Vorrei essere brava in qualcosa ma non credo nelle mie capacità e non so nemmeno in che cosa potrei essere brava.
Non so nemmeno che cosa mi interessa e che cosa mi piace.
Quante volte hai pensato questo di te?
Una volta o due almeno nella vita l’abbiamo pensato tutti.
Tutti, magari a causa di un fallimento, abbiamo pensato di essere dei falliti.
Anche andando fuori tema, eh!
Per esempio, un classico sono le separazioni e i divorzi.
Li hanno inventati apposta.
Uno dei tanti dis-agi della civiltà.
Il giudice impietoso
Un tipo o una tipa si separa o divorzia, cioè è fallito il suo matrimonio, o, meglio, è finito, e si sente un fallito lui o una fallita lei.
Ma non solo nelle relazioni, ma proprio su tutto.
A 360 gradi come si dice.
Fallisce il matrimonio e ti senti un fallito come uomo, come amante, come padre, come figlio, come fratello, come amico, come lavoratore, come sportivo.
L’unica cosa in cui diventi un campione in questo caso è pagare le parcelle dell’avvocato.
Vale per uomini e per donne, eh!
La logica ci dice che semmai hai fallito solo nel matrimonio, il matrimonio è fallito o il matrimonio è un fallimento. O, appunto, si è concluso.
Perché tutto nella vita ha una fine. Tutto. Prima o poi. O poi o prima.
La bravura e il fallimento: non possono andare d’accordo?
Certa sapienza connessa a certa altra saggezza, ci dice che la fine di un matrimonio potrebbe essere l’inizio di una vita, la nascita di una possibilità, la salvezza.
La maturità di una consapevolezza, purtroppo ma non irrimediabilmente tardiva.
Perfino, oso dire, con cognizione ampia di causa, la fine di un matrimonio può essere un trionfo persona.
La resurrezione.
Metafora che amo moltissimo, come molti sanno, quella di resurrezione dopo l’allontanamento da una persona sbagliata.
"“Campioni del mondo! Campioni del mondo!”"
E invece no, si fa un errore nella vita e ci si considera errori della vita.
Che sciocchezza sconfinata!
Capita anche quando righi la macchina uscendo dal cancello: hai rigato la macchina, sei una fallita.
Punto.
Quanta empietà c’è in un atteggiamento del genere.
Se siamo giudici così severi con noi stessi, immaginiamoci con gli altri.
Essere giudici senza pietà in mondo imperfetto è una dannazione.
Che vita di melma infatti. Come si fa a stare bene, dài?
La maestra cattiva e sadica
Oltre a quelli che si sentono dei falliti occasionali, a tempo determinato, precari, ci sono quelli che si sentono dei falliti a tempo indeterminato, in ruolo permanente effettivo.
Loro manco devono fare il concorso statale. Il posto di falliti ce l’hanno di diritto.
Loro pensano sempre e da sempre di non essere bravi in niente e di non meritarsi niente.
Tanto più se “non hanno trovato ancora la loro strada” e nemmeno la loro direzione.
"Nord Sud Ovest Est e forse quel che cerco neanche c’è "
Anzi, spesso coloro che si sentono dei buoni a nulla non hanno nemmeno trovato se stessi.
Sono così stramaledettamente concentrati nel sentirsi delle melmine che non hanno modo né di cercarsi né di trovarsi.
Uff…
"Essere o non essere questo è il dilemma. Amleto in Amleto di W. Shakespeare"
E a furia di non sapere nulla di sé e nemmeno di quel che si vuole e di cui si è capaci, si continua a brancolare nel buio sentendosi sempre più delle nullità.
Ripetendoselo di continuo come una maestra inadatta al suo ruolo e disturbata emotivamente, che si accanisce sull’allievo fragile e magari non abbiente…
Quanto di noi sono maestri cattivi oltre che giudici severi con se stessi?
Insomma in fondo al nulla, c’è il nulla.
Non è un circolo vizioso, è un pozzo profondo del quale non si vede la fine e dal quale è impossibile risalire.
Si resta là giù nel buio e nella solitudine.
Evviva l’ottimismo.
Del resto le persone concrete dicono che i pensieri positivi non servono a niente.
Sono cose buone solo per sempliciotti creduloni.
I pensieri negativi invece notoriamente danno risultati strabilianti.
Molto bene.
Come diventare brave in quello che ci piace e ci fa bene.
E’ possibile diventare brave in qualcosa? In qualcosa che magari ci appassiona, ci fa bene e addirittura ci è utile?
Per esempio in qualcosa di più attraente che la gara di rutti, di più sano che il numero di salamelle ingurgitate alla sagra di paese o delle scommesse sulle corse (clandestine) di cavalli?
A essere sincere ho citato passioni tipicamente maschili, tutte abbastanza trucide, anche se non totalmente.
Interessante che siano soprattutto gli uomini quelli più inclini a passioni demenziali oltre che ad attività criminali.
Lo dicono le statistiche, non lo dico io.
Ma restiamo in tema. Tanto ho reso l’idea.
Perché può essere interessante diventare brave in qualcosa di variamente utile e gratificante?
Perché raggiungere obiettivi di valore per te aumenta la tua autostima e alimenta un circolo virtuoso di appagamento e di propensione all’azione.
E l’azione permette di raggiungere nuovi obiettivi di valore e così procedendo facilita nel perfezionare una routine esistenziale positiva e creativa.
Avere degli obiettivi riempie di senso la nostra vita e anche la nostra anima, dando direzione e significato agli anni che abbiamo il privilegio di vivere su questa terra.
In sintesi, se ti senti brava in qualcosa e ti ci dedichi, smetti di sentirti vuota, triste e sola e ti senti piena, appagata e parte di questo mondo.
Provare per credere.
Sai di che cosa sei capace?
Sono certa, certissimamente certa, che molte donne starebbero di gran lunga meglio se avessero assorbito dalla cultura che le circonda il concetto che per vivere bene bisogna attivarsi, darsi da fare, creare ed esprimere creatività.
In proprio.
In autonomia.
In indipendenza.
E non buttare tutto quello di cui sopra – la potente forza creativa e realizzativa che abbiamo – in attesa di un uomo o per la manutenzione snervante della coppia e della famiglia.
O di un partner cretinetti.
C’è un di più.
Se le donne sapessero davvero che cosa sono capaci di fare e lo facessero, tre quarti degli ostacoli che trovano sulla loro strada in quanto donne scomparirebbero.
Nel campo professionale, in quello della famiglia di origine, della realizzazione personale, della salute e del benessere.
E quando parlo di salute intendo salute, proprio.
Vedi dove la metteremmo la psicosomatica. Altroché.
E gli integratori. L’agopuntura, la meditazione e la respirazione addominale. E lo yoga.
Tutte cose che ho praticato.
In alcune sono persino perseverante. Continuo a praticarle. Quindi posso permettere di ironizzarci sopra.
Le gare di rutti non le faccio, ma ci ironizzo sopra. E come si fa, dài?
Inoltre il carisma, il fascino, la personalità di ciascuna aumenterebbero in modo esponenziale.
Facendo di colpo sparire tutti i cretinetti dalla Terra e anche dalle stazioni spaziali.
Soprattutto facendo sparire quella orrenda bestia che è la dipendenza affettiva.
Perché la dipendenza affettiva, nessuno me lo toglie dalla testa, è frutto di quel sentirsi una nullità, quel messaggio instillato per secoli nella mente delle donne, considerate inferiori e incapaci a provvedere a se stesse.
È tosto l’articolo di oggi, vero?
Che cosa serve per diventare brave in autonomia e in indipendenza?
Intendo specificare il fatto che non è che nessuna ce la fa a essere brava in quello che le piace e che la gratifica.
In molte ce la fanno.
Moltissime donne poi ce la fanno a essere bravissime in quello di cui non gliene frega niente.
Molte lettrici del blog e miei clienti appartengono a questa categoria.
Molte altre hanno ancora bisogno di dare una sistematina alle loro convinzioni sull’essere donne e sull’essere donne come sono, individui unici e irripetibili, con grandi capacità ignote anche a loro stesse.
Perché quando una si considera una melmina a prescindere come fa a coltivare le proprie capacità?
(Nota: anche gli uomini soffrono della sindrome dell’essere buoni a nulla, ma come sempre in numero inferiore alle donne e hanno un archivio di auto narrazioni che negano la realtà e che sotto sotto li fanno sentire sempre vincenti).
Faccio una dichiarazione dall’alto degli oltre miei 53 anni di vita e di quasi 36 anni di lavoro e di lavori diversi, in diverse città, in diverse nazioni, in diverse realtà.
Dalla multinazionale a me sola.
Da realtà di volontariato o “pro bono” come si dice – ne ho fatte e ne faccio una marea – alla frequentazione di realtà moderne e antiche.
C’è la melma ma ci sono i diamanti e tu potresti essere un diamante
Ho passato aspirapolveri in uffici dove sedevano persone indegne anche di buttarmi la differenziata, ho steso e sono stata responsabile di budget milionari.
Ho avuto capi e conosciuto capi con la testa vuota come un vaso di Venini appena soffiato e privi di qualsiasi umanità. Ma questo credo sia capitato a tutti,
Ricordo un alto dirigente che era perennemente ubriaco e che faceva battute sessiste indegne in pubblico e in privato con il benestare dei suoi colleghi e dei suoi superiori.
Tra le risate e le ridacchiate dei suoi pari che gli si mostravano amici.
E questo non in un’azienducola qualunque, ma in una multinazionale famosa nel mondo per diffondere “cultura”.
Nulla mi stupisce. Ho conosciuto amministratori delegati frustrati sbavare dietro una segretaria bionda senza particolare fascino o direttori generali pieni di invidia e di risentimento anche nei confronti dei sottoposti fare avance nemmeno tanto velate alle giovani stagiste.
Situazioni vomitose. Poveretti.
Ho avuto una capa, protetta dall’alto e raccomandata, non solo incapace di fare l’”o” con il bicchiere, ma totalmente incapace a gestire la propria emotività e facile a offrirsi sessualmente a colleghi a lei subordinati.
Persona priva di umanità e di sicurezza. Vittima di se stessa, in continua ricerca di vittime. Poveretta.
Insomma ho visto cose 😊
Ma non è di queste misere miserie e meschine meschinità di cui voglio parlare, sono fin troppo note e consuete per farne motivo di discussione.
Il brillante che aspetta di essere lavorato
Voglio parlare delle tante realtà che ho finora sperimentato e in cui ho potuto osservare l’ingegno umano positivamente all’opera.
Penso alla bottega di falegnameria di mio nonno, dove ogni tanto mi è capitato di girare, nel fragore insopportabile delle macchine e galleggiando nella segatura sempre sospesa nell’aria o, all’opposto, a corsi di formazione aziendali di importanti e blasonate università.
Ho frequentato scuole di ogni ordine e grado, a partire dalla scuola materna, dato che i nidi ai miei tempi non esistevano e il nostro nido era la casa della mia nonna materna.
Ho sperimentato ritiri spirituali buddhisti di diversi orientamenti e chi un po’ conosce queste pratiche (parlo di roba seria, non ciarlataneria), sa bene che si viene sfidati ben oltre la propria zona di comfort, spesso a propria insaputa.
In sintesi ho avuto qualche genere di esperienza con le persone, perché 53 anni, alla faccia di chi pensa che siano tanti, mi hanno concesso di “sperimentare” la vita in lungo e in largo.
E di questo sono grata al destino che non sempre è stato generoso di soddisfazioni, ma sempre di novità.
E questo 2020 è stato ben prodigo anche lui nel regalarmi esperienze inedite. A me e a tutti noi. Mai viste. In senso reale.
Ah, aspetta. Faccio anche coaching individuale alle persone, è il mio mestiere, aiutare le persone a sbocciare, a fiorire, a dare il meglio di sé.
Ebbene in 53 anni di vita sono stati infiniti e continuano a esserlo i momenti in cui resto ammirata, stupefatta e meravigliata da quello l’intelligenza e i talenti umani riescono a realizzare.
Nonostante il dirigente ubriacone e la dirigente affamata di sesso e di attenzione e i molti altri come loro.
Ho incontrato persone che a stento riescono a salutarti per la timidezza e a tenere una semplice conversazione sul meteo, capaci però di scrivere in cinque minuti, senza nessuna preparazione pregressa, la prima pagina di un racconto inedito, personale e ricco di ispirazione, pieno di creatività e suspense.
Ho conosciuto donne e uomini all’apparenza “dimessi” e “introversi”, trasformarsi in leader autorevoli, comprensivi ed efficaci quando messi a capo di una squadra improvvisata per una simulazione formativa.
Ho avuto a che fare con persone che si sono sempre dedicate a contabilità e numeri, partecipare a brainstorming creativi stupefacenti che hanno prodotto idee prodigiose.
Posso dire che mai, mai, ma proprio mai, nelle molteplici esperienze che ho attraversato ai quattro angoli della terra, non sia rimasta impressionata dal potenziale delle persone più diverse che diventa concreto e genera qualcosa di tangibile e positivo.
Non basta. Conosco e ho conosciuto persone dotate di “diverse abilità” dimostrare in alcuni ambiti capacità fuori dagli standard più elevati e punti di forza che i “normali” nemmeno si sognano.
Non è retorica o buonismo o politicamente corretto.
Non siamo onnipotenti, ma siamo potenti
Non sono affezionata a nessuno di questi atteggiamenti, ma il termine contemporaneo partorito evidentemente da una sciocca pudicizia “diversamente abile” è uno di quelli che considero più azzeccati.
Del resto la storia e la vita quotidiana ci presentano di continuo vicende di persone che non essendo nella “norma”, con la loro diversità scoprono, mostrano e insegnano nuove abilità.
Chiunque osservi il mondo con occhio intelligente e capace di analisi acuta e i veri scienziati ben lo sanno.
La mia nonna paterna, che io ricordo solo ormai completamente cieca (perse del tutto la vista quando io avevo pochi mesi) adottare tecniche tutte sue per entrare in contatto con noi ed essere autonoma e che quando andavo a trovarla sapeva riconoscermi e distinguermi dai miei cugini, molto vicini per età e quindi per statura e corporatura, solo sfiorandomi la mano.
Si alzava dal divano dove di solito stava seduta, percorreva con sicurezza la cucina, apriva uno degli armadietti della credenza e mi dava i Kinder.
Era lei a prendermi per mano e guidarmi.
Io non mi capacito ancora, dopo decenni, di quella disinvoltura che a me incantava.
E capivo che lei naturalmente e spontaneamente adottava strategie efficaci che altri, vedenti, non sarebbero stati in grado di adottare allo stesso modo.
Ho in mente una mia amica australiana, priva dalla nascita della parte di un braccio dal gomito in giù, grande viaggiatrice in solitaria, autonoma in tutto e per tutto.
È imprenditrice e tra l’altro alleva bestiame
Vi sono cosiddette “malattie” come l’autismo o altre malattie rare che si accompagnano a doti superiori in alcuni campi come ad esempio quello della matematica, dell’arte e della musica.
Vi sono delle ragioni evolutive e biologiche? Probabilmente…
Sappiamo di persone che nel corso della vita hanno dovuto subire riduzioni della propria integrità biologica (pensiamo ad alcuni atleti paralimpici che hanno avuto incidenti perdendo arti o udito o vista), alle quali hanno supplito con il cambiamento di abitudini, l’allenamento, l’adattamento.
L’applicazione di strategie ad hoc, come mia nonna.
Ormai molte di queste persone “diversamente abili” sono diventate note per le loro abilità e i loro talenti fuori del comune e sperabilmente si sta rovesciando il deprecabile concetto che considera un “animale da circo” chi non è “uguale” (a chi? A che cosa? A che titolo? In che cosa?) e uniforme (a chi? A che cosa? A che titolo? In che cosa?).
Voglio fare presente che questo non è il solito discorso del “tu puoi tutto”.
Noi, tutti, possiamo molto, abbiamo tutta la vita per occuparcene e non è mai troppo tardi per incominciare.
Questo è un ragionamento semplice e non banale di come funziona la natura in generale e la nostra natura in particolare.
Poi potrei elencare la lista infinita delle meraviglie realizzate dagli uomini, spesso sconosciuti (i famosi scalpellini del Duomo di Milano, i miei cari amici senza nome), spesso privi di molti mezzi fondamentali a realizzare quello che comunque hanno realizzato.
Sei mai stata dentro e sopra la cupola del Brunelleschi a Firenze?
Hai letto il quarto libro dell’Eneide? Ahimé, il mio preferito, fa un baffo a Karenina e Bovary
Sei stata ai Musei Vaticani?
Hai mai ascoltato “Wonderful Tonight” di Eric Clapton, traducendo le parole?
"Mi sento magnificamente perché vedo la luce dell’amore nei tuoi occhi. E la più grande meraviglia di tutto questo. È che tu proprio non ti accorgi di quanto io ti ami"
Ecco, per dire.
Forse non te ne stai accorgendo, ma ti sto manipolando, ti sto dicendo in modo subliminale che sei brava in molte cose.
Non può che essere così.
Se qualcosa di quello che ho scritto ti ha fatto sospirare, alzare il sopracciglio, sentire un desiderio di scoperte alte come montagne o un malinconico rimpianto per la nostra piccolezza di umani al confronto dell’enormità e meraviglia della vita, significa che sei brava in molte cose.
Solo che non lo sai ancora.
Può essere interessante scoprirlo, tutto sommato.
Per esempio tra le pochissime cose grandiose che io ho citato quale ti incuriosisce e ti piace di più?
Quale conosci meglio?
E se non ne conosci qualcuna o nessuna, quale ti piacerebbe conoscere meglio?
Ce n’è qualche altra che io non ho citato? (Di sicuro c’è).
Il cambiamento è parte della vita, il miglioramento dipende da noi
Lo sai che un quadro, un panorama, un vaso, un fiore, la pagina di un libro, un pezzo musicale, un balletto sono meglio di cento psicanalisti mediamente preparati?
E poi se tu trovassi uno psicanalista mediamente preparato ti direbbe proprio di lasciare perdere ogni ragionamento e di ascoltare il tuo inconscio e trovare la tua direzione da sola.
Perché è così che deve accadere.
Il fatto è che devi essere convinta, fortissimamente convinta, che da sola ce la puoi fare.
E per “da sola” non intendo in isolamento ed emarginata, ma ispirandoti a chi ti è intorno e a che cosa ti è intorno e ti suscita desiderio ed entusiasmo.
Il lavoro a maglia, il ricamo, il cake design, il riuso.
No, dico, ma quanto ce n’è?
E tu sei brava in più di una di queste forme di creatività e di realizzazione.
Che includono anche il realizzare impianti idraulici o la contabilità.
Noi umani siamo esseri eclettici. Certo che sì.
Ognuno di noi lo è.
Sei brava in molte cose devi solo fare emergere le tue doti sommerse, forse per paura e insicurezza, e poi procedere.
"Trova la tua voce, Mary.William Godwin alla figlia Mary Wollstonecraft Shelley nel film Mary Shelley"
Di certo le tue doti sommerse puoi farle emergere.
È qualcosa che può accadere.
Se sei qui e continui a leggere il mio pippone di certo sta già accadendo e indietro non si torna.
Tieni presente che dipende da te e diventare brave in qualcosa richiede impegno, studio, esercizio, delusioni, passi indietro, balzi in avanti e piccoli e grandi traguardi raggiunti.
E anche fallimenti, ma di quelli abbiamo già parlato ampiamente.
Del resto che hai da fare di altro nella vita: stare sui social o chattare con un cretinetti?
No dài! Non è più di moda, sono cose da dinosauri.
Poi però quando si è brave, tutto diventa naturale e semplice, parte di noi.
"Omnia mea mecum porto (Tutto quello che mi appartiene è con me” Biante di Priene"
Omnia mea mecum poto (Tutto quello che mi appartiene è con me) Biante di Priene
Nessuno ce lo può sottrarre.
Come trovi la tua voce, la tua bravura, la tua unicità? Un metodo pratico
Ecco che a questo punto ti propongo cinque passi attraverso i quali scopri la tra bravura, quella che ti gratifica al tuo interno e ti fa sentire vista allo sguardo degli altri.
Considera tre aspetti innanzitutto:
1 Quello che ti dà serenità e felicità fare. Parliamo sempre di fare, di agire, di andare da un punto a un altro punto, il che non significa che a te non può dare felicità la lettura o la visione di serie tv.
Parliamo di vera e propria felicità. Può essere cucinare, il giardinaggio, il capire le dinamiche dei comportamenti e delle relazioni umani, la chimica o la biologia, il découpage.
2 Poi parliamo di passione, quella sensazione che provi quando, facendo qualcosa che ti piace talmente non hai cognizione del tempo che passa. Si chiama “essere nel flusso”. Lo possiamo chiamare anche “estasi” o “rapimento”. Non smetteresti mai di farlo.
3 Il terzo punto è l’abilità, la competenza: hai qualche genere di abilità in quello che ti dà felicità e passione? Probabilmente sì. Solo che per paura insicurezza o anche ignoranza (non ci hai mai pensato), non l’hai mai messa in campo o coltivata. Ti assicuro che se ti piace andare per mostre, fare la maglia, dipingere, se quando lo fai ti senti felice e rapita, hai anche una tale abilità in questo campo.
A questo punto, di tuo devi aggiungere la costanza, lo studio, la dedizione, un sistema per imparare più velocemente e in modo più preciso, il tempo.
Ebbene tutte queste cose devono diventare delle priorità.
Ci devi mettere l’olio di gomito. Basta un’ora al giorno.
In questo modo diventi davvero brava in qualcosa.
E c’è di più.
Parlo dell’essere brava in qualcosa per le tante ragioni che ho elencato prima.
Sono ragioni emotive, personali, legate all’autostima, all’essere sicura di te , alla tua direzione di vita.
E se fossi brava anche per offrire valore agli altri?
In tutto ciò c’è un messaggio ulteriore: quello in cui sei brava può diventare il tuo mestiere, il tuo lavoro, il tuo ruolo professionale.
Viviamo in un mondo in grande cambiamento e in tremenda crisi, che però ha un terribile bisogno di novità, di flessibilità, di nuove proposte ed è apertissimo a queste novità, a questi cambiamenti e ad adottare nuove abitudini.
Ecco allora che, messa in luce la tua bravura, passo passo ma con costanza, puoi fare del tuo talento la tua fonte di vita anche dal punto di vista economico.
Attenzione, ancora una volta: non si tratta di un processo lungo, per cui scatta la solita scusa “quando sarò brava, allora…”.
Si diventa bravi dal momento in cui si fanno le analisi che ho suggerito. Tutto il resto è perfezionarsi lungo la via.
Per cui ai punti di cui sopra, per fare del tuo talento un mestiere gratificante, è importante che tu aggiunga altri due aspetti:
4 L’opportunità. Chiediti: ci sono opportunità per persone che hanno i miei talenti. Posso dirti di sì: semmai va fatto un minimo di adattamento di questi talenti alle opportunità.
5 Il valore vero che offri, l’aiuto reale dato agli altri. Chiediti: quello che faccio può avere una influenza positiva sugli altri.
Anche in questi casi mi permetto di dire che sì: sempre in questo mondo ci sono una marea di bisogni insoddisfatti, soprattutto legati al benessere interiore delle persone.
I bisogni creati e soddisfatti negli ultimi 50 anni non hanno di fatto permesso di stare bene, alle persone in quanto esseri umani.
Hanno dato loro un’enormità di vantaggi impagabili (salute, qualità di vita, comfort essenziali) ma non sono riusciti a migliorare lo stato interiore dei più.
Considera questo con attenzione quando pensi di te vorrei essere brava in qualcosa.
P.S. IMPORTANTE: ti consiglio di prendere un foglio o meglio il tuo diario o il tuo quaderno/diario e comporre 5 colonne affiancate in verticale con le diverse scritte.
Felicità – Passione – Capacità – Opportunità – Valore per gli altri.
Sotto ciascuna colonna scrivi quello che le compete.
Esempio, sotto “Capacità”: so ascoltare gli altri e non li giudico e so spiegare con chiarezza; sotto “Felicità”: mi piace dipingere e decorare; sotto “Valore per gli altri”: molte persone hanno bisogno di rilassarsi esprimendo la propria capacità con lavori manuali.
E così via. Puoi aggiornare la tabella regolarmente nel tuo percorso di essere sempre più brava in quello che sei.
Fammi sapere che cosa hai scoperto e che cosa hai ottenuto.
Ci tengo!
Tex 4 anni fa (4 Ottobre 2020 19:16)
Bellissimo articolo......Fabio 4 anni fa (4 Ottobre 2020 22:03)
Sara 4 anni fa (4 Ottobre 2020 20:52)
Grazie, Ilaria! Non sai quanto avessi bisogno di questo articolo! Grazie di cuore.Doris 4 anni fa (5 Ottobre 2020 7:08)
cristiana 4 anni fa (5 Ottobre 2020 8:40)
mi sono scese due lacrimucce....devo rifletterci su.Grazie Ilaria.Kicca 4 anni fa (5 Ottobre 2020 13:26)
mariagrazia 4 anni fa (5 Ottobre 2020 15:06)
Carlotta** 4 anni fa (6 Ottobre 2020 10:30)
Vanessa 4 anni fa (6 Ottobre 2020 11:59)
Ciao Cristina, grazie per i complimenti. Puoi provare a pubblicarle in modo anonimo, poi potresti anche fare successo. Sono d'accordo sul consiglio a Tex. Ciao!SARA 4 anni fa (6 Ottobre 2020 14:06)
Linda 4 anni fa (6 Ottobre 2020 21:14)
Andrea 4 anni fa (6 Ottobre 2020 9:41)
Ilaria Cardani 4 anni fa (6 Ottobre 2020 9:54)
Andrea 4 anni fa (6 Ottobre 2020 11:33)
Effettivamente... HahahaIlaria Cardani 4 anni fa (6 Ottobre 2020 15:09)
Anvedi, Fabio... T'ho detto...Fabio 4 anni fa (6 Ottobre 2020 14:30)
Diversamente giovani, ovvero senza età.Ilaria Cardani 4 anni fa (6 Ottobre 2020 15:07)
Fabio 4 anni fa (7 Ottobre 2020 14:57)
Tex 4 anni fa (4 Ottobre 2020 19:34)
Ilaria Cardani 4 anni fa (4 Ottobre 2020 20:09)
Tex 4 anni fa (4 Ottobre 2020 21:11)
Grazie per la sincerità........la apprezzo molto.Vanessa 4 anni fa (5 Ottobre 2020 16:06)
Cristina 4 anni fa (5 Ottobre 2020 20:40)
Tex 4 anni fa (6 Ottobre 2020 15:28)
Grazie Vanessa x i tuoi preziosi consigli, ma soprattutto x aver ascoltato il mio "dilemma........", anche questo è stato un....... condividere.Vanessa 4 anni fa (6 Ottobre 2020 21:56)
Figurati Tex, visto, è più facile di quello che sembra!Tex 4 anni fa (6 Ottobre 2020 15:49)
Tex 4 anni fa (6 Ottobre 2020 19:06)
La condivisione 4 anni fa (7 Ottobre 2020 11:01)
Fabio 4 anni fa (8 Ottobre 2020 1:06)
Tex 4 anni fa (8 Ottobre 2020 9:20)
Si si hai ragione Fabio, bisogna investire le nostre energie per trovare soluzioni......soluzioni.....non problemi.Laura 4 anni fa (8 Ottobre 2020 2:13)
Ana Maria 4 anni fa (7 Ottobre 2020 11:44)
Vic 4 anni fa (7 Ottobre 2020 18:58)
Tex 4 anni fa (7 Ottobre 2020 23:44)
Vic 4 anni fa (8 Ottobre 2020 14:39)
L 4 anni fa (9 Ottobre 2020 10:10)
Miriam 4 anni fa (10 Ottobre 2020 2:50)
Angy 4 anni fa (17 Ottobre 2020 15:09)
Emanuela B 4 anni fa (19 Ottobre 2020 18:55)
Luna 4 anni fa (18 Ottobre 2020 23:16)
Silvia 4 anni fa (19 Ottobre 2020 14:17)
Luna 4 anni fa (19 Ottobre 2020 19:13)
Silvia 4 anni fa (20 Ottobre 2020 12:50)
Luna 4 anni fa (20 Ottobre 2020 17:12)
È meraviglioso, grazie! Lo leggerò:)Silvia 4 anni fa (20 Ottobre 2020 21:27)
Figurati, un libro dolcissimo! :)Gloriana 4 anni fa (23 Ottobre 2020 15:02)
Ilaria Cardani 4 anni fa (23 Ottobre 2020 16:43)
Ciao Gloriana, grazie per la tua testimonianza, ne riparleremo.Emanuele 4 anni fa (4 Ottobre 2020 16:53)
Tex 4 anni fa (4 Ottobre 2020 20:07)
Emanuele 4 anni fa (4 Ottobre 2020 20:59)
Emanuela B 4 anni fa (20 Maggio 2021 17:55)
Ilaria Cardani 4 anni fa (20 Maggio 2021 19:10)
Tex 4 anni fa (4 Ottobre 2020 23:33)
Anche io volevo o dire eccellere.......ho sbagliato a scrivere.