Che cosa fare quando sei triste per amore

cosa fare quando si è tristi per amoreChe cosa fare quando si è tristi per amore? Come evitare di farsi prendere dalla depressione, dalla nostalgia o dalla paura di rimanere soli? O come evitare anche di lasciarsi travolgere dal timore di non capirsi con chi si ama o dal timore di essere feriti dall’altro o anche di  ferirlo?

"Alle volte l’amore può essere magia. Ma alle volte la magia, può essere solo un’illusione. Iavan"

Le ragioni per le quali si può soffrire per amore o essere tristi e sconsolati, sempre per amore, sono moltissime.

Si può soffrire per ragioni drammatiche o quasi tragiche, come una separazione, un divorzio, un abbandono.

Si può soffrire per un vero e proprio lutto, cioè per la scomparsa della persona amata.

Oppure per un tradimento, per una bugia detta dal partner, per degli inganni di cui si è state vittime da parte sua.

Vi sono altre ragioni che provocano turbamento, quando si tratta di sentimenti. Si può essere tristi perché non si riesce a comunicare i propri bisogni all’altro o non si riesce a capire che cosa lui desidera o perché non lui non sta bene nel rapporto.

Che cosa fare quando si è tristi per amore? I passi giusti

Si può essere tristi anche perché ci sono dei malintesi, dei momenti di crisi o di stanca. Anche sessuale magari.

Si soffre per un amore non ricambiato, per un uomo che è scomparso all’improvviso e senza dare spiegazioni, si soffre per qualcuno che sembrava interessato e invece aveva solo giocato, per illudere, così, perché gli andava di fare un po’ il sadico.

Si soffre perché si viene maltrattate, ignorate, usate. O si soffre perché si deve prendere una decisione, tipo quella di lasciare una relazione che non funziona.

Insomma siamo nati per soffrire e ci riusciamo perfettamente, soprattutto se si tratta di amore. Giusto per parafrasare un comico famoso.

"Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Eugenio Montale"

Il fatto è che la sofferenza, oltre a non essere piacevole (almeno che tu non sia terribilmente masochista), non aiuta a fare le scelte migliori.

Non aiuta a fare le scelte migliori in amore e soprattutto non permette di vivere le relazioni al meglio, sia che si tratti di un rapporto già iniziato, sia che si tratti di trovare la persona giusta.

Prima di partire a spron battuto a darti i consigli per punto vorrei farti una raccomandazione da amica.

Non c’è essere umano degno di questo nome che non soffra o non abbia sofferto per amore. Perfino gli “arcinoti” (ad alcune) perversi narcisisti o altri simpatici tipi di perversi soffrono per amore. Il che non significa che vadano giustificati o compatiti, no.

Soffrire per amore è umano, molto umano.

Se ti succede o ti è successo non devi sentirti una melma o sentirti colpita da una sfortuna o da una disgrazia unica e irripetibile. Tutt’altro.

Certo, non deve diventare un vizio, un’abitudine, uno “schema” quello di soffrire per amore.

Nel caso te ne devi occupare seriamente. Qui sul blog trovi un’infinità di risorse che ti aiutano molto e ti permettono non solo di smettere di essere triste, ma di diventare serena. Forte, furba.

Bene, ora partiamo con i consueti consigli per punti 😊, che fanno sempre il loro servizio.

Che cosa fare quando si è tristi per amore. 10+10 consigli pratici

1.Quando sei triste per amore o anche ogni volta che provi una sensazione che non ti piace, abbi tanta ma tanta, ma tantissima comprensione per te stessa. E’ ora che pensi a te non a lui, non a voi, non a loro, non all’altra, non agli altri. Pensa a te, mettiti al centro della tua vita, fai di te la priorità della tua vita. Mettiti per prima. Prima di tutti. Dei tuoi figli se ne hai, della tua mamma se ce l’hai, degli amici, dei colleghi, dei capi.

2. Tieni sotto controllo e sott’occhio la tua salute, il tuo benessere fisico: è fondamentale e importante. Senza salute tutto diventa più difficile e se non c’è la salute si sopportano meno le frustrazioni, si ha meno lucidità mentale e meno tenuta emotiva. Quindi si fa più fatica a scegliere e a decidere o si compiono scelte e decisioni sbagliate. Siccome si è più fragili si rischia di diventare più facilmente vittime di predatori senza scrupoli, di tutti i tipi. Anche dei tantissimi “predatori sentimentali” di diversa caratura che infestano ambienti di ogni tipo. Cura il tuo corpo, se hai particolari esigenze di salute segui le prescrizioni di medici fidati (non di guru e di stregoni) e attieniti le terapie prescritte. Bevi molta acqua, mangia frutta e verdura in abbondanza, evita integratori e medicinali inutili, limita gli alcolici e riduci il loro consumo ai momenti di sana convivialità. Evita anche di precipitarti a “farti aiutare” da professionisti o di ricorrere a dei sostegni farmacologici per arginare la tua tristezza, può non essercene né ragione né necessità. Si intenda: la sofferenza fa parte della vita e va accettata e superata possibilmente senza fiondarsi a chiedere aiuto. Certo, se la “tristezza” è la dominante nella tua vita è il caso di prendere delle misure appropriate. In questo caso il punto di partenza è rivolgersi al tuo medico curante.

3. Considera che la vita di una donna è cadenzata da periodi e fasi (il ciclo mestruale, i cambiamenti ormonali della gravidanza e della post-gravidanza, la menopausa, con tutti i suoi pre-peri-post etc.) e che questi periodi e fasi influiscono sul tuo stato emotivo. Saperlo e conoscersi è fondamentale.

Breve ed essenziale, la guida che ti spiega i passi base e fondamentali per costruire o ricostruire la tua autostima e mantenerla. Per stare bene con te stessa e con l’uomo giusto.

4. Riposa, rilassati, divertiti, dedicati ad attività che ti svagano. Dormi quanto è necessario e magari di più. Essere tristi è stressante. Cerca di lavorare di meno, di faticare di meno.

5. Prenditi tutto il tempo che ti serve per sperimentare, elaborare, comprendere la tua tristezza e il tuo dolore. Se mi conosci sai bene che penso che il dolore va vissuto, va attraversato e non trascurato, sennò fa doppio danno, a scoppio ritardato magari. Diventa consapevole della tua tristezza.

"Ecco, vedi, io mi sono innamorato due volte nella vita, ma sul serio, e tutt’e due le volte ero sicuro che sarebbe stato per sempre e fino alla morte, e tutt’e due le volte è finita e non sono morto. Hermann Hesse "

6. Fai attività fisica. Quella che vuoi, con i ritmi che vuoi.  Una camminata di un’ora ogni giorno, se non te la senti di fare altro, va benissimo. L’importante è che tu muova il tuo corpo in modo da ricordare a lui e a te che siete vivi.

7. Evita di rovesciare sugli altri la tua tristezza. Se hai bisogno di ascolto parla con pochissime persone fidate ma per un tempo limitato ogni giorno. Frequenta ambienti sani. Per confrontarti cerca persone mature, comprensive e altruiste che sanno che cosa significa soffrire (e soffrire per amore) e che non speculano sulle sofferenze altrui, anche solo per dispensare consigli a capocchia e sentirsi importanti.

8. Non chiedere consigli e soprattutto non seguire consigli e non fare quello che gli altri ti consigliano: meglio fermarsi quando si è tristi per amore o per qualsiasi altra ragione.

9. Non cercare sostegno e consolazione presso la persona per la quale soffri, fosse anche il tuo partner con il quale vi amate ma state vivendo un momento di crisi. In certe situazioni è di gran lunga più sano, rispettoso, dignitoso, mantenere le distanze. E’ un po’ come quando si è arrabbiati. Non è il momento giusto.

10. Fai un passo indietro rispetto al “mondo”. Ritirati un po’ in te stessa e in ambienti protetti. Evita discussioni sul lavoro o in famiglia. Evita scontri e litigi. Lascia correre. Non metterti in opposizione rispetto agli altri. Tieni una posizione di basso profilo in generale.

Che cosa fare quando sei triste per amore. Cambiare pensieri

11. Non leggere e non ascoltare notizie cattive o drammatiche, non frequentare i social network e in particolare gruppi o profili o siti web nei quali gli utenti intervengono quasi sempre per scontrarsi e per far polemica.

12. Evita di lamentarti. Con le persone che incontri ma anche sui social. Non fare polemica, non postare frasi sibilline piene di drammaticità o di doppi sensi che dovrebbero alludere ai tuoi drammi interiori.

13. Non cercare subito un’alternativa, una consolazione, una rivalsa. Non trasformarti in una “torta”, buona solo per i pie hunters, cioè per i “cacciatori di torte”, coloro che si buttano sulle donne inconsolabili perché sanno che sono prede facili.

14. Dedicati a pensieri, progetti e attività vitali e creative (nel senso lato del termine). C’è molto da fare: lavori manuali, giardinaggio, disegno, pittura, magari danza, scrittura autobiografica o poesia. Canta, balla, così come ti capita, non come una fatica o un impegno.

15. Metti uno stop ai pensieri autocolpevolizzanti e recriminatori: “Avrei dovuto – Avrei potuto – se avessi fatto – Se avessi detto – Se non avessi fatto – Se non avessi detto – Se solo… etc.” Come fai? Appena un rimuginare del genere inizia, tu immagina di spostarti e di spostare la tua mente e i tuoi pensieri come si fa su una corsia di un’autostrada o come quando si imbocca una deviazione o un’uscita.

16. Metti in evidenza le tue doti, davanti a te stessa, di modo che la tua autostima sia salvaguardata e aumenti: tutto sommato sei viva, ce la stai facendo.

17. Abituati a ridimensionare quello che succede e a metterlo in una prospettiva più realistica, sensata, utile. Una separazione o un litigio o un rifiuto non sono la fine del mondo. Sono eventi che la stragrande maggioranza delle persone hanno sperimentato e dalle quali sono uscite vive, spesso più forti, spesso trovando situazioni migliori.

18. Impara dall’esperienza, che non significa che devi imparare dai tuoi errori, cioè che non significa che hai sbagliato per forza. Hai fatto un’esperienza e quel che non uccide ingrassa (tranquilla) e tu non morirai per amore.

19. Se proprio devi “lavorare” con i pensieri, invece di rimuginare sul passato, pensa al tuo futuro in modo realistico e progettando in grande sia l’amore, sia tutto il resto della tua vita.

20. Per facilitarti nel piacevole (e utile!) compito di ridimensionare, di mettere in prospettiva e di pensare con più positività, dedicati a buone letture. Autobiografie o biografie di donne vincenti (Marina Abramovic, Marie Curie, Michelle Obama, per citarne alcune) o romanzi in cui le protagoniste affrontano sfide e superano ostacoli. Guarda dei bei film o riguardali. Considera che non sei sola nella tua tristezza e non sarai sola nel superarla. Segui questo blog (ovvio!) leggi le newsletter che arrivano ogni domenica mattina, intervieni nello spazio commenti raccontando in modo positivo la tua esperienza.

Vuoi andare ancora oltre? Guarda l’anteprima video di Come fare innamorare un uomo e tenerselo (clicca qui o sul titolo del percorso per vedere subito i video gratuiti e iscriverti gratis e senza impegno).

Ecco cosa fare quando si è tristi per amore.

 

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167 Commenti

  1. Avatar di Fisa

    Fisa 6 anni fa (7 Aprile 2019 2:40)

    Ottimo articolo come sempre. Concordo su tutto. Vere perle. Ottimo lavoro.
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  2. Avatar di Carla

    Carla 6 anni fa (7 Aprile 2019 7:57)

    Parole sante, da stampare e leggere ogni giorno come una preghiera. Grazie e buona domenica a Ilaria e tutte le persone che leggono il blog.
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  3. Avatar di Margot

    Margot 6 anni fa (7 Aprile 2019 10:18)

    Ilaria ciao! Che articolo! Mi rappresenta e sono quella che è abbonata a soffrire per amore e ad imbattersi nei narcisisti, soprattutto il sadico recente (lo nominai nel blog riguardo un regalo che mi aveva fatto) mi ha diciamo stravolto la vita. Anche lui aveva sofferto per amore e cercava la donna seria ma poi, vedendo i problemi di casa mia, si è dileguato per poi scoprire che non mi avrebbe potuto rendere felice a prescindere e che con me voleva solo giocare. Naturalmente ho allontanato chiunque poiché non ho ascoltato i consigli e lui è pulito. Intanto, sto aspettando di partire altrove per andare a lavorare, già ho accettato un’offerta e così, staccarmi dalla mia famiglia. Non mi perdono tanto di essere incappata in un altro narcisista ma sto seguendo una terapia con la Psicologa, oltre al Blog, mi sono levata dai social e sono rinata, mi dedico alla scrittura, insomma, da quando non c'è lui, ho ripreso in mano la mia vita. Cose belle stanno arrivando, mi sento più incoraggiata, più motivata mentre lui mi faceva sentire scarica. Non mi perdono di essermi fatta trattare male, non mi perdono di essermi trovata sola a piangere spesso e senza avere la possibilità di uscire con qualcuno per potermi svagare. Non ho mai visto tanta cattiveria, i narcisisti prima di lui erano più coraggiosi e non deboli nel comportarsi coerentemente, ho dovuto prendere io la palla al balzo per farmi confessare se davvero voleva stare con me, lui mi ha presentato le figlie nonostante io mi fossi messa contro la mia famiglia e lui non avesse intenzioni serie (quando invece mi cercava ma è stato tutto fumo). Mi sono ritrovata sola, delle volte avrei voluto dirgliene però mi sono bloccata perché non capirebbe mai ignorante com’è e poi sarei ancora oggetto di scherno da parte dei suoi conoscenti. Questo episodio mi ha fatto capire che non posso contare al 100% sulla mia famiglia visto che vengo criticata per qualsiasi scelta faccio, quindi devo cavarmela da me e andarmene di casa. Buona domenica
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  4. Avatar di Viviana

    Viviana 6 anni fa (7 Aprile 2019 11:18)

    Sono ottimi consigli. Li ho messi in pratica e li sto ancora mettendo on atto. Mi ha aiutato molto la danza, che è un’attività a cui mi dedico da sei anni, molto prima della fine della mia relazione. Avere una passione molto forte a cui dedicarsi è un potente antidepressivo! Mettere in atto il punto 15 è dura. Gli atteggiamenti di auto colpevolizzazione sono duri da evitare. Nella mia esperienza, aver buttato via 4 anni di vita con la persona sbagliata, sono difficili da accettare. Perdonarsi per questo errore è dura. Tuttavia,vedere che ero lí a lottare, ad affrontare tutto con molta forza nei momenti più difficili , ha dato un’enorme carica alla mia autostima. Nonostante tutto ce l’ho fatta e ce la sto facendo.
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  5. Avatar di Valentina

    Valentina 6 anni fa (7 Aprile 2019 15:06)

    Cara Ilaria, questo è proprio l'articolo che avevo bisogno di leggere, mi hai illuminata e dato speranza. Terrò impressi nella memoria questi preziosi suggerimenti, grazie di cuore!
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  6. Avatar di mariapaola

    mariapaola 6 anni fa (7 Aprile 2019 15:54)

    questo articolo è complessivamente positivo, ma io credo che quando uno sta male per qualsiasi motivo, deve lasciarsi andare a questo dolore, viverselo e poi con il ltempo come dicevano una volta passerà, tutto passa prima o poi... quindi forzarsi di stare bene ad ogni costo per essere sempre efficienti o per dimostrare a noi stessi e agli altri che siamo dei duri , non fa che farci stare peggio e non ci rende umani. Noi siamo umani invece eccome se lo siamo! dobbiamo accettare le nostre fragilità, altrimenti non accetteremo neppure quelle degli altri e diventeremo esseri aridi, vuoti e senza sentimenti ed empatia.
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  7. Avatar di Emilia

    Emilia 6 anni fa (7 Aprile 2019 16:08)

    Arrivato nel momento giusto. :) Grazie!
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  8. Avatar di Serena

    Serena 6 anni fa (7 Aprile 2019 17:03)

    Grazie! Utilissimi i 10 punti. Bisognerebbe appenderli come foglio motivazionale sul muro davanti al letto, per leggerli appena aperti gli occhi al mattino...
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  9. Avatar di Carla

    Carla 6 anni fa (8 Aprile 2019 8:00)

    Streghe di Mona Chollet. Chollet indaga le tipologie femminili su cui si concentra da sempre la persecuzione: vedove, anziane e single, donne indipendenti, ma soprattutto donne senza figli, donne che rifiutano la maternità. Mescolando con coraggio l'antico e il contemporaneo, Chollet non si limita a costruire un documentato saggio storico, ma ci mostra chiaramente i sinistri bagliori che i roghi delle streghe continuano a proiettare su di noi.
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  10. Avatar di Letizia

    Letizia 6 anni fa (8 Aprile 2019 10:17)

    Ciao penso che ho sbagliato qualcosa. Volevo rispondere a Mariapaola. Ciao, A me sembra che si parli anche di questo. Nel punto 5 e anche nel punto 1. Non mi sembra che é richiesto uno sforzo per stare bene. Anzi mi sembra che venga detto di avere una compresione e una considerazione del proprio dolore. E di indagarlo. E di accoglierlo. Ma siamo esseri con più dimensioni. Avremo modo di divertirci anche quando siamo tristi. Vorrei condividere una mia nuova convizione antidoto nuova di zecca. Quindi abbiate pazienza: non è ancora potenziata ai massimi livelli. Si può essere tristi per una o più cose. Ma non è che se sono triste non sento il piacere di fare colazione in balcone con il sole che mi scalda la pelle. O trovare piacere nel vedere le mie piante crescere. O amare il gusto della torta al cioccolato che mi sono comprata. O ridere nella libertà di ballare stupidamente in casa. Oltre a essere tristi si può provare altro. Siamo complesse dicono gli uomini. E io dico si.. Sono abbastanza complessa da poter essere triste e trovare tante cose che mi piaciono lo stesso. Ammetto che non è sempre facile pensarla così. Quasi mai. Quindi Mariapaola ti ringrazio per avermi ricordato questa convinzione antidoto. Mi casca proprio a "fagiuolo". :)
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    • Avatar di mariapaola

      mariapaola 6 anni fa (8 Aprile 2019 11:24)

      cara letizia, ovviamente io non volevo dire che bisogna soffrire 24 ore al giorno, il mio era un discorso in generale, mi premeva dire che non bisogna avere paura del dolore perchè fa parte della vita e non lo possiamo evitare. ciao!
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    • Avatar di Carla

      Carla 6 anni fa (8 Aprile 2019 11:49)

      Proprio così. Io ho una tristezza di base dovuta a episodi di bambina e di momenti vissuti che sto elaborando. Sono iperemotiva in certe situazioni ma mi so godere i momenti spensierati e le piccole gioie. Sono di natura entusiasta e idealista, mi pesa fare le cose e ho tendenza a procrastinare per "paura", ma la vita ci offre tante belle cose. Ciò non toglie quel velo di tristezza profonda sul quale sto lavorando da molto tempo...
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  11. Avatar di FrancescaF

    FrancescaF 6 anni fa (7 Aprile 2019 12:02)

    No, vabbè, tu, Ilaria, rendi un servizio alla comunità che andrebbe premiato, ma davvero. Ti sono molto grata per l'aiuto che mi dai e che dai alle/gli altre/i nell'offrire sempre una prospettiva differente e soprattutto costruttiva, lucida e ordinata, chiara. Ho sofferto molto, fino a una orrenda depressione, sono una persona "allenata" alla sofferenza vuoi per esperienze personali sentimentali e non, vuoi per il contesto educativo entro il quale sono cresciuta, vuoi per una visione del mondo che ho su alcuni importanti temi. Ed è molto difficile disabituarsi a questa "naturale" tendenza. È un po' come imparare il tedesco: è ostico, ma impararlo, e bene, si può quando si è molto motivati. Per questo bisogna essere disciplinate e soprattutto VOLER (cosa non affatto scontata!) smettere di soffrire imparando un nuovo linguaggio da usare quando parliamo a noi stesse. In passato la sofferenza mi ha fatto sentire viva e mentre lo faceva mi distruggeva. Oggi provo, dopo tanto impegno che continua ancora adesso quotidianamente, una tal piccola e grande gioia nella normalità (sic!) che è come nascere un'altra volta. Penso a chi non ha e non ha avuto la possibilità che ho io, nonostante i problemi, di poter prendere fra le mani la propria vita e vedo che il non farlo, pur avendone le possibilità, sarebbe un terribile spreco per me e per gli altri. Grazie!
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 6 anni fa (7 Aprile 2019 22:12)

      Ah, la normalità. Che gran cosa!
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    • Avatar di FrancescaF

      FrancescaF 6 anni fa (8 Aprile 2019 8:29)

      Scusami, ma non riesco a capire se si tratta di una pura esclamazione o di ironia.
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 6 anni fa (8 Aprile 2019 10:41)

      Esclamazione. Mi raccomando, evitiamo una eccessiva suscettibilità e diffidenza o, meglio, indirizziamola verso le giuste direzioni.
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    • Avatar di FrancescaF

      FrancescaF 6 anni fa (8 Aprile 2019 11:03)

      Hai ragione, Ilaria, è un lacerto che ogni tanto ho ancora addosso. :-/
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 6 anni fa (8 Aprile 2019 11:37)

      Sì, va beh, non bastonarti. Io rintuzzo semplicemente perché mi sembra utile per le persone alle quali mi rivolgo. Ma come ti sarai resa conto, non tutte raccolgono positivamente. E poi questa storia della suscettibilità, che è un po' una caratteristica comune delle frequentatrici del blog, per delle sensate ragioni, rischia di mettere in difficoltà inutilmente anche me, che devo stare il doppio attenta e soprattutto è bene che si smussi, proprio anche frequentando il blog perché come potrebbe mettere in difficoltà me (che ho buona tenuta), potrebbe mettere in difficoltà interlocutori esterni, creando un circolo vizioso negativo soprattutto per chi la porta questa suscettibilità. Spero di essere stata chiara, nella supercazzola :D
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di FrancescaF

      FrancescaF 6 anni fa (8 Aprile 2019 12:21)

      Chiara e ragionevole, grazie. Volevo essere serena e non restare col dubbio così ho chiesto. Naturalmente potevo evitare di chiedere. Lo prendo come un momento per lavorare ancora su questa tendenza che ho. :-D
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    • Avatar di Emilia

      Emilia 6 anni fa (8 Aprile 2019 12:34)

      Ahahahahahaha 😂😂😂 Mi riconosco anch'io nella suscettibilità a volte. Essere sulla difensiva talvolta nuoce...
      Rispondi a Emilia Commenta l’articolo

    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 6 anni fa (8 Aprile 2019 12:48)

      Ti riconosci?!? Ma davvero?!? Mo' me lo segno...
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Emilia

      Emilia 6 anni fa (8 Aprile 2019 13:39)

      Ahahahahaha 😂 È sempre bene ribadirlo, per scrupolo! 😂😂😂
      Rispondi a Emilia Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (7 Aprile 2019 23:08)

      Dopo anni - tutta la vita, diciamolo - in trincee messe su da altri e/o da me, la normalità è un gran sollievo. Soprattutto se di necessità si fa virtù, e cioè se si apprezza anche lo stare lontano dalle convenzioni e dalle pressioni dei "normali" nel senso più deleterio del termine. Ogni tanto mi sento sola, soprattutto mi fa paura il futuro da sola (si avvicina il giorno in cui anche il figlio più piccolo se ne andrà). Ma la tristezza non arriva più, o arriva per altre cose, e comunque non si ferma.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Gea

      Gea 6 anni fa (8 Aprile 2019 9:31)

      Bravissima Francesca! Capisco cosa significa. Si risale la china un passo alla volta, con coraggio e amore per se stesse. La normalita' e' come l'acqua potabile: una cosa semplice e a volte scontata, ma in realta' e' la cosa piu' sana che ci sia ed e' indispensabile. Un abbraccio! 😊
      Rispondi a Gea Commenta l’articolo

  12. Avatar di Mononoke

    Mononoke 6 anni fa (9 Aprile 2019 9:48)

    Sì è vero, bastano pochi minuti, io ad esempio se ho a disposizione un serata mi metto su I Blues Brothers e lì mi riprendo sicuro sia per le loro facce che per la musica oppure Miseria e Nobiltà, molto datato e molto divertente oppure cerco su YouTube degli spezzoni brevissimi tratti dai film di Sordi. Ultimamente ho scoperto gli effetti positivi del video del bimbo di una mia amica che scopre l'ebbrezza dell'altalena, gioia pura!
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  13. Avatar di Dolly

    Dolly 6 anni fa (8 Aprile 2019 16:43)

    Quale bel film consoglieresti ad una donna "triste per amore"?
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    • Avatar di Margot

      Margot 6 anni fa (8 Aprile 2019 17:14)

      Ti consiglierei di vedere film comici e non strappalacrime. Vedi “Zoolander”, qualche sketch di Carlo Verdone o suoi film con la Sora Lella ad esempio “Acqua e sapone”, “Bianco, rosso e Verdone” ma anche quelli suoi più recenti, poi ci sono tanti altri sketch di Angelo Pintus, Enrico Brignano. Insomma, tutto ciò che sia comico e non strappalacrime. Guarda anche Just for Laughs Gags
      Rispondi a Margot Commenta l’articolo

    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 6 anni fa (8 Aprile 2019 19:38)

      Ottimi consigli. A me fanno molto ridere The Jackal e Teresa Mannino, ma qui si va davvero a gusti e preferenze. Certi pezzi di The Jackal sono irresistibili. E poi durano 5 minuti, 5 minuti di risate e torni alla tua vita.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Margot

      Margot 6 anni fa (8 Aprile 2019 22:07)

      Dimenticavo Checco Zalone XD “Cado dalle nubi” mi ha piegata in due e poi a me fa tanto ridere Paolo Bonolis e ti dico anche che, da due giorni, sto rivedendo la prova della macchina del tempo della puntata “Giuliette contro Messaline”. La giulietta della prova mi fa troppo ridere ed è troppo tenera.
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    • Avatar di FrancescaF

      FrancescaF 6 anni fa (8 Aprile 2019 23:11)

      Secondo me, Bridget Jones (tutti e tre) che aiuta a ridere pure di se stesse. :-)
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 6 anni fa (9 Aprile 2019 10:56)

      Eh, io li ho letti a 25 anni. 6/7 mesi fa o giù di lì...
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Margot

      Margot 6 anni fa (9 Aprile 2019 12:35)

      Stamane in biblioteca ho trovato altri libri consigliati nella sezione. Peccato ho potuto portarne via solo tre, però ho trovato anche libri di Raffaele Morelli. Cosa pensi di lui, cara Ilaria?
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 6 anni fa (9 Aprile 2019 14:09)

      Penso che prima e al posto dei suoi vi siano molti altri libri da leggere.
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  14. Avatar di Irene

    Irene 6 anni fa (10 Aprile 2019 11:27)

    Tutti consigli importanti e validi! Grazie! Buona giornata a tutte!
    Rispondi a Irene Commenta l’articolo

  15. Avatar di M.G

    M.G 6 anni fa (10 Aprile 2019 11:33)

    Ciao a tutte, vi leggo sempre ma è la prima volta che scrivo. Fino all'anno scorso avevo una vita che, tutto sommato, filava via liscia. Poi, oiboh, il mio ragazzo mi ha lasciata. Seguono mesi di grande sofferenza, quando poi inizio a riprendermi, la notizia: mio padre ha un tumore in stato avanzato. Prendo aspettativa dal lavoro in fretta e furia per seguire l'attività di famiglia a cui mio padre non è più in grado di stare dietro (domanda: un uomo lo avrebbe fatto?). Poi, poco dopo, arriva la notizia che mio cugino, mio coetaneo di 30 anni, è morto in un banale incidente. Insomma: tutto uno schifo. Però, in tutto cio, ho scoperto di: essere apprezzata nel mio vecchio lavoro, essere in grado di portare avanti l' attività di famiglia, essere diventata un punto di riferimento per la mia famiglia, di essere in grado di "tenere botta" agli avvenimenti. Insomma, ho capito di essere brava! E io, davvero, non lo immaginavo. Credetemi molte volte ho desiderato avere un uomo a fianco che la notte mi abbracciasse, ma il non averlo mi ha permesso di scoprire quanto sono forte e brava anche da sola. Siamo donne: siamo forti!
    Rispondi a M.G Commenta l’articolo

  16. Avatar di Carla

    Carla 6 anni fa (9 Aprile 2019 6:57)

    Ma cavolo e controcavolo, è mai possibile soffrire tanto? Io lo so perché soffriamo. Perché c'è qualcosa nel nostro profondo che non è guarito. Anche se una persona ha le sue colpe per aver causato questo dolori, in realtà è solo una piccola goccia che ha fatto traboccare un vaso. Questo dolore mi è tornato a causa di un uomo che ancora una volta mi ha lasciata. Ok. Succede e succederà ancora finché non troverò quello che vorrà stare accanto a me. O forse non ci sarà. E dovrò elaborare questo stato di abbandono, magari resto sola ma sarò più forte un giorno? Oppure ogni volta che compare una ombra di uomo mi dovrò sentire uno straccio? Eh no, basta basta basta
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    • Avatar di FrancescaF

      FrancescaF 6 anni fa (9 Aprile 2019 11:32)

      Ciao Carla, bene lavorare sul perché soffriamo (te lo dice chi ha speso non poco presso psicoterapeuti, psicologi, psichiatri) ma attenzione a dare spiegazioni facili (un perché sbagliato può diventare per te zavorra e convinzione limitante). La realtà è che nasciamo felici: c’è un bellissimo e tenerissimo video online ripreso da un reporter greco che ritrae alcune bambine siriane che fanno un girotondo nella terra e nella polvere mentre cantano e ridono. Da dove hanno preso queste bimbe la gioia di vivere? Ce l’hanno, ecco (vediamo se riesco a trovare il video perché scalda il cuore). Avrei anche un secondo “ma”. Sì il perché, ma il come? Ci convinciamo che troveremo un come conoscendo bene il perché e spesso ci perdiamo nei meandri dei perché e ci scordiamo del come. Il perché diventa fine e non più strumento e perdiamo energie e tempo. Credo che la ragione risieda anche nel fatto secondo cui il razionalismo ha plasmato (e in alcuni casi ben venga) anche il nostro mondo di percepire il mondo e la nostra storia (fermo restando che la storia di Homo Sapiens è anche la storia della scoperta dei perché). Eviterei (per il tuo bene, naturalmente) di utilizzare termini distruttivi come “abbandono”: non sei una bimba in fasce lasciata sul gradino di una chiesa senza nutrimento, protezione e cura. E che dire di “straccio”? Nein! Non possiamo sapere con chirurgica certezza se uno continuerà a trattarci bene ma possiamo sapere come noi tratteremo noi stesse qualsiasi cosa accada. Una bella metafora dice che non sappiamo se il ramo sul quale stiamo si spezzerà, ma nel caso in cui lo facesse noi possiamo volare ed evitare di cadere. Smettila quindi di pensarti come debole e come qualcuno in balìa delle decisioni altrui perché non è così: se rovesciassi questa prospettiva (e solo tu puoi farlo) potresti sentirti cento volte meglio. Certo, datti il tempo di soffrire, non accorciarlo artificiosamente, ma non allungarlo neppure ad libitum. Buddismo e induismo insistono sul fatto che il vero cambiamento avvenga quando non se ne può più di soffrire ed effettivamente non è una brutta idea. Solo quando tocchi con le chiappe a terra hai la forza per darti la spinta e risalire. Quindi cerca di vederlo come l’inizio di un nuovo capitolo...o di un nuovo libro! Risali a respirare ossigeno, a farti scaldare dai raggi del sole, sentire il profumo dei fiori e ad ascoltare il canto degli uccellini. Fai esercizi per rinforzare le ali. Daje!
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    • Avatar di Carla

      Carla 6 anni fa (9 Aprile 2019 13:34)

      Grazie FrancescaF. tante volte sono caduta e mi sono rialzata e mi rialzerò ancora. lavoro sul fatto che sono una donna matura di mezza età (ormai quasi 50), ma devo curare ancora la bambina che è in me, di cui non mi sono occupata veramente finora. quando avrò superato questa fase, non parlerò più di abbandono. voglio diventare una Donna, come spesso e volentieri mi vedono dal di fuori, sicura di me stessa nel mio intimo profondissimo. ci vorrà ancora un po' di tempo. Grazie per le tue bellissime parole che stamperò.
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    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (9 Aprile 2019 14:23)

      "Succede e succederà ancora finché non troverò quello che vorrà stare accanto a me. " Questo è proprio un pensiero limitante al massimo. Ti rappresenti come una bambina che ha bisogno di un padre adottivo, e fino ad allora è perduta. A proposito di bambine sole, e di film contro la tristezza, consiglierei "Annie" il musical :)
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Carla

      Carla 6 anni fa (9 Aprile 2019 15:55)

      Proprio così, ho perso mio padre troppo presto, guarda un po'...
      Rispondi a Carla Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (9 Aprile 2019 20:28)

      Mi spiace, Carla. Altro step però è accettare che quel che non si avuto non si avrà mai più, e che le ferite lasciano le cicatrici e non spariscono per magia. Che le cose non si aggiustano. Che per alcune non esiste riparazione o compensazione, e che soprattutto non si può passare la vita ad aspettare la compensazione. A un certo punto, mi è sembrato che fosse come se avessi avuto un incidente automobilistico e avessi perso una gamba. La gamba non ricresce. Io non sarò mai “normale”, e la sofferenza che sentivo derivava in ampissima parte dal tentativo di simulare la normalità (ho un partner, sono normale; mi vesto carina, sono normale). Non ho mai avuto e forse non avrò mai un posto che sento come casa mia e sicuro per me, se dentro ci gira un uomo. Iniziavo ad andare in ansia anche se i miei figli -cresciuti- alzavano la voce! Basta, mi sono stufata di cercare le “soluzioni”. La soluzione è andare avanti con una gamba. È dura, ma affrontare questo dolore è il solo modo per uscirne. Considera anche che secondo molti l’ansia abbandonica non passa. Anche nella migliore relazione o al contrario con il primo che passa, se non vai oltre, sentirai l’angoscia per una telefonata in ritardo, o una spunta verde non seguita da risposta. E probabilmente anche se vai oltre, ma non sarà l’ansia a gestire te, ma tu a gestire l’ansia. Scusa lo sfogo Carla, penso di capire bene il tuo stato d’animo, ma, secondo me, è esattamente quello che ti manda incontro in continuazione all’esperienza dell’abbandono.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Carla

      Carla 6 anni fa (9 Aprile 2019 23:54)

      È come descrivi. Aggiungici un divorzio vecchio di 15 anni da un uomo che ho adorato ma che mi ha deluso tantissimo. Ho una figlia grande che mi vuole bene a modo suo. Anche io sono normale, carina, ho conoscenze varie. Ma sono sola con me stessa e con una gamba in meno. Passerà. Grazie, le tue parole mi consolano molto. Sto addirittura pensando di scurirmi i capelli perché ho quasi la conferma che gli uomini con le bionde non si vogliono impegnare a priori. E sono educata a esprimermi in questo modo! 🌟
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    • Avatar di Margot

      Margot 6 anni fa (10 Aprile 2019 14:43)

      Vai bene così come sei, se vuoi cambiare look fallo per te. Se vuoi scurirti i capelli fallo per te.
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    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (10 Aprile 2019 18:20)

      Infatti. Non si impegnano perché sono le persone sbagliate, e anzi meglio per te, perché se ti si impegna la persona sbagliata per motivi sbagliati ti ritrovi in altri guai. Tu ti piaci o aspetti che qualcuno ti faccia piacere a te stessa? Fai quello che ti renderebbe una bella persona ai tuoi occhi. Me ne accorgo da sola che quando esco dal parrucchiere mi guardano di più. E ora penso: vedi tu che deficienti ... pure cecati :D :D Neanche ti vedono! Se ti metti una scollatura vedono le tette, non te. Tu sei la portatrice di tette, se va bene. Il tipo di attenzioni che cerchi è raro, non dico che non esista. Io cerco uno che mi faccia una domanda specifica: non me l’ha mai fatta nessuno, quindi mantengo il riserbo, non vorrei suggerire cose fantasmagoriche ai seduttori professionali che ogni tanto cicciano qui. (oramai Turandot me spiccia casa). :D :D :D
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    • Avatar di Emilia

      Emilia 6 anni fa (10 Aprile 2019 22:09)

      Ahahahaha :D
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    • Avatar di Carla

      Carla 6 anni fa (10 Aprile 2019 23:31)

      Sì certo sono biondina da sempre e mi ci trovo anche se cominciano i capelli bianchi. Ma mi sembra che lo stereotipo esista perché gli uomini che poi finiscono la relazione con me, si fidanzato tutti con delle more🤔 Quanto alla domanda specifica, quale sarebbe? Scusa la mia ignoranza...io vorrei solo un uomo normale che mi apprezzi per come sono. Sento di avere poco potenziale purtroppo anche se si avvicinano, dopo poco tempo si disinteressano. ..questo mi rende triste davvero. Mi sento molto sottovalutata.
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    • Avatar di Margot

      Margot 6 anni fa (11 Aprile 2019 11:49)

      Sono mora e molti perla che ho frequentato, hanno preferito le bionde ma io se mi sono fatta il marron glacé, l’ho fatto perché mi piaceva.
      Rispondi a Margot Commenta l’articolo

    • Avatar di FrancescaF

      FrancescaF 6 anni fa (11 Aprile 2019 12:42)

      Più leggo certi pensieri, più mi rendo conto di quanto sia centrale lavorare sull’autostima, sulla fiducia in sé stesse e sull’amore di sé, sullo strutturare lo scheletro e la muscolatura della certezza delle proprie potenzialità e possibilità, non perché si debba essere superdonne ma perché si debba evitare come la peste di vedersi piccole come granelli di sabbia. E non è un pensiero illuminante che arrivi dall’oggi al domani, è un allenamento continuo, che va fatto con costanza, poco alla volta e senza stress da performance. Non mi stancherò mai di riperterlo, perché sono convintissima di questo: siamo state immerse nella cultura maschilista e patriarcale per centinaia di anni ed è chiaro che se ti immergi (o meglio: vieni gettata dentro) in una vasca piena di vernice gialla esci gialla, al di là della tua storia familiare che può compensare o esacerbare certe dinamiche. Ripuliamoci da ‘sto schifo, al di là del trovare l’uomo giusto o meno. La persona giusta siamo innanzitutto noi al nostro meglio, cioè noi davvero. @Carla, mi spiace che tu abbia perso presto tuo padre. Il tuo riferimento alla bambina interiore mi fa venire in mente il testo che ora sto leggendo e che ho già consigliato altrove nei commentie che si intitola “Liberati dalla brava bambina, otto storie per rifiorire” di Gancitano e Colamedici. Non è male perché fa un lavoro (un po’ junghiano a dire il vero) sugli archetipi e sulle storie delle donne dell’immaginario collettivo (Era, Medea, Elena,...). Quanto al video sulle bimbe rifugiate che giocavano, ho cannato alla grandissima: non sono siriane ma afghane e il reporter è giordano e non greco. Resta il fatto che son bellissime: https://www.instagram.com/p/BvWWggXlIQ7/?utm_source=ig_share_sheet&igshid=1t3cvyv1klatx
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    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (11 Aprile 2019 18:22)

      @Carla: la domanda è una domanda che vorrei che mi facessero. Denoterebbe interessamento sincero. Non me l’ha mai fatta nessun uomo, eppure ho avuto delle relazioni importanti e uno mi ha sposata. Che cosa ne deduco? Che persino quando restano, possono non essere interessati, e che frequentare persone per le quali sei invisibile o indifferente o solo una funzione (moglie, fidanzata, partner sessuale) fa molto male all’autostima. Siamo talmente abituate a specchiarci nei loro occhi e nelle loro vite, che non ce ne rendiamo neanche conto. Quindi io consiglierei 1) di valutare se questi uomini interessano noi; 2) di aprire meglio gli occhi e non valutare il loro interesse per noi in termini di acquirenti di bambole. Quelli che hanno perso interesse, si erano mai interessati alla tua vita? Si erano mai occupati di te?
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    • Avatar di Carla

      Carla 6 anni fa (11 Aprile 2019 23:27)

      Ah capisco cosa vuoi dire. In effetti, il mio ex marito è stato un uomo giusto fino a un momento determinato. Poi le cose sono cambiate, io ero cambiata e non ero più la sua bambola. Qualche uomo sincero c'è stato dopo, ma non ero innamorata. Quando mi sono "innamorata" io, non sono stata corrisposta. E c'è sempre stata qualcun'altra. Per l'ultima storia, ho voluto finire io, sperando sotto sotto che lui ci tenesse a me. Invece sono stata una di passaggio per poi tornare con la sua donna. Non avevo potenziale per mettergli in aut aut. Non mi va di parlare male di questo uomo perché per piacermi, aveva sicuro molte qualità. Ma non sono io la donna che vuole accanto. Insomma, io mi sento sprecata e nn riesco a togliermi questa sensazione di dosso. Scusate la lamentela, ma ci soffro davvero
      Rispondi a Carla Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (12 Aprile 2019 18:21)

      @Ally, grazie! @Carla sei troppo simpatica ... il tuo ex marito era un uomo giusto fino a che tu eri una bambola? L'altro è pieno di qualità ma non vuole accanto te? Pensare a un uomo per te equivale a darti una martellata sull'alluce ... :D Ma la domanda era: si sono mai interessati alla tua vita e ai tuoi desideri? In che modo concreto? Sei in grado di ricordare un episodio?
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Carla

      Carla 6 anni fa (12 Aprile 2019 20:09)

      Nella vita si cambia, niente resta immobile. Ho avuto un buon marito che è anche un buon padre. Non mi sento di sputare nel piatto in cui ho mangiato. Ho avuto anni felici. Ero giovane e piena di speranza. Quel paio di uomini di cui mi sono "innamorata" dopo sono la conseguenza del divorzio. Non ho mai più avuto una storia per più di un paio di mesi e ho alternato anni di singletudine. Qualche avventura senza futuro per la quale non ho sofferto più di tanto. L'ultimo ho fatto in modo che mi lasciasse, anticipando. La mazzata è stata quando mi ha detto lui stesso che era tornato con la sua ex perché l'amava ancora. Auguri e figli maschi.
      Rispondi a Carla Commenta l’articolo

    • Avatar di Ally

      Ally 6 anni fa (12 Aprile 2019 9:26)

      Che commento Anna! Impeccabile tanta la profondità e apre ad una serie di approfondimenti personali. Grazie! Un abbraccio
      Rispondi a Ally Commenta l’articolo

  17. Avatar di Mononoke

    Mononoke 6 anni fa (13 Aprile 2019 13:19)

    Grazie a voi che scrivete in questo blog! Scrivere stamattina è stata una catarsi.
    Rispondi a Mononoke Commenta l’articolo

  18. Avatar di Vittoria

    Vittoria 6 anni fa (13 Aprile 2019 14:19)

    Siete grandi ragazze! Fa bene leggere questi commenti. Buon fine settimana!
    Rispondi a Vittoria Commenta l’articolo

  19. Avatar di Manuela

    Manuela 6 anni fa (9 Aprile 2019 12:21)

    Ho letto i Bridget Jones. Non ho trovato molto divertente l'ultimo dove lei non sapeva di chi fosse incinta. Anzi, l'ho trovato piuttosto triste. Oggi ho comprato Olyphant 😊 Vi farò sapere. Vi ringrazio tutte per i suggerimenti.
    Rispondi a Manuela Commenta l’articolo

    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 6 anni fa (9 Aprile 2019 14:10)

      Io ne ho letti un paio, quelli degli albori, in cui la vena era ancora ricchissima.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Manuela

      Manuela 6 anni fa (12 Aprile 2019 8:09)

      Ho finito di leggere Eleanor Oliphant sta benissimo. È la descrizione di quello che sta succedendo a me. Mi riferisco alla solitudine (non ho vissuto tragedie). Alle pagine da 237 a 239 descrive bene la sofferenza che si prova per la solitudine e la mancanza di un vero contatto anche fisico. La sofferenza per la mancanza di un uomo nel mio caso non è dovuta all'incapacita di stare da sola e di sapermela cavare, semmai è perché mi manca quel nutrimento che deriva da una relazione sana. Come a un fiore a cui manca a l'acqua e si accascia su se stesso. In più devo continuare a stare in piedi per lavorare, ecc., dare l'impressione che va tutto bene. Uno sforzo grandissimo. Ecco perché sono sempre stanca, faccio una fatica enorme e non mi rimane energia per altro, figurarsi per conoscere un uomo. Quando sul lavoro devo presentare qualcosa di importante e non è proprio il momento di far vedere questo stato d'animo, di fare figure, ecco che, nonostante lo sforzo di tenerlo a bada, sento il "magone" salire in gola che spinge per uscire dandomi la sensazione che sto per svenire. Adesso capisco perché al primo contatto fisico con un uomo mi lascio andare senza aspettare di conoscerlo meglio. Chissà perché ho sottovalutato quanto sia la solitudine a influenzare pesantemente tutto quanto. Continuo a pensare che sono sciocca a farmi condizionare dalla solitudine. La vocina interna mi rimprovera dicendomi di non frignare che tutti hanno le stesse difficoltà. Però pensare così non mi sprona, anzi mi fa sentire ancora meno energia, mi fa sentire come se non ci fosse soluzione. È stato difficile leggere il libro. Mi ha lasciata con un punto di domanda nella testa......mah......non so...... Passerà.
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    • Avatar di Carla

      Carla 6 anni fa (12 Aprile 2019 10:54)

      Allora non lo leggerò perché sto esattamente come te e non vogli alimentare questa sensazione. Voglio trovare soluzione e ci devo riuscire...che pena che provo per me stessa, se avessi una amica le darei tanti consigli. Voglio esserMI amica.
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    • Avatar di Gea

      Gea 6 anni fa (12 Aprile 2019 14:14)

      Cara Carla, hai colto nel segno: e' importante essere per noi stesse la nostra migliore amica. Un abbraccio e un augurio di cuore!
      Rispondi a Gea Commenta l’articolo

    • Avatar di Margot

      Margot 6 anni fa (12 Aprile 2019 14:48)

      Ciao Gea, tu come hai fatto a trovare la tua pace?
      Rispondi a Margot Commenta l’articolo

    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 6 anni fa (12 Aprile 2019 15:49)

      Ma, io spero per lei che non l'abbia trovata... dato che la vera pace si trova solo da un particolare momento in poi...
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Gea

      Gea 6 anni fa (12 Aprile 2019 18:18)

      Oddio Ilaria, stavo giusto per rispondere a Margot che sono ancora viva e vegeta 😂 e tengo a precisare che non ho nemmeno raggiunto la pace dei sensi, visto che come Dante sono ancora "nel mezzo del cammin di nostra vita". 😁
      Rispondi a Gea Commenta l’articolo

    • Avatar di Gea

      Gea 6 anni fa (12 Aprile 2019 18:56)

      Ciao Margot, ho risposto scherzosamente al commento di Ilaria perche' l'idea di pace, detta cosi, in effetti suona un po' mortuaria o alla meglio senile, ma piu' seriamente ti rispondo dicendo che una risposta non c'e', nel senso che dipende un po' dalle mie esperienze di vita, a cominciare dalla famiglia in cui sono cresciuta, e un po' dal mio temperamento. Da piccola ero abituata a stare da sola e ne approfittavo per inventarmi storie, disegnare e costruire, leggere, scrivere, contemplare la natura e sognare ad occhi aperti. Sono socievole ma mi trovo bene da sola e, per quanto riguarda la vita di coppia, per mia fortuna a casa nessuno mi ha mai spinta ad accasarmi o mi ha inculcato l'idea che una donna e' inadeguata se da sola. Il che non significa che sia cresciuta in una famiglia perfetta ne' tantomeno felicissima, anzi... E ci sono vecchie ferite che mi hanno portata a ferite piu' recenti. La serenita' non e' una cosa che si raggiunge una volta per tutte, ma qualcosa che si conquista e si difende giorno dopo giorno. Vivo all'estero, ho fatto molti sacrifici e oggi mi capita a volte di chiedermi se ne sia valsa la pena perche' la Francia che mi ha accolta si e' incupita (e con essa alcuni dei miei pochi e cari amici), ma poi vedo come si e' imbruttita, instupidita ed incattivita l'Italia che ho lasciato e non so piu' che pensare... Per fortuna amo il mio lavoro, anche se sto riflettendo sul modo di liberarmi del tempo in piu' per poter dedicarmi ad attivita' che amo e vorrei praticare regolarmente. Mi e' capitato di soffrire per qualcuno, ma per mia natura lo stare da sola non mi ha mai arrecato sofferenza. So che per molte altre invece e' cosi e mi dispiace. Il solo consiglio che posso darti e' di guardare indietro, molto indietro, a quando eri piccola: cosa volevi fare? Cosa ti appassionava? Cosa ti faceva stare bene? Di sicuro non pensavi ad un uomo. Da bambina lessi "Il Piccolo Principe" e quello che mi colpi' piu' di tutto, alla prima lettura, fu la dedica di Saint-Exupery all'amico Leon Werth, che allora non sapevo chi fosse (era un partigiano ebreo, dunque doppiamente in pericolo nella Francia di Vichy), ma mi commosse il pensiero dello scrittore per il suo amico lontano che aveva freddo e fame, e mi colpi' la dedica all'amico da bambino, con quella frase che mi resto' scolpita in testa: "Tutti i grandi sono stati bambini una volta (ma pochi di essi se ne ricordano)". Ovviamente cresciamo (e grazie al cielo direi, altrimenti saremmo morti); tuttavia nel nostro io bambino c'e' un'energia buona e spontanea che va conservata e riscoperta. Bambini e animali hanno un intuito molto spiccato; credo che per stare bene occorrano la ragione dell'adulto e l'intuito del bambino. Almeno, questo e' cio' che penso io. Spero ti sia di aiuto. Buona serata!
      Rispondi a Gea Commenta l’articolo

    • Avatar di Ire

      Ire 6 anni fa (12 Aprile 2019 16:22)

      Anche io mi sento così e non trovo la soluzione. Elimino gli uomini sbagliati perché non voglio storie sbagliate pur di avere qualcuno ma la solitudine permane e non si vive bene alla lunga. Penso sia possibile per un periodo ma se diventano anni come si può fare?
      Rispondi a Ire Commenta l’articolo

    • Avatar di Carla

      Carla 6 anni fa (12 Aprile 2019 20:11)

      Continuare a cercare
      Rispondi a Carla Commenta l’articolo

    • Avatar di Mononoke

      Mononoke 6 anni fa (13 Aprile 2019 11:46)

      Cara Ire, non ho una relazione da 7 anni, in questo arco di tempo solo storielle di nessun valore chiuse in fretta prima che potessero distruggermi e farmi perdere tempo. I questi 7 anni ho perso mio padre, ho chiuso un relazione con una persona che amavo e che adesso sta facendo la transizione da uomo a donna, ho cambiato città, varie case e dulcis in fundo ho lasciato il lavoro che era praticamente diventato la mia vita, ma ho trovato me stessa. Ho lavorato duramente, ho scoperto passioni che non pensavo di avere e in cui sono anche molto brava, ho ritrovato e trovato amici fidati, ho riscoperto la mia meravigliosa famiglia e mi sto costruendo a piccoli passi una nuova carriera. Stare da sola mi ha regalato questo e non sono mai stata così bene. È facile? No! Ho momenti in cui mi prendono mille paturnie e insicurezze? Certo che sì! Vorrei trovare una persona? Sì, per condividere questa pienezza di vita. Credo che la soluzione "magica" non sia né la solitudine né lo stare in coppia, sono situazioni che presentano vantaggi e svantaggi, se proprio la vogliamo mettere così. Credo che tutto dipenda da noi e dall'equilibrio che raggiungiamo indipendentemente dallo stare accoppiati e non. Certo per quel che mi riguarda lo stare da sola mi ha molto aiutata a capire la mia strada. Per questo ti suggerisco di non pensare a come saranno gli anni a venire ma di concentrarti su di te e sui tuoi progetti, di avere fiducia in te stessa. Una volta pensavo che il resto del mondo avesse tutto più facile rispetto a me ma ora so che non è così, abbiamo tutti difficoltà ad affrontare la vita, che sia in coppia o da soli. Un caro abbraccio!
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    • Avatar di Gea

      Gea 6 anni fa (13 Aprile 2019 12:27)

      Cara Mononoke, grazie per la tua preziosa testimonianza e per le riflessioni belle e profonde. Concordo e sottoscrivo appieno! Buon week-end, un abbraccio. 😊
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    • Avatar di Emilia

      Emilia 6 anni fa (13 Aprile 2019 12:55)

      Splendido messaggio Mononoke, grazie. Mi hai infuso fiducia e mi hai anche un po' commossa. Penso che la solitudine che provo ogni tanto non dipenda dalla mancanza di un uomo al mio fianco, ma piuttosto sia dovuta alla povertà di amicizie vere e di persone con le quali poter condividere la quotidianità. Ho la fortuna di avere una famiglia d'origine tutto sommato unita, anche se distante chilometri da me. Negli ultimi anni le conflittualità sembrano essersi attenuate, sono cambiata e anche i miei hanno un atteggiamento differente. Sembra banale ma penso che sia importante recuperare gli affetti, se possibile. Il senso di solitudine sopraggiunge ogni volta che rifletto sul fatto di non essere riuscita a "seminare" intorno a me per poi "raccogliere", per una ragione o per l'altra. Nonostante la mia giovane età, non ho una relazione da non ricordo più quanto tempo, e sicuramente anche questo aspetto incide in qualche modo ma non è la causa principale della mia angoscia. Comunque, credo di essere diventata più forte proprio grazie a questi anni di solitudine, che mi hanno forgiata nonostante i miei "cedimenti". Molto spesso non vogliamo ammetterlo, ma siamo più forti di quel che tendiamo a credere. Un grande abbraccio!
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    • Avatar di FrancescaF

      FrancescaF 6 anni fa (13 Aprile 2019 12:55)

      Che bellezza, Mononoke, quanta vita e forza nel tuo messaggio. Grazie!
      Rispondi a FrancescaF Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (12 Aprile 2019 21:20)

      Boh io mi sono abituata. Pavese diceva che la solitudine è un vizio (assurdo).
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di FrancescaF

      FrancescaF 6 anni fa (13 Aprile 2019 12:50)

      Credo di capire cosa intendi (e pure ciò che Pavese intendeva, che era evidentemente disfunzionale) e talvolta penso di avere anche io una sensazione simile. Nel tempo ho imparato a distinguere fra solitudine e isolamento. L'inglese separa molto bene i due campi semantici con "alone" e "lonely". Saper star da sole e imparare a non isolarsi sono aspetti ugualmente importanti, secondo me. A ben vedere, non siamo mai soli (a parte casi davvero disperati, per esempio, di anziani senza famiglia che magari muoiono in casa senza che nessuno sappia o dei barboni per strada...), anche se ormai definiamo il "soli" con il non stare in coppia. Ho imparato a star da sola, a viaggiare da sola, a fare una gita da sola, a visitare una mostra da sola, a godermi una serata da sola. Mi ci sono ritrovata: dopo la mia prima relazione in cui eravamo abituati a studiare insieme, andare in gita insieme, passare i weekend insieme, bam...sola. Le amiche tutte accoppiate e per un motivo non disponibili se non per brevi caffè o aperitivi. E io mi son detta, nonostante soffrissi tanto: ma io non posso smettere di godermi le possibilità che la vita mi offre perché sono rimasta sola. Così piano piano ho cominciato a fare cose. Una volta ricordo che addirittura, unicamente per mettermi alla prova, uscii a cena da sola per il mio compleanno. Mi sentii una sfigata stellare, ma volli farlo. Oggi la solitudine per me resta preziosa e talvolta mi ritrovo a tacere programmi agli amici perché voglio godermi, chessò, una città da sola. Mi dà un bel senso di libertà e forza. Noto anche che se, nei momenti di solitudine, ho una disposizione appena appena socievole, posso parlare anche con diverse persone, attaccar bottone, fare una piccola conversazione divertente o interessante. Se sono invece nel mood "Pavese" (perdonate questa espressione con uno dei massimi letterati e intellettuali italiani, ma è per capirci) è come se fossi in modalità "stealth". Quest'ultimo approccio però è pericoloso perché ti porta all'isolamento (che spesso è conseguenza e anche concausa della depressione). Ho provato anche quello (cadendoci senza rendermene conto dopo una relazione brutta) ed è distruttivo, per me era come essere ricoperta da un involucro durissimo, scuro ma fragilissimo e mi isolavo per il timore che qualcuno lo frantumasse arrivando ai nervi scoperti. Oggi sto bene (già son felice per questo) e, pur non essendo in coppia e pur desiderando un compagno, non mi sento sola (perché ho mia madre, mio padre, mio fratello, le mie amiche e i miei amici, i miei animali e tutte le conoscenze che faccio) e non ho l'angoscia di stare tutta la vita senza un uomo. Se ci incontriamo evviva, se non capita amen.
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    • Avatar di Ally

      Ally 6 anni fa (13 Aprile 2019 14:55)

      Cara FrancescaF, leggendoti ho riflettuto sui tanti magari piccoli ma comunque numerosi passi fatti da me. Sono stata in coppia per 15 anni se sommo le mie due relazioni e quindi quasi non ricordo più come é stare soli, fare cose in autonomia e organizzarsi. Ad oggi ho sperimentato, come racconti tu, tante piccole situazioni in cui mi sono cimentata in attività completamente sola. All inizio non nego di aver avuto un enorme senso di spaesamento, forse un po' di vergogna e anche mille titubanze ma poi ho ragionato come te: perché da sola dovevo privarmi di tante belle esperienze? La paura se ne é andata nell'istante stesso in cui mi sono messa a "fare". Le possibilità di conoscenza, di fare due belle chiacchere o di condividere ciò che ci appassiona sono là al varco non appena siamo disponibili ad aprirci un po'. Ce la sto mettendo tutta, a volte non è semplice, a volte però vado proprio a fare esperienza di me stessa per cercare di conoscermi e di capire ciò che fa per me e cosa no ma con un senso di curiosità, di interesse per me stessa e per il mondo, con una guida che é fatta di apertura. Ricorderò sempre il sole che é spuntato nella mia stanza il giorno dopo l abbandono. Non riuscivo neanche a respirare tanto il dolore ma quella luce se ne fregava e mi illumiva il viso lo stesso. Al sole non importava cosa succedesse, aspettava di nuovo me. Coraggio!!!!
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    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (13 Aprile 2019 15:09)

      Le persone care sono lontane, e non è che sto in “mood Pavese”. Però una persona in casa non la vorrei proprio più. Mi sembrerebbe di non avere più un posto mio, di non avere dove “tornare” in caso di problemi, di non avere più via di scampo, dover ricominciare ecc. A una certa età, anche basta, preferisco annoiarmi che affrontare altri colpi di scena. Dico che la casa è intestata ai figli, così è fuori discussione vendita o affitto e cambio casa :D E poi, non ho più voglia di “stringermi” per far spazio a qualcuno, nel letto, al bagno, quando ho voglia di fare una passeggiata o di guardare la tv. In questo senso parlavo di vizio :) Certo coi figli non ho l’impressione di dovermi stringere o di dover simulare normalità. Magari se trovassi qualcuno di compatibile ... però per il momento convivenza no, e feste comandate con i consanguinei :D
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    • Avatar di FrancescaF

      FrancescaF 6 anni fa (13 Aprile 2019 23:31)

      @AnnaV - chiaro! Parto semplicemente da un presupposto diverso - e probabilmente infrequente - perché non ho mai convissuto. Quindi diciamo che per me vivere da sola è normale, non mi pare neanche un vizio o forse mi ci sono abituata senza rendermene conto (però mi piace). Quello che nel mio caso è vizio è l'isolamento, che va ben al di là del vivere da sola, e per questo ho parlato del "Pavese mood". :-D
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    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (12 Aprile 2019 21:27)

      @Manuela. Può essere, in effetti, che il livello di scoraggiamento sia tale da togliere energie. Leggendo quello che scrivevi, pensavo: quell’acqua non esiste, o comunque non me la darà nessuno. Le ultime volte che sono uscita o sono stata invitata da un uomo, mi è presa una gran noia all’idea degli inutili riti e convenevoli ecc. Al momento non me lo so neanche immaginare, come sia essere nutrita da una relazione sana (con un uomo), e non ho più nessunissima aspettativa positiva.
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    • Avatar di Manuela

      Manuela 6 anni fa (13 Aprile 2019 16:40)

      @AnnaV mi rendo conto che dovrei spiegare meglio il retroscena che mi ha portato a scrivere il commento. Dovrei però rivelare cose che non mi va. Rischio di annoiare e di uscire dal tema delle relazioni. Il mio era un commento sulla solitudine in generale o meglio su quell'angoscia che prende quando all'improvviso penso che se mi capita qualcosa non c'è una rete a cui appoggiarmi (che poi a ben guardare non è proprio così ma in quei momenti comanda l'angoscia). La presenza di qualcuno, amico o amica, avrebbe l'effetto di tranquillizzarmi in quei momenti. Ma non è solo questo. Il discorso è lungo. Non è la solitudine di chi ha paura di andare in vacanza da solo o cose simili. È diverso. Se avessi la possibilità di parlarti a voce penso che capiresti subito cosa intendo (leggendo i tuoi commenti sul blog ho avuto questa impressione). Poi, sai, gli articoli di Ilaria e i commenti mi portano a riflettere ad ampio raggio e non solo in riferimento a una relazione con gli uomini. Come dicono le mie amiche, ho pure il brutto vizio di pensare troppo e questo non sempre mi aiuta.
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    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (13 Aprile 2019 20:26)

      Si penso di capire. Io penso: e se mi rompo una gamba? Quindi non vedo l’ora che mio figlio prenda la patente per saperlo almeno autonomo che so, nel fare la spesa. Devo fare una operazione al piede e sto aspettando, esco con o senza febbre, perché in farmacia almeno devo andare. È angosciante si. A Natale però ero con la mia famiglia, vedevo le coppie e ho avuto il pensiero: magari uno di qui ... (stronzissima, lo so) Poi ho pensato: meglio sotto i ponti :D ma in un attimo, eh... angoscia e sollievo :D si vede che mi fa più paura la compagnia della solitudine
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  20. Avatar di kicca

    kicca 6 anni fa (14 Aprile 2019 10:48)

    Bell'articolo
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