Come trovare l’uomo giusto: un aspetto che nessuno considera mai

come trovare l'uomo giustoCome trovare l’uomo giusto? Come si fa a incontrare – finalmente –  un uomo con il quale è  possibile costruire una relazione sana e duratura? Come si fa a smettere di attrarre nella propria vita le persone sbagliate?

Sono domande che mi sento fare ogni giorno, in modo chiaro o confuso, implicito o esplicito, consapevole e inconsapevole.

Tante possono essere le risposte: smettere di farsi ossessionare dal “bisogno” di trovare qualcuno e aprirsi alla vita così com’è con entusiasmo e positività; amare se stesse e piacersi (questa è una cantilena) perché chi non ha amore non può attrarre amore; lasciare andare il romanticismo che crea illusioni e calarsi in un sano realismo che conduce ad affrontare gli altri con sicurezza e sapendo quello che si vuole e non si vuole.

Ecco, per esempio. Questi tutti sono atteggiamenti che possono rovesciare in positivo una situazione.

C’è qualcosa di più oltre a questo, che è essenziale e che viene sottovalutato o mai preso in considerazione.

Perché la cultura dominante, il contesto, l’imitazione degli alti non aiutano.

Sto parlando sempre di un atteggiamento mentale, di un modo di approcciarsi alla vita, di uno stato interiore nel quale è utile entrare e abituarsi a rimanere, anche se, all’inizio, entrarci e rimanerci può costare un leggero sforzo.

Sto parlando di uno stile di vita che è possibile adottare, se lo si rende un obiettivo prioritario, dato che è quello che serve davvero per raggiungere tutti gli altri.

Sto parlando della capacità di prendere le distanze dai propri problemi, qualsiasi essi siano.

Proprio così.

"L’inerzia che ci trattiene nelle situazioni dolorose apre la porta alle nostre energie negative, quelle che incitano a contemplare il vuoto, quelle che ci spingono a chinarci sul cratere del vulcano, ad avvicinarci alla lava fusa e annusarne il letale soffio caldo. E. E. Schmitt"

Come trovare l’uomo giusto. L’atteggiamento che fa la differenza

Che cosa significa prendere le distanze dai propri problemi?

Partiamo dal fondo e vediamo quali sono gli effetti che si riscontrano in una persona che è capace di prendere le distanze dai suoi problemi.

Una persona che sa distaccarsi dai suoi problemi non si lascia coinvolgere da ansie, paure e tristezze; si gode la vita nonostante le difficoltà che trova sul suo cammino.

Non si porta dietro i suoi problemi in ogni ambito, non lascia che i problemi le offuschino le giornate, avvelenino l’atmosfera in cui vive, influenzino i suoi rapporti con gli altri.

Non pensa continuamente ai suoi problemi desiderando angosciosamente che scompaiano o maledicendo il fatto di averli o ritenendosi presa di mira dalla sfortuna a causa di quei problemi.

Non ne parla di continuo; non coglie ogni occasione per tirarli fuori e farli presenti agli altri; non si autocommisera.

Non aspetta che arrivi qualcuno a risolverglieli e nemmeno si aspetta che sia qualcun altro a risolverglieli.

Una persona che si muove al di sopra dei propri problemi è meno manipolabile dagli altri.

Saper ridimensionare i propri problemi, non farsi controllare da loro, non diventare schiavi dei problemi è la via alla serenità e alla pace interiore.

Non per niente tutte le discipline filosofiche forniscono indicazioni per fortificare la capacità di non lasciarsi travolgere dalle difficoltà che la vita presenta.

Le religioni anche.

E le più moderne tecniche psicologiche sono orientate alla stessa finalità.

Gli atleti di oggi vengono allenati a gestire il loro rapporto con le difficoltà di una prova sportiva e a ridimensionarle, a riformularle, a reinterpretarle.

Si tratti della fatica, di una sconfitta, di un infortunio o di una momentanea rinuncia a una gara importante e lungamente preparata.

O dei sacrifici fatti per allenarsi e per migliorarsi.

Non è possibile procedere e avere successo portandosi dietro i problemi in ogni momento, trascinando nel presente e nel futuro le delusioni del passato e gettando su una situazione nuova l’ombra di un fallimento che non le appartiene, che è vecchio, che è altrove, di un altro tempo, di un altro contesto, di altre condizioni, di altri eventi.

Esistono delle regole da seguire per avere una vita fortunata e felice? Molto rapida e sintetica, la guida gratuita che rivela ciò che conta per avere una relazione che ti fa stare bene.
"Questo è il mio dono. Lascio che la negatività scivoli via da me come l’acqua dal dorso di un’anatra. Se non è positivo, non lo ascolto nemmeno. Se puoi superare questo, i combattimenti sono facili. G. Foreman"

Come trovare l’uomo giusto: andare oltre i problemi vecchi e nuovi

So bene che se hai letto fin qui probabilmente hai storto il naso più di qualche volta, pensando che non è facile in effetti mettere distanza tra sé e le questioni importanti della propria vita, quelle non ancora risolte.

Inoltre non escludo che tu ti stia interrogando su che cosa c’entri la capacità di ridimensionare i propri problemi con il tema di trovare l’uomo giusto.

Molto semplicemente, quando ci si fa sovrastare emotivamente dai propri problemi se ne diventa ossessionati.

Si vive nei problemi, si vive dei problemi. I problemi sono un abito, un fardello, una zavorra. Girano sempre con noi. Ci stanno addosso.

Non siamo più noi. Impersonifichiamo i nostri problemi. Diventiamo i nostri problemi. Non per niente, si parla anche di “somatizzazione”.

A questo punto penserai che sto esagerando.

Va bene. Facciamola più semplice.

Se considero la mia esperienza con donne che hanno vissuto storie sbagliate in successione, sempre con uomini sbagliati, donne che fanno fatica a trovare una relazione bella e soddisfacente, osservo come costante il fatto che queste donne hanno sempre, più o meno visibile, più o meno palpabile, più o meno “rumorosa” una dose di negatività della quale non sono mai completamente consapevoli e soprattutto della quale non hanno ancora veramente deciso di liberarsi.

Il fatto è che coloro che pensano di continuo e parlano di continuo di quello che nella loro vita non va, si mettono “in ombra”, risultano poco attraenti, sono avvolti in una patina di negatività che respinge partner di valore e interlocutori interessanti.

"Non vi è alcuna speranza di successo per colui che respinge gli altri con la sua personalità negativa. N. Hill"

Come trovare l’uomo giusto. Una priorità

Non solo. Chi lascia spazio alla negatività, attrae persone negative o diventa preda di coloro che sono dei veri e propri “cacciatori” di situazioni e di partner negativi, dato che chi si fa trascinare nel vortice emotivo delle difficoltà è più fragile, più manipolabile, più sensibile agli incantesimi dei malintenzionati.

Permettere ai propri problemi di condizionare i propri pensieri, il proprio umore e il proprio atteggiamento verso gli altri e quindi assumere tristezza, depressione e preoccupazione come stati prevalenti, fa sì che si respingano le persone di valore e che si attraggono quelle che sguazzano nei guai altrui o sono cariche di negatività e di problemi già di loro. Quelle persone che pescano nel torbido.

"Quando pensieri belli e nuovi cominciarono a scacciare via gli antichi pensieri negativi, la vita soffiò in lui, il sangue riprese a scorrergli sano nelle vene, le energie gli tornarono. Frances Hodgson Burnett"

Ridimensionare i tuoi problemi, assumere una posizione diversa rispetto a loro e viverli con più distacco ti sembra complicato, contrario al tuo modo di essere o anche in qualche modo “ingiusto” verso la vita e verso te stessa, dato che i guai sono guai e che bisognerebbe provare che cosa significa e che lasciare andare l’angoscia ti fa sentire forse meno impegnata nella tua vita?

Comincia dai piccoli passi.

Hai mai riflettuto sul fatto che forse ti lasci dominare dai pensieri negativi? Che forse parli troppo dei tuoi problemi e ti presenti agli altri come una persona piena di problemi?

Hai mai preso in considerazione la possibilità di approcciare le questioni della vita con una diversa modalità, con una diversa predisposizione interiore?

Hai mai pensato che forse la tua serenità dipende da come osservi e da come ti poni verso quel che ti accade?

Queste sono le domande che puoi porti per offrire a te stessa un’alternativa rispetto a un modo di vivere che spesso può essere inutilmente complicato e che rischia di pregiudicare anche i rapporti più importanti per te o di offuscare il tuo fascino naturale.

Semplici riflessioni, per cominciare, che possono farti scoprire come trovare l’uomo giusto in modo facile e spontaneo.

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129 Commenti

  1. Avatar di Elena

    Elena 6 anni fa (25 Gennaio 2019 12:50)

    Buongiorno! Mi sono vista una sera con un ragazzo e ora lui mi ha chiesto di rivederci e io ho detto che ho bisogno di tempo per capire se ho intenzione di continuare la frequentazione o interrompere. Questo dubbio mi è sorto perché ho il sentore che fuma roba pesante o si droga in quanto quando eravamo insieme gli è arrivato un messaggio di un suo amico che conosco essere uno spacciatore infatti è stato pure arrestato in passato. Ora io come faccio a sapere se si droga anche lui, ho detto che una sera ci rivedremo e io deciderò il da farsi e quando lo vedrò spero di capire dagli atteggiamenti se fa uso di droga, non vorrei frequentare uno con questi problemi.
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      Ilaria Cardani 6 anni fa (25 Gennaio 2019 13:54)

      Che faccia uso di droga o no a questo punto è indifferente. Il fatto che ha come "amico" uno spacciatore che è stato anche arrestato dovrebbe bastare per decidere di non frequentarlo. Per carità, poi ciascuno può decidere di avere lo stile di vita che vuole (compiere reati e vivere nell'illegalità o ai limiti della legalità però non è scelta o libertà, è violare le leggi e i principi base del vivere comune). Cioè tu puoi decidere di stare con uno spostato o mezzo spostato, che faccia uso di droga o no, ma uno spostato o mezzo spostato quello è: un uomo che non va frequentato se si vuole una vita con un minimo di valori e di serenità. Davvero, è più un problema che faccia uso di droga e non che frequenti criminali? Mah...
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    • Avatar di Carlotta

      Carlotta 6 anni fa (25 Gennaio 2019 13:54)

      Eh beh...scusa ma il fatto che sia amico di uno spacciatore non ti è sufficiente per depennarlo?
      Rispondi a Carlotta Commenta l’articolo

    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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      Ilaria Cardani 6 anni fa (25 Gennaio 2019 14:17)

      Mirabile sintesi. Io sono un po' prolissa talvolta :D :D :D . Comunque pazzesco come gli inganni delle convinzioni e dei pregiudizi appannino il buon senso...
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Elena

      Elena 6 anni fa (25 Gennaio 2019 15:31)

      Comunque questo spacciatore è un suo vicino di casa non escono insieme, però il fatto che si scambia sms mi fa venire dubbi, non penso parlassero di videogiochi e inoltre io non mi scambierei sms con uno che ha problemi con la legge perché potrebbe essere intercettato e avrei paura di essere messa in mezzo a situazioni spiacevoli
      Rispondi a Elena Commenta l’articolo

    • Avatar di Elena

      Elena 6 anni fa (25 Gennaio 2019 18:24)

      Poi vorrei un consiglio. Siccome gli avevo promesso che ci saremmo visti per decidere il da farsi e dato che sono arrivata alla conclusione di chiudere, voi mi consigliate di vedermi con lui e parlare di persona, naturalmente in paese non da soli o gli mando un sms spiegandogli che interrompo oppure ancora sparisco non mi faccio più sentire?
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    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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      Ilaria Cardani 6 anni fa (25 Gennaio 2019 19:04)

      La terza è sempre la più efficace. E, cara, uno che si scambia messaggi con uno spacciatore non va frequentato, ma non perché un giorno per "sbaglio" potrebbe avere guai per la giustizia. Ma perché non è una persona con valori sani. Essere impuniti non è la stessa cosa che essere innocenti. Cerchiamo di chiarirci le idee per non fare della nostra vita una pattumiera.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Elena

      Elena 6 anni fa (26 Gennaio 2019 8:04)

      Inoltre volevo aggiungere che all'apparenza è un ragazzo educato, istruito e sbirciando su fb ho scoperto che l'ex ragazza l'ha cacciato di casa perché l'ha tradita e le ha detto un sacco di balle. Altra cosa che ho notato e che mi ha fatto innervosire è che questa sua ex ha gli occhi molto simili ai miei.
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    • Avatar di Alice

      Alice 6 anni fa (26 Gennaio 2019 22:41)

      A me dà un po' fastidio la tua chiosa, Elena: con tutte le magagne di questo personaggio, che importanza può avere che la sua ex ti assomigli un po'? Tipico condizionamento femminile anche questo, stare a guardare l'altra donna invece di guardare il problema (lui). E lo dico perché mi ci ritrovo anche io in queste dinamiche morbose, purtroppo.
      Rispondi a Alice Commenta l’articolo

    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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      Ilaria Cardani 6 anni fa (26 Gennaio 2019 22:45)

      Stavo per rispondere e mi hai rubato il concetto :D :D :D. Ma soprattutto tutta quest'ansia e preoccupazione e coinvolgimento per un mezzo criminale che quasi nemmeno conosce? Ma fare qualcosa di più interessante nella vita? Tipo innaffiare le piante? Fare un giro al supermercato? Entrare nella biblioteca comunale e prendersi qualcosa da leggere? Attenzione che se facciamo una vita povera, la nostra vita sarà povera, in tutti i sensi.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Alice

      Alice 6 anni fa (26 Gennaio 2019 23:09)

      Vedi, è che pian piano sto imparando =) meglio tardi che mai
      Rispondi a Alice Commenta l’articolo

    • Avatar di Elena

      Elena 6 anni fa (27 Gennaio 2019 9:12)

      Comunque ho preso le distanze e mi sono comportata come hai scritto tu nel nuovo articolo prima di leggerlo. Quindi è umano sbagliare l'importante è prendere consapevolezza che non è una cosa che accade dall'oggi al domani. Tempo fa sarei partita in quarta e mi sarei rovinata questa volta mi sono lasciata il beneficio del dubbio decidendo cosa è meglio per me e la mia vita e sono rimasta con l'autostima e la dignità intatta e col controllo della situazione nelle mie mani che non è cosa da poco.
      Rispondi a Elena Commenta l’articolo

    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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      Ilaria Cardani 6 anni fa (27 Gennaio 2019 11:53)

      Saggissime parole. Brava.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

  2. Avatar di Goldie

    Goldie 6 anni fa (27 Gennaio 2019 1:33)

    Dirò una cosa impopolare e me ne prendo la responsabilità. Non avere un amore vero autentico e un compagno di vita è come avere un handicap. Non la hai scelta questa condizione, ti è capitata. La devi gestire, ci devi convivere e talvolta lo sconforto ti riprende tuo malgrado...come la giri e come la volti, è una mancanza che cerchiamo di colmare...sempre
    Rispondi a Goldie Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (27 Gennaio 2019 13:48)

      Ecco appunto sei abbandonica e hai il senso di vuoto e di angoscia fisso. Si sente di avere un handicap, ma non è la mancanza del partner, è il vuoto che ci si porta dentro. E se non vai oltre, neanche un marito quattro figli tre cani e dieci nipoti lo colmeranno. Anzi pare che non si colmi mai, in un certo modo. L’amore non è riempire i vuoti. E poi intanto colmalo con gli affetti e le cose positive che sicuramente ci sono già intorno a te. Io ho deciso di mettere una pietra su questa storia del partner per risolvere altre cose e non restare arenata nel “buco” (e grazie ad un commento di Emanuela T, oltre che del percorso fatto nel blog). Un abbraccio e buona domenica
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Carla

      Carla 6 anni fa (27 Gennaio 2019 14:35)

      Sì sì certo ma non più di tutte le altre donne che sono qui. Se non fosse un handicap non saremmo qui a parlarne. Il problema non sussisterebbe e questo blog non esisterebbe; -)
      Rispondi a Carla Commenta l’articolo

    • Avatar di Alice

      Alice 6 anni fa (27 Gennaio 2019 18:43)

      Ho la tendenza a fare gli stessi discorsi, ma vorrei proprio smetterla, e leggerti mi convince ancora di più di ciò...primo perché essere single è uno stato momentaneo che può cambiare in qualsiasi momento, secondo perché se il parametro è "un amore vero autentico" beh, penso che la maggioranza dell'umanità debba fare i conti con la sua mancanza. Perché poi finiscono pure quelli, figurati...
      Rispondi a Alice Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (27 Gennaio 2019 19:47)

      ricordo che esistono donne e uomini che gli handicap ce li hanno veri, eh ... e alcuni hanno pure il partner, vedi un po' quanto siamo sfigate noi
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Carla

      Carla 6 anni fa (27 Gennaio 2019 20:57)

      Beh io mi sento così e non è perché non sia realmente handicappata che poi bisogna sminuire. La sofferenza è sofferenza
      Rispondi a Carla Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (28 Gennaio 2019 0:32)

      Lo so bene, ci sono passata anche io, altrimenti non avrei risposto così a Goldie. Ci sono diversi post in questo blog, al riguardo. Da una parte c'è il sentirsi sola - e so benissimo che è dura andare avanti con dei figli, nessun supporto emotivo o quasi e una batosta alle spalle; dall'altra però c'è anche una idea sbagliata di se stesse e dell'amore. Sbagliata non come teoria o come principio, ma perché non aiuta e anzi appunto rende effettivamente "handicappate". Sai le persone che sono convinte di non poter camminare, e, pur non avendo nulla, in effetti non camminano? Poiché però oramai sono quasi cinque anni che sono da sola, ti posso assicurare che il peggio che capita è sentirsi sole di tanto in tanto. Nient'altro. Il che è normale, essendo sole. E sono abbastanza sicura che se consideri un'intera tua giornata, le paturnie occupano già adesso uno spazio relativamente ridotto, mentre il resto procede normalmente e potrebbe anche andare meglio. Prima si inizia a guardare e a valorizzare la bottiglia mezza piena (personalmente la difendo con la carabina), prima se ne esce. Ma io ci ho messo anni, praticamente tutta la vita, e comunque ogni giorno scopro parti di me che continuano a fare capricci, figurati se sminuisco ...
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Goldie

      Goldie 6 anni fa (28 Gennaio 2019 11:16)

      Io sono 15 anni che sono "sola" sentimentalmente. Comincia a pesarmi e non riesco a capire perché nessun uomo vuole stare con me a lungo termine. Francamente, ho fatto parecchia analisi, ho superato diversi vuoti, la figlia è cresciuta, il lavoro mi soddisfa, le amicizie anche. Mi manca il compagno, è un delitto riconoscerlo? è un tabù? no. Sono una donna piacevole e solare secondo la maggior parte delle persone e non ho turbe psichiche. Credo che l'uomo giusto non abiti nel mio "entourage"...
      Rispondi a Goldie Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (28 Gennaio 2019 12:55)

      "Mi manca un compagno" è diverso da "è un handicap". Dire che è un handicap è dire che qualcosa non va in te, o che è un limite per la tua vita, e che in fondo ti percepisci bisognosa. Così, le persone sbagliate non le cacciamo via subito e ci perdiamo tempo. La parte divertente è quando ti metti in discussione: no sono troppo severa io; no sono mie paranoie; no mi/gli voglio dare una chance. Io sono arrivata a dirmi: finché sono in grado di lasciarlo, ci posso restare :D :D :D Tutto per evitare la separazione e l'abbandono e il senso di fallimento che ne consegue. Indipendentemente da chi si ha davanti. Non c'è sfigato abbastanza sfigato al mondo da non farti sentire una sfigata se resti da sola (e devo dire che in effetti, farsi lasciare o svalutare da uno sfigato, e da una serie di sfigati ancor di più, non aiuta per niente).
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  3. Avatar di Silvia

    Silvia 6 anni fa (7 Febbraio 2019 21:39)

    "Saper ridimensionare i propri problemi, non farsi controllare da loro, non diventare schiavi dei problemi è la via alla serenità e alla pace interiore." E oggi ho fatto esattamente questo. In questi mesi sto avendo pressioni al lavoro, con un notevole aumento di responsabilità, visto che anch'io sono più attiva e propositiva. Oggi, durante una telefonata con una collega, sono andata in palla. Quasi mi veniva da piangere per tutto il lavoro che ho fatto e rifatto nei giorni scorsi, e che - mi sembrava - ci fosse ancora da fare. Concludiamo la telefonata Skype, e la prima cosa che avrei voluto fare sarebbe stata scappare via... letteralmente! Mi era già successo altre volte, in cui mi ero chiusa a riccio e avevo covato il dispiacere. Oggi, invece, ho fatto un respiro e mi è ritornato alla mente questo articolo sull'importanza di ridimensionare i problemi, qualsiasi siano. Quindi, mi sono alzata e sono andata a pranzo con tutti i colleghi. Abbiamo riso e, tra l'altro, mi sono messa a raccontare delle mie passioni musicali. Il nervosismo si è stemperato in un pranzo tranquillo e in relax, e una volta tornata alla mia scrivania mi sono sentita più produttiva di prima. Davvero un bell'insegnamento a me stessa, un grazie mille ad Ilaria e una pacca sulla spalla a me!
    Rispondi a Silvia Commenta l’articolo

  4. Avatar di A

    A 6 anni fa (8 Febbraio 2019 15:01)

    Anche io mi sento “attraente” e con qualche qualità, cioè potrei avere qualche attrattiva eppure...... riconosco che la luce in me si è spenta, che le persone che conosco- uomini- non mi piacciono, che occasioni di conoscere ce ne sono col contagocce. Leggo voi e di anni in solitudine. Questo mi aspetta? La mia grande occasione è andata male? Come fanno le donne che hanno mille fidanzato e tanti mariti? Sono io il problema? Mi sembra una montagna da scalare, impossibile da scalare. Cosa si può cercare? E confermo, anch’io ho ragionato nel dare una possibilità. Molto inutile. Non so che pensare.
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    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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      Ilaria Cardani 6 anni fa (8 Febbraio 2019 17:39)

      Non è che tutta questa negatività sia di grande aiuto. E soprattutto, nemmeno vedere la propria vita da una prospettiva che include: in coppia=felice (ahahahah) non in coppia=infelice. Ma no, ma no, ma no. L'esistenza umana va ben oltre questo. Non si può ridurre a questo punto il proprio orizzonte esistenziale e svalutare se stesse così tanto. E' ovvio che con questo carico di convinzioni svalutanti, limitanti, opprimenti un compagno non lo si trova. Non si vive grazie a un compagno. E' quando si vive che si ottiene tutto il resto.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

  5. Avatar di A

    A 6 anni fa (8 Febbraio 2019 19:41)

    È vero, la negatività non aiuta, ma è come se mi fossi incartata, o impantanata. Condivido la risata di Ilaria sul discorso coppa=felicità. Non è per nulla una certezza, anzi. Ma non è meglio condividerla la vita? Tutto quello che di bello si può fare? Si può fare tutto da soli ed essere ugualmente soddisfatti? Io non sono capace. Magari devo trovare una spinta motivazionale, ma adesso non ci riesco. Sono ancora nella fase di “rielaborazione”. Razionalmente spero che passi, ma non sono mica tanto convinta eh... Buon weekend a tutti intanto😊
    Rispondi a A Commenta l’articolo

    • Avatar di Carla

      Carla 6 anni fa (8 Febbraio 2019 20:33)

      Stranamente da quando ho smesso di vedere l'uomo che ho frequentato per due tre mesi e che mi piaceva molto, si sono fatti vivi due tizi. Uno conosciuto anni e anni fa e che ritorna sul mercato e un altro conosciuto la primavera scorsa. Entrambi non mi interessano. Un amico col quale ho avuto un certo feeling un paio di anno fa si è dichiarato perfino...non lo dico per vantarmi, ma ho quasi l'impressione che gli uomini "sentano" quando siamo "attive". Il consiglio è di restare in azione, è una questione di energia forse. AncHe se stasera sono sul divano col cane davanti alla TV. Buona serata
      Rispondi a Carla Commenta l’articolo

  6. Avatar di Martina

    Martina 6 anni fa (9 Febbraio 2019 9:23)

    Ciao Ilaria, è da poco che ho iniziato a seguirti e devo dire che trovo i tuoi articoli illuminanti e pungenti al punto giusto. Vado dritta al punto: da poco "frequento" -se di frequentazione possiamo parlare- un uomo di 44 anni che ha tutte le caratteristiche necessarie per essere classificato nella categoria "uomo indeciso". Mi ha spiegato che lui non si sa rapportare con le donne, al punto tale da non aver mai avuto una storia duratura, che lui è solo e fa spesso cose da solo, tra cui andare a cena ed in vacanza, ed ha concluso il discorso dicendo che lui è così, prendere o lasciare, a me la scelta, insomma, devo decidere io per tutti e due. Notare poi, la finezza, non mi ha più chiesto di vederci da allora e ben se ne guarda dal farlo. A questo punto tu ti starai chiedendo: "hai anche bisogno di pensarci e soprattutto contattarmi per avere la risposta?". Se lo pensi, hai pienamente ragione (ho letto e riletto il tuo articolo in merito) ma la cosa che profondamente mi turba è la seguente: dopo un percorso di cambiamento profondo su me stessa e sulle mie convinzioni, ero arrivata a trovare più o meno il mio equilibrio seppur consapevole che il percorso è ancora lungo - ho chiuso, ancor prima di iniziare, storie con uomini assurdi, che non davano alcun valore aggiunto alla mia vita e non meritavano il mio tempo e i segnali li vedevo tutti- ma dopo aver conosciuto questa persona (penso l'unica per cui ho provato interesse inizialmente dopo circa un anno) mi sento destabilizzata. Razionalmente sò che non ci sono i presupposti per un futuro insieme, per lo meno il futuro che io voglio con un uomo, ma a livello emotivo non riesco a farmene una ragione. Ieri dopo una serie di messaggi sconclusionati e contatti sporadici - in cui lui mi chiama "amore" parola a cui non da un significato proprio ma dice che lo fa per esorcizzare le sue paure, cosa che, peraltro, mi irrita molto- ho finalmente trovato la forza di non rispondere (pratica a me non comune in quanto lo trovo anche un pò maleducato) più che altro perchè sono stanca del fatto che lui possa pensare di farsi gli affaracci suoi e poi, per noia o chissà quale motivo, tornare da me. Sò che, probabilmente, è stata la mia troppa disponibilità iniziale a dargli modo di pensare quanto sopra, però ora sono davvero stanca e voglio che lui capisca che, se vuole continuare a relazionarsi con me, deve comportarsi di conseguenza esponendosi e prendendo una posizione netta. A livello emotivo, però, non posso fare a meno di sentirmi dispiaciuta, non triste, ma dispiaciuta si. A volte penso che avrei potuto gestire la situazione in maniera diversa magari rispondendo in maniera distaccata? Oppure chiedendogli esplicitamente cosa volesse da me?Vorrei un tuo pare in merito alla questione se ti è possibile. Ti ringrazio, anticipatamente, per la tua disponibilità.
    Rispondi a Martina Commenta l’articolo

    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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      Ilaria Cardani 6 anni fa (9 Febbraio 2019 12:27)

      Cavar sangue dalle rape. Vuoi cavar sangue da una rapa. E' un imbecille, disonesto, manipolatore e tu lo vuoi educare a diventare un uomo. Ma quando mai? E' fallato, bacato, sbagliato. Lo so, lo so, voi siete di quelle che non prendereste mai un maglione tra il cestone della roba fallata (esistono ancora quei cestoni?), ma dal cestone degli uomini sbagliati pescate a piene mani. Tanto pensate di trovare un modo per riaggiustarli, rammendarli, sistemarli. No, no, sono bacati nel profondo. Dovrebbe farvi ribrezzo solo conoscerli questi bei tipi qui. Imparate a reggervi sulle vostre gambe, che non significa condannarvi alla solitudine, ma trionfare sulla dipendenza da questi poveri idioti.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Emilia

      Emilia 6 anni fa (9 Febbraio 2019 13:29)

      Commento impeccabile Ilaria! Immensa stima!!
      Rispondi a Emilia Commenta l’articolo

    • Avatar di Carla

      Carla 6 anni fa (9 Febbraio 2019 14:12)

      Infatti, niente da aggiungere se non che ignorarlo immediatamente. Hai già sprecato energia a sufficienza
      Rispondi a Carla Commenta l’articolo

    • Avatar di Martina

      Martina 6 anni fa (9 Febbraio 2019 17:43)

      Grazie Carla, si direi che ho già sprecato tempo ed energie preziose che avrei potuto impiegare in maniera più costruttiva.
      Rispondi a Martina Commenta l’articolo

    • Avatar di Martina

      Martina 6 anni fa (9 Febbraio 2019 17:40)

      Grazie Ilaria per la tua franchezza e disponibilità. Hai ragione, me lo ripeto spesso anche io che non si può cavare sangue da una rapa. Sono d accordo con te sul fatto che dobbiamo riufarci di considerare uomini del genere e imparare a reggerci sulle nostre gambe è solo che, a volte, fatico davveo a comprendere come possano esistere certi soggetti di una vuotezza tale da far paura ai buchi neri.
      Rispondi a Martina Commenta l’articolo

  7. Avatar di AnnaR

    AnnaR 6 anni fa (29 Ottobre 2018 14:19)

    Buongiorno, sono decisamente off topic, ma vorrei proporre a Ilaria di trattare un nuovo argomentodi cui ho trovato molti riferimenti sparsi in articoli che trattavano altri aspetti dei rapporti di coppia. Si tratta del vile denaro o della sicurezza economica, e dell'influenza che può avere in una relazione. Io sono cresciuta in una famiglia senza grossi problemi economici in cui la parola d'ordine era: "Noi ci sposiamo per amore e mai per interesse. Sposarsi per interesse è squallido e sbagliato". Giustissimo, infatti io non ho mai fatto caso alla situazione economico-sociale dei miei uomini. Il mio ex marito era un professionista figlio di operai che con enormi difficoltà provava ad inserirsi in un mondo del lavoro difficilissimo senza avere lo studio già avviato da un augusto genitore. Ce l'ha fatta alla fine ma con enormi sacrifici di cui gli do atto. Per me la situazione è stata simile, pur provenendo da una situazione familiare d'origine più solida; ad esempio, non ho dovuto sobbarcarmi un mutuo per acquistare casa. Con il mio lavoro sempre in crescita posso dire che sono tranquilla e che non mi manca nulla. Avevo appena finito di ristrutturare casa quando, tre anni e mezzo fa, conosco lui. Ero single da un paio di anni e estremamente diffidente dopo una storia devastante con un narcisista bugiardo. Lui riesce piano piano ad avvicinarsi ma nonostante nessuno di noi due sia più giovanissimo, la sua situazione economica è un disastro. Separato da tre anni, non ha ancora una casa stabile, va in affitto in residence troppo costosi senza capire che così è impossibile farcela, la colazione la fa tutte le mattine al bar. Il lavoro poi va e viene. Sopravvive anche grazie ai suoi genitori che ogni tanto gli mandano denari. Gli spiego che dopo una separazione la situazione è difficile per tutti e che io per prima per ritrovare un equilibrio economico e abitativo ho impiegato sette anni impegnativi, ma che non bisogna abbattersi di morale ma sicuramente bisogna "abbattere le spese". Piano piano si convince. In tutto questo però io mi chiedo: sta con me perché mi ama o perché io sono l'approdo sicuro, la sicurezza economica, la casa bella e confortevole? In questi anni ho sempre cercato di non dare troppo e, seguendo i tuoi consigli, ho messo al sicuro i miei risparmi, a costo di essere poco onesta con lui nascondendogli le mie "riserve segrete" (anche perché il narcisista bugiardo di cui sopra mi aveva chiesto in prestito 10 mila euro e poi ne ha restituiti 300). Alcune battute scherzose ma non troppo che invitavano i nostri figli a cercarsi un partner danaroso mi hanno fatto allarmare e a specificare ai ragazzi che una relazione basata sul denaro equivale a prostituirsi, che ognuno, uomo o donna che sia, deve essere economicamente autonomo se vuole essere libero. Però mi sento in colpa. Adesso conviviamo e lui ripete sempre che "famiglia" è mettere tutto in comune. Che ne dici di trattare anche questo tema sul tuo blog?
    Rispondi a AnnaR Commenta l’articolo

    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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      Ilaria Cardani 6 anni fa (29 Ottobre 2018 16:20)

      Ciao AnnaR, grazie per il bel commento, denso di riflessioni. Mi tocca osservare che il signore del quale stiamo parlando mette in mostra senza troppi problemi più di un punto debole, tra cui, se posso permettermi, una certa superficialità, un certo egoismo e sì, anche un comodo atteggiamento di chi si approfitta senza tanti problemi. Dunque, nell'incertezza percorri senza nessun senso di colpa la via più sicura e la più giusta, eticamente e moralmente, per te e anche per i tuoi figli: dài tutto, metti in comune tutto, eccetto i beni materiali. Dal cibo alle lenzuola, dai conti correnti alle vacanze "offerte", tieni tutto rigidamente separato, che ognuno si paghi il suo. Anzi, di più, che lui paghi anche l'affitto. Queste sono le vere prove d'amore, non credi? Mi ami? Siamo una famiglia? Bene, paga il tuo. Come sanno bene le mie clienti madri, io le istigo crudelmente e impietosamente a far collaborare in casa anche i figli: appena un bambino e una bambina anche se molto piccoli (5/6 anni), sono in grado di fare qualcosa, che contribuiscano apparecchiando o sparecchiando, mettendo in ordine le proprie cose e via così, crescendo. La vita non regala niente, perché dovresti essere tu a regalare? Il sentimento e il valore che la tua famiglia ti ha inculcato non possono che trovarmi in sintonia. Sono gli stessi peraltro che mi ha inculcato la mia, anche in modo troppo univoco. Infatti c'è il rischio di cadere in un'interpretazione romantica e sentimentale di questi concetti, per la quale si rischia poi di tollerare e ammettere dei veri e propri "falliti patologici" nella propria vita e dare la stura ai peggio atteggiamenti da crocerossina che si possano immaginare. Le famose "donne che amano troppo" sono capaci di perdersi dietro soggetti che non bisognerebbe far passare nemmeno nella via di fronte casa. Tossicodipendenti, alcolisti, ludopatici etc. Inoltre non è raro che molte donne siano vittime di veri e propri abusi economici (i 10.000 euro di prestito mai restituito rientrano in tale fenomeno, ma anche l'ospitalità gratuita in una bella casa). Insomma, nel tuo caso specifico ti raccomando tanta prudenza e non solo dal punto di vista economico. Per quel che riguarda il trattare questo argomento nello specifico, vedrò di pensarci e mi piacerebbe anche avere l'opinione di altre lettrici.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Dani

      Dani 6 anni fa (29 Ottobre 2018 18:56)

      Purtroppo di situazioni così ce ne sono fin troppe, dove il parassita vive a sbaffo della donna che lo mantiene o, come ho sentito spesso raccontare da mio fratello, molti suoi conoscenti era la prima cosa che guardavano, se una aveva i soldi oppure no...che tristezza! Anche io ne ho conosciuti anche se non ci volevo credere, invece esisteva davvero il fenomeno! Altro discorso il tirchio anche se tristemente simile. La storia dei 10.000 euro non si può sentire. Tu mi ridai indietro fino all'ultimo centesimo, altrochè! A me è capitato solo una volta, un ragazzo che faceva un tipo di lavoro legato all'acquisto di capi di abbigliamento firmati, mi coinvolse in un affare . Mi chiese se volevo investire dei soldi, cioè prestarglieli e lui me ne avrebbe ridati indietro con interessi col tempo. Parliamo di qualche migliaia di euro ma in realtà avevo solo quelli da parte. Adesso non mi passerebbe neanche dall'anticamera del cervello ma al tempo acconsentì. Poi passato qualche tempo, ho iniziato a pensare seriamente che forse poteva essere una truffa e così ho tartassato di telefonate e incontri il tizio per farmi restituire i soldi. Un po' alla volta me li ha restituiti tutti e con gli interessi. Mai più, ovvero, adesso saprei a chi poter prestare dei soldi in tranquillità...
      Rispondi a Dani Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (29 Ottobre 2018 20:59)

      Pieno. Fra i separati, poi, non ne parliamo. È sufficiente tetto sulla testa e stipendio, oramai, per essere considerata un buon partito :)
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di valentina.maidiremai

      valentina.maidiremai 6 anni fa (29 Ottobre 2018 21:08)

      questo argomento mi interessa, grazie Ilaria, e colgo l'occasione per chiederti, se credi sia di interesse per tutte, di trattare anche un argomento di cui ho letto due righe in un articolo, dove si nomina Manon Garcia e la sua idea di sottomissione più o meno consenziente delle donne... buona serata
      Rispondi a valentina.maidiremai Commenta l’articolo

    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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      Ilaria Cardani 6 anni fa (29 Ottobre 2018 21:24)

      Oddio, mi fate più tuttologa di quel che in realtà sono. Questa signora è una ricercatrice del dipartimento di Filosofia dell'Università di Harvard e mi pare che abbia condotto degli studi sulla celebre filosofa femminista Simone De Beauvoir, sul suo saggio capitale "Il secondo sesso" sostenendo che la De Beauvoir avesse una tesi abbastanza condivisa, cioè che vi sia una sorta di introiettamento della loro situazione di "sottomissione" da parte delle donne. Escludo di parlare di questa ricercatrice, perché non ne conosco il lavoro in modo approfondito e perché il tema così come trattato esula dai nostri interessi sul blog.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (29 Ottobre 2018 22:44)

      purtroppo non esula ... :D
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      Ilaria Cardani 6 anni fa (29 Ottobre 2018 22:54)

      Infatti ho specificato "così come è trattato (da quella ricercatrice)".
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Martina

      Martina 6 anni fa (30 Ottobre 2018 11:03)

      Questo dei soldi è stato un argomento di grandi discussioni tra me e mio marito i primi anni di matrimonio (è vero che eravamo giovani). Lui aveva lavoro precario e saltuario, mentre io ero fissa. Guadagnava molto meno di me. La sua famiglia che sulla carta stava economicamente meglio della mia non gli ha mai dato soldi, quindi lui stava in casa mia e pagavo tutto io, tipo le bollette. Io avevo messo quasi tutto in casa, lui aveva solo messo 10 mila euro per comprare i mobili. Mi spiego meglio: lui tutto quello che guadagnava lo metteva, ma guadagnava poco e in più i suoi non avevano contribuito minimamente alle spese della casa, che era comunque intestata a me. Poi è entrato fisso e le cose si sono sistemate da sole. Oggi non litighiamo più per quello.
      Rispondi a Martina Commenta l’articolo

    • Avatar di Irene

      Irene 6 anni fa (8 Novembre 2018 15:16)

      Interessante Ilaria,grazie.
      Rispondi a Irene Commenta l’articolo

    • Avatar di Doris

      Doris 6 anni fa (8 Novembre 2018 21:23)

      Il tema dell'indipendenza economica secondo me è un po' variegato. In storie di lungo corso possono esserci situazioni economiche che "fluttuano" . Ad esempio quando uno dei due componenti la coppia decide di occuparsi dei figli per un periodo a tempo pieno o a part time e quindi gode di minor disponibilità economica rispetto all'altro. In una coppia di mia conoscenza lui ha deciso ad un certo punto di mettersi in proprio e per un periodo hanno entrambi vissuto col solo stipendio di lei... Io stessa qualche anno fa ho perso il lavoro e il mio compagno di allora, che disponeva di un ottimo reddito, mi ha aiutato. Appena ne sono stata in grado ho ripreso a gestirmi autonomamente, ma lui non mi ha mai "presentato il conto" né io ho potuto mai "saldare il debito". Io credo che una famiglia sia anche condivisione economica. È anche l'esempio che ho ricevuto dai miei genitori. Certo, oggi coppie e famiglie sono entità nettamente più fluide rispetto a quelle delle generazioni precedenti, questo va tenuto in conto, e, naturalmente, si deve essere certi di non avere per le mani un/una profittatore/trice.
      Rispondi a Doris Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 6 anni fa (8 Novembre 2018 21:42)

      Infatti, il concetto è quello. Ricordo un conoscente che mi raccontò un episodio della sua vita molto singolare e avvenuto anni prima: si era sposato da poco e per una serie di eventi inattesi si era ritrovato senza lavoro e senza soldi, con il frigo vuoto. Possedeva solo la macchina. Giovane intelligente e preparato (era laureato in ingegneria) si presentò a un imprenditore per un lavoro. Durante il colloquio raccontò della sua situazione e costui, sulla fiducia gli staccò un assegno da 15 milioni di lire (7.500 euro di oggi), dicendo che voleva aiutarlo. La solidarietà, la collaborazione, la divisione e ripartizione di compiti e mansioni sono naturali in qualsiasi organizzazione, non solo in una famiglia o in una coppia. E in una coppia (lo dice la legge, lo dice la nostra costituzione, lo dicono tutte le dichiarazioni dei diritti umani) entrambi i componenti hanno pari dignità, indipendentemente dal ruolo che ricoprono. Ma come ci sono gli uomini (e le donne) maltrattanti, così ci sono i profittatori e le profittatrici, cioè coloro che proprio facendo leva sull'"ovvietà" di certe situazioni, sulla loro "normalità", sui buoni sentimenti e sulla solidarietà e spontaneità, di fatto vogliono trarre vantaggi per sé, in maniera maligna.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (8 Novembre 2018 22:53)

      Francamente, è uno dei motivi principali dell'ansia che mi prende quando penso alla convivenza ...
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 6 anni fa (9 Novembre 2018 9:30)

      Allora, si può essere molto, ma molto pratici: intanto non mettersi con persone problematizzate a vario titolo (lo so sono acida e cattiva, ma assicuro che è l'unico modo per fare del bene). Se lui non ha di che mantenersi di suo, perché mai frequentarlo e mettersi insieme? Per romanticismo? Vero amore? L'amore è cieco? Tutte sonore stupidaggini. Chi, a una certa età, non è capace di provvedere a se stesso o è carico di debiti e di sospesi, ha qualche bella altra magagna, qualora la magagna del non essere in grado di mantenersi non sia sufficiente. Perché dovreste farvi carico di qualcuno? (Come ho spiegato mille volte, diverso è il caso del compagno di una vita che ha perso il lavoro, viene colpito da una malattia o ha anche problemi sessuali: c'è un mare tra chi ci è stato accanto sempre con amore e chi non conosciamo e già ci presenta una grana e quella di non avere denaro sufficiente per sé è una grana). Poi, semplicemente, ci si organizza in modo pragmatico: divisione equa delle spese (luce acqua pattumiera abitazione spese condominiali. L'abitazione è tua/mia? Bene, giusto per non sbagliare o contribuisci/o con un vero e proprio affitto oppure ti paghi luce acqua pattumiera spese condominiali etc per intero. Il nostro è vero amore? Bellissimo, lasciamo le nostre rispettive case e ne prendiamo una in affitto, a metà). E poi per le spese quotidiane (sostanzialmente la spesa di tutti i giorni), una bella cassa comune dove si può versare la stessa cifra o, per i veri signori, una cifra in proporzione al proprio stipendio. Il tema è, cara Anna, che se si usasse un po' di razionalità, non ci sarebbe ragione di avere paura. Il vero amore lo si prova non a colpi di concezioni falsamente romantiche, ma proprio mettendo se stessi e gli altri alla prova della vita. E per dividere le spese di una convivenza non ci vuole la scienza che è servita per andare sulla luna, solo il coraggio della dignità e del rispetto di se stessi. Se non si riesce a dire: "Dividiamo equamente, giacché siamo persone adulte e io i miei soldi tutt'al più li dò ai miei figli e in caso di bisogno ai miei genitori" vuol dire che non si è nella relazione giusta con un uomo giusto. Tutte le altre sono menate, scuse, stupidaggini.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Irene

      Irene 6 anni fa (9 Novembre 2018 9:54)

      Concordo. Mia madre mi ha insegnato la stessa cosa. Si divide e basta.
      Rispondi a Irene Commenta l’articolo

    • Avatar di Mononoke

      Mononoke 6 anni fa (9 Novembre 2018 11:36)

      Tutto molto vero, inoltre diventa un valido strumento per capire veramente chi si ha davanti e la sua serietà. Grazie!
      Rispondi a Mononoke Commenta l’articolo

    • Avatar di Doris

      Doris 6 anni fa (9 Novembre 2018 13:18)

      ... E quando si sta con una persona risolta, economicamente e non, è la stessa persona in questione ad offrirsi per prima di condividere le spese. Già l'assenza di questa offerta deve metterci sul chi va là.
      Rispondi a Doris Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 6 anni fa (9 Novembre 2018 13:46)

      Ma appunto.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (9 Novembre 2018 13:51)

      Sono d’accordo con te, ma siccome conosco forse solo una o due coppie che fanno così, non la vedo semplicissima. È anche una questione di generazione e di mentalità: qui una donna dovrebbe lavorare al massimo per pagarsi il parrucchiere, o per soddisfazione personale, non per denaro, che è invece affare di uomini. A oltre un anno dal divorzio, il commercialista che pago io per le mie cose, ancora parla con il mio ex marito e non con me. Dovrò trovare una donna, lo so. Quando mi fanno un preventivo, dico: ora lo faccio vedere a mio marito e sento che dice, perché se non mi va bene fatico ad impormi, mentre se dico che lui (che non esiste) non è d’accordo, è tutto più semplice (paga lui, no? :D ). A me ste cose fanno venire l’ansia, anche se so che gli errori sono stati i miei. Ma a trent’anni non ti immagini di dover divorziate per le bollette, cioè non i soldi, ma la gestione.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 6 anni fa (9 Novembre 2018 14:38)

      AnnaV, una donna deve lavorare per essere libera ed esprimere se stessa e il commercialista lo devi cambiare non per cercare una donna, ma perché è una gigantesca testa di azzo. Comincia a cambiare la gente che frequenti, che dal medioevo siamo usciti da un pezzo ed è un problema tuo se dici che devi parlarne con tuo marito (che tu un marito ce l'abbia o non ce l'abbia), non di questo mondo. Mi spiace.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 6 anni fa (11 Novembre 2018 16:26)

      Non so se riuscirò ad andare via di qui. Per il momento certo che non li frequento, ci devo solo interagire nel quotidiano per le cose necessarie. Mai frequentati proprio.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Viviana

      Viviana 6 anni fa (29 Ottobre 2018 17:35)

      Ciao AnnaR, leggere il tuo commento mi ha fatto riflettere molto. Poco tempo fa ho scoperto una grande ombra della mia fantasmagorica nonna, rimasta prima orfana da ragazza e poi vedova molto giovane, con quattro figli, un mutuo da pagare, senza accettare un soldo dai familiari, che ha costruito un vero impero svolgendo due lavori (di cui uno parecchio maschile per i suoi tempi: l'avvocato). L'ombra era un amante, un barone con lo spider, che non ha mai lavorato un giorno in vita sua, sempre mangiato al ristorante o a casa d'altri, grande giocatore d'azzardo e pieno di debiti. Mia nonna ha tolto tempo e soprattutto denaro per vent'anni a se stessa e ai suoi figli per mantenerlo, i suoi figli andavano in giro come degli straccioni e lei e lui come un re e una regina, sullo spider. Mia madre ha avuto il coraggio di dirmi tutto, le sofferenze, le privazioni che ha subito, il clima che si respirava a casa sua con il mantenuto che andava compiaciuto in ogni suo desiderio, anche nelle banalità: il menù settimanale o cosa guardare alla TV, l'isolamento da parte dei parenti dato che neanche la madre (la mia bisnonna) voleva mettere piede in casa sua per via della presenza di quel parassita. Sto ancora eleborando tutto ciò e ammetto che mi sta venendo molto difficile, era il mio idolo, un faro luminoso cui mi ispiravo e rivolgevo, anche se è morta molti anni fa. Ma potrei fare altri esempi, familiari e non, di donne/ragazze che pur non essendosi del tutto rovinate hanno subito danni economici dati dal loro dare senza misura a uomini/ragazzi che volevano solo prendere senza misura. Secondo me un articolo di approfondimento potrebbe fare bene a molte e sarebbe, come sempre, estremamente interessante da leggere.
      Rispondi a Viviana Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 6 anni fa (29 Ottobre 2018 18:01)

      La nonna deve rimanere il tuo idolo, a maggior ragione.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Viviana

      Viviana 6 anni fa (30 Ottobre 2018 0:41)

      Davvero Ilaria? Posso ancora considerarla un idolo? Una donna tanto bella -perché davvero era di una bellezza sconvolgente- intelligente, estremamente capace e tenace, emancipata, che avrebbe potuto avere un uomo sano accanto a sé o anche nessun uomo o mille amanti che non le chiedessero continuamente soldi, si è svenduta così, per vent'anni, gli ha dato tutto quello che restava della sua giovinezza e gran parte dei suoi averi faticosamente sudati. Nessuno è perfetto, siamo tutti perfettamente imperfetti, prima o poi riuscirò ad accettarla per tutto ciò è stata. Mi lasciato una biblioteca sterminata, mi ha insegnato tante cose, e ,a posteriori, mi ha insegnato che essere belle, realizzate e senza paura "fuori" non basta a salvarti dalle fragilità che hai dentro.
      Rispondi a Viviana Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 6 anni fa (30 Ottobre 2018 9:32)

      Che cos’altro vuoi? La sua vulnerabilità a questo punto non è il più grande insegnamento? La spinta a conoscerla meglio e a decidere che quella parte di lei tu la sai riconoscere e, quella, la cambierai, per te? Non te la fa amare ancora di più questa fragilità?
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Laura

      Laura 6 anni fa (30 Ottobre 2018 13:23)

      Cara Ilaria, questo tuo commento mi ha commosso. Ti ringrazio per la tenacia, l'intelligenza e la forza con cui ci insegni ad amarci ed amare, nel vero senso della parola. Appari (e sei) sempre forte e decisa, al limite della durezza, ma questa durezza non è mai "contro", bensì sempre "in difesa di": di noi donne, della ricerca del significato autentico di ciò che facciamo e desideriamo, del rispetto di sé e degli altri. Sei davvero fonte di ispirazione e di fiducia nella possibilità di crescita e miglioramento, nel senso migliore e più etico del termine. Grazie!
      Rispondi a Laura Commenta l’articolo

    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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      Ilaria Cardani 6 anni fa (30 Ottobre 2018 16:37)

      Grazie. Eh sì, diciamo che ci hai beccato, anche se sei troppo gentile e magnanima :)
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Emanuele

      Emanuele 5 anni fa (9 Ottobre 2019 19:59)

      Ciao Ilaria, Ho letto l'articolo e i vari commenti. Mi soffermo su alcuni di questi perché toccano un argomento a me caro: il lavoro. Nella vita di ognuno di noi ci possono essere varie ragioni per cui a un certo punto ci si trova in una situazione economica precaria. E questo non significa che necessariamente un uomo non debba essere preso in considerazione o sia un poco di buono.Ti racconto la mia storia personale in breve: gli ultimi 15 anni gli ho passati a combattere un mondo del lavoro per certi aspetti retrogrado. Io sono un venditore e dopo alcuni anni fatti in grandi aziende e per ambizione personale mi sono spinto a correre dei rischi( fin tanto che sono solo lì posso correre ). A un certo punto mi sono scontrato con una mentalità e un mercato del lavoro durissimo. Ora la maggioranza delle aziende se non hai svolto lo stesso lavoro nel medesimo ruolo , settore e ambiente difficilmente ti prendono in considerazione. Quando di base le soft skill sono comuni. Per esempio se hai venduto scarpe non puoi vendere magliette. Nonostante il lavoro sia il medesimo. Cambia il settore è questo rappresenta un problema enorme. Per questioni di volontà da parte di un azienda di aspettare un tempo congruo affinché una persona possa imparare e essere produttiva. Si vive nel tutto subito. E poi ci sono altre problematiche si cui sorvolo. Tranne una: in alcuni ambienti ancora si sente molti imprenditori e aziende che certi lavori possono farli solo gli uomini o le donne.lIl mio attuale lavoro e visto ancora oggi nel 2019 dalla maggioranza delle aziende del settore che sia preferibile farlo fare alle donne. Con questa visione anni 80' che la donna tira e allora si vende. Follia pura nel mondo moderno. Ci sono una miriade di problemi nel mondo del lavoro di oggi ancora ancorato a un modello post seconda guerra mondiale. Ilaria c'è una storia dietro ognuno di noi e sarebbe bello ascoltarle prima di stabilire se si è o meno dei pochi di buono. Aver vissuto delle difficoltà e esserne sempre caduto in piedi lottando come un leone contro un mondo duro e retrogrado vale molto di più dal mio punto di vista del posto fisso in posta. C'è una storia dietro ogni persona che merita di essere ascoltata. E non mi sento indegno all'amore di una donna perché non ho il posto fisso. Scusami Ilaria, la vita non è sempre semplice e la differenza la si fa in base a come si affrontano le difficoltà. Si cade e ci si rialza e questo vale di più di un 740 gonfio. Con stima e rispetto per tuo lavoro sai che ti seguo con piacere.
      Rispondi a Emanuele Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 5 anni fa (9 Ottobre 2019 20:20)

      Scusa, Emanuele, ho letto il tuo lungo commento e letto e riletto l'articolo. Mi segnali quali sono i punti in cui io farei determinate affermazioni alle quali ti riferisci, nell'articolo o nei commenti. Parlo di quello che ho scritto io, si intenda.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (9 Ottobre 2019 21:17)

      @Emanuele: hai sbagliato articolo? Perché questo parla del prendere le distanze dai propri problemi, non da quelli degli altri. Parli di quello in cui Ilaria consiglia di non farsi carico del problema altrui? Obiettivamente per mettere su famiglia una certa stabilità economica serve. Puoi pensare di avere dei figli e di poterti occupare di loro? Questa è una domanda che tu dovresti fare a te stesso, per capire che cosa vuoi e a che punto sei.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

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      Ilaria Cardani 5 anni fa (9 Ottobre 2019 21:29)

      In ogni caso ci tengo a sapere quali sono i punti esatti ai quali fa riferimento, dato che sono certa di non pensare quello che lui dice che sembro pensare, per cui voglio chiarire...
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (10 Ottobre 2019 11:12)

      Anche il gran numero di più al commento di Emanuele dovrebbe far venire qualche dubbio. Qui forse vogliono comunicarci che dobbiamo essere comprensive, perché il mondo è brutto e cattivo, suppongo per colpa delle casalinghe che devono pagare le bollette
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Emanuele

      Emanuele 5 anni fa (10 Ottobre 2019 12:29)

      Ciao AnnaV, con calma rispondo a tutti, io osservo semplicemente che le persone hanno una storia. E io di certo non voglio relegare le donne al ruolo delle casalinghe che devono pagare le bollette. E visto che il mondo è brutto e cattivo la vita non è facile per nessuno. E ci possono essere mille ragioni per ogni genere di difficoltà.
      Rispondi a Emanuele Commenta l’articolo

    • Avatar di Emanuele

      Emanuele 5 anni fa (10 Ottobre 2019 13:18)

      Ciao AnnaV, siamo d'accordo che serve mantenere un certo distacco dal propri problemi per vivere meglio e non farsi carico di quelli altrui. Voglio fare una distinzione tra problemi che possono essere causa di rischio per la propria stabilita emotività e mettere a repentaglio vita altrui tra quelli che tutti noi abbiamo e possono essere fonte di discriminazione . Perché a questo punto è meglio rinchiudersi da qualche parte da soli pur di evitare le persone con problemi. Ben inteso che e inaccettabile chi sfrutta il prossimo, chi abusa o se ne approfittata.
      Rispondi a Emanuele Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (10 Ottobre 2019 13:32)

      @Emanuele: ma tu pensa a te stesso, e a ciò che vuoi dalla vita, dal lavoro, da te stesso e da un rapporto. Il fatto è che le donne sono educate ad accollarsi i problemi altrui, e gli uomini ad avere le donne sempre e comunque al loro fianco. Ecco perché Ilaria consiglia di fare attenzione. Tu pensa a risolverti, come se dovessi cavartela da solo, poi si vede. A tutti i livelli.
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Emanuele

      Emanuele 5 anni fa (10 Ottobre 2019 15:02)

      Ciao AnnaV e grazie. Me la sono sempre cavata da solo. Come ho sottolineato andrebbe valutato in linea generale come una persona reagisce alle difficoltà che incontra. Si cade e ci si rialza e questo fa la differenza. E chiaramente non approvo uomini che non reagiscono e si fanno mantenere dalle donne o peggio ancora le sfruttano e non si danno da fare a risolvere i problemi. Io parlo d'altro, non è detto che se una persona abbia vissuto fuori dal comune pensare sia una disturbata o poco di buono. E allo stesso modo non ritengo opportuno che qualcuno si faccia carico dei miei problemi. Ho vissuto delle difficoltà e con ciò ? Non posso avere un progetto di vita a tutto tondo includendo anche una donna ? Non chiedo a nessuna donna di farsi carico dei miei problemi( me li risolvo da solo ) chiedo di sentire la mia storia e di valutare chi ha di fronte.
      Rispondi a Emanuele Commenta l’articolo

    • Avatar di AnnaV

      AnnaV 5 anni fa (10 Ottobre 2019 16:36)

      Con "pensa alla tua vita" intendevo dire: non è che tutto quello che si dice degli uomini riguarda direttamente te in quanto sei un uomo. Se fare la crocerossina è patologico, non significa che gli uomini non debbano o non possano avere problemi. Significa solo che le donne non si devono sentire in missione con uomini problematici. E, d'altra parte, tutti abbiamo problemi, ma non tutti siamo "persone problematiche".
      Rispondi a AnnaV Commenta l’articolo

    • Avatar di Emilia

      Emilia 6 anni fa (30 Ottobre 2018 17:01)

      Laura, condivido in toto il tuo commento! Tra i tanti siti o blog "spazzatura" che si possono trovare in rete, "La persona giusta" è davvero una risorsa per chi è in cerca di amore innanzitutto verso se stessi. Dunque, rinnovo il mio grazie ad Ilaria... :)
      Rispondi a Emilia Commenta l’articolo

    • Avatar di Viviana

      Viviana 6 anni fa (30 Ottobre 2018 14:31)

      Hai ragione Ilaria. Grazie!
      Rispondi a Viviana Commenta l’articolo

    • Avatar di Atolla

      Atolla 6 anni fa (31 Ottobre 2018 18:58)

      Mah, io da un tipo che non è in grado di amministrarsi la vita dal punto di vista materiale non solo fuggirei a gambe levate ma soprattutto non capisco che tipo di interesse e attrazione possa suscitare. Ad uno così toccherebbe fare da badante, altro che storie! Poi sono e resto del parere che in una relazione i soldi debbano rimanere fuori (a parte quando la relazione è consolidata, si convive e si presentano bollette, affitto, mutuo, spesa quotidiana, conti vari da pagare) ; sento sempre puzza di bruciato anzi di carbonizzato quanto leggo o sento donne che raccontano "gli ho prestato X euro per aiutarlo nella sua attività/per pagare i debiti ecc" (e si tratta sempre di somme importanti), la gran parte delle volte non li rivedranno più e non sarà nemmeno il peggiore sopruso da sopportare. Non ti bastano i 10 mila euro perduti? Vorresti davvero un altro accollo, come lo chiamano a Roma?
      Rispondi a Atolla Commenta l’articolo

    • Avatar di max

      max 6 anni fa (12 Novembre 2018 13:35)

      Salute a Ilaria e tutte le lettrici!...interessante il discorso...parlando per me ho il pensiero -giusto o sbagliato- che l' uomo debba avere una sicurezza economica/lavorativa che gli consenta al bisogno di tirare avanti la famiglia (non mi riferisco al mantenimento totale, ma ad esempio nel caso frequente in cui la compagna decida ad esempio di chiedere un part-time in seguito ad una gravidanza) e di vivere serenamente il rapporto (oltre ai social, anche le difficoltà economiche sono fra i principali ostacoli che minano lo scorrere di una relazione)...parlando in generale, l' argomento è spinoso e ci possono essere mille ragioni per una decadenza economica, ma probabile che se mi ci dovessi mai ritrovare non vivrei serenamente e questo si riverberebbe nella mia relazione...certo è che tante persone, soprattutto uomini, sono stati poco lungimiranti a costruirsi una vita e poi ne pagano le conseguenze, come il tizio 50/60enne che qualche giorno fa mi è venuto addosso con il suo furgone senza assicurazione...ma che vita "piena" può fare un uomo che fatica a parlare l' italiano e non trovato di meglio dei mercatini dell' usato/ciarpame con il furgone scassato senza assicurazione?....questo mi fa ringraziare mia madre che -da donna single cresciuta nel periodo duro della guerra e laborioso del dopoguerra- mi ha fatto studiare, e trasmesso la ricerca dell' indipendenza economica e sentimentale
      Rispondi a max Commenta l’articolo