Coraggio e speranza #buon senso e unità o tutti o nessuno

coraggioOggi parliamo di coraggio e di speranza e parliamo di storie personali e di radici.

Per esempio: tu sai da dove vieni, qual è la tua storia, quali sono le tue radici?

Intendo quelle tue-tue-tue, che sono solo tue e di nessun altro, tanto per cominciare. Ti capita di pensare a te “in prospettiva”, riflettendo di tanto in tanto e rivedendo te stessa adesso, ma rispetto al passato?

Pensi mai a quali sono le origini e le radici delle tue convinzioni e dei tuoi comportamenti?

A quali sono stati e sono i momenti di grande paura e di grande coraggio della tua vita, quelli tuoi personali?

Non mi sto riferendo a niente che abbia a che fare con l’analisi o la psicoanalisi, sia chiaro.

Mi sto riferendo al fatto di concentrarti su di te per conoscerti meglio, stimarti di più, volerti bene e affrontare la vita con il coraggio che di certo hai e che magari non sai di avere.

E, insieme al coraggio, scoprire e diventare consapevole di tante risorse che pensi di non avere ma che invece hai e hai anche messo a frutto, magari nel tuo passato, ma non te ne sei accorta.

E allora pensi di non valere niente e invece vali molto. E pensi di avere solo paura e di non avere coraggio. E, senza che tu lo sappia, il coraggio ce l’hai eccome e il coraggio, soprattutto, te lo puoi dare.

"Per essere felici ci vuole coraggio. Karen Blixen"

Essere consapevoli di se stesse e di quello che si è capaci di fare significa mettere insieme tutto il coraggio che abbiamo, sapendo che il coraggio è una risorsa della quale disponiamo, per natura e per personalità.

Qualsiasi personalità abbiamo. Tutti noi abbiamo coraggio. Anche tu, di certo.

E a che cosa serve il coraggio?

Il coraggio serve, per esempio, a conquistare la propria libertà e mantenerla. E la propria libertà, al giorno d’oggi, è soprattutto libertà di pensiero e di scelta. Libertà di scelte di vita.

La libertà di pensiero non è convincersi che tutti al mondo sono sbagliati o che chi ci comanda non è all’altezza della situazione o che la vita è triste e ingiusta perché il tipo che ti ha abbordato online e non hai mai visto – ma del quale sei già follemente innamorata – sono 48 ore che non ti manda un whatsapp; la libertà non è andare a “vomitare” tutto questo in ufficio – lamentandoti con i colleghi – o su Facebook o  su qualche forum o blog, credendo di aver fatto qualcosa di utile, intelligente o speciale. Originale e controcorrente.

Il coraggio e la speranza: a che cosa servono?

Perché accusare il mondo di non essere alla tua altezza non è la soluzione a una vita meschina e di melma o a un momento di difficoltà.

Avere libertà di pensiero significa usare la propria testa per decidere della propria vita, è adoperare nei modi e nelle direzioni giuste il proprio senso critico, cioè non bersi tutto quello che viene dall’esterno – genitori, insegnanti, vicini di casa, amiche che sanno tutto sui rapporti sentimentali, ma non hanno mai avuto una storia decente, uomini senza spina dorsale che ti vogliono usare, in cambio di paroline da baci perugina che ti fanno sciogliere come burro al sole, pubblicità e comunicazioni manipolatorie di vario genere – ; avere libertà di pensiero significa evitare di farsi trascinare dalla stupidità di massa e dalla paura che diventa terrore e poi cieca aggressività distruttiva.

"La speranza è un rischio da correre. È addirittura il rischio dei rischi. G.Bernanos"

Avere libertà significa staccarsi dal gregge, ma non con l’obiettivo di staccarsi dal gregge giusto per farlo, perché staccarsi dal gregge per poter sostenere di essere vincenti dato che si è “diversi” è, di fatto, rimanere legati al gregge più di prima.

Il nostro mondo è pieno di “originaloni da social network”, “anticonformisti delle parole” e “pecoroni all’incontrario” che credono di distinguersi dal gregge e in realtà desiderano solo esserci dentro, e fanno i “controcorrente” solo perché hanno un disperato bisogno di essere accettati.

Come i preadolescenti e gli adolescenti che per sperimentare se stessi e la propria indipendenza, fanno quelli che vanno “contro” perché hanno il terrore di essere rifiutati.

La differenza è che gli adolescenti e i preadolescenti il proprio coraggio  lo devono ancora scoprire, sono in “costruzione”.

Il coraggio e la libertà ti fanno vivere la vita come tu la vuoi, affrancandoti dalle convenzioni e dalle convinzioni sbagliate, senza farti mettere contro qualcosa o qualcuno, ma solo agendo a vantaggio di te stessa e della tua vita. E questo è ben diverso.

La paura e il nemico invisibile siamo una comunità e vinciamo con ragione e tutti uniti

Dopo molti giorni di riflessione riprendo in mano e faccio un’aggiunta a questo articolo oggi, il 21 novembre 2020, dopo averlo aggiornato il 12 marzo del 2020 quando il nostro paese, l’Italia, si era fermato e ciascuno di noi, ognuno, tutti, abbiamo dovuto cambiare forzatamente stile di vita per sconfiggere un nemico misterioso e invisibile, il corona virus. Il famigerato Covid 19

Il 12 marzo, con un po’ di esaltazione, dichiaravo: “#noineusciremopiùforti.

E scrivevo: “Ce la faremo, è certo, lo prova il fatto che in Cina l’hanno già quasi sconfitto e lo prova il fatto che la vita, anche se con fatica, con impegno, con dolore, vince sempre sulla morte.

Perché siamo nati e siamo vivi per vivere, il nostro tempo, non indeterminato, certo, ma per vivere.

E ce la faremo. Tutto andrà bene. #noineusciremopiùforti”

Oggi, 21 novembre 2020, te lo dico, non sono assolutamente convinta che ne usciremo più forti.

Molte le sono le persone ammalate, molti i morti, tanti di noi sono stati colpiti in prima persona dal virus, altri hanno subito lutti.

Siamo in gravi difficoltà economiche, purtroppo e tra chi mi legge so che c’è chi patisce difficoltà economiche e di salute.

E in più ci sono i negazionisti, quelli che negano, quelli che non ci credono, quelli ai quali non sembra vero.

Ecco, per essere chiara io non mi trovo d’accordo con i negazionisti, e se si negazionista e complottista, sei libera di esserlo e credo che qui non troverai niente di utile per te.

Come capirai dalla lettura di questo articolo, l’avevo scritto quasi 5 anni fa (!!! perbacco, sembra ieri) in occasione di un orribile attacco terroristico, in cui il nemico principale erano uomini che attaccavano altri uomini.

Posso dirlo? Non c’è nulla di peggio di un essere umano contro un altro essere umano.

Ecco perché, venendo a noi, bisogna evitare le persone sbagliate, le persone tossiche, gli uomini sbagliati.

Contro il corona virus ce la faremo. Lo scrivevo a marzo e lo ribadisco adesso. E ce la faremo pagando un prezzo altissimo, inutile nascondercelo.

Abbiamo sofferto, soffriamo e soffriremo.

E ne usciremo solo stando uniti, perché o ci salviamo tutti o non si salva nessuno.

Ciascuno di noi, io per prima, nutriamo preoccupazioni, se non per noi, per i nostri cari, per il nostro lavoro, per il nostro mondo intorno.

Ce la faremo e usciremo cambiati, perché questo è un trauma e i traumi ci cambiano nel profondo e lo stesso capiterà dopo questo passaggio del Covid.

Quello che ho scritto quasi 5 anni fa “contro” il terrorismo e per la vita, vale anche oggi “contro” il corona virus e per la vita.

Il 12 marzo scrivevo: “Sono certa che torneremo più forti, avendo riscoperto valori più alti e più sani, più carichi di amore, pronti a darlo e a riceverlo, questo amore, in maniera più sana e funzionale.”

Breve ed essenziale, la guida che ti spiega i passi base e fondamentali per costruire o ricostruire la tua autostima e mantenerla. Per stare bene con te stessa e con l’uomo giusto.

No non sono certa che torneremo più forti e credo che molti perderanno per strada anche quei pochi valori più alti e più sani che possedevano prima, semmai ne avessero posseduto qualcuno.

Credo che sia necessario e indispensabile, invece, armarci di coraggio, pazienza, amore per noi stessi e solidarietà, unità. buon senso e voglia pacifica di lottare pacificamente.

Coraggio. Sono vicina a te, a tutte quelli che mi leggono e porto una parola di incoraggiamento, dalla mia preoccupazione ma anche dal mio coraggio, a tutte voi, a te e a coloro che ami.

#noineusciremopiùforti non è affatto vero. Mi sono sbagliata, è un errore. E’ una stupidaggine.

Invece sostengo che dobbiamo essere razionali, uniti, solidali.

Amorevoli.

Il coraggio: perché ne hai quanto ti serve

Scrivo questo articolo a nove giorni dai fatti di Parigi (e mentre il terrore paralizza Bruxelles): una città meravigliosa – la città più bella e più amata al mondo per antonomasia, una delle capitali della libertà personale e di espressione – è stata brutalmente attaccata. I civili – le persone “come noi”, sono stati aggrediti, feriti o uccisi mentre facevano delle cose normalissime, “come noi”, il venerdì sera, “come facciamo noi” persone normali nelle nostre vite normali: assistere a un concerto rock, guardare uno spettacolo teatrale, pomiciare e flirtare in un ristorantino, passeggiare per strada e godersi una magnifica città (e sempre, pomiciando e strofinandosi e coccolandosi tra mariti e mogli, fidanzate e fidanzati, genitori e figli, anche al di fuori del ristorantino, perché questo è quello che si fa e si deve fare in una vita “normale”, al venerdì sera, molti sono morti o hanno visto morire i loro cari stando vicini e abbracciandosi). E quello che è accaduto, per come è accaduto può fare perdere il coraggio.

Perché si tratta di eventi inspiegabili – apparentemente – e disperanti. Io in realtà li spiego con la psicopatologia che anima gli stronzi, la stessa degli stronzi che ci girano spesso intorno, in ufficio, nel mondo di tutti i giorni e, ahimé, talvolta anche in famiglia. Sono stronzi allo stesso modo, quelli che hanno il kalashnikov e quelli che non ce l’hanno. Solo che quelli che non hanno il kalashnikov hanno armi diverse. Gli stronzi esistono e proliferano, sono in mezzo a noi. E noi dobbiamo avere coraggio. E ce l’abbiamo, tranquilla.

Tornando ai fatti di Parigi viene normale pensare: “allora potrebbe accadere anche a noi, che siamo e viviamo “come loro””. E da qui ecco che i toni che si alzano, la benzina viene gettata sul fuoco dell’emotività, al bar, in ufficio, in famiglia e sui famigerati social network dove l’idiota medio è diventato il vero terrorista mentale. E questo terrorista mentale non è altro che uno stronzo, che va evitato, come tutti gli altri. Con coraggio.

Spesso invece ci si fa “fagocitare” dal mondo degli stronzi e allora che cosa succede?  E’ successo anche che qualche lettrice di questo blog che probabilmente ha passato ore e ore a leggersi tutte le cronache, nei minimi dettagli con il gusto di chi si gode i film dell’orrore, forse per esorcizzare la paura, forse per cercare sollievo all’angoscia attraverso la sensazione del controllo data dall’ingurgitare dettagli, è arrivata qui, colma di ansia e di paura. E ci credo, ragazza mia, se leggi orrore, se guardi orrore, se ascolti orrore, sarai piena di orrore e l’orrore ti inonderà e prevarrà nella tua vita. Riempiendoti di paura e togliendoti la speranza, alla faccia del coraggio.

Questa lettrice che, irresponsabilmente verso se stessa, non ha messo un freno al flusso di orrore, ha chiesto  invece alle altre lettrici pace, tranquillità e serenità.

E’ un atteggiamento comune a molte persone, quello di chiedere all’esterno ciò che non si vuole cercare al proprio interno. Capita spesso che chi si nutre di orrore, leggendo e rileggendo cronache orrorifiche, poi pretenda dagli altri speranza. La vita emotiva delle persone è fatta di questi paradossi.

Allora, io, che non avevo intenzione di dedicare spazio ai fatti di Parigi dato che pensavo di non poter aggiungere molto al gran rumore, alla fine ho deciso di scrivere questo articolo dedicato al coraggio e alla speranza.

Con un duplice scopo: il primo è quello di ricordare a coloro che vengono su questo blog solo ad ammorbarci con i loro dispiaceri di serie B (e forse C, D, fino alla Z), che è necessario, per loro prima di tutto e poi per noi e per un mondo più vivibile, che imparino a considerare se stesse e i loro dispiaceri collocandoli nel “quadro più grande” dell’esistenza (nulla di religioso o di spirituale, per carità, solo concreta realtà). Non ci vuole nemmeno un gran coraggio a farlo.

La vita (perfino quella di queste persone con grandi dispiaceri di serie B e C etc) è molto più ricca e sensata della storiella scema e noiosa con un perditempo che non  risponde su whatsapp. Prima lo si capisce, prima si raggiunge la felicità. Il secondo scopo di questo articolo è dare coraggio e speranza a tutte quelle persone che vivono un momento di difficoltà personale o che sono state toccate nel profondo da quanto è successo anche perché magari-chissà-forse ciò che è successo nel pubblico, alimenta e si aggiunge, per loro, ad ansie preoccupazioni già precedenti, più private (vi sono vicina, care mie, avete la mia comprensione).

Il fatto è che per raggiungere pace, tranquillità e serenità, per avere coraggio in un momento difficile e per nutrire la speranza, è necessario che ognuno faccia la propria parte. Il coraggio e la speranza non te li puoi aspettare dagli altri – che si cagano sotto più e sono più inadeguati, vigliacchi e disperati di quanto pensi di essere tu – ma li devi nutrire in te stessa, coltivare, far crescere. In che modo?

Il coraggio nutre la speranza

Ti dò il mio “metodo” se si può chiamare così e ti anticipo che di motivi per avere paura ne ho anch’io. Per esempio vivo tra due grandi città che sono nel mirino dei terroristi. Non possiedo un’auto e la metropolitana è il mio mezzo di trasporto preferito. Mi trovo spesso in posti affollati. E ciononostante non ho paura. O meglio, ne ho, ma come altre volte nella mia vita, ho deciso che gli stronzi non prevarranno, perché di paura ne ho avuta tanta nella mia vita, tante volte e per tante ragioni (alcune sensate, altre meno sensate) e alla fine, una soluzione è sempre saltata fuori. Ne sono uscita. So anche che la paura non lascerà mai del tutto me, come non lascerà mai del tutto nessun altro essere umano normale e sano e quindi preferisco che i miei valori resistano di fronte a chi mi vorrebbe far paura (e talvolta me la fa). E così ho scoperto che alla fine, con la mia paura addosso e insieme al mio coraggio, riesco a nutrire la speranza. Anche quando grandi motivi per sperare non ce ne sono.

"Coraggio ce l’ho. È la paura che mi frega. Antonio Albanese"

Ma dov’è che andiamo a recuperare il nostro coraggio, dato che sì, il coraggio ce lo possiamo dare e soprattutto già lo abbiamo ma non lo sappiamo?

Incomincia a considerare tutte quelle situazioni in cui ci vuole coraggio e ci è voluto coraggio e tu ce lo metti o ce lo hai messo…

Il coraggio serve per darsi il tempo e il modo di trovare l’uomo giusto, senza dover cadere tra le braccia del primo cascamorto che passa di lì per paura di rimanere sole, perché prese dall’ansia mortale di essere vecchie, perché la mamma mi considera una fallita o gli uomini una zitella acida o le amiche sono tutte sposate o fidanzate e il venerdì non so con chi andare a mangiare una pizza e mi tocca stare sul divano da sola.

Il coraggio serve per abbandonare situazioni e relazioni squallide o di abuso o sterili e avvilenti anche se – come tante situazioni sterili e avvilenti – portano dei vantaggi collaterali a chi ha modi disfunzionali di amare e di farsi amare. Il coraggio serve per lasciare situazioni disfunzionali e magari una casa in cui si è abitato per tanti anni e una certa tranquillità economica (che spesso è dipendenza economica, un’ottima scusa per mantenere la dipendenza emotiva e rimanere inchiodate e fare una vita d’inferno, raccontandosi che non si può ambire a nulla di meglio e di più).

Speranza: da dove viene

Il coraggio serve quando l’uomo che credevi fosse per sempre ti lascia.

Il coraggio serve per iniziare una separazione e un divorzio; per presentarsi in un aula di tribunale dove si decide del tuo futuro e di quello dei tuoi figli. Il coraggio serve per allevare i propri figli in una coppia a metà o tutte da sole.

Il coraggio serve per decidere di iniziare una relazione (di quelle vere, non di quelle da whatsapp), per sposarsi, per pensare di avere un figlio, per portare avanti una gravidanza, per entrare in sala parto e soprattutto per uscirne, con quella nuova vita con te, della quale sarai responsabile per un bel po’.

Il coraggio serve per affrontare una interruzione di gravidanza, che sia in solitudine o in coppia. E tutto quel che ne consegue.

Il coraggio serve per accompagnare i figli a scuola e nelle loro frustazioni e difficioltà normali che per te sono terribili (e per loro anche).

Il coraggio serve per andare a trovare i propri genitori e accorgersi che negli anni il tempo è passato, sì, anche per loro, anche per mamma e papà, ma è meglio che tu faccia finta di non accorgertene, ancora per un po’.

Il coraggio serve per affrontare i grandi lutti e le perdite della vita. Serve per andare a fare un esame (all’università), un altro esame (in ospedale) e per andare a sapere come è andata. Quanto coraggio ci vuole in entrambi i casi!

Il coraggio serve quando ti licenziano, quando decidi di lasciare un “posto fisso” e per aprire la tua piccola (o grande impresa). Il coraggio serve in un colloquio di lavoro. Il coraggio serve quando ti sta venendo il ciclo e sei piegata in due dai dolori e devi fare quella presentazione importante davanti a capi e colleghi.

"Senza la speranza è impossibile trovare l’insperato. Eraclito"

Il coraggio serve nelle riunioni in cui sei l’unica donna e i tuoi colleghi fanno battute sessiste e offensive, e no, scusa, magari no, c’è un’altra donna in riunione e sta dalla “loro parte” e ridacchia e si scoscia, la cretina, e fa battute ancora più sessiste del più stronzo sessista cretino in sala, perché come ci sono gli stronzi e i cretini ci sono pure le stronze e le cretine.

Il coraggio ci vuole per scoprire che il tempo passa anche per te, che il tuo corpo cambia e tu cambi. Ce la farai?

Sono un sacco le situazioni in cui ci vuole coraggio e tu, le tue situazioni-coraggio le conosci meglio di me e meglio di chiunque altro. E sai bene che hai affrontato un sacco di situazioni-coraggio, quando avevi tanta tanta paura e avresti voluto fare di tutto tranne che affrontarle. Le hai affrontate. Punto. Bene, male, così-così: fatto sta che le hai affrontate.

E allora, da dove viene la speranza, per te, per il tuo futuro e per quello dei tuoi figli? La speranza ti giunge proprio da questo coraggio, anche se temi di non averlo e di non averlo mai avuto.

Viene dal fatto, che nella vita – nella vita di tutti – accade che ci sia della melma. Talvolta si tratta di piogge torrenziali di melma, talvolta solo di schizzi. E, la melma c’è, sopravviene o accade, nella vita di tutti. Tu non hai l’esclusiva. Perché la melma fa parte della vita. E se prendi consapevolezza che la melma fa parte della vita e accetti, sembra strano ma la speranza – sana – aumenta .

Poi la speranza viene dalla considerazione che, facile o difficile che sia, questo mondo è pieno di opportunità più di qualsiasi altro mondo in qualsiasi altro tempo. Viene dal fatto che la nostra vita media si è allungata e la nostra qualità della vita è aumentata talmente che possiamo contare su molte svolte e molti cambiamenti radicali nella nostra esistenza individuale.

Viene dal fatto che tu – e anch’io e tutti noi – abbiamo più risorse positive di quanto lontanamente sospettiamo e l’unica cosa da fare è vivere un giorno alla volta con in testa l’idea chiara che sono i nostri valori quelli che portiamo avanti, costi quel che costi (e in mezzo ai valori ci siamo noi), alla faccia degli stronzi di ogni colore e provenienza.

Aspetto i tuoi commenti, aspetto le storie di tutte quelle volte che hai avuto paura e hai sperimentato il coraggio.

(Si astengano le finte disperate da Facebook e da Whatsapp, che quelle si danno arie da donne che soffrono ma sono bambine che non sanno che cosa sia l’amore, quindi difficile che lo sperimentino davvero).

Abituiamoci a mettere a tacere le stupidaggini – da dovunque provengano – e perseguiamo il nostro interesse e i nostri principi, con equilibro e con fiducia nelle nostre risorse personali. Questo significa avere speranza e coraggio. E vincere il terrore.

#stiamouniti

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297 Commenti

  1. Avatar di Lavinia

    Lavinia 9 anni fa (22 Novembre 2015 22:14)

    Grazie.
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  2. Avatar di London

    London 9 anni fa (22 Novembre 2015 22:30)

    Wow, che bell'articolo, mi hai commossa. Io ho deciso di non pensarci , per esempio, la sera degli attentati a Parigi stavo arrivando a Londra, e, nonostante la tristezza per quello che era successo, ho vissuto i miei giorni a Londra senza paura... Ogni tanto in metro ci pensavo ma cercavo di allontanare i pensieri negativi. Ovvio che un po' ti limitano queste cose ma io ho deciso che andrò ovunque avrò desiderio e possibilità di andare, con coraggio. Grazie Ilaria x il bellissimo e positivo articolo!
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  3. Avatar di Ilaria

    Ilaria 9 anni fa (22 Novembre 2015 22:55)

    È da anni che seguo i tuoi articoli ma questo è il primo che sento la necessità di commentare: grazie delle belle parole e della tua saggezza, bellissima botta di onestà e forza.
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  4. Avatar di mare

    mare 9 anni fa (22 Novembre 2015 23:10)

    Mi sono commossa. Non ho altro da dire.
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  5. Avatar di Valeria87

    Valeria87 9 anni fa (22 Novembre 2015 23:10)

    Ciao, Ilaria. Mi sono commossa, leggendoti. Fino a poco tempo fa, lavoravo in un'azienda della banlieue parigina. Quando lo scorso gennaio c'era stato l'attentato nel supermercato, ero là (nella stessa città, intendo). Ho avuto una paura enorme, paralizzante, per parecchi giorni. Poi, una mattina, mentre ero sul pullman per andare al lavoro, alzando gli occhi dal mio libro e affacciandomi al finestrino ho notato che il sole stava sorgendo proprio in quel momento. Non sono sicura di essere in grado di descrivere quello che ho provato: una sensazione di bellezza fortissima, di un'intensità incredibile. In quel momento ho realizzato, forse per la prima volta in vita mia, quanto amo la vita. Quanto sia bello vivere, nonostante le difficoltà piccole e grandi che tutti incontriamo.
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  6. Avatar di fiore

    fiore 9 anni fa (22 Novembre 2015 23:13)

    Ilaria, io penso di aver avuto un grande coraggio quando dopo la morte di mio marito ho dovuto affrontare un grande dolore che mi ha paralizzato la vita per molti mesi, non pensavo di farcela poi però piano piano la vita ha iniziato a rifluire, ora sono passati degli anni e sono riuscita ad andare avanti.. sbagliando talvolta e legandomi alle persone sbagliate.. ma in qualche modo ce l'ho fatta e ce la sto facendo tutti i giorni, nonostante tutto, seppure portando un peso sul cuore e non essendo indenne da altri dolori. Grazie per le riflessioni che ci aiuti a fare.
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  7. Avatar di Nat

    Nat 9 anni fa (22 Novembre 2015 23:18)

    Questo articolo merita troppo, non posso esimermi dal commentarlo: grazie Ilaria, grazie, grazie, grazie, diecimila volte grazie. In questi tempi, in cui l'incertezza tocca i fronti più disparati, c'è sempre più bisogno di persone come te. Grazie ancora!
    Rispondi a Nat Commenta l’articolo

  8. Avatar di Serena

    Serena 9 anni fa (22 Novembre 2015 23:32)

    Grazie di cuore, Ilaria, mi sono molto commossa leggendo questo articolo. Da sempre metto il coraggio al posto di quella che per i credenti si chiama "fede", forse proprio perché non ho ricevuto un'educazione religiosa. Quando ero bambina si parlava molto di Rosanna Benzi, la donna che viveva in un polmone d'acciaio... Ricordo che quella storia mi provocava una grande angoscia e non riuscivo nemmeno a concepire un'esistenza di quel tipo... "come fa", chiedevo ai miei genitori, "come fa a sopportarlo?"... E ricordo poi di averla vista in un'intervista in tv. Era una donna incredibile: solare, innamorata della vita, faceva politica e aveva fondato una rivista che parlava dei diritti dei disabili (a fine anni Settanta). Ma non solo. A un certo punto dell'intervista - che si può agilmente rintracciare su Youtube - racconta di aver avuto anche storie d'amore, e di aver perfino fatto l'amore. Ecco, per me questo è il coraggio allo stato puro. Cerco di trarre spunto da questi esempi, e anche se la paura la conosco bene, cerco sempre di mettere il coraggio al primo posto. Penso a quando ho tenuto la mano di un ragazzino vittima di un incidente stradale in attesa dell'ambulanza, ripetendo come un mantra "stai tranquillo, non ti sei fatto niente"; agli esami che ho superato, alle volte che ho detto la verità, anche se mi è costato caro. A quando ho dovuto dire a mio padre che il suo, di padre, era morto o a quando ho visto morire la mia amatissima zia. A quando ho abortito, ingoiando le lacrime per fare coraggio alla mia compagna di stanza, distrutta dal senso di colpa. A tutti i giorni che sono venuti dopo, in cui non ho mai smesso di pensare a quel bambino. Il mio bambino. Giorni in cui mi sono depressa, terribilmente, fino a pensare cose che nemmeno riesco a dire. E a quando ne sono uscita, a quando sono guarita da tutto quel dolore, perché se ne esce, sempre. A quando ho lasciato l'uomo che amavo perché non si poteva andare avanti così. E a quando ho deciso che valeva la pena offrirci un'altra possibilità. Sia chiaro: non credo ci sia nulla di speciale in tutto questo, credo che l'essere umano sappia essere per natura coraggioso. Ma credo anche che il coraggio, come la paura, sia un sentimento contagioso. Per questo occorre scegliersi "buoni esempi", fari luminosi da seguire quando ci sentiamo in una grotta buia, e allo stesso tempo occorre sentirsi "responsabili" dell'esempio che offriamo agli altri, con il nostro comportamento. Grazie Ilaria di essere un'ispirazione per tutte noi.
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  9. Avatar di Bea

    Bea 9 anni fa (23 Novembre 2015 0:35)

    Il coraggio e la speranza, bel tema. Mi hanno sostenuta tante volte. Quando ho scelto un corso di laurea di quelli che "se poi non vuoi insegnare non trovi niente" (e invece ho trovato). Quando ho rifiutato, dopo anni, di andare avanti a lavorare in quel posto dove non stavo più bene (anche se non avevo altro e ancora fatico)... ma più di tutto quando non mi sono arresa a certe frasi fatte e comode... da "gli uomini sono tutti uguali", a "non si può avere tutto dalla vita", a "in fondo nessuna relazione è davvero felice"... e, per l'ennesima volta, ho lasciato una relazione senza però rassegnarmi. Allora ci sono voluti coraggio e speranza per chiedere aiuto, intraprendere un percorso e un viaggio dentro me stessa durato due anni. Ci sono voluti coraggio e speranza ogni volta che rifacevo i vecchi errori, non capivo più il senso, mi scoraggiavo. E oggi che quel percorso è finito ci sono voluti coraggio e speranza per accogliere la corte di un uomo. E ce ne vogliono ogni momento per non scappare dalla possibilità di essere felice. O per tornare sui miei passi. E c'è voluto coraggio... e c'è voluta speranza anche stasera, per aprimi all'altro e dirgli cos'ho nel cuore, paure e speranze, desideri. Per dirgli "ho voglia di conoscerti meglio", superando la paura che fosse troppo e, contemporaneamente la paura che fosse poco. Insomma ci sono voluti coraggio e speranza per essere semplicemente me stessa, affermarmi, accettarmi e pensare che anche io ho diritto di essere felice.
    Rispondi a Bea Commenta l’articolo

  10. Avatar di Silvia

    Silvia 9 anni fa (23 Novembre 2015 0:57)

    Caspita, complimenti donne che leggete questo blog fantastico ! Dai vostri commenti a questo meraviglioso articolo, penso abbiate tutte coraggio da vendere!!! E questo mi fa sentire meno sola. Per quanto mi riguarda, anche nella mia vita ho dovuto avere spesso coraggio. Ho cresciuto due figli praticamente da sola, avevo un marito sempre in giro per lavoro che si è immolato per il lavoro e che poi è deceduto qualche anno fa. Ho dovuto farmi coraggio quando mi dissero che era irrimediabilmente ammalato e che non c'erano speranze per la sua salute. Ho dovuto farmi coraggio quando dopo la sua morte, i cosiddetti amici e conoscenti sono spariti nel nulla e ci hanno fatto sentire abbandonati da tutti. Ho dovuto farmi coraggio quando pensavo di aver incontrato un uomo affidabile e che invece da buon vigliacco quale è, mi ha lasciata con un sms dopo un anno di relazione. (non si sentiva pronto...era confuso e non poteva darmi più di tanto...) Ho dovuto farmi coraggio quando ho perso i miei genitori, quando mi hanno lasciata a casa senza lavoro e ora che alla tenera età di 53 anni devo ricominciare da capo per l'ennesima volta. Ma come tutte voi, so di avere del gran coraggio, so di essere forte e libera e tutto quello che ho imparato nel tempo, attraverso esperienze di coraggio, mi aiuterà a continuare con il cuore pieno di speranza. Un ricordo per tutte quelle persone coraggiose di Parigi, un ricordo per Valeria, la ragazza di Venezia vittima tra le vittime. Tutto questo ci deve far riflettere, come dice Ilaria, spesso ci lamentiamo per cose davvero stupide. La vita è una sola, va vissuta al meglio, attingendo dalle nostre risorse, dalle nostre speranze, dal nostro coraggio.
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  11. Avatar di Valeria87

    Valeria87 9 anni fa (23 Novembre 2015 1:00)

    Che bello leggere tante storie di donne forti, coraggiose. Motiva e dà la voglia di mettercela tutta, tirando fuori il meglio di sè. Grazie ancora per lo spazio, Ilaria: questo sito che hai creato è un luogo davvero prezioso. Un abbraccio a tutte.
    Rispondi a Valeria87 Commenta l’articolo

  12. Avatar di anna

    anna 9 anni fa (23 Novembre 2015 1:26)

    Grazie per questo articolo! Messa in questa prospettiva, in effetti sono tanti i momenti in cui ho avuto coraggio, sia in passato, sia di recente. E a pensarci bene, sono tutte azioni che, a prescindere dal loro successo, hanno portato a delle opportunità, spesso in modi del tutto inaspettati. Questo significa che sono il coraggio e l'impegno le caratteristiche vincenti, che aprono degli spiragli verso le persone che condividono questi stessi valori e li notano anche quando i risultati di per sè non dicono molto. Allo stesso modo in questi giorni, pieni di parole inutili e anche dannose, spiccano ancora di più tutte quelle persone che che informano, discutono ed elaborano gli avvenimenti di Parigi con estrema competenza ed equilibrio.
    Rispondi a anna Commenta l’articolo

  13. Avatar di Semplicemente meraviglioso! Sei unica!

    Semplicemente meraviglioso! Sei unica! 9 anni fa (23 Novembre 2015 2:46)

    Adoro il tuo blog....
    Rispondi a Semplicemente meraviglioso! Sei unica! Commenta l’articolo

  14. Avatar di Maria

    Maria 9 anni fa (23 Novembre 2015 5:59)

    Grazie!
    Rispondi a Maria Commenta l’articolo

  15. Avatar di Gea

    Gea 9 anni fa (22 Novembre 2015 22:40)

    Ciao Ilaria, grazie di cuore per questo articolo! Visto che ce lo chiedi... racconto i miei momenti di coraggio. Ho avuto coraggio a lasciare l'Italia e a fregarmene di chi diceva che ero vigliacca e ingrata verso il mio Paese mentre chi mi criticava restava perché raccomandato o incapace di cavarsela da solo in un paese straniero. Ho avuto coraggio quando ho discusso la tesi di dottorato una settimana dopo aver saputo che mio figlio non poteva vivere. Ho avuto coraggio a macinare concorsi nonostante questo e nonostante i gravi problemi di coppia. Ho avuto coraggio a dirgli che era finita, che dopo tutto quello che era successo e mi aveva fatto non potevo più vedere una coppia e una famiglia con lui. Ho avuto coraggio a scappare da lui, a costo di passare agli occhi di tutti per una vigliacca e opportunista. Ho avuto coraggio ad affrontare rogne su rogne al lavoro, e ciononostante a restare umana (come diceva il grande Vittorio Arrigoni) e dare aiuto e sostegno a chi ne aveva bisogno intorno a me. Ho avuto coraggio a non fare intrallazzi, né in Italia né all'estero. Ho avuto e ho coraggio nell'ascoltare il mio intuito e nel seguire il mio cuore e la mia mente, cambiando rotta quando mi sono accorta di avere sbagliato. Per me la speranza non esiste se non c'è volontà. Essere passivi, aspettare la manna dal cielo, non porta a niente. Per quanto riguarda Parigi, non ho paura, e rivendico il mio diritto a non aver paura. C'è chi trova anomala la mia reazione. Ma per me la paura esiste solo in presenza diretta di un evento sconvolgente. Trovarsi faccia a faccia con la morte, certo che fa paura! Non ho guardato video e foto macabre (mai fatto in vita mia, lo trovo malsano), non sono andata sui luoghi dei massacri (c'è chi ci ha portato i bambini... che idiozia! Sono già abbastanza traumatizzati dalle sole notizie). Ogni giorno penso ai morti, ai feriti e a chi si è salvato ma porterà dentro sé, e a vita, le tracce di questa tragedia. La gente é fragile, gli psicologi sono inquieti per il continuo arrivo di gente sconvolta. Ma in questo Paese che amo e rispetto, ma di cui riconosco anche i limiti e i difetti, é prassi comune rifilare psicofarmaci come mentine... e i risultati si vedono! Le case farmaceutiche ingrassano ancora di più del solito. Se non ricorri a robacce, neanche dopo le stragi, sei "anomalo". Ma il fatto é che, quando la vita é frenetica sin dall'asilo nido, e la gente anziché ribellarsi accetta di correre come criceti sulla ruota, le soluzioni di comodo (ansiolitici e antidepressivi prescritti con nonchalance) sono le più facili e le più pericolosamente illusorie. Io vorrei invece fosse prescritto a tutti, in dosi massicce, il Tetrafarmaco di Epicuro: non temere gli dei, non temere la morte, rifiutare la sofferenza e ricercare la felicità, ovvero tener lontano cio' che fa male e andare verso cio' che fa bene. Buona notte e un abbraccio a tutti.
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  16. Avatar di Claudine

    Claudine 9 anni fa (23 Novembre 2015 8:08)

    Buon giorno Ilaria, e buongiorno a tutte! Che bell'inizio di giornata, leggere questo articolo mentre mi reco al lavoro in treno. Mi hanno colpito molto, sia l'articolo, che gli interventi. Mi riempie il cuore di speranza sapere che ci sono persone cosí al mondo e potermi confrontare con loro/voi. Non mi ritengo una persona molto coraggiosa, ma ho notato che volta per volta il coraggio è uscito nella quantità necessaria ed indispensabile per affrontare e superare la difficoltà del momento. Così è stato quando l'azienda per cui lavoravo è fallita e mi ha lasciato a casa, con molta calma e determinazione, di cui mi sono stupita, sono riuscita ad entrare in un'altra azienda; oppure quando mi sono allontanata da una situazione sentimentale durata anni, perché non andava, nonostante la vertiggine ed il senso di smarrimento interiore; oppure quando, dopo essermi ascoltata con calma, sono andata ad abitare da sola, nonostante i miei parenti (non i miei genitori per fortuna) mi vedessero come un ufo (mentalità all'antica: si esce di casa solo con un uomo). Il coraggio di non farmi prendere dall'ansia e dominarla quando fa capolino, ansia per l'età, per non avere nessuno è non avere dei figli. Ma il coraggio che sto cercando di nutrire e che ritengo molto importante è il coraggio di essere felice, perché per esserlo ce ne vuole veramente tanto! Grazie!
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  17. Avatar di Francesca

    Francesca 9 anni fa (23 Novembre 2015 9:33)

    Bellissimo articolo, bellissima testimonianza che condivido in pieno come una "piccola guerriera". Grazie!!!
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  18. Avatar di Denise

    Denise 9 anni fa (23 Novembre 2015 8:44)

    Negli ultimi due anni ho dovuto affrontare situazioni pesantissime. La separazione da un uomo aggressivo e rispetto al quale ero succube, il dovermi far carico di tutto dalla A alla Z, due figli piccoli da crescere, il mutuo da pagare da sola, lavoro a tempo pieno, la solitudine, gli 'innamoramenti' per persone sbagliate. E leggere questo blog mi ha aiutata tantissimo, e con questo non voglio fare sviolinate: ho letto tanto e di tutto, ma alla fine mi sono resa conto che i rimuginii continui e il mio sentirmi sbagliata (perché onestamente tanti manuali di auto-aiuto spesso trasmettono proprio questo: che così non vai bene e devi cambiare) non mi aiutavano certo, quanto invece la sferzata di razionalità, cinismo, determinazione e indipendenza, che mi arrivavano dal leggere molti articoli di questo blog. Ma, se posso riassumere l'essenza di ciò che ho imparato, forse il coraggio più grande è stato accettare di VOLER ESSERE FELICE. Paradossale. Eppure, mentre ho sempre creduto di voler essere felice, mi sono accorta che rimanevo in certe situazioni per paura di affrontarle. E a parte le più evidenti, che riguardavano cambiamenti importanti, c'erano situazioni più sottili.. ad esempio ho capito che cercavo sempre l'approvazione altrui, che non esprimevo liberamente la mia opinione, che chiedevo continuamente consigli a mia madre, che preferivo stare in una relazione sbagliata piuttosto che rimanere da sola, che mi sentivo goffa e impacciata se facevo compere da sola perché mi metteva a disagio non avere una spalla, che temevo il giudizio delle persone (anche circa la mia separazione), che ero eccessivamente buona e gentile con tutti e rinunciavo a proteggermi (e che questa spesso non era bontà ma vigliaccheria: 'se sono buona non possono dirmi nulla'), ecc. E che, come summa di tutto, mi sentivo costantemente vittima degli altri e delle situazioni. Ora ho capito che per non essere vittime bisogna prendere in mano la propria vita, stabilire i propri principi, sapersi difendere (anche se così ci si sente meno buone, simpatiche e amabili) e avere il coraggio di essere indipendenti materialmente ed emotivamente; anche se ammetto che era molto più comodo crogiolarsi nelle proprie presunte incapacità per farsi coccolare e farsi dare una mano, o per piangere un po' quando il mondo sembrava cattivo. Voler essere felice significa dire 'ok, dipende tutto da me' e il mio articolo preferito rimane quello sulla "stronza", che è solo un modo per parlare di una donna forte, indipendente, con saldi principi e che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Quando mi scoraggio, lo rileggo e mi rimetto in pista! :-).
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    • Avatar di Bea

      Bea 9 anni fa (23 Novembre 2015 9:40)

      @Denise... ti capisco in tutto e per tutto, io come te! Vedrai che con il tempo non avrai nemmeno più bisogno di rileggere quel post di Ilaria perché saranno diventati normali nuovi modo di pensarti e vedere le cose. E' una vera e propria rinascita la nostra!!! :-)
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  19. Avatar di Elena

    Elena 9 anni fa (23 Novembre 2015 10:12)

    È da un po' che ti seguo e leggo i tuoi articoli, ma questo è il primo che sento la necessità di commentare. Molto toccante e vero, la forza il coraggio che troviamo ad affrontare le avversità certe volte non sappiamo nemmeno da dove arriva. Ho affrontato tante situazioni con coraggio e speranza, ora mi scarseggia la speranza e divento apatica nelle situazioni anche più semplici. Devo ritrovare un po' di motivazione e speranza per proseguire il cammino della vita. Grazie Ilaria per l'articolo
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  20. Avatar di elisa

    elisa 9 anni fa (23 Novembre 2015 10:16)

    Buongiorno Ilaria, argomento tosto direi! Sui fatti di Parigi, non ho più commenti, è già stato detto tutto… non mi escono nemmeno le parole. Sono stata sveglia tutta la notte per seguire la diretta, piangevo come una bambina domandandomi PERCHE'???? nessuna risposta. Alla soglia dei 40, mi guardo indietro, fiera di quello che sono e di quello che sono stata capace di portare avanti. Ho avuto tante volte paura… troppe, ed ora ho una corazza che lascia trasparire ben poco di me. Anche in questo momento ho paura, paura che non avevo mai provato, paura di vedere finire il mio matrimonio. Eppure è arrivato anche per me, un matrimonio durato otto anni e due splendide creature che amo più della mia vita. Ma lui probabilmente si è stancato, alla nascita della mia seconda bimba non ha retto…. vuole divertirsi, pensando egoisticamente solo a se stesso. Mi sono rimboccata le maniche, lo amavo troppo ci ho provato per tre anni e ci sto ancora provando, ma non mi da nessun segnale e ogni giorno che passa vedo e sento che per lui non c'è più nulla. E' difficile andarsene mi dice, ho i bambini che amo…in fin dei conti che fastidio ti do? non ci sono manifestazioni di affetto, un Ti amo non lo sento da anni, mentre prima lo sentivo quasi ogni giorno… forse ero abituata bene è vero, ma mi manca. Siamo freddi, parliamo solo di bambini e del suo lavoro che in questo periodo sta avendo dei cambiamenti (in positivo, ma impegnativi). Io che ogni giorno da tre anni aspetto… aspetto qualche cosa che forse non arriverà più, non ci voglio credere mi fa troppo male e ho Paura del dopo, dei bambini, dei giorni alterni, del Natale divisi in due…. Sono appesa ad un filo e non so da che parte buttarmi.
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