Parliamo di felicità, oggi, mica di bruscolini. Del tema più dibattutto dagli esseri umani di ogni tempo, tanto da surclassare perfino quello dell’amore. Perché parliamo di felicità? Beh, prima di tutto perché è importante…. :) Poi perché siamo all’inizio dell’anno e che ci piaccia o no molti rimuginamenti e appartuniamenti e paturnie di questi giorni sono concentrati sui buoni propositi, sugli obiettivi e sui risultati che si vogliono ottenere nel nuovo anno. E che si teme non si otterranno. Che noia, ragazze, che barba. Che brutti vizi, brutti brutti.
Quello di pensare a “come essere felici” è un buon modo per procrastinare la felicità, per rimandarla, ritardarla. Ma si sa che gli esseri umani – e le donne in particolare – sono degli esperti specialisti nell’autosabotaggio e nel “rovinarsi la vita”, cioè nell’evitare e nel distruggere le proprie possibilità di essere felici.
"La felicità è una scelta quotidiana. Non la trovi in assenza di problemi. La trovi nonostante i problemi. Stephen Littlewood"
In più io credo che in molte non abbiano nessuna vera buona idea su che cosa sia la felicità, cioè la felicità per loro. Diciamo che di solito lo schema è questo: ci si sente insoddisfatte – e questo capita per uno scollamento tra desiderio e realtà, tra ideale e concreto – e si comincia a pensare che si dovrebbe essere felici mentre, invece, purtroppo non c’è la felicità, ma non si sa che cosa significhi davvero essere felici, avere serenità, stare bene e quindi non si sa dove, come e che cosa fare e cercare.
Perché non si sa che cosa significa essere felici? Perché le persone non sanno che cosa serve – a loro nello specifico – per essere felici? Perché la felicità non viene insegnata, non c’è nessuno che guida in questa direzione e fornisce le indicazioni giuste. Tutti mandano da un’altra parte. Indirizzano nella via sbagliata. Sbaglio di indirizzo, perbacco! Bisogna ritrovare la strada, aprire il proprio sentiero.
Felicità, come fai a capirla?
Nessuno insegna a nessuno come ascoltare se stesso ma tutti insegnano come prestare attenzione ai tanti rumori esterni: per essere felice, se sei una donna, devi studiare e poi avere un lavoro che ti permetta di guadagnare, ma di non impiegare tutte le energie e il tempo nel lavoro. Perché, poi, per essere davvero realizzata e dare un senso alla tua vita, devi avere un partner e dei figli. Per gli uomini le indicazioni sono: devi ottenere risultati – non necessariamente impegnandoti in modo trasparente – guadagnare e avere successo nel mondo là fuori. Per uomini e donne ci sono i simboli del successo, gli status symbol: la casa, la macchina, i vestiti, le vacanze. Insomma tutte le stupidaggini che sappiamo bene.
"Tutti vogliono essere felici; per poter raggiungere tale condizione bisogna capire che cosa si intende per felicità. J.J.Rousseau"
Il fatto è che con tutto questo rumore di fondo e tutto questo casino di persuasione che viene dall’esterno, è un po’ complicato arrivare nel mondo (atterrare su questo pianeta, cioè) e, magari partendo da piccolini e da ragazzini, farsi un’idea propria, utile ed efficace di felicità. Intendo, un’idea che permetta di stare davvero bene e di essere davvero sereni. Perché serenità e felicità vanno “create su misura”, come gli abiti dei sarti (bravi) di una volta.
Per esempio – e io su questo non mi dò pace – ci sono carrettate e carrettate di fanciulle – anche giovanissime, appartenenti alle generazioni più “moderne” – che pensano che la felicità sia nella vita di coppia, in un amore romantico, nella vicinanza di un uomo che non sia solo il fantastico principe azzurro pieno di romanticherie e di comprensione, ma che sia un vero e proprio “sostegno” per la vita e i problemi che essa presenta. Mi spiace, la felicità non è in un rapporto di coppia, per nessuno. La felicità è composta da vari fattori, tutti importanti, tutti da tenere in massimo conto. Se manca uno o più di questi fattori, la piena felicità non è raggiungibile.
Ci vogliono olio di gomito e determinazione per essere felici
L’idea che la felicità sia ottenuta quando si sarà raggiunto un obiettivo specifico – il matrimonio, un posto di lavoro, la sicurezza economica, la macchina grande (oh, ma c’è ancora chi dà valore a ‘ste strombate, pazzesco…) o il denaro – è un’idea profondamente “inumana” della felicità e stucchevolmente superficiale, perché ignora la ricchezza insieme delle risorse di una persona e dei suoi tanti bisogni, delle necessità emotive che si presentano nel trascorrere della vita e attraverso l’evoluzione personale che (si spera) si compie attraverso la crescita nella vita adulta.
"La morale è che non c’è nessuna favola. Da internet"
Detto in altre parole: la nostra esistenza è talmente complessa, noi siamo talmente complessi e attraversiamo tante fasi della vita molto diverse tra loro, che non possiamo identificare la nostra felicità con un fattore, un aspetto materiale ed esteriore o unico per sempre.
E arriviamo al punto davvero sgradevole: i messaggi esterni dai quali siamo bombardati danno un’idea di felicità all’apparenza facile, perché basata sull’avere, stolida, perché basata sull’apparenza e sulla materialità e semplificata: la felicità viene equiparata al comfort, alle facili soluzioni o addirittura all’assenza di problemi. L’aspirapolvere che pulisce da solo, la lavatrice che lava da sola e i bambini che devono servire anche loro come status symbol, non devono “rompere”, ai quali si dà l’ipad per farli stare buoni (nemmeno più, i vecchi cartoni animati), “che sai è tanto sveglio e intelligente” che si educa da solo (e come no!).
Mi vengono in mente certe pubblicità dei profumi di gran marca dove una bionda incredibile con pelle di velluto, altissima (si capisce che non sono bionda e non sono alta, eh?) avvolta in magnifici abiti di seta dorati, in ambienti fantastici, si cala come un angelo da una catena che scende direttamente dal cielo: adoro quelle pubblicità. Mi è sempre piaciuta la pubblicità e quegli effettoni, quel glamour fané e immortale da anni ’80 lo trovo affascinante: pensa te quante competenze per creare tutta questa idea di lusso finto raffinato per abbindolare le masse da discount.
Il fatto è che tutto questo non c’entra nulla con la vita. Perché, udite, udite, la vita non è “j’adore” (brivido gelato lungo la schiena, strombata cosmica), ma la vita è una sequela di complessità (problemi?) che vanno attraversati.
E’ che il modello “j’adore” o anche il modello della tecnologia di massa: “striscio sullo schermo e ho tutto quello che voglio”, danno l’idea che la felicità sia una cosa facile e alla portata di tutti (guarda un po’ quella tua amica che si è rifatta le tette, sempre a postare foto di lei in costume su Facebook, oh, a lei le cose le vanno sempre tutte bene) e se qualcuna si sente insoddisfatta, prova un senso di vuoto (umanissimo, dato questo contesto, poi), pensa che la soluzione più semplice sia conquistare un uomo, far innamorare un ragazzo. Ah, la via breve per essere felici. Condividere la propria insoddisfazione con uno ancora più insoddisfatto da scegliere tra i vari modelli il dongiovanni, il confuso, il perditempo, il rospo, il fantasma, il bambinone, l’irresponsabile lo stronzo, l’indeciso, il confuso, l’uomo sposato, il falso figo, il cretino, colui che ti usa per esercitare la sua manipolazione perversa, mister non voglio una storia seria etc. etc.
Ecco perché poi alla fine si collezionano uomini sbagliati uno via l’altro. E santa pazienza!
Felicità: e allora?
Per essere felici, come dicevamo prima, è utile sapere di che cosa è composta la felicità per se stesse – non per la mamma, la tv e le amiche – e poi prendersi cura di tutti questi “componenti” ogni giorno, investendo su quelle la propria attenzione e non nello scrutare le foto e gli stati degli amici su Facebook. O sognando a occhi aperti l’arrivo del famoso principe azzurro con il suo bacio risolutore.
"Felicità? Una piccola incombenza giornaliera da curare come faresti con un giardino. Annabel Buffet"
Ebbene, ecco che cosa di sicuro è utile per essere più felici e sereni. Facciamo una specie di “lista” base, che potrebbe anche creare qualche turbamento interiore. Ma è attraverso i turbamenti interiori – affrontati e superati – che si arriva a essere migliori e ad avere una vita migliore.
1) Hai presente quando si dice: “se c’è la salute c’è tutto?” E’ un concetto che chi è stato sempre bene spesso fatica ad afferrare. Ed è un concetto sacrosanto. In realtà c’è di più: non è solo la salute del corpo (essenziale e prioritaria) e della mente (fondamentale) che contano. Conta l’equilibrio personale, fatto di autonomia e indipendenza emotiva, sicurezza in te stessa, sicurezza della direzione che vuoi dare alla tua vita.
Tu dirai “Ilaria, questo non è leale, tu metti quello che dovrebbe essere il traguardo come punto di partenza, come si fa?” Si deve fare: ti ricordi l’articolo dedicato sul tema la persona giusta, all’essere, al fare e all’avere? Siamo noi il punto di partenza, siamo noi che definiamo tutto quello che ci gira intorno, è su di noi che dobbiamo investire tempo, dedizione ed energie, nella nostra crescita. Anche – soprattutto – quando vogliamo incontrare persone nuove, che ci arrichiscono o quando vogliamo trovare l’uomo giusto o anche quando, guarda un po’, vogliamo “ridisegnare” la nostra vita di coppia perché lì dentro, entrambi siamo cresciuti ed è bello prenderne atto e confrontarci insieme per dare e ricevere, ancora, del nostro meglio.
2) Quando parliamo di salute, mentale e fisica e di equilibrio personale, parliamo anche di capacità di comprendere e gestire le proprie emozioni, di coltivare e nutrire la propria mente e il proprio spirito (fai buone letture? Rifletti su questioni che vanno al di là della punta del tuo naso? O pensi solo ad appaiare il colore della borsa e delle scarpe o a come rassodare i glutei?). Serenità e felicità si basano su salde fondamenta, cara.
Perché diciamocelo fuori dai denti: se sei una che mette al primo posto lo shopping al sabato pomeriggio e la scarpa tacco 12, poi dopo ti trovi uno che guarda solo la scarpa tacco 12. Con tutto quel che ne consegue.
3) Pensare alle questioni dell’esistenza che vanno qualche centimetro al di là del proprio naso non significa non divertirsi ed essere sempre “serie” o peggio “seriose”. Oh, quante donne intelligenti e anche argute si chiudono – perché deluse dagli uomini (cioè perché un cretino qualunque le ha lasciate con un sms) – in una serietà e secchioneria difensiva, che le rende un pochino respingenti? Sì lo so, su questo blog di sicuro non entra mai nessun tipo del genere. Mai, mai. Proprio mai. Divertimento, svago, tempo libero di qualità sono “componenti” essenziali di una vita sana, serena e felice. Non dimenticarlo mai. Ed è nel divertimento, nell’allegria, nell’attitudine a ridere di quel che ci accade che rafforziamo l’amore per noi stesse e la capacità di attrarre uomini di valore.
4) Mettere a frutto i propri talenti, i propri punti di forza: non si può vivere senza darsi questo obiettivo. Tradotto in parole meno poetiche: bisogna avere un ruolo, un lavoro, mantenersi da sole, essere autonome economicamente. Spiego meglio, si tratta di due aspetti diversi, vicini e ugualmente importanti: a) avere un ruolo; b) provvedere a se stesse economicamente.
5) Infine, dulcis in fundo, ta-da-da: le relazioni, gli affari di cuore, i sentimenti. Che sono anche gli affetti: la famiglia d’origine, le amicizie, i buoni rapporti di colleganza, di vicinato. E, certo, certo, certo, per la piena felicità ci vuole l’amore di coppia, la seduzione, l’attrazione. Avere accanto un partner con cui avere un bel rapporto alla pari. Che sintentizzando si basa su quattro aspetti: I) attrazione fisica/sessuale II) intesa emotiva e intellettuale III) progetti condivisi IV) esclusività.
Una vita vissuta godendo di tutti questi aspetti può definirsi una vita felice, serena, ben vissuta. La buona notizia è che una vita del genere si può realizzare, partendo da quel che si ha e procedendo nella giusta direzione. Se non si fa niente, al contrario, non si ottiene niente.
Invece di appaturniarti in pensieri depressivi e deprimenti in cui ti concentri su quel che ti manca, cambia direzione: subito, oggi, prenditi 15 minuti e rileggi l’articolo.
Considera con attenzione l’elenco dei 5 punti della felicità e scegli uno/due aree sulle i quali vuoi concentrarti nel prossimo mese (procediamo con delicati “baby step” come dicono gli inglesi, i passi dei piccolini, che vanno sempre avanti).
Considera a come organizzi le tue settimane dal lunedì alla domenica e le tue giornate, inclusi i momenti di svago e di lavoro. Scegli che cosa ti piacerebbe “aggiungere” di buono in quelle aree della tua vita. E quando hai scelto fatti la domanda: “Che cosa occorre che io faccia per ottenere questo?”. Baby step, piccole azioni ogni giorno. Con allegria e fiducia.
Vanna 9 anni fa (17 Gennaio 2016 12:56)
Grazie Ilaria ! I tuoi articoli sono come un balsamo che arrivano sempre nel momento giusto ! Proprio oggi , mi stavo domandando sul senso della felicità.Giusy 9 anni fa (17 Gennaio 2016 13:00)
Gea 9 anni fa (17 Gennaio 2016 13:58)
Livia 9 anni fa (17 Gennaio 2016 14:59)
Eh si Ilaria, mi ci devo mettere di impegno.Silvia 9 anni fa (17 Gennaio 2016 16:38)
London 9 anni fa (17 Gennaio 2016 16:54)
ross 9 anni fa (17 Gennaio 2016 17:24)
Erika 9 anni fa (17 Gennaio 2016 18:51)
Gea 9 anni fa (17 Gennaio 2016 22:37)
Gea 9 anni fa (17 Gennaio 2016 22:48)
Adri 9 anni fa (17 Gennaio 2016 23:18)
Ilaria ho appena letto il tuo pensiero sulla gentilezza su fb. Un balsamo. Grazie.Ilaria Cardani 9 anni fa (17 Gennaio 2016 23:22)
I's a pleasure... (Ho scritto un post sulla gentilezza e ora per un paio di giorni mi tocca essere gentile, se no mi scommentano contro...)zara 9 anni fa (17 Gennaio 2016 21:08)
Ilaria Cardani 9 anni fa (17 Gennaio 2016 21:34)
Gea 9 anni fa (17 Gennaio 2016 22:31)
Ilaria Cardani 9 anni fa (17 Gennaio 2016 22:39)
Gea 9 anni fa (17 Gennaio 2016 23:20)
Ilaria Cardani 9 anni fa (17 Gennaio 2016 23:26)
;) Non solo: è fuorviante. Perché i segnali da tenere d'occhio ci sono sempre e vanno "oltre le parole", questo è importante precisare per noi, Gea.Gea 9 anni fa (17 Gennaio 2016 23:34)
Si, prima bisogna sempre osservare i segnali non verbali... e poi valutare anche il resto, conoscendo la persona ... passo passo. ;-)michela 9 anni fa (17 Gennaio 2016 23:37)
Ilaria Cardani 9 anni fa (17 Gennaio 2016 23:42)
michela 9 anni fa (17 Gennaio 2016 23:50)
Alisia 9 anni fa (18 Gennaio 2016 9:25)
Ilaria Cardani 9 anni fa (18 Gennaio 2016 11:23)
Alisia 9 anni fa (18 Gennaio 2016 11:36)
Chiarissima Ilaria! Più o meno avevo dei punti in mente, ma volevo essere certa di andare nella direzione giusta! GrazieSasha 9 anni fa (18 Gennaio 2016 8:55)
Questo articolo è davvero molto molto profondo! Grazie Ilaria! Sei bravissima!Ilaria Cardani 9 anni fa (18 Gennaio 2016 12:32)
Grazie!Bru 9 anni fa (18 Gennaio 2016 9:06)
Ilaria grazie. Questo articolo svetta: e ci fa svettare su un altro livello. Soprattutto leggerlo di lunedi' e' una manna dal cielo! Un saluto caro a te, a tutteIlaria Cardani 9 anni fa (18 Gennaio 2016 12:33)
Grazie Bru.sabrina 9 anni fa (18 Gennaio 2016 12:58)
Sole 9 anni fa (18 Gennaio 2016 13:37)
Tania 9 anni fa (18 Gennaio 2016 20:08)
Ilaria Cardani 9 anni fa (18 Gennaio 2016 20:12)
Tania, grazie mille. Hai colto perfettamente il senso e la funzione dell'articolo.zara 9 anni fa (18 Gennaio 2016 21:27)