Le persone sono terrorizzate dal fallimento e dai fallimenti: il fallimento viene interpretato come una sconfitta, come la prova provata del proprio poco valore, come una buona ragione per essere “emarginati” dagli altri. Il rifiuto da parte di un uomo (o anche di una donna) e il fallimento di una storia d’amore provocano un dolore enorme: probabilmente si tratta di uno dei più grandi dolori che una persona può provare nella sua vita.
"Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio. Samuel Beckett"
Conosco persone che stanno in relazioni sbagliate che non hanno più niente da offrire alla loro vita e, anzi, che sono diventate delle vere e proprie trappole, ma non vogliono andarsene, non vogliono chiuderle. E questo solo perché il fatto di chiudere una relazione viene considerato un fallimento.
Vi sono matrimoni “clinicamente morti” da anni che non vengono realmente conclusi solo perché i coniugi si rifiutano di formalizzare quello che ritengono un fallimento personale.
E’ proprio così: è di certo vero che molte storie si trascinano all’infinito perché i due partner hanno paura della solitudine, hanno paura del futuro incerto rispetto alla “certezza” di una sofferenza già a lungo sperimentata oppure sono “vittime” di un legame sbagliato che proprio perché è sbagliato li tiene uniti, ma è altrettanto vero che molte coppie rimangono insieme solo perché la separazione viene interpretata come un’incapacità personale, come una dimostrazione di incompetenza, come un limite.
E invece, molto spesso, è un traguardo.
Ci sono moltissime persone – uomini e donne – che pur essendo totalmente infelici nella relazione nella quale sono, tengono duro, resistono perché credono che il “fallimento” di una relazione sia una colpa, una macchia indelebile, un peccato mortale.
Il fallimento nelle faccende d’amore
Lo stesso molto frequentemente accade anche all’inizio di una relazione o addirittura nella fase del corteggiamento. In molti si “fissano” su una persona, decidono che vogliono iniziare una relazione con lei e, a un certo punto, pur accorgendosi che “non è cosa” si incaponiscono in quel rapporto, pretendendo a tutti i costi di sedurre un uomo o una donna, anche se sanno perfettamente che non è la persona adatta a loro e che la relazione non è in grado di dare loro nessuna soddisfazione.
Ormai è partita la sfida e perderla significherebbe fallire.
"Il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo. Winston Churcill"
Attenzione: la paura del fallimento non è prerogativa esclusiva delle storie d’amore. Si vive con terrore anche il fallimento in altre aree dell’esistenza: lo sport, gli affari (o il lavoro), l’”apparenza” esteriore (ci sono persone che si vergognano a dire che la dieta che hanno fatto non ha portato risultati).
Sono abbastanza convinta che dietro molti problemi di cuore si nasconda “semplicemente” la vergogna e la paura del fallimento. Molte persone che sembrano soffrire per amore, in realtà soffrono perché hanno fallito, perché non hanno avuto successo in qualcosa (una relazione) in cui credevano di poter aver successo.
E’ un po’ come se il fatto di essere felici, di stare bene con un partner e di avere una vita sentimentale equilibrata passino in secondo piano rispetto al fatto di “essere riusciti”, di aver avuto pieno successo in una impresa che si è iniziata.
Fallimento e fallimenti
Ritengo che sia molto interessante il fatto che il “fallimento” venga considerata una vergogna particolarmente infamante soprattutto nel nostro paese. In altri paesi, come per esempio quelli di cultura anglosassone (gli Stati Uniti, il Regno Unito etc) il “fallimento” viene considerato più naturalmente come un passo importante nel percorso umano di una persona, sia nel privato, sia nel pubblico.
"Dimentica gli errori del passato. Dimentica i fallimenti. Dimentica tutto eccetto ciò che devi fare ora, e fallo. William Durant"
Per esempio: nella cultura americana è abbastanza normale raccontare la propria vita inserendo dettagli come licenziamenti, divorzi o fallimenti economici. In Italia tutti questi dettagli invece molto spesso o vengono omessi o vengono “rivelati” solo in determinati contesti e a determinati interlocutori, dato che c’è sempre un certo “livello” di vergogna nel parlarne.
Io credo che si tratti di una questione legata a dove si intende porre la propria attenzione. Se una persona ritiene il “fallimento” un fatto eccezionale che accade solo nella vita di persone particolarmente sfortunate o incapaci, ovviamente, nel caso in cui sarà lei a sperimentare un qualsivoglia fallimento, tenderà vergognarsene e ad attribuirvi una dimensione di “tragedia”.
Nel senso: se qualcuno pensa che il “fallimento” sia una sorta di “fine del mondo personale”, non solo si sentirà particolarmente “inadeguato” e quindi avrà paura delle critiche altrui, ma vivrà il proprio fallimento in modo drammatico, molto doloroso, sicuramente soffrendo più del necessario. Non solo: perderà molte più energie interiori e molto più tempo inteso sia in senso reale, sia in senso più emotivo. Tante risorse emotive saranno “bloccate” su quel fallimento, facendo perdere altre occasioni di investimento, per esempio in una nuova relazione sentimentale.
"Accettare il fallimento è un’attitudine da vincenti. Alain Robert"
Se invece quella stessa persona pensasse che il “fallimento” fa parte della vita ed è un evento inevitabile per chiunque decida di vivere la propria esistenza con un minimo di coraggio allo scopo di prendersi tutte le soddisfazioni che merita, sarebbe in grado di sperimentarlo con meno dolore e con più forza per “ripartire” e investire in nuove avventure.
"Ogni fallimento è semplicemente un’opportunità per diventare più intelligente. Henry Ford"
In sostanza, chi considera il fallimento come normale per tutti, dirà tra sé e sé “Bene! Ho fallito. Sono una persona come tutte le altre. Ora so che cosa hanno provato i miei amici Mario e Paolo, la mia amica Giulia e mio padre, quando hanno fallito. Ho anche capito che posso fare cose diverse e in modo migliore. Ora riparto da dove sono, perché la mia vita offre altre opportunità, sia nel lavoro, sia nell’amore e sia per quel che riguarda il successo personale.”
Fallimento o punto di forza?
In questo modo il fallimento non solo diventa una tappa di crescita e di maturazione, ma si trasforma in un puntello, in uno scalino più alto dal quale partire per realizzare quel che davvero si desidera nella propria esistenza.
Per questo il fallimento non va evitato e non va rifiutato.
Volere evitare a tutti costi un fallimento, per esempio di una relazione o di un corteggiamento, in primo luogo significa prepararsi a un fallimento più grande: non c’è nessuna relazione tra persone che sia migliorata per un “accanimento terapeutico” volto “solo” a “salvare il rapporto” e non a “realizzare” la felicità delle persone coinvolte.
In secondo luogo significa togliere risorse preziose a più ampie opportunità, a più grandi orizzonti di realizzazione, sviluppo e successo.
Che ne dici? In quali casi la paura del fallimento blocca realmente le prospettive di gioia e di felicità delle persone? In quali casi accettare il fallimento apre a nuove prospettive di conquista e di relazioni soddisfacenti?
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Nyssa 11 anni fa (3 Marzo 2014 17:44)
Michela2 11 anni fa (3 Marzo 2014 18:25)
Ana 11 anni fa (3 Marzo 2014 19:14)
robi 11 anni fa (3 Marzo 2014 19:22)
ReggieLove 11 anni fa (3 Marzo 2014 19:27)
onlybrina 11 anni fa (3 Marzo 2014 23:15)
Al 11 anni fa (3 Marzo 2014 23:29)
Goldie 11 anni fa (4 Marzo 2014 10:44)
eleonora 11 anni fa (4 Marzo 2014 21:11)
Dario 11 anni fa (5 Marzo 2014 1:28)
Angelica 11 anni fa (5 Marzo 2014 11:40)
Sasa 11 anni fa (5 Marzo 2014 13:10)
eleonora 11 anni fa (5 Marzo 2014 19:14)
Dario 11 anni fa (6 Marzo 2014 0:02)
Anna 11 anni fa (6 Marzo 2014 10:19)
Martina 11 anni fa (6 Marzo 2014 11:38)
valentina 11 anni fa (9 Marzo 2014 11:52)
Flo 11 anni fa (9 Marzo 2014 12:33)
Laura 11 anni fa (9 Marzo 2014 15:03)
donatella 11 anni fa (10 Marzo 2014 13:00)