Che cos’è il single shaming?
Intanto mi permetto di dare il significato della parola inglese.
Il single shaming è quell’insieme di atteggiamenti, cioè di opere, parole e omissioni che, più o meno intenzionalmente vogliono far sentire in posizione di inferiorità chi non ha un compagno o una compagna.
Vogliono farlo o farla vergognare di essere single.
Così come il body shaming è quell’insieme di atteggiamenti che svaluta chi non ha un corpo che rispetta i canoni estetici di tendenza.
Già dalla traduzione intuiamo che si tratta di un comportamento brutto, sporco e cattivo. E manipolatorio.
È una valutazione negativa che viene emessa a casaccio su una persona solo per il fatto che è single.
Ma ti pare?!?
Chi emette questo genere di valutazioni è brutta gente, poco evoluta, superficiale, povera di spirito e con una esistenza misera. L’ho toccata piano, lo so.
È stupefacente che nel nostro mondo contemporaneo sopravviva e, anzi, fiorisca questo modo di pensare chiuso, arretrato, privo di modernità e attualità.
Perché chi è single dovrebbe vergognarsi o fare pena?
Secondo coloro che praticano a diversi livelli il single shaming, chi non ha un compagno dopo una certa età – che spesso si abbassa anche pericolosamente, secondo me, – deve essere una persona triste (in quanto sola), con un desiderio disperato di trovare un partner.
Deve di sicuro avere anche qualche problema, più o meno nascosto.
Una storia da ridere
Vuoi un esempio di single shaming subdolo e nascosto?
Una mia lettrice, durante, un colloquio personale, mi racconta che il gruppo di amici del quale fa parte ha deciso di fare il regalo di compleanno a un amico.
Si apre una chat su WhatsApp per la scelta del regalo e varie questioni collegate.
A un certo punto uno degli amministratori scrive: “Bene! Regalo scelto. Contributo richiesto alle coppie 15 euro, ai single 10.”
Ma dov’è il senso?!?
Ma perché alcune persone pensano che chi è solo è sfigato?
C’è un mito che persiste nel nostro mondo ed è quello che la felicità vera sia nella vita di coppia.
Quando chi ha un minimo di esperienza di vita sa benissimo che sono davvero tante le coppie infelici nelle quali i due partner sono frustrati e insoddisfatti, ma per una serie di ragioni non intendono lasciarsi.
Hai presente quegli amici che se hanno un amico o un’amica che non è in coppia vogliono a tutti i costi presentargli o presentarle qualcuno con cui – a parer loro – potrebbe andare d’accordo?
O quelle persone che, non richieste, si prendono la briga di incoraggiare un single – che sta benissimo per i fatti suoi – dicendogli che presto troverà la persona giusta?
Ci sono anche perfetti sconosciuti che, magari in coda dal fruttivendolo, fanno quattro chiacchiere con gli altri avventori e trovandosi a parlare con un single quasi gli intimano di “darsi da fare”.
E, guarda un po’, questo accade prevalentemente con le donne.
Il dato di fatto però è che gli stili di vita sono cambiati.
Se fino a qualche anno fa il periodo in cui una persona era “sola”, cioè senza un partner era quello della prima gioventù, cioè quello in cui avveniva l’uscita dalla casa dei genitori per un matrimonio o una convivenza, poi i periodi di “singletudine” hanno cominciato, in genere, a diventare diversi nella vita di una persona.
Per esempio quello tra la fine di una relazione e l’inizio di un’altra, quello tra l’inizio della vedovanza e di un nuovo matrimonio e così via.
Ora si calcola che, proprio per i mutati stili di vita, se in passato le persone erano destinate, per lo più, a trascorrere la propria esistenza in coppia, ora accadrà l’inverso.
Saranno più lunghi i periodi di singletudine.
E quindi, bisogna spaventarsi? Certo che no.
Aprirsi al cambiamento
Niente rimane immutabile in questo mondo, tanto meno i comportamenti umani e questo cambiamento di tendenza è dovuto a una maggiore libertà che abbiamo raggiunto, cioè siamo più liberi di lasciare relazioni sbagliate per trovarne di giuste ed è indice del fatto che il mondo delle relazioni, essendo più movimentato, offre anche più opportunità.
Torniamo al punto centrale della questione.
Perché la “gente” continua a fare single shaming?
Perché in molti hanno esistenze povere e impicciarsi dei fatti degli altri li fa sentire meno soli (oh, yes!), meno isolati e meno annoiati.
Ma farsi i fatti degli altri non è cosa buona e giusta. Per molte ragioni.
Poi perché attuano un processo di proiezione, attraverso il quale, appunto, proiettano se stessi e le proprie paure sugli altri.
Se sono un po’ avanti con gli anni e single anche loro, esortano i single più giovani ad accoppiarsi per dare l’idea di essere “distaccati” dal problema della solitudine, che invece li angustia.
Inoltre, esortare gli altri a raggiungere un traguardo che si ritiene importante, di fatto sottolinea il fatto che questo traguardo gli altri non lo hanno (ancora) raggiunto.
Quindi se Tizio è solo e triste per il fatto di essere solo, esortando Caio a cercarsi una compagna dimostra:
1 che per lui (Tizio) quello è un problema e se per Caio non lo è, deve diventarlo. Insomma, Tizio non vuole essere angosciato solo lui, vuole che anche Caio patisca.
Diciamo che Tizio invidia il fatto che Caio riesca a vivere bene anche da solo.
2 che per lui (Tizio) quella dell’essere solo è una questione rilevante, alla quale dà grande importanza. Diversamente non ne parlerebbe.
Vita serena e balle spaziali
A questo si aggiunge che ancora per molti la vita ideale dovrebbe rispecchiarsi in quella che noi italiani chiamiamo il modello “famiglia del Mulino Bianco”.
Mamma e papà abbastanza carucci ma non troppo, due figli, possibilmente un bambino e una bambina, cane e gatti.
Il tutto in una gradevole e luminosa dimora immersa nella natura incontaminata, ma a 5 minuti a piedi dalla fermata della metro.
Questo non è un ideale, ma uno stereotipo, vale a dire, come recita il dizionario una descrizione che rispecchia “un’opinione rigidamente precostituita e generalizzata, cioè non acquisita sulla base di un’esperienza diretta e che prescinde dalla valutazione dei singoli casi, su persone o gruppi sociali.”
In altre parole chi legge la realtà attraverso gli stereotipi di fatto non sta capendo niente di quello che legge, perché filtra tutto attraverso un pregiudizio e non attraverso una valutazione sensata e obiettiva.
Le grandi bugie
Chi usa gli stereotipi, il “sentito dire”, le frasi fatte per descrivere il mondo, è immerso nel conformismo, è uniformato alla corrente principale, quella della maggioranza, dei “più”.
Coloro che hanno bisogno di essere conformisti sono di solito alla ricerca della propria identità e della propria posizione nel mondo.
Non per niente la fascia d’età più conformista in assoluto, checché se ne pensi, è l’adolescenza.
È in quella fase che si vuole essere accettati nel gruppo dei pari (i coetanei) e si inizia un apparente distacco dai conformismi degli adulti per uniformarsi ai coetanei.
Superata l’adolescenza, però, ciascuno dovrebbe trovare la propria strada ed esprimere la propria unicità attraverso scelte libere e personali, anche anticonformiste, “controcorrente”.
Ritornando alla vita da single o a quella in coppia, ciascuno di noi nel nostro mondo dovrebbe poter decidere, libero da condizionamenti esterni, che cosa preferisce fare ed essere nelle varie fasi della propria esistenza.
Invece quanti, pressati dal “single shaming”, cercano una compagna alla quale non sono in grado di offrire il minimo sindacale per una vita di coppia serena?
Quante si mettono con un uomo sbagliato?
Come fregarsene del single shaming
E allora, come si fa a fregarsene del single shaming e vivere serenamente la propria condizione di single, anche se si desidera trovare un compagno?
Considera che il single shaming è tossico e ti intossica.
Valuta che chi vuole farti sentire sminuita o sminuirti per il fatto che non hai un compagno, è una persona emotivamente triste e misera, dalla quale non hai nulla da imparare se non per differenza.
Ti comporti in modo differente da lei e comprendi subito che cosa vuol dire avere una vita piena di luce .
Fai entrare ogni parola od ogni atteggiamento che assomigli anche solo lontanamente al single shaming da un orecchio e lo fai uscire dall’altro.
Poi ti distanzi, cioè prendi le distanze.
Ti elevi, cioè prendi l’ascensore e sali di un piano o anche di dieci rispetto a chi fa single shaming.
Insomma, come dico spesso, voli alto e lasci gli altri a terra.
Senza voglia di rivalsa, pacificamente, con serenità.
Rita 2 anni fa (18 Dicembre 2022 21:22)
kicca 2 anni fa (20 Dicembre 2022 6:50)
Grazie carissima IlariaLauraA 2 anni fa (23 Dicembre 2022 23:28)
Alessandra 2 anni fa (20 Dicembre 2022 17:01)
LauraA 2 anni fa (23 Dicembre 2022 23:33)
Alessandra 2 anni fa (24 Dicembre 2022 18:01)
SoleLuna 2 anni fa (25 Dicembre 2022 0:57)
Alessandra 2 anni fa (25 Dicembre 2022 21:52)
Grazie SoleLuna per l'augurio!Un abbraccio e buone feste🤗Kiki 2 anni fa (25 Dicembre 2022 17:14)
Ilaria Cardani 2 anni fa (25 Dicembre 2022 21:39)
Grazie e auguri a te e a tutti!Alessandra 2 anni fa (25 Dicembre 2022 21:53)
Grazie Kiki!Auguri di buone feste😘Irene 2 anni fa (31 Dicembre 2022 19:32)
Ilaria Cardani 2 anni fa (1 Gennaio 2023 22:01)
Un attimo, prendiamo fiato, tra un pensiero e un frase di autosvalutazione e l'altro...Carla 2 anni fa (17 Gennaio 2023 10:19)