Ha senso chiedersi come trattare gli uomini e soprattutto ha senso la risposta a questa domanda? E’ giusto darsi da fare per scoprire come “come trattare gli uomini”? Cioè, è giusto per se stesse o è svilente?
"Il mio animale mitologico preferito è un uomo che se dice una cosa, la fa. Barbyeturica, Twitter"
Talvolta, in particolare dalle lettrici più appassionate e anche più ansiose e preoccupate, mi viene rivolta una domanda che assomiglia più a una critica. Ti cito le parole di una lettrice:
“Trovo molto utili e incoraggianti i tuoi articoli però le ultime volte ho notato che con frequenza si parla di come deve essere una donna per attrarre un uomo quasi dovessimo adattarci alle loro esigenze.”
Che è un po’ l’analogo di quelle che si lamentano: “Oh, ma basta di dirci come ci si deve comportare con gli uomini, che facciano anche loro qualcosa per noi!” o “Sono davvero stufa, io ho fatto troppo per gli uomini, ora si diano loro da fare per me…”
In realtà non è scontato che un uomo intenda darsi da fare per una donna e tantomeno che “debba” darsi da fare, soprattutto se viene “incoraggiato” con tali argomenti e tali toni.
Per carità, non sia mai che le donne vengano esortate ad adattarsi alle esigenze degli uomini, o, almeno, non da me: c’è già tutta una cultura universale e millenaria e una colossale industria di trucchi, parrucchi, abiti, anticellulite, plastica e dimagrimento e chi più ne ha più ne metta che si dedica alla missione con eccellenti risultati, perché dovrei mettermici pure io?
"Riuscite ad immaginare un mondo senza uomini? Nessun crimine e un sacco di donne grasse e felici. Nicole Hollander"
Eppure c’è qualcosa che non mi torna nelle obiezioni delle donne che non accettano di buon grado che si parli di come trattare gli uomini, di che cosa affascina un uomo o lo fa stare bene o gli piace.
Come trattare gli uomini: capirlo è più importante di quanto tu pensi
Facciamo un passo alla volta e vediamo di “fare a fette” la questione così da intenderci meglio.
Tutti gli esseri viventi – tutti, dai più ai meno evoluti – sono sopravvissuti come generi e specie e come individui grazie alla loro capacità di adattamento. Questo è assodato, alla faccia dei no-vax, dei terrapiatisti e dei scie-chimicologi.
Significa che noi sopravviviamo a molte situazioni anche “svantaggiose”, le possiamo affrontare, le superiamo grazie alla capacità di adattamento.
Abbiamo una straordinaria capacità di adattamento agli ambienti, alle condizioni e alle persone che sono intorno a noi anche e soprattutto quando si tratta di situazioni sociali e il nostro adattamento coinvolge tutto il nostro essere, seppure in misure diverse, cioè ci coinvolge sia a livello psicologico, sia fisico, sia relazionale.
Per esempio si sa per convenzione, per cultura e perfino perché lo dicono i genitori, addirittura i più beceri, ignoranti e stolidamente protettivi, che a scuola, in classe, bisognerebbe stare seduti, attenti e in silenzio e con un abbigliamento consono mentre al parco giochi si può alzare la voce, correre e avere le scarpe inzaccherate.
Quello di comportarsi a scuola come ci si comporta a scuola è adattamento.
Chi a scuola si comporta come nel cortile di caso, piaccia o no, è un disadattato.
E tale adattamento, anche se alcuni illuminati a diverso grado di intensità lo ritengono costrittivo, è un adattamento utile all’individuo e alla società.
Assumiamo una serie di comportamenti che ci mettono nelle condizioni migliori per raggiungere gli obiettivi prefissi e lo facciamo soprattutto a livello di relazioni.
"Gli uomini veri sono come gli unicorni. Hai sentito parlare di loro, una delle tue amiche pazze ne ha visto uno, ma non ci sono speranze che tu ne possa incontrare qualcuno. Anonimo"
C’è la buona educazione che è uno strumento di pacifica e serena convivenza civile e che non ultimo ci permette di essere accettati dagli altri e addirittura di essere graditi. Perché senza essere accettati nel mondo delle relazioni non si vive e se si vive, si sopravvive, cioè si vive molto, molto male.
Anche questa è una legge di natura.
Ci adattiamo, in modo naturale, per poter essere accettati dalla comunità in cui viviamo, senza la quale non potremmo vivere o potremmo vivere con molta difficoltà.
Il web e le librerie pullulano di consigli su come affrontare un colloquio in modo vincente (e non si tratta né più né meno di seduzione), di come parlare in pubblico in modo efficace, di come vendere di più (e la vendita non è altro che relazione e seduzione, esattamente, anche se le romanticone si scandalizzano).
Non sono altro che consigli che ci permettono di adattarci per ottenere i risultati che desideriamo.
Di quelli che sono i dettami della moda in fatto di abiti, di taglio di capelli e di forma fisica già abbiamo accennato e non voglio infierire per non urtare la sensibilità delle “pure” che, no, non intendono più fare qualcosa per gli uomini, a parte spendere tutti i loro risparmi dall’estetista e in palestra a sfondarsi di fatica.
Quando glielo fai notare ti rispondono che loro mica lo fanno per gli altri, lo fanno per se stesse…
Eh già.
Tutta la nostra vita è adattarsi e adeguarsi. Ci adattiamo agli strumenti tecnologici, anche se chi li produce sostiene che sono loro ad adattarli a noi.
Li adattano a noi di modo che noi ci adattiamo a loro, questa è la verità.
Ci adattiamo a usi e costumi, al clima in ufficio e alla “cultura” aziendale, anche quando è vomitosa.
E’ tutto un adattarsi che poi si trasforma in “disadattamento” palpabile quando si parla sproposito di “libertà” e di “democrazia” e allora, appunto, ci sono le mamme e i papà che si lamentano del fatto che gli insegnanti fanno gli insegnanti con i loro figli e chiedono loro di scrivere “ha” voce del verbo avere con l’h, mentre, secondo loro, creatività e libertà di espressione dovrebbero concedere al loro figlio genio di scriverlo senza l’h.
Oppure il “disadattamento” si manifesta attraverso quegli orribili commenti pieni di odio che affollano i meravigliosi social network.
E infatti il punto di equilibrio non è l’adattamento a oltranza – che è la perdita di sé e la morte, alla fine – ma l’adattamento a condizioni che ci risultano utili.
Se siamo persone un minimo assennate – e qualcuna ce n’è al mondo – in realtà adattiamo sempre i nostri comportamenti e a persone e contesti per lo più in modo naturale.
Ai bambini e agli anziani ci rivolgiamo in un modo che riteniamo più efficace e che di sicuro è diverso dal modo e dal tono con cui ci rivolgiamo al barista, a un collega, al nostro responsabile d’ufficio o all’impiegato dell’anagrafe. O allo straniero che ci chiede un’indicazione per strada.
Non si tratta di asservimento o di discriminazione, semplicemente di adattamento, che ha la funzione di rendere la vita più facile a tutti, a partire da noi stessi.
Questo è il punto riguardo a come trattare gli uomini: quanto migliora davvero la tua vita sapere come interagire al meglio con i rappresentanti dell’altro sesso per creare rapporti soddisfacenti e sereni?
E’ da qui che si deve partire e scegliere consapevolmente se si desidera adattarsi oppure no.
Chi rifiuta categoricamente di adattarsi attraverso una maggiore comprensione delle persone con le quali vuole relazionarsi entra un po’ in un circolo vizioso.
Stiamo parlando di relazioni sentimentali, non di guerra. Chi sostiene: “Io ho fatto tanto per gli uomini, ora facciano loro qualcosa per me” si riferisce a uomini diversi, quelli per i quali si è data da fare, che sono diversi da quelli che entreranno d’ora in avanti nella sua vita.
"Poi un giorno vorrà sottolineare che lui non è come tutti gli altri. Esattamente come tutti gli altri. kikka75, Twitter"
Chi ci dice che i secondi siano uguali ai primi? Forse prima ha scelto uomini sbagliati, e se il prossimo fosse quello giusto o, in qualsiasi caso, i successivi dovrebbero pagare pegno per i precedenti?
Che cosa c’entrano gli “altri”?
Ogni uomo come ogni donna è responsabile del proprio comportamento, non di certo di quello di tutti gli appartenenti al suo genere.
Questa è una posizione di ostilità, di rivalsa, di conflitto.
Come ci si può avvicinare, come si può sedurre e iniziare una relazione sana con persone (gli uomini in questo caso) verso le quali si nutre tanta voglia di rivincita?
Non solo, l’affermazione: “Io non mi dò più da fare per gli uomini, è ora che loro si diano da fare per me” se sottintende un senso di frustrazione – probabilmente ben motivato dal cattivo comportamento di alcuni – sottintende anche che non solo i prossimi debbano saldare i conti dei precedenti, come dicevamo prima, ma che abbiano dei doveri o dei debiti nei confronti dell’interessata.
In realtà nessuno deve niente a nessuno, a livello esistenziale. Un uomo ipotetico, ancora sconosciuto non ti deve niente, né in sé e per sé né, come risarcimento dei tuoi dispiaceri passati, per quanto questi dispiaceri siano stati importanti per te e per quanto abbiano influenzato sulla tua vita.
Come certo tu non devi niente a nessun uomo che deve ancora entrare nella tua vita.
Che cosa è utile per te?
Allora, che cosa è giusto fare? E’ giusto fare quello che ti permette di raggiungere maggiore sicurezza e maggiore serenità innanzitutto.
Ne parlo alle donne e a te come donna, perché, guarda un po’, io mi rivolgo a te e alle donne.
Gli uomini avrebbero bisogno di scoprire come trattare le donne? Certo che ne hanno bisogno ma per ora e in questo momento non è a loro che io mi rivolgo.
E loro ne hanno anche più bisogno dato che spesso la loro non è opposizione sofferta, ma chiusura indifferente e poi perché al contrario delle donne, in genere, non sono stati per nulla educati alla connessione emotiva e all’empatia.
Rivolgendomi alle donne è a loro che mi interessa far scoprire come trattare gli uomini.
Io dubito che quell’atteggiamento di sfida, di opposizione o di rivendicazione, che riscontro spesso tra le mie interlocutrici, sia utile a creare un rapporto sano ed equilibrato con gli uomini e in particolare un rapporto giusto con l’uomo giusto.
Credo che un atteggiamento di quel genere risulti invece rischioso in quanto rende più possibile l’incontro con persone sbagliate e con relazioni sbagliate.
In fin de’ conti se ti interroghi sulle relazioni e anche se hai questo senso di opposizione, seppure inconsapevole, verso gli uomini, è perché desideri una relazione sana e appagante con un uomo e senti il peso delle delusioni passate.
Se non ti interessasse per nulla il rapporto con gli uomini non ti faresti certe domande e davvero non ci penseresti proprio. Non saresti in una modalità di “strisciante opposizione”.
Costruire relazioni autentiche
Il modello della donna che compiace l’uomo e si comporta in tutto e per tutto per piacergli e soddisfarlo non è un modello vincente, non ha dignità, e per quanto sia il modello prevalente e sempre incoraggiato ed esaltato dalla maggioranza, non ci piace. Punto e basta.
Da un atteggiamento del genere non possiamo che aspettarci relazioni insoddisfacenti, frustranti e anche disfunzionali e distruttive.
"Per secoli le donne hanno avuto la funzione di quegli specchi dal potere magico e delizioso che riflettono la figura dell’uomo al doppio della sua grandezza naturale. Virginia Woolf"
Allo stesso tempo per creare delle relazioni autentiche è importante che si incontrino persone autentiche, evolute e mature.
Cioè persone disposte a riconoscere l’umanità dell’altro, la sua unicità, le sue caratteristiche peculiari; non solo bisogna essere disposti a riconoscere tutto ciò, ma a comprenderlo, rispettarlo e anche certo “averci a che fare”.
Questo deve essere fatto reciprocamente, è sottinteso, sennò di che cosa stiamo parlando, della solita vecchia storia della Bella e la Bestia?
Non si può pensare di andare d’accordo con una persona senza conoscerne gusti, preferenze o idiosincrasie.
Gli uomini hanno certi gusti, preferenze e idiosincrasie, conoscerli e sapere come relazionarsi con loro tenendone conto in modo positivo e soddisfacente per tutte le parti, non solo è utile per gettare un ponte verso di loro e creare una relazione con un partner amabile, ma è un’espansione delle proprie competenze, un passo evolutivo, uno slancio verso la propria crescita di persona e di donna.
Gli uomini sono portatori di valori, punti di vista e percezioni del mondo che sono diversi e importanti.
Di solito per esempio detestano i drammi, i pettegolezzi e hanno un approccio più pratico e più “orientato alla soluzione” rispetto alle donne.
Molte donne non possono che beneficiare dal “rubare” agli uomini un atteggiamento mentale meno emotivo e più distaccato.
Dal “respirarlo” giorno per giorno nel rapporto con un maschile sano e ben definito.
Pensi che se una donna che è portata alla drammatizzazione ridimensionasse questa sua tendenza anche per andare d’accordo con un uomo, perderebbe la propria dignità e i propri naturali talenti?
Di solito le donne sono capaci di maggiore empatia e di una visione più inclusiva delle esperienze del mondo che non solo affascina gli uomini, ma è molto utile a loro per ampliare il loro potenziale.
Mi riferisco a persone sane, orientate a comportamenti sani e a un rapporto sano con il mondo e con gli altri.
Di chi non è sano ed è merce buona solo per rapporti disfunzionali ovviamente non si può nemmeno discutere. E questo è il presupposto essenziale.
Mi pare chiaro che qui non stiamo parlando di rinunce, sacrifici o sfide perse che ci obbligano ad arrenderci all’altro e alle sue pretese.
Si tratta di vivere come umani tra gli umani, in coppia, in squadra, in comunità, dove l’incontro tra diversi (due individui, a qualsiasi sesso o genere appartengano sono per definizione portatori di diversità) è una ricchezza, una condivisione, un’apertura reciproca.
E dunque un momento di crescita e di evoluzione che cambia il destino di un’esistenza.
Siamo abituati a un mondo sempre meno generoso, sempre meno aperto all’altro, sempre più concentrato sull’”io” e nel quale ciascuno è concentrato in modo sterile esclusivamente sulle proprie esigenze.
Si tratta di un atteggiamento molto poco intelligente e profondamente sterile perché nulla di buono può venire da un egocentrismo (che non è egoismo, l’egoismo è un filo più intelligente e lungimirante) che isola dagli altri o spinge a considerarli solo come “utili”.
Tale isolamento impedisce non solo la comprensione, la collaborazione e la cooperazione, ma priva di sostegno emotivo, che è la vera fonte di vita autentica. Perfino di vita, ecco.
Se parti dal presupposto che un rapporto di coppia non è una sfida, ma un gioco di squadra in cui tu sei sostenuta dal tuo partner nella stessa misura in cui tu lo sostieni probabilmente lasci andare l’idea fastidiosa di dover cambiare e rinunciare a te stessa per lui.
E’ per te che scopri il mondo e gli altri. E’ per avere una vita piena, per realizzare il tuo potenziale. Anche nella coppia, nel rapporto gratificante con gli uomini.
Aspetto le tue opinioni su come trattare gli uomini.
Gabriella 7 anni fa (8 Ottobre 2017 8:48)
Interessantissimo articolo. Anche per il concetto di "generosità" e dell'inclusione dell'Altro a patto che non si tolga spazio vitale a se stesse/i. Grazie!Monica 7 anni fa (8 Ottobre 2017 8:50)
Claudia 7 anni fa (8 Ottobre 2017 9:01)
Elisa 7 anni fa (8 Ottobre 2017 9:30)
Grazie Ilaria Parole davvero belle e profonde in particolare nella parte finale.condivido tutto!GLORIA 7 anni fa (8 Ottobre 2017 9:44)
noemiglia 7 anni fa (8 Ottobre 2017 9:49)
Anna 7 anni fa (8 Ottobre 2017 11:12)
Giulisa 7 anni fa (8 Ottobre 2017 13:09)
Cri 7 anni fa (8 Ottobre 2017 13:23)
Cara Ilaria, grazie per l'articolo! Non ho capito cosa intendi per " visione inclusiva delle esperienze" che hanno le donne. Qualcuno mi farebbe qualche esempio? È sempre legato all'empatia?Francesca 7 anni fa (8 Ottobre 2017 14:31)
Gea 7 anni fa (8 Ottobre 2017 16:12)
max 7 anni fa (9 Ottobre 2017 8:36)
Chiar 7 anni fa (9 Ottobre 2017 12:15)
Elena 7 anni fa (9 Ottobre 2017 12:31)
PAMELA 7 anni fa (9 Ottobre 2017 13:23)
Emanuela T 7 anni fa (9 Ottobre 2017 12:32)
max 7 anni fa (9 Ottobre 2017 18:28)
Anna@ 7 anni fa (9 Ottobre 2017 20:54)
Roberta 7 anni fa (9 Ottobre 2017 22:37)
Silvia 7 anni fa (9 Ottobre 2017 10:48)
Grazie Ilaria per l'interessante articolo. Per me a volte è difficile adattarmi a certe condizioni; quand'è che l'addattamento a condizioni non è più utile, qual'è il punto di equilibrio? Buona giornataIlaria Cardani 7 anni fa (9 Ottobre 2017 10:56)
Quando non stai bene, fai qualcosa contro la tua natura e la tua indole.Silvia 7 anni fa (10 Ottobre 2017 11:04)
Perfetto! Grazie IlariaShy 7 anni fa (10 Ottobre 2017 10:31)
Emanuela T 7 anni fa (10 Ottobre 2017 10:54)
Ilaria Cardani 7 anni fa (10 Ottobre 2017 11:02)
Shy 7 anni fa (10 Ottobre 2017 12:50)
Ilaria Cardani 7 anni fa (10 Ottobre 2017 12:58)