Mi sento in competizione con le altre donne. Che faccio?

mi sento in competizione con le altre donneMi sento in competizione con le altre donne.

Anche a te è capitato di pensarlo, qualche volta?

Che cosa significa sentirsi in competizione con le altre donne?

Ci sono due facce della medaglia.

Una faccia è quella per la quale si sente la “pressione” della competizione con il fascino e le qualità delle altre, magari anche in campo professionale o sportivo o dei passatempi.

L’altra faccia è che si è competitive per attitudine e per questo si vive il rapporto con le altre donne come una gara continua.

E non è per niente rilassante.

Faccio questa distinzione perché, confrontandomi con le mie clienti di coaching o con chi mi scrive mi rendo conto che esistono entrambe le posizioni e spesso convivono anche nella stessa persona.

C’è una competizione “subita” e “sofferta” e c’è una competizione nella quale si è parti attive, magari anche solo perché si reagisce alla competitività altrui.

Oppure si è autenticamente competitive e si vivono tutte le situazioni della vita come prove dalle quali si può uscire solo come perdenti o come vincenti.

Altre alternative non ci sono, secondo chi ha questa tendenza alla competitività estrema.

Che brutto, mon Dieu!

Mi sento in competizione con le altre donne

È un luogo comune piuttosto condiviso e non lontano dal vero che le donne siano le peggiori nemiche di se stesse.

Perché, si dice, non sono capaci di essere “amiche” come sono gli uomini e perché non sono capaci di fare rete.

Spesso si tocca con mano quanto le donne siano invidiose di altre donne e soprattutto come siano ben propense a prendere le parti di un uomo o degli uomini, e non delle donne, a prescindere, senza delle valide motivazioni.

Mi permetto di aggiungere che spesso le donne non solo sono le prime nemiche di se stesse, cioè non è che semplicemente si comportano come nemiche delle altre donne, ma altrettanto spesso, in quanto individui, nel proprio privato mantengono un tale comportamento auto svalutante, che non è affatto segno di amore per se stesse.

Per questo non è raro che molte donne non si vogliano bene per niente.

Questa è una vecchia storia, che conosciamo bene.

Ma le donne sono invidiose delle altre donne?

Insomma, se le donne, più degli uomini, tendono ciascuna per sé, a stimarsi poco, questo non aiuta ad assumere comportamenti solidali e di amicizia con le altre donne.

Perché c’è il rischio di non amare se stesse in quanto donne e per proprietà transitiva di non amare le altre donne perché donne, quindi inferiori.

Donne e anche misogine. Sul serio! Magnifico…

Talvolta osservo dei comportamenti femminili talmente irrazionali che, esagerando, mi dico che in molte, dovendo scegliere se dare retta a un Nobel donna o a un analfabeta – di andata o di ritorno – uomo, opterebbero per il secondo.

Ohibò, eccolo qui il potere di un maschilismo talmente introiettato, pervasivo, resistente, per cui le donne sono più realiste del re, più maschiliste dei maschi.

Dolorosissimo.

Davvero

Perché percorrendo questa strada non si arriva da nessuna parte, semmai si va a sbattere.

Lo dico: ritengo che le donne che assumono un atteggiamento di rivalità con altre donne, soprattutto per l’attenzione di un uomo o degli uomini in generale, siano persone dalla mentalità primitiva e dall’”istruzione o intelligenza emotiva” molto bassa.

Peccato.

Sono anche un po’ tantino tontarelle perché non si accorgono di essere strumentalizzate (dagli uomini) quando entrano in competizione e che la loro emotività si indebolisce, poiché sprecano energie in una causa inutile e per giunta autodistruttiva.

Ahimé|

Per carità, secondo la psicobiologia e le teorie evoluzioniste, in natura esiste una “selezione sessuale” che porta alla rivalità di soggetti dello stesso sesso all’interno della stessa specie per assicurarsi il partner “migliore”.

Ma anche questa è una vecchia storia, che non è affatto prerogativa del femminile.

Hai presente il pavone che fa la ruota per “sedurre” la femmina?

Credo che emotivamente e anche con l’uso della ragione, della razionalità è necessario che ci evolviamo rispetto al pavone che fa la ruota.

La competizione è una prerogativa femminile?

Spesso rimango stupita di fronte a come certi stereotipi si scontrino con la realtà dei fatti.

Per esempio prendiamo la convinzione comune che le donne siano competitive con le altre donne.

Gli uomini, invece, no, non sono competitivi, giusto?

Due settimane di sfide per scoprire il tuo valore, quello del quale nemmeno tu sei consapevole, regalarti sicurezza e mettere in luce i tuoi punti di forza più autentici. Sorriderai, riderai e diventerai più forte e determinata.

Cioè quelli che vanno allo stadio a sfidarsi in campo e piangono se perdono una coppa, sputano in faccia all’avversario, gli spaccano un ginocchio, si prendono a pugni sugli spalti, si saccagnano di botte in risse senza fine, loro no, non sono competitivi, giusto?

Oppure loro – loro – sono competitivi in modo “sano”…

E come no!

No, dico io, ma che stupidaggini diciamo?

Per dare una spiegazione sintetica di questo fenomeno, che di fatto sono gli uomini a essere più competitivi delle donne e a mettersi in competizione con più frequenza, c’è chi sostiene che i maschi sono stati educati a competere fin da piccoli.

Bella roba.

Ecco perché alcuni di loro sono così perversamente cattivi.

Inoltre, sempre parlando di “maschilismo” fattosi carne e sangue ed entrato quasi nel DNA di alcune culture, che cosa ne pensiamo di quegli uomini – moltissimi – che non tollerano di essere comandati da una donna, che non sopportano che una donna – per esempio in ambito professionale – faccia più carriera di loro o che la loro partner guadagni più di loro?

Agli uomini – agli uomini idioti – la competizione femminile fa piacere quando è per il proprio piacere.

Per il proprio vantaggio.

Rivali per sé o rivali per comodi altrui?

Quando le donne sono rivali in azienda e attraverso la rivalità tra loro creano più valore per chi comanda – di solito gli uomini, guarda un po’! – e disvalore per se stesse, rendendosi così serve sciocche a vantaggio di obiettivi altrui e quasi sempre correndo il rischio di mancare i propri, di obiettivi.

È vero che ci sono donne molto competitive, aggressive e scorrette con le altre donne?

Hai voglia!

Ma le persone cattive sono dovunque, genere sesso orientamento sessuale, paese e ambiente, capirai la scoperta.

E quindi?

Quindi  le donne competitive sono delle povere sciocche.

“Povere” perché sono insicure, non sono libere dal punto di vista mentale, giacché sono manipolate da vecchi modi di pensare e da vecchi modelli di riferimento, oltre che dai mass media, che proclamano cooperazione e collaborazione.

Quei stessi mass media che, però, poi veicolano messaggi pubblicitari e non dove uno dei tratti “femminili” per eccellenza è la rivalità intrasessuale, la maldicenza, la calunnia delle donne contro le donne.

Se non si hanno uno spirito e una mente forti, questi messaggi contradditori creano una confusione che indebolisce ulteriormente l’equilibrio emotivo e fa intraprendere la strada più facile e più banale.

Più primitiva, come dicevamo prima.

Ci sono donne che temono la competitività esasperata delle altre donne?

A carrettate, certo.

Anche in questo caso, dietro questa paura, che può spingere a diventare competitive e aggressive a propria volta, c’è un profondo senso di inadeguatezza e di insicurezza.

C’è anche una fragilità emotiva che fa sì che non si vedano altre possibilità oltre a quelle proposte dai modelli peggiori, quello della Regina Cattiva che vuole uccidere Biancaneve o quello delle sorellastre di Cenerentola e via dicendo…

Come ripeto spesso, l’amore vero è una faccenda da adulti, che riguarda persone mature, con valori e obiettivi autenticamente ambiziosi, con una genuina voglia di crescere.

Se si rimane legati a comportamenti non evoluti, se si va verso la regressione, la nostra vita emotiva si impoverisce e così ogni possibilità della nostra vita materiale.

Che cosa fare?

Diventare impietose osservatrici di se stesse e degli altri.

Ho detto “osservatrici”, non giudici.

Soppesare il valore dei propri comportamenti e le loro ragioni profonde e poi compiere delle scelte consapevoli.

Impostare la propria vita sulla competizione con gli altri significa vivere in un vicolo cieco e prima o poi andare a sbattere con il muro in fondo alla strada.

Perché vivere in competizione mette sotto pressione, abbruttisce e impoverisce.

Essere libere da rivalità significa poter volare alto nella direzione che si preferisce, in nome della propria libertà interiore.

Il che non ha prezzo.

Rifletti su questo ogni volta che ti ritrovi a pensare Mi sento in competizione con le altre donne.

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23 Commenti

  1. Avatar di Enry

    Enry 3 anni fa (18 Ottobre 2021 22:06)

    La competizione inconsapevole è anche l frutto di certa educazione che, per spronare le persone a fare meglio, usava fare continui confronti. A volte sono i genitori che spingono i figli a competere, perché sono loro per primi che provano un senso di inferiorità e vorrebbero che i figli li riscattassero. Se ci è successo di essere spesso oggetto di confronti è facile che da adulte ci venga naturale confrontarci, a volte anche in maniera completamente fuori luogo. Bisogna prima diventare consapevoli di questo meccanismo e poi continuare a ripetersi "che cosa c'entra lei con me" e altre cose del genere per cominciare a spezzare la catena.
    Rispondi a Enry Commenta l’articolo

    • Avatar di Silvia

      Silvia 3 anni fa (21 Ottobre 2021 21:29)

      Ciao Enry, la tua riflessione mi parla molto. Usi la parola inconsapevole - è vero, il confronto con gli altri può essere inconsapevole, uno stile di comportamento che c'è sempre stato, e quindi è la normalità. E' al nostro fianco, o intorno, e non ce ne accorgiamo. Facciamo un passo, e quel confrontarsi con gli altri ci viene dietro come un'ombra. Se vogliamo abbandonare quell'ombra, o almeno sapere che esiste, possiamo partire dal prendere consapevolezza e accettare di avere la tendenza al confronto con gli altri. Notarlo, magari, le volte che lo facciamo. E fermarci a pensare che è accaduto, per poi passare oltre. Rifocalizzandoci su di noi. Grazie della riflessione!
      Rispondi a Silvia Commenta l’articolo

    • Avatar di Enry

      Enry 3 anni fa (21 Ottobre 2021 23:22)

      Grazie a te Silvia, è esattamente quello che intendevo! 😊
      Rispondi a Enry Commenta l’articolo

  2. Avatar di Cristina

    Cristina 3 anni fa (19 Ottobre 2021 11:17)

    Buongiorno Ilaria e buongiorno a tutti, vi scrivo perchè mi è successa una cosa che mi ha dato da pensare e, sinceramente, mi ha fatta rimanere abbastanza male. C'è un ragazzo nel mio gruppo di amici con cui mi sono sempre trovata bene, ma non ho mai avuto interesse di altro genere. Alcuni mesi fa ha iniziato a scrivermi in privato, cosa che prima non aveva mai fatto, e a chiamarmi ogni tanto. Dopo un po' (un bel po' a dire il vero, forse un paio di mesetti) è arrivato un invito a vederci di sera, invito indirizzato appunto solo a me. Io non potevo quindi abbiamo rimandato, poi non poteva lui, e per farla breve sono poi iniziate le vacanze estive, non siamo più riusciti a "coordinarci". A settembre scopro da una ragazza del gruppo (la più pettegola) che si è fidanzato con una sua collega di lavoro (vi risparmio gossip che mi sono stati dati riguardo a cosa sia successo sul posto di lavoro, ma che si possono immaginare) e ora stanno ufficialmente insieme. Il punto è che ora quando è capitato di uscire tutti assieme, lui mi saluta, ma mi parla a malapena. A me dispiace per questo suo atteggiamento così freddo, perchè non vorrei averlo illuso, anche se non mi sembra di aver mai dato adito alle sue (forse) avances, se non come amica. E devo dire che mi lascia un po' di amarezza il fatto che si sia rotta quell'intesa. Vorrei sapere se sia capitato anche a qualcuno di voi e soprattutto il perchè di questo suo raffreddamento, dopotutto se è felicemente fidanzato non capisco perchè tagliarmi via così. Grazie a chi mi risponderà e auguro a tutti buona giornata.
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      Ilaria Cardani 3 anni fa (19 Ottobre 2021 14:10)

      Siccome si è fidanzato non gli interessi e benché questo comportamento denoti maleducazione e superficialità, ti ignora. Ha gli amici, la fidanzata, che cosa gliene importa di te? Perché dovrebbe interagire con te? Molti uomini ragionano in questo modo: se lui ha la sua fidanzata, ha raggiunto l'obiettivo che desiderava. Punto. In più in situazione come queste molti uomini non si cimentano con altre donne per timore di essere rampognati dalla fidanzata. Che tu l'abbia illuso, dubito: lui non si è illuso per niente, questo tuo pensiero è un po' da Biancaneve. Lui cercava una fidanzata e quando ha trovato quella che fa per lui ha risolto i propri problemi. Non vi è molto da girarci intorno.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Cristina

      Cristina 3 anni fa (19 Ottobre 2021 14:50)

      Ciao Ilaria, grazie per il tuo parere. Io mi interrogavo se lo avessi illuso perché un cambiamento così radicale e netto mi ha lasciata perplessa, io personalmente credo che fidanzarsi non debba precludere rimanere aperti e confrontarsi con il mondo. Però evidentemente nei miei confronti c'era un interesse finalizzato solo a una relazione, del resto lui da tempo ripeteva di voler trovare una fidanzata, quindi si, evidentemente era qualcosa che gli premeva in modo totalitario... Ne prenderò atto.
      Rispondi a Cristina Commenta l’articolo

    • Avatar di Claudia

      Claudia 3 anni fa (20 Ottobre 2021 1:30)

      Ciao Cristina, vorrei farti una domanda. Se tu fossi al posto della fidanzata ti farebbe piacere sapere e vedere che il tuo ragazzo chiacchiera o si comporta in modo caloroso con una ragazza che aveva invitato ad uscire qualche mese prima? Io trovo che sia una forma di rispetto verso la fidanzata, il vostro non era un rapporto di amicizia consolidata.
      Rispondi a Claudia Commenta l’articolo

    • Avatar di Cristina

      Cristina 3 anni fa (20 Ottobre 2021 23:03)

      Ciao Claudia, no assolutamente, infatti comprendo perfettamente di non sentirci più. Mi sembra giusto e rispettoso. Però siamo un gruppo di amici e io non sono l'unica donna, eppure solo a me non parla neanche un po'. Letteralmente, non mi rivolge la parola. Secondo me tra essere calorosi e ignorare completamente c'è una via di mezzo.
      Rispondi a Cristina Commenta l’articolo

    • Avatar di Serena

      Serena 3 anni fa (23 Ottobre 2021 11:44)

      Ma sì, si sarà offeso perché non ci sei stata, è un classico... Ma la domanda è: cosa ti importa? Perché dare tanta attenzione a un medioman del genere che nemmeno ti piace? Secondo me è importante dare il giusto peso a cose e persone.
      Rispondi a Serena Commenta l’articolo

    • Avatar di <div class="apbct-real-user-wrapper">
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      Ilaria Cardani 3 anni fa (23 Ottobre 2021 14:09)

      Concordo. Questo è il nocciolo della questione: perché farsi tutte queste domande e questi problemi? La vita è altrove.
      Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Cristina

      Cristina 3 anni fa (23 Ottobre 2021 14:48)

      Ciao Serena, semplicemente è una persona che ogni tanto vedo per forza perché siamo nello stesso gruppo, e il cambio di atteggiamento mi aveva stranita. Da lì mi sono interrogata (e ho chiesto a voi un parere).
      Rispondi a Cristina Commenta l’articolo

  3. Avatar di Diana

    Diana 3 anni fa (30 Ottobre 2021 9:55)

    Grazie Ilaria per questo articolo! La lucidità e l'esattezza delle tue affermazioni sul tema (come su molti altri) mi colpiscono, è come se qualcuno riuscisse a dire una volta per tutte le cose che penso e che nn sapevo esprimere. Sono concetti così chiari e giusti ma al tempo stesso così difficili da spiegare alla gente che non è disposta ad avere una visione ampia delle cose solo per convenienza personale...leggendo i tuoi articoli mi sento più forte e più preparata quando ho l'urgenza di affrontare conversazioni su argomenti di questo genere (soprattutto con gli uomini che come dici tu spesso strumentalizzano i luoghi comuni sulle donne). Quindi ti ringrazio!
    Rispondi a Diana Commenta l’articolo

  4. Avatar di Audrey

    Audrey 3 anni fa (19 Ottobre 2021 16:04)

    Un pomeriggio in cui avevo un pò di tempo libero ho chiamato una compagna di classe delle superiori che non sentivo da anni, per mezz'ora non ha fatto che confrontare la sua meravigliosa (?) vita di mamma di due splendidi bimbi, marito direttore d'azienda, villona e cane di razza che scodinzola ai suoi piedi con la mia miserrima vita da single. Sicuro che non la sentirò per altri dieci anni buoni, ma se ha tutto nella vita, che si bulla a fare?
    Rispondi a Audrey Commenta l’articolo

    • Avatar di Ida

      Ida 3 anni fa (19 Ottobre 2021 17:20)

      Si bulla perché è una idiota.
      Rispondi a Ida Commenta l’articolo

    • Avatar di Fabio

      Fabio 3 anni fa (19 Ottobre 2021 19:15)

      A volte si finge di avere tutto mentre non si ha niente di importante. Chi realmente ha, non ha bisogno di mostrarlo al mondo intero, è soddisfatto della sua situazione ed è tutto ciò che vuole. Fabio
      Rispondi a Fabio Commenta l’articolo

    • Avatar di Lali

      Lali 3 anni fa (19 Ottobre 2021 20:16)

      Se non si sentono da anni, di solito c'è un motivo :)
      Rispondi a Lali Commenta l’articolo

    • Avatar di Claudia

      Claudia 3 anni fa (19 Ottobre 2021 22:48)

      Credo che sia molto infelice nonostante la sua vita da romanzo.
      Rispondi a Claudia Commenta l’articolo

    • Avatar di A

      A 3 anni fa (20 Ottobre 2021 14:04)

      Magari invece è proprio felice, e aveva voglia di raccontarsi. Ma può essere indelicato farlo con chi semmai si trova in difficoltà (soprattutto se non si parla con amiche amiche, quelle che invece gioiscono per i successi degli altri) o con persone di cui non si sa molto, la gaffe è sempre in agguato. Fare il confronto poi non esiste proprio. Perché hanno questo modo di interagire? Cosa c'è nella loro testa? Ecco, sarei curiosa pure io di sentire un'opinione al riguardo.
      Rispondi a A Commenta l’articolo

    • Avatar di Clotilde

      Clotilde 3 anni fa (22 Novembre 2021 3:05)

      Negli anni 60 la tua "amica" sarebbe stata una donna felice. Ma oggi? Si è costruita una vita economicamente dipendente dal marito. Cosa farà se la coppia non funzionerà? Cosa farà tutto il giorno quando i figli saranno grandi? Shopping?
      Rispondi a Clotilde Commenta l’articolo

    • Avatar di Shibumi

      Shibumi 3 anni fa (22 Novembre 2021 11:02)

      Clotilde, guarda che gli anni 60 sono ancora presenti in Italia, conosco donne che dipendono economicamente dal marito per scelta, una di loro perché non ha mai avuto voglia di lavorare anche se adesso fa dolci e li vende ma ovviamente non potrebbe comunque mantenersi da sola con questo lavoretto; e altre donne perché preferiscono stare a casa invece di guadagnare al massimo 500 euro e se hanno figli fanno questa scelta anche per risparmiare non utilizzando babysitter o asili nido. Sul fatto di venir lasciata dal marito, nel caso di questa signora che si vanta della sua vita, se vive in una villa il marito sarà ricco e probabilmente riceverebbe un assegno di mantenimento cospicuo. Comunque la maggior parte degli uomini non lascia la moglie, lasciare la moglie significa rimanere con pochi soldi a fine mese perché il divorzio impoverisce e in alcuni casi perdere l'affetto dei figli perché alcune donne li allontanano dai padri. Comunque se una donna non lavora perché non vuole si vede che quella è la sua mentalità ed essendo donna non viene considerata una cosa negativa come nel caso dell'uomo che non lavora. Di solito la gente si stupisce di più se l'uomo viene mantenuto dalla moglie.
      Rispondi a Shibumi Commenta l’articolo

    • Avatar di Emilia

      Emilia 3 anni fa (22 Novembre 2021 18:35)

      Sicuramente la gente si stupisce di più se è l'uomo che si fa mantenere dalla moglie, ma nell'epoca contemporanea la donna sposata che non lavora (o casalinga, che si occupa da sola della casa ma non riceve alcuno stipendio) non è più considerata come una volta... In passato era una condizione socialmente "accettabile", ai giorni nostri le cose sono cambiate. Per le nuove generazioni è diverso.
      Rispondi a Emilia Commenta l’articolo

  5. Avatar di Irene

    Irene 3 anni fa (21 Aprile 2022 14:49)

    Ciao! Leggo il blog ormai da anni ed è stato fondamentale nel mio processo di maturazione come individuo.. Non avevo mai letto questo articolo e l'ho trovato per caso, mi ha colpito:é tutta la vita che mi imbatto in donne che si comportano così.. lo fanno con me, lo fanno con le altre donne.. È una tristezza, all'inizio mi sono sempre sentita sottotono in presenza di persone del genere, come se dovessi giustificare il diritto di "esistere" e eventualmente "splendere" più di loro, adesso ho 42 anni e persone del genere mi danno fastidio, mi fanno prudere le mani dalla rabbia. So che non finirannoao queste persone ma la bellezza di essere al di sopra di loro è proprio nella nostra unicità e nel non abbassarsi al loro livello.
    Rispondi a Irene Commenta l’articolo