Ma la sfortuna in amore esiste?
E la sfortuna in generale?
E’ vero che possiamo essere irrimediabilmente colpiti dalla sorte avversa, da un caso disgraziato e da un destino infausto?
Ed è vero che non possiamo farci niente?
O che, peggio mi sento, esistono persone indubbiamente sfortunate sulle quali la vita si accanisce in modo maligno e anche brutale?
Sono questioni che in un modo o nell’altro tutti noi almeno una volta nel nostro percorso esistenziale ci siamo posti e che tutta l’umanità durante la propria storia si pone.
In effetti come è possibile pensare che un bimbo nato in un paese civile e ricco, moderno e ben organizzato, magari da una famiglia ricca o ricchissima e anche con molti privilegi, non sia più fortunato di un bimbo suo esatto coetaneo, magari nato lo stesso giorno, ma in un paese in guerra, arretrato, dove non ci sono leggi rispettose dei diritti umani e in povertà?
Hanno voglia gli esperti di crescita personale o di filosofia spicciola a proclamare che: “La fortuna non esiste, ma ciascuno di noi è il costruttore del proprio destino”.
In questi casi dire che “la fortuna non esiste” richiede una serie di passaggi argomentativi e di riflessioni che io troverei ben difficile produrre e seguire anche se mi fossero offerti già belli pronti su un piatto d’argento.
Personalmente, per quel che riguarda la buona o la cattiva sorte, mi riesce complicato dare una spiegazione che neghi il ruolo della “fortuna” o della “sfortuna” quando si tratta di salute e di come alcuni problemi di salute colpiscano “a casaccio”, rovinando letteralmente la vita di alcune persone, o persino mettendo fine all’esistenza di persone giovani, innocenti, ancora capaci di dare molto al mondo.
Se ragioniamo su questi casi estremi ed molto significativi, non mi sento proprio di dire che “fortuna” o “sfortuna” sono solo interpretazioni di quello che ci succede, che tutto dipende dalle nostre convinzioni o dal nostro atteggiamento mentale verso la vita.
Sfortuna: esiste davvero?
Io credo che a questo punto si debbano assumere delle posizioni flessibili, si debba considerare ogni situazione (rilevante) della vita in modo attento e obiettivo, perfino creativo.
Lo scopo, ovviamente, è quello di vivere bene, al meglio, con quello che la vita ci offre.
Senza sprecare il tempo e le opportunità che ci sono dati e senza avere aspirazioni o pretese irreali, irrealistiche.
La crescita personale, il self-help, sostengono grosso modo che successo o insuccesso, soddisfazione o insoddisfazione, dipendono non da quello che ci accade, ma da come noi reagiamo a quello che ci accade, da che cosa noi facciamo con quel che c’è nel piatto della nostra vita.
E’ un concetto condiviso anche da pensatori di alto livello e da molte teorie psicologiche e certamente, entro certi limiti è più che sensato.
Se ogni volta che ci accade qualcosa di non fantasticamente meraviglioso ci diamo per sconfitti “per natura e per destino” e ci dichiariamo sfortunati, la nostra vita diventa un inferno.
Ed è pieno il mondo di persone che si reputano sfortunate per le più immense sciocchezze, per esempio per il semplice fatto che in un settimana di vacanza al mare ha piovuto un mezzo pomeriggio.
Nel caso di chi viene pesantemente colpito da eventi avversi che non dipendono da lui o da lei (una gravissima malattia, l’essere venuto al mondo dalla parte sbagliata del globo e non avere concreti strumenti per la “salvezza”) la “ricetta” che mi sento di proporre è insieme l’accettazione e la determinazione.
Non si può essere sempre vittime
Il bimbo nato in condizioni svantaggiate può diventare un uomo felice e appagato, di certo pagando un prezzo infinitamente più alto del suo coetaneo nato in una famiglia privilegiata.
La persona colpita da una malattia incurabile in età giovanile, probabilmente può trarre conforto dall’accettare il proprio destino e concedersi la rassegnazione.
Cercando di dare un significato anche alla sua esistenza mutilata, magari crudelmente e senza spiegazioni.
Vi sono molte cose ignote a noi umani, moltissime non saremo mai e mai in grado di scoprirle e in questo mistero che ci avvolge, in casi di disgrazie così inspiegabili rispetto alla nostra capacità di comprensione, in cui non sono individuabili responsabili né prossimi né remoti, suppongo che la migliore spiegazione da darsi è che alcune vicende accadono, nulla è in nostro potere, se non evitare di sentirsi vittime.
Rassegnarsi al proprio “destino”, possibilmente evitando disperazione e recriminazione e rivendicando la propria dignità, magari mandando un messaggio di senso a chi ci è vicino, può essere una via d’uscita all’apparente totale ingiustizia di una situazione del genere.
La sfortuna in amore e nella vita e il sentirsi vittime
Sentirsi sfortunati significa sentirsi vittime e sentirsi vittime è una gran brutta condizione, perché se siamo vittime di qualcuno o vittime della sfortuna, significa che non abbiamo il controllo sulle nostre vite e le nostre vite sono destinate alla disgrazia.
Significa ritenere di non avere opportunità, possibilità, potenzialità.
Significa non avere la speranza, non credere nemmeno più nell’ultima dea, la speranza, appunto.
La speranza che è parente stretta del desiderio e l’amore non può esistere senza desiderio.
Pessimo.
Vuol dire anche, in certi casi, che stiamo lasciando andare le responsabilità della nostra vita a qualcosa di indeterminato e di incalcolabile.
Più che in base al caso, viviamo a casaccio,
Definirsi sfortunati significa allora dare la “colpa” di quello che non va all’esterno ed evitare qualsiasi “sbattimento” in prima persona e contando sulle nostre forze per rendere la propria vita migliore.
Premesso che la vita è un succedersi o, meglio, un insieme di accadimenti che spesso non hanno un disegno o un progetto definito o predefinito, è vero allo stesso tempo che un disegno e un progetto sulla nostra esistenza possiamo definirlo e perseguirlo noi in prima persona.
Un progetto e disegno che certo può andare a ramengo per cause di forza maggiore o che, più facilmente, se perseguito nel modo giusto, con gli strumenti giusti, può riuscire in tutto o almeno in parte,
Insomma le condizioni di partenza o le condizioni che si creano cammin facendo possono essere modificate o possono essere adattate ai nostri obiettivi.
O, meglio ancora, come dice una legge di natura basilare, noi possiamo adattare i nostri comportamenti, le nostre reazioni e le nostre azioni alle condizioni che ci si presentano di volta in volta.
Se posso permettermi faccio un esempio di un fenomeno che conosco piuttosto bene.
Quello di donne che sono state con uomini maltrattanti o pesantemente maltrattanti.
Con uomini del genere hanno avuto una o spesso più relazioni importanti e ne sono uscite spesso distrutte.
In molti casi queste donne possono considerarsi vittime a tutti gli effetti.
E lo sono, soprattutto, lo sono state.
Negli stessi casi, se hanno sufficiente amor proprio e amore per la vita, si rendono conto che possono spogliarsi dei panni delle vittime fare tesoro della loro esperienza, salvarsi, e iniziare una vita da donne libere capaci di autodeterminarsi.
E soprattutto capaci di non essere più vittime.
Ce ne sono di donne che ci riescono, eccome.
So di molte donne che fanno grandi passi in avanti nel loro modo di relazionarsi con se stesse e con gli uomini e allo stesso tempo, malgrado una potente evoluzione che hanno determinato in prima persona, non hanno ancora trovato la persona giusta, il partner che fa per loro.
Ecco che allora sorge in loro il sospetto di non aver incrociato le occasioni e le opportunità giuste e quindi di essere sfortunate.
La questione è che sentirsi sfortunate taglia le gambe a qualsiasi progetto, sogno, desiderio.
Se la sfortuna gioca contro non c’è giustizia, competenza, qualità, dedizione, comportamenti o strumenti che tengano.
Molto bene. Si fa per dire.
Siccome nessuno di noi nasce con la garanzia o la polizza assicurativa sulla riuscita della propria vita attaccata al polso con la fascetta di plastica, secondo nessun punto di vista, è ovvio che per noi possiamo immaginare il meglio come il peggio.
E’ logico.
E’ anche vero che, seppure non dotati di garanzia e di assicurazione, nasciamo con delle caratteristiche peculiari che ci permettono di avere impatto sul mondo e, comunque sia, con una capacità di influenzare l’ambiente, le situazioni, gli altri.
Soprattutto abbiamo la capacità di adattarci e di evolvere.
Magari in modo disfunzionale, ma tutti possiamo adattarci. Il punto è farlo in modo funzionale.
Che cosa serve dunque per diventare fortunati, cioè per adattarci e per evolvere alle circostanze che ci si presentano, anche nella vita sentimentale e dare un svolta alla propria vita?
Superare la sfortuna in amore: 3 passi essenziali
Ed eccoci alla parte dei consigli pratici, tre passi fondamentali per togliersi di dosso la sfortuna o, meglio, il pensiero di essere sfortunati.
1 Conosci te stessa e le tue abitudini di comportamento e di pensiero.
Coloro che sostengono di aver compiuto TUTTI i passi necessari per raggiungere un obiettivo e non avendolo raggiunto chiamano in causa la sfortuna, pur non avendo sperimentato eventi effettivamente eclatanti come quelli che ho citato sopra, probabilmente hanno fatto molti passi importanti, ma non quelli veramente necessari.
E il passo davvero necessario è assumere l’atteggiamento mentale più utile.
Interpretare la propria vita solo attraverso la lente della sfortuna non è un atteggiamento mentale utile.
Ammesso che esista la sfortuna, dobbiamo ammettere anche che si può essere sfortunati qualche volta ma non sempre e che la sfortuna si può anche “contrastare”.
Difficile farlo, però, se si pensa che lei ci perseguiti.
Perché la caratteristica della sfortuna è quella di essere invincibile.
Se no non si chiamerebbe sfortuna.
So che può essere un’impresa difficile, ma impugnare il proprio diario o un quaderno che ne faccia funzione e stendere qualche riflessione sui momenti fortunati e sfortunati della tua vita, sui vantaggi e gli svantaggi che hai e sui comportamenti e i pensieri che formuli su tutto ciò può esserti molto utile per trovare i pezzi mancanti.
Cioè per trovare l’atteggiamento mentale giusto per affrontare le tue difficoltà in base alla tua personalità e ai tuoi valori.
Come devi fare questa esplorazione?
Prendi nota di quello che di buono hai nella vita, in tutti i campi.
Prendi nota di quello che di “sfortunato” credi ti sia accaduto e poi di quelli che ritieni i tuoi colpi di fortuna.
Infine prendi nota di quali sono le tue convinzioni profonde su tutto ciò.
Sono quelle di una persona che si ritiene fortunata o sfortunata? Ci possono essere situazioni in cui ti sei sentita fortunata e altre no. Perché? In base a quali dati e circostanze?
Soprattutto: in base a quale tuo approccio emotivo?
2 sii spietatamente onesta con te stessa.
Ok, mettiamo pure che tu sia l’essere umano più sfortunato di tutti i tempi e di tutti i luoghi.
Non è che qualche volta la tua “sfortuna” ti torna o ti è tornata utile con dei vantaggi secondari, tipo darti l’autorizzazione di compiangerti, di farti compiangere, di non metterti in gioco, di smettere di giocare, di giustificarti, di sentirti unica (molti si sentono unici e irripetibili grazie alla propria sofferenza), di non sentirti in colpa, di non assumerti le tue responsabilità e… (aggiungi a tuo piacimento)?
Una riflessione sconcertante e utile
3 (Sorpresa!) Mettiamo che tu ti senta sfortunata in amore, dannatamente sfortunata, soprattutto se consideri che anche la meno attraente delle tue amiche è felicemente sposata, che incontri solo cretini e cretinetti, e che vedi intorno a te solo coppie felici e affiatate.
Va bene. Questo ragionamento può valere per l’amore come per la professione come per il denaro o per le amicizie,
Noi consideriamolo per l’amore.
Ebbene, non è che su questo benedetto amore, sul trovare l’uomo giusto, ti stai fissando un po’ troppo?
Possiamo dire che magari sei un po’ ossessionata.
Essere ossessionata non significa aggirarsi per le vie della città con una scopa di saggina in mano tutta intrisa di untuose pozioni magiche, la gonna lunga e strappata, sporca e con un cappellaccio in mano urlando a squarciagola: “Voglio un uomooo!”
Le vere ossessioni, quelle specie di pensieri fissi che rendono la nostra anima inquieta e sensibile su certe questioni in particolare, sono spesso silenziose, magari anche inconsce o consce a metà, ma ci impediscono di essere libere e distaccate.
Accade cosi che per strani casi chi vuole dimagrire o rimane inchiodato al proprio peso o ne accumula.
Chi vuole superare un esame all’università, studia da matti (ecco qua per esempio la vera ossessione e la vera ragione per cui non passa l’esame) ma non c’è verso che lo superi.
O chi cerca una persona con cui stare bene, anche se non ne parla mattina e sera, si fa auto sabotaggio e crea la propria sfortuna in amore.
Meditate gente, meditate.
La morale è sempre quella: abbi cura di te e della tua autostima per superare la sfortuna in amore.
Vesper 4 anni fa (16 Agosto 2020 17:25)
Maddalena 4 anni fa (16 Agosto 2020 17:44)
Michela 4 anni fa (16 Agosto 2020 18:39)
Adele 4 anni fa (16 Agosto 2020 18:52)
Tania 4 anni fa (16 Agosto 2020 19:57)
Kiki07 4 anni fa (16 Agosto 2020 21:40)
Nimue 4 anni fa (17 Agosto 2020 3:38)
Nicoletta 4 anni fa (17 Agosto 2020 17:43)
Haze 4 anni fa (17 Agosto 2020 22:57)
Maria 4 anni fa (18 Agosto 2020 12:23)
Silvia 4 anni fa (18 Agosto 2020 14:10)
Maria 4 anni fa (18 Agosto 2020 15:25)
Maria 4 anni fa (18 Agosto 2020 18:39)
Angy 4 anni fa (19 Agosto 2020 0:29)
Emanuele 4 anni fa (19 Agosto 2020 11:26)
Fabio 4 anni fa (19 Agosto 2020 13:01)
La magia è un'arma potentissima, niente le resiste, ha solo un punto debole, bisogna crederci.Ilaria Cardani 4 anni fa (19 Agosto 2020 15:00)
Un riscontro te lo devi dare tu: ti pare possibile che un rito vudù possa avere effetto? Sono robe da matti, primitive. Ma non scherziamo nemmeno...Angy 4 anni fa (19 Agosto 2020 16:08)
Vi ringrazio.. Io non sono di quei pensieri.. Ma esistono modalità di pensiero di tutti i tipi e so che qui avrei trovato affidabilitàEva 4 anni fa (26 Agosto 2020 9:08)
Fabio 4 anni fa (26 Agosto 2020 12:27)
Eva 4 anni fa (26 Agosto 2020 21:29)
Fabio 4 anni fa (26 Agosto 2020 22:58)
Emanuele 4 anni fa (27 Agosto 2020 16:25)
AnnaV 4 anni fa (27 Agosto 2020 11:29)
Vic 4 anni fa (27 Agosto 2020 14:24)
la temperanza 4 anni fa (1 Settembre 2020 11:35)
Ilaria Cardani 4 anni fa (1 Settembre 2020 14:28)
Claudia 4 anni fa (1 Settembre 2020 15:07)
Fabio 4 anni fa (1 Settembre 2020 15:24)
Se ti piacciono i molluschi fai pure, però ricordati che bisogna sudare per tenerli confinati, basta un pertugio e ti scappano via. FabioFabio 4 anni fa (1 Settembre 2020 16:24)
La temperanza 4 anni fa (1 Settembre 2020 19:38)
Vic 4 anni fa (1 Settembre 2020 21:02)
"La temperanza" sai è come il vento...@La stai più impicciata de me.Fabio 4 anni fa (1 Settembre 2020 21:13)
Lela 4 anni fa (1 Settembre 2020 19:20)
Nimue 4 anni fa (1 Settembre 2020 22:16)
D'accordissimo Lela.Emanuele 4 anni fa (1 Settembre 2020 19:49)
Sofia 4 anni fa (27 Settembre 2020 1:18)
FrancescaF 4 anni fa (27 Settembre 2020 20:11)
Carla 4 anni fa (6 Ottobre 2020 9:30)