Se lui ha dei problemi lascia perdere sia lui sia i suoi problemi

problemi Tutti abbiamo dei problemi, cioè delle questioni complicate che richiedono il nostro impegno e la nostra intelligenza per diventare semplificarsi e risolversi. Tutti sulla nostra strada verso la meta che ci siamo posti troviamo degli ostacoli che vanno superati se vogliamo trovare felicità e serenità. Diciamo pure che il nostro equilibrio personale e la nostra pace interiore sono anche determinati dalla capacità con qui affrontiamo i problemi che abbiamo, dalla velocità con cui li superiamo e dal nostro atteggiamento mentale sia nei confronti dei problemi, sia nei confronti delle soluzioni.

Tutti abbiamo dei problemi e i nostri problemi cambiano a seconda delle età della vita e, tocca anche dirlo, delle circostanze che abbiamo cercato e che abbiamo creato per la nostra vita.

Tutti prima o poi vivono dei problemi di coppia: ma questi non devono durare tutta la vita.

"Quando si rimanda il raccolto, i frutti marciscono; ma quando si rimandano i problemi, essi non cessano di crescere. Paulo Coelho"

I problemi sono comuni non solo a tutti gli esseri umani, ma anche a tutti gli esseri viventi: chi è sulla terra si trova ad affrontare sfide continue per arrivare al giorno dopo, per arrivare allo stadio successivo. Non per niente le storie – i film, i romanzi e anche i videogiochi – sono costruiti secondo uno schema problema-sfida-soluzione.

Più un film o un videogioco presenta colpi di scena (che di fatto vuol dire: problema) e situazioni rischiose e inaspettate,  eccitante e avvincente risulta allo spettatore o al giocatore.

Se la nostra vita non presentasse una successione infinita di problemi – dall’infanzia all’età avanzata – sarebbe di un noia letale. Il nostro cervello e la nostra energia vitale si atrofizzerebbero. Ci sentiremmo inutili e demotivati.

I problemi spesso sono eccitanti tanto che spesso “accendono” anche l’energia sessuale.

L’uomo problematico e la vita di tutti i giorni

E’ ovvio che per affrontare i problemi che ci si presentano bisogna innanzitutto averne la voglia e poi essere disposti a mettere in gioco tutte le proprie risorse per risolverli. Non esistono problemi irrisolvibili. Perché sottolineo questo aspetto? Perché molte persone amano i problemi. I problemi le fanno sentire importanti. Avere problemi, lamentarsi dei propri problemi, occuparsi dei propri problemi senza mai trovare una soluzione ha immensi vantaggi secondari per loro: li fa sentire importanti, li fa sembrare interessanti (le persone “dannate” per qualcuno hanno uno strano richiamo di grande fascinazione) e soprattutto permette loro di essere egoisti, di non potersi occupare di altre faccende nella vita perché oberati dai problemi.

Tu ti senti sempre carica di troppi problemi e ti piace parlarne di continuo, senza dare un attimo di tregua né a te, né a chi ti sta intorno, né, eventualmente, a un uomo che ti piace? Stai attenta, perché potresti essere affetta da una certa dipendenza dai problemi e stai nascondendo la tua paura di affrontare la vita dietro un carico di problemi di cui ti piace sempre parlare tantissimo. E rischi di risultare rompiscatole.

Avere tanti problemi, non risolverli mai e continuare a usarli come scusa per non affrontare la vita faccia a faccia affascina il tipo di persone un po’ sfigate, che amano pensare che la vita è sempre difficile, dura e piena di negatività. Sono persone colme di negatività che provano una bella soddisfazione a trovare qualcuno che credono sfigato come loro e forse di più.

Dove voglio arrivare con tutto questo discorso? Molto semplice. Voglio arrivare a mettere in guardia le tante donne che stanno con uomini che hanno tanti problemi. Uomini che hanno tanti problemi, sempre, su una o più questioni della vita e non li risolvono mai e si fanno risucchiare dai loro problemi e fanno risucchiare dai loro problemi anche il rapporto di coppia che vivono e la loro compagna o la donna che ha scelto di immolarsi per loro.

Perché devi lasciar perdere un uomo che ha problemi

Dell’istinto della crocerossina si parla molto spesso anche sui più diffusi giornali femminili: credo che tutte sappiano di che si tratta, molto spesso perché vestono o hanno vestito i panni della crocerossina in prima persona.

Ci sono molte donne – che in qualche modo rientrano nella categoria delle donne che amano troppo, che si legano a uomini sbagliati e non riescono a spezzare la catena delle storie sbagliate – che cercano e trovano sempre uomini con molti problemi, in modo da fare perfettamente il proprio mestiere di donne-zerbino, di salvatrici della patria, di eroine dei due mondi. E di continuare la serie infinita delle relazioni sbagliate.

"I grandi problemi: mai risolti. Forse sono grandi proprio per questo. Antonio Castronuovo"

Donne che legandosi a un uomo con tanti problemi danno una ragione alla propria vita di donne con problemi, che possono ben tutelarsi dal rischio di essere felici (il mondo è pieno di persone che hanno paura della felicità), che possono sentirsi interessanti e importanti a loro volta senza mettersi in gioco sul serio, in una storia d’amore adulta e matura.

Donne che in fondo in fondo non hanno nessuna voglia di trovare l’amore.

So benissimo che molte lettrici si sentiranno punte sul vivo e richiameranno valori generali, altissimi e purissimi: “ma come, Ilaria, tu dici di lasciare perdere un uomo che ha problemi?” Ma non è proprio quando ci sono problemi che si mette alla prova il proprio amore e si sta accanto a chi si ama?

Sì, questo secondo le solite favole che hanno insegnato una percezione distorta dei legami sentimentali e dell’amore.

Una donna sana non può e non deve accettare di stare con un uomo sempre pieno di problemi, incapace di affrontarli e che non ha voglia di affrontarli.

Come del resto un uomo sano non può e non deve accettare di stare con una donna sempre piena di problemi, incapace di affrontarli e che non ha voglia di affrontarli.

Problemi e voglia di realizzare la felicità

Perché chi antepone sempre i propri problemi alla propria vita, alla propria relazione e alla propria crescita personale non è una persona che dimostra un atteggiamento mentale costruttivo, realizzativo, generativo. E’ piuttosto un distruttore (o una distruttrice) e con lui (o con lei) non è possibile costruire nulla di buono.

"Dentro ogni grande problema ce n’è uno più piccolo che sta lottando per venir fuori. Arthur Bloch"

E quindi che fare? Non avere paura di lasciare perdere un uomo che ha troppi problemi, non aver paura di essere, sembrare o sentirti stronza o di assumere un comportamento improntato a troppo cinismo.

Tieni presente quel che è utile a te e alla tua felicità, a lui e alla tua felicità (essere complice di una persona con “troppi” problemi significa permetterle di rimanere nei suoi atteggiamenti disfunzionali).

E quindi lascia perdere un uomo quando:

–        Ha problemi con il lavoro, non li risolve mai e li “porta” nella coppia

–        Ha problemi con il denaro, non li risolve mai e li “porta” nella coppia

–        Ha problemi con il sesso, non se ne assume la responsabilità, non se ne occupa, magari ogni tanto insinua che è colpa tua e non sua…

–        Ha problemi con l’alcool, la droga, l’assunzione smodata di farmaci, il fumo eccessivo

Avventura o amore vero? Scopri se la relazione che stai vivendo è una storiella temporanea o è destinata a durare nel tempo...

–        Ha problemi con il tifo al calcio (o al calciobalilla o la calcetto)

–        Ha problemi con la pornografia

–        Ha problemi con la fedeltà

–        E’ violento, anche solo a parole e magari non con te, ma solo con gli altri

–        Ha problemi con le donne

–        Ha sofferto troppo per amore, per la sua ex o le sue ex

–        Ha problemi con la legge

–        Ha problemi con la ex moglie/ex compagna, con la madre dei suoi figli

–        Ha problemi con la famiglia d’origine. Ha problemi con la madre.

–        Ha problemi con i figli avuti da una’altra relazione

–        Ha problemi con il gioco d’azzardo (anche quello delle slot machine)

–        Ha problemi con gli amici (è troppo attaccato a loro/troppo poco).

–        Ha problemi con la guida spericolata

–        Ha problemi di dipendenza dalla tecnologia: è sempre attaccato a computer, tablet, telefonino, internet, Facebook etc etc

Ho dimenticato qualcosa? Quali sono gli altri problemi per cui è sempre consigliabile lasciare un uomo? A te ne vengono in mente altri? Che cosa ti dice la tua esperienza?

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199 Commenti

  1. Avatar di reggielove

    reggielove 11 anni fa (22 Marzo 2014 12:03)

    Fiorediloto, credo che tutte noi single non disperate attraversiamo momenti di grazia in cui godiamo della nostra libertà ad altri in cui ci sentiamo più sole e risentiamo del giudizio sociale :)
    Rispondi a reggielove Commenta l’articolo

  2. Avatar di Vicky

    Vicky 11 anni fa (22 Marzo 2014 15:39)

    @Fiorediloto Il fatto è che una donna single alla fine è vista come "una sfigata", quella che non ha saputo "tenersi" un uomo. È una cosa che fa male sentirsi sempre ripetere le stesse cose: a me chiedono sempre quando penso di accasarmi, perché "ormai sarebbe tempo" (ho trent'anni, evidentemente la mia data di scadenza è vicina :) ). Capirei, poi, se me lo dicesse qualcuno che ha una bella vita di coppia, o una storia appagante, ma te lo vengono a dire persone che stanno vivendo relazioni insoddisfacenti, e che magari fino a tre minuti prima si stavano lamentando del loro matrimonio!
    Rispondi a Vicky Commenta l’articolo

  3. Avatar di Fiorediloto

    Fiorediloto 11 anni fa (22 Marzo 2014 17:30)

    @Ebi Fa piacere sentire queste cose!!! A volte si è anche apprezzate per la singletudine! :-))))))) @Solare Ti capisco, e se mi domando quanta reale profondità di amicizia ci sia in queste tue amiche....... @reggielove infatti è così.... io sto attraversando un momento positivo, ricco e creativo, tutto sommato, però non mi sento immune dalle "critiche sociali".... @Vicky Anche io mi sento fare spesso la fatidica domanda (o anche le varianti "ma allora il fidanzato?" " Ma quando metti la testa a posto?").... e sono propro le persone con vite di coppia non soddisfacenti che sentono di dover disperatamente esibire il loro stare in coppia, e puntare il dito contro la nostra singletudine..... Comunque, per ritornare al discorso dell'uomo problematico, posso affermare con certezza che è molto meglio una seppur faticosa singletudine rispetto allo stare con qualcuno che ti risucchia nella sua problematicità.... Io da quando sono ri-emersa dalla mia storia ho recuperato tutta la mia energia e la mia creatività... e sono finalmente riuscita a percepire il benessere, proprio a livello sottile e quotidiano, nella mia vita...... Non invidio chi è in coppia ma non conosce più la parola serenità, o la parola benessere...
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  4. Avatar di Gea

    Gea 11 anni fa (22 Marzo 2014 19:09)

    Salve a tutti, nei commenti a un post precedente avevo parlato del collega straniero di cui sono innamoratissima e al quale, senza volerlo, ho finito per dare dei messaggi di "bisognosità": restare in metro con lui oltre la fermata alla quale dovevo scendere, fare un pezzo di strada in più con lui solo per terminare la conversazione tanto appassionante, fare un salto a salutarlo con la scusa di chiedergli qualcosa, etc etc. Non facevo così all'inizio e anche in seguito non ho sempre fatto così, ma confesso che, nonostante i buoni propositi, questo benedetto uomo mi ha letteralmente stregata: come dicevo in un altro post, il semplice sapere che esista mi fa stare bene. Non ho mai provato sentimenti, emozioni e sensazioni tanto forti: mi sono innamorata per la prima volta, nel vero senso della parola. E la cosa è per me ancora più sconvolgente, perché mi è capitato poco tempo dopo aver chiuso una lunga storia con un manipolatore, in un momento in cui sento il bisogno di stare da sola - e per giunta sul lavoro, cosa che proprio non avrei voluto capitasse. Di ritorno dalle vacanze di Natale in Italia, in occasione di un pranzo (piacevolissimo) insieme, gli avevo dato un pensierino: un libro (bilingue) con molte foto della mia città natale, che lui non conosce. Mi ha detto che era imbarazzato, che non dovevo, ma si vedeva che la cosa lo aveva reso felice: gli brillavano gli occhi, sorrideva, ha scartato il pacchetto con incredibile cura, ha manifestato molto apprezzamento sia per il regalo sia per il bigliettino che lo accompagnava e che avevo fatto io stessa. A inizio febbraio, avevo dei problemi al lavoro e gli avevo chiesto se aveva un po di tempo. Lui aveva un impegno, ma mi ha raggiunta al solito bar per darmi conforto e consigli (e in quel caso stava per sfiorarmi la mano, ma si è trattenuto, mentre prima delle vacanze di Natale non si era posto problemi) ha persino annullato l'altro impegno per dedicarmi più tempo. Dopo quell'occasione, in metro, gli ho chiesto quanti anni ha e quando compie gli anni. All'inizio si era rifiutato, poi mi ha detto l'età perché ho giocato la carta dell'umorismo (cosa che mi riesce bene, peraltro: sono una che non ha mai avuto problemi a parlare con gli uomini, a fare battute intelligenti, etc.), dicendo: "OK, riformulo la domanda in maniera più discreta... quanti anni ha tuo fratello?" (ha un unico fratello, ed è il suo gemello). La cosa lo aveva fatto ridere e mi aveva detto sia l'età sia il giorno di nascita. Poi, per san Valentino, mi ha incontrata in un bar per consigliarmi su un grossissimo problema al lavoro. In quell'occasione, per la prima volta, ha ripetuto più volte il mio nome con la sua bellissima voce... Di messaggi di "body language" me ne aveva già mandati a bizzeffe, ma quel giorno ancora di più. Lui mi ha mandato vari messaggi di incoraggiamento, con informazioni del tipo "sono single, ma in precedenza ho avuto storie lunghe (= "sono uno serio")", "non ho figli", aveva anche smesso di fumare (io non ho mai fumato e lo sa) e mi ha anche confidato tantissime cose personali e anche cose sindacali molto riservate. Io mi sono sentita altrettanto bene e in confidenza con lui da dirgli cose che non ho raccontato quasi a nessuno, come la perdita del mio unico figlio, nato morto: è stato allora che lui mi ha toccato la mano, con un gesto di autentica empatia. Lui ha dei problemi di salute abbastanza seri, che non mi ha nascosto, come non mi ha nascosto il fatto che lui e suo fratello sono stati maltrattati (fisicamente e verbalmente) dalla madre (ancora viva), che lui ha definito senza mezzi termini come "matta", "disturbata". Tuttavia non ha fatto piagnistei né sui malanni né sull'infanzia triste: mi ha raccontato le cose in maniera sobria, senza insistenza né vittimismi. La cosa che mi ha un po' preoccupata era la storia della madre, perché io non posso né voglio risarcire nessuno delle carenze affettive avute nell'infanzia. Quanto ai problemi di salute, non ho mai avuto la vocazione dell'infermiera, ma certo ho espresso empatia nei suoi confronti. Prima di Natale, nel darmi il suo indirizzo perché volevo mandargli una cartolina, mi ha chiesto se mi aveva già dato il suo numero di cellulare, e gli avevo detto sì, perché avevo fatto confusione con quello del sindacato; ma quando poi gli ho detto che ricordavo male e gli avevo chiesto se me lo dava, ha ignorato la richiesta che gli avevo fatto in tre occasioni (una mail, un bigliettino e una frase allusiva). In ogni caso, lui sa che io non ho un cellulare e non me ne è mai fregato niente di averlo. Probabilmente mi toccherà prenderne uno, ma ho ancora molte resistenze a decidermi. Mi viene in mente che, mesi fa, parlando con un'altra collega, aveva fatto allusione alla sofferenza di aspettare un messaggino che non arrivava mai. Io non ho mai fatto la preziosa, ma nemmeno l'ho tempestato di mail, giusto un messaggio ogni tanto (in cinque mesi saranno stati una dozzina, di cui vari relativi al lavoro). (segue)
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  5. Avatar di Gea

    Gea 11 anni fa (22 Marzo 2014 19:11)

    (segue) Le cose andavano abbastanza bene, direi in modo molto promettente. Era di buonumore, sorridente, mi aveva detto che le cose dopo tanto tempo gli andavano bene e mi aveva parlato di vari cambiamenti, tra cui il fatto di avere smesso di fumare e di aver sistemato un po' casa sua. Ma, da una decina di giorni, il suo atteggiamento è cambiato: non tanto nel body language dell'attrazione, che non riesce mai a nascondere del tutto, però, se può, evita di guardarmi negli occhi e guarda altrove. Il suo imbarazzo mi ha messa a mia volta in imbarazzo, rendendomi più debole e imbranata, e, al tempo stesso, ancora più intenzionata a cercare il suo contatto, a vederlo più spesso, etc. Fra l'altro, in quest'ultimo periodo non siamo più andati al solito bar, sia perché ha molto da fare, sia per questo suo imbarazzo che avevo notato. Inoltre ha ripreso a fumare, ma io non gli mai ho fatto la morale in proposito, perché credo sia grande abbastanza per decidere se smettere una buona volta oppure no. Oggi è il suo compleanno: avevo preparato un bel biglietto d'auguri, sobrio ed elegante, fatto da me, avevo comprato un biglietto per una mostra e avevo deciso di dargli un leoncino di peluche che avevo comprato anni fa per tirarmi su il morale in un periodo molto difficile e che volevo offrirgli perché lunedì prossimo avrà dei risultati medici e saprà se deve essere operato. Stavolta non intendevo seguirlo in metro, ma, non potendo dargli il regalo al lavoro e siccome non ci fermavamo al solito bar, ho preso la metro con lui e, con fare scherzoso, gli ho detto che "mi obbligava a prendere la metro con lui" - lui ha detto, "ma non ti obbligo mica" - e allora ho aggiunto "perché ho qualcosa per te, per il tuo compleanno". Lui mi ha detto seccamente che non poteva accettare, che una volta passi, ma due volte no, non può accettare un regalo da una collega. Io, a dirla tutta, visto l'andazzo recente, temevo andasse a finire così, ma nonostante lo temessi non sono riuscita a riprendermi subito dalla botta: sono rimasta in metro con lui fino a un altro cambio, cioè facendo un pezzo di strada con lui, e avevo difficoltà a tirar fuori delle frasi intere, parlavo a tratti, con pause di silenzio imbarazzatissimo, come mi succede sempre quando sono emotivamente scossa. Gli ho chiesto perché non voleva, e se il fatto che non fossimo andati più al bar fosse legato a questo ("in parte", mi ha risposto; l'altro motivo è il gran da fare che ha). Ha detto (non ricordo la frase giusta, ma era una cosa così) che è meglio mettere una certa distanza tra colleghi... e me ne voglio per avergli detto, verso fine gennaio, che una collega che ci aveva visti pranzare insieme cercava di capire se ci vedessimo regolarmente. Però, quando ho obiettato che, in ogni caso, tra qualche mese non saremo più colleghi perché sicuramente sarò mandata altrove (anche se resterò in zona), lui ha detto "è vero". In tutto questo, per quasi tutto il tempo in metro (eravamo in piedi) lui è rimasto con il corpo e i piedi rivolti verso di me, ma cercava di non guardarmi, e io per l'imbarazzo e soprattutto per il dispiacere cercavo di non guardarlo e mi tenevo quasi sempre di tre quarti rispetto a lui. Per la prima volta mi sono sentita a disagio in sua compagnia: un po' per la differenza di statura (sono piuttosto alta, ma lui è altissimo), un po' per la differenza di età, per la prima volta mi sono sentita una bambina accanto a lui. Una sensazione sgradevolissima. Pur desiderando scendere alla prima stazione, sono rimasta ancora con lui per un'altra coincidenza e la cosa sembrava irritarlo ancora di più. Tra le poche cose che sono riuscita a dire, ci sono "a me fa piacere stare in tua compagnia", "credevo facesse piacere anche a te andare al bar insieme" (peraltro, era stato lui a "accogliermi" in questa sua abitudine del sabato a fine lavoro), e su questo ha ammesso di sì; poi gli ho chiesto "perché, dopo aver rifiutato all'inizio, mi avevi poi detto quando compi gli anni?", al che mi ha risposto "per civetteria", cosa che mi ha letteralmente distrutta. Per concludere, mi ha detto "Ho bisogno di spazio". Avrei voluto dirgli "Ti capisco, perché la penso come te", ma le parole mi sono morte in gola. Alla fine ho preso la mia coincidenza e l'ho salutato dicendo semplicemente "Ciao, in bocca al lupo per lunedì" (per i risultati degli esami medici). Mi ha rivolto un rapido sguardo e non ha risposto. (segue)
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  6. Avatar di Gea

    Gea 11 anni fa (22 Marzo 2014 19:17)

    (fine) Sono tornata a casa con le lacrime agli occhi, mi sono fatta un pianto di neanche dieci minuti e per non continuare a piangere sono uscita vestita com'ero (cioè piuttosto elegantemente) e sono andata a rifugiarmi in mediateca, a leggere il blog di Ilaria e a scrivere questo chilometrico commento. Stasera spero di poter vedere la sola amica a cui ho raccontato il mio amore appassionatissimo per il mio collega. Non voglio passare la serata in inutili piagnistei: già adesso sto cercando di fare ordine nella mia mente ahimè sconvolta dalla botta, analizzando il profilo del mio collega. Non credo sia un banale "allumeur", ma mi sembra semplicemente terrorizzato all'idea di vivere un nuovo amore, o, meglio, un amore "tout court", visto che non ne ha avuto granché, a cominciare dalla madre violenta. È uno che ha sempre tenuto alla sua indipendenza, pur avendo avuto storie lunghe (una con una dottoressa straimpegnata), e che in anni più recenti (prima dell'inizio delle rogne di salute) ha avuto una storia con una madre divorziata con tre figli. Insomma, mi pare il tipo che preferisca avere solo "un po' di attenzioni", perché lo rassicura di più avere un tozzo di pane secco anziché un piatto di lasagne che probabilmente non crede di meritare. E, senza falsa modestia, credo di potermi considerare il piatto di lasagne in questione: sono più giovane di lui di 10 anni (e dimostro anche meno anni di quelli che ho), sono carina, curata, colta, sorridente e spiritosa, non faccio tappezzeria in una conversazione, ho molti interessi e passioni e gliene ho parlato spesso. Inoltre so ascoltare, ma non faccio né la mammina né la crocerossina - il mio ex compagno avrebbe voluto questo, e litigavamo spesso perché mi rifiutavo di diventarlo. Forse il mio collega si sentirebbe più rassicurato se me la tirassi, se fossi più distante e lo trattassi male, o se fossi una specie di cometa di Halley che vede rarissimamente. Se adesso sto male, è perché quest'uomo mi ha veramente toccato il cuore, i sensi e l'intelletto: innamorarmi di lui è stata una benedizione per il mio umore e anche per la mia salute. Mi addolora pensare che le cose non possano andar bene tra noi. Faccio mea culpa per il progressivo "appiccicarmi" a lui in certe circostanze, ma d'altra parte, vedendolo poco, ed essendo talmente presa da lui, spesso negli ultimi tempi non riuscivo a farne a meno. Io non ho bisogno di un uomo per sentirmi bene. Posso stare da sola anche dieci anni, o per il resto della mia vita, non importa: la vita di coppia per me deve essere qualcosa di bello e appagante. Quello che mi fa star male è che, dopo un inizio promettente, l'uomo che amo con tutta me stessa si allontana (anzi, MI allontana) per paura. Quando ci siamo conosciuti, diceva e dava davvero l'impressione di essere uno che ha saputo tirarsi fuori da tanti problemi, ma temo che i fantasmi del passato lo perseguitino ancora. Poi non so se il fatto di aver detto che il mio ex mi aveva alzato le mani quando ero incinta e in altre occasioni (cosa che lo aveva scandalizzato) possa aver fatto scattare in lui un meccanismo strano, di identificazione e di rifiuto di me perché gli ricordo cose spiacevoli della sua infanzia. Tra le cause del suo rifiuto, ho anche ipotizzato eventuali problemi sessuali legati ai suoi problemi di salute. In ogni caso, il fatto che abbia ripreso a fumare indica una tendenza all'autodistruzione, tipica di chi non è stato amato da piccolo, che mi dà da pensare. D'ora in poi non lo cercherò più, ma continuerò a sorridergli e a parlargli quando lo incontrerò. Ma nella sofferenza che provo adesso, non riesco a impedirmi di pensare che potrei scrivergli una lettera, aprirgli il mio cuore per dirgli quello che provo per lui, nel modo più breve e semplice possibile. Forse lo farei a fine giugno-inizio luglio, quando la mia permanenza sullo stesso luogo di lavoro volgerà al termine. Ma, innamorata come sono, mi viene anche da pensare che forse non tutto è perduto, che lui non è così problematico, e credo sia l'immenso amore che ho per lui a farmi pensare questo. E questa speranza mi fa venire voglia di scrivergli oggi stesso una mail brevissima, per dirgli: "Grazie per quello che mi hai detto oggi. Mi hai fatto riflettere su un comportamento nel quale non mi riconosco, ma che involontariamente ho avuto. Mi dispiace di averti messo in imbarazzo, ma non succederà più". Questo messaggio lo scriverei senza parlare dei miei sentimenti. È un'idea peregrina, o può avere senso? Cerco di veder chiaro in me stessa, ma sono confusa sul comportamento da adottare... e soffro da cani! In fondo al cuore, spero che il suo sia solo un attimo di esitazione e che si possa costruire qualcosa di bello insieme. Non perché ho bisogno di stare con qualcuno, ma perché lo amo. Forse ho solo bisogno di tempo per avere un po' più di distacco. Ilaria, che ne pensi? Grazie!
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  7. Avatar di Fiorediloto

    Fiorediloto 11 anni fa (22 Marzo 2014 20:31)

    @Gea innanzitutto complimenti per come scrivi! Hai un bello stile, e la tua storia mi ha coinvolta e ... sono costretta da giorni a casa con l'influenza, dunque mi sono potuta concentrare bene sulla lettura, e immedesimarmi un pò.... La mia idea è che forse alcune tue azioni possano progressivamente aver spaventato e allontanato un pò il signore in questione... Te lo dico perché sono le azioni che ho sempre compiuto anche io quando mi innamoro, e che hanno un sottile messaggio sottostante di bisogno che purtroppo, per quanto noi possiamo essere brillanti, argute e spiritose, materialmente indipendenti, ARRIVA..... E' quasi un sotterraneo "ti prego ti prego ti prego sono tanto innamorata di te, sìilo anche tu di me, lo vorrei tanto tanto tanto..." Ora, tutte le volte, ma dico tutte le volte, che è arrivato un simile messaggio a qualsiasi delle mie frequentazioni, la reazione è stata proprio quella "ho bisogno di SPAZIO", o alternativamente "non mi sento pronto a una relazione"..... Ripeto, sono messaggi inconsci molto sottili, ma, almeno io, dalla descrizione del tuo comportamento con lui, un pò li ho recepiti così.... Io sono arrivata a pensare che quello che dice Ilaria è sacrosanto... non fare mai la prima mossa con un uomo, non corteggiarlo, non fargli regali", durante i primissimi tempi di frequentazione..... Inizialmente confesso che mi scricchiolava leggere certi consigli, come le unghie sulla lavagna che danno tanto di quel fastidio... Poi, più andavo avanti con il mio percorso, con la rilettura dei miei episodi sentimentali passati, con la mia autoconsapevolezza e crescita interiore, più piano piano sentivo la "verità" di quei consigli.... E ora sono assolutamente certa che è proprio così che bisogna arrivare a comportarsi, ma anche a pensare..... Il mio consiglio a bruciapelo sull'intera vicenda..... evita di cercarlo ancora, evita sms, mail e chiarimenti di qualsiasi altra natura.... non c'è nessun bisogno, perché sono certa che lui è perfettamente consapevole di aver allontanato una persona valida..... se il motivo fosse che a un certo punto si è sentito pressato, il fatto che tu concretamente non lo cerchi più e non gli faccia ulteriori pressioni (anche una mail in cui vuoi chiarire certe cose potrebbe suonare come tale) non può che "positivizzare" la tua immagine ai suoi occhi.... se i motivi sono altri, se lui ha problemi, allora tu non ci puoi fare proprio niente... io fossi in te cercherei di non analizzare troppo le sue problematiche, sono le sue e non ti riguardano.... Per ora pensa a te... Anche se ti capisco eh, ti capisco tanto bene... so quanto è dura e quanto si soffre.... Non so, questo è quanto mi sento di dirti..... però è la mia personale opinione, ovviamente prendila con le dovute cautele. Un grande in bocca al lupo.
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  8. Avatar di Pentesilea

    Pentesilea 11 anni fa (22 Marzo 2014 21:32)

    Gea, ho letto la tua storia con grande interesse e se posso permettermi di esprimere un commento penso che tu abbia fatto anche fin troppo. Dalle tue ultime righe si può capire chiaramente quanto ami questo ragazzo ma si può anche notare che cerchi di leggere troppo tra le righe: "il fatto che abbia ripreso a fumare indica una tendenza all'autodistruzione, tipica di chi non è stato amato da piccolo", questa frase ne è un esempio. Sei sempre tu che lo cerchi, che lo segui o che ti affaccendi dietro a lui (fai più fermate con la metro o pezzi di strada in più solo per stare con lui) mentre lui fa ben poco per rimanere in contatto con te. Dalla mia esperienza personale e da ciò che ho imparato leggendo gli illuminanti articoli di Ilaria, quando un uomo vuole qualcosa fa di tutto per prenderla: tu stessa sei uscita dai tuoi soliti schemi perchè sei davvero innamorata di lui. Ma lui che cosa fa per avvicinarsi a te? Scende prima dalla metro per fare un pezzo di strada con te? Ti cerca e ti contatta solo per il gusto di conoscerti e scoprirti meglio? Non fa niente di tutto ciò. Io ho l'impressione che quando si trattava di averti come amica la cosa gli andava più che bene ma nel momento in cui ha fiutato l'ombra di un sentimento da parte tua ha cominciato a diventare più freddo e distaccato, addirittura "irritato" come dici te. L'idea del messaggio di cui parli mi sembra solo una ulteriore conferma del fatto che tu sia interessata a lui, mentre lui continua a non scomodarsi. Perchè invece non cerchi di allontanarti un pò da lui per chiarirti meglio le idee e al contempo vedere se cerca di uscire dai suoi schemi per contattarti? Con affetto, pentesilea.
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  9. Avatar di Emanuela

    Emanuela 11 anni fa (22 Marzo 2014 22:23)

    concordo con quello che ti consiglia fiordiloto, non devi fornire alcun ulteriore chiarimento, lui ha colto il tuo interesse e non gradisce. Se lo incontri non sorridergli e non cercare contatti, ti ha rifiutata e se vali non devi fare da zerbino. Tieniti sulle tue
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  10. Avatar di eleonora

    eleonora 11 anni fa (23 Marzo 2014 0:05)

    Mandacelo pure...dignità, ragazza!fregatene!esattamente come ha fatto lui con poco tatto nei tuoi confronti.+chiaro di cosi???
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  11. Avatar di Gea

    Gea 11 anni fa (23 Marzo 2014 0:02)

    @Fiorediloto. Grazie mille per i complimenti e ancor di più per i consigli. All'inizio mi veniva più facile tenere una distanza "giusta", poi ho cominciato a scivolare verso un bisogno di vederlo anche solo per un secondo, e inoltre mi sentivo incoraggiata dal fatto che gli facesse piacere. Ciononostante, mi ero riproposta di non fare troppo spesso lo stesso tragitto con lui, ma nelle ultime due settimane, vedendo un certo suo chiudersi, e sapendo anche delle sue preoccupazioni, non sono riuscita a trattenermi. Mi sentivo idiota, ma al tempo stesso non riuscivo a impedirmi di cercare di incocciarlo quando sapevo che era al lavoro e di fare un pezzo di strada con lui. A volte gli avevo anche fatto una mezza sorpresa, facendomi trovare sulla strada tra la scuola e la metro, e devo dire che ogni volta che l'ho fatto mi ha sorriso e poi mi ha invitato al bar. Quello che mi lascia perplessa è perché certi gesti, certe attenzioni all'improvviso non gli fanno più piacere, anzi, lo infastidiscono? Il libro sulla mia città gli era piaciuto e mi aveva persino detto con un gran sorriso "Bisogna che cominci a imparare l'italiano!", poi quelle (poche) volte in cui ho insistito per pagare io il caffè lui mi ha sempre chiesto "Ma DAVVERO vuoi pagare tu?" e ci rimaneva male. Mi viene da pensare che, oltre al fatto che all'uomo piace di più conquistare (e in tal senso, all'inizio, la sua parte l'aveva fatta), nel caso specifico lui abbia davvero una paura matta che la cosa possa "quagliare". Ho lasciato perdere la storia della mail (sms non ne mando, tanto non ho il suo numero e non posseggo ancora un telefonino... sono l'ultima dei Mohicani!), e, come mi consigli tu, anche la mia amica mi ha detto di non dirgli alcunché, addirittura di non lasciargli nemmeno capire cosa penso di (e dopo) quello che mi ha detto. Dopo la lunga analisi di questo pomeriggio, voglio anche smettere di pensare ai suoi problemi. Ho cercato delle spiegazioni ipotetiche, ma essendo ipotesi non è nemmeno il caso di attardarmici sopra. Mi viene in mente solo un'ultima cosa: quando mi aveva rivelato la data del suo compleanno, gli ho detto che avevo immaginato fosse nato in primavera (e lo avevo davvero immaginato), ma lui mi ha detto che invece era piuttosto un tipo "invernale". Forse è solo un tipo un po' troppo malinconico, ma in ogni caso non posso né devo stare a pensare ai suoi problemi, quindi adesso basta! Quello che so è che, in ogni caso, non riesco ad avercela con lui, perché, se ha dei problemi ad accettare di amare ed essere amato, ha fatto bene a "raggelarmi" ora anziché iniziare una storia con me per mollarmi dopo; se invece mi ama, ma ha solo bisogno di un po' di tempo per "sciogliersi", sarà il tempo a dirlo. E, nel frattempo, penserò a me stessa e al lavoro, e quando mi capiterà di incontrarlo lo saluterò con un sorriso, come un qualsiasi altro collega. Non voglio evitarlo, ma smetterò di cercarlo. Le prossime mosse (se ci saranno) dovrà farle lui. Grazie per il sostegno e ... crepi il lupo! Buona guarigione dall'influenza :)
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  12. Avatar di Attila

    Attila 11 anni fa (23 Marzo 2014 0:49)

    @ Gea Ciao Gea! In attesa che ti risponda Ilaria, provo a dirti cio' che penso dopo aver letto le tue riflessioni... Io credo che tu abbia un (bel) po' idealizzato quest'uomo, e che se da un lato dici di non aver bisogno di lui, dall'altro mostri in realtà già una certa dipendenza da lui. Penso che mentre dici di non avere la vocazione alla crocerossina, tu stia di fatto gia' facendo la psicologa, interpretando ogni gesto e ogni parola, e addirittura teorizzando sui suoi traumi infantili che si riverbererebbero oggi nel suo vizio di fumare. Non so, Gea... secondo me confondi una forte infatuazione/ inizio di innamoramento con l'amore vero: quest'uomo non si e' mai sbilanciato, hai fatto quasi tutto tu per creare il legame (ma di questo sei consapevole, vedo), e ora dici di amarlo... ma l'amore secondo me si costruisce in due, non può essere unilaterale. Anche il tuo volergli nuovamente scrivere, per spiegargli ancora una volta cio' che pensi e senti (addirittura ringraziandolo per averti trattato freddamente...) a me sembra un modo per non chiudere con lui, per mantenere un qualche tipo di legame. Scusami se sono così diretta, ma ti vedo veramente molto presa da qualcosa che, da come tu stessa la descrivi, non sembra invece lasciare molti dubbi (e speranze) su come stanno le cose. Un abbraccio, ciao! :)
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  13. Avatar di reggielove

    reggielove 11 anni fa (23 Marzo 2014 1:23)

    Io fumo e non ho avuto nessun trauma infantile...
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  14. Avatar di Gea

    Gea 11 anni fa (23 Marzo 2014 1:27)

    @Pentesilea Grazie mille per l'affettuoso sostegno! Hai ragione, sull'analisi psicologica sono stata troppo categorica: trattandosi di congetture, un condizionale sarebbe stato più adatto. In questi mesi, tra me e il mio amato collega c'è stata una parabola ascendente. Da una prima, breve fase di conversazioni su argomenti di letteratura, cultura, politica e robe del lavoro (siamo entrambi insegnanti), con svariati complimenti suoi sul mio percorso di studi, il mio bilinguismo, la mia cultura (io di mio sono sempre molto parca nei complimenti, e ancor di più con gli uomini) siamo passati, quasi senza soluzione di continuità, a una fase di intimità emotiva, con scambio di confidenze: il suo aprirsi mi ha indotta a fare lo stesso, tanto più che lui da subito mi ha ispirato moltissima fiducia, mentre di solito, quando conosco qualcuno che non mi ispira fiducia a primo colpo, in me scatta immediatamente un campanello d'allarme... e finora ci ho sempre azzeccato. In questa fase di confidenze, lui mi ha raccontato davvero tantissime cose di lui e della sua famiglia, e mi ha dimostrato fiducia raccontandomi anche alcune questioni interne sindacali che non sarebbero divulgabili, e siccome è un tipo molto riservato la cosa mi ha fatto sentire importante ai suoi occhi (intendo dire che, così facendo, dimostrava che per lui ero una persona importante). Mi ha anche chiesto delle cose su di me, sulla mia famiglia, sul perché dicevo che gli ultimi anni sono stati davvero orribili... ed è stato allora che gli ho detto di mio figlio, e lui si è sentito davvero imbarazzato nell'avermi fatto questa domanda, mi ha chiesto di scusarlo, e siccome mi sono messa a raccontare un po' ho sentito da parte sua un'empatia, una comprensione sincere, che il mio ex (padre del bambino) non aveva affatto. Gli avevo detto che ho perso mio padre sette anni fa, e che tenevo una sua foto con me. Mi ha chiesto se poteva vederla, e siccome non la trovavo più nella mia minuscola eppur caotica borsetta, gli avevo promesso di mostrargliela un'altra volta. Quando l'ho fatto, mi ha chiesto se era per lui - cioè, se gli stavo dando una foto di mio padre... Mi è parsa una domanda curiosa - e gli ho detto di no, che era la foto che tenevo in borsa. L'ha guardata attentamente e mi ha detto che era un bell'uomo con un bel sorriso. Mi è parso un modo gentile di complimentarmi, un po' perché si trattava di mio padre, e un po' perché gli somiglio. Un'altra volta mi aveva fatto i complimenti per qualcosa che riguardava mia madre sul piano caratteriale. E dopo le vacanze di Natale mi aveva chiesto come stava mio fratello, di cui gli avevo detto che era depresso perché senza lavoro. Cosa ha fatto lui per me? Mi ha consigliata e incoraggiata in tantissime occasioni, come quando dovevo essere esaminata da un'ispettrice, e in quell'occasione mi ha aspettata al bar - ristorante e mi ha pagato il pranzo, insistendo perché prendessi anche il dolce. Lui non sapeva a che ora avrei finito (andava per le lunghe) né se sarei rimasta per pranzare, quindi aveva già mangiato quando sono arrivata, e quando ho detto che pensavo di mangiare qualcosa, mi ha fatto compagnia, mi ha ascoltata raccontare com'era andata, con tutti i dettagli come amo fare, più i gesti e la mimica che ai suoi occhi di straniero risultano particolarmente accattivanti. In più, nel suo sguardo c'era un certo sensuale compiacimento nel vedermi mangiare di gusto il vassoio di dolcetti che accompagnavano il caffè. Avevo insistito per dividerli con lui, ma aveva detto di no, che erano tutti per me; in un'altra occasione invece si è convinto a mangiarli insieme a me, ma dovevo avere comunque io la parte più grossa, il dolcetto più sfizioso... In varie occasioni mi ha messa in buona luce davanti alla vicepreside, come quando ha fatto dei commenti elogiativi sulla qualità e l'interesse del materiale didattico che preparo per le lezioni; ogni volta che ho avuto problemi o bisogno di consigli sul lavoro, lui si è liberato da un impegno o si è trattenuto più a lungo con me, oppure, se non potevamo incontrarci, mi ha dato un sacco di consigli via e-mail: una sera, circa quindici giorni fa, sembrava fossimo in chat, tanto rapidamente rispondeva alle mie e-mail e me ne inviava altre per darmi ulteriori consigli che gli venivano in mente. E per San Valentino mi ha dato appuntamento per sostenermi e darmi consigli per una grana piovutami addosso il giorno prima. Mi ha sempre valorizzata con un frase di apprezzamento: anche oggi, quando un'alunna mi ha salutata con grande entusiasmo fuori da scuola, lui mi ha detto: "i tuoi alunni ti vogliono bene, è una bella cosa"... E poi mi ha chiesto come andava con il lavoro, come fa sempre. Certo, qualche gesto in più non mi farebbe schifo ;) La parabola discendente è iniziata una ventina di giorni fa, fino al "fondo" toccato oggi. (segue)
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  15. Avatar di Gea

    Gea 11 anni fa (23 Marzo 2014 1:27)

    (fine) So di avere a volte un'intraprendenza un po' mascolina: mi è sempre piaciuto corteggiare, avere un ruolo attivo - per intenderci, da bambina volevo essere San Giorgio che uccide il drago, non la principessa che aspetta di essere liberata. E poi, ho sempre avuto un po' paura dell'amore "pazzo" che ottenebra e impedisce di pensare a se stesso e ai propri progetti extrasentimentali (amore e cura di sé, studio, lavoro, amici, passatempi...). Forse è per questo che, per quanto mi abbia rattristata, la richiesta di "spazio" da parte del mio collega non mi ha scandalizzata. Poiché mi ha detto che ha bisogno di spazio, gliene darò finché vuole, e ne prenderò anche per me. Non gli scrivo, non lo cerco, e se lo vedo lo saluto e gli sorrido come agli altri, né più né meno cordialmente. Vedrà lui cosa si sentirà di fare. Grazie ancora! Con affetto, Gea
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  16. Avatar di romi

    romi 11 anni fa (23 Marzo 2014 2:23)

    ciao a tutte.passero' come la voce fuori dal coro.pazienza ma devo dire quello che penso:sono allibita dalla lungaggine del racconto di gea.ognuna di noi potrebbe scrivere particolari e dettagli di una frequentazione/relazione che sta vivendo,se pero' tutte facessimo cosi penso che ci si stancherebbe di leggere,mi sembra poco utile e sopratutto poco rispettoso verso noi lettori "subire" queste troppo lunghe soap.
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  17. Avatar di Paolaquellanuova

    Paolaquellanuova 11 anni fa (23 Marzo 2014 12:10)

    @Gea... visto che hai scritto qui e cerchi la condivisione e un feedback, posso darti un consiglio? Questi racconti-fiume-sfogo scrivili anche da qualche parte dove tu possa rileggerteli successivamente. E poi rileggili cercando di avere un occhio esterno, di osservarti come se osservassi un'amica a cui vuoi molto bene. Ancora meglio, come se lo avesse scritto tua figlia (anche se non ce l'hai). E poi ascolta che sensazioni ti dà, che pensieri ti suscita... e trai le tue conclusioni. Te lo consiglio perché credo che il tutto meriti qualche tua riflessione in più. Noi qui potremmo dirti come appari a noi, ma non sarà mai come se tu stessa prenderai coscienza di quel che realmente accade nella tua vita. Io nelle tue parole ritrove moltissimo della vecchia Paola. Alcune cose potrei averle scritte io... davvero. Anche io mi sono sempre immedesimata nella guerriera e non nella principessa, ma vuoi sapere perché? Perché da bambina me la sono sempre dovuta cavare emotivamente da sola e ho sempre dovuto combattere per tutto, perché mia madre mi ha cresciuta con enormi carenze emotive e affettive, perché non me lo potevo permettere di essere una bambina, una principessa. E' così che da grandi ci si immedesima in figure maschili, che non devono chiedere mai. E' così che ci si abitua a relazioni dove si raccolgono solo briciole e ci si racconta che va bene, è giusto. E' così che il proprio bisogno è smisurato, si è dipendenti dagli altri (ossessionati dagli altri), ma ci si racconta che non è così e si vivono storie in cui si viene rifiutati sempre. E' così che si impara ad accontentarsi. Si comincia da bimbe, si va avanti tutta la vita. A meno che ad un certo punto non ci si stufi e non si decida di chiedere aiuto, per capire le proprie visioni distorte del proprio e altrui comportamento. Altrimenti si va avanti così, idealizzando le persone per non accettare la realtà. Incapaci di vivere relazioni autentiche e calate nel reale. Tutta la vita ad accontentarsi di briciole, raccontandosi che non si ha bisogno e che, per rispetto, non si deve chiedere agli altri. E' un problema di vecchie carenze e di equilibrio oggi... tra bisogni legittimi e bisogni spropositati, tra ciò che si deve pretendere da sé stesse di scegliere per sé (relazioni appaganti) e ciò che si finisce per elemosinare da persone incapaci di darci amore (per scelta o problemi loro)... So bene che dal di dentro si fatica a leggere così le cose... Per questo credo tu abbia fatto bene a raccontarlo pubblicamente, cercando un feedback. Però il passo fondamentale e decisivo per liberarti di tutto ciò che rischia di condannarti a tante storie tutte uguali e dolorose è che tu riesca a vedere la distorsione rispetto alla realtà che c'è nelle tue parole e visioni. Capire davvero chi sei e i tuoi bisogni. Io facevo come te e psicanalizzavo gli altri invece di me stessa... La svolta è stata chiedere aiuto a qualcuno che mi aiutasse a capire me stessa. Perché la domanda vera da farsi non è "perché lui fa così?", ma "perché io perdo tempo così?", "mi accontento così?" Gea, tu stai davvero bene? Hai quel che vuoi? Concentrati su di te, scoprirai una ricchezza infinita... Mi permetto di dirti queste cose perché secondo me hai tutte le risorse per uscirne (capacità di analisi, in particolare) e forse ti serve solo che qualcuno te lo consigli... di uscirne, intendo. Magari con l'aiuto di qualcuno che ti aiuti a illuminare zone buie della tua interiorità.
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  18. Avatar di reggielove

    reggielove 11 anni fa (23 Marzo 2014 12:24)

    Scusate, ma di cosa stiamo parlando? C'e' forse una relazione tra Gea e il suo collega di cui si possa dire che è insoddisfacente? Credo che i castelli in aria che costruiamo da sole vadano trattati in modo diverso dalle relazioni in quanto come relazioni non esistono.
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  19. Avatar di Fiorediloto

    Fiorediloto 11 anni fa (23 Marzo 2014 14:33)

    @Gea Grazie innanzitutto per gli auguri per la mia salute (sto un pochino meglio...). Mi fa piacere, leggendo la tua mail, che tu sia giusta a conclusioni che condivido molto... e che soprattutto ti lasciano libera nella testa e relativamente serena (seppure con tutto il dolore della delusione, ma quello è normale...). Sì, fai così, vivi la tua vita, distaccati emotivamente parlando, da lui e dai suoi problemi eventuali, quanto più possibile... Spazio e distacco emotivo fanno i miracoli e danno molte risposte... In bocca al lupo per tuttto!!!
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  20. Avatar di Dario

    Dario 11 anni fa (23 Marzo 2014 13:48)

    Non voglio generalizzare, a proposito di questo post, ma guardate che a volte (secondo me spesso) quando un uomo o un ragazzo, tira fuori problemi e li butta nella propria relazione di coppia, facendo appunto pesare i propri problemi all'altra persona, lo fa anche inconsiamente come sintomo di un malessere per il rapporto. Far pesare i propri problemi significa anche prendere le distanze dalla persona verso cui si fanno pesare. Significa che non c'è molta fiducia, benessere e almeno in quel momento, non c'è nessuna ATTRAZIONE. L'ho visto fare a me stesso, a miei amici e lo faceva a volte anche una mia ex ragazza nei miei confronti... solo dopo molto tempo ho capito che era un segnale di scarso affiatamento e di un malessere.
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