In questo articolo parleremo di te. Meglio: parleremo delle tue paturnie. So che si tratta di un argomento sensibile, delicato, che può urtare la suscettibilità di molte. Per cui se pensi che le tue paturnie siano importanti e sia importante vivere in base ai principi dettati dalle tue paturnie e pertanto tenersele strette, bene, ti consiglio di non andare avanti nella lettura. Questo è un articolo per donne appartuniate, di sicuro, ma non per donne appartuniate che sono affezionate alle loro paturnie e nemmeno per donne che sono appartuniate ma sono convinte di non avere nessuna paturnia o che avere paturnie non faccia la differenza. Avere o non avere paturnie, invece fa la differenza. In ogni ambito della vita (amore, amicizia, lavoro, denaro, famiglia, tempo libero). Eccome.
"Le paturnie sono orribili: è come un’improvvisa paura di non si sa che. Da Colazione da Tiffany"
Intanto sgombriamo il campo da dubbi e perplessità: le paturnie (termine probabilmente derivato dal latino e dall’unione delle parole “patire” e “Saturno”, giusto per chi vuole saperne un po’ di più) sono quei cattivi umori un po’ inspiegabili, quelle sensazioni di tristezza improvvise o quelle insofferenze per tutto e per tutti che sembrano non avere una causa reale. Tutte sensazioni ed emozioni che colpiscono la maggioranza se non la totalità delle persone, con diversa intensità e diversa frequenza, ma, guarda un po’, ne sono vittime più spesso e in special modo alcune donne poco soddisfatte di sé e della propria vita. E come non si possono spiegare e comprendere le paturnie? Le paturnie sono una cosa seria, serissima
Ma c’è un ma: in questo articolo useremo il termine paturnie per definire quelle convinzioni “granitiche” e negative che le donne hanno su se stesse il mondo, la vita e anche l’amore. Tutte convinzioni che ingabbiano la mente di chi le possiede e ne riducono la possibilità d’azione. Queste convinzioni le chiameremo paturnie, anche perché, udite udite, c’è uno stretto collegamento tra queste paturnie (cioè le convinzioni limitanti, i pensieri che ingabbiano la mente, le idee “forti” sulle cose che tolgono ogni speranza e ogni energia) e quelle altre, di cui parlavamo prima, i cattivi umori e le tristezze improvvise, quelle che ti prendono, parrebbe di sorpresa, e ti fanno stare male con te stessa e con il mondo. Insomma, le tristezze, le paure e i nervosismi improvvisi e anche le depressioni apparentemente insuperabili.
Insomma le tue paturnie di tipo Uno, cioè le convinzioni che ti limitano, sono poi la causa delle paturnie di tipo Due, cioè la malinconia, i pensieri tristi, i nervosismi improvvisi. E le paturnie di tipo Uno hanno come effetto quello di farti assumere comportamenti non utili per te; le paturnie di tipo Due influenzano i tuoi comportamenti e ti fanno perdere lucidità. E sono quelle che ti fanno risultare triste, antipatica e scostante agli altri (uomini compresi).
Paturnie: come riconoscerle
Facciamo degli esempi pratici: se hai la paturnia (convinzione) che gli uomini siano tutti inaffidabili ovviamente avrai un po’ paura di lasciarti andare, avrai paura di sbagliare, avrai paura di soffrire per amore e tenderai, appunto, a non fidarti degli uomini. Assumerai dunque un comportamento verso gli uomini che ti spingerà a trattarli come persone inaffidabili e, questo, indovina un po’, potrebbe far sì che molti uomini si comportino con te in modo inaffidabile o che tu, tutta presa dal problema dell’inaffidabilità/affidabilità, non presti attenzione ad altri segnali importanti per capire se si tratta dell’uomo giusto o no.
"A quanto pare, il “Titanic” di una donna può essere il “Love Boat” di un’altra. Carrie Bradshaw"
E c’è di più: una donna che ha la convinzione che tutti gli uomini sono inaffidabili non potrà essere serena al cento per cento. In fondo al suo cuore vi sarà sempre questo sottofondo di insicurezza, amarezza e tristezza, che poco o tanto influenzerà il suo umore. E alla fine quel sottofondo “negativo” contribuirà al comparire di quell’altro genere di paturnie: i malumori improvvisi. E così, tanti saluti alla serenità e alla felicità, amica mia…
E’ chiaro? E’ importante soffermarsi su queste considerazioni perché una volta presa consapevolezza di come scattano certe catene di associazioni di pensieri negativi e di come funzioni l’effetto domino di questi stessi pensieri negativi, se ne può entrare in controllo. Ecco perché è importante far proprio il termine – rigorosamente tecnico, come altri che hai trovato su questo blog – di paturnie: quando sei appaturniata la cosa più semplice da fare è proprio pensare alle paturnie e a quanto stiamo dicendo qui sulle paturnie. Sono certa che se farai lo sforzo di ricordarti il termine paturnie, le renderai molto meno offensive.
Per non dire che diventeranno per te delle grandi alleate. E’ quello che spiego nel mio percorso I 7 Pilastri dell’Attrazione: capire se stesse e i propri bisogni significa diventare persone affascinanti e carismatiche in primo luogo e in secondo luogo attrarre l’uomo giusto, cioè quello che va bene per te, con il quale puoi realmente creare una relazione soddisfacente e appagante, dato che la scelta e l’avvicinamento non avvengono in base alla “bisognosità” ma all’obiettivo riconoscimento dei propri bisogni (in uno scambio a due vie).
Ora torniamo a te, alle tue paturnie di tipo Uno e a come molto spesso ti poni dei limiti e ti metti delle catene mentali e di pensiero che hanno come effetto quello di renderti infelice, farti perdere un sacco di tempo e di energie.
"Il gran segreto, in amore, è l’arte di tagliare in tempo. Achille Campanile"
Ogni tanto penso che mi piacerebbe avere una bacchetta magica da usare per togliere dalla testa delle donne tutte le idee “balzane” (paturnie) sull’amore e le relazioni di coppia che rovinano loro non solo la vita sentimentale, ma proprio la vita. E, soprattutto, mi piacerebbe avere una bacchetta magica da usare per togliere dalla testa tutte le idee “balzanissime” che le donne hanno su di sé, quelle idee in base alle quali pensano di valere poco o niente, pensano di non avere le risorse sufficienti per cavarsela nella vita e nell’amore e per realizzare quello che vogliono.
La realtà è che chiunque con un po’ di attenzione verso se stessa (o verso se stesso, perché anche gli uomini hanno questo potere) può “magicamente” liberarsi delle proprie paturnie più dannose, iniziando per esempio a prenderne consapevolezza, a elaborarle (oh, cielo, che cosa ho scritto!) e a farle a pezzettini (ecco farle a pezzetini, mi pare un’esperessione più efficace). Delle proprie paturnie ci si può liberare, in modo autonomo, bisogna volerlo ed è necessario prestare un po’ di attenzione. Questo è il vero potere.
Paturnie e intelligenza (“Ma quante ne sai?”)
Un’ulteriore precisazione sul fatto che le paturnie sono appunto solo paturnie, sono “solo” convinzioni, costruzioni mentali che frenano e bloccano la capacità di cogliere le opportunità che la vita offre, viene dalla mia esperienza quotidiana con le lettrici del blog e le mie clienti personali di coaching. Credo davvero di conoscere bene le persone che mi leggono, anche perché loro leggono me, ma in realtà io leggo loro: questo è uno dei blog più commentati d’Italia (e probabilmente non solo d’Italia, dato che il numero di commenti di ciascun post è al livello dei più importanti blog internazionali). Voi leggete me, ma io leggo voi. Si chiama conversazione. Si chiama scambio.
Ebbene, ritengo in tutti questi anni di aver acquisito una buona conoscenza di chi mi segue e di avere acquisito una buona esperienza nel mio modo di esprimermi per essere efficace con le persone alle quali mi rivolgo. Sono anche consapevole che attraverso quel che scrivo si sia operata una selezione in positivo delle persone che mi seguono (il che rende più interessante e più complicato il mio lavoro). Insomma, per sintetizzare, senza falsa modestia: credo di avere un approccio non banale agli argomenti che tratto e so che chi mi legge apprezza ed esige la profondità di ragionamento ed evita la banalità.
Eppure, anche con tutta questa consapevolezza, quotidianamente rimango impressionata dalla grande intelligenza e dalla capacità di analisi che le lettrici mostrano di avere in molti commenti sul blog. Non di rado mi trovo a pensare: “Accidenti, ma guarda questa cosa ha scritto, ma senti un po’ che grande consapevolezza e capacità di comprensione della realtà che ha!”. Molto spesso rimango sinceramente ammirata. Ti sarà capitato di leggere qualche mio commento in cui esplicitamente mi complimento per la consapevolezza che le lettrici dimostrano (confesso che non sempre intervengo in questo senso, qualche volta sì). Oppure qualche volta mi capita di scrivere con tono scherzoso “Quante ne sapete, Ragazze!” e dico tono scherzoso perché in realtà voglio provocare. Perché il mio “Quante ne sapete!” qualche volta, in alcune situazioni, vuole essere un: “Ma porca miseria, con tutte quelle che sapete, che cosa aspettate a darvi una mossa?!”
Paturnie e sorprese sconvolgenti
Già, perché qui si tratta di darsi una mossa, né più, né meno. Ed è qui che vengono fuori le paturnie di tipo Uno e la necessità di aggredirle in pieno viso. Ed eccomi qui di nuovo a parlare di te, di voi, delle mie lettrici e di quelle donne intelligenti e di valore che soffrono al di sopra del necessario, per cose che sono di gran lunga meno importanti della loro felicità e, soffrendo per cose meno importanti della loro felicità, perdono tempo e vita.
Faccio un esempio di una situazione tipo – di gran lunga meno importante della loro felicità – in cui le donne mettono in atto le peggio paturnie possibili: dimenticare un ex, dimenticare una persona, dimenticare il fallimento di una storia d’amore che non ha funzionato. La fine di una relazione indubbiamente è un momento doloroso, spesso dolorissimo soprattutto se si tratta della relazione di una vita e dunque si è nel bel mezzo di una separazione, di un divorzio. Sono più le donne interessate a riconquistare un ex, a riconquistare un uomo o a dimenticare un ex che non le donne interessate a trovare l’uomo giusto. Non è interessante questo?
E già questo rientra tra le paturnie a pieno titolo: la logica ci dice che riconquistare un ex e dimenticare un ex sono idee e obiettivi rivolti al tentativo di rimediare a un fallimento o di stare attaccate al passato (l’idea di dimenticare un ex è frutto di un attaccamento al fallimento, all’ex, al passato). L’idea e l’obiettivo di trovare l’uomo giusto – quando non si tratta di un’ossessione e non proviene da uno stato di bisognosità – ha un contenuto di vitalità, è uno slancio positivo verso il futuro.
"Il fascino dell’ignoto domina tutto. Omero"
Nella pratica: quanto dolore, quanta tristezza, quanta disperazione c’è nel momento in cui si pensa di non poter dimenticare un ex? Si tratta di sentimenti fortissimi, potenti, totali. Ce l’hai presente vero? Tutto sembra finito. Non c’è speranza. C’è un senso di annullamento che non lascia spazio a nessuna visione positiva sul futuro. Ecco: ho ragione di ritenere che molto di questo appartenga alle paturnie di tipo Uno all’ennesima potenza.
Qualche giorno fa pensando a questo ho lanciato una piccola provocazione attraverso la pagina Facebook de La Persona Giusta per Te. E ho buttato lì una domanda innocua “Alzi la mano chi è riuscita a dimenticare un ex che non riusciva a dimenticare?”. Il tempo di reazione è stato di qualche nano-secondo: immediatamente dopo che avevo postato la domanda, sono partiti un sacco di “mi piace” e molti commenti (quasi tutti divertiti) di signore e signorine che dichiaravano, che sì tutte loro appartengono alla vasta schiera degli esseri umani che sono riusciti a dimenticare un ex (o una ex) che pensavano di non riuscire a dimenticare. Un bel pugno sul naso alle paturnie, non credi? Ma quante donne ne sono consapeveli? Intendo: quante donne sono consapevoli del fatto che le paturnie possono essere prese a pugni e messe KO?
Ok, va bene, ora dirai: “Eh va beh, Ilaria, adesso, dài, lo sai che al cuore non si comanda, lo sai che in quei momenti (alla fine di una storia) non si è lucide, lo sai che non si può essere sempre razionali…” Sì lo so, che in quei momenti si perde la lucidità. E l’esempio fa effetto lo stesso: si tratta, come dicevamo prima, di un esempio che rientra a pieno titolo nell’ambito del “Ma quante ne sapete?”. E sai perché l’esempio fa effetto? Perché di fronte al “lutto” a caldo della fine di una storia, soprattutto una storia importante, è un po’ difficile diventare totalmente consapevole di quanto conti, nel creare la sofferenza, l’apporto di una paturnia (e la paturnia in questo caso è: “Non lo dimenticherò mai, soffrirò per sempre, non troverò mai nessuno da amare come lui etc. etc.”). Ma l’esempio fa effetto ugualmente perché in realtà molte donne che adesso sorridono ripensando a se stesse quando pensavano di non riuscire a dimenticare un ex che poi hanno dimenticato, continuano a non aver fiducia nelle proprie risorse, nelle infinite opportunità della vita, nella capacità che ciascuno di noi ha di recuperare, rigenerarsi, ritrovare nuove energie e nuove entusiasmanti possibilità di realizzazione, anche nuovi partner con i quali stare meglio dei precendenti.
Anche se hanno sperimentato sulla propria pelle che dimenticare un ex è possibile, realistico e alla loro portata ed è, spesso, la cosa migliore che sia loro capitata, molte donne continuano a sguazzare nelle loro paturnie e ad avere una scarsa considerazione di sé e del proprio valore e della propria capacità di farcela.
Quella del non riuscire a dimenticare un ex è una paturnia di tipo Uno. Ma ve ne sono infinite altre: quella di non essere abbastanza giovane, ricca, bella. Magra. Quella di essere timida e che la timidezza l’avrà sempre vinta; quella di non essere interessante o di non avere possibilità di incontro. Quella di essere separata e divorziata. Quella di essere fragile e depressa. Quella di continuare a incontrare uomini sbagliati. E molte, molte altre ancora. Le varie paturnie vanno stanate e… fatte a pezzettini, di modo che tutto quello che sai e che hai capito della vita diventi utile per la tua felicità. Diventi pratica e non rimanga teoria. Perché, sennò alle altre varie paturnie dobbiamo aggiungere quella. “In teoria ne so tante, ma in pratica…”
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Rossella 10 anni fa (3 Febbraio 2015 17:52)
Denny 10 anni fa (3 Febbraio 2015 17:53)
sab_sab 10 anni fa (3 Febbraio 2015 20:58)
Cris83 10 anni fa (3 Febbraio 2015 21:57)
Valeria87 10 anni fa (3 Febbraio 2015 21:58)
Gio_1098 10 anni fa (3 Febbraio 2015 22:16)
Anna 10 anni fa (4 Febbraio 2015 1:58)
Mia 10 anni fa (4 Febbraio 2015 11:36)
valentina.maidiremai 10 anni fa (4 Febbraio 2015 16:46)
ila* 10 anni fa (4 Febbraio 2015 17:09)
@Ilaria: ho deciso che voglio farmi un tatuaggio con scritto "Quattro imbecilli hanno scelto delle altre" :-D Questa sì che è una chiave di lettura positiva!!!Valeria87 10 anni fa (4 Febbraio 2015 19:51)
Gio_1098 10 anni fa (5 Febbraio 2015 13:17)
Gio_1098 10 anni fa (5 Febbraio 2015 13:18)
Cassandra 10 anni fa (5 Febbraio 2015 17:22)
Erika 10 anni fa (5 Febbraio 2015 17:25)
rosita 10 anni fa (5 Febbraio 2015 17:26)
Cassandra 10 anni fa (5 Febbraio 2015 21:57)
Valeria87 10 anni fa (5 Febbraio 2015 22:01)
Cassandra 10 anni fa (6 Febbraio 2015 0:41)
E ci mancherebbe che dovessi smetterla di pensarlo! Mica volevo farti cambiare idea XD ps sul fatto che quest'uomo ti sia avvicinato, beh che dirti, buon per te :)rosita 10 anni fa (6 Febbraio 2015 9:02)