Coraggio e speranza #buon senso e unità o tutti o nessuno

coraggioOggi parliamo di coraggio e di speranza e parliamo di storie personali e di radici.

Per esempio: tu sai da dove vieni, qual è la tua storia, quali sono le tue radici?

Intendo quelle tue-tue-tue, che sono solo tue e di nessun altro, tanto per cominciare. Ti capita di pensare a te “in prospettiva”, riflettendo di tanto in tanto e rivedendo te stessa adesso, ma rispetto al passato?

Pensi mai a quali sono le origini e le radici delle tue convinzioni e dei tuoi comportamenti?

A quali sono stati e sono i momenti di grande paura e di grande coraggio della tua vita, quelli tuoi personali?

Non mi sto riferendo a niente che abbia a che fare con l’analisi o la psicoanalisi, sia chiaro.

Mi sto riferendo al fatto di concentrarti su di te per conoscerti meglio, stimarti di più, volerti bene e affrontare la vita con il coraggio che di certo hai e che magari non sai di avere.

E, insieme al coraggio, scoprire e diventare consapevole di tante risorse che pensi di non avere ma che invece hai e hai anche messo a frutto, magari nel tuo passato, ma non te ne sei accorta.

E allora pensi di non valere niente e invece vali molto. E pensi di avere solo paura e di non avere coraggio. E, senza che tu lo sappia, il coraggio ce l’hai eccome e il coraggio, soprattutto, te lo puoi dare.

"Per essere felici ci vuole coraggio. Karen Blixen"

Essere consapevoli di se stesse e di quello che si è capaci di fare significa mettere insieme tutto il coraggio che abbiamo, sapendo che il coraggio è una risorsa della quale disponiamo, per natura e per personalità.

Qualsiasi personalità abbiamo. Tutti noi abbiamo coraggio. Anche tu, di certo.

E a che cosa serve il coraggio?

Il coraggio serve, per esempio, a conquistare la propria libertà e mantenerla. E la propria libertà, al giorno d’oggi, è soprattutto libertà di pensiero e di scelta. Libertà di scelte di vita.

La libertà di pensiero non è convincersi che tutti al mondo sono sbagliati o che chi ci comanda non è all’altezza della situazione o che la vita è triste e ingiusta perché il tipo che ti ha abbordato online e non hai mai visto – ma del quale sei già follemente innamorata – sono 48 ore che non ti manda un whatsapp; la libertà non è andare a “vomitare” tutto questo in ufficio – lamentandoti con i colleghi – o su Facebook o  su qualche forum o blog, credendo di aver fatto qualcosa di utile, intelligente o speciale. Originale e controcorrente.

Il coraggio e la speranza: a che cosa servono?

Perché accusare il mondo di non essere alla tua altezza non è la soluzione a una vita meschina e di melma o a un momento di difficoltà.

Avere libertà di pensiero significa usare la propria testa per decidere della propria vita, è adoperare nei modi e nelle direzioni giuste il proprio senso critico, cioè non bersi tutto quello che viene dall’esterno – genitori, insegnanti, vicini di casa, amiche che sanno tutto sui rapporti sentimentali, ma non hanno mai avuto una storia decente, uomini senza spina dorsale che ti vogliono usare, in cambio di paroline da baci perugina che ti fanno sciogliere come burro al sole, pubblicità e comunicazioni manipolatorie di vario genere – ; avere libertà di pensiero significa evitare di farsi trascinare dalla stupidità di massa e dalla paura che diventa terrore e poi cieca aggressività distruttiva.

"La speranza è un rischio da correre. È addirittura il rischio dei rischi. G.Bernanos"

Avere libertà significa staccarsi dal gregge, ma non con l’obiettivo di staccarsi dal gregge giusto per farlo, perché staccarsi dal gregge per poter sostenere di essere vincenti dato che si è “diversi” è, di fatto, rimanere legati al gregge più di prima.

Il nostro mondo è pieno di “originaloni da social network”, “anticonformisti delle parole” e “pecoroni all’incontrario” che credono di distinguersi dal gregge e in realtà desiderano solo esserci dentro, e fanno i “controcorrente” solo perché hanno un disperato bisogno di essere accettati.

Come i preadolescenti e gli adolescenti che per sperimentare se stessi e la propria indipendenza, fanno quelli che vanno “contro” perché hanno il terrore di essere rifiutati.

La differenza è che gli adolescenti e i preadolescenti il proprio coraggio  lo devono ancora scoprire, sono in “costruzione”.

Il coraggio e la libertà ti fanno vivere la vita come tu la vuoi, affrancandoti dalle convenzioni e dalle convinzioni sbagliate, senza farti mettere contro qualcosa o qualcuno, ma solo agendo a vantaggio di te stessa e della tua vita. E questo è ben diverso.

La paura e il nemico invisibile siamo una comunità e vinciamo con ragione e tutti uniti

Dopo molti giorni di riflessione riprendo in mano e faccio un’aggiunta a questo articolo oggi, il 21 novembre 2020, dopo averlo aggiornato il 12 marzo del 2020 quando il nostro paese, l’Italia, si era fermato e ciascuno di noi, ognuno, tutti, abbiamo dovuto cambiare forzatamente stile di vita per sconfiggere un nemico misterioso e invisibile, il corona virus. Il famigerato Covid 19

Il 12 marzo, con un po’ di esaltazione, dichiaravo: “#noineusciremopiùforti.

E scrivevo: “Ce la faremo, è certo, lo prova il fatto che in Cina l’hanno già quasi sconfitto e lo prova il fatto che la vita, anche se con fatica, con impegno, con dolore, vince sempre sulla morte.

Perché siamo nati e siamo vivi per vivere, il nostro tempo, non indeterminato, certo, ma per vivere.

E ce la faremo. Tutto andrà bene. #noineusciremopiùforti”

Oggi, 21 novembre 2020, te lo dico, non sono assolutamente convinta che ne usciremo più forti.

Molte le sono le persone ammalate, molti i morti, tanti di noi sono stati colpiti in prima persona dal virus, altri hanno subito lutti.

Siamo in gravi difficoltà economiche, purtroppo e tra chi mi legge so che c’è chi patisce difficoltà economiche e di salute.

E in più ci sono i negazionisti, quelli che negano, quelli che non ci credono, quelli ai quali non sembra vero.

Ecco, per essere chiara io non mi trovo d’accordo con i negazionisti, e se si negazionista e complottista, sei libera di esserlo e credo che qui non troverai niente di utile per te.

Come capirai dalla lettura di questo articolo, l’avevo scritto quasi 5 anni fa (!!! perbacco, sembra ieri) in occasione di un orribile attacco terroristico, in cui il nemico principale erano uomini che attaccavano altri uomini.

Posso dirlo? Non c’è nulla di peggio di un essere umano contro un altro essere umano.

Ecco perché, venendo a noi, bisogna evitare le persone sbagliate, le persone tossiche, gli uomini sbagliati.

Contro il corona virus ce la faremo. Lo scrivevo a marzo e lo ribadisco adesso. E ce la faremo pagando un prezzo altissimo, inutile nascondercelo.

Abbiamo sofferto, soffriamo e soffriremo.

E ne usciremo solo stando uniti, perché o ci salviamo tutti o non si salva nessuno.

Ciascuno di noi, io per prima, nutriamo preoccupazioni, se non per noi, per i nostri cari, per il nostro lavoro, per il nostro mondo intorno.

Ce la faremo e usciremo cambiati, perché questo è un trauma e i traumi ci cambiano nel profondo e lo stesso capiterà dopo questo passaggio del Covid.

Quello che ho scritto quasi 5 anni fa “contro” il terrorismo e per la vita, vale anche oggi “contro” il corona virus e per la vita.

Il 12 marzo scrivevo: “Sono certa che torneremo più forti, avendo riscoperto valori più alti e più sani, più carichi di amore, pronti a darlo e a riceverlo, questo amore, in maniera più sana e funzionale.”

Breve ed essenziale, la guida che ti spiega i passi base e fondamentali per costruire o ricostruire la tua autostima e mantenerla. Per stare bene con te stessa e con l’uomo giusto.

No non sono certa che torneremo più forti e credo che molti perderanno per strada anche quei pochi valori più alti e più sani che possedevano prima, semmai ne avessero posseduto qualcuno.

Credo che sia necessario e indispensabile, invece, armarci di coraggio, pazienza, amore per noi stessi e solidarietà, unità. buon senso e voglia pacifica di lottare pacificamente.

Coraggio. Sono vicina a te, a tutte quelli che mi leggono e porto una parola di incoraggiamento, dalla mia preoccupazione ma anche dal mio coraggio, a tutte voi, a te e a coloro che ami.

#noineusciremopiùforti non è affatto vero. Mi sono sbagliata, è un errore. E’ una stupidaggine.

Invece sostengo che dobbiamo essere razionali, uniti, solidali.

Amorevoli.

Il coraggio: perché ne hai quanto ti serve

Scrivo questo articolo a nove giorni dai fatti di Parigi (e mentre il terrore paralizza Bruxelles): una città meravigliosa – la città più bella e più amata al mondo per antonomasia, una delle capitali della libertà personale e di espressione – è stata brutalmente attaccata. I civili – le persone “come noi”, sono stati aggrediti, feriti o uccisi mentre facevano delle cose normalissime, “come noi”, il venerdì sera, “come facciamo noi” persone normali nelle nostre vite normali: assistere a un concerto rock, guardare uno spettacolo teatrale, pomiciare e flirtare in un ristorantino, passeggiare per strada e godersi una magnifica città (e sempre, pomiciando e strofinandosi e coccolandosi tra mariti e mogli, fidanzate e fidanzati, genitori e figli, anche al di fuori del ristorantino, perché questo è quello che si fa e si deve fare in una vita “normale”, al venerdì sera, molti sono morti o hanno visto morire i loro cari stando vicini e abbracciandosi). E quello che è accaduto, per come è accaduto può fare perdere il coraggio.

Perché si tratta di eventi inspiegabili – apparentemente – e disperanti. Io in realtà li spiego con la psicopatologia che anima gli stronzi, la stessa degli stronzi che ci girano spesso intorno, in ufficio, nel mondo di tutti i giorni e, ahimé, talvolta anche in famiglia. Sono stronzi allo stesso modo, quelli che hanno il kalashnikov e quelli che non ce l’hanno. Solo che quelli che non hanno il kalashnikov hanno armi diverse. Gli stronzi esistono e proliferano, sono in mezzo a noi. E noi dobbiamo avere coraggio. E ce l’abbiamo, tranquilla.

Tornando ai fatti di Parigi viene normale pensare: “allora potrebbe accadere anche a noi, che siamo e viviamo “come loro””. E da qui ecco che i toni che si alzano, la benzina viene gettata sul fuoco dell’emotività, al bar, in ufficio, in famiglia e sui famigerati social network dove l’idiota medio è diventato il vero terrorista mentale. E questo terrorista mentale non è altro che uno stronzo, che va evitato, come tutti gli altri. Con coraggio.

Spesso invece ci si fa “fagocitare” dal mondo degli stronzi e allora che cosa succede?  E’ successo anche che qualche lettrice di questo blog che probabilmente ha passato ore e ore a leggersi tutte le cronache, nei minimi dettagli con il gusto di chi si gode i film dell’orrore, forse per esorcizzare la paura, forse per cercare sollievo all’angoscia attraverso la sensazione del controllo data dall’ingurgitare dettagli, è arrivata qui, colma di ansia e di paura. E ci credo, ragazza mia, se leggi orrore, se guardi orrore, se ascolti orrore, sarai piena di orrore e l’orrore ti inonderà e prevarrà nella tua vita. Riempiendoti di paura e togliendoti la speranza, alla faccia del coraggio.

Questa lettrice che, irresponsabilmente verso se stessa, non ha messo un freno al flusso di orrore, ha chiesto  invece alle altre lettrici pace, tranquillità e serenità.

E’ un atteggiamento comune a molte persone, quello di chiedere all’esterno ciò che non si vuole cercare al proprio interno. Capita spesso che chi si nutre di orrore, leggendo e rileggendo cronache orrorifiche, poi pretenda dagli altri speranza. La vita emotiva delle persone è fatta di questi paradossi.

Allora, io, che non avevo intenzione di dedicare spazio ai fatti di Parigi dato che pensavo di non poter aggiungere molto al gran rumore, alla fine ho deciso di scrivere questo articolo dedicato al coraggio e alla speranza.

Con un duplice scopo: il primo è quello di ricordare a coloro che vengono su questo blog solo ad ammorbarci con i loro dispiaceri di serie B (e forse C, D, fino alla Z), che è necessario, per loro prima di tutto e poi per noi e per un mondo più vivibile, che imparino a considerare se stesse e i loro dispiaceri collocandoli nel “quadro più grande” dell’esistenza (nulla di religioso o di spirituale, per carità, solo concreta realtà). Non ci vuole nemmeno un gran coraggio a farlo.

La vita (perfino quella di queste persone con grandi dispiaceri di serie B e C etc) è molto più ricca e sensata della storiella scema e noiosa con un perditempo che non  risponde su whatsapp. Prima lo si capisce, prima si raggiunge la felicità. Il secondo scopo di questo articolo è dare coraggio e speranza a tutte quelle persone che vivono un momento di difficoltà personale o che sono state toccate nel profondo da quanto è successo anche perché magari-chissà-forse ciò che è successo nel pubblico, alimenta e si aggiunge, per loro, ad ansie preoccupazioni già precedenti, più private (vi sono vicina, care mie, avete la mia comprensione).

Il fatto è che per raggiungere pace, tranquillità e serenità, per avere coraggio in un momento difficile e per nutrire la speranza, è necessario che ognuno faccia la propria parte. Il coraggio e la speranza non te li puoi aspettare dagli altri – che si cagano sotto più e sono più inadeguati, vigliacchi e disperati di quanto pensi di essere tu – ma li devi nutrire in te stessa, coltivare, far crescere. In che modo?

Il coraggio nutre la speranza

Ti dò il mio “metodo” se si può chiamare così e ti anticipo che di motivi per avere paura ne ho anch’io. Per esempio vivo tra due grandi città che sono nel mirino dei terroristi. Non possiedo un’auto e la metropolitana è il mio mezzo di trasporto preferito. Mi trovo spesso in posti affollati. E ciononostante non ho paura. O meglio, ne ho, ma come altre volte nella mia vita, ho deciso che gli stronzi non prevarranno, perché di paura ne ho avuta tanta nella mia vita, tante volte e per tante ragioni (alcune sensate, altre meno sensate) e alla fine, una soluzione è sempre saltata fuori. Ne sono uscita. So anche che la paura non lascerà mai del tutto me, come non lascerà mai del tutto nessun altro essere umano normale e sano e quindi preferisco che i miei valori resistano di fronte a chi mi vorrebbe far paura (e talvolta me la fa). E così ho scoperto che alla fine, con la mia paura addosso e insieme al mio coraggio, riesco a nutrire la speranza. Anche quando grandi motivi per sperare non ce ne sono.

"Coraggio ce l’ho. È la paura che mi frega. Antonio Albanese"

Ma dov’è che andiamo a recuperare il nostro coraggio, dato che sì, il coraggio ce lo possiamo dare e soprattutto già lo abbiamo ma non lo sappiamo?

Incomincia a considerare tutte quelle situazioni in cui ci vuole coraggio e ci è voluto coraggio e tu ce lo metti o ce lo hai messo…

Il coraggio serve per darsi il tempo e il modo di trovare l’uomo giusto, senza dover cadere tra le braccia del primo cascamorto che passa di lì per paura di rimanere sole, perché prese dall’ansia mortale di essere vecchie, perché la mamma mi considera una fallita o gli uomini una zitella acida o le amiche sono tutte sposate o fidanzate e il venerdì non so con chi andare a mangiare una pizza e mi tocca stare sul divano da sola.

Il coraggio serve per abbandonare situazioni e relazioni squallide o di abuso o sterili e avvilenti anche se – come tante situazioni sterili e avvilenti – portano dei vantaggi collaterali a chi ha modi disfunzionali di amare e di farsi amare. Il coraggio serve per lasciare situazioni disfunzionali e magari una casa in cui si è abitato per tanti anni e una certa tranquillità economica (che spesso è dipendenza economica, un’ottima scusa per mantenere la dipendenza emotiva e rimanere inchiodate e fare una vita d’inferno, raccontandosi che non si può ambire a nulla di meglio e di più).

Speranza: da dove viene

Il coraggio serve quando l’uomo che credevi fosse per sempre ti lascia.

Il coraggio serve per iniziare una separazione e un divorzio; per presentarsi in un aula di tribunale dove si decide del tuo futuro e di quello dei tuoi figli. Il coraggio serve per allevare i propri figli in una coppia a metà o tutte da sole.

Il coraggio serve per decidere di iniziare una relazione (di quelle vere, non di quelle da whatsapp), per sposarsi, per pensare di avere un figlio, per portare avanti una gravidanza, per entrare in sala parto e soprattutto per uscirne, con quella nuova vita con te, della quale sarai responsabile per un bel po’.

Il coraggio serve per affrontare una interruzione di gravidanza, che sia in solitudine o in coppia. E tutto quel che ne consegue.

Il coraggio serve per accompagnare i figli a scuola e nelle loro frustazioni e difficioltà normali che per te sono terribili (e per loro anche).

Il coraggio serve per andare a trovare i propri genitori e accorgersi che negli anni il tempo è passato, sì, anche per loro, anche per mamma e papà, ma è meglio che tu faccia finta di non accorgertene, ancora per un po’.

Il coraggio serve per affrontare i grandi lutti e le perdite della vita. Serve per andare a fare un esame (all’università), un altro esame (in ospedale) e per andare a sapere come è andata. Quanto coraggio ci vuole in entrambi i casi!

Il coraggio serve quando ti licenziano, quando decidi di lasciare un “posto fisso” e per aprire la tua piccola (o grande impresa). Il coraggio serve in un colloquio di lavoro. Il coraggio serve quando ti sta venendo il ciclo e sei piegata in due dai dolori e devi fare quella presentazione importante davanti a capi e colleghi.

"Senza la speranza è impossibile trovare l’insperato. Eraclito"

Il coraggio serve nelle riunioni in cui sei l’unica donna e i tuoi colleghi fanno battute sessiste e offensive, e no, scusa, magari no, c’è un’altra donna in riunione e sta dalla “loro parte” e ridacchia e si scoscia, la cretina, e fa battute ancora più sessiste del più stronzo sessista cretino in sala, perché come ci sono gli stronzi e i cretini ci sono pure le stronze e le cretine.

Il coraggio ci vuole per scoprire che il tempo passa anche per te, che il tuo corpo cambia e tu cambi. Ce la farai?

Sono un sacco le situazioni in cui ci vuole coraggio e tu, le tue situazioni-coraggio le conosci meglio di me e meglio di chiunque altro. E sai bene che hai affrontato un sacco di situazioni-coraggio, quando avevi tanta tanta paura e avresti voluto fare di tutto tranne che affrontarle. Le hai affrontate. Punto. Bene, male, così-così: fatto sta che le hai affrontate.

E allora, da dove viene la speranza, per te, per il tuo futuro e per quello dei tuoi figli? La speranza ti giunge proprio da questo coraggio, anche se temi di non averlo e di non averlo mai avuto.

Viene dal fatto, che nella vita – nella vita di tutti – accade che ci sia della melma. Talvolta si tratta di piogge torrenziali di melma, talvolta solo di schizzi. E, la melma c’è, sopravviene o accade, nella vita di tutti. Tu non hai l’esclusiva. Perché la melma fa parte della vita. E se prendi consapevolezza che la melma fa parte della vita e accetti, sembra strano ma la speranza – sana – aumenta .

Poi la speranza viene dalla considerazione che, facile o difficile che sia, questo mondo è pieno di opportunità più di qualsiasi altro mondo in qualsiasi altro tempo. Viene dal fatto che la nostra vita media si è allungata e la nostra qualità della vita è aumentata talmente che possiamo contare su molte svolte e molti cambiamenti radicali nella nostra esistenza individuale.

Viene dal fatto che tu – e anch’io e tutti noi – abbiamo più risorse positive di quanto lontanamente sospettiamo e l’unica cosa da fare è vivere un giorno alla volta con in testa l’idea chiara che sono i nostri valori quelli che portiamo avanti, costi quel che costi (e in mezzo ai valori ci siamo noi), alla faccia degli stronzi di ogni colore e provenienza.

Aspetto i tuoi commenti, aspetto le storie di tutte quelle volte che hai avuto paura e hai sperimentato il coraggio.

(Si astengano le finte disperate da Facebook e da Whatsapp, che quelle si danno arie da donne che soffrono ma sono bambine che non sanno che cosa sia l’amore, quindi difficile che lo sperimentino davvero).

Abituiamoci a mettere a tacere le stupidaggini – da dovunque provengano – e perseguiamo il nostro interesse e i nostri principi, con equilibro e con fiducia nelle nostre risorse personali. Questo significa avere speranza e coraggio. E vincere il terrore.

#stiamouniti

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297 Commenti

  1. Avatar di Irene

    Irene 9 anni fa (23 Novembre 2015 12:20)

    Ciao Ilaria. Mi chiamo Irene, sono educatrice e sto seguendo un corso di formazione in Gestalt counselling. Ti leggo da qualche tempo. Ci sono molte cose che condivido. Ma tutte le volte mi stupisce una cosa di cui voglio scrivere in questo commento: l'atteggiamento aggressivo sugli innamoramenti da whatsapp e le loro attrici. Personalmente penso che se una donna, o un uomo, passano da quella tappa, potrebbe essere una tappa importante per comprendere quali sono i nostri bisogni frustrati in amore. Non sono problemi di serie D. Penso che "le bambine" incapaci di amare,come le chiami tu, meritino tutto l'ascolto da parte di chi si occupa di relazioni d'aiuto, come te, proprio perché dietro quell'infantile incapacità di amare spesso si celano ferite profonde. Chi é incapace d'amare spesso non ne ha ricevuto sin dai primi anni della sua vita, e non lo sa. Pensa che realmente le relazioni debbano basarsi su un opportunismo di base, continuano a ripetere gli stessi schemi, perché così sino ad ora é andata la loro vita. A volte ho l'impressione che tu nei tuoi articoli sminuisca e liquidi in fretta queste "bambine".ma loro più di altri hanno bisogno di ricevere ascolto e veder ribaltati con esempi e con l'esperienza i loro schemi. Viviamo sempre ciò che ci serve, dice il mio formatore. Io sento invece un forte giudizio da parte tua su queste storie, ed io, abituata per formazione alla sospensione del giudizio, almeno momentanea, lo trovo irritante e anche poco sostenente per chi vive queste difficoltà nelle relazioni. Alla base di queste difficoltà c'è spesso molto di più. E dietro queste difficoltà ci sono spesso molte risorse individuali inesplorate. Un abbraccio
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (23 Novembre 2015 15:34)

      @ Irene, se trovi "irritante e poco sostenente (?!)" quello che io scrivo ti suggerisco una soluzione in due semplici passi 1) non venire su questo blog e non leggere quello che scrivo. Come sai non è obbligatorio. 2) Apri un blog tuo sul quale parli di quello che vuoi come vuoi, mettendo a frutto le conoscenze che invece vorresti trasmettere a me. Buon lavoro! :)
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    • Avatar di Gea

      Gea 9 anni fa (23 Novembre 2015 17:54)

      Ciao Irene, se tu lavorassi all'accettazione di un pronto soccorso, a chi daresti la priorità: a uno con un trauma cranico che non si lamenta perché ha perso conoscenza, o a uno che si è sbucciato un ginocchio e urla come un ossesso? Attenzione a non confondere la sofferenza dei bambini veri (che sicuramente ti sta a cuore, essendo un'éducatrice) dalla sofferenza di adulti con comportamenti infantili. C'é gente che si sveglia e cresce, ma a molti altri piace - e forse anche conviene - comportarsi da bébés attardati e soffrire per stronzate.
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    • Avatar di Cloe

      Cloe 9 anni fa (23 Novembre 2015 19:18)

      Anche io sono un'educatrice e mi sta a cuore il benessere dei bambini, ma un commento come quello di Irene non lo capisco, per due semplici motivi: 1) la forma: trovare e reclamare "irritante" il lavoro di qualcun altro non è educativo e tantomeno preclude un vero confronto, piuttosto un fastidio mal celato di qualche cosa che probabilmente la tocca profondamente e personalmente. 2) Ai bambini si insegna a crescere, non a rimanere bambini. Se dovessi ascoltare tutte le lagne dei miei bambini che - aiuto, non hanno la pappa pronta, oppure aiuto gli hanno rubato il giocattolo, o non mi hanno preso in braccio al momento giusto -addio, non lavorerei più, non andrebbe avanti nulla. Oltre al fatto che le frustrazioni nella vita vanno gestite, non costantemente prese sotto braccio. Anche perché la vita è dura per tutti, e sopravvive chi si da da fare senza aspettando che la mammina o il paparino ci coccolino per ogni frustrazione. Fa parte del vivere in società. :)
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (23 Novembre 2015 19:27)

      Ciao Cloe, non vorrei dare spazio a chi trolla e cerca attenzione senza fornire un reale contributo, soprattutto proprio nello spazio dedicato a questo articolo, articolo che - se notate - non contiene nessun richiamo alla mia attività, al contrario del solito, e che ne ha scalzato un altro più probabilmente di richiamo di massa (tranquille ve lo propinerò lo stesso - è una minaccia, ovvio - e vi piacerà). Grazie per quello che scrivi, mi insegna molto. Sai una cosa, tra l'altro? Di recente ho letto un libro del pedagogo Daniele Novara, che mi ha fornito una "prospettiva" interessante non tanto sull'educazione dei bimbi, ma, proprrio parlando di bambini e preadolescenti, sulle relazioni degli adulti con se stessi e tra di loro. Tant'è che è da un po' che sto rimuginando-ruminando sul scriverne qualcosa qui.
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    • Avatar di Cloe

      Cloe 9 anni fa (23 Novembre 2015 19:59)

      Guarda, a prescindere dal fatto che un lavoro di relazione è un lavoro che necessariamente ti costringe ad un lavoro su te stesso (non è che lo scegli, succede anche se non lo vorresti) la pedagogia è una fonte inestimabile, in tutte le sue diramazioni (adulti, bambini, disabili, scuola, comunità ecc) di preziosissime risorse per la propria crescita, interiore, di relazione, di vita in società. Io sono educatrice da qualche anno, e non ho una formazione pedagogica, ma sociologica per cui ho ancora molto da imparare in questo frangente. Ma posso dirti che l'esperienza diretta sul campo mi ha aperto un mondo: di vedute, di crescita, di esplorazione dei miei mondi interiori, di limiti e difficoltà. Non so nemmeno spiegarlo a parole, ma ti dà tanto, se hai cuore e mente aperti. Grazie a te, il tuo blog è fonte preziosissima di ispirazione per le mie riflessioni. E volevo solo aggiungere un'ultima cosa: io ho fatto la bambina per molto tempo, più del dovuto. E la maggior parte dei miei problemi erano dovuti al non voler accettare le mie responsabilità. Le cose hanno iniziato a girare quando ho smesso di lamentarmi e di piangere su mezza parola storta :)
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (23 Novembre 2015 21:36)

      Grazie Cloe, grazie per questa preziosa testimonianza.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Claudine

      Claudine 9 anni fa (23 Novembre 2015 19:29)

      Ciao Gea! Sono d'accordo...ho notato che dare troppo credito a coloro che si piangono addosso non serve a nessuno, ne a chi ascolta (se pur con buoni propositi) nè a chi si lamenta. Ci sono persone che hanno vero bisogno di aiuto, infatti a loro Ilaria consiglia un aiuto
      Rispondi a Claudine Commenta l’articolo

    • Avatar di Claudine

      Claudine 9 anni fa (23 Novembre 2015 19:34)

      ..scusate mi è partito prima della fine...intendo che penso che questo blog sia utile perché allontana da quella tentazione di rimuginare, e le persone che intervengono con incoraggiamenti e lucidità fanno proprio questo. Testa alta e avanti, mai piangersi addosso! Mi piace molto questo è mi aiuta tantissimo, mi sprona, mi incalza e mi fa crescere! Grazie!!!
      Rispondi a Claudine Commenta l’articolo

    • Avatar di Cloe

      Cloe 9 anni fa (23 Novembre 2015 20:05)

      Bravissima. Poi per carità, piangere ogni tanto fa bene. Non siamo wonder woman: ma non compiangersi, alzare la testa e andare avanti. Io sono stata una gran lagnona e forse non ne sono ancora uscita del tutto. Ma ho preso in mano la mia vita, ad un certo punto, fregandomene del giudizio degli altri e dei miei complessi interiori. E l'ho ricostruita.. Quindi, è possibile!
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  2. Avatar di bianca

    bianca 9 anni fa (23 Novembre 2015 21:54)

    Letto l'articolo. Mi servivano queste parole. Coraggio devo riuscire a tirarlo fuori.
    Rispondi a bianca Commenta l’articolo

  3. Avatar di Libera

    Libera 9 anni fa (23 Novembre 2015 21:57)

    Grazie Ilaria. Il coraggio e la speranza vengono anche dal sapere che ci sono donne come te, nelle quali ti rivedi e rivedi tanti pensieri che ti assillano, come in questi giorni di paura. E ti senti meno sola.
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  4. Avatar di Fabiola

    Fabiola 9 anni fa (23 Novembre 2015 22:39)

    Ciao Ilaria con questo articolo hai espresso la tua vera essenza. L'essenza di una donna vera che ha sofferto e vive la vita con coraggio, il coraggio di essere donna in un mondo maschilista, il coraggio delle proprie idee, il coraggio di rialzarsi e rimboccarsi le maniche, il coraggio di vedere il sole anche quando fuori piove o il coraggio di alzarsi sempre col sorriso. Ci vuole tanto coraggio a vivere e non intendo solo respirare ma soprattutto a sognare un mondo migliore. Tutti noi nel nostro piccolo possiamo migliorare questo mondo balordo basta avere un po di coraggio. Riguardo Parigi le parole rimangono solo parole e siamo tutti bravi a fare del buonismo spicciolo, ma quando uno stronzo col fucile o senza si sente in diritto di distruggere la vita i sogni di altre persone siamo alla aberrazione della vita stessa. Di stronzi ne è pieno e saperli evitare è un arte, L'arte del vivere. Grazie Ilaria
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  5. Avatar di STEFANIA

    STEFANIA 9 anni fa (22 Novembre 2015 23:21)

    Avere coraggio, Ilaria, significa leggere il tuo blog. Significa stare sveglie fino a tardi a leggere e rileggere i tuoi articoli...Avere coraggio significa capire che quello che leggi è vero, che si può essere felice autonomamente e indipendentemente... Avere coraggio significa abbandonare le situazioni che danno fastidio! Significa lasciare una persona dopo 6 anni e ritrovarsi con un'energia mai avuta prima (quanto è vero che una storia sbagliata toglie energia), significa lasciare un lavoro che provoca malessere e ritrovarsi con molte proposte allettanti!! Significa non ascoltare tua sorella ultra sposata e con due filgi, quando ti dice "non penserai adesso di stare sola per sempre?!", significa ritrovarsi single e sentire dentro una felicità, capire che adesso hai un sacco di opportunità, che adesso si che bisogna vivere e non più sopravvivere!!! Avere coraggio significa non buttarsi a capofitto in storie sbagliate per contrastare la solitudine, significa non cercare nessuno perché ci si sente ancora emotivamente fragili, rischiando di cadere nel bisogno. Avere coraggio significa buttarsi a capofitto nella propria vita, sapendo che la persona giusta arriverà!! Significa sapere che da un giorno all'altro la nostra vita può cambiare, nel bene o nel male e che dobbiamo accettarlo!! Grazie Ilaria, il tuo blog mi ha aiutato in un periodo un po complicato...ma ne sono uscita in meglio, sono una persona migliore, grazie anche a te!!!
    Rispondi a STEFANIA Commenta l’articolo

  6. Avatar di Stella

    Stella 9 anni fa (23 Novembre 2015 23:51)

    Grazie Ilaria, perché leggendo il tuo articolo per la prima volta ho capito che tutte le volte in cui sono sopravvissuta ai drammi della mia vita è stato perché ho avuto coraggio, mentre pensavo si trattasse solo di spirito di sopravvivenza e di adattamento. Ora so che ho avuto tanto coraggio!
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  7. Avatar di lelly

    lelly 9 anni fa (24 Novembre 2015 1:49)

    Grazie a te Ilaria, e grazie a Gea. Sacrosanta verità. Incredibilmente, e x caso, ho trovato i miei pensieri, scritti da voi, nero su bianco, dopo anni di riflessioni... grazie ancora, mi sento meglio!
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  8. Avatar di Michela

    Michela 9 anni fa (23 Novembre 2015 19:39)

    Eccomi. Si è preso le sue ultime cose e mi la lasciato le chiavi di casa e dell'attività che abbiamo aperto insieme. Gli ho detto di uscire dalla mia vita, ha detto che anche lui vuole stare un po' da solo ma il suo cuore rimane e rimarrà per sempre innamorato di me. Mi ha chiesto se poteva rimanere ancora una notte a casa, cioè stasera, gli ho detto di sì. Ho finito il lavoro e guardavo le notifiche su Facebook quando ho visto il suo profilo, accuratamente modificato..da impegnato e' diventato single. Gli ho detto gentilmente di fare come ha scritto e andare via stasera stessa. Ora non so cosa mi aspetterà, non so le sue reazioni, l'attività l'abbiamo aperta insieme ma con il suo marchio, e' disposto a vendermi il marchio ma non si sa a che cifra, ne' come, ne' quando. Io non ho mai gestito un'attività, questo è il primo anno in cui ho cominciato a capire qualcosa di tasse, pagamenti, fornitori, pagamento dei dipendenti. Non so quanto frutterà l'attività l'anno prossimo, se mi permetterà di pagare tutto, di pagarmi l'affitto di casa. Si spera nel meglio. Sono distrutta ma è la cosa giusta che ho fatto. Lui voleva la sua bella geisha, nulla di più. Mi ha detto per più di 10 giorni di prendermi libero tutto il giorno, il giorno del mio compleanno. La mattina mi chiama per dirmi di andare a lavoro perché lui si è scordato di organizzarsi per me. E questo è un piccolissimo esempio, quasi irrilevante. Vorrei scrivergli tante di quelle cose, non so se ci riuscirò fino in serata, avevo il desiderio di scrivergli a pochi minuti da quando è uscito dalla porta. Se non è coraggio questo, ho tanta paura, con lui magicamente mi sentivo al sicuro, perché ha esperienza nel lavoro, saprebbe come comportarsi nelle situazioni, a volte mi potevo rilassare e far fare a lui. Ho tanta paura ma cerco' di andare avanti. In fondo ho 24 anni e tante cose da imparare. Grazie
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (23 Novembre 2015 19:47)

      Ventiquattro anni!? Ieri ventiiquattro anni fa io mi sono laureata, fa' un po' tu... (ora tutti a fare i calcoli sulla mia età... e se fosse andata a scuola a 5 anni? E se fosse stata fuori corso di 16 anni?). Toglitelo dai piedi sto rospo incommensurabile e preparati alla vita... Quanto all'attività, considerato proprio che sei giovanissima, e che quindi hai molte più chance aperte, occhio che non ti rifili la fregatura. Quindi cerca aiuto e consulenza qualificata esterna: commercialista (parte terza), avvocato, camera di commercio o quello di cui si tratta. Rifletti molto bene sul da farsi e come. Per il resto: brava brava brava.
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    • Avatar di Michela

      Michela 9 anni fa (23 Novembre 2015 20:13)

      Grazie! L'attività quest'anno è andata molto bene però c'è stato un ritardo che ha promesso l'andazzo e il rientro dei pagamenti, l'anno prossimo se va bene almeno come quest'anno, non ci dovrebbero essere problemi. A giorni penserò come si può agire al meglio, che accordi dovrei prendere con lui. Comunque, mi sembra la cosa giusta da fare ma ho un andameno altalenante..un po' sento di aver fatto la cosa giusta, un po' mi abbatto e dico che non nessuno è perfetto e bisogna saper prendersi il meglio delle perone e chiudere un occhio sul peggio. L'ho già fatto parecchie volte e a parte il benessere iniziale, poi non ero più complessivamente felice. Ho paura di vivere e rivivere sentimenti che ho cercato di sotterrare e non vivere mai più, sentimenti come abbandono, disperazione,essere soli, tutte cose che ho vissuto durante l'infanzia e l'adolescenza ( a14 anni mia madre mi mette in un istituto, ho provato il triste sentimento dell'abbandono e del fatto che nessuno si è preso cura di me, ne' vorrà mai farlo). Voglio provare questa cosa, voglio provare a stare da sola, insomma adesso rispetto a 10 anni fa, sono cambiate davvero tante cose. Però poi ho paura, ho paura anche di lui che mi dirà che gli ho detto di andarsene perché in fondo non lo amo e potrebbe vendicarsi e diventare un altra persona da quello che mi aspettavo. Non so, alla fine la cattiveria non gli è mai appartenuta, ma non escludo nulla.
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (23 Novembre 2015 21:34)

      Tu vuoi prenderti cura di te?
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    • Avatar di Michela

      Michela 9 anni fa (23 Novembre 2015 21:44)

      Si, tantissimo. Però c'è stato un periodo che dovevo capire dagli altri che valevo qualcosa,l'ambiente e le esperienze precedenti mi avevano distrutta.
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    • Avatar di Denise

      Denise 9 anni fa (24 Novembre 2015 8:41)

      Michela, ti capisco. Non ho vissuto una situazione traumatica come la tua, sono più grande.. eppure questa paura dell'abbandono, che lui non ti cercherà perché in fondo non ti ama davvero (e questo addolora tantissimo), appartiene anche a me. E anche questo è coraggio: accettare la sofferenza, accettare che lui non ti ami, accettare di non volerlo cambiare perché non cambierà e non è la persona giusta per te. Ci vuole molto più coraggio per guardare in faccia la realtà che non nell'insistere con un uomo che non ti sta rendendo felice. Quindi.. coraggio, una volta superata questa situazione avrai, se non altro, la libertà di cogliere altre opportunità. In bocca al lupo anche per la tua attività!
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  9. Avatar di Rosaria

    Rosaria 9 anni fa (24 Novembre 2015 10:44)

    Solo una parola...GRANDE....ho sempre letto i tuoi articoli con interesse,e mi sono venuti in mente tutti i momenti in cui ho tirato fuori il mio coraggio... e questo mi ha fatto e mi fa sentire bene,apprezzata di quell'apprezzamento verso se stessi che non sempre nutri.....Grazie....
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  10. Avatar di minou

    minou 9 anni fa (24 Novembre 2015 11:37)

    Grazie Ilaria. Per il tuo articolo, ma ancora di più per il tuo esempio, per quello che fai e per quello che tiri fuori da noi. Sai far uscire il bello da chi ti ascolta. Ho letto tutto, tutti i commenti, tutte le storie. E provo un sentimento molto forte di gratitudine e di speranza. Provo amore, lo riconosco. E non mi fa paura! Grazie davvero. Con immensa stima, Minou.
    Rispondi a minou Commenta l’articolo

  11. Avatar di sabrina

    sabrina 9 anni fa (24 Novembre 2015 13:37)

    Buon giorno Ilaria, io penso che la paura ed il coraggio siano irrazionali. Possiamo passare ore ed ore a cercare di prepararci psicologicamente ad affrontare un evento ma poi, mentre lo viviamo ci accorgiamo che è diverso da come ce lo siamo immaginato; e così anche la nostra reazione. Io non sono una persona calma, anzi sono piuttosto emotiva e spesso perdo la pazienza. Tuttavia, ogni volta che mi è capitato di affrontare un problema serio, sono riuscita a mantenere una calma, una lucidità ed una freddezza che non mi appartengono, non fanno parte del mio modo di essere, semplicemente sono venute fuori. Aggiungo che in tante situazioni, la preghiera mi ha aiutato tantissimo. Buona giornata, un saluto a tutte Sabrina
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  12. Avatar di Elizabeth

    Elizabeth 9 anni fa (23 Novembre 2015 19:35)

    Il coraggio lo porto con me tutti i giorni della mia vita per non cadere nel baratro di una violenza subita anni fa ma ancora presente. Ho pensato diverse volte a una drastica soluzione ma poi la mia indole guerriera vince sempre. Anche quando certi giorni mi sento morire di ansia.
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  13. Avatar di sil

    sil 9 anni fa (24 Novembre 2015 9:54)

    E' da quando sono al mondo che devo tirare fuori coraggio. Un giorno, da piccolissima, mi dissero che non parlavo. Non perché non sapessi parlare, ma in pubblico provavo vergogna ed evitavo di esprimermi. Iniziai a viverlo come un marchio e, sebbene avessi una voglia matta di far sentire la mia voce, mi sentivo bloccata dal giudizio degli altri (in primis mia madre e gli insegnanti). Un giorno la maestra rispose a due compagne che si lamentavano perché- secondo loro- leggevo a voce troppo bassa: "che ci volete fare, è nata così". Mi sentii offendere. Tutto questo mi condizionò enormemente, e ancora adesso, a 30 anni passati, ne sento l'eco. Forse è come reazione a quel marchio che ora parlo 4 lingue, mi butto in esperienze all'estero in luoghi non proprio sicuri, mi piace entrare nella cultura dell'altro, sento il bisogno di parlare davanti a un pubblico, di argomentare e raccontare, anche se ancora ogni volta mi tremano le gambe. Sarà che mi sono sentita "bloccata" per molto tempo, sempre in disparte, incapace di reagire a dovere davanti a mancanze di rispetto, fatto sta che ora ho un impellente bisogno di "movimento" e forse anche di "visibilità". Vado all'estero, faccio cose, torno, lavoro, lascio il lavoro, riparto, resto, ritorno ecc. Vorrei linearità ma mi trovo a creare confusione. Certo, so qual è il mio ambito professionale/di interesse, ma anziché concentrarmi su una sola attività in questo mio ambito, ne faccio varie . Così è un terminare e ricominciare continuo che mi sta stancando.
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    • Avatar di Sara

      Sara 9 anni fa (24 Novembre 2015 16:44)

      Ciao sil, mi ritrovo moltissimo in tutto quello che scrivi. Anche io avevo avuto la diagnosi di "bambina timida" fin dalle elementari...Ovviamente se ti presentano aggiungendo "è un pochino timida, è fatta così", sprofondi ancora di più. Ricordo una maestra particolarmente "sensibile" esclamare "Non diventare rossa che non ti mangio mica eh!" Anche io ho viaggiato, imparato lingue, vivo all'estero e continuo a trovare la forza per buttarmi nelle cose che amo profondamente. Anche a me succede di essere poco lineare, e mi piace il cambiamento perché mi sembra mi dia energia. Forse hai ragione tu, cerchiamo di "rifarci" e di dimostrare che siamo in gamba e in grado di affrontare tutto...
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  14. Avatar di barbara

    barbara 9 anni fa (24 Novembre 2015 23:53)

    Grazie.
    Rispondi a barbara Commenta l’articolo

  15. Avatar di sissi

    sissi 9 anni fa (24 Novembre 2015 21:41)

    Ho 30 anni e ancora non mi sento realizzata come persona. Sono sulla > strada, ma faccio enorme fatica. Poco tempo fa lasciai un lavoro ben > pagato (che non mi dispiaceva tutto sommato), per partire e fare la > volontaria all'estero! L'esperienza che scelsi in realtà la sbagliai > in pieno, mi ci trovai malissimo e tirai fuori il peggio di me. Ma non > mollai, non tornai a casa. Da dove mi trovavo mi spostai in un paese > vicino e dopo circa un mese di fatica (soprattutto psicologica) trovai > uno stage esattamente nell'ambito che mi interessava. Restai in quel > luogo un anno e mezzo e imparai molte cose, proprio quelle che volevo. > Era fisicamente stressante e frustrante per via di una serie di cose, > ma nel complesso ero dove volevo essere ed ero INNAMORATA di ciò che > facevo e imparavo. > > Sono consapevole di essere più ricca come persona e mi sento "bella" > proprio perché ho fatto ciò che volevo e questo mi dà luce. Però > ancora non ci siamo. Sono tornata in Italia controvoglia e vorrei > ripartire . Sono però attanagliata dai sensi di colpa verso i miei > genitori (in part. mia madre) che vanno in ansia ogni volta che sono > all'estero. E' vero, scelgo un'area geografica purtroppo instabile > e non sicura, tuttavia la gente ci vive, gli espatriati ci vivono. Non > l'ho scelta per capriccio ma perché è quello che mi interessa, quello > per cui ho studiato vari anni. Non ho intenzione di vivere > all'estero, ma di passarci ancora il tempo necessario di cui ho > bisogno, quello sì. > Ci vuole coraggio per fare delle scelte che i nostri genitori non > condividono e non comprendono. Mi hanno dato molto ed ora mi sembra di > tradirli con le mie scelte. Ma se non scelgo quello che voglio, > rinuncio a vivere la vita che voglio. > Vorrei tanto essere normale, come tutte quelle ragazze > studio-lavoro-matrimonio-figli come mi vorrebbe mia madre. E invece > no. So qual è il mio ambito professionale e di interesse, ma sono > ancora in cerca di quell'attività che mi si addice e attraverso la > quale posso esprimermi al meglio. Voglio fare del mio sentire e della > mia "missione di vita" un lavoro. > grazie per l'ascolto.
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    • Avatar di Laura

      Laura 9 anni fa (25 Novembre 2015 9:45)

      Ciao sissi. Io ,al contrario tuo,non ho proprio il desiderio di partire. Anzi. Sono proprio una persona che ama stare a casa,la routine,fare le solite cose. E amo lavorare vicino casa. Ciononostante alcune persone mi criticano ugualmente ed hanno delle aspettative sulla mia (non la loro!) vita: eh perche' non esci; eh perche' non vai a ballare??; eh perche' non fai un figlio?? Che aspetti??; eh dovevi fare un altro lavoro......... Eppure..eppure io faccio dei lavori che mi piacciono; non mi piace andare in discoteca; sbronzarmi; sballarmi; non voglio figli. Questo oer dirti che le persone avranno sempre da ridire,anche persone a noi vicine,eh si'. E per dirti che anche chi non viaggia e se ne sta nel suo cantuccio,come me, magari non desidera la classica vita da matrimonio+figli e per tale motivo viene criticata... Se senti la strada come tua,seguila. Un abbraccio.
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  16. Avatar di Laura

    Laura 9 anni fa (24 Novembre 2015 21:07)

    Ci vuole coraggio per vivere. Ovunque ci troviamo. Coraggio per portare avanti chi siamo. E non e' facile, per me e' stato pesante molte volte, e oggi anche. Speranza...si', certo,anche se non puo' esserci speranza quando tutte le condizioni esterne sono contro. Sarebbe pura utopia...
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    • Avatar di Gea

      Gea 9 anni fa (24 Novembre 2015 21:50)

      Ciao Laura, capisco bene come si sta nei momenti difficili della vita, quando sembra non ci sia uscita. Tuttavia, come non esistono situazioni positive al 100%, non esistono nemmeno situazioni negative al 100%. C'é sempre qualcosa di buono, ed é proprio in questo margine di buono che la speranza fiorisce... e fruttifica, se la coltiviamo. Perché in tutti noi oltre al pessimismo della ragione c'é anche l'ottimismo della volontà.
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    • Avatar di Gea

      Gea 9 anni fa (24 Novembre 2015 21:54)

      P.S. il concetto di pessimismo della ragione e ottimismo della volontà lo dobbiamo a un uomo profondamente coraggioso: Antonio Gramsci.
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    • Avatar di Serena

      Serena 9 anni fa (24 Novembre 2015 23:44)

      Citazione perfetta, Gea, la terrei come suggello di questo splendido "forum del coraggio e della speranza" :-)))
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    • Avatar di Laura

      Laura 9 anni fa (25 Novembre 2015 8:38)

      Ciao gea. Grazie . Forse sembra strano, ma con gli anni sono passata dall'ottimismo della volonta', ad una noia e tristezza latenti.. Questa forza mi ha fatto superare situazioni difficili. Non voglio fare la lagna,ma non ho visto tutti i miei sforzi ripagati, ne' il buon cuore, ne' l'animo tranquillo,niente. Per anni ho tirato avanti come un mulo.. Per cosa? Anzi. Al contrario. E in piu' schernita diverse volte.. Oggi mi chiedo se ho un motivo per vivere, a parte l'istinto di sopravvivenza e pochi,piccoli piaceri...carnali,diciamo. E osservo la vita con disinteresse e talvolta disgusto. I rapporti umani poi...un teatrino. Non pensare pero' che voglia fare la superiore,al contrario.
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    • Avatar di Roberto

      Roberto 9 anni fa (25 Novembre 2015 12:01)

      Ottima citazione!
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  17. Avatar di Laura

    Laura 9 anni fa (25 Novembre 2015 12:29)

    E tu per lavoro dovresti essere un sostegno alle persone? Si', ho scritto cose lamentose. Bastava un "che barba laura,smettila di lamentarti che la vita ti sorride" anziche' la censura e "questo blog non e' il tuo vomitorium", e simili. Continua a sputare sentenze ilaria, brava. E poi ci si chiede perche certa gente ha bisogno di sentirsi applaudita ed elogiata per risponderti gentilmente .
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (25 Novembre 2015 12:52)

      Ciao Laura, quello che tu stai facendo si chiama "flame". Ti sottolineo: io non devo essere niente per nessuno, tranquilla. Non ho doveri verso di te e tu non hai diritti da rivendicare. Come tutti i milioni di persone che entrano in spazi altrui (siti web, pagine Facebook, gruppi Facebook, usano numeri di telefono o email) solo pretendendo che a loro sia dato incenssantemente. Tu, come molte altre, addirittura mi dite che cosa avrei dovuto rispondervi, come e perché, quali dovrebbero essere i miei doveri e soprattutto quali sono i vostri incontestabili diritti. Approfittate (tu e altre, che abbiamo già visto) qui e in altri spazi (tutti gli psicologi, i coach, tutti coloro che hanno un spazio pubblico, perfino giornalisti, scrittori e cantanti - perfino esperti di comunicazione digitale, che sono dei tecnici - sono oberati dai meschinelli del mondo che dicono: "tu dovresti fare, essere dire così e così e cos'era per me, contro o a favore degli immigrati, contro o a favore della chiesa etc") del libero acceso che vi viene consentito senza perlatro chiedervi nulla in cambio oltre a un minimo sindacale di buona educazione e un minimo di continenza e quando, inevitabilmente, venite frustrati nelle vostre richieste infanitili, attaccate in modo becero, offensivo, davvero poco poco intelligente. Hai un comportamento molto scontato e prevedibile Laura, ti comporti come una pecora del gregge, e neppure delle più intelligenti. I tuoi interventi, i tuoi atteggiamenti seguono un copione comunissimo, già visto mille volte fuori e dentro internet. Non venire a dire a me cosa dovrei fare, comincia a chiederti che cosa dovresti fare tu. E finiscila qui, che questo è un flame. P.S. Questo è un esempio perfetto di come alcune persone, incapaci di creare il bello e il buono, debbano distruggere il bello e il buono che è intorno a loro, dato che non lo sopportano. Queste persone, come già detto, abbondano nel mondo. Basta riconoscerne il comportamento per evitarle.
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  18. Avatar di Pentesilea

    Pentesilea 9 anni fa (25 Novembre 2015 17:58)

    Grazie mille Ilaria per questo bellissimo articolo. L'ho letto qualche giorno fa e mi sono sentita molto emozionata grazie anche ai commenti incoraggianti e sinceri di tutte! Qui da me è un giornata un po' uggiosa. Oggi avevo parecchi impegni ma non sono andata da nessuna parte perchè non riuscivo a trovare la forza di alzarmi dal letto. Come molte di voi mi sono trasferita all'estero alla ricerca di lavoro ma i primi mesi sono sempre molto duri. Però, per una volta, mi va bene così. Mi sento serena: in passato quando avevo momenti di tristezza del genere mi sentivo male per giorni, senza riuscire a reagire. Mi sentivo senza fiato, come se avessi qualcosa di molto pesante posato sullo sterno. Ora, dopo essermi vista un bel film mi sono messa a leggere "Una storia semplice" di Leonardo Sciascia, e mi è tornato il sorriso sulle labbra. Credo che coraggio significhi anche questo: avere il coraggio di pazientare, di accettare i propri stati d'animo così come sono perchè ho fiducia in me e so che riuscirò a superare questo ponte un po' tremolante, che qualche volta, spinto dal vento, mi spinge un po' di là, un po' di qua, facendomi avere paura di cadere nel vuoto. Bisogna avere coraggio in momenti duri e incerti della propria vita, quando non si sa se si riuscirà a trovare un nuovo lavoro, ad avere la propria indipendenza economica, a crearsi nuove amicizie. Oggi è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Da quello che ho letto sembra che esista dagli anni '60: ormai sono passati decenni dalla sua creazione. In questo momento penso a tutte le donne che lavorano nei centri antiviolenza, pronte ad accogliere e ad ascoltare donne di ogni età, provenienza o religione, e consigliarle ma sopratutto rassicurarle della scelta coraggiosa che queste hanno fatto quando hanno deciso di lasciare l'uomo - ometto, omettino, nanetto- che le ha portate a rifugiarsi lì. Donne coraggiose, che si sono aggrappate a quella famosa scintilla di rabbia e consapevolezza, per ribaltare il gioco e tornare padrone della loro vita. Penso anche a quando io, due anni fa ormai sono, ho letto per la prima volta un'articolo su questo blog. Quante cose ho imparato, quante volte mi sono messa in discussione, e quanti errori madornali, di quelli gravi, sono riuscita ad evitare. Penso anche a tutte le donne che non sanno niente di crescita personale, che continuano a frequentare posti dove altre donne, quelle che fingono di sapere tutto sull'amore mentre soffrono in relazioni dannose, danno consigli ingenui, codardi, inappropriati a persone particolarmente fragili, magari proprio sul punto di decidere se è arrivato il momento di migrare come le rondini. Auguro una buona serata a tutte!
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  19. Avatar di sissi

    sissi 9 anni fa (25 Novembre 2015 19:09)

    Domanda stupida: come si esce dai momenti "di blocco"? é da qualche anno che ho finalmente capito che la vita ce la costruiamo noi con le nostre scelte. Siamo soggetti attivi. Per fortuna. Ora però vivo un periodo in cui sono "bloccata": dai sensi di colpa, dal tempo che passa, dal cercare di capire qual è la cosa migliore da fare in questo momento. E devo ricostruire tutto: lavoro, amicizie, amore.
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  20. Avatar di Claudine

    Claudine 9 anni fa (25 Novembre 2015 20:44)

    Gea, Valeria 87, helen, siete delle grandi. Vi appoggio in pieno. Il più grande successo di chi vuole distruggere è seminare la paura, la più grande vittoria è reagire unendosi! Bravissime! :-)
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