siano, da un lato, 'devo trovare assolutamente un uomo, parlo solo di quello e esco solo per quello' e, dall'altro, quello che forse è un po' la mia situazione, ovvero 'schivo la questione, faccio altre cose e non mi occupo di questa, perché non so bene come gestirla perché sento che è più grande di me'. Ti premetto che la relazione più importante che ho avuto e che è durata diversi anni mi è un po' capitata, non sono stata io ad aver scelto. Però, c'è da dire che la spinta che mi ha mosso a fare cose nuove è, anche - ma non solo - quella di conoscere persone nuove e, magari, anche una persona con cui instaurare una relazione..Non so, mi sto incartando :-). Grazie comunque, davvero!
      Rispondi a Sole Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 9 anni fa (24 Gennaio 2016 13:01)

      Sole, tuto sta in qual è il vero atteggiamento mentale che sta dietro a quel: ‘sono una donna di 33 anni, ho il desiderio di realizzarmi sentimentalmente e mi attivo per farlo’. Se è un atteggiamento di sicurezza sia relativamente al desiderio, sia al fatto che si realizzi o se non lo è...
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Sole

      Sole 9 anni fa (24 Gennaio 2016 14:00)

      Sì, infatti, è così, non ho l'atteggiamento mentale giusto; non credo sufficientemente nelle mie potenzialità, accidenti.. :-)
      Rispondi a Sole Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 9 anni fa (24 Gennaio 2016 14:03)

      Oppure dài troppa importanza al rifiuto o al giudizio degli altri :)
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Sole

      Sole 9 anni fa (24 Gennaio 2016 15:10)

      Sì, anche..
      Rispondi a Sole Commenta l’articolo

  15. Avatar di Matilde

    Matilde 9 anni fa (21 Gennaio 2016 22:58)

    Buonasera Ilaria, grazie per la risposta. Il punto di connessione e' saltato 8 anni fa, è iniziato tutto per un forte esaurimento. Purtroppo sono stata una ragazza vittima di un perfetto perfezionismo e vittima di esigenze assurde nei miei riguardi. Pretendo sempre molto da me. Mi e' molto piaciuto il contenuto dell'ultima parte della risposta. Verso in una situazione ove la confusione regna sovrana e purtroppo, non riesco a sbloccarmi. Forse perché non riesco a farmi le giuste domande. Dico che è saltato tutto perché sognavo una carriera brillante alla'università ed è saltato tutto. Avevo scelto una facoltà che ora non mi trasmette proprio un bel niente. Non ho amicizie. E anche se il tono può apparire di commiserazione (non lo è per niente) desidero la compagnia di un fidanzato e poi di un marito con cui passare il tempo. Con cui condividere anche un semplice -Buongiorno amore-, o una tenera ed affettuosa carezza. Ho vissuto diverse, troppe storie sbagliate. Però il desiderio di amare e di essere amata è forte. Dico anche che è saltato tutto perché non so che strada prendere. Non sono più la stessa persona di prima. Ed il difficile per me, in questo momento, è proprio questo: scoprire dopo quel momento cosi difficile chi sono diventata. Quali sono le cose per le quali sono portata. E' una risposta lunga la mia, ma sono alla ricerca di me stassa... Ho la necessità di fare rifornimento di bussole, mappe e...
    Rispondi a Matilde Commenta l’articolo

    • Avatar di Clelia

      Clelia 9 anni fa (22 Gennaio 2016 3:30)

      Ciao Matilde, sono restata colpita da ciò che hai scritto perché sono le stesse parole che avrei potuto scrivere io. Ti rispondo, ma non ho modo di consolarti, piuttosto e' per non farti sentire sola, oltre che per sfogarmi. Io in questo momento sono sola, ma lo sono da tanti anni, ho costruito molto da sola, ho realizzato l'indipendenza economica, e non solo, con le mie forze ho comprato una casa mia, ho avuto storie importanti, matrimonio, poi una convivenza finita anni fa... poi sono restata in compagnia del mio bambino. Sono passati 8 anni, sempre sola, la vita mi ha dato tanto, ho faticato tanto per realizzarmi in ciò che ho voluto, ma il progetto e il desiderio di una serenità affettiva non si realizza. Ogni volta che mi trovo a voler condividere un progetto a due, salta, ho realizzato tutto ciò che nella vita potevo ottenere da sola, e i consigli di realizzarmi su altri fronti con me non valgono più, ho quasi tutto e ora voglio realizzarmi sul piano affettivo e semplicemente non ci riesco. Ho rinunciato per anni all'idea di una vita affettiva, mi sono concentrata su mio figlio vivendo come una mamma lavoratrice, casa-lavoro -spesa con l'idea che se deve capitare il principe azzurro, beh che venga a suonarmi al campanello. L'assurdo e' che e' successo davvero, dopo 6 anni sola, un conoscente mi cerca, mi fa uscire dal guscio e riscopro la donna che e' in me. Non ha funzionato la storia però, credevo fosse un uomo sincero, mentre o non e' funzionata, oppure era ed e' a caccia di storie da poco, non e'finita con un chiarimento, ma con una pausa di riflessione eterna da parte sua, che dice non vogliamo le stesse cose, io una storia impegnata e lui no. Ora mi trovo confusa, ho perso il mio equilibrio, sento la mancanza di ciò che è l'essere amata (o credere di esserlo), apprezzata, essere seducente, sedotta, anche in fondo la mancanza della compagnia di un uomo... Non mi basto più. Come te Matilde cerco una bussola, una mappa, un navigatore satellitare per sopravvivere anche a questa delusione, per ritrovare me stessa. Quell'uomo dopo di me frequenta locali alla moda per quarantenni, esce con donne diverse senza impegno, si gode la liberta' ritrovata o forse mai persa anche nell'anno di frequentazione con me, e io?! Come permetto a un uomo di farmi crollare addosso le mie certezze, come posso sentirmi così triste, insicura, pessimista, confusa. A questo punto rifletto sulla sua vita, e quella di altri single con amici per le uscite e i viaggi, le amiche di letto... Per sopravvivere io devo adattarmi a questo? Si, sono confusa e non so da dove ripartire, ma devo farlo in fretta perché devo essere presente per mio figlio il prima possibile.
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    • Avatar di Clelia

      Clelia 9 anni fa (22 Gennaio 2016 10:42)

      Cara Matilde, mi ha colpito quanto dici, avrei utilizzato le tue stesse parole per esprimere la confusione mentale, il disorientamento e il vuoto di questi ultimi mesi. Dopo anni da single per rotture sentimentali avevo trovato un equilibrio mio, stavo bene, mi sono lasciata avvicinare da un uomo che ora che si allontana per vivere ancora da single mi ha gettato in confusione, sconforto, vuoto. Mi ha fatto sentire la mancanza di ciò che non ho, un rapporto stabile d'affetto. Per il test ho costruito tutto ciò che mi da autonomia, un lavoro, una casa tutta mia, un figlio, ma non sono felice perché non sono del tutto realizzata e non so con raggiungere questo mio obiettivo. Ci ho provato e riprovato, ma non posso fare nulla da sola, e gli altri non la pensano come me, niente storie serie, poi ho un figlio, non sono una donna libera del tutto... Ho un vuoto nell'anima, nel cuore e una fra confusione soprattutto in questi giorni. Matilde, non sono di aiuto con questo commento, ma ti voglio far capire che non sei la sola.
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    • Avatar di Matilde

      Matilde 9 anni fa (22 Gennaio 2016 19:58)

      Buonasera Ilaria, buonasera Clelia. Ho apprezzato il tuo commento, sai a volte quando si cammina per uno stesso percorso e' molto piu' semplice capirsi. A volte basta anche scambiarsi uno sguardo, e l'intesa non tarda a far nascere la comprensione per lo stato d'animo altrui. A me mancano tanti pezzi, forse un po' troppi. A volte mi dico che desidero un po' troppo dalla vita. A volte, quando mi prende un nodo in gola, mi guardo intorno e vedo un vuoto spaventoso. Un vuoto del quale un po' tutti approfittano con i loro giochi. E' triste, sai? Eppure io desidero solo poche cose nella vita: un lavoro semplice che mi consenta di vivere dignitosamente; un amore serio e disponibile e poi una bella famiglia. Non sono una donna tradizionalista, anzi a volte mi dico di stare un po' piu' buona altrimenti... Pero' che male c'e' a desiderare una vita semplice e con gli affetti piu' cari? Forse vivo in un mondo tutto mio. Un mondo dove e' bello pensare che non passerai la notte sola perche' accanto a te c'e' il tuo lui che ti tiene compagnia... Che nei momenti difficili non ci sarà solo silenzio, ma una voce familiare ed affabile a dirti: Cara, pazienza. Io sono qui. ...Che al ritornodalla scuola potrai baciare la fronte di tuo figlio e risentire qull'odore di bimbo puro e semplice. Un lavoro dove sei garbato con i colleghi e dove non sei costretto ad adottare comportamenti orribili e maleducati. Dove si fa il proprio percorso per diventare sempre più professionali per sé stessi e per il prossimo. Forse io vivo nel mondo delle bambole. Forse e' per questo motivo che ho tanta confusione dentro. Forse e' per questo motivo che non so cosa fare della mia vita. Forse e' per questo mio modo d'essere che sono ancora sola. Eppure non ho trucchi, non ho maschere. Cerco di trasmettere in tutti i modi i miei valori o i miei ideali. Non lo so... P.S. Mi sono dilungata tanto, ma a volte... E' difficile tenersi tutto dentro...
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    • Avatar di Clelia

      Clelia 9 anni fa (23 Gennaio 2016 3:23)

      Cara Matilde, alcune frasi tue lasciano intuire nuovamente che purtroppo abbiamo brutte esperienze di coppia che ci accomunano, dici che tutti approfittano con i loro giochi, mi sa che abbiamo trovato uomini disonesti, abbiamo tentato di smascherarli ma non gli abbiamo potuto impedire di farci del male, tanto male da sentirci che viviamo desiderando una favola o nel mondo delle bambole, per usare le tue parole. I nostri valori non vengono ne' apprezzati ne' tantomeno condivisi e ci troviamo a chiederci cosa fare in questo mondo, che direzione prendere, come incanalare l'energia per cercare di raggiungere l'obiettivo di trovare una compagno fedele, costante, sincero per condividere la vita? Ancora una volta rispondo con domande, ma in questo periodo non ho altro da dare che la mia solidarietà nello sconforto confusionale, e sicuramente proprio per questo sono arrivata in questo sito, su questo articolo.
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    • Avatar di Matilde

      Matilde 9 anni fa (25 Gennaio 2016 7:56)

      Io ne avute "molte", forse perché metto il rapporto di coppia al primo posto nella mia vita. Però non mi va mai bene. Quello che noto e' che la maggior parte delle persone scambia la cortesia e l'educazione per debolezza. Credono di poterti tirare per il naso a loro piacimento. Io ho anche tanti problemi perche' non ho buone fonti a cui ispirarmi. Mi spiego meglio: sono ancora molto inesperta, e non so bene cosa cerco in amore. Per me se un uomo mi dedica un solo messaggio e' un sogno. Io credo che il problema sia tutto qui: avere una visione infantile dell'amore. Ora sono alle prese con una "gran brava persona!", mi usa con i suoi giochetti. Non riesco a dimenticarlo, forse perche' mi ostino stupidamente.... La prima cosa sarebbe cambiare numero, ma io non co riesco, perche' voglio bene... Perche' credo nel perdono. Clelia grazie per questo scambio di esperienze. Grazie Ilaria per la possibilita' che dai a tutti noi di poter avere un confronto. Aiuta tanto, soprattutto a sentirsi meno soli.
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  16. Avatar di Vitiana Paola Montana

    Vitiana Paola Montana 9 anni fa (17 Gennaio 2016 19:53)

    Ho letto volentieri questo articolo. Nelle sue righe contiene veramente il significato "reale" del sentimento della "felicità". Aggiungo che, secondo il mio punto di vista, possiamo incrementare quella sensazione importantissima chiamata "soddisfazione personale" proprio andando a scavare dentro di noi alla ricerca del nostro "carisma personale", dal momento che ciascuno di noi ne è dotato. Amiamoci ragazze! Amiamo quello che siamo, come giustamente scrive Ilaria! Niente metri di paragone "drogati" dalla cultura condizionante e manipolante! Niente di più del nostro bagaglio personale è più utile per farci "diventare" delle bellissime e felicissime persone nonostante gli ostacoli che dovremo inevitabilmente superare nella vita. :)
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    • Avatar di Matilde

      Matilde 9 anni fa (28 Gennaio 2016 14:02)

      In cosa consiste il "carisma personale"? Lo chiedo perché sto cercando, giorno dopo giorno, di creare un percorso fatto di elementi positivi. Di riflessioni che possano aiutarmi e non cedere più il passo a pensieri negativi. Mi accorgo di aver fatto qualche passettino in avanti: i miei "discorsi" non sono più ricchi di parole negative. E' bello leggere il suo commento. Mi trasmette positività.
      Rispondi a Matilde Commenta l’articolo

  17. Avatar di InLoveForever

    InLoveForever 9 anni fa (28 Gennaio 2016 15:36)

    Incontrare la persona perfetta per noi non è semplice. Delle volte sembra non debba arrivare mai, altre sembrava essere arrivata e invece non era così. Bisogna avere la pazienza e la forza di attendere e guardarsi attorno.
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  18. Avatar di Clelia

    Clelia 9 anni fa (3 Febbraio 2016 12:51)

    Sono una donna di 40 anni abbondanti che ha realizzato molto da sola, che anni addietro credeva che ottenendo ciò che ora ho finalmente conquistato sarei stata felice. Ho creato coppie che ho deciso di rompere, ho alle spalle un cimitero di relazioni chiuse per lo più da me, che non accetto geometrie nei rapporti di coppia, né l'amante, né la madre onnipresente. Ho la gioia della mia vita, un figlio, avuto da una convivenza dopo il mio divorzio, il cui padre è comunque presente per nostro figlio, e ho una casa solo mia, dove vivo con il bambino, un lavoro appagante, dei genitori che mi aiutano accudendo mio figlio quando lavoro, dandogli amore e insegnamenti di vita, ma non basta essere madre. Credevo fosse il mio scopo di vita, ma dopo anni senza un compagno, in cui mi sono estraniata dal resto del mondo chiudendomi nelle sicurezze lavoro-famiglia, per "colpa" di una storia iniziata con un uomo che mi e' venuto a togliere dal nido sicuro, senza che nemmeno entrassi in un bar per rendermi disponibile su piazza, che se fosse restata un'avventura mi avrebbe dato un valore aggiunto, ho iniziato a sentire la mancanza di ciò che non sono mai riuscita a costruire: un rapporto di coppia stabile, di amore, fiducia e passione, una compagnia per la vita che mi faccia sentire ancora donna e non solo madre, e lavoratrice. Non sono più serena e tantomeno felice, sento ultimamente solo questo vuoto dovuto alla mancanza di una relazione vera. Quell'uomo mi ha destabilizzato, non perché è un immaturo o narciso o altro, non mi ha neanche fatto perdere autostima, ma mi ha fatto fare i conti con me stessa, perché mi ha fatto desiderare di poter vivere ancora una storia d'amore. Mi ha fatto desiderare la favola, anche se ora ho capito che non può essere con lui, che non vuole le stesse cose che voglio io, anche a lui come agli ex piacciono le geometrie... Ma ancora sono tornata a sognare le principesse!!! Vorrei tornare alla mia serenità di prima di lui, nonostante il posto vacante al mio fianco e la consapevolezza di non avete tutto quello che voglio dalla via perché da sola non sono in coppia, non ho la vita affettiva e sessuale che vorrei... Non ci riesco però... quanto è difficile!
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    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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      Ilaria Cardani 9 anni fa (3 Febbraio 2016 12:55)

      Tra geometrie e principesse ci credo ben che sia difficile, perbacco :)
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Clelia

      Clelia 9 anni fa (4 Febbraio 2016 0:08)

      E' vero Ilaria, fa sorridere il mio modo di esprimermi ?... parlare di geometria è un modo per allontanare il dolore pur parlando del vissuto, e volevo farmi conoscere un po' di più, per far capire come sono arrivata qua, a leggere, meditare, e ora anche intervenire, dopo 6 anni senza un uomo, nel fiore della vita, e realizzare che è uno spreco di tempo e di me, stare sola ed esserlo stata così a lungo. Da questo momento devo uscire, in qualche modo. Un'amica mi ha detto "smettila di pensarci, e' come trovare un ago nel pagliaio". E la mia mente è come un disco in loop.
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  19. Avatar di Anonima

    Anonima 9 anni fa (3 Febbraio 2016 21:22)

    Buonasera Ilaria, ti scrivo per chiederti un parere su una cosa che mi succede ultimamente. Lavoro da poco in una piccolissima azienda (una startup) qui in Italia. Mi piace quello che faccio, perché è proprio quello che vorrei fare "da grande". Quando sono al lavoro mi sento tranquilla, ma quando torno a casa mi chiedo se mi sto accontentando in qualche modo... Ad esempio, mi piacerebbe molto poter andare a vivere all'estero. Che poi, in realtà, non è detto che questo lavoro mi tolga delle possibilità, visto che comunque mi permette di formarmi, avendo zero esperienza lavorativa. A quale "parte di me" dovrei dare retta allora? Grazie mille.
    Rispondi a Anonima Commenta l’articolo

    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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      Ilaria Cardani 9 anni fa (4 Febbraio 2016 15:00)

      Ciao Anonima, la tua domanda mi sa un po' di "paturnie": non puoi fare l'uno e l'altro? Non puoi lavorare un po' per questa start-up e poi valutare se andare all'estero? All'estero dove? A fare che? Con che obiettivi? Al di là delle fantasie quel che si pensa e si vuole va posto in essere con un confronto con la realtà e ponendosi degli obiettivi concreti.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Anonima

      Anonima 9 anni fa (6 Febbraio 2016 18:42)

      Ciao Ilaria, certo, posso fare entrambe. Riguardo le opportunità all'estero, sono reali, e mi scuso se nel mio messaggio precedentesembrassero solo "fantasie" senza nessun riscontro concreto :) Sono opportunità che avrei dal punto di vista lavorativo, nel senso che andrei a fare in un altro Paese quello che faccio ora in Italia. Però, si tratterebbe di lavori più importanti, e che mi darebbero più soddisfazione. Per ora posso dirti che sono dei "work in progress", nel senso che sto aspettando dei feedback da parte di queste aziende estere (alcuni processi di selezione sono ancora in corso). Nel frattempo, mi tengo con i piedi per terra lavorando qui :) Allora riformulo la domanda del precedente messaggio: è giusto dare voce a quella parte di me che mi dice che posso "ottenere di più", che mi dice di non accontentarmi? E che mi dice di trovare anche altre opportunità? Grazie.
      Rispondi a Anonima Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 9 anni fa (6 Febbraio 2016 18:45)

      Ovviamente è giusto. Ma che paturnie sono mai queste?
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Anonima

      Anonima 9 anni fa (6 Febbraio 2016 19:42)

      Sono solo paturnie e basta ;)
      Rispondi a Anonima Commenta l’articolo

  20. Avatar di sabrina

    sabrina 9 anni fa (18 Febbraio 2016 13:12)

    Ilaria ma quali sono queste sfide importanti? ora dobbiamo diventare pure trapeziste? eh magari !! poi parli di letture importanti tipo? a volte perdonami io sono un po tarduncella ma potresti essere ancora piu precisa a volte piu dettagliata , e tengo a precisare poi che tu sei brava perche spesso riporti esempi e non ti limiti solo a concetti astratti. "pensare alle questioni dell’esistenza che vanno qualche centimetro al di là del proprio naso non significa non divertirsi ed essere sempre “serie” o peggio “seriose”. tue parole quali sono? es ? Mi piacerebbe alzarmi felice o al limite serena invece non ho voglia di alzarmi dal letto provo un malessere, una sensazione di scontetezza fissa , sono un po indolente faccio il minimo .. poi mi assale ansia nonostante stia facendo qualcosa per me , come lettura palestra un corso per cercare di rimediare un lavoro , l'ansia di essere andata troppo oltre.. aver fatto passare i miei anni migliori e non aver concluso niente di buono... 49 anni suonati e sono sempre nelel stesse condizioni di 5 10 3 anni fa per me non cambia niente niente lavoro fisso niente amore , storie squallide a volte nemmeno di storie si è trattato eppure ci sono donne cosi brave che sanno quello che vogliono e se lo prendono io mi sento una larva che si è trascinata fino a qui barcamenandosi ma non realizzando niente d'importante per se crogiolandomi nelle mie lamentele ; vorrei fare vorrei viaggiare ma ho trovato sempre impedimenti piu mentali che altro .. basta meglio non rivangare il passato, vorrei veramente tirare una riga per cio che non ho fatto e cio che avrei voluto(sicuramente viaggiare e provare a farmi una vita altrove) ma poi non l ho fatto .. Mi date un vs. parere grazie !! secondo voi è troppo tardi per fare qualcosa di costruttivo ora? Io penso che l amore ora sia difficile da trovare non mi vedo piu attraente
    Rispondi a sabrina Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 9 anni fa (18 Febbraio 2016 14:26)

      Ciao Sabrina, come si dice dalle mie parti, hai fatto un po' un "risotto", mischiando di tutto e di più e non perdendo occasione per crogiolarti nelle tue lamentele, come dici tu. Una piccola premessa, cruda e utile (finora sono stata morbida :)): parli di impedimenti mentali e non si capisce se ne parli per autoassolverti o perché hai intenzione di disfartene, dei blocchi mentali. Le sfide importanti riguardano proprio quello: prendere i propri blocchi mentali e fare qualcosa per andare oltre. Non facendo le trapeziste, che è esattamente il contrario di quel che intendo, ma mettendoci cura e attenzione per se stesse. Dici in sostanza che a 49 anni suonati non hai realizzato niente di importante? Bene, la sfida è partire da qui e pensare di realizzare qualcosa, anche di piccolo piccolo: se ti va bene 1) hai intrapreso una sfida 2) l'hai vinta 3) hai realizzato qualcosa e magari ti viene la voglia di fare di più. Se ti va male sei al punto di partenza. Il fatto è che se intraprendi la sfida, sarà difficile, davvero difficile che ti vada male. Mi chiedi esempi pratici? Dici che ti piacerebbe viaggiare ma non l'hai fatto. Molto bene. Come dico sempre viviamo in un paese dove dovunque tu i trovi devi fare - quando va davvero male - al massimo 40 chilometri per trovarti in un posto "straordinario" o per bellezze naturali o per arte e cultura o per tutte queste cose insieme. Per provare la fantastica ebrezza del viaggio (una delle cose più belle della vita) non è necessario andare nel deserto del Gobi a dormire nelle tende con i locali e bere latte di antilope del deserto. Basta stare via un week end, anche un giorno. La tua impresa potrebbe essere: scegli una destinazione che ti piacerebbe davvero tanto visitare. Hai limitazioni economiche? Progetta il tuo viaggio tenendo in conto di gestire al meglio le spese per goderti appieno la situazione, divertirti, imparare. Alzati mezz'ora prima ogni giorno per documentarti su come realizzare questo progetto, dandoti un limite massimo di 6 mesi per compierlo. Dedicati a questo progetto come se dalla sua realizzazione dipendessero i destini dell'umanità, di tutti i bambini del mondo: deve essere curato nei minimi dettagli. Ovviamente si intende un viaggio che farai da sola (così superiamo anche l'altra frigna solita: "eeeh ma sono sooolaaaaa, nessuno vuole venire con meeee"). Questa è una sfida e ti dico non tanto sulla carta, ma proprio a livello mentale. Certo serve l'atto di volontà di tirarsi fuori dalla melma. Mi viene in mente che qualche tempo fa sulla mia pagina Facebook incitavo le lettrici a prendere in mano la propria vita con piccoli passi simbolici, il primo: andare al ristorante da sola. Cosa che io e milioni di altre donne facciamo abitualmente ma che per tantissime è impensabile. Considera: invece di stare due ore con un cretino inconsistente o davanti alla tv a guardare l'ultima scemenza in programmazione, ti vesti per bene e investi 25 euro per una birra e una pizza. Tutta sola. Altro che migliaia di euro investiti in psicoterapia. Ebbene una lettrice risponde: "Eh, no, al ristorante sola proprio no, che tristezza": cara, se a te fa tristezza la tua compagnia, immaginati agli altri. Ecco quali sono le sfide da affrontare. E come dico, poi bisogna passare al passo sucessivo: smetterla di pensare che l'unica cosa che conta sono i nostri movimenti intestinali. Guardare alto, volare alto...
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      Gea 9 anni fa (18 Febbraio 2016 15:49)

      92 minuti di applausi, Ilaria! :-) E confermo quanto sia bello fare delle cose in beata solitudine: passeggiate, uscite culturali, ristorante e viaggi. Anch'io mangio spesso da sola e mai vengo percepita come una poveretta... anzi, al bistrot vicino casa e altrove, risulto sin troppo interessante! ;-) Ma non vado al ristorante da sola per trovare qualcuno, ma perché mi piace anche mangiare per conto mio, cosi come mi piace andare al ristorante con gli amici, quando ne abbiamo l'occasione. E il fatto che mi piaccia si vede lontano un miglio. La più grande tristezza, al ristorante, la provavo quando ero in compagnia del mio ex, negli ultimi anni sempre più imbronciato e negativo... Allora si, che dovevo sembrare una poveretta! Idem per i viaggi. Solo in buona compagnia: la mia ed eventualmente quella altrui, ma buona davvero. Pero' la lettrice che citi purtroppo riflette una mentalità (negativa e sterile) ancora troppo diffusa e che invece andrebbe sradicata. Ma per farlo bisogna mettersi in gioco personalmente, non aspettare l'angelo liberatore.
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