Come reagire alle provocazioni?
Il mondo è pieno di provocatori.
Dal bimbo di due anni (si incomincia a quell’età), che provoca i genitori con rifiuti e impuntature per mettere alla prova la propria indipendenza e il loro amore, all’adolescente che fa lo stesso con tutti gli adulti di riferimento, per affermare la propria individualità.
Le madri sono delle perfette conoscitrici di provocatori, avendo a che fare con i loro figli che per definizione sono dei provocatori.
Ma vi sono un’infinità di altri provocatori con scopi e obiettivi ben diversi da quelli di un bambino o di un adolescente sani.
Ci sono gli adolescenti bulli, che non si possono definire di certo promettenti come futuri adulti equilibrati, anche se non si può mai dire.
Ci sono le false amiche che dietro a un complimento nascondono un colpo basso.
Ci sono i corteggiatori frustrati che mirano ad usarti e fanno battutine ambigue sulla tua riservatezza, sul tuo aspetto fisico, sul tuo carattere, sul tuo non concederti troppo facilmente a loro…
Ci sono i capi che provocano per suscitare in te delle reazioni che poi possono usare contro di te.
Ci sono i colleghi invidiosi che intendono farti perdere le staffe.
Ci sono i partner disfunzionali che ti provocano per controllarti e manipolarti.
Che cos’è una provocazione?
Una provocazione è un comportamento che si assume per suscitare una reazione forte – potremmo dire violenta – dalla controparte, quando si intende per l’appunto manipolare una determinata persona e ottenere uno scopo preciso.
Che magari è anche solo sfogare le proprie frustrazioni.
La parola pro-vocazione deriva dal latino “vocare”, chiamare, e da “pro” che significa “per”, “fuori”, “avanti”, “verso”.
Che cosa significa?
Significa che chi provoca vuole suscitare una reazione nell’altro che sia favorevole a se steso.
Per esempio c’è chi ti provoca per farti arrabbiare e quindi dar prova del fatto che tu sei permalosa, irascibile, scomposta.
Oppure c’è chi provoca per attaccarsi alla provocazione e mettere in luce se stesso e raggiungere determinati scopi di sciocca gratificazione personale (“Che figo che sono, l’ho fatta imbestialire…”).
Questo accade spessissimo nei talk show televisivi o negli show serali più apprezzati dalla massa.
Con una specifica: spesso a un occhio minimamente critico risulta evidente la messinscena e la falsità di certe provocazioni.
Un ospite pronuncia una frase offensiva, fuori dagli schemi etc, gli altri reagiscono indignati,.
A quel punto “monta la panna” e il giorno dopo tutti ne parlano dando rilevanza ai protagonisti della sceneggiata.
Che ne traggono beneficio in termini di visibilità e guadagno.
Diciamo che tre quarti della comunicazione pubblica, inclusa quella politica (anzi soprattutto quella politica), è costruita su questi presupposti.
E quasi tutta la provocazione pubblica è una finzione: un gioco delle parti, spesso tacitamente o esplicitamente concordato, tra due parti che si provocano e contro provocano per far passare un messaggio manipolatorio a spettatori ed elettori spesso incapaci di cogliere il “trucco” che vi è nella recita.
Tieni ben presente alle alleanze tra partiti, alleanze che si fanno e si disfano come io mi faccio e mi disfo la coda dei capelli: per mesi due partiti si insultano, poi si alleano, poi si insultano, poi si alleano.
Non dimentichiamoci che ci sono anche le provocazioni di tipo seduttivo, che possono essere sane e trasparenti e invece, anche in questo caso, di tipo manipolatorio e maligno.
E anche questo accade sia nel pubblico sia nel privato.
Sugli individui e sulle masse.
Facci molta attenzione.
Come reagire alle provocazioni
Vorrei sottolineare un aspetto molto importante.
I più grandi provocatori sono i narcisisti perversi, i predatori e i manipolatori maligni, certi psycho, e così via.
Tutti soggetti con i quali non è improbabile che tu sia entrata in contatto più o meno ravvicinatamente.
Di sicuro tutti noi siamo continuamente in contatto con personaggi del genere, la questione è quanto intimo e stretto e coinvolgente è questo contatto.
Lo ripeto per l’ennesima volta e continuerò a ripeterlo, se stai con un partner che ha questo livello di “stronzaggine”, lascialo.
Come individui e come masse, se siamo sensibili e rispondiamo in modo irrazionale alle provocazioni diventiamo molto vulnerabili e quindi manipolabili.
La nostra vita diventa dominio altrui, non nostro.
Noi ne perdiamo il controllo.
Va anche detto che non ci vuole particolare intelligenza e arte nel provocare.
Se può farlo un bambino molto piccolo o un adolescente, significa che è una “competenza” molto facile e naturale.
Che appartiene anche ai più stupidi.
E’ anche vero che è difficile non essere sensibili alle provocazioni, soprattutto se queste vanno a colpire i nostri “nervi scoperti” e sappiamo bene che chi provoca intende fare proprio questo, colpire i nostri punti deboli.
Va da sé che quando reagisci in modo eclatante, cioè dimostrando rabbia, dolore, aggressività a chi ti provoca, lui o lei hanno fatto gol e soprattutto hanno conferma di quali sono i tuoi punti deboli, sui quali colpire e colpire ancora in futuro.
Capito mi hai?
Calma, controllo e codardia
Come reagire a alle provocazioni in modo tale non solo di evitare di mostrare i tuoi punti deboli a chi non si merita di conoscerli ed è meglio che non li conosca, ma anche in modo da non soffrire?
Non soffrire, che bell’obiettivo, vero?
Altroché essere felici, basterebbe non soffrire per stupidaggini, sciocchezze e meschinerie varie e assortirte.
Questo è un bell’obiettivo da porsi.
Perché prendersela per le provocazioni significa soffrire e arrabbiarsi per l’utilità altrui.
E’ una doppia sconfitta.
C’è chi sostiene che non rispondere alle provocazioni è da codardi.
No, è da persone forti e astute.
C’è una storia zen tramandata in varie versioni.
In sostanza racconta di un vecchio samurai che ha smesso da tempo di combattere.
Quando combatteva era totalmente invincibile.
Si ritira a vita privata e diventa maestro e punto di riferimento di molti giovane.
Un altro samurai, giovane, senza scrupoli e desideroso di fama si reca da lui per sfidarlo.
È convinto che se lo sfiderà e vincerà la gloria di invincibilità ricadrà su di lui e non più sull’anziano samurai.
(Già la povertà dell’obiettivo ci dice tutto…)
Il giovane entra nella stanza dove il saggio siede a insegnare e lo provoca con offese e minacciando ripetutamente di ferirlo.
L’anziano samurai resta impassibile e il giovane se ne va. Deluso e umiliato.
I presenti obiettano all’anziano samurai che avrebbe potuto reagire e mettere “al suo posto” il giovane sfidante.
Non facendolo forse non si è dimostrato all’altezza della sua fama. Si è quindi comportato da vigliacco?
Il samurai risponde ai suoi allievi che tutti i sentimenti negativi che ti rovescia addosso una persona – offese, rabbia, frustrazioni, cattive intenzioni – possono essere considerate come un dono: se lo accetti diventa tuo.
Rifiutare le provocazioni
Se lo rifiuti rimane della persona che te lo ha dato.
Molto spesso (troppo spesso) io mi sento chiedere come “vendicarsi” di qualcuno dal quale si sono ricevute umiliazioni e offese o si è comportato in modo poco affidabile e maleducato.
Soprattutto le donne sono convinte che dopo malintesi, litigi o chiusure sia necessario dare e ricevere spiegazioni, o, peggio, impartire lezioni di buon comportamento agli altri.
È un’emerita sciocchezza.
Una persona che si comporta in modo maleducato con te, intenzionalmente, dimostrando di non condividere i valori di rispetto altrui, è di per sé “ineducabile”.
Poi non è compito nostro educare nessuno o guidare nessuno nel suo processo di crescita, almeno che sia questa persona a dimostrare il proprio desiderio di avere una guida e soprattutto di trovare una strada.
E ti garantisco che ben poche volte accade e anche con persone che di mestiere instaurano “relazioni d’aiuto” sotto varie forme con gli altri.
Talvolta succede, certo, ed è comunque il caso che ciascuno faccia il suo mestiere: il professore faccia il professore, il medico faccia il medico, il coach e l’allenatore facciano il coach e l’allenatore.
Non possiamo imporci come guide di nessuno, tantomeno di chi non ci vuole come tali e tantomeno se non siamo, per varie ragioni e incarichi, “guide”.
E qui torna la risibile questione di coloro che pretendono di cambiare i propri partner.
Non è una pretesa accettabile! È distruttiva!
Come rispondere alle provocazioni in un modo amorevole per sé (e per gli altri)
Chi provoca ha sempre un secondo fine e intende sempre metterci alla prova (anche il figlio bambino o adolescente), usando la manipolazione e il ricatto emotivo.
Cioè facendo leva sulle nostre emozioni più profonde, quelle che ci rendono più vulnerabili.
Quale potrebbe essere nel caso di un figlio l’amore di sua madre per lui.
Alcuni lo fanno in modo perfido, come, banalmente, quelli che ci fanno arrabbiare o ci esasperano per poi dichiararsi vittime.
Molto bene.
Si fa per dire.
Questo è un comportamento di tipo narcisistico che sfiora il narcisismo maligno.
Per riprendere il discorso di prima e riallacciarci al discorso dell’anziano e saggio samurai, le provocazioni, come i doni non graditi, non vanno raccolte.
Talvolta non rispondere del tutto è un buon modo per spegnere sul nascere le velleità di qualcuno che vuole ferirci.
Talaltra il senso dell’umorismo è acqua sul fuoco.
Basta rispondere con un sorriso – non provocatorio – e una frase a caso, stile supercazzola, parlando del tempo, per esempio, e poi tagliare.
In ogni caso la “calma”, cioè evitare di “prenderla sul personale” è l’atteggiamento più utile.
È anche il più difficile da assumere. Non lo nego
Come rispondere alle provocazioni con la calma
Come si raggiunge la calma?
Chi ci provoca, abbiamo detto, ha intuito che abbiamo delle vulnerabilità e anche di quale genere e quindi per colpirci, molto banalmente, mette il dito nella piaga.
Per essere calmi è necessario che noi conosciamo noi stessi meglio di quanto ci conoscano gli altri.
Fatto non ovvio e non scontato.
Per cui, ecco i miei consigli:
1 Con grande obiettività prendi nota delle tue ferite aperte. Ferite aperte da qualcun altro in un tempo magari lontano, che però chiunque è ancora in grado di toccare e rendere dolorose.
Una volta che diventi consapevole di queste ferite, sai molto meglio anche come gestirle.
Non avere paura delle tue ferite. Guardale con freddezza e obiettività in modo da proteggerle e guarirle.
2 Facendo questo “lavoro” ovviamente ti toccherà riconsiderare il tuo passato.
Prendi distanza dal tuo passato, giacché il passato è proprio là, nel passato, non esiste più e se ti lasci provocare da chi non conosce il tuo passato su questioni che però riguardano il tuo passato, ti fai fregare.
3 Tieni sempre-sempre-sempre in mente i tuoi obiettivi più importanti, che ti assicuro non hanno niente a che vedere con le provocazioni altrui.
Tutti per vivere bene dobbiamo avere dentro di noi una dose di narcisismo.
C’è chi ne ha troppo e ha comportamenti disfunzionali o altamente disfunzionali.
C’è chi ne ha troppo poco e se la prende in… quel posto.
Sii un po’ narcisista anche tu.
Osserva con attenzione il comportamento dei tanti stronzi che ci circondano (politici, personaggi tv, capini e capetti) e cogli in loro quella mancanza di autocritica, di auto percezione e di vergogna che permette loro di offendere e di lasciarsi offendere senza sosta e senza spostare la loro autostima di un millimetro.
Dopodiché prendi un pizzico di questo narcisismo e abituati a usarlo con gli altri.
Insomma, se qualcuno ti regala le sue provocazioni e prepotenze, tu non solo non accetti il dono, ma glielo restituisci infiocchettato con un po’ di amore di te stessa, cioè con quella sana dose di durezza – che poi è assertività – che ti permette di mettere gli altri al loro posto e occupare, tu, il tuo giusto posto nel mondo.
Tra pochissimo inizia il percorso I LOVE ME Amati e fatti amare.
È tutto nuovo e sorprendentemente interessante.
Per far volare alto la tua autostima.
Fisa 4 anni fa (11 Ottobre 2020 19:03)
Maria 4 anni fa (11 Ottobre 2020 19:50)
Ciao Ilaria e ciao ragazzi. Grazie mille per questo interessantissimo articolo. Non vedo l'ora di iniziare domani con il corso. Buona domenica a tutti.Carlotta 4 anni fa (11 Ottobre 2020 19:28)
Ilaria Cardani 4 anni fa (11 Ottobre 2020 20:32)
Carlotta 4 anni fa (11 Ottobre 2020 21:07)
Doris 4 anni fa (11 Ottobre 2020 21:57)
Fabio 4 anni fa (12 Ottobre 2020 0:11)
Marie 4 anni fa (12 Ottobre 2020 12:06)
April 4 anni fa (12 Ottobre 2020 12:08)
Silvia 4 anni fa (11 Ottobre 2020 21:21)
Ilaria Cardani 4 anni fa (11 Ottobre 2020 21:35)
Silvia 4 anni fa (11 Ottobre 2020 23:02)
Grazie del riscontro, Ilaria! Sto vedendo che la prudenza nelle reazioni mi rende abbastanza serena con me stessa, soprattutto vista la brezza di maestrale che tira in questo progetto ;)Ally 4 anni fa (12 Ottobre 2020 0:20)
Silvia 4 anni fa (12 Ottobre 2020 13:28)
Emilia 4 anni fa (12 Ottobre 2020 15:49)
Emanuele 4 anni fa (12 Ottobre 2020 19:57)
Mi accodo a te Emilia per i ringraziamenti. Letto oggi la prima mail, il contratto con noi noi stessi mi ha ispirato. Grazie Ilaria.Sasa 4 anni fa (11 Ottobre 2020 20:56)
Livia 4 anni fa (12 Ottobre 2020 22:42)
SARA 4 anni fa (13 Ottobre 2020 11:08)
Ilaria Cardani 4 anni fa (14 Ottobre 2020 20:30)
Grazie Sara!Silvia 4 anni fa (15 Ottobre 2020 11:05)
Daniela 4 anni fa (16 Ottobre 2020 22:49)
Giusy 4 anni fa (18 Ottobre 2020 11:58)
Ben detto Ilaria.....è difficile ma con le persone frustrate occorre comportarsi come ci consigli tu....Grande Ilaria.... Buona domenicaMarty 4 anni fa (18 Ottobre 2020 13:05)
Ilaria Cardani 4 anni fa (18 Ottobre 2020 14:59)
D. 4 anni fa (11 Ottobre 2020 22:10)
Eliana 4 anni fa (23 Novembre 2020 23:12)
Clara 4 anni fa (13 Dicembre 2020 12:52)
Clara 4 anni fa (13 Dicembre 2020 18:50)
Si, ma se uno ti dona un cavallo,tu dici di no,e te lo molla li e se ne va?che ci fai col cavallo?Silvia 4 anni fa (13 Dicembre 2020 19:47)
Fabio 4 anni fa (13 Dicembre 2020 19:50)