Sei timida o sei solo noiosa ed egoista?

timidezzaA formurarla correttamente questa domanda dovrebbe essere: sei timida o sei anche noiosa, egoista e antipatica? Ok, timide di tutto il mondo unitevi e datemi, insieme e contemporaneamente, uno sputo in un occhio. Ma come? La timidezza è per voi un così grande problema, tanto che vi impedisce di conquistare un uomo e di avere relazioni appaganti con le persone in generale e io sto dicendo che forse-forse essere timida significa essere noiosa ed egoista?

Ma tu non pensi di essere affatto  noiosa ed egoista, giusto? Tu pensi di essere gentile d’animo e piena di buone intenzioni. Semplicemente credi di essere timida e che la timidezza sia il tuo più grande limite per quel che riguarda  le relazioni e in particolare le relazioni con gli uomini, giusto?

Uhm, vediamo un po’ se è davvero così o se ti serve un piccolo passo in più verso la consapevolezza di te stessa. Un piccolo passo un più verso la tua autoconsapevolezza che è un grande passo avanti verso la sconfitta del  nemico numero 1: la timidezza!

"Niente supera in gravità gli sgarbi e le villanie che si commettono per timidezza. Emil Cioran"

Ok, riassumiamo: la timidezza è quella sensazione che ti pervade da capo a piedi, quello stato d’animo, quell’emozione che ti “blocca”, non ti fa dare il meglio di te, ti fa spesso sentire una cacca di fronte agli altri e, soprattutto, ti impedisce di avere relazioni vere e appaganti e di sedurre un uomo che ti piace. Mica roba da poco, eh! Sono certa anche che la timidezza, molto spesso, per non dire sempre, ti acceca, ti fa vedere tutto nero e ti fa soffrire moltissimo. Molto bene. Anzi, per nulla bene. Molto male.

Essere timida ed essere noiosa: sono la stessa cosa?

Che poi, ribadisco, starai dicendo tra te e te: “ma quanto tatto e quanto garbo ha oggi Ilaria!” Già per te la timidezza e l’essere timida sono problemi enormi e ora io sto pure insinuando che non solo sei timida, ma probabilmente, essendo timida in realtà sei soprattuto noiosa e/o egoista. Questo sembra proprio non essere corretto, gentile ed educato, manco per niente.

"La timidezza è quando distogli lo sguardo da una cosa che vuoi.J.S.Foer"

Eppure anche se ti stai arrabbiando con me, se ti senti in qualche modo colpita o ferita, ti invito a continuare a leggere perché qui dentro ci sono delle provocazioni e delle riflessioni che ti sono molto utili, se –ovviamente – le prendi in considerazione con il giusto atteggiamento mentale.

"La vergogna è quando distogli lo sguardo da una cosa che non vuoi.J.S.Foer"

E poi stiamo facendo tutto questo discorso con un obiettivo preciso: fare tuo qualcosa che ti aiuti a superare la timidezza, ad andare oltre, a usarla per trasformarla in qualcosa di positivo per te.

Timidezza, egoismo, antipatia

L’altro giorno leggevo il blog di un mio collega inglese di cui ho avuto già modo di parlare nell’articolo dedicato alla fine della cavalleria: si tratta di Matthew Hussey, un giovane coach che aiuta le donne a trovare l’uomo giusto. Ebbene, sul suo sito qualche tempo fa ha pubblicato un articolo e un video provocatori, per non dire scandalosi, sulla timidezza e sull’essere timida.

Perché dico scandalosi? Perché afferma che, per molte persone, la timidezza è una scusa per non contribuire, cioè per non fare la loro parte nella seduzione, nella coppia, in una compagnia e in definitiva… nella vita. Anche qui, mica roba da niente. Il fatto è che io mi trovo d’accordo con lui. Se una persona si nasconde dietro la scusa della timidezza per non darsi da fare, beh, può davvero dare l’impressione di essere presuntuosa ed egoista. Forse è una persona che pretende che siano gli altri a fare tutto. E questo, diciamocelo francamente, non rende propriamente simpatici… E nemmeno divertenti, anzi, rende noiosi, perché l’aspetto divertente della vita e delle relazioni è che si fanno le cose insieme, che si copie un pezzo di strada ciascuno (non uno tutto e l’altro ninete), che una mano lava l’altra…

Smettila di essere timida

Che dice ancora il nostro amico inglese? Dice che certo, a questo mondo ci sono persone che hanno una personalità e un carattere da “introversi”, ma questo non significa assolutamente che si debbano comportare da introversi ogni secondo della loro vita e per tutta la loro vita. Non sarebbe corretto nei confronti degli altri, oltre che di se stessi.

E c’è del vero in questo, come dicevamo prima: se ti comporti da timida sempre e comunque e ti nascondi dietro la tua timidezza è probabile che dentro di te giochino una certa resistenza a metterti in gioco, la pretesa che siano gli altri a fare tutto il lavoro, la pretesa che gli altri superino la tua timidezza al posto tuo.

Tu sei molto più potente della timidezza

Ma torniamo agli introversi e al fatto che nessuno è obbligato a comportarsi da introverso tutta la vita, perché una caratteristica personale non ci definisce nella nostra sostanza e nella nostra totalità. Perché noi siamo molto più grandi e “ampi”delle nostre caratteristiche. Siamo molto più variegati delle etichette che ci siamo affibbiati noi o che ci hanno affibbiato gli altri.

Desideri il rapporto della tua vita e vuoi scoprire il modo giusto per far innamorare un uomo e costruire con lui una relazione sana, serena e che duri nel tempo? Ecco il precorso che ti guida passo passo nella realizzazione di una vita di coppia sana e appagante, dal primo incontro fino alla convivenza

Perché le nostre possibilità, in negativo o in positivo, di fatto sono illimitate. La questione semmai è che dobbiamo essere in controllo di noi stessi, delle nostre possibilità, delle nostre sfaccettature.

Che cosa significa questo? Significa che se tu pensi di essere introversa, è probabile che l’introversione sia una tua caratteristica, ma non significa che tu sei solo e unicamente introversione o sei solo introversa. Non sei solo timida o non sei solo timidezza.Tu hai molte altre caratterstiche. Tu sei molto più grande, ampdi più e contieni molto di più della tua timidezza. Sei molto più potente della tua introversione. Una delle tue caratteristiche, per esempio, dato che è una caratteristica tipica di tutti gli esseri umani, è la capacità di adattamento, la capacità di cambiare, la capacità di apprendere.

E quindi? Quindi tu puoi benissimo imparare a comportarti in modo aperto ed estroverso, se questo ti permette di essere più felice, più equilibrata e di raggiungere i tuoi obiettivi.

In che modo puoi imparare a essere estroversa, quando vuoi e quando ti piace esserlo? Seguendo questi cinque semplici passi, uno alla volta in modo graduale.

1)      Decidi che, sì, basta, è ora di smetterla di soffrire e di vivere una vita a metà a causa della timidezza. Per quanto ancora vuoi soffrire? Quante cose belle della vita e delle relazioni hai ancora voglia di perderti con la scusa della timidezza e di essere timida? Immaginati tra dieci anni ancora a inventarti scuse sulla tua timidezza per non metterti in gioco. Quanta sofferenza avrai accumulato, quante occasioni avrai perso?

2)      Considera che in effetti, magari non te ne rendi conto e non è nemmeno tua intenzione, ma la tua timidezza può essere davvero determinata da un sorta di disprezzo per gli altri, di egoismo e anche di poca disponibilità umana. Pensaci, dico molto sul serio.

3)      Scegli alcune persone estroverse e simpatiche che conosci. Possono essere i tuoi vicini di casa come i tuoi attori preferiti, non importa se le conosci personalmente o solo di fama. Osservale con attenzione per comprendere  quali sono i due/tre comportamenti (non ne sono necessari di più) che fanno di loro delle persone aperte verso gli altri e disinvolte nelle relazioni.

4)      Rilassati e prendi tutto con divertimento. Puoi tranquillamente restare introversa se ti piace tanto l’idea e, nello stesso tempo, puoi concederti agli altri, avere curiosità per loro, sentirti attratta verso gli esseri umani in quanto tali, tanto, per esempio, da rivolgere loro la parola tu per prima (che siano uomini o donne non importa). Puoi scegliere di non essere snob o presuntuosa e quindi di rompere il muro della tua insicurezza per dare il tuo personale contributo al mondo, entrando nel gioco della vita, affrontando la tua sfida unica e irripetibile nella nostra esistenza, che è la cosa più divertente che si possa fare a questo mondo.

5)      Rifletti sul fatto che molti nella loro vita hanno superato e superano ostacoli apparentemente insormontabili, di continuo. Anche tu ne hai superati molti, anche se non vuoi ricordartene o non vuoi farci caso. Come si superano gli ostacoli? Ci si caga addosso di fronte a certe sfide: ci si caga addosso, perché è umano, ma siccome non ci si può cagare addosso sempre e per tutta la vita, e dopo un po’ la cagarella finisce, si esaurisce, smette ( e così anche il rossore, il sudore alle mani e la tremarella), allora a quel punto senza quasi nemmeno accorgertene ti ritrovi dentro al gioco del rapporto con gli altri e ti godi le relazioni.

5b)  Una piccola postilla da tenere ben presente: gli altri non sono perfetti, il mondo non è  perfetto, le relazioni non sono perfette. Forse, mi permetto di dire, nemmeno tu sei perfetta. Anche se pensi di proteggerti dietro alla tua timidezza, non riesci a nascondere la tua mancanza di perfezione. Fai un migliore servizio al mondo se ti apri, con i difetti che ti ritrovi e li metti in bella mostra. Di sicuro diventi subito più simpatica. E mandi la timidezza a quel paese.

"Se la presunzione è un difetto, la timidezza lo è pure. Louis-Benoît Picard"

Vuoi superare la tua timidezza e la tua insicurezza con gli uomini? Vuoi scoprire come sedurre un uomo in modo rilassato e divertente? Intraprendi il percorso “Come sedurre un uomo senza stress né per te, né per lui”. E’ fatto apposta per te.

Lascia un Commento!

67 Commenti

  1. Avatar di Massimo

    Massimo 11 anni fa (9 Settembre 2013 13:17)

    Un articolo molto interessante. E' rivolto alle donne ma penso che valga anche per gli uomini
    Rispondi a Massimo Commenta l’articolo

  2. Avatar di Erick

    Erick 11 anni fa (9 Settembre 2013 17:26)

    Secondo me ognuno è padrone della propria personalità che sia timido o non. Quando uomo e donna si incontrano è questione di alchimia, di feeling, di condivisione. Se ci sono queste premesse qualsiasi barriera si abbatte facilmente, basta volerlo, basta mettersi in gioco. Per fare da esempio: io stesso, tendenzialmente schivo o magari riservato e rinunciatario, se motivato "attacco il turbo" ed ottengo ottimi risultati !!! Quindi diciamo che se c'è volontà non ci vuole un miracolo e non serve essere Superman per vincere questi ostacoli.
    Rispondi a Erick Commenta l’articolo

  3. Avatar di Silvia

    Silvia 11 anni fa (9 Settembre 2013 19:21)

    Alle volte ritengo che quello che desideriamo sia talmente forte che trovarsi davanti alla persona blocca! La timidezza per me è paura di affrontare la realtà! Paura di rimanere delusi! Quindi è più facile fare la parte dei baccalà!
    Rispondi a Silvia Commenta l’articolo

  4. Avatar di Gloria

    Gloria 11 anni fa (9 Settembre 2013 19:39)

    Per me essere timida è stata quasi sempre una fregatura... Il pericolo è quello di diventare un semplice spettatore della propria vita... in realtà bisognerebbe esserne i protagonisti... Questo mi è successo più volte; troppo attendista, troppo accondiscendente, troppo paurosa...è difficile scrollarsi di dosso tutta un'impalcatura costruita, mio malgrado, durante gli anni...ci ho provato e ci proverò ancora.
    Rispondi a Gloria Commenta l’articolo

  5. Avatar di Luca

    Luca 11 anni fa (9 Settembre 2013 20:37)

    Ciao a tutti, Ilaria, concordo pienamente su quello che hai scritto e anche se non è corretto dirlo, mi sento inferiore a tutti, donne e uomini, vorrei tanto fare nuove conoscenze. Non ci riesco perché ho abbastanza, o meglio ancora, poca stima nei miei confronti.... Mi sento piccollo.... Forse è anche del fatto che in passato ho avuto molte delusioni, nonostante mi sia sempre comportato bene con il gentil sesso. Mi sono iscritto in palestra, un giorno mi capita che una ragazza si mette sulla cyclette affianco a me. Metre continuavo a pedalare, è saltata su dicendomi quanto fastidio gli dassero, le mosche e le zanzare. Gli risposi che effettivamente danno un sacco fastidio. Insomma...! Non sono più riuscito a dire qualche altra cosa. Il mio cervello sembra vuoto. Non sò più che cosa dire.. La mia paura, è che se faccio qualche domanda in più, ovviamente non di quelle volgari, scappi per la paura che magari ci provi.... Non saprei.........
    Rispondi a Luca Commenta l’articolo

  6. Avatar di Antonella

    Antonella 11 anni fa (9 Settembre 2013 20:53)

    La timidezza l'ho vissuta durante l'adolescenza, in una forma molto ostinata, ma che si manifestava soprattutto nei rapporti con l'altro sesso. L'ho superata da tempo. Il lavoro, la vita e le esperienze mi hanno completamente modificato, ora infatti quella parola non fa più parte del mio vocabolario. Ricordo però che non era semplice gestirla, i consigli e le opinioni altrui non avevano grande impatto su di me. Credo ci sia un 'tempo tecnico' da rispettare. Forzare la natura di una persona timida non è sempre un successo, anzi, si rischia la banalizzazione della persona stessa. Alla base c'è sempre l'autostima (purtroppo o per fortuna), da questa condizione partono tutte le possibilità, sia in ambito sentimentale che lavorativo e molto altro ancora.
    Rispondi a Antonella Commenta l’articolo

  7. Avatar di Alessandro

    Alessandro 11 anni fa (9 Settembre 2013 23:40)

    Conquistare una donna o un uomo non è poi così difficile, il problema vero è tenerlo/a, un uomo si può conquistare anche con la timidezza, se l’uomo in questione è sensibile alle difficoltà femminili, se caratterialmente e tendenzialmente è un uomo con prerogative protettive nei confronti dell’altro sesso. La vera timidezza non è da sottovalutare, è un handicap che in taluni casi può provocare stati di panico, reazioni incontrollabili, l’articolo di Ilaria è alquanto significativo, direi quasi sintomatico, una delle frasi più riflessive, a mio parere è: “Sei molto più potente della tua introversione”. Questa frase da uno spunto molto prezioso ha chi purtroppo soffre di introversione e timidezza acuta, bisognerebbe lavoraci sopra seriamente, certamente non è facile, non bisogna essere dei superman, come dice Erick, ma ci vuole tempo , molta determinazione e consapevolezza delle proprie capacità, e qui rientra in ballo la famosa e mai abbastanza considerata “autostima”, opportunamente e efficacemente citata da Antonella, ci metto nel mucchio anche la fortuna o la capacità di incontrare le persone giuste e l’ambiente adatto.
    Rispondi a Alessandro Commenta l’articolo

  8. Avatar di Rossana76

    Rossana76 11 anni fa (10 Settembre 2013 11:09)

    Ma voi vi volete bene? Vi coccolate? Voglio dire.... Fate ogni tanto il bagno con tanta schiuma? Accendete la radio quando vi svegliate al mattino? Vi cucinate un pranzo 'da forno' quando vi salta la voglia anche se siete sole in casa? Vi regalate un profumo, o provate a crearvene uno solo vostro? Gli altri non sono fondamentali per regalarsi carezze. Se ti accarezzi, poi la voglia di regalare quelle carezze che hai in surplus ti viene da sola
    Rispondi a Rossana76 Commenta l’articolo

  9. Avatar di Paolo

    Paolo 11 anni fa (10 Settembre 2013 17:34)

    Spesso ci facciamo troppe aspettative e queste alimentano ancora di piu la timidezza, la paura che le cose non vadano come le abbiamo immaginate. Un antico insegnamento Zen dice: "Se comprendi, le cose sono come sono. Se non comprendi, le cose sono come sono."
    Rispondi a Paolo Commenta l’articolo

  10. Avatar di Gloria

    Gloria 11 anni fa (10 Settembre 2013 17:59)

    Brava Rossana76, ho davvero tanto da imparare da te. Dai tuoi commenti deduco che tu sia una persona positiva, ironica ed entusiasta. Grazie davvero
    Rispondi a Gloria Commenta l’articolo

  11. Avatar di minou

    minou 11 anni fa (11 Settembre 2013 10:12)

    @Rossana76: wow che bella domanda! Non ho però capito perché l’hai fatta in questo post. Che nesso logico c’è con la storia della timidezza? Puoi spiegarmelo? In ogni caso, brava, domanda stuzzicante. Mi fa pensare e non so rispondere. Accidenti. Se il bene che mi voglio si può leggere dagli esempi che fai, esce fuori che mi detesto... Però questo non è possibile. E allora forse è questione di gusti. Bagno con la schiuma? No, non ce la posso fà! Mi stressa l’idea di mettermi in ammollo, rilassarmi e poi il pensiero di alzarmi, uscire dal brodo primordiale, sciacquarmi, avere freddo, vestirmi. Allora preferisco doccia, mettermi la crema a letto e collassare direttamente senza dover fare altro. Radio la mattina? No, non posso. Devo ascoltarmi i pensieri. E’ l’unico momento in cui posso fare il punto sulla notte trascorsa e quello che ho sognato. Il mondo fuori può aspettare a rompermi le scatole! Cena “da forno” quando sto da sola? Ecco, di questo parliamone. Normalmente cucino in maniera amorosa, ma non lo faccio per un uomo né solo per me. Mi piace preparare cose buone per mia figlia, che è piccola ma una gran buongustaia. Piuttosto, se capita (raramente per fortuna) che lei non sta con me ma a casa del padre, io subisco una sorta di trasformazione su cui mi hai fatto riflettere tu. Divento proprio una troglodita. Mi abbrutisco. Sicuramente è per la tristezza di non averla con me e reagisco in una maniera un po’ trash ma che mi fa bene e mi fa pure venire da ridere. Ma sì, lo racconto va. Così magari capisco se devo rivolgermi alla neuro o posso ancora farcela senza... Ah ah ah! Torno a casa, entro lanciando le scarpe, scaravento borsa, vestiti, frullo letteralmente qualsiasi cosa ho addosso e me ne sto nuda come una selvaggia. Mangio con le mani e magari direttamente dalla pentola e bevo dalla bottiglia. Sì, lo faccio. A me dico che almeno così lavo meno cose, ma in realtà – la verità vera – è che mi piace proprio. E mi piace fare cose sporche. Intendo dire, cose che mi fanno sporcare, senza lo stress di dover lavare i vestiti. Tipo verniciare qualsiasi cosa, dipingere usando pure i piedi, lavorare la carta pesta, la creta, la cera... qualsiasi cosa. Ma anche cose meno artistiche e utili, tipo stuccare, cementare, segare, martellare, assemblare, spostare tutto. Oppure impastare. Che bello! Divento lurida e sono felicissima. Ovviamente sono tutte cose che faccio anche con lei. E con immenso piacere! Però a lei cerco di dare un aspetto più rassicurante di me. Con lei sono più composta, e sicuramente vestita! Non tanto per pudore, c’ho paura che le vengono le turbe altrimenti, se va a raccontare agli amichetti “mia madre fa il pane con la spianatoia nuda per terra in salotto, perché, la tua no?” Forse, dagli esempi che fa Rossana, dovrei volermi bene in maniera più femminile. Ma, appena posso, via i tacchi, i corpetti, il pizzo... che liberazione! Ah, un’altra cosa che mi piace fare quando torno a casa e sto da sola: strofinarmi gli occhi e pasticciarmi il trucco per tutta la faccia. Che catarsi! Per quel che riguarda la timidezza invece, boh, secondo me usiamo termini uguali per intendere cose diverse. Io ho sempre pensato di essere timida. Ma se lo dico, in particolare a un uomo, ammesso non mi sbotti a ridere in faccia, mi sento rispondere che non è affatto vero. E invece per me sì! E lo saprò io, no? Secondo me scambiano il fatto che non mi imbarazza niente nel rapporto uomo-donna e non ho difficoltà a dire ciò che mi piace pure sessualmente per non-timidezza. Ma non è così. Per esempio, non salirei mai su un palcoscenico, devo forzarmi per tenere una lezione in una classe, mi devastano le cene con tanta gente. Avete presente la tavolate dove si parla col vicino (di cui non te ne può fregà di meno) del più e del meno? Ecco quelle. Mi annoiano in una maniera letale. E ho la mia teoria su questo. Gestisco bene i rapporti alla pari, ho bisogno di comunicare faccia a faccia, guardando dritto negli occhi. Nella comunicazione una a cento sento di perdere il controllo. Mi distraggo. Magari, se sono costretta, per esempio in una classe, sto con i sensi a 3000, non mi faccio sfuggire un movimento, un battito di ciglia, uno sguardo, intercetto tutto. Ma mi costa una fatica enorme! Per cui tendo a evitare. E questo secondo me lo faccio perché se c’è una platea sono insicura. Poi, sì, sicuramente anche egoista. E vabbè, l’ammetto. Se non ricavo nulla da una conversazione, in termini di piacere-interesse-insegnamenti-cose da cui imparare, ma che parlo a fare? E chissene frega che hai fatto ieri o dove sei andato in vacanza... Lo so, non è carino dirlo, e infatti non lo dico, ma lo penso. Sono noiosa? No. E ne sono certa perché non mi annoio mai quando sto da sola, trovo sempre una marea di cose da fare che mi piacciono. Però ammetto di essere asociale. Fino a qualche anno fa me ne vergognavo. Che cruccio. Pensavo fosse sbagliato, anormale, maleducato e da incivili annoiarsi alle feste o alle cene numerose. Ora mi ascolto molto di più e tra l’annoiarmi in gruppo e il divertirmi da sola non ho dubbi sulla scelta!
    Rispondi a minou Commenta l’articolo

  12. Avatar di Rossana76

    Rossana76 11 anni fa (11 Settembre 2013 23:43)

    Cerco di tradurmi meglio di quanto abbia fatto in precedenza :-) ma ovviamente è solo la mia opinione e il mio modo di osservare le cose. Penso che dietro la parola timidezza tutti intendano varie cose come è stato scritto più sopra negli interventi. Molti chiamano timidezza il 'pudore' (ma perchè?), la 'pigrizia mentale' (ecco..), la 'paura' (fuoco), io chiamo perfino timidezza 'la stitichezza dell'aggressività' (ma qui è un discorso lungo..) Quello che a me importa di sapere della timidezza è una cosa sola; e cioè, è invalidante. Fortunatamente dopo un periodo infantile-adolescenziale 'timido', direi che oggi io e la timidezza ci amiamo come si amavano Ivana Trump e il suo Rockfeller al momento di firmare le carte del divorzio.
    Rispondi a Rossana76 Commenta l’articolo

  13. Avatar di Rossana76

    Rossana76 11 anni fa (11 Settembre 2013 23:43)

    Trovo che sia 'invalidante' il 'non fare'. E del 'non fare' si trovano sempre a supporto degli ottimi perchè. Perfino quando non ce ne sono, quei perchè sono ottimi. Non so proprio come gli altri vincano la loro timidezza, so che la mia si è 'persa' (che poi non si è persa, è semplicemente sotto pieno controllo) quando ho cominciato davvero a volermi bene. E cioè a vincere la 'pigrizia mentale' e a fare le cose che mi piace fare, per me. Le piccole cose sono importantissime. Tutti hanno diritto alle piccole cose. Le piccole cose sono il trampolino per 'volere di più'. Ad esempio a non aspettare di avere la presenza di qualcuno per cucinare, a gestire il bisogno di silenzio ma non a subirlo (adoro avere voci in casa la mattina; se non ci sono persone a parlare, me le procuro con la radio). A curare l'intimo anche se non c'è nessuno ad ammirarlo o a cui mostrarlo (provate. Tutte dovremmo avere il piacere mentale sicuro di camminare per strada e essere 'figadentro'). A fare il bagno con tanta schiuma o con il latte in polvere (lo aromatizzo con fragranza alla rosa. Poppea mi fa'n baffo!)
    Rispondi a Rossana76 Commenta l’articolo

  14. Avatar di Rossana76

    Rossana76 11 anni fa (11 Settembre 2013 23:44)

    Insomma, mi coccolo. Mi coccolo perchè mi do importanza. E dandomi importanza permetto alla mia naturale curiosità verso cose e persone di uscire perchè 'mi sento a posto', perchè tutto il mio orto è curato e a posto, e mi viene voglia di bosco. Se io mi sento meglio, anche con gli altri sto meglio, sono più sorridente, più curiosa, anche più appassionata nei miei naturali interessi, quelli che raccogli stradafacendo con la tua indole e che poi sono tuoi, ti appartengono. Quando cominci a spingere l'asticella sempre un po' più in là, poi non hai 'paura' di interagire con gli altri, non ne hai soggezione. Potete chiamarlo autostima, è la stessa cosa. Ma il motore primo, consiste nel mettere al centro il proprio benessere, senza dover dare chissà quale manifestazione di forza. Se vincere la pigrizia mentale è importante, questa vittoria da sola non basta. E bisogna fare i conti con la 'paura'. Quel senso che si ha di essere lì lì sullo strapiombo della figuraccia, della risposta negativa, della colossale figura di mierda..
    Rispondi a Rossana76 Commenta l’articolo

  15. Avatar di Rossana76

    Rossana76 11 anni fa (11 Settembre 2013 23:45)

    Ora, io capisco che tutelare la propria autostima sia importante. Ma tutelare, non blindare. Se l'autostima la si mette sotto una campana di vetro c'è da chiedersi... che autostima è? L'autostima di per sé ama il 'rischio'. Calcolato il giusto, senza pretendere che il calcolo ti dia anche i decimali nella risposta, e con la serenità di accettare il fatto che probabilmente una grossa parte di noi in matematica faceva anche (fa ancora) abbastanza pietà. Quello che io temo di cose come la 'paura', la 'timidezza', la 'pigrizia mentale'... è che mi possano rendere 'invalida'. Una 'disabile' delle opportunità. E quindi faccio proprio questo giochino, quando sono in dubbio e mi scatta quel secondo in più di pensiero: “se sto ferma che cosa ci guadagno? Quanto ci perdo a non muovermi? Posso sopportare di perdere senza fare nulla?” Ecco, aver spostato la mia asticella del mio benessere signifca anche che non sopporto di non provare a procurami occasioni di benessere nuovo. Mi sono ingolosita.
    Rispondi a Rossana76 Commenta l’articolo

  16. Avatar di Rossana76

    Rossana76 11 anni fa (11 Settembre 2013 23:46)

    Faccio esempio, visto che capita a fagiuolo e fa capire tutto l'ambaradàn scritto; essendo sbordante ( ma anche se sembra impossibile, riservata. Non alzate quel sopracciglio) vi ho già scritto che ho avuto un appuntamento sabato. Non ho spiegato come ci sono arrivata :-) settembre è un mese maledetto per le donne (ma in effetti è uguale a gennaio, febbraio, marzo...) ti scopri grassa (che poi grassa.. è un po' di ritenzione). Coi ciccetti (fisiologici), le venuzze (ovvio, il sangue ci passa da sempre, edaichedai prima o poi succede che si evidenzino un pò..) e quindi, approfittando delle offerte 'agratis' che, con la crisi, le palestre fanno per fregarsi clienti l'un l'altra, decido di andare a provare. Ora, sappiamo tutte cosa c'è nelle palestre. Un insieme di corpi sudanti in allenamenti furiosi contronatura (scherzo). Ma non solo. I tempi delle palestre sono cambiati, almeno per me che ho 37 anni; se prima semplicemente ci si allenava, e ci si conosceva, ora la palestra è diventato un social network di muri e attrezzi , in cui trovi persone attaccate all'ipad, all'ipod, a facebook. E che mentre la testa è collegata in virtualità varie, i loro corpi dissociati lanciano segnali a destra e a manca , con noncuranza. Con assoluta noncuranza. Eccerto. Non sono le persone che lo fanno eh! Ben inteso. Sono i corpi che vivono di motu proprio. Nessuno più si sorride direttamente o scambia più di una frase di senso compiuto con soggetto, predicato, e complemento. Magari, con un sorriso e un pochino di faccia tosta. Oggi in palestra non si parla e non si dice più; si ammicca. Poi se hai intercettato male il linguaggio o non rispondi al segnale 'noncurante' sono fatti tuoi, io stavo muovendomi pensando al facebook, youtube, badoo, e sarcazzochecosa (scusate, “qualcos'altro”). Insomma, tutti cercano di essere cercati non cercando, con la faccia (che ha tantissimi muscoli espressivi), concentrata in un minuscolo video 3x8.
    Rispondi a Rossana76 Commenta l’articolo

  17. Avatar di Rossana76

    Rossana76 11 anni fa (11 Settembre 2013 23:46)

    Ad esempio, vedi seni che ammiccano a Quli che sorridono, pettorali che si gonfiano sperando nella risposta di un fremito di cosce 'chedicaqualcosa' , attaccate alla biondina sulla cyclette. Il tutto con gente, assolutamente , 'concentrata' a sentire musica nelle orecchie o a smanettare sul cellulare. Bè, mentre mi facevo ammazzare dalla visione della figaggine femminile (ma zio bonino, sei già bonazza, che te ne fai della palestra? Stai a casa!) in questo mentre, eh, noto un uomo. Non un ragazzo, proprio un uomo. (Tradotto; una persona che mi colpisce) Anche lui solo. Sta ammiccando? Boh, di sicuro non a me. E' solo e interessato a qualcosa, qualcuno, o si fa i fatti suoi? Guardo i bicipiti; ma non comprendo se stanno mandando segnali, tipo ansimando. Si stanno gonfiando però, è un segnale? Buonsenso mi dice che sono muscoli semplicemente in allenamento, e sarei anche tranquilla (rassegnata) di questo pensiero, se tutto a un tratto non vedessi natiche femminili marmoree mettersi ancor più in movimento sulle macchine a nastro . E piegamenti sospetti delle braccia di femmine in apertura e chiusura sulle proprie protesi mammarie, rivestite da delicate canottierine fluo. (me lo segno per il futuro di non mettereppiù la maglietta “J'adore le cafè au lait” con tanto di tazza shabby con dentro la tour Eiffel ). Sono sudata, schiacciata dalla superiorità fisica di femmine (le donne in competizione sono sempre femmine) agguerrite attorno a me che conoscono i segnali, e penso. Penso. Lo faccio mentre mi muovo nella maglietta sudata (ho i ciccetti..), mi affanno ai pesi davanti alla parete specchiata (sono grassa..), guardo attorno in cerca di rassicurante gente fuori forma ma vedo solo cosce sode e lisce che fanno squat (maledette vene varicose)... Il tutto mentre attorno a me i Quli ammiccano, le canottierine fluo si sforzano di non strapparsi (sarà tessuto stretch? A me sembra Jersey). Ed è lì che arrivo al mio limite di sopportazione “Vado-via-resto-cosa-ci-guadagno-ad-andarmene-in-doccia-e-a-non-provare-coi-verbi-che-quelli-li-so-infilare-bene?” Almeno gli passo vicino e gli sorrido, inciampo, boh qualcosa provo.
    Rispondi a Rossana76 Commenta l’articolo

  18. Avatar di Rossana76

    Rossana76 11 anni fa (11 Settembre 2013 23:47)

    Faccio per uscire passandogli accanto, e mentre mi levo il mollettone dai capelli (sbagliando; pensavo di contare sull'effetto 'distesa improvvisa capelli lunghi', ma i capelli sono sudati e restano incerti, sparpagliati sulla spalla e attaccati alla testa in alto) erompo in un fantozziano quanto liberale “NON-CE-LA-FACCIOPPIU'!!” (oh si Signore, tutto d'un fiato). Bè si girano tutti a guardarmi; i ragazzi nelle vicinanze, la parete da arrampicata, i Quli , le Cosce, e le canottierine fluo , e pure lui (ma io guardo -solo- lui) le battute sono state più o meno queste: lui sorridendo divertito: sei scoppiata? (che bel sorriso che ha) Io: abbastanza (ricambio il sorriso) lui: è così che deve essere , significa che il lavoro funziona. (non sei tanto alto, ma hai dei bei denti e gli occhi neri. Che affascinanti i capelli striati di bianco..) io: Non so lavorare alle macchine, mi hanno spiegato ma.. lui; quali macchine? Io: quelle. lui: vieni ti faccio vedere.. Ecco. Mi è andata bene ;-) da quel momento è cominciato un avvicinamento fatto di parole scambiate, di sorrisi, poi messaggi, poi telefonate e poi dopo un po', sabato, l'uscita che sapete. Ci siamo rivisti per uscire insieme anche questo lunedì e martedì, e pure in pausa pranzo, e ci vediamo di nuovo domani, ma si fa comunque vivo ogni giorno al telefono con una qualche carineria. Io non chiamo, aspetto lui poi rispondo ricordando che i maschi amano comunicazioni telefoniche brevi (grazie Ilaria. Più breve e carina sei al telefono, più gli viene voglia di richiamarti ancora... e vederti dal vivo). Fidatevi che chiamano prima o poi, se sono interessati, è deleterio inseguirli in ogni modo (Rigrazie Ilaria) Non gliel'ho data al primo appuntamento (grazie anche a te mamma, ma lo sapevo).
    Rispondi a Rossana76 Commenta l’articolo

  19. Avatar di Rossana76

    Rossana76 11 anni fa (11 Settembre 2013 23:48)

    Non è che sono stata 'brava' e nemmeno di approccio 'brillante', anzi. Però ci ho provato. 100 uomini non avrebbero fatto una piega , ma lui ha risposto e poi si è attivato per darmi una mano e da lì le cose hanno preso il via lentamente. Come andrà, vedremo man mano , aspettative non ne ho, mi godo la sua compagnia e lui la mia. Se fossi stata 'timida', 'paurosa'... 'invalida', mi sarei castrata questa opportunità di conoscerlo e di farmi conoscere. Penso che buttare il piede in avanti in qualche modo, sia meglio che tenerlo fermo. E questo è proprio quello che è capitato. Non è capitato a una amica, o a una amica di una amica, è capitato a me. Ve lo lascio come aneddoto-sprone, se può servire. p.s. Alla terza uscita, ieri, ci è partito il pomicione :-) p.p.s. Scusate l'estrema lunghezza
    Rispondi a Rossana76 Commenta l’articolo

  20. Avatar di minou

    minou 11 anni fa (12 Settembre 2013 9:18)

    Ma che bella che sei Rossana! Complimenti!! E grazie per la risposta, la spiegazione articolata e il racconto.
    Rispondi a minou Commenta l’articolo